I MAMMIFERI SELVATICI DELLA PIANA FIORENTINA: UNA POPOLAZIONE NELL OMBRA

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1 I MAMMIFERI SELVATICI DELLA PIANA FIORENTINA: UNA POPOLAZIONE NELL OMBRA Paolo AGNELLI Museo di Storia Naturale, sezione di zoologia La Specola, Università di Firenze. via Romana, Firenze Introduzione Le popolazioni dei Mammiferi che vivono in aree suburbane, o comunque ad alto tasso di antropizzazione, non hanno mai ricevuto particolari attenzioni da parte degli studiosi. Eppure la presenza dei Mammiferi in queste aree è comunque importante, sia per numero di specie che di esemplari. Il fatto è che generalmente le specie di Mammiferi presenti in zone antropizzate sono quelle di minori dimensioni, quelle dal comportamento più elusivo, quasi esclusivamente notturne. Insomma una popolazione che vive nell ombra. Si capisce quindi come riescano a passare inosservate ai più e come il loro studio sia particolarmente impegnativo. La Piana Fiorentina non fa eccezione, così che i dati originali reperibili sui Mammiferi di quest area di pianura, compresa nei Comuni di Firenze, Sesto Fiorentino, Campi Bisenzio e Signa, sono limitati ai reperti conservati nelle grandi e storiche collezioni de La Specola, Sezione di Zoologia del Museo di Storia Naturale dell Università di Firenze, e ad uno studio faunistico realizzato per la Provincia di Firenze dal Museo stesso e riguardante Insettivori, Chirotteri e Roditori di alcune aree del territorio provinciale (Agnelli et al., 1996). Appare quindi evidente come sia necessario innanzitutto programmare uno studio sistematico e organico della teriofauna della Piana per attuarne la conservazione in modo concreto ed efficace. Questo contributo si propone di fare il punto sulla presenza attuale dei Mammiferi nell area, sia pur basandosi sui pochi dati disponibili. Lo scopo non è solo quello di stilare un elenco faunistico, ma anche quello di individuare quali sono gli interventi concreti ed efficaci, necessari per il ripristino di quei fattori che permettano la conservazione, almeno parziale, degli ambienti in cui vivono i Mammiferi di maggior valore faunistico della Piana Fiorentina. Nel paragrafo che segue si prendono in esame le diverse specie di Mammiferi presenti nell area, discutendo brevemente la loro distribuzione in Toscana, la loro presenza nell area della Piana, le principali cause che le minacciano e le leggi che le proteggono. 1

2 I Mammiferi selvatici della Piana Insectivora La presenza quali-quantitativa di Insettivori in un area è spesso utilizzata come indice di qualità ambientale, dato che si tratta di specie predatrici la cui sopravvivenza dipende dalla presenza di una ben strutturata comunità di invertebrati. In un ambiente antropizzato come quello della Piana, la presenza di ben sei specie appartenenti a questo ordine di micromammiferi deve essere considerata una buona indicazione di qualità ambientale. Ma se il numero di specie è elevato, così non si può dire del numero di individui, che appare essere in declino rispetto ad un passato neanche troppo lontano. Erinaceus europaeus Linnaeus, Riccio europeo Il riccio è ancora ampiamente diffuso in Toscana, dove predilige le aree pianeggianti e più calde. Purtroppo queste aree sono oggi anche le più antropizzate e per questo motivo la sua distribuzione, di fatto, si concentra maggiormente in aree collinari. Nella Piana Fiorentina se ne incontra ancora qualche esemplare che, nelle notti primaverili ed estive, esce allo scoperto alla ricerca di prede. Purtroppo gli incontri più frequenti con questa specie si fanno lungo le strade dove molti esemplari vengono investiti dai veicoli. Altra causa di pesante minaccia è l uso indiscriminato di pesticidi e l inquinamento chimico in generale di cui il riccio risente, in qualità di predatore, per un processo di bioaccumulo del veleno contenuto negli invertebrati di cui si ciba. Anche la perdita di vegetazione arborea e arbustiva dove ripararsi durante il giorno è causa della sua crescente rarefazione nell area. Talpa europaea Linnaeus, 1758 Talpa europea Presente in una grande varietà di ambienti (prati, pascoli, coltivi, ma anche in zone boscose) risulta rara ma ben distribuita in Toscana. Molti reperti di questa specie provenienti dall area della Piana sono conservati nel Museo di Storia Naturale di Firenze. Si tratta per lo più di reperti risalenti alla prima metà del 900, ma un esemplare è stato recentemente raccolto, ormai morto, presso l Oasi di Focognano, una delle aree a maggior naturalità oggi rimaste nella Piana. Nonostante la crescente antropizzazione, la specie risulta quindi ancora presente. Minacciata dall eccessivo uso in agricoltura di prodotti chimici, la Talpa europea è protetta ai sensi della L.R. 56/2000 (in allegato A), ossia è considerata specie di interesse regionale 2

