ALLEGATO 1 PIANO DI GESTIONE E PRELIEVO DEL CINGHIALE

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1 ALLEGATO 1 PIANO DI GESTIONE E PRELIEVO DEL CINGHIALE Stagione venatoria

2 INDICE 1. PREMESSA 2.. QUADRO NORMATIVO 2.1. DELIMITAZIONE DELLE AREE VOCATE E NON VOCATE 3. DISTRIBUZIONE PROVINCIALE 4.. ANALISI DEI DANNI E INTERVENTI DI PREVENZIONE 5. GESTIONE DEL CINGHIALE NELLE AREE VOCATE: ALLEGATO A PIANO PER LA GESTIONE DEL CINGHIALE NELL ATC LUCCA 12 STAGIONE VENATORIA 2014/2015 ALLEGATO B PIANO PER LA GESTIONE DEL CINGHIALE NELL ATC LUCCA 11 STAGIONE VENATORIA 2014/ PIANO DI GESTIONE E CONTROLLO DEL CINGHIALE 6.1 RISULTATI DEI PIANI DI CONTROLLO APPLICATI SUL TERRITORIO PROVINCIALE 6.2 GESTIONE E CONTROLLO DEL CINGHIALE

3 1. PREMESSA Il cinghiale (Sus scrofa) risulta attualmente l ungulato più abbondante e diffuso nella Provincia di Lucca e anche quello più difficile da gestire. Questa specie è caratterizzata da elevate densità nei territori vocati e consistente presenza, almeno in certi periodi dell anno, nei territori non vocati dove questa specie arreca elevati danni alle produzioni agricole. Il problema dei danni, oltre che alla densità della popolazione, è legato alle disponibilità alimentari del territorio ed in particolare a quella offerta dalle superfici forestali. Al questo riguardo è da tenere presente l effetto delll imenottero cinipide Dryocosmus kuriphilus Yatsumatsu sulla fruttificazione del castagno che ha influito in questi ultimi due anni sull erratismo alimentare di questa specie. Il cinghiale, non trovando risorse alimentari sufficienti nelle aree boscate, si è avvicinato sempre di più alle aree agricole e a quelle urbane, esercitando un forte negativo impatto sulle coltivazioni e sulla popolazione. D'altra parte, il cinghiale rappresenta una specie di grande e crescente importanza venatoria con tutte le conseguenze dirette ed indotte che ciò comporta sul piano faunistico e gestionale Ad oggi più della metà dei cacciatori della Provincia risultano iscritti al Registro Provinciale della caccia al cinghiale in battuta come risulta dalla tabella sottostante (Tab. 1). Questa situazione ha contribuito ad acuire i contrasti tra le diverse categorie sociali (cacciatori, agricoltori, enti pubblici) con interessi divergenti rendendo, unitamente ad alcune obiettive difficoltà di ordine tecnico, la gestione di questa specie particolarmente problematica. Tab. 1 Cacciatori iscritti al Registro provinciale di caccia al cinghiale rispetto al totale dei cacciatori. N. cacciatori N. cacciatori iscritti al Registro % 2001/ , / , / , / , / , / , / , / , / , / , / , / , / ,81

