Il campo di applicazione

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Il campo di applicazione"

Transcript

1 I nuovi decreti per la resistenza al fuoco delle opere da costruzione D.M. 9 marzo 2007 La classificazione dell edificio edificio e le curve di incendio Direzione Centrale Prevenzione e Sicurezza Tecnica 1 Area Protezione Passiva Roma Capannelle mauro.caciolai@vigilfuoco.it Il campo di applicazione Il campo di applicazione del provvedimento è limitato alle costruzioni in cui si svolgono attività soggette ai controlli del CNVVF per le quali le prestazioni di resistenza al fuoco non siano già stabilite da specifiche regole tecniche di settore (1). Le disposizioni si applicheranno: - alle nuove attività, i cui progetti saranno presentati ai Comandi VV.F. per l acquisizione del parere di conformità sui progetti in data successiva a quella di entrata in vigore (25 settembre 2007); - alle costruzioni esistenti nel caso di modifiche che comportino un incremento della classe di rischio di incendio, una riduzione delle misure di protezione o un incremento del carico di incendio specifico. (1) Il D.M. 9 maggio 2007 fa una eccezione per quelle attività che, sebbene dotate di una specifica regola tecnica (che fissa un valore della classe di resistenza al fuoco), sono oggetto di una istanza di deroga supportata da valutazioni condotte attraverso i metodi della F.S.E. 2

2 Abrogazioni Con l entrata in vigore del decreto saranno abrogati: - la circolare del Ministro dell interno 14 settembre 1961, n. 91; - il decreto del Ministro dell interno 6 marzo Calcolo del carico di incendio per locali aventi strutture portanti in legno. Inoltre le definizioni riportate nel DM 30 novembre 1983 relative a: carico di incendio compartimento antincendio resistenza al fuoco saranno sostituite con quelle contenute nel DM 9/3/07. 3 ATTIVITA DISCIPLINATE DA SPECIFICHE REGOLE TECNICHE DI P.I. ATTIVITA NON DISCIPLINATE DA SPECIFICHE REGOLE TECNICHE DI P.I. ATTIVITA SOGGETTE AI CONTROLLI DEL C.N.VV.F. CLASSE PRESCRITTA DAL REGOLAMENTO CLASSE DETERMINATA DAL D.M ATTIVITA NON SOGGETTE AI CONTROLLI DEL C.N.VV.F. CLASSE PRESCRITTA DAL REGOLAMENTO CLASSE DETERMINATA DAL D.M

3 Regole tecniche prescrittive 120 Edificio per uffici sprinkler Dati edificio: N piani 11 Altezza 37 m Persone presenti 550 NOTE: DE: nessun regolamento riguardo all uso dello sprinkler UK: non permesso senza sprinkler Resistenza [min] no sprinkler 30 0 DE* FR IT* ES UK 5 Regole tecniche prescrittive 120 Locale di pubblico spettacolo 90 sprinkler no sprinkler Dati edificio: N piani 2 Altezza 9 m Spettatori 2000 NOTE: DE: nessun regolamento riguardo all uso dello sprinkler Resistenza [m in] Tratto dal sito 0 DE* FR IT* ES UK 6

4 Classi di resistenza al fuoco La classe di resistenza al fuoco è l intervallo di tempo espresso in minuti, durante il quale il compartimento antincendio garantisce la capacità di compartimentazione. Le classi di resistenza al fuoco sono le seguenti: classe 15, classe 20, classe 30, classe 45, classe 60, classe 90, classe 120, classe 180, classe 240, classe 360 Esse sono di volta in volta precedute dai simboli (R, E, I, W, C, S, ecc.) indicanti i requisiti che devono essere garantiti dagli elementi costruttivi portanti e/o separanti, individuati sulla base della valutazione del rischio d incendio (rimanda al D.M. 16 febbraio 2007) 7 Classi di resistenza al fuoco La classe del compartimento è determinata in base al livello di prestazione richiesto alla costruzione. Livello I Nessun requisito specifico di resistenza al fuoco dove le conseguenze della perdita dei requisiti stessi siano accettabili o dove il rischio di incendio sia trascurabile Non ammesso dal D.M Livello II Mantenimento dei requisiti di resistenza al fuoco per un periodo sufficiente all evacuazione degli occupanti in luogo sicuro all esterno della costruzione Requisiti indipendenti dal valore assunto dal carico di incendio Valori prescritti Livello III Mantenimento dei requisiti di resistenza al fuoco per un periodo congruo con la gestione dell emergenza Requisiti dipendenti dal valore assunto dal carico di incendio Valori calcolati Livello IV Livello V Requisiti di resistenza al fuoco tali da garantire, dopo la fine dell incendio, un limitato danneggiamento della costruzione Requisiti di resistenza al fuoco tali da garantire, dopo la fine dell incendio, il mantenimento della totale funzionalità della costruzione stessa Requisiti dipendenti dal valore assunto dal carico di incendio Requisiti dipendenti dal valore assunto dal carico di incendio Valori calcolati Valori calcolati 8

5 Livello I Il livello I di prestazione - Nessun requisito specifico di resistenza al fuoco - non è ritenuto accettabile per le costruzioni nelle quali si svolgono attività soggette ai controlli del CNVVF. 9 Livello II Il livello II di prestazione - Mantenimento dei requisiti di resistenza al fuoco per un periodo sufficiente all evacuazione degli occupanti in luogo sicuro all esterno della costruzione - è ritenuto adeguato per le costruzioni: - isolate - fino a due piani fuori terra ed un piano interrato - destinate ad un unica attività non aperta al pubblico ove inoltre risultino verificate tutte le seguenti condizioni: 10

6 Livello II a) le dimensioni della costruzione siano tali da garantire l esodo in sicurezza degli occupanti; b) gli eventuali crolli totali o parziali non arrechino danni ad altre strutture; c) gli eventuali crolli totali o parziali non compromettano l efficacia degli elementi di compartimentazione e di impianti di protezione attiva che proteggono altre costruzioni; d) il massimo affollamento complessivo della costruzione non superi 100 persone e la densità di affollamento media non sia superiore a 0,2 pers/m 2 ; e) la costruzione non sia adibita ad attività che prevedono posti letto; f) la costruzione non sia adibita ad attività specificamente destinate a malati, anziani, bambini o a persone con ridotte o impedite capacità motorie, sensoriali o cognitive. 11 Livello II Le classi di resistenza al fuoco per garantire il livello II di prestazione sono le seguenti, indipendentemente dal valore assunto dal carico di incendio specifico di progetto. 30 per costruzioni ad un piano fuori terra senza interrati 60 per costruzioni fino a due piani fuori terra e un interrato Sono consentite classi inferiori se compatibili con il livello III di prestazione. 12

7 Livello III Il livello III di prestazione - Mantenimento dei requisiti di resistenza al fuoco per un periodo congruo con la gestione dell emergenza può ritenersi adeguato per tutte le costruzioni soggette ai controlli del CNVVF fatte salve quelle per le quali sono richiesti i livelli IV e V. Le classi di resistenza al fuoco necessarie per garantire il livello III sono correlate al carico d incendio specifico di progetto (q f,d ) 13 Livello III - Definizioni Il carico di incendio è il potenziale termico netto della totalità dei materiali combustibili contenuti in uno spazio corretto in base ai parametri indicativi della partecipazione alla combustione dei singoli materiali. Il carico d incendio specifico è il carico di incendio riferito all unità di superficie lorda. E espresso in MJ/m 2. Il carico d incendio specifico di progetto è il carico d incendio specifico corretto in base ai parametri indicatori del rischio di incendio del compartimento e dei fattori relativi alle misure di protezione presenti. 14

8 Livello III Il carico di incendio specifico di progetto q f,d = δ q1 δ q2 δ n q f [MJ/m 2 ] δ q1 è il fattore che tiene conto del rischio di incendio correlato alle dimensioni in pianta del compartimento secondo i seguenti valori Superficie in pianta lorda del compartimento (m 2 ) δ q1 Superficie in pianta lorda del compartimento (m 2 ) A < 500 1, A < ,60 δ q1 500 A < , A < , A < ,40 A ,00 15 Livello III Il carico di incendio specifico di progetto q f,d = δ q1 δ q2 δ n q f [MJ/m 2 ] δ q2 è il fattore che tiene conto del rischio di incendio correlato alle caratteristiche dell attività svolta nel compartimento secondo i valori definiti nella tabella Classi di rischio Descrizione δ q2 I Aree che presentano un basso rischio di incendio in termini di probabilità di innesco, velocità di propagazione delle fiamme e possibilità di controllo dell incendio da parte delle squadre di emergenza 0,8 II Aree che presentano un moderato rischio di incendio come probabilità d innesco, velocità di propagazione di un incendio e possibilità di controllo dell incendio stesso da parte delle squadre di emergenza 1,0 III Aree che presentano un alto rischio di incendio in termini di probabilità d innesco, velocità di propagazione delle fiamme e possibilità di controllo dell incendio da parte delle squadre di emergenza 1,2 16

