Approfondimenti sul decreto 9 marzo 2007 Il programma ClaRaF di resistenza al fuoco e la sua futura evoluzione
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- Elena Corsini
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1 DIPARTIMENTO DEI VIGILI DEL FUOCO, DEL SOCCORSO PUBBLICO E DELLA DIFESA CIVILE Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica Area Protezione Passiva Seminario di aggiornamento sulla Resistenza al fuoco e sulla Reazione al fuoco Approfondimenti sul decreto 9 marzo 2007 Il programma ClaRaF di resistenza al fuoco e la sua futura evoluzione Istituto Superiore Antincendi 25 febbraio
2 Abrogazione vecchi riferimenti alla circolare 91/61 Circolare 91/61 Circolare 91/61 DM 9 marzo 2007 DM 9 marzo 2007 Carico d incendio Carico d incendio Classe del compartimento Norma verticale Norma verticale Classe del compartimento Norma verticale Norma verticale 25 / 09 / 2007 (Data di entrata in vigore del DM 9 marzo 2007) T 2
3 Nuova assunzione per il kg di legna equivalente 1 kg di legna equivalente, in linea con gli atti normativi europei in materia, è stato assunto pari a 17,5 MJ (il valore precedentemente assunto era 18,5 MJ) 1 kg legna equivalente = 17,5 MJ 1 MJ = 0,057 kg legna equivalente 3
4 Chiarimenti sul fattore δ q2 (fattore di rischio di incendio in relazione al tipo di attività svolta) La classificazione delle aree è di tipo qualitativo ed è analoga a quella di cui all appendice B della norma UNI 10779/2007 (Impianti di estinzione incendi Reti di idranti Progettazione, installazione ed esercizio) 4
5 Chiarimenti sul fattore δ q2 (fattore di rischio di incendio in relazione al tipo di attività svolta) Quantità Disposizione spaziale Combustibilità Velocità di combustione Potere calorifico Materiali combustibili Possibili fonti di innesco Anche in relazione alle lavorazioni eseguite Innesco e propagazione Possibilità di propagazione delle fiamme Caratteristiche plano-volumetriche Caratteristiche di ventilazione Compartimento 5
6 Chiarimenti sul fattore δ q2 (fattore di rischio di incendio in relazione al tipo di attività svolta) Non è corretto considerare l aggravio di rischio derivante dagli effetti dell incendio sulle persone presenti: Grado di affollamento Vulnerabilità degli individui Stato di vigilanza Ecc. 6
7 Chiarimenti sui coefficienti δ ni (fattori che tengono conto delle differenti misure di protezione) δ n1 - possono considerarsi equivalenti ai sistemi automatici di estinzione ad acqua quelli che prevedono l erogazione automatica di soluzioni schiumogene se maggiormente idonee 7
8 Chiarimenti sui coefficienti δ ni (fattori che tengono conto delle differenti misure di protezione) δ n3 - può essere applicato in presenza di qualsiasi sistema di controllo dei fumi che garantisca risultati di analoga efficacia a quelli automatici in termini di: Smaltimento del calore Sicurezza delle squadre di intervento Ulteriori indicazioni in merito sono fornite nella citata L.C. δ n4 - può essere correttamente utilizzato qualora l impianto automatico di rivelazione, segnalazione e allarme di incendio sia in funzione durante le 24 ore e che, all azionamento dell allarme seguano le idonee procedure di emergenza δ n5 - può essere adottato, al pari degli altri sistemi di protezione attiva, esclusivamente in caso di presenza continuativa sulle 24 ore della squadra aziendale incaricata della lotta antincendio 8
9 Chiarimenti sui coefficienti δ ni (fattori che tengono conto delle differenti misure di protezione) δ n8 Percorsi protetti di accesso: sono quelli che consentono alle squadre di soccorso di raggiungere il compartimento interessato dall incendio partendo dall esterno della costruzione. Tale condizione si ritiene verificata quando: è presente un numero sufficiente di uscite verso l esterno, correlate alle dimensioni e alla tipologia di attività svolta, oppure in presenza di un ascensore di soccorso ai sensi del DM 15/09/2005 δ n9 Per l accessibilità ai mezzi di soccorso VVF si possono ritenere validi i requisiti di accesso all area normalmente richiesti dalle regole tecniche di PI (purché garantiti nell arco delle 24 ore). Possono ritenersi accettabili impedimenti all accesso, purché rimovibili con gli usuali dispositivi in dotazione alle squadre VVF rapidamente 9