4 2. QUADRO NORMATIVO La gestione delle popolazioni di cinghiale (Sus scrofa) allo stato selvatico trova il proprio riferimento normativo nella legge 11 febbraio 1992, n. 157, nella L.R. 3/1994 di recepimento della normativa nazionale, nel Decreto del Presidente della Giunta Regionale Toscana 26 luglio 2011, n. 33/R Regolamento di attuazione della legge regionale 13 gennaio 1994 n. 3. Da un punto di vista giuridico il cinghiale fa parte della fauna selvatica oggetto di tutela da parte della legge nazionale sopra citata (art. 2, comma 1), ma, ai fini dell esercizio venatorio, ne è consentito l abbattimento nel periodo compreso tra il 1 di ottobre e il 31 dicembre o tra il 1 novembre e il 31 gennaio (art. 18, comma 1, lettera d). La Legge Regionale 3/94 all art. 28 bis prevede che La gestione faunistico venatoria degli ungulati interessa l intero territorio regionale, anche se soggetto a regime di protezione o di vincolo, persegue gli obiettivi indicati nel piano faunistico venatorio provinciale ed è finalizzata al mantenimento delle densità sostenibili, anche interspecifiche, definite a livello locale, tenuto conto degli effettivi danneggiamenti alle coltivazioni agricole e ai boschi. Inoltre le province determinano le densità sostenibili di cui sopra, sentiti gli ATC e le organizzazioni professionali agricole fino a che non sono determinate la densità regionale è fissata, per il cinghiale, a 2,5 soggetti ogni cento ettari. Il Decreto del Presidente della Giunta Regionale Toscana 26 luglio 2011, n. 33/R, indica come il territorio agricolo forestale delle Province debba essere suddiviso in aree in cui la presenza del cinghiale sia compatibile con le attività agricole (aree vocate) e in aree in cui detta presenza non è tollerata (aree non vocate). Le indicazioni normative distinguono pertanto le zone in cui la gestione della specie può avere indirizzi di tipo conservativo, individuabili nelle aree prevalentemente boscate, ed in altre dove invece deve essere attuata una gestione non conservativa, finalizzata all eradicazione del cinghiale con l obiettivo di ridurre i danni alle coltivazioni agricole. Nelle aree in cui la presenza del cinghiale e degli altri ungulati non è compatibile con lo svolgimento delle attività agricole le province adottano forme di gestione non conservative delle specie. Le province predispongono programmi di gestione e di controllo avvalendosi, per la loro attuazione, dei proprietari e conduttori dei fondi ovvero dei cacciatori di selezione, delle squadre di caccia al cinghiale e dei cacciatori abilitati ai sensi dell articolo 37. Durante la stagione venatoria, nelle zone e oasi di protezione, nelle zone di ripopolamento e cattura, nei centri pubblici di riproduzione di fauna selvatica allo stato naturale, nei centri privati di riproduzione di fauna selvatica allo stato naturale nelle aree addestramento e allenamento dei cani le province adottano piani di cattura o di abbattimento degli ungulati adeguati a garantire le densità sostenibili di cui al comma 1 dell art. 28 bis della L.R. 3/1994. Nei parchi regionali e nelle aree protette di cui alla l.r. 49/1995, l ente gestore adotta piani di gestione degli ungulati che tengono conto delle densità sostenibili di cui al comma 1 e degli effettivi danneggiamenti alle coltivazioni agricole, anche limitrofi ai propri confini, e ai boschi. In caso di inadempienza e in presenza di danni alla produzione agricola, anche nelle aree limitrofe, la provincia interviene ai sensi dell articolo 37 della L.R. 3/1994. Qualora le forme ordinarie di gestione degli ungulati non consentano di raggiungere o di mantenere le densità sostenibili di cui al comma 2, con conseguente incremento dei danni alle coltivazioni agricole e ai boschi, le province approvano e realizzano piani straordinari di gestione dandone comunicazione alla competente struttura della Giunta regionale.