9 Livello III Il carico di incendio specifico di progetto q f,d = δ q1 δ q2 δ n q f [MJ/m 2 ] δ n = δni i è il fattore riduttivo (min 0,267) che tiene conto delle misure di protezione previste nell attività secondo i seguenti valori δ ni, Funzione delle misure di protezione Sistemi automatici di estinzione Sistemi di evacuazione automatica di fumo e calore Sistemi automatici di rivelazione, segnalazione e allarme di incendio Squadra aziendale dedicata alla lotta antincendio (1) Rete idrica antincendio Percorsi protetti di accesso Accessibili tà ai mezzi di soccorso VVF ad H 2 O δ n1 altro δ n2 δ n3 δ n4 δ n5 interna δ n6 interna e esterna δ n7 δ n8 δ n9 0,60 0,80 0,90 0,85 0,90 0,90 0,80 0,90 0,90 (1) Gli addetti devono aver conseguito l attestato di idoneità di cui alla L. 609/96 a seguito del corso di formazione di tipo C di cui al DM 10/03/1998 Ovviamente δ ni va posto uguale a 1 per le misure non previste nel progetto La progettazione delle costruzioni in acciaio per la sicurezza in caso di incendio Napoli, 18 e 19 giugno Livello III Il carico di incendio specifico di progetto q f,d = δ q1 δ q2 δ n q f [MJ/m 2 ] q f è il valore del carico d incendio specifico che può determinarsi: 1. con la formula: q f = n i = 1 g H m ψ i i i i [MJ/m 2 ] A dove: g i massa dell i-esimo materiale combustibile [kg] H i potere calorifico inferiore dell i-esimo materiale combustibile [MJ/kg] m i fattore di partecipazione alla combustione dell i-esimo materiale combustibile pari a: 0,80 per il legno ed altri materiali di natura cellulosica; 1,0 negli altri casi ψ i fattore di limitazione della partecipazione alla combustione pari a: - 0 per i materiali in contenitori appositamente progettati per resistere al fuoco; - 0,85 per i materiali in contenitori non combustibili; - 1 negli altri casi. A superficie in pianta lorda del compartimento [m 2 ] 18

10 Il carico di incendio specifico q f può determinarsi: 1. con la formula 2. con riferimento al contributo offerto dai materiali presenti (arredi, merci varie, elementi costruttivi e di finitura, ecc.) Da: Elifani, La prevenzione incendi nell industria e nell artigianato 19 Il carico di incendio specifico q f può determinarsi: 1. con la formula 2. con riferimento al contributo offerto dai materiali presenti 3. con riferimento a dati statistici in funzione della destinazione d uso In tal caso bisogna considerare valori con probabilità di superamento inferiore al 20%. Valori della densità di carico di incendio in funzione della destinazione d uso Da EN Annex E Uffici Scuole Attività Civili abitazioni Ospedali (stanza) Alberghi (stanza) Biblioteche Centri commerciali Teatri (cinema) Valore medio Frattile 80% Structural Design for Fire Safety Andrew H. Buchanan coefficiente di variazione valore del frattile 90 % valore del frattile 80 % valore di picco isolato Attività ben definite che sono piuttosto simili o con differenze molto limitate negli arredi o nei beni in deposito come abitazioni, alberghi, ospedali, uffici e scuole 30%-50% del valore medio dato (1,35-1,65) x il valore medio dato (1,25-1,50) x il valore medio dato 2 x il valore medio dato Attività che sono piuttosto dissimili o con larghe differenze negli arredi e nei beni in deposito come centri commerciali, grandi magazzini e attività industriali 50%-80% del valore medio dato (1,65-2,00) x il valore medio dato (1,45-1,75) x il valore medio dato 20 2,5 x il valore medio dato

11 Livello III Determinazione della classe di resistenza al fuoco Una volta determinato il carico di incendio specifico di progetto, le classi di resistenza al fuoco idonee a garantire il livello III di prestazione si ricavano dalla seguente tabella in funzione del carico d incendio specifico di progetto. Carichi d incendio specifici di progetto (q f,d ) Classe Non superiore a 100 MJ/m 2 0 Non superiore a 200 MJ/m 2 15 Non superiore a 300 MJ/m 2 20 Non superiore a 450 MJ/m 2 30 Non superiore a 600 MJ/m 2 45 Non superiore a 900 MJ/m 2 60 Non superiore a 1200 MJ/m 2 90 Non superiore a 1800 MJ/m Non superiore a 2400 MJ/m Superiore a 2400 MJ/m Livello III Criteri di progettazione Lo spazio di riferimento generalmente coincide con il compartimento antincendio considerato e il carico di incendio specifico è quindi riferito alla superficie in pianta lorda del compartimento stesso, nell ipotesi di una distribuzione sufficientemente uniforme del carico di incendio. In caso contrario il valore nominale q f del carico d incendio specifico è calcolato anche con riferimento all effettiva distribuzione dello stesso. In un edificio multipiano sarà possibile considerare separatamente il carico di incendio dei singoli piani qualora gli elementi orizzontali di separazione posseggano una capacità di compartimentazione adeguata nei confronti della propagazione verticale degli incendi. 22

12 Livelli IV e V I livelli IV o V di prestazione possono essere oggetto di specifiche richieste del committente o essere previsti dai capitolati tecnici di progetto. I livelli IV o V di prestazione possono altresì essere motivatamente richiesti dalla autorità competente (Comando VVF) per costruzioni destinate ad attività di particolare importanza. Per i livelli IV e V resta valido quanto indicato nel decreto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti 14 settembre 2005 e successive modifiche ed integrazioni. 23 Livelli IV e V Per garantire i livello di prestazione IV - Requisiti di resistenza al fuoco tali da garantire, dopo la fine dell incendio, un limitato danneggiamento della costruzione e V -Requisiti di resistenza al fuoco tali da garantire, dopo la fine dell incendio, il mantenimento della totale funzionalità della costruzione stessa - le costruzioni devono essere oggetto delle seguenti verifiche: a) Capacità portante mantenuta per tutta la durata dell incendio b) Regime deformativo contenuto c) Capacità portante residua che consenta interventi di ripristino (IV) c) Capacità portante residua adeguata alla funzionalità immediata della costruzione (V) 24

13 Esempio di determinazione della classe Deposito di bitume in fusti metallici (1.800 pz da 20 kg/cad.; tot kg) Superficie in pianta del compartimento = 900 m 2 Elementi caratteristici: ubicazione p.t.; h interna 6 m; imp. automatico di rivelazione, segnalazione e allarme; estintori; idranti interni e esterni; accessibilità ai mezzi VVF. PCI bitume = 42 MJ/kg; legno 19 MJ/kg Valutazione della classe di resistenza al fuoco con il metodo della circolare n. 91/1961 q = / = 88,42 kg legna eq/m 2 Determinazione del fattore k = 0,628 C = 88,42 0,628 = 55,53 ossia classe 60 P.to P.to 4 P.to P.to P.to 5.5 P.to 5.6 P.to 5.7 P.to Totale K Punti circolare 91 P.to P.to , Esempio di determinazione della classe Deposito di bitume in fusti metallici (1.800 pz da 20 kg/cad.; tot kg) Superficie in pianta del compartimento = 900 m 2 Elementi caratteristici: ubicazione p.t.; h interna 6 m; imp. automatico di rivelazione, segnalazione e allarme; estintori; idranti interni e esterni; accessibilità ai mezzi VVF. PCI bitume = 42 MJ/kg; legno 19 MJ/kg δq1 1,2 Valutazione della classe di resistenza al fuoco con il δq2 1 metodo del DM 9 marzo 2007 δn1 δn2 1 0,60 q f = ,85 / 900 = 1428 MJ/m 2 q f,d = ,2 0,612 = 1049 MJ/m 2 ossia classe 90 Con impianto di spegnimento automatico ad acqua q f,d = ,2 0,367 = 629 MJ/m 2 ossia classe 60 δn3 δn4 δn5 δn6 δn7 δn8 δn9 Prodotto δni 1 0,85 1 0,80 1 0,90 0,612 0,367 26

14 Gratuito dal sito istituzionale del C.N.VV.F Caratteristiche Principali Interfaccia utente intuitiva Frequenti richiami esplicativi al DM 9 marzo 2007 Aggiornamento in tempo reale della formula relativa al q f,d 28

15 Caratteristiche Principali Tre modalità alternative di determinazione del carico d incendio specifico (q f ) come specificato nell Allegato al DM 9 marzo ) Carico di incendio specifico per tipo di attività Database di attività Fonte: Structural Design for Fire Safety, Andrew H. Buchanan, John Wiley & Sons, LTD 30

16 Il valore di q f (medio) riportato in letteratura viene moltiplicato per un fattore compreso tra 1,25 e 1,75 in modo da ottenere il valore al frattile 80% 1) Carico di incendio specifico per tipo di attività Possibilità di personalizzare il Database 31 2) Carico di incendio specifico per arredo e per merci Database di arredi e merci in deposito personalizzabile Fonti: 1) Structural Design for Fire Safety, Andrew H. Buchanan, John Wiley & Sons, LTD 2) Comportamento al fuoco dei materiali, dei componenti costruttivi e degli arredi, ANIA (Associazione Italiana fra le Imprese Assicuratrici), Edizione

17 3) Carico di incendio specifico per materiale Database di materiali personalizzabile. Fonte: Eurocodice EN Coefficienti di partecipazione o protezione alla combustione 33 Fattore di rischio δ q1 La formula viene aggiornata in tempo reale in base all intervallo selezionato Negli approcci 2 e 3, il corretto valore di δ q1 viene selezionato automaticamente 34

18 Fattore di rischio δ q2 Richiamo alle definizioni date nel DM 9 marzo 2007 La formula viene aggiornata in tempo reale in base alla classe selezionata 35 Fattore di protezione δ n δ n = δni i viene calcolato selezionando le caselle relative alle misure antincendio adottate Il risultato viene mostrato nella formula 36

19 Calcolo e classificazione Al termine della procedura di immissione dei dati, il programma fornisce la classe di riferimento e la classe minima per il livello di prestazione III 37 Stampa rapporto In funzione dell approccio seguito per il calcolo del carico d incendio specifico vengono visualizzati tre diversi prospetti riepilogativi stampabili suddivisi in sezioni: Carico d incendio specifico (q f ) Fattore di rischio δ q1 Fattore di rischio δ q2 Fattori di protezione δ ni Carico d incendio specifico di progetto (q f,d ) e classi 38