3 la cui conservazione può richiedere la designazione di SIR. È inoltre considerata Vulnerabile in Toscana (progetto RENATO, Regione Toscana). Sorex samniticus Altobello, Toporagno appenninico Specie endemica italiana è piuttosto comune in Toscana dove predilige altitudini medie. Meno antropofilo di altri Crocidurini, non sembra comune nella Piana, dove probabilmente risente, come tutti i consumatori di ordine superiore, dell inquinamento chimico diffuso. Occorre comunque precisare che, come per tutti gli altri Soricidi, la sua presenza è di difficile rilievo a causa delle sue ridotte dimensioni e del suo comportamento elusivo. I reperti più recenti provengono tutti dai pressi di laghi artificiali. Suncus etruscus (Savi, 1822) - Mustiolo Specie termoxerofila che sembra ben distribuita in Toscana anche se non comune. Si tratta del mammifero di minori dimensioni in Europa e perciò a maggior ragione valgono le considerazioni fatte per il toporagno appenninico. Nella piana è stato più recentemente rilevato presso i laghi di Peretola. È specie protetta ai sensi della L.R. 56/2000 (in allegato B), ossia ne è vietata la cattura e l uccisione, così come la distruzione dei suoi siti di riproduzione o di riposo. Crocidura suaveolens (Pallas, 1811) - Crocidura minore È un toporagno che mostra una certa tendenza all antropofilia. Viene infatti rilevato spesso anche in ambienti antropizzati, nonostante sia di raro rinvenimento rispetto ad altri micromammiferi. Sembra essere il Soricide più comune nella Piana Fiorentina da dove provengono numerosi reperti sia storici che recenti. Si sottolinea come la sua presenza costituisca un importante elemento delle reti trofiche della Piana. Infatti, come gli altri Soricidi, risulta predato da vari uccelli rapaci, soprattutto notturni, da rettili e da mammiferi carnivori. È specie protetta ai sensi della L.R. 56/2000 (in allegato B), ossia ne è vietata la cattura e l uccisione, così come la distruzione dei suoi siti di riproduzione o di riposo. Crocidura leucodon (Hermann, 1780) - Crocidura a ventre bianco Ben diffusa in Toscana, dove colonizza anche le quote medioalte, è stata segnalata nella piana Fiorentina da dove provengono molti dati sia storici che più recenti. Come per molti dei micromammiferi qui trattati, una delle tecniche più comuni per il suo rilevamento è quella dell analisi delle borre di rapace (si tratta di boli 3