5 Con regolamento regionale sono indicate le modalità per la caccia al cinghiale e per il prelievo selettivo degli altri ungulati, i criteri per l abilitazione dei cacciatori all esercizio della caccia agli ungulati e le modalità di accertamento dei presupposti per l esercizio del potere sostitutivo di cui al comma 8 dell art. 28 bis della L.R. 3/1994. La specie può inoltre essere sottoposta a piani di controllo numerico, autorizzati dalle Regioni e dalle Province, qualora si renda localmente responsabile di danni alle coltivazioni agricole o determini problemi di carattere sanitario (L. 157/1992 art. 19, comma 2; L.R. 3/1994 art. 37 comma 2): Le province, per la migliore gestione del patrimonio zootecnico, per la tutela del suolo, per motivi sanitari, per la selezione biologica, per la tutela di particolari specie selvatiche, per la tutela del patrimonio storico artistico, per la tutela delle produzioni zoo agro forestali ed ittiche, provvedono al controllo delle specie di fauna selvatica anche nelle zone vietate alla caccia. Tale controllo, esercitato selettivamente, viene praticato di norma mediante l utilizzo di metodi ecologici su parere dell Istituto nazionale per la fauna selvatica. I piani di controllo possono prescindere dai tempi e dalla modalità di prelievo stabiliti per la caccia, ma debbono essere attuati da personale appositamente autorizzato. (L.R. 3/94 art. 37 comma 3): Tali piani sono attuati dalle province con la presenza diretta di un agente di vigilanza di cui all articolo 51 e sotto il coordinamento del corpo di polizia provinciale. Per la realizzazione dei piani le province possono avvalersi dei proprietari o conduttori dei fondi nei quali si attuano i piani di abbattimento, delle guardie forestali e del personale di vigilanza dei comuni, nonché delle guardie di cui all articolo 51, purché i soggetti in questione siano in possesso di licenza di caccia. Per interventi di tutela della produzione agricola e zootecnica la provincia può affiancare al proprio personale anche soggetti che abbiano frequentato appositi corsi di preparazione organizzati dalla provincia stessa sulla base di programmi concordati con l INFS. Tali corsi dovranno fornire una idonea preparazione circa l ecologia e la gestione delle popolazioni animali selvatiche, la biologia delle specie selvatiche oggetto di controllo nonché sulle tecniche e le modalità con cui effettuare il controllo. 2.1 DELIMITAZIONE DELLE AREE VOCATE E NON VOCATE Le aree vocate alla presenza del cinghiale corrispondono sostanzialmente alle superfici interessate da boschi. Sulla base di quanto stabilito dal Piano Regionale Agricolo Forestale (P.R.A.F.) , le superfici massime vocate al cinghiale in ciascuna Provincia non possono essere superiori a quelle definite nel piano faunistico venatorio regionale che per la provincia di Lucca ammontano a ha Sono escluse dalle aree vocate alla presenza del cinghiale le zone in cui la specie si è radicata di recente e le zone interessate da attività agricole o arboricoltura da legno. Nelle aree non vocate alla presenza del cinghiale (che per quanto riguarda la Provincia assommano ad un totale di ha) sono previste forme di gestione non conservative delle specie, cioè tendenti alla densità zero. Qualora le forme ordinarie di gestione non abbiano consentito il raggiungimento degli obiettivi di densità programmati o siano evidenti situazioni di criticità, anche a livello locale, devono essere approvati ed efficacemente implementati piani straordinari di gestioni o piani di controllo delle specie.

6 Nelle aree vocate la caccia al cinghiale è effettuata in battuta secondo quanto previsto dall art. 98 del D.P.G.R. 33/R del I cacciatori sono riuniti in squadre composte da almeno quaranta iscritti e le battute si possono effettuare con la presenza di almeno diciotto iscritti alla squadra. Nelle aree non vocate, secondo quanto previsto dall art. 88 del D.P.G.R. 33/R del 201, le modalità di caccia sono fissate dalla Provincia all interno del Programa di Gestione e di Controllo. Fino ad oggi nelle aree non vocate la caccia al cinghiale è stata svolta in forma singola senza che da parte dell ATC siano state messe in atto forme di controllo del numero di capi abbattuti. 3. DISTRIBUZIONE PROVINCIALE E CARTA DELLA VOCAZIONALITA Il cinghiale è distribuito uniformemente in tutto il territorio agro forestale della Provincia escluso le porzioni più intensamente urbanizzate dei singoli comuni; la superficie complessivamente occupata dalla specie raggiunge i ettari (93,9% della superficie Provinciale) (Fig. 1). Nella Fig. 2 è indicata l area vocata del cinghiale in Provincia di Lucca, che corrisponde sostanzialmente alla superficie interessata dai boschi (ha ).