20 Verifica degli elementi costruttivi L incendio convenzionale di progetto è definito da una curva di incendio che rappresenta l andamento, in funzione del tempo, della temperatura media dei gas di combustione nell intorno degli elementi costruttivi. A seconda del tipo di approccio adottato (prescrittivo o prestazionale) l andamento delle temperature negli elementi costruttivi sarà valutato in riferimento: - a una curva nominale d incendio tra quelle indicate di seguito, per l intervallo di tempo di esposizione pari alla classe di resistenza al fuoco prevista, senza alcuna fase di raffreddamento; -a una curva naturale d incendio, determinata in base a modelli di incendio tenendo conto dell intera durata dello stesso, compresa la fase di raffreddamento fino al ritorno alla temperatura ambiente. 39 Curve nominali di incendio Nel caso di verifiche di tipo convenzionale, l andamento delle temperature negli elementi costruttivi è valutato con riferimento a una curva temperatura/tempo di tipo nominale considerando un intervallo di tempo di esposizione all incendio pari alla classe di resistenza al fuoco determinata con i metodi sopra descritti. - curva nominale standard introdotta dalla norma ISO 834 normalmente utilizzata - curva nominale degli idrocarburi più severa rispetto alla prima da utilizzare nel caso di incendi di quantità rilevanti di idrocarburi o altre sostanze con equivalente velocità di rilascio termico - curva di incendio nominale esterna sensibilmente meno gravosa rispetto alla curva standard a cui può farsi riferimento nel caso di strutture poste all esterno rispetto al compartimento interessato dall incendio (per l acciaio caso specifico). 40

21 Curve nominali di incendio Tre curve nominali temperatura/tempo definite analiticamente per un tempo pari alla classe di riferimento. 41 Curve nominali di incendio Curva nominale STANDARD (ISO834) T = 345 log 10 (8 t + 1) + 20 dove : T è la temperatura dei gas in C t è il tempo espresso in secondi 20 è la temperatura ambiente in C Curva nominale dell INCENDIO ESTERNO T = 660 ( e t e -3.8 t ) + 20 Curva nominale dell INCEDNDIO DA IDROCARBURI T = 1080 ( e t e -2.5 t )

22 43 44

23 Curve naturali di incendio Nel caso in cui il progetto sia condotto con un approccio prestazionale, secondo i criteri del DM 9 maggio Direttive per l attuazione dell approccio ingegneristico alla sicurezza antincendio - la capacità portante e/o la capacità di compartimentazione, in alternativa al metodo che fa riferimento alle classi, può essere verificata rispetto all azione termica della curva naturale di incendio, applicata per l intervallo di tempo necessario al ritorno alla T ordinaria, da determinarsi attraverso: - modelli di incendio sperimentali (p.e. prove di incendio su scala reale) oppure, - modelli di incendio numerici semplificati (p.e. curve parametriche) oppure, - modelli di incendio numerici avanzati (p.e. modelli a zone, di campo). Le curve di incendio naturale devono essere determinate in base al carico di incendio specifico di progetto ponendo pari ad 1 i coefficienti δ ni relativi alle misure di protezione che si intende modellare. Occorre riferirsi a metodi di riconosciuta affidabilità, tenendo conto delle limitazioni d uso di ciascun modello (Come puntualmente indicato nel DM 9 maggio 2007) 45 Curve naturali di incendio Qualora si adotti uno di questi metodi, è tuttavia previsto che gli elementi costruttivi portanti e/o separanti garantiscano il possesso di requisiti minimi di resistenza al fuoco determinati rispetto all azione termica della curva di incendio nominale standard ISO 834 secondo la correlazione tra carico d incendio specifico di progetto (q f,d ) e classe di riferimento riportata nella seguente tabella: Carichi d incendio specifici di progetto (q f,d ) Classe Non superiore a 300 MJ/m 2 0 Non superiore a 450 MJ/m 2 Non superiore a 600 MJ/m 2 15 Non superiore a 900 MJ/m 2 20 Non superiore a 1200 MJ/m 2 30 Non superiore a 1800 MJ/m 2 45 Non superiore a 2400 MJ/m Superiore a 2400 MJ/m

24 Curve di incendio parametriche carico di incendio specifico q f (MJ / m²) inerzia termica delle pareti b = (λ ρ c) ½ 47 Curve di incendio parametriche Equazioni di Wickström Eurocode EN

25 Curve di incendio parametriche PRO - Sono facilmente implementabili in programmi automatici - Consentono rapide valutazioni - I parametri in input sono facilmente determinabili - Sono conservative CONTRO - La loro applicazione è limitata a: - Compartimenti di superficie inferiore a 500 m 2 - Coperture piane e a quota non superiore a 4 m da terra - Assenza di aperture sulla copertura - Completa combustione del materiale combustibile presente - Coefficiente di ventilazione O compreso tra 0,02 e 0,2 m 1/2 - Carico di incendio specifico di progetto q t,d compreso tra 50 e 1000 MJ/m

26 51 52

27 Equazioni di Wickström Eurocodice Applicazione ad un compartimento di dimensioni in pianta 10 x 5 m 2 e con altezza di interpiano pari a 4 m. Le finestre hanno altezza costante pari ad 1 m e superficie variabile da 10 a 30 m 2. Le pareti sono in muratura e i solai in latertocemento. Il carico di incendio varia da 15 a 60 kg/m 2 legna Curve di incendio parametriche con q = 15 kg/mq di legna equivalente Curve di incendio parametriche con q = 30 kg/mq di legna equivalente Temperatura ( C) Tempo (min) ISO mq (FC) 20 mq (FC) 30 mq (FC) Temperatura ( C) Tempo (min) ISO mq (VC) 20 mq (FC) 30 mq (FC) Curve di incendio parametriche con q = 45 kg/mq di legna equivalente Curve di incendio parametriche con q = 60 kg/mq di legna equivalente Temperatura ( C) Tempo (min) ISO mq (VC) 20 mq (VC) 30 mq (FC) Temperatura ( C) Tempo (min) 53 ISO mq (VC) 20 mq (VC) 30 mq (VC) Modelli a zone Nella fase pre-flashover è ragionevole supporre che ci sia la formazione di un ben individuato strato di fumi e gas caldi al di sotto del solaio di copertura. Questo strato di spessore variabile galleggia sullo strato sottostante costituito da aria in condizioni standard. Il modello a due zone descrive questa situazione facendo l ipotesi che la temperatura sia costante in ciascuno strato e restituendo principalmente le seguenti grandezze: Temperatura dei gas nella zona superiore T u (t), Altezza del piano di separazione tra le due zone H i (t) 54

28 Nella fase post-flashover, nel caso in cui il materiale combustibile sia distribuito su tutta la superficie del compartimento è ragionevole supporre che tutto il compartimento sia invaso dai fumi e dai gas caldi e che non sia possibile individuare le due zone. Il modello che descrive questa situazione è il modello ad una zona restituendo: Temperatura dei gas T (t), Modelli a zone 55 Modelli a zone Le seguenti quattro condizioni costituiscono un limite alla validità del modello a due zone e richiedono il passaggio al modello ad una zona: C1. La temperatura dei gas caldi raggiunge valori da produrre un flusso di calore radiante che innesca il restante carico di incendio; C2. Lo spessore della zona calda è tale da investire parte del materiale combustibile ad una temperatura superiore a quella di accensione del materiale stesso; C3. Lo spessore della zona calda è tale da riempire tutto il compartimento C4. L area dell incendio è troppo grande rispetto all area del compartimento per considerarlo un incendio localizzato 56

29 Incendio localizzato Nel caso in cui il materiale combustibile sia molto concentrato il modello a due potrebbe non essere una buona rappresentazione della realtà. Occorre ragionare in termini di incendio localizzato e vedere, con formule empiriche, altezza di fiamma e temperature locali. Le temperature raggiunte sull asse della fiamma e sul soffitto nella zona in asse con il focolaio potrebbero essere molto maggiori della temperatura media della zona superiore. Equazione di Heskestad per l altezza del plume, Equazione di Alpert per studiare il caso di fiamma che non impatta il solaio di copertura Equazione di Hasemi per studiare il caso di fiamma che impatta il solaio di copertura 57 58

30 59 Applicazione con Ozone OZone V2.2 Build: 28/11/02 Version Cadorin J.F., Franssen J.M., University of Liege Cajot L.G., Haller M., Schleich J.B., Profilarbed-Research The code was developed within the E.C.C.S. sponsored research Natural Fire Safety Concept Rate of Heat Release Gas Temperature 250, , , ,0 RHR Data RHR Computed 600 Hot Zone Cold Zone , , Time [min] Analysis Name: Deposito bitume costante di crescita 240 s medium-fast Time [min] Analysis Name: Deposito bitume 60

31 Criteri di progettazione La sicurezza del sistema strutturale in caso di incendio si determina sulla base della resistenza meccanica: - di singoli elementi strutturali (travi, colonne, ecc.) considerando carichi e vincoli - di porzioni significative di struttura - dell intero sistema costruttivo considerando l evoluzione sotto l azione dell incendio Devono essere considerati gli effetti del secondo ordine (deformazioni, dilatazioni contrastate, ecc.) tranne nel caso in cui: - siano trascurabili o a vantaggio di sicurezza - siano tenuti in conto nei modelli semplificati e conservativi adottati - i requisiti di sicurezza strutturale all incendio siano stati valutati con riferimento al metodo delle classi (curve nominali) 61 Responsabilità Nel procedimento di calcolo i vari sistemi di protezione e le condizioni di utilizzo della costruzione hanno una diretta ricaduta sul livello di prestazione di resistenza al fuoco da richiedere al manufatto; ne discende che la gestione dell attività non può essere avulsa dalle scelte che vengono effettuate in fase di progetto. Pertanto i progettisti saranno responsabili dell individuazione dei valori dei parametri posti a base della determinazione delle azioni di progetto mentre i titolari delle attività saranno responsabili del mantenimento delle condizioni che determinano l individuazione dei suddetti valori. 62