4 alimentari contenenti ossa e pelo indigeriti che vengono rigurgitati da varie specie di rapaci dopo che si sono nutriti di micromammiferi). Come la precedente, anche questa Crocidura è protetta ai sensi della L.R. 56/2000 (in allegato B), ossia ne è vietata la cattura e l uccisione, così come la distruzione dei suoi siti di riproduzione o di riposo. Chiroptera Quello dei pipistrelli è un gruppo particolarmente elusivo e le tecniche per il loro studio molto specifiche. Si tratta di un Ordine particolarmente numeroso, tanto che in Italia, dove sono presenti almeno 32 specie, costituiscono circa un terzo di tutti i mammiferi selvatici. In Toscana sono segnalate ben 24 specie, mentre nella Piana Fiorentina ne sono presenti oggi con certezza soltanto due. Eppure il loro numero doveva essere ben maggiore in passato, considerando che i chirotteri prediligono gli ambienti ricchi di laghi, paludi, fossi e canali, con relativa rigogliosa vegetazione di boschi planiziali, ripari e palustri, una volta ben più abbondanti nella Piana e di cui oggi rimangono solo piccoli e rari appezzamenti. Un importante fattore limitante per la vita dei pipistrelli è l inquinamento, anche in questo caso per fenomeni di bioaccumulo dovuti alla loro alimentazione a base di insetti. Anche la frequente e abbondante assunzione di acqua inquinata dai canali, dovuta alla necessità di reintegrare l acqua perduta dalla membrana alare durante il volo, è fonte di contaminazione. Inoltre, la scomparsa delle vecchie costruzioni ricche di rifugi e di ripari e l affermarsi di nuove tecniche costruttive, riducono la disponibilità di idonei rifugi per questi piccoli mammiferi, tanto che negli ultimi anni molte specie di pipistrelli hanno sofferto un rapido declino delle popolazioni. Sono auspicabili indagini per l individuazione dei rifugi presenti e delle aree di foraggiamento più frequentate ai fini della loro protezione. Infine, un ulteriore minaccia 4

5 deriva dalla scomparsa delle cosiddette formazioni lineari, ossia di quelle strutture come siepi, filari e formazioni riparie che per i pipistrelli costituiscono un fondamentale riferimento spaziale durante gli spostamenti fra i rifugi diurni e le aree di foraggiamento notturno. Infatti, senza queste linee di riferimento il loro sistema sonar a ultrasuoni è inservibile e il loro volo è paragonabile allo spostarsi di un uomo nella nebbia. Così, un area piatta e uniforme, privata delle formazioni lineari naturali, viene presto abbandonata dai pipistrelli. Tutte le specie toscane di pipistrelli sono protette ai sensi della L.R. 56/2000 (in allegato A), ossia sono considerate specie di interesse regionale la cui conservazione può richiedere la designazione di SIR. Pipistrellus kuhlii (Kuhl, 1817) - Pipistrello albolimbato Tra i chirotteri è la specie più antropofila e si è specializzata nel trovare rifugio in fessure sotto le tegole, nelle crepe dei muri, dietro le grondaie, ecc. Anche per la caccia frequenta ambienti antropizzati, talvolta sfruttando le luci dei lampioni che attraggono gli insetti. Si tratta della specie più comune a quote basse e medie e anche in Toscana è ampiamente diffusa. Nella Piana Fiorentina risulta essere ancora piuttosto comune, attratta probabilmente dalla grande quantità di insetti che caccia di preferenza sopra le superfici dei laghi e dei canali. Hypsugo savii (Bonaparte, 1837) Pipistrello di Savi Specie nettamente eurieca, è diffusa in una varietà di ambienti in tutta la Toscana, ma non è comune come la specie precedente. Frequenta anche ambienti antropizzati dove tipicamente caccia a quote maggiori rispetto a P. kuhlii. Nella Piana è conosciuta per alcune segnalazioni relativamente recenti (fine anni 90) dovuti al ritrovamento di esemplari rinvenuti morti o catturati da gatti. Altre specie di Chirotteri probabilmente presenti sono Pipistrellus pipistrellus (Pipistrello nano) e Myotis daubentonii (Vespertilio di Daubenton), di cui si conoscono segnalazioni risalenti ai primi anni 90. Data la loro predilezione per la caccia agli insetti sulla superficie dell acqua, sono ancora probabilmente presenti, almeno lungo l Arno dove cresce una vegetazione riparia più strutturata. Anche i rifugi di queste due specie sono del tipo a fessura, che gli animali cercano in 5