7 Fig. 1. Carta di distribuzione del cinghiale in Provincia di Lucca

8 Fig. 2 Carta di vocazione del cinghiale in Provincia di Lucca

9 4. ANALISI DEI DANNI E INTERVENTI DI PREVENZIONE L analisi e il monitoraggio costante dell impatto della fauna selvatica sulle colture agricole costituisce uno degli aspetti essenziali per una strategia di gestione finalizzata alla riduzione del conflitto tra i diversi soggetti coinvolti. La conoscenza accurata dei danni permette infatti di effettuare interventi mirati di prevenzione e, nel caso, di controllo della specie che ha provocato i danni ai sensi dell art. 37 della L.R. 3/1994. Nel contempo, la conoscenza del fenomeno danno, permette, unitamente al monitoraggio della dinamica delle popolazioni, di definire le densità obiettivo compatibili con le attività agricole. Nel corso del 2013 sono pervenute all ATC Lucca 11, 27 domande di accertamento dei danni per un importo complessivo di ,70 di cui ,60 a carico del cinghiale. Tab. 2 importi (in euro) relativi ai danni da cinghiale nell ATC Lucca 11 nel periodo ANNO AREA VOCATA AREA NON VOCATA TOTALE DANNI CINGHIALE % DANNI AREA VOCATA % DANNI AREA NON VOCATA , , ,44 93% 7% , , ,58 76% 24% , , ,25 80 % 20% , , ,60 76% 24% Nell ATC Lucca 12, nel corso dell anno 2013, sono pervenute 92 pratiche di risarcimento danni per un importo complessivo di ,60 di cui ,80 a carico del cinghiale, pari al 74% del totale dei danni stimati. La maggior parte dei danni si sono verificati nella aree non vocate alla specie, come risulta dalla Tab. 3. Tab.3 importi (in euro) relativi ai danni arrecati dal cinghiale nell ATC Lucca 12 nel periodo ANNO AREA VOCATA AREA NON VOCATA TOTALE DANNI CINGHIALE % DANNI AREA VOCATA % DANNI AREA NON VOCATA , , ,06 14% 86 % , , ,77 14% 86 % , , ,46 11 % 89 % , , ,80 14% 86% Per quanto concerne i danni di competenza provinciale, nel 2013 sono pervenute 4 domande di risarcimento danni alle colture agricole nelle zone a divieto di caccia per un importo complessivo riconosciuto di 2.177,10 di cui 1088,55 a carico del cinghiale (pari al 50% del totale). I danni arrecati dal cinghiale alle colture agricole si sono verificati unicamente nella Zona di protezione del Bientina, all interno della zona non vocata al cinghiale. La coltura oggetto di danno da parte del cinghiale è stata quasi esclusivamente la coltura di mais (Tab. 4).

10 Tab.4 importi (in Euro) relativi ai danni arrecati dal cinghiale nelle zone a divieto di caccia della Provincia Anno 2010 Anno 2011 Anno 2012 Anno 2013 Zona di protezione del Bientina 2.599, ,55 Zona di protezione del Fiume Serchio 8.996, ,27 TOTALE 8.996, , ,55 Tab. 5 importi (in Euro) relativi ai danni arrecati alle opere approntate sui terreni coltivati e a pascolo ANNO TIPO TERRITORIO COLTURA SPECIE IMPORTO 2010 Territorio a caccia programmata uliveti/vigneti/frutteti cinghiale , Territorio a caccia programmata uliveti/vigneti/frutteti cinghiale , Territorio a caccia programmata uliveti/vigneti/frutteti cinghiale 2013 Territorio a caccia programmata uliveti/vigneti/frutteti cinghiale In fase di analisi per chiarimenti normativa di riferimento TOTALE ,00 Nella destinazione delle risorse disponibili per la tutela delle colture agricole, deve essere garantita da parte della Provincia e degli ATC priorità al finanziamento delle iniziative di prevenzione danni, secondo quanto stabilito dal P.R.A.F , che devono essere predisposte tenendo conto della realtà agricola presente sul territorio, dell ammontare dei danni che si sono verificati, delle popolazioni animali presenti e delle caratteristiche dei luoghi. Oltre ai sistemi preventivi classici (recinzioni elettriche e metalliche, protezioni acustiche, repellenti., etc.) è possibile implementare, anche in via sperimentale, sistemi innovativi di prevenzione. Costituiscono comunque azione di prevenzione tutti gli interventi agronomici, ambientali e selvicolturali in grado di offrire alla fauna selvatica fonti trofiche alternative alle produzioni agricole, per cui laddove possibile, devono essere privilegiati, ai sensi del P.R.A.F punto 4.4., gli interventi di miglioramento ambientale e i progetti di dimensioni comprensoriali, coordinati con specifici interventi complementari, realizzati tramite la collaborazione tra cacciatori ed agricoltori. In questo quadro, nel corso degli ultimi anni, sono stati finanziati agli Ambiti Territoriali di Caccia progetti per attività di prevenzione danni da fauna selvatica alle colture agricole, al fine di ridurre l impatto esercitato dalle specie selvatiche, in primis il cinghiale, sull ecosistema agrario. Sono stati pertanto concessi agli agricoltori, da parte degli Enti competenti, diversi sistemi di prevenzione del danno, principalmente recinzioni elettrificate ma anche sostanze repellenti in grado di agire sul gusto e/o olfatto dell animale (Tab. 6).