1 Determinazione del carico di incendio specifico di progetto

1 Determinazione del carico di incendio specifico di progetto 1. Definizioni 1/7 ALLEGATO Ai fini della presente norma si fa riferimento ad un incendio convenzionale di progetto definito attraverso una curva di incendio che rappresenta l andamento, in funzione del

Dettagli

ALLEGATO 1. TERMINI, DEFINIZIONI E TOLLERANZE DIMENSIONALI

ALLEGATO 1. TERMINI, DEFINIZIONI E TOLLERANZE DIMENSIONALI 1. TERMINI, DEFINIZIONI E TOLLERANZE DIMENSIONALI ALLEGATO 1. Per i termini, le definizioni e le tolleranze dimensionali si rimanda a quanto stabilito con il decreto del Ministro dell interno 30 novembre

Dettagli

PROGETTO ANTINCENDI DETERMINAZIONE DI PRESTAZIONE E CLASSIFICAZIONE DI RESISTENZA AL FUOCO DELLE STRUTTURE

PROGETTO ANTINCENDI DETERMINAZIONE DI PRESTAZIONE E CLASSIFICAZIONE DI RESISTENZA AL FUOCO DELLE STRUTTURE Esempio di Calcolo Carico Incendio con il software AntiFuocus di ACCA software PROGETTO ANTINCENDI AL COMANDO PROVINCIALE dei VV.F. di MILANO - Lombardia DETERMINAZIONE DI PRESTAZIONE E CLASSIFICAZIONE

Dettagli

Decreto 9 marzo Determinazione delle prestazioni di resistenza al fuoco degli edifici. Roma - ISA, 21 giugno Arch.. Valter Cirillo - CNVVF

Decreto 9 marzo Determinazione delle prestazioni di resistenza al fuoco degli edifici. Roma - ISA, 21 giugno Arch.. Valter Cirillo - CNVVF Decreto 9 marzo 2007 Determinazione delle prestazioni di resistenza al fuoco degli edifici Roma - ISA, 21 giugno 2007 1 Riferimenti Direttiva 89/106/CEE del 21/12/1988, relativa al ravvicinamento delle

Dettagli

PRESTAZIONI DI RESISTENZA AL FUOCO NELLE COSTRUZIONI

PRESTAZIONI DI RESISTENZA AL FUOCO NELLE COSTRUZIONI PRESTAZIONI DI RESISTENZA AL FUOCO NELLE COSTRUZIONI D. Min. Interno 9 marzo 2007 Prestazioni di resistenza al fuoco delle costruzioni nelle attività soggette al controllo del Corpo nazionale dei vigili

Dettagli

VISTO il decreto legislativo 8 marzo 2006, n. 139, recante riassetto delle disposizioni relative alle funzioni ed ai compiti del Corpo nazionale dei

VISTO il decreto legislativo 8 marzo 2006, n. 139, recante riassetto delle disposizioni relative alle funzioni ed ai compiti del Corpo nazionale dei VISTO il decreto legislativo 8 marzo 2006, n. 139, recante riassetto delle disposizioni relative alle funzioni ed ai compiti del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, a norma dell art. 11 della legge 29

Dettagli

VISTO il decreto legislativo 8 marzo 2006, n. 139, recante riassetto delle disposizioni relative alle funzioni ed ai compiti del Corpo nazionale dei

VISTO il decreto legislativo 8 marzo 2006, n. 139, recante riassetto delle disposizioni relative alle funzioni ed ai compiti del Corpo nazionale dei VISTO il decreto legislativo 8 marzo 2006, n. 139, recante riassetto delle disposizioni relative alle funzioni ed ai compiti del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, a norma dell art. 11 della legge 29

Dettagli

D.M. 3 agosto , N Dott. Ing. Fabio Baracchi Direttore Antincendi Comando Provinciale Vigili del Fuoco di Modena

D.M. 3 agosto , N Dott. Ing. Fabio Baracchi Direttore Antincendi Comando Provinciale Vigili del Fuoco di Modena D.M. 3 agosto 2015 1 A P P R O V A Z I O N E D I N O R M E T E C N I C H E D I P R E V E N Z I O N E I N C E N D I A I S E N S I D E L L A R T. 1 5 D E L D E C R E T O L E G I S L A T I V O 8 M A R Z O

Dettagli

RELAZIONE CALCOLO CARICO INCENDIO

RELAZIONE CALCOLO CARICO INCENDIO Firmato digitalmente da Paolo Giordano CN = Giordano Paolo O = non presente T = Ingegnere e-mail = paolo.giordano11@tin.it C = IT RELAZIONE CALCOLO CARICO INCENDIO VERIFICA TABELLARE RESISTENZA AL FUOCO

Dettagli

CODICE DI PREVENZIONE INCENDI STRATEGIE ANTINCENDIO RESISTENZA AL FUOCO. Ing. Domenico Tesoro

CODICE DI PREVENZIONE INCENDI STRATEGIE ANTINCENDIO RESISTENZA AL FUOCO. Ing. Domenico Tesoro CODICE DI PREVENZIONE INCENDI STRATEGIE ANTINCENDIO RESISTENZA AL FUOCO Ing. Domenico Tesoro Comando Provinciale Vigili del Fuoco Varese Premessa La finalità della resistenza al fuoco è quella di garantire

Dettagli

CARICO D INCENDIO Lezione 3.1

CARICO D INCENDIO Lezione 3.1 Ordine degli Ingegneri della Provincia di Nuoro Corso di specializzazione in prevenzione incendi ai fini dell iscrizione dei professionisti negli elenchi del Ministero dell Interno di cui all art. 1 della

Dettagli

(Pubblicato sul Suppl. Ord. n. 87 alla GUSG n. 74 del 29 marzo 2007) MINISTERO DELL'INTERNO

(Pubblicato sul Suppl. Ord. n. 87 alla GUSG n. 74 del 29 marzo 2007) MINISTERO DELL'INTERNO (Pubblicato sul Suppl. Ord. n. 87 alla GUSG n. 74 del 29 marzo 2007) MINISTERO DELL'INTERNO DECRETO 9 marzo 2007 Prestazioni di resistenza al fuoco delle costruzioni nelle attivita' soggette al controllo

Dettagli

PROGETTO ANTINCENDI DETERMINAZIONE DI PRESTAZIONE E CLASSIFICAZIONE DI RESISTENZA AL FUOCO DELLE STRUTTURE

PROGETTO ANTINCENDI DETERMINAZIONE DI PRESTAZIONE E CLASSIFICAZIONE DI RESISTENZA AL FUOCO DELLE STRUTTURE PROGETTO ANTINCENDI AL COMANDO PROVINCIALE dei VV.F. di RM - LAZIO DETERMINAZIONE DI PRESTAZIONE E CLASSIFICAZIONE DI RESISTENZA AL FUOCO DELLE STRUTTURE (D.M. 09 marzo 2007 e D.M. 16 febbraio 2007) OGGETTO:

Dettagli

IL MINISTRO DELL'INTERNO

IL MINISTRO DELL'INTERNO Decreto Ministeriale Data 9/3/2007 - Prestazioni di resistenza al fuoco delle costruzioni nelle attività soggette al controllo del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. S.O.G.U. del 29/3/2007 n.87 IL MINISTRO

Dettagli

(Pubblicato sul Suppl. Ord. n. 87 alla GUSG n. 74 del 29 marzo 2007) MINISTERO DELL'INTERNO

(Pubblicato sul Suppl. Ord. n. 87 alla GUSG n. 74 del 29 marzo 2007) MINISTERO DELL'INTERNO (Pubblicato sul Suppl. Ord. n. 87 alla GUSG n. 74 del 29 marzo 2007) MINISTERO DELL'INTERNO DECRETO 9 marzo 2007 Prestazioni di resistenza al fuoco delle costruzioni nelle attivita' soggette al controllo

Dettagli

DETERMINAZIONE DI PRESTAZIONE E CLASSIFICAZIONE DI RESISTENZA AL FUOCO DELLE STRUTTURE (D.M. 03 agosto 2015)

DETERMINAZIONE DI PRESTAZIONE E CLASSIFICAZIONE DI RESISTENZA AL FUOCO DELLE STRUTTURE (D.M. 03 agosto 2015) RESISTENZA AL FUOCO DELLE STRUTTURE DETERMINAZIONE DI PRESTAZIONE E CLASSIFICAZIONE DI RESISTENZA AL FUOCO DELLE STRUTTURE (D.M. 03 agosto 2015) OGGETTO: Scuole di ogni ordine, grado e tipo, collegi, accademie

Dettagli

CORSO DI SPECIALIZZAZIONE IN PREVENZIONE INCENDI

CORSO DI SPECIALIZZAZIONE IN PREVENZIONE INCENDI CORSO DI SPECIALIZZAZIONE IN PREVENZIONE INCENDI FINALIZZATO ALL ISCRIZIONE NEGLI ELENCHI DEL MINISTERO DELL INTERNO DEI PROFESSIONISTI DI CUI AL DM 5.8.2011 Resistenza al Fuoco e cap. S2 della R.T.O.

Dettagli

EUROCOMPANY S.R.L. Jdr001. Relazione antincendio COMMITTENTE. Via Faentina, 280 Godo Russi (RA) Italy. Tel Fax

EUROCOMPANY S.R.L. Jdr001. Relazione antincendio COMMITTENTE. Via Faentina, 280 Godo Russi (RA) Italy. Tel Fax COMMITTENTE EUROCOMPANY S.R.L. Via Faentina, 280 Godo - 48026 Russi (RA) Italy Tel 0544416711 Fax 0544414230 Italo Zani ANTONIO RAVALLI ARCHITETTI FERRARA _ 44124 PROGETTO ARCHITETTONICO Antonio Ravalli

Dettagli

IL MINISTRO DELL'INTERNO

IL MINISTRO DELL'INTERNO Normativa Decreto Ministeriale Data 9/3/2007 Prestazioni di resistenza al fuoco delle costruzioni nelle attività soggette al controllo del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. S.O.G.U. del 29/3/2007 n.

