Le 50 sfumature di rosso dell ex Cinema Eliseo, cartina di tornasole del vuoto in cui è piombata la Cultura ad Avellino

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Carlo Cicci
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1 Orticalab.it > Menu Testata > città > Le 50 sfumature di rosso dell ex Cinema Eliseo, cartina di tornasole del (...) Scenari urbani Le 50 sfumature di rosso dell ex Cinema Eliseo, cartina di tornasole del vuoto in cui è piombata la Cultura ad Avellino Non c è pace per la Casa del Cinema intitolata alla memoria di Camillo Marino e Giacomo D Onofrio. A tre anni dal restauro della sala cinematografica un nuovo intervento di pulizia delle mura perimetrali della struttura prova a ridare dignità, senza grandi risultati, ad un luogo preso di mira dalla costante azione vandalica. E sulle Politiche culturali e la Fondazione di partecipazione il Comune è ancora in riserva domenica 11 aprile 2021, di Gerardo De Fabrizio Una nuova mano di vernice prova a far dimenticare gli anni di impasse in cui è piombato l ex Cinema Eliseo. Ma la grossolana ritinteggiatura delle mura perimetrali dell edificio dedicato alla settima arte e intitolato alla memoria di Camillo Marino e Giacomo D Onofrio, effettuata per coprire gli scempi di sedicenti writer, ha avuto il risultato contrario, scoperchiando di fatto un vaso di Pandora che fuma ancora da quella notte del 2 gennaio del 2013 quando la Sala cinematografica prese fuoco a causa di un incendio di chiara matrice dolosa. Le foto che vi mostriamo in questo breve ed estemporaneo reportage valgono più di mille parole. Scompaiono le scritte sulle mura che danno su via Roma ma restano gli improbabili graffiti su tutto il versante posteriore che dà sul piazzale. E il risultato è più desolante che mai. Una struttura abbandonata a sé stessa, immersa in un degrado atavico che non si declina solo attraverso scritte scriteriate e ghirigori di indubbia bellezza, ma che si sostanzia in intonaci scrostati, mattonelle saltate e cumuli di immondizia un po dappertutto.

Un buon segnale che, se fosse accompagnato da una idea di gestione della struttura, darebbe un senso alla storia di questo luogo che in questo momento a voler parafrasare il poeta un senso proprio

3 Ma nonostante questo, l agorà retrostante, lo scalone d ingresso e i marmi che circondano la struttura, pulsano come non mai di vita. Sono tanti i giovani che anche oggi si ritrovano con tanto di mascherina e rispettando il distanziamento sociale all ombra della torre littoria eretta dall architetto di regime Enrico Del Debbio. Un buon segnale che, se fosse accompagnato da una idea di gestione della struttura, darebbe un senso alla storia di questo luogo che in questo momento a voler parafrasare il poeta un senso proprio non ce l ha. Come non sembrano avere senso ed importanza per questa amministrazione le Politiche culturali nella loro totalità. Al netto di annunci tanto roboanti quanto ridondanti, di nomine di super consulenti che poi hanno preferito cambiare rotta visto le secche in cui si è incagliata la Cultura ad Avellino, senza un assessorato al ramo capace di definire una programmazione degna di questo nome, le 50 sfumature di rosso con cui si è tappezzato l ex Eliseo sono la rappresentazione plastica dell arretratezza e della scarsa cura che c è sul tema. Non che in passato si sia fatto poi tanto in più per ridare dignità alla struttura, strapparla al dimenticatoio forzato in cui era stata confinata, e soprattutto restituirla alla città una volta per tutte. È vero che almeno un perimetro d azione sembrava essere stato tracciato, ma dall incendio di 8 anni fa e dal recupero della Sala cinematografica del 2018 è passato tanto di quel tempo che neanche la notizia del completamento dell incarico da parte del notaio Pellegrino D Amore riesce a far fare salti di gioia.

Lo statuto redatto dallo studio notarile di vicolo Giardinetto per la creazione della tanto attesa Fondazione di partecipazione che avrà il compito di gestire e mettere in rete le principali

Bisognerà capire se sarà comune anche a quello di Casina del Principe e di altri contenitori culturali della città.

imprenditori privati con competenze ed esperienze oltre che con la necessaria solidità finanziaria per sostenere le politiche culturali del capoluogo.

4 Lo statuto redatto dallo studio notarile di vicolo Giardinetto per la creazione della tanto attesa Fondazione di partecipazione che avrà il compito di gestire e mettere in rete le principali strutture culturali del capoluogo sembrerebbe pronto. Ex Eliseo, Teatro Gesualdo e Villa Amendola potrebbero avere un destino unificato. Bisognerà capire se sarà comune anche a quello di Casina del Principe e di altri contenitori culturali della città. A sentire le parole del notaio D Amore rilasciate ad Irpini Tv lo scorso 24 marzo, quella dello statuto dovrebbe essere comunque una struttura agile, capace di far dialogare Enti pubblici e imprenditori privati con competenze ed esperienze oltre che con la necessaria solidità finanziaria per sostenere le politiche culturali del capoluogo. Finché lo statuto non sarà approvato dalla Giunta, discusso e ratificato dal Consiglio comunale, le domande restano sempre quelle: quanta vernice dovrà passare ancora su quei muri? Quante parole verranno vergate a colpi di bomboletta su quei marmi esausti? Quante bottiglie dovranno essere rotte o ammassate negli angoli più remoti senza che una sola delle telecamere posizionate lungo il perimetro di quell edificio possa evitare questo scempio?

5 Per adesso, nonostante le sfumature di rosso pompeiano che campeggiano sulla facciata, l aspetto dell ex Cinema Eliseo e con esso le Politiche culturali che proprio da questa struttura avrebbero dovuto riprendere il largo, restano sul rosso fisso della riserva.

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