11 Questi metodi sperimentati in diverse realtà della provincia su colture come mais, girasole, vigneti hanno contribuito a ridurre l entità dei danni da parte del cinghiale. Tab. 6 Interventi di prevenzione concessi dagli Enti competenti agli agricoltori. Metodi di prevenzione concessi Investimento economico ( ) ATC LUCCA recinti elettrificati , recinti elettrificati 9.894, recinti elettrificati 8.724, recinti elettrificati 5.495,53 ATC LUCCA recinti elettrificati 2.156, recinti elettrificati 10 sostanze repellenti 5.154, recinti elettrificati 17 sostanze repellenti 7.738, recinti elettrificati 43 sostanze repellenti ,15 PROVINCIA recinti elettrificati , recinti elettrificati 1 dispositivo acustico 1 rete metallica recinti elettrificati 1 rete metallica recinti elettrificati 1 rete metallica 8.761, , ,49 A queste misure di prevenzione, ai fini del contenimento dei danni da cinghiali, sono state affiancati anche interventi di foraggiamento dissuasivo che si sono rilevati utili al fine di ridurre le abitudini erratiche della specie ed impedire, per quanto possibile, il suo sconfinamento all interno delle aree ad essa non vocate.tali interventi sono stati realizzati in aree limitate dei due Ambiti Territoriali di Caccia, individuate cartograficamente, all interno delle aree boscose dei distretti di gestione.

12 Nel corso del 2014 l ATC Lucca 12 ha individuato un unico punto di foraggiamento in località Coselli (comune di Capannori). L ATC Lucca 11 ha allestito circa 65 punti di foraggiamento con estensione media 0,5 ha sia nel 2013 che nel I punti sono stati individuati in aree lontane da colture in atto e all interno di aree boscate e ha visto l esclusivo utilizzo di mais da granella. Per quanto riguarda il foraggiamento dissuasivo questo sarà autorizzato su specifica richiesta da parte dell ATC su valutazione del tecnico incaricato sulla base dell andamento del piano di gestione, delle richieste danni attuali e sulla valutazione dello storico. Si potranno utilizzare cereali sfusi o meglio pannocchie di mais. Verrà proibito l utilizzo di pane e simili, scarti alimentari o scarti di macellazione. Non si potranno allestire più di 2 punti di aggranamento per Km quadrato con non più di 1 kg di granaglie al giorno per punto. L utilizzo del foraggiamento potrà essere utilizzato anche presso i punti di sparo esclusivamente durante l applicazione del controllo diretto. 5. GESTIONE DEL CINGHIALE NELLE AREE VOCATE In base al D.P.G.R. n. 33/R 2011 art. 87 Regolamento di attuazione della legge regionale 13 gennaio 1994 n. 3 la Provincia individua nel Piano Faunistico Venatorio Provinciale per la gestione degli ungulati i territori vocati, la cui gestione è attuata individuando un unità di gestione per ogni popolazione presente sul territorio. L unità di gestione può comprendere i distretti di gestione, definiti dagli ATC. I Comitati di gestione degli ATC, sentiti i cacciatori di cinghiale iscritti, individua, per ogni Distretto, zone di caccia o aree di battuta. Nella tabella sottostante (Tab. 7) sono indicati i dati principali relativi ai distretti di caccia al cinghiale per ciascun Ambito Territoriale di Caccia della Provincia nel periodo Nell analisi di detta tabella vi è da tenere conto che a seguito della Delibera di Consiglio Provinciale n. 81/2008 l ATC Lucca 11 ha subito un ampliamento andando ad includere complessivamente 16 comuni. Tab. 7 Dati principali relativi ai distretti di caccia al cinghiale per ciascun Ambito Territoriale di Caccia della Provincia nel periodo STAGIONE VENATORIA AREA VOCATA ha ATC LUCCA 12 AREA DISTRETTI ha N. DISTRETTI N. CACCIATORI N. SQUADRE 2005/ / / / / /