Dettagli

Prestazioni di resistenza al fuoco delle costruzioni nelle attività soggette al controllo del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.

Prestazioni di resistenza al fuoco delle costruzioni nelle attività soggette al controllo del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. D.M. 9 marzo 2007. Prestazioni di resistenza al fuoco delle costruzioni nelle attività soggette al controllo del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. Pubblicato nel Supplemento Ordinario alla Gazzetta

Dettagli

Espletata la procedura di informazione ai sensi della direttiva 98/34/CE, come modificata dalla direttiva 98/48/CE;

Espletata la procedura di informazione ai sensi della direttiva 98/34/CE, come modificata dalla direttiva 98/48/CE; D.M. 9 marzo 2007 Prestazioni di resistenza al fuoco delle costruzioni nelle attività soggette al controllo del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. (G.U. 29 marzo 2007, n. 74 Suppl.) IL MINISTRO DELL'INTERNO

Dettagli

La resistenza al fuoco delle strutture. La resistenza al fuoco delle strutture e il metodo prestazionale

La resistenza al fuoco delle strutture. La resistenza al fuoco delle strutture e il metodo prestazionale Mauro Caciolai 1 SVILUPPO NORMATIVO Documento interpretativo n. 2: 1994 (Sicurezza in caso di incendio) ENV 1991-2-2: 1995 (Azioni sulle strutture: Azioni in caso di incendio) CNR boll. n. 192: 1999 (Istruzioni

Dettagli

Corso base di specializzazione in prevenzione incendi

Corso base di specializzazione in prevenzione incendi Corso base di specializzazione in prevenzione incendi Ordine Architetti di Livorno 24.05.2013 Modulo 3 Tecnologia dei materiali e delle strutture di protezione passiva Lezione 3.1 Carico d incendio Lezione

Dettagli

Prevenzione degli incendi per il patrimonio archivistico e bibliotecario: Criticità e soluzioni Istituto Superiore Antincendi - Roma 11 aprile 2017

Prevenzione degli incendi per il patrimonio archivistico e bibliotecario: Criticità e soluzioni Istituto Superiore Antincendi - Roma 11 aprile 2017 Prevenzione degli incendi per il patrimonio archivistico e bibliotecario: Criticità e soluzioni Istituto Superiore Antincendi - Roma 11 aprile 2017 TECNOLOGIE PER LA PROTEZIONE PASSIVA DEGLI ARCHIVI Ing.

Dettagli

Approfondimenti sul decreto 9 marzo 2007 Il programma ClaRaF di resistenza al fuoco e la sua futura evoluzione

Approfondimenti sul decreto 9 marzo 2007 Il programma ClaRaF di resistenza al fuoco e la sua futura evoluzione DIPARTIMENTO DEI VIGILI DEL FUOCO, DEL SOCCORSO PUBBLICO E DELLA DIFESA CIVILE Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Area Protezione Passiva Seminario di aggiornamento sulla Resistenza

Dettagli

D.M. 9 Marzo 2007 (1).

D.M. 9 Marzo 2007 (1). D.M. 9 Marzo 2007 (1). Prestazioni di resistenza al fuoco delle costruzioni nelle attività soggette al controllo del Corpo nazionale dei vigili del fuoco (2). (1) Pubblicato nella Gazz. Uff. 29 marzo 2007,

Dettagli

riguardante: PREVENZIONE INCENDI - Comportamento al fuoco - Resistenza al fuoco - -

riguardante: PREVENZIONE INCENDI - Comportamento al fuoco - Resistenza al fuoco - - Decreto Ministeriale del 09/03/2007 Prestazioni di resistenza al fuoco delle costruzioni nelle attività soggette al controllo del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. Doc. 407H09MA.000 di Origine Nazionale

Dettagli

I.S.A., 18 Settembre 2008 Lamberto Mazziotti- Dirigente Area Protezione Passiva DCPST lamberto.mazziotti@vigilfuoco.it

I.S.A., 18 Settembre 2008 Lamberto Mazziotti- Dirigente Area Protezione Passiva DCPST lamberto.mazziotti@vigilfuoco.it L EVOLUZIONE NORMATIVA NEL SETTORE DELLA RESISTENZA AL FUOCO: DALLA CIRCOLARE 91/61 AI DD.MM. 9.3.2007 E 16.2.2007 I.S.A., 18 Settembre 2008 Lamberto Mazziotti- Dirigente Area Protezione Passiva DCPST

Dettagli

CENTRO POLIVALENTE COMUNALE "SAN VALENTINO": INTERVENTI DI ADEGUAMENTO E MESSA IN SICUREZZA

CENTRO POLIVALENTE COMUNALE SAN VALENTINO: INTERVENTI DI ADEGUAMENTO E MESSA IN SICUREZZA COMUNE DI CISTERNA DI LATINA Provincia di Latina PROGETTO ESECUTIVO CENTRO POLIVALENTE COMUNALE "SAN VALENTINO": INTERVENTI DI ADEGUAMENTO E MESSA IN SICUREZZA Via Pietro Nenni - 04012 Cisterna di Latina

Dettagli

PROVINCIA DI CAGLIARI VALUTAZIONE DEL GRADO DI SICUREZZA ANTINCENDIO

PROVINCIA DI CAGLIARI VALUTAZIONE DEL GRADO DI SICUREZZA ANTINCENDIO ORDINE degli INGEGNERI della PROVINCIA DI VALUTAZIONE DEL GRADO DI SICUREZZA ANTINCENDIO Test d incendio e prove: Test sui materiali per verificarne il comportamento in caso d incendio e definire le caratteristiche

Dettagli

Aziende e Uffici. Maria Francesca Conti Comando Provinciale Vigili del Fuoco IMPERIA

Aziende e Uffici. Maria Francesca Conti Comando Provinciale Vigili del Fuoco IMPERIA Aziende e Uffici Maria Francesca Conti Comando Provinciale ATTIVITA 71/A Aziende ed uffici con oltre 300 e fino a 500 persone presenti SCIA asseverazione articolo 4 comma 1 d.p.r. 151/2011 D.M. 22 febbraio

Dettagli

FASCICOLO degli ALLEGATI. fascicolo degli allegati. Sala polifunzionale Il Portico Prog. VVF.149v1. Committente:

FASCICOLO degli ALLEGATI. fascicolo degli allegati. Sala polifunzionale Il Portico Prog. VVF.149v1. Committente: STUDIO TERMOTECNICO TASCHETTI PROGETTISTI ASSOCIATI Sala polifunzionale Il Portico Prog. VVF.149v1 Committente: Ubicazione intervento: Progettista: Parrocchia SS. Martiri Gervaso e Protaso P. zza Nazionale,

Dettagli

PROBLEMI PRATICI RISOLTI

PROBLEMI PRATICI RISOLTI 3 a Edizione Prevenzione Incendi PROBLEMI PRATICI RISOLTI Approccio Ingegneristico Antonio La Malfa Salvatore La Malfa I N D I C E Dinamica dell'incendio 1. Valutazione del valore nominale del carico d

Dettagli

La Resistenza al Fuoco con i criteri della FSE. Aspetti normativi e pratici.

La Resistenza al Fuoco con i criteri della FSE. Aspetti normativi e pratici. La Resistenza al Fuoco con i criteri della FSE. Aspetti normativi e pratici. Prima di parlare dell argomento vediamo che cosa ci dicono le norme, riassumendo e riportando qui gli aspetti fondamentali.

Dettagli

Determinazione di prestazione e classificazione di resistenza al fuoco delle strutture D.M. 09 marzo 2007, D.M. 16 febbraio 2007

Determinazione di prestazione e classificazione di resistenza al fuoco delle strutture D.M. 09 marzo 2007, D.M. 16 febbraio 2007 PREMESSA Scopo della presente relazione è quello di determinare la resistenza al fuoco della struttura in funzione del carico incendio, ai sensi del D.M. 09/03/2007. Per i compartimenti è presentato il

Dettagli

GLI EUROCODICI PER LA PROGETTAZIONE STRUTTURALE ANTINCENDIO L implementazione dell EC attraverso il software ClaRaF

GLI EUROCODICI PER LA PROGETTAZIONE STRUTTURALE ANTINCENDIO L implementazione dell EC attraverso il software ClaRaF GLI EUROCODICI PER LA PROGETTAZIONE STRUTTURALE ANTINCENDIO L implementazione dell EC 1-1-2 attraverso il software ClaRaF Dott. Ing. Saverio La Mendola DCPST Area Protezione Passiva Istituto Superiore

Dettagli

Asilo nido: struttura educativa destinata ai bambini di età compresa tra i 3 mesi e i 3 anni.