6 alberi maturi (sottocorteccia, spaccature del legno, cavità naturali in alberi vetusti) o in analoghi rifugi di più recente acquisizione come edifici e altre costruzioni umane come ponti, piloni, ecc. Legati alla presenza di edifici caratterizzati non tanto dalla presenza di strette fessure, quanto da quella di più ampi volumi (come soffitte, sottotetti o scantinati) sono invece altre specie come Rhinolophus ferrumequinum (Rinolofo maggiore), Rhinolophus hipposideros (Rinolofo minore) e Myotis emarginatus (Vespertilio smarginato) di cui sono note importanti e talvolta abbondanti presenze nelle aree circostanti la Piana (Agnelli et al, in stampa). Una documentata loro presenza nella zona di pianura risale a più di un secolo fa, quando non solo vi era una minore antropizzazione, ma soprattutto una maggior presenza di vegetazione arborea matura, oggi purtroppo assai ridotta. Data la grande abbondanza di insetti presenti nella Piana (dovuta alla presenza di acqua e di temperature più miti), un opportuna politica di sviluppo di adeguati corridoi ecologici permetterebbe a queste specie di tornare a frequentare l area, anche se non per il rifugio, almeno per l attività di foraggiamento. Rodentia Appartengono a quest Ordine due specie sinantropiche di scarso valore faunistico, se non addirittura considerate infestanti, la cui presenza ha negative implicazioni di tipo economico e igienico-sanitario. Estremamente plastiche, sono generalmente favorite da situazioni di degrado o comunque di banalizzazione degli ecosistemi e perdita di biodiversità. S tratta di Rattus norvegicus (Ratto delle chiaviche) e Mus musculus (Topolino delle case), entrambe stabilmente presenti nella Piana Fiorentina. Di maggior valore faunistico altre specie di Roditori che vale la pena di considerare un po più da vicino: Apodemus sylvaticus (Linnaeus, 1758) Topo selvatico Ampiamente diffuso in Toscana in una gran varietà di ambienti, purché interessati da copertura vegetale arborea o arbustiva, frequenta principalmente margini dei boschi, siepi, formazioni riparie. Segnalato anche recentemente nella Piana Fiorentina, costituisce facile preda di rapaci notturni nelle cui borre si trova con buona frequenza. Più abbondante in aree boschive meno strutturate, è spesso presente anche in aree verdi 6

7 suburbane. Microtus savii (De Sélys Longchamps, 1838) - Arvicola di Savi Specie abbondante anche in Toscana, ovunque siano presenti aree aperte (praterie, incolti erbosi, colture di foraggere) dove scava fitte reti di gallerie sotterranee. Strettamente vegetariana, può essere dannosa alle coltivazioni ortive e agli alberi da frutto. L uso di rodenticidi per contenerne l impatto sulle coltivazioni può risultare pericoloso per i suoi predatori, soprattutto Strigiformi, per avvelenamento secondario. Nella Piana Fiorentina è forse il mammifero più abbondante e risulta il più frequente nelle borre di rapace notturno. Glis glis Linnaeus, Ghiro Predilige i boschi estesi e maturi, dalle pinete litoranee alle faggete appenniniche, dove localmente può risultare abbondante. Conosciuto per molte località limitrofe, nella Piana risulta molto raro, probabilmente in regressione negli ultimi anni per la diminuzione del suo habitat di elezione. Segnalato recentemente nella zona tra Campi Bisenzio e San Donnino in seguito a lavori di taglio di un gruppo di pini. Segnalazioni più abbondanti ma meno recenti per il Parco delle Cascine. Hystrix cristata Linnaeus, Istrice Il suo areale di distribuzione in Italia è in lenta espansione verso nord e dalla Toscana ha ormai raggiunto l Emilia- Romagna e la Liguria. Nella Piana Fiorentina è frequente il ritrovamento dei suoi aculei lungo i sentieri e in aree ricche di vegetazione dove trova riparo. Le siepi e le formazioni riparie sono importanti corridoi naturali per gli spostamenti di questa specie di medie dimensioni, altrimenti troppo esposta in aree aperte. Myocastor coypus (Molina, 1782) Nutria Specie alloctona di introduzione relativamente recente in Italia, ha subìto negli ultimi anni un rapido incremento. In Toscana, dove i primi avvistamenti si sono registrati negli anni 60, si è diffusa attraverso la rete di fiumi, torrenti e canali. È presente nell Arno e in molti stagni 7