13 2011/ / / ATC LUCCA 11 AREA AREA STAGIONE N. N. VOCATA DISTRETTI VENATORIA DISTRETTI CACCIATORI ha ha N. SQUADRE 2005/ / / / / / / / / La Provincia, ai sensi dell art. 28 bis comma 3 della L.R. 3/1994, predispone il piano annuale di gestione e prelievo degli ungulati, che deve garantire il raggiungimento e il mantenimento delle densità sostenibili, anche interspecifiche, definite a livello locale, tenuto conto degli effettivi danneggiamenti alle coltivazioni agricole e ai boschi, perseguendo gli obiettivi indicati nel piano faunistico venatorio provinciale. Nella tabella sottostante (Tab. 8) sono riportate le densità obiettivo indicative per aree a diversa vocazione per il cinghiale (Piano Faunistico Venatorio Provinciale 2006/2010). Tab. 8 densità obiettivo indicative per aree a diversa vocazione per cinghiale VOCAZIONE CARATTERISTICHE AMBIENTALI DENSITA POTENZIALE DENSITA OBIETTIVO Aree non vocate Aree ad alta Basse 0 ind./km 2 prevalenza di colture agricole con scarsa presenza di bosco e territori naturali o seminaturali Aree a bassa vocazione Aree con alta Sino ad elevate Basse (normalmente frammentazione del inferiore a 3 ind./km 2 ) bosco e degli altri ambienti naturali e

14 semi naturali, fortemente interdigitati con aree coltivate Aree ad alta vocazione Aree a scarsa Da media ad elevata frammentazione degli ambienti naturali e semi naturali, con prevalenza del bosco Aree protette Aree solitamente caratterizzate da alta naturalità Da media ad elevata Medio elevata (indicativamente comprese fra 3 ind./km e 10 ind./km 2 ). a condizione che non si registrino danni sensibili al patrimonio agro forestale o alle altre componenti delle zoocenosi terrestri. In questi casi la densità può essere fissata anche a densità < 3 ind/km 2 Qualsiasi densità che non provochi danni sensibili al patrimonio agro forestale o alle altre componenti delle zoocenosi terrestri. Di seguito sono riportate in dettaglio le densità obiettivo per il cinghiale nei Distretti di gestione presenti negli Ambiti Territoriali di Caccia Lucca 12 e Lucca 11 per la stagione venatoria Tab. 9 ATC LUCCA 12. Densità obiettivo nei vari distretti. Distretto Comuni interessati Sup. Totale (ha) Percentuale Densità obiettivo bosco 1 Seravezza Stazzema Nord 3639,9 92,5 3,5 2 Pietrasanta Stazzema SUd ,7 3,5 3 Camaiore 2149,9 77,7 2,5 4 Pescaglia 6296,9 89,2 3,5 5 Massarosa 4649,3 78,5 2,5 6 Monti Pisani ,3 3,0 7 Brancoleria 3371,2 89,5 3,5 8 Capannori Nord Villa Basilica 4934,3 94,2 3,5 9 Bagni di Lucca Sud 6484,6 98,6 3,5 10 Lucca Borgo Mozzano 6966,8 79,7 2,5 Fabbriche di Vallico 11 Bagni di Lucca Nord 5797,7 88,0 3,5 13 Barga Coreglia Antelminelli 6096,5 94,4 2,5