Asilo nido: struttura educativa destinata ai bambini di età compresa tra i 3 mesi e i 3 anni. . Asilo nido: struttura educativa destinata ai bambini di età compresa tra i 3 mesi e i 3 anni. La scuola materna o comunemente chiamata asilo (per bambini dai 3 ai 6 anni) rientra nell attività «scuole»

Dettagli

Caso Studio FSE: Modelli di incendio

Caso Studio FSE: Modelli di incendio Caso Studio FSE: Modelli di incendio UNI EN 1991 Part 1-2 Modelli a zone. Modello ad una zona [Annex D] Incendio Localizzato. Metodo di Hasemi [Annex C] Curva di Rilascio termico RHR 90 80 1000 Z Temperatura

Dettagli

UNI EN Azioni in generale Azione sulle strutture esposte al fuoco

UNI EN Azioni in generale Azione sulle strutture esposte al fuoco ISA - Istituto Superiore Antincendi GLI EUROCODICI PER LA PROGETTAZIONE STRUTTURALE ANTINCENDIO Roma 18 Settembre 2008 La definizione delle azioni sulle costruzioni in caso di incendio: UNI EN 1991-1.2

Dettagli

Accorgimenti sul comportamento delle compartimentazioni Casi di studio

Accorgimenti sul comportamento delle compartimentazioni Casi di studio LA SICUREZZA ANTINCENDIO NELLA TUTELA E CONSERVAZIONE DEGLI EDIFICI STORICI Corso di perfezionamento per professionisti del restauro e antincendio Ferrara, sabato 9 maggio 2015 Accorgimenti sul comportamento

Dettagli

Il Testo Unico di Prevenzione Incendi (T.U.P.I.): metodologie e principali innovazioni

Il Testo Unico di Prevenzione Incendi (T.U.P.I.): metodologie e principali innovazioni 15 Salone della Salute e Sicurezza nei Luoghi di Lavoro Bologna, 22-24 ottobre 2014 Il Testo Unico di Prevenzione Incendi (T.U.P.I.): metodologie e principali innovazioni Mercoledi 22 ottobre 2014 alle

Dettagli

fire engineering La biblioteca di Fiorano Modenese

fire engineering La biblioteca di Fiorano Modenese www.promozioneacciaio.it fire engineering La biblioteca di Fiorano Modenese Nel documento si illustra, per una attività non soggetta al controllo VVF secondo D.M. 16.02.82, il calcolo della resistenza

Dettagli

DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO INCENDIO

DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO INCENDIO DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO INCENDIO ai sensi del D.Lgs. 9 aprile 2008 n 81 D.M. 03.08.2015 Azienda LICEO SCIENTIFICO SEVERI COMUNE DI SALERNO Data 25/11/2015 Datore di lavoro ROSSI PAOLO FIRMA..

Dettagli

ingegneristico alla Sicurezza Antincendio

ingegneristico alla Sicurezza Antincendio Corpo Nazionale Vigili del fuoco Il D.M. 9/5/07 - L approccio ingegneristico alla Sicurezza Antincendio Luca Nassi luca.nassi@vigilfuoco.it Cosa si intende per ingegneria antincendio?? Il progetto degli

Dettagli

Gli impianti Water Mist nella sicurezza antincendio

Gli impianti Water Mist nella sicurezza antincendio Gli impianti Water Mist nella sicurezza antincendio Intervento nell ambito del seminario tecnico Come evolve la sicurezza antincendio con la tecnologia Water Mist A cura di: arch. Fabio Jerman VV.F. Belluno

Dettagli

Indice PARTE A - ATTIVITÀ UFFICI

Indice PARTE A - ATTIVITÀ UFFICI VII PROFILO DELL AUTORE... V GLOSSARIO... VI PREFAZIONE... XIII PARTE A - ATTIVITÀ UFFICI 1. PREMESSA... 3 1.1 Scopo del presente capitolo... 3 1.2 Evoluzione della normativa antincendio... 4 1.3 Norme

Dettagli

LIVELLI DI PRESTAZIONE S1 REAZIONE AL FUOCO

LIVELLI DI PRESTAZIONE S1 REAZIONE AL FUOCO LIVELLI DI PRESTAZIONE S1 REAZIONE AL FUOCO S.1.2 LIVELLI DI PRESTAZIONE 1. TABELLA S.1-1: LIVELLI DI PRESTAZIONE PER LA REAZIONE AL FUOCO DEI MATERIALI IMPIEGATI NELLE ATTIVITÀ LIVELLO DI PRESTAZIONE

Dettagli

ingegneristico alla Sicurezza Antincendio

ingegneristico alla Sicurezza Antincendio Corpo Nazionale Vigili del fuoco Il D.M. 9/5/07 - L approccio ingegneristico alla Sicurezza Antincendio Luca Nassi luca.nassi@vigilfuoco.it Cosa si intende per ingegneria antincendio?? Il progetto degli

Dettagli

FORUM DI PREVENZIONE INCENDI 2009 ROMA, 27 MAGGIO 2009

FORUM DI PREVENZIONE INCENDI 2009 ROMA, 27 MAGGIO 2009 FORUM DI PREVENZIONE INCENDI 2009 ROMA, 27 MAGGIO 2009 L EVOLUZIONE IN ITALIA DELLA PROGETTAZIONE ANTINCENDIO DELLE OPERE DI COSTRUZIONE L INCIDENZA DEGLI EUROCODICI - PARTI FUOCO IERI: PROTEZIONE PASSIVA

Dettagli

Scopi e possibilità di applicazione della Fire Safety Engineering alla progettazione delle facciate. Esempi applicativi.

Scopi e possibilità di applicazione della Fire Safety Engineering alla progettazione delle facciate. Esempi applicativi. Milano, 3 Maggio 2016 Scopi e possibilità di applicazione della Fire Safety Engineering alla progettazione delle facciate. Esempi applicativi. Dipartimento ABC Politecnico di Milano / FSC engineering srl

Dettagli

La nuova analisi del rischio incendio per le aziende e i professionisti Ing. Tiziano Zuccaro

La nuova analisi del rischio incendio per le aziende e i professionisti Ing. Tiziano Zuccaro La nuova analisi del rischio incendio per le aziende e i professionisti Ing. Tiziano Zuccaro Padova, 27 Novembre 2014 1 Il rischio di incendio 2 Il rischio di incendio 1. PRE FLASHOVER (ignizione e propagazione)

Dettagli

CARICO DI INCENDIO DI PROGETTO COMPARTIMENTAZIONE ANTINCENDIO RETE IDRICA DI ESTINZIONE INCENDI

CARICO DI INCENDIO DI PROGETTO COMPARTIMENTAZIONE ANTINCENDIO RETE IDRICA DI ESTINZIONE INCENDI Ordini degli Ingegneri della Provincia di Udine Commissione Mista Università degli Studi di Udine Consorzio Friuli Formazione CORSI DI DEONTOLOGIA E PRATICA PROFESSIONALE Incontri di orientamento alla

Dettagli

L approccio ingegneristico alla sicurezza antincendio

L approccio ingegneristico alla sicurezza antincendio L approccio ingegneristico alla sicurezza antincendio Roma ISA - 6 novembre 2007 CONVEGNO Modalità di presentazione dei progetti predisposti secondo l approccio ingegneristico FIRE SAFETY ENGINEERING Arch.

Dettagli

NORMATIVE E PROCEDURE DI PREVENZIONE INCENDI. EUROPROGETTI s.r.l. Ing. Cristina BIANCO

NORMATIVE E PROCEDURE DI PREVENZIONE INCENDI. EUROPROGETTI s.r.l. Ing. Cristina BIANCO NORMATIVE E PROCEDURE DI PREVENZIONE INCENDI EUROPROGETTI s.r.l. Ing. Cristina BIANCO ATTIVITA SOGGETTE AI CONTROLLI DI P.I. NORME PROCEDURALI ATTIVITA INDUSTRIALI A RISCHIO DI INCIDENTE RILEVANTE Conformità

Dettagli

Osservatorio Prevenzione Incendi: punto sulla normativa recente e sull attività sviluppata. Resistenza al fuoco - Nuovi sviluppi normativi

Osservatorio Prevenzione Incendi: punto sulla normativa recente e sull attività sviluppata. Resistenza al fuoco - Nuovi sviluppi normativi ISO 9001 : 2000 Certificato n. 97039 Area Ambiente e Sicurezza Osservatorio Prevenzione Incendi: punto sulla normativa recente e sull attività sviluppata Resistenza al fuoco - Nuovi sviluppi normativi

Dettagli

Codice di Prevenzione Incendi D.M. 3 Agosto Strategia Antincendio di Protezione Attiva. Soluzioni conformi e soluzioni alternative

Codice di Prevenzione Incendi D.M. 3 Agosto Strategia Antincendio di Protezione Attiva. Soluzioni conformi e soluzioni alternative Strategia Antincendio di Protezione Attiva Soluzioni conformi e soluzioni alternative Esempi di progettazione Fabio Alaimo Ponziani Strategia Antincendio di Protezione Attiva D.M. 3 agosto 2015 Approvazione

Dettagli

IL CODICE DI PREVENZIONE INCENDI DM 03/08/2015: Vantaggi e opportunità per le attività produttive

IL CODICE DI PREVENZIONE INCENDI DM 03/08/2015: Vantaggi e opportunità per le attività produttive IL CODICE DI PREVENZIONE INCENDI DM 03/08/2015: Vantaggi e opportunità per le attività produttive ORDINE DEGLI INGEGNERI DELLA PROVINCIA DI VICENZA e in collaborazione con: Vantaggi e soluzione delle criticità

Dettagli

Scenari di incendio di progetto. VIGILI DEL FUOCO Direzione Piemonte

Scenari di incendio di progetto. VIGILI DEL FUOCO Direzione Piemonte By F.D. By Scenari di incendio di progetto Sicurezza antincendio REGOLA TECNICA ORIZZONTALE RTO PRIMA FASE: Analisi preliminare Scenario incendio di progetto 1 Inizio incendio Zona lavorazione Deposito

Dettagli

CARICHI DI INCENDIO D.M. 09 MARZO 2007

CARICHI DI INCENDIO D.M. 09 MARZO 2007 Comune di Pontremoli Provincia di Massa Carrara Progetto esecutivo per il recupero e l adeguamento del Cinema Teatro della Rosa - Pontremoli Piazza del Teatro, 1 Pontremoli Massa Carrara CARICHI DI INCENDIO

Dettagli

Esempi attività 87 Vendita di prodotti combustibili o in prevalenza combustibili: negozi vari, mobili, abbigliamento, librerie, tabacchi, musei, galle