8 della Piana, dove trova condizioni favorevoli anche per la presenza di aree agricole dove integrare facilmente la sua dieta vegetariana a base di idrofite. Rappresenta un pericolo per gli ecosistemi locali, non tanto per l abitudine di scavare cunicoli sotterranei negli argini compromettendone così la tenuta strutturale, quanto per il danno ecologico molto spesso implicito nei casi di introduzione di specie esotiche. Danni che si evidenziano ad esempio su alcune specie vegetali per eccessiva selezione trofica, oppure su alcune popolazioni di uccelli per il disturbo arrecato durante il periodo critico della nidificazione. Carnivora Piccoli carnivori sono presenti, e talora anche abbondanti, sulle colline circostanti la Piana: Vulpes vulpes (volpe), Meles meles (tasso), Martes foina (faina), Mustela putorius (puzzola) e Mustela nivalis (donnola). Di queste specie esistono segnalazioni recenti nella Piana Fiorentina solo per la volpe, mentre per le altre specie, disponiamo soltanto di dati risalenti ai primi del 900. Pur mancando dati oggettivi, possiamo ipotizzare che anche la donnola sia ancora oggi presente nella Piana, ma certamente in progressiva diminuzione a causa della crescente antropizzazione. Per capire quanto la situazione ambientale della Piana sia cambiata negli ultimi 100 anni, basti pensare che in Museo è conservata una Lontra (Lutra lutra), catturata nel 1902, nell Arno, nei pressi di Signa. Vulpes vulpes (Linnaeus, 1758) - Volpe Come per tutte le altre specie di Mammiferi presenti nella Piana, si tratta di una specie ad ampia distribuzione, presente praticamente su tutto il territorio toscano, grazie anche al suo alto grado di adattabilità. Non sembra molto comune nella Piana Fiorentina, ma almeno nelle aree a minor disturbo è facile rilevarne le fatte lungo sentieri e strade sterrate. L uso sconsiderato e ignorante di lacci e bocconi avvelenati, così come l abbattimento col fucile, sono pratiche inutili oltre che pericolose per altre specie, dato che non riescono comunque a condizionare permanentemente le popolazioni di volpe, perché la plasticità riproduttiva di questa specie permette rapidi recuperi numerici. 8