15 Tab. 10 ATC LUCCA 11. Densità obiettivo prevista al termine della Stagione Venatoria nei vari distretti Distretti di Gestione Comuni interessati Sup. totale (ha) Percentuale bosco Densità obiettivo 1 Giuncugnano Sillano % 1.8 capi per km 2 2 S. Romano Villa Collemandina % 4.4 capi per km 2 12 Gallicano Molazzana Vergemoli % 5.8 capi per km 2 14 Careggine Vagli Castelnuovo % 2.7 capi per km 2 15 Castiglione Fosciandora Pieve Fosciana % 1.7 capi per km 2 16 Minucciano Camporgiano % 2.0 capi per km 2 17 Piazza al Serchio % 3.3 capi per km 2 TOTALE % capi per km 2 La densità agricola e forestale individuata per ciascun distretto potrà essere modificata anche annualmente a seguito dell acquisizione di ulteriori informazioni circa le diverse tipologie di colture presenti sul territorio e sulla consistenza delle popolazioni di cinghiale. La gestione del cinghiale che si propone non può che essere una gestione adattativa intendendo con essa l attuazione di una serie di azioni e soluzioni tecniche che consentano di risolvere in maniera dinamica i vari aspetti del problema presenza cinghiale che di volta in volta si possono porre per raggiungere l obiettivo prefissato: il conseguimento di una densità di popolazione che mantenga i danni al patrimonio agricolo al livello più basso possibile, per renderli socialmente ed economicamente accettabili. I piani annuali redatti dai due Ambiti Territoriali di caccia ricadenti sul territorio provinciale sono riportati negli Allegati A e B del presente atto. Allegato A : ATC Lucca 11.Piano di gestione del cinghiale stagione venatoria Allegato B: ATC Lucca 12.Piano di gestione del cinghiale stagione venatoria

16 6. PIANO DI GESTIONE E CONTROLLO DEL CINGHIALE 6.1. RISULTATI DEI PIANI DI CONTROLLO APPLICATI SUL TERRITORIO PROVINCIALE Controllo diretto L analisi dei risultati ottenuti attraverso l applicazione del Piano di Controllo del cinghiale contenuto all interno del Piano di Gestione e Prelievo degli ungulati fino ad ora vigente evidenzia l utilizzo principalmente delle seguenti metodiche: tipologia abbattimento n. n. animali n. n. animali interventi abbattuti/catturati interventi abbattuti/catturati Braccata Girata Tiri selettivi notturni Trappola 1 2 Totale COMUNE N. ANIMALI N. BRACCATE N. GIRATE n. interventi TRAPPOLA di TIRO singolo LUCCA CASTELNUOVO 1 2 S.ROMANO CAMPORGIANO COMUNE N. ANIMALI N. BRACCATE N. GIRATE n. interventi di TIRO singolo LUCCA PIETRASANTA BORGO A 1 2 MOZZANO MINUCCIANO 1 S.ROMANO 1 MASSAROSA 2 2 TRAPPOLA