10 Chiarimenti sul fattore ψ di limitazione della partecipazione alla combustione dell i-esimo materiale combustibile Il fattore ψ i può essere assunto pari a 0,85 qualora l i-esimo materiale sia racchiuso in contenitori non combustibili e che conservino la propria integrità durante l esposizione all incendio Tale requisito non può essere garantito da contenitori in: vetro bombolette spray altri recipienti di facile cedimento in presenza di incremento di temperatura 10
11 Chiarimenti sulla valutazione su base statistica del carico d incendio specifico (comma 2 del punto 2 dell Allegato al DM 9 marzo 2007) È consentita una valutazione statistica adottando valori con probabilità di superamento inferiori al 20 % I valori medi devono essere moltiplicati per idonei coefficienti amplificativi Funzioni densità di probabilità del carico d'incendio specifico Distribuzione tipo Gumbel Valore medio = 100 MJ/m 2 µ qf [MJ/m 2 ] σ qf [MJ/m 2 ] Valore frattile 80% [MJ/m 2 ] Coefficiente Moltiplicativo 0.01 Frattile 80% f1 = 125 MJ/m ,25 f(qf) Frattile 80% f2 = 140 MJ/m , qf Nota1, il valore medio non corrisponde al massimo della distribuzione (moda) f1(qf) f2(qf) Nota 2, la valutazione non tiene conto della eventuale presenza di 11 strutture combustibili (vedi oltre)
12 Scelta dei coefficienti moltiplicativi, sulla base di valori medi noti in letteratura : per attività piuttosto simili o con variabilità molto limitate per quanto riguarda il mobilio o le merci in deposito è sufficiente scegliere un valore del coefficiente moltiplicativo compreso tra 1,20 e 1,50 per attività piuttosto dissimili o con variabilità maggiori per quanto riguarda il mobilio o le merci in deposito è necessario scegliere un valore del coefficiente moltiplicativo compreso tra 1,20 e 1,75 Per le attività riportate nell appendice E della EN Eurocodice 1 parte 1-2 azioni sulle strutture esposte al fuoco, il coefficiente moltiplicativo è già stato stimato e risulta pari a 1,22 12
13 Chiarimenti sulla valutazione del carico d incendio specifico per compartimenti aventi elementi strutturali di legno Si applica il seguente procedimento: 1) Determinare la classe del compartimento prescindendo inizialmente dalla presenza degli elementi strutturali lignei; 2) Calcolare lo spessore di carbonizzazione degli elementi lignei corrispondente alla classe determinata, facendo riferimento alla tabella seguente (tratta dalla EN : Progettazione delle strutture di legno Parte 1-2: Regole generali Progettazione strutturale contro l incendio ) 3) Determinare definitivamente la classe del compartimento, tenendo anche conto del carico d incendio specifico relativo alle parti di elementi lignei corrispondenti allo spessore di cui al punto 2 che hanno partecipato alla combustione Essenza a) Legname tenero (conifere) e faggio b) Legname duro (latifoglie) Tipologia di legno Legno laminato incollato con densità caratteristica 290 kg/m 3 Legno massiccio con densità caratteristica 290 kg/m 3 Legno duro massiccio o laminato incollato con densità caratteristica 290 kg/m 3 Legno duro massiccio o laminato incollato con densità caratteristica 450 kg/m 3 Non occorre reiterare la procedura mm/min 0,70 0,80 0,70 0,55 13
14 Chiarimenti sull applicazione dei livelli IV e V di prestazione Committente Attività particolarmente rilevanti Progettista Attività particolarmente vulnerabili Proposti volontariamente Disposizioni generali DCPST Luoghi specifici (ES locali adibiti a centro di gestione delle emergenze a servizio di stabilimenti industriali) Richiesti dai CPVVF in casi particolari e debitamente motivati 14
15 Chiarimenti sul calcolo del carico d incendio Scale di comunicazione di tipo aperto Solai che garantiscono un adeguata resistenza al fuoco Unico compartimento In questo caso è ammesso considerare separatamente il carico di incendio agente sui singoli livelli poiché è prevedibile un ritardo non trascurabile nella diffusione dell incendio dal piano di origine a quelli immediatamente superiori Edificio multipiano 15
16 Chiarimenti sul calcolo del carico d incendio Solai privi di un adeguata resistenza al fuoco (REI) Unico compartimento In questo caso, nel calcolo del carico d incendio specifico, occorre riferirsi alla superficie in pianta di un singolo livello Edificio multipiano 16