9 Conclusioni Le specie di Mammiferi sicuramente presenti nella Piana Fiorentina sono oggi 16 (6 Insettivori, 2 Chirotteri, 7 Roditori e 1 Carnivoro). Ulteriori indagini potrebbero aggiungere molto probabilmente almeno altre quattro specie. Dati storici risalenti al periodo a cavallo tra il XIX e il XX secolo disegnano una teriofauna assai più ricca e articolata dell attuale, comprendente almeno 31 specie di Mammiferi (vedi tabella in fondo a questo paragrafo). Il gruppo di mammiferi che più ha sofferto i progressivi mutamenti ambientali della Piana è quello dei Chirotteri, passati dalle 11 specie conosciute più di un secolo fa, alle 2 (forse 4) specie attualmente presenti. Certamente nei prossimi anni la Piana Fiorentina è destinata ad un aumento della pressione antropica, ma è anche vero che ancora oggi conserva qualche prezioso residuo di un ambiente naturale divenuto molto raro, quello delle aree umide e dei boschi planiziali e palustri. È in questi ambienti che si concentrano le presenze faunistiche di maggiore interesse conservazionistico e sono queste le aree che occorre proteggere e preservare dalla progressiva invasione dell uomo. Alcune delle cause della drastica riduzione di specie animali negli ultimi decenni (non solo dei Mammiferi) sono ovvie: perdita di habitat dovuto all edificazione di aree urbane sempre più estese, barriere ecologiche costituite non solo dagli abitati ma anche da un sempre più articolato sistema di strade e da canali, inquinamento diffuso derivante da scarichi urbani e da modernizzazione delle pratiche colturali. Ma esistono anche altre cause, forse meno evidenti, su cui è ancora possibile agire. La loro rimozione è però subordinata alla concreta creazione di un coordinamento che, applicando competenze naturalistiche, permetta di approcciare il problema da un punto di vista ecologico, individuando e programmando gli interventi necessari. Cadono a proposito le parole di un grande urbanista: La vegetazione nativa e le irregolarità naturali della topografia vengono distrutte dalla negligenza, dall avidità, e dalla mancanza di idee, perché il tipo medio del costruttore considera il suolo come una funzione commerciale, dalla quale si sente autorizzato a trarre il massimo profitto [Walter Adolph Gropius (Berlino, 1883 Boston, 1969), urbanista tedesco. Assieme a Le Corbusier è stato uno dei maestri fondatori del Movimento Moderno in architettura]. La prima domanda che dobbiamo porci è se sia ancora il caso di condividere un impostazione estetica del paesaggio, maturata in un clima culturale ormai superato, o non sia oggi il caso di 9

10 riconoscere il ruolo primario delle scienze naturali nella gestione del nostro territorio applicando un impostazione ecologica del paesaggio (dove per ecologia si intende lo studio delle esigenze di flora e fauna e delle loro interazioni anche con la componente abiotica). In quest ottica di analisi, gli interventi necessari si possono così schematicamente riassumere: Gestione delle aree protette secondo criteri ecologici e non estetici (delle vere oasi e non dei banali giardini ); Rimozione, o almeno drastica riduzione, dell inquinamento delle acque; Eliminazione degli argini in cemento di buona parte dei canali attualmente esistenti, per favorir una più efficiente autodepurazione delle acque ed evitare l intrappolamento degli animali; Creazione, mantenimento e potenziamento delle formazioni lineari, ossia di siepi, filari e soprattutto di formazioni riparie. Non sono sufficienti semplici opere di giardinaggio, ma occorrono formazioni complesse e ben strutturate, affinché possano essere davvero utilizzate da tutti i mammiferi, anche dai chirotteri, per lo spostamento e l alimentazione, ma in qualche caso anche per il rifugio. Solo attraverso questa rete, gli animali possono spostarsi tra le aree protette e connettersi con le colline circostanti la Piana; Adozione di strutture per il superamento delle barriere esistenti, come ad esempio i sottopassi per l attraversamento delle strade, o i sovrappassi per superare i canali; Gestione dei numerosi edifici abbandonati per il loro adattamento, con tecniche specifiche di ingegneria naturalistica, al fine di ottenere rifugi per pipistrelli in ampi spazi (come soffitte, sottotetti e cantine) e offrire così un opportunità di rifugio alle specie di chirotteri oggi più rari e di maggior valore conservazionistico (Rhinolophus sp., Myotis emarginatus). 10

11 Utilizzo di rifugi artificiali per chirotteri (Bat Box) per dare un rifugio alternativo alle specie che tipicamente si rifugiano in spazi più angusti, come spacchi e fessure dei muri, dietro rivestimenti in legno o in pietra, sotto le tegole, dietro le grondaie, ecc. Si tratta delle specie più comuni in ambiti urbani, ma che oggi sono anch esse minacciate da carenza di rifugi, a causa delle mutate tecniche costruttive adottate in edilizia (Pipistrellus sp, Hypsugo savii). Il Museo di Storia Naturale di Firenze sta conducendo uno studio volto proprio a diffondere e ottimizzare l uso delle Bat Box e anche il Comune di Sesto Fiorentino ha recentemente aderito al progetto. Maggiori informazioni si possono ottenere sul sito web del Museo all indirizzo Solo con un approccio ecologico e multidisciplinare sarà possibile individuare e concretizzare gli interventi utili alla conservazione di un ecosistema sufficientemente strutturato. Il recupero di un ambiente degradato come quello della Piana Fiorentina costituisce non solo una sfida, ma proprio per la sua vicinanza alla città, anche il luogo ideale per un intervento dimostrativo e quindi un opportunità importante per promuovere e divulgare una moderna cultura della conservazione. 11