Esempi attività 87 Vendita di prodotti combustibili o in prevalenza combustibili: negozi vari, mobili, abbigliamento, librerie, tabacchi, musei, galle Attività n. 87 (DM 16/2/1982) Locali adibiti a esposizione e/o vendita all ingrosso o al dettaglio con superficie lorda superiore a 400 mq. comprensiva dei servizi e depositi Esempi attività 87 Vendita

Dettagli

IL METODO INGEGNERISTICO LA FIRE SAFETY ENGINEERING UN ESEMPIO DI APPLICAZIONE IN UN HOTEL

IL METODO INGEGNERISTICO LA FIRE SAFETY ENGINEERING UN ESEMPIO DI APPLICAZIONE IN UN HOTEL IL METODO INGEGNERISTICO LA FIRE SAFETY ENGINEERING UN ESEMPIO DI APPLICAZIONE IN UN HOTEL APPROCCIO PRESCRITTIVO Applicazione delle regole tecniche, in cui sono riportate le misure da adottare per ottenere

Dettagli

Corso 818 Ordine architetti Napoli. Principi e metodi generali per la valutazione del rischio incendio nei luoghi di lavoro

Corso 818 Ordine architetti Napoli. Principi e metodi generali per la valutazione del rischio incendio nei luoghi di lavoro Principi e metodi generali per la valutazione del rischio incendio nei luoghi di lavoro 1 Criteri generali di sicurezza antincendio A) VALUTAZIONE DEL RISCHIO DI INCENDIO B) MISURE GENERALI DI PREVENZIONE

Dettagli

FSE, esempi di progettazione antincendio - Resistenza al fuoco delle strutture

FSE, esempi di progettazione antincendio - Resistenza al fuoco delle strutture FSE, esempi di progettazione antincendio - Resistenza al fuoco delle strutture Ing. G.G. AMARO [GA e Engineering s.r.l.] - Ing. C. Amaro [GA e Engineering s.r.l.] L articolo pone l attenzione sulla modalità

Dettagli

Smoke Management alla luce della nuova revisione della UNI

Smoke Management alla luce della nuova revisione della UNI Smoke Management alla luce della nuova revisione della UNI 9494-2 Ing. Alessandro Temperini Presidente A.N.A.C.E. Venezia, 26 marzo 2019 L evoluzione normativa 1989: UNI - CNVVF: UNI 9494 - Evacuatori

Dettagli

INDICE GENERALE PARTE I PARTE II. Presentazione del Dott. Ing. Gioacchino Giomi... XVII. Introduzione dei curatori... XIX

INDICE GENERALE PARTE I PARTE II. Presentazione del Dott. Ing. Gioacchino Giomi... XVII. Introduzione dei curatori... XIX INDICE GENERALE Presentazione del Dott. Ing. Gioacchino Giomi... XVII Introduzione dei curatori... XIX PARTE I Le regole tecniche verticali... 1 Capitolo V.4: Uffici... 7 Capitolo V.5: Attività ricettive

Dettagli

MODULO ARGOMENTO ORE DOCENTE DATA 1 Obiettivi, direttive, legislazione e regole tecniche di prevenzione incendi

MODULO ARGOMENTO ORE DOCENTE DATA 1 Obiettivi, direttive, legislazione e regole tecniche di prevenzione incendi CONFORME AL D.M. 05/08/0 E CIRCOLARE N. 8 DEL 0.0.06 MODULO ARGOMENTO ORE DOCENTE DATA Obiettivi, direttive, legislazione e regole tecniche di prevenzione incendi. Obiettivi e fondamenti di prevenzione

Dettagli

Milano, 26 settembre Ing. Marco Cavriani. Dirigente Area I Coordinamento e Sicurezza Lavoro

Milano, 26 settembre Ing. Marco Cavriani. Dirigente Area I Coordinamento e Sicurezza Lavoro Milano, 26 settembre 2012 Ing. Marco Cavriani Dirigente Area I Coordinamento e Sicurezza Lavoro 1 Decreto del Presidente della Repubblica 1 agosto 2011, n. 151 art. 7 Attività Allegato I Cat. A Cat. B

Dettagli

L EVOLUZIONE DEL CONCETTO DI SICUREZZA SECONDO LE NORME TECNICHE DI PREVENZIONE INCENDI EMANATE CON D.M. 03/08/2015 IL CODICE DI PREVENZIONE INCENDI

L EVOLUZIONE DEL CONCETTO DI SICUREZZA SECONDO LE NORME TECNICHE DI PREVENZIONE INCENDI EMANATE CON D.M. 03/08/2015 IL CODICE DI PREVENZIONE INCENDI L EVOLUZIONE DEL CONCETTO DI SICUREZZA SECONDO LE NORME TECNICHE DI PREVENZIONE INCENDI EMANATE CON D.M. 03/08/2015 IL CODICE DI PREVENZIONE INCENDI Dott. Ing. Antonio La Malfa IL D.P.R. 151/2011 Regolamento

Dettagli

DIMENSIONAMENTO IMPIANTO SENFC a norma UNI :2012

DIMENSIONAMENTO IMPIANTO SENFC a norma UNI :2012 DIMENSIONAMENTO IMPIANTO SENFC a norma UNI 9494-1:2012 Pagina 1 di 10 San Rocco di Bernezzo li, 03/05/2013. Spett.le Ns. Rif. FB DIMENSIONAMENTO IMPIANTO SENFC a norma UNI 9494-1:2012 1 GENERALITA Cliente

Dettagli

STRUTTURE DI CALCESTRUZZO ARMATO: EC2-1-2 A.L. MATERAZZI

STRUTTURE DI CALCESTRUZZO ARMATO: EC2-1-2 A.L. MATERAZZI CONVEGNO GLI EUROCODICI PER LA PROGETTAZIONE STRUTTURALE ANTINCENDIO 18 settembre 2008 Istituto Superiore Antincendi, Roma STRUTTURE DI CALCESTRUZZO ARMATO: EC2-1-2 A.L. MATERAZZI Università di Perugia

Dettagli

Ravenna 03/07/ /07/2015

Ravenna 03/07/ /07/2015 RESISTENZA AL FUOCO CERTIFICAZIONI DI TIPO ANALITICO E APPROCCIO PRESTAZIONALE Fire Safety Engineering Ravenna 03.07.2015 Relatore Dott. Pietro Monaco p.monaco@edilizianamirial.it Partecipa al G.L. UNI

Dettagli

Luca Nassi - Corpo Nazionale Vigili del Fuoco

Luca Nassi - Corpo Nazionale Vigili del Fuoco Aspetti Aspetti innovativi innovativi per per il settore il settore Ambulatoriale ospedaliero Arch. Valter CIRILLO Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco Luca Nassi - Corpo Nazionale Vigili del Fuoco DM

Dettagli

Strategia Antincendio Controllo di Fumi e Calore

Strategia Antincendio Controllo di Fumi e Calore Strategia Antincendio Controllo di Fumi e Calore Strategia Antincendio Controllo di Fumi e Calore Premessa Livelli di prestazione Criteri per attribuire i Livelli di prestazione Soluzioni progettuali Smaltimento

Dettagli

Impianti e dispositivi di protezione antincendio. Impianti industriali

Impianti e dispositivi di protezione antincendio. Impianti industriali Impianti industriali 2-2009 1 Danni provocati dagli incendi negli stabilimenti : - diretti : distruzione di macchinari, impianti, merci. - indiretti : mancata produzione Mezzi di prevenzione e Provvedimenti

Dettagli

La norma UNI 9494 ed i nuovi standard di progettazione. Fabio Alaimo Ponziani

La norma UNI 9494 ed i nuovi standard di progettazione. Fabio Alaimo Ponziani La norma UNI 9494 ed i nuovi standard di progettazione Fabio Alaimo Ponziani Sistemi per il controllo di fumo e calore Parte 1: Progettazione e installazione dei Sistemi di Evacuazione naturale di Fumo

Dettagli

Ordine Ingegneri della Provincia di L Aquila

Ordine Ingegneri della Provincia di L Aquila Giorno Periodo Argomento Docente Introduzione alla Prevenzione Incendi. Allegato I del D.M. 10 marzo 1998 (valutazione dei rischi di incendio nei luoghi di lavoro). Criteri generali alla luce delle norme

Dettagli

Sistemi di Protezione e Smoke Management alla luce della nuova revisione della UNI

Sistemi di Protezione e Smoke Management alla luce della nuova revisione della UNI Sistemi di Protezione e Smoke Management alla luce della nuova revisione della UNI 9494-2 Ingegner Romano Magistrelli Comitato Tecnico A.N.A.C.E. Como, 14 Maggio 2019 Tecnica ed applicazione devono essere

Dettagli

31 marzo Confindustria VICENZA 31 marzo 2017 D.M. 3 AGOSTO 2015 VANTAGGI E OPPORTUNITA PER LE ATTIVITA PRODUTTIVE

31 marzo Confindustria VICENZA 31 marzo 2017 D.M. 3 AGOSTO 2015 VANTAGGI E OPPORTUNITA PER LE ATTIVITA PRODUTTIVE D.M. 3 AGOSTO 2015 VANTAGGI E OPPORTUNITA PER LE ATTIVITA PRODUTTIVE Confindustria VICENZA 31 marzo 2017 L APPROCCIO PRESTAZIONALE ALLA PROGETTAZIONE ANTINCENDIO Roberto Orvieto è necessario osservare

Dettagli

IMPIANTI A DOPPIA FUNZIONE HVAC e CONTROLLO DEL FUMO

IMPIANTI A DOPPIA FUNZIONE HVAC e CONTROLLO DEL FUMO Applicazioni dei Sistemi di controllo del fumo e del calore IMPIANTI A DOPPIA FUNZIONE HVAC e CONTROLLO DEL FUMO Bergamo 19 settembre 2018 Ing. Gennaro Loperfido ANACE Responsabile Commissione Tecnica