17 Il programma ClaRaF di resistenza al fuoco 17
18 Il programma ClaRaF di resistenza al fuoco ClaRaF 1.2: Principali caratteristiche Interfaccia utente intuitiva Frequenti richiami esplicativi al DM 9 marzo 2007 Aggiornamento in tempo reale della formula relativa al q f,d 18
19 Il programma ClaRaF di resistenza al fuoco ClaRaF 1.2: Principali caratteristiche Vasto Database di arredi e merci in deposito personalizzabile tratto da 3 Approcci alternativi per il calcolo del q f Structural Design for Fire Safety, Andrew H. Buchanan, John Wiley & Sons, LTD Comportamento al fuoco dei materiali, dei componenti costruttivi e degli arredi, ANIA, Edizione 1986 Eurocodice EN
20 Il programma ClaRaF di resistenza al fuoco ClaRaF 1.2: Principali caratteristiche La selezione dei fattori di rischio e di protezione avviene tramite apposite maschere In ClaRaF 1.2 è possibile includere il contributo di elementi strutturali lignei Procedura semplificata 20
21 Il programma ClaRaF di resistenza al fuoco ClaRaF 1.2: Principali caratteristiche Predisposizione di stampabili riepilogativi del calcolo effettuato 21
22 Il programma ClaRaF di resistenza al fuoco ClaRaF 1.2: Linee guida per un corretto utilizzo Assicurarsi di utilizzare la versione aggiornata del programma, scaricabile dall indirizzo (da vigilfuoco.it cliccare su Prodotti antincendio sicuri, poi su Certificazioni ed Omologazioni Prodotti nei settori della Reazione e della Resistenza al fuoco) Installare il programma nella cartella C:\Programmi\ClaRaF (riferimenti assoluti) In caso di una nuova installazione effettuare una copia di backup del file C:\Programmi\ClaRaF\ClaRaF.mdb se modificato Impostare la virgola come separatore di sistema delle cifre decimali ClaRaF 1.2 è stato sviluppato per girare sotto Windows XP È possibile contattare tramite l Area Protezione Passiva agli indirizzi: e claudio.cicchetti@libero.it per ricevere supporto tecnico ( 400 scambiate finora), ma prima si consiglia di: Consultare il manuale utente, scaricabile anche separatamente dall indirizzo 22
23 Il programma ClaRaF di resistenza al fuoco ClaRaF: ulteriori indicazioni Nell approccio 1 (valore orientativo per attività), per quelle attività tratte dall Appendice E della EN , per determinare il valore al frattile 80% è necessario selezionare un coefficiente pari a 1,25 Nell approccio 2 (valore orientativo per arredo e/o merci in deposito), il valore relativo al tipo di merce in deposito è espresso in realtà in MJ/m 2 /m, esso è cioè riferito alla superficie in pianta del compartimento, comprensiva anche di eventuali corsie o altri spazi liberi da merci, per unità di altezza di impilamento delle merci. L approccio 2, inoltre, pur non essendo descritto esplicitamente nel DM 9 marzo 2007, è una semplificazione conservativa dell approccio 3 (valore per materiale) 23
24 Il programma ClaRaF di resistenza al fuoco Sviluppi futuri a breve termine (fine 2010): ClaRaF 2.0 Attualmente è in sviluppo la versione 2.0 del software, le principali caratteristiche sono: Linguaggio di programmazione Visual Basic.NET, con nuove funzionalità Compatibilità con i più recenti sistemi operativi (Vista, Sette, ecc.) Menù di selezione a completamento automatico Possibilità di salvare i vari calcoli effettuati Possibilità di caricare altri database Inserimento dei dati personali del professionista in modo che figurino sui prospetti riepilogativi Esportazione dei prospetti riepilogativi in vari formati (doc, pdf, rtf, ecc.) Nuova e più completa procedura per tenere conto della presenza di elementi strutturali lignei 24
25 Il programma ClaRaF di resistenza al fuoco Sviluppi futuri a medio/lungo termine (2012/?): ClaRaF 3.0 Caratteristiche ipotizzabili Sviluppo di un applicazione web-based che non richiede l installazione di file da parte dell utente Compatibilità con altri sistemi operativi open source Integrazione con procedure per il calcolo di curve parametriche, modelli di incendio localizzato, ecc? 25
MANUALE UTENTE. Manuale utente ClaRaF versione 3.0
MANUALE UTENTE 1 SOMMARIO 1 Premessa... 3 2 Documenti di riferimento... 4 3 Requisiti di sistema... 4 4 Installazione... 4 5 Avvertenze... 5 6 Descrizione maschere... 6 6.1 Avvio... 6 6.2 Formula Carico
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