12 Tabella delle specie segnalate nella Piana Fiorentina, suddivise per presenze attuali (certe e presumibili) e storiche. Le date indicano il dato più recente conosciuto (da reperti museali, letteratura, segnalazioni inedite). Ordine Specie Attuale Storica Certa Presumibile Insettivori Erinaceus europaeus anni 2000 Talpa europaea 2003 Sorex samniticus 1999 Suncus etruscus 2008 Crocidura suaveolens 2008 Crocidura leucodon 1995 Chirotteri Rhinolophus ferrumequinum 1956 Rhinolophus hipposideros 1891 Pipistrellus kuhlii 2008 Hypsugo savii 2002 Myotis bechsteinii 1879 Myotis daubentonii 1908 Myotis emarginatus 1905 Pipistrellus nathusii 1898 Pipistrellus pipistrellus 1906 Plecotus austriacus 1898 Nyctalus noctula 1900 Roditori Microtus savii 2008 Apodemus sylvaticus 2008 Mus musculus 2008 Rattus norvegicus anni 2000 Rattus rattus 1913 Glis glis 2000 Hystrix cristata 2008 Myocastor coypus 2007 Lagomorfi Lepus europaeus 1877 Carnivori Meles meles 1869 Mustela nivalis 1889 Mustela putorius 1902 Lutra lutra 1902 Vulpes vulpes

13 Bibliografia Agnelli P., Corti C., Lanza B., Nistri A., Poggesi M. e Vanni S., 1996 Ricerche su Anfibi e micromammiferi della Provincia di Firenze. Scopi e risultati preliminari (pp In: Calzolari R. & Vigni R. (editors) Lo stato dell ambiente in Toscana. Atti della Iª Conferenza regionale, Firenze novembre Firenze: Ediz. Regione Toscana; 414 pp., ff. Agnelli P., Dondini G., Guaita C., Vergari S., (in stampa). Biodiversità in Provincia di Prato: Chirotteri. Provincia di Prato. Agnelli P., Martinoli A., Patriarca E., Russo D., Scaravelli D. and Genovesi P., Guidelines for bat monitoring: methods for the study and conservation of bats in Italy. Quad. Cons. Natura, 19, Min. Ambiente Ist. Naz. Fauna Selvatica, Rome and Ozzano dellemilia (Bologna), Italy; 199 pp. Regione Toscana, Indicazioni tecniche per l individuazione e la pianificazione delle aree di collegamento ecologico (L.R. 56/2000). Regione Toscana, Bollettino 46 del Regione Toscana. Repertorio Naturalistico Toscano (RE.NA.TO.). Banca dati delle specie, habitat e fitocenosi di interesse conservazionistico. web.rete.toscana.it/renato Scoccianti C Ricostruire Reti Ecologiche nelle Pianure.Strategie e tecniche per progettare nuove zone umide nelle casse di espansione. Dieci interventi a confronto nel bacino dell Arno. Autorità di Bacino del Fiume Arno, Vanzi s.r.l., Colle di Val d Elsa, Siena: X pp., 248 figg. Spagnesi M., Toso S., Iconografia dei Mammiferi d Italia. Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica Alessandro Ghigi e Ministero dell Ambiente, Servizio Conservazione Natura; 203 pp., 73 tavole a colori non impaginate (I-LXXIII) 48.8 x 33.9 cm. 13

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