Dettagli

COMPARAZIONE TRA I REQUISITI DELLA NORMA UNI EN ISO E LE DISPOSIZIONI DEL D.M RELATORE Vittorio Nistrio

COMPARAZIONE TRA I REQUISITI DELLA NORMA UNI EN ISO E LE DISPOSIZIONI DEL D.M RELATORE Vittorio Nistrio COMPARAZIONE TRA I REQUISITI DELLA NORMA UNI EN ISO 7396-1 E LE DISPOSIZIONI DEL D.M. 18.09.2002 RELATORE Vittorio Nistrio POLITECNICO DI MILANO, 13 Dicembre 2011 1. SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE UNI EN

Dettagli

LA PREVENZIONE DEGLI INCENDI

LA PREVENZIONE DEGLI INCENDI UNIVERSITA DEGLI STUDI DI MESSINA Facoltà di Ingegneria LA PREVENZIONE DEGLI INCENDI DPR 1 AGOSTO 2011, N 151 Dott. Ing. Antonio TOMASELLO 24 Aprile 2012 ARGOMENTI Rischio incendio DPR 1 Agosto 2011, n

Dettagli

(Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 74 del 29 marzo 2007) Il Ministro dell Interno

(Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 74 del 29 marzo 2007) Il Ministro dell Interno Normativa - D.M. 9/3/2007 MINISTERO DELL INTERNO Decreto 9 Marzo 2007 «Prestazioni di resistenza al fuoco delle costruzioni nelle attività soggette al controllo del Corpo nazionale dei vigili del fuoco»

Dettagli

Esempio progettuale di applicazione della Nuova Regola Tecnica di Prevenzione Incendi per le Autorimesse Parcheggio di un Centro Direzionale

Esempio progettuale di applicazione della Nuova Regola Tecnica di Prevenzione Incendi per le Autorimesse Parcheggio di un Centro Direzionale SEMINARIO TECNICO di PREVENZIONE INCENDI Organizzato dall Ordine degli Ingegneri di NUORO Esempio progettuale di applicazione della Nuova Regola Tecnica di Prevenzione Incendi per le Autorimesse Parcheggio

Dettagli

Argomento SCHEMA TIPO REGOLA TECNICA ATTIVITÀ CIVILE

Argomento SCHEMA TIPO REGOLA TECNICA ATTIVITÀ CIVILE Dipartimento di Ingegneria civile e Industriale «Scienza e Tecnica della Prevenzione Incendi» A.A. 2013-2014 Argomento SCHEMA TIPO REGOLA TECNICA ATTIVITÀ CIVILE ILARIO MAMMONE ilario.mammone@ordineingegneripisa.it

Dettagli

La pressurizzazione dei filtri-fumo alla luce del nuovo Codice di Prevenzione Incendi e la protezione delle condotte di ventilazione AF SYSTEMS

La pressurizzazione dei filtri-fumo alla luce del nuovo Codice di Prevenzione Incendi e la protezione delle condotte di ventilazione AF SYSTEMS La pressurizzazione dei filtri-fumo alla luce del nuovo Codice di Prevenzione Incendi e la protezione delle condotte di ventilazione AF SYSTEMS Ing. Thomas Ollapally Milano, 1 ottobre 2015 AF SYSTEMS overview

Dettagli

PROGRAMMA DIDATTICO MODULO ARGOMENTI ORE. Obiettivi e fondamenti di prevenzione incendi e competenze del CNVVF

PROGRAMMA DIDATTICO MODULO ARGOMENTI ORE. Obiettivi e fondamenti di prevenzione incendi e competenze del CNVVF dei professionisti negli elenchi del Ministero dell Interno (D.M. 05/05/0 PROGRAMMA DIDATTICO MODULO ARGOMENTI ORE Obiettivi, direttive, legislazione e regole tecniche di prevenzione incendi 6. Obiettivi

Dettagli

I sistemi protettivi per le strutture Le norme EN13381

I sistemi protettivi per le strutture Le norme EN13381 Gli eurocodici strutturali per la progettazione antincendio Roma Istituto Superiore Antincendio 18 settembre 2008 I sistemi protettivi per le strutture Le norme EN13381 Mauro Caciolai 1 s ACCIAIO, CLS

Dettagli

Francesco Orrù ALESSANDRIA, 13 MARZO Ministero dell Interno Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile

Francesco Orrù ALESSANDRIA, 13 MARZO Ministero dell Interno Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile DIREZIONE REGIONALE VVF PIEMONTE e PERITI INDUSTRIALI E PERITI INDUSTRIALI LAUREATI DELLE PROVINCE DI ALESSANDRIA, ASTI E TORINO IL CODICE DI PREVENZIONE INCENDI D.M. 3 agosto 2015: Norme tecniche di prevenzione

Dettagli

Via Costa d Argento Perugia - Tel..336/

Via Costa d Argento Perugia - Tel..336/ ALLEGATO Disposizioni relative alla alimentazione idrica degli impianti antincendio estratte dalle vigenti norme di prevenzione incendi per le seguenti attività Autorimesse e simili Edifici di civile abitazione

Dettagli

MANUALE UTENTE. Manuale utente ClaRaF versione 1.1

MANUALE UTENTE. Manuale utente ClaRaF versione 1.1 MANUALE UTENTE _ 1 SOMMARIO 1 Premessa...3 2 Documenti di riferimento...4 3 Requisiti di sistema...4 4 Installazione...4 5 Avvertenze...5 6 Descrizione maschere...5 6.1 Avvio...5 6.2 Formula Carico d Incendio...6

Dettagli

CORSO BASE DI SPECIALIZZAZIONE IN PREVENZIONE INCENDI

CORSO BASE DI SPECIALIZZAZIONE IN PREVENZIONE INCENDI CORSO BASE DI SPECIALIZZAZIONE IN PREVENZIONE INCENDI Carico d incendio. Novità introdotte dal nuovo Codice D.M. 3 agosto 2015 Resistenza al fuoco delle strtutture. Novità introdotte dal nuovo Codice D.M.

Dettagli

Cosa significa progettare con il «Codice»: i vantaggi e le criticità Ing. Marco Di Felice

Cosa significa progettare con il «Codice»: i vantaggi e le criticità Ing. Marco Di Felice Cosa significa progettare con il «Codice»: i vantaggi e le criticità Ing. Marco Di Felice Venezia, 14 novembre 2018 Di cosa parleremo genesi del Codice di prevenzione incendi (DM 03/08/2015) opportunità

Dettagli

LA PREVENZIONE INCENDI E LA GESTIONE DELLE EMERGENZE. Informazioni relative alla prevenzione, alla lotta antincendio e alla gestione dell emergenza

LA PREVENZIONE INCENDI E LA GESTIONE DELLE EMERGENZE. Informazioni relative alla prevenzione, alla lotta antincendio e alla gestione dell emergenza LA PREVENZIONE INCENDI E LA GESTIONE DELLE EMERGENZE Informazioni relative alla prevenzione, alla lotta antincendio e alla gestione dell emergenza Definizione di incendio L incendio è la combustione sufficientemente

Dettagli

CALCOLO DEL CARICO DI INCENDIO SECONDO IL DECRETO DEL MINISTERO DELL INTERNO DEL 9 MARZO 2007 DIREZIONE GENERALE DEI SERVIZI ANTINCENDIO DATI GENERALI

CALCOLO DEL CARICO DI INCENDIO SECONDO IL DECRETO DEL MINISTERO DELL INTERNO DEL 9 MARZO 2007 DIREZIONE GENERALE DEI SERVIZI ANTINCENDIO DATI GENERALI CALCOLO DEL CARICO DI INCENDIO SECONDO IL DECRETO DEL MINISTERO DELL INTERNO DEL 9 MARZO 2007 DIREZIONE GENERALE DEI SERVIZI ANTINCENDIO Edificio Committente Studio CENTRO POLIVALENTE VIA NOVARA - MILANO

Dettagli

scelta degli scenari E. Nigro I. Del Prete G. Cefarelli A. Ferraro D. Sannino G. Manfredi

scelta degli scenari E. Nigro I. Del Prete G. Cefarelli A. Ferraro D. Sannino G. Manfredi Analisi di rischio in caso di incendio: scelta degli scenari E. Nigro I. Del Prete G. Cefarelli A. Ferraro D. Sannino G. Manfredi D.I.ST. Dipartimento di Ingegneria Strutturale Università di Napoli Federico

Dettagli

Decreto Ministeriale del 16/02/2007. Classificazione di resistenza al fuoco di prodotti ed elementi costruttivi di opere da costruzione.

Decreto Ministeriale del 16/02/2007. Classificazione di resistenza al fuoco di prodotti ed elementi costruttivi di opere da costruzione. Decreto Ministeriale del 16/02/2007 Classificazione di resistenza al fuoco di prodotti ed elementi costruttivi di opere da costruzione. DM 16/02/2007 Decreto Ministeriale del 16/02/2007 Definisce le modalità

Dettagli

Aspetti connessi con la gestione della sicurezza

Aspetti connessi con la gestione della sicurezza Ministero dell Interno LE NUOVE NORME ANTINCENDIO PER LE STRUTTURE SANITARIE Convegno Nazionale Istituto Superiore Antincendi Roma 25 marzo 2015 Aspetti connessi con la gestione della sicurezza Ing. Claudio

Dettagli

MINISTERO DELL INTERNO. Decreto 08 giugno 2016 (G.U. 23 giugno 2016, n. 145)

MINISTERO DELL INTERNO. Decreto 08 giugno 2016 (G.U. 23 giugno 2016, n. 145) MINISTERO DELL INTERNO Decreto 08 giugno 2016 (G.U. 23 giugno 2016, n. 145) Approvazione di norme tecniche di prevenzione incendi per le attività di ufficio, ai sensi dell articolo 15 del decreto legislativo

Dettagli