17 L applicazione di tale Piano prevedeva, la dove vi era segnalazione di danni da cinghiale, l applicazione in primis di metodi ecologici. A tal fine, oltre all utilizzo dei metodi di prevenzione del danno fino a qui richiamati, venivano realizzati, ove possibile, in relazione al contesto circostante, alla presenza di strade altamente trafficate o, comunque, di barriere naturali o artificiali difficilmente valicabili, interventi di allontanamento dei cinghiali verso aree contermini non passibili di danneggiamento accompagnando tali operazioni con la realizzazione di punti di foraggiamento artificiale per mantenere in loco gli animali. Tali azioni quasi mai hanno ottenuto l effetto sperato se non per pochi giorni. La Provincia, nel tentativo di mettere in campo tutte le metodiche possibili al fine di attenuare la pressione dei cinghiali sul territorio, ha inoltre coinvolto alcuni dei Comuni interessati maggiormente da episodi ricorrenti e puntuali di presenza della specie che hanno emanato ordinanze ingiuntive di pulizia dei terreni ai privati proprietari di quei terreni che, incolti e ricoperti da vegetazione arbustiva in abbandono, spesso in vicinanza di abitazioni, venivano utilizzati quali rimesse dai cinghiali. 6.2 GESTIONE E CONTROLLO DEL CINGHIALE L esperienza degli ultimi anni ha posto in luce come difficilmente gli interventi di riduzione numerica nelle zone non vocate alla presenza del cinghiale, applicati attraverso la caccia, abbiano sortito da soli gli effetti voluti. In particolare, il ruolo dell ATC sui cacciatori iscritti risulta in queste particolari aree assai depotenziato. Infatti, come detto, la caccia nelle aree non vocate si è svolta, fino ad oggi, esclusivamente in forma singola senza alcun controllo sui capi abbattuti se non, eventualmente, la semplice lettura dei tesserini regionali. Pertanto i Comitati di Gestione degli ATC non si sono dotati di strumenti operativi diretti per poter verificare l entità dei prelievi in queste aree né potevano condizionare le attività incrementandole a seconda delle esigenze. Negli ultimi anni infatti si è registrato nella nostra Provincia una presenza abnorme di cinghiali che ha turbato il relativo equilibrio soprattutto in quei comuni dove ancora si pratica una agricoltura di complemento del reddito legata a tradizioni familiari e a proprietà talora di modestissima estensione. Le coltivazioni prevalenti di viti, olivi, e piccoli appezzamenti orticoli o a mais hanno subito assalti ricorrenti da parte dei cinghiali che oltre al danno diretto alle produzioni e ai fondi agricoli hanno distrutto scoline, sistemi di ritenzione dei terreni, muretti a secco, poggi e opere dirette a controllare il deflusso delle acque. Il risultato di questa situazione si concretizza in un progressivo abbandono di territori finora coltivati nonostante la relativa marginalità con una compromissione della qualità del territorio. Inoltre questa presenza anomala in contesti spaziali dove l incompatibilità è manifesta oltre a provocare danneggiamenti alle colture e ai suoli, crea anche una condizione di insicurezza indotta negli abitanti di aree dove fino ad ieri questi animali non erano presenti e che pertanto non sono abituati a convivere con animali selvatici di stazza come i cinghiali. Vi è poi da considerare anche l aspetto degli impatti di queste presenze sugli spazi funzionali correlati come ad esempio la viabilità principale e secondaria, le pertinenze delle abitazioni, i giardini, etc. Da un punto di vista economico è da tenere in considerazione che le norme del Piano Regionale Agricolo Forestale che prevedono l indennizzo ai soli agricoltori professionali non lasciano emergere a livello di quantità di indennizzi la reale situazione dei danneggiamenti estesi alle piccole colture familiari tanto più rilevanti quanto non soggette ad alcun ristoro economico.

18 Le indicazioni gestionali Risulta evidente come sia del tutto inadeguata la funzione ed il ruolo sinora avuto dagli Ambiti Territoriali di Caccia sulla gestione delle aree cosiddette non vocate alla presenza del cinghiale soprattutto se posto in raffronto ad una serie di indicazioni normative relative ai compiti assegnati agli ATC che si indicano pur senza pretesa di esaustività : L.R. 3/94 art. 12 comma 1) lettera d) svolge i compiti relativi alla gestione faunistico venatoria degli ungulati ; DPGRT 33/r/2011 art. 89 comma1 lett. b) organizza per ciascuna specie (di ungulati ndr) censimenti o stime annuali delle popolazioni; lettera e) individua modalità, localizzazione e tempi di effettuazione dei prelievi (di ungulati ndr), nel rispetto della normativa vigente. La principale indicazione del presente programma va quindi ricercata nel ritagliare un ruolo di maggior protagonismo dei Comitati di Gestione degli ATC nella gestione delle zone ove la presenza del cinghiale non è compatibile con le attività agricole. Si ritiene pertanto che gli ATC della Provincia di Lucca debbano introdurre un regime particolare di gestione delle aree non vocate che passi attraverso la previsione di una razionalizzazione del prelievo venatorio per quanto riguarda la caccia al cinghiale facoltà a loro assicurata dalla vigente normativa si sensi di quanto previsto dall art. 12) comma 1) lettera C) del Regolamento approvato con DPGRT 33/r/2011. Tale particolare regime opportunamente regolamentato dagli ATC deve essere aperto a tutti gli iscritti e realizzato in territori delimitati riferibili alle aree non vocate alla caccia al cinghiale così come individuate nel Piano Faunistico Venatorio. Esso dovrà prevedere i tempi e le modalità di svolgimento nonché le rispettive aree dove possano essere esercitate sia le forme di caccia singole che quelle in battuta. A tal proposito il presente Programma di Gestione prevede espressamente ai sensi dell art. 98 comma 1) del Regolamento approvato con DPGRT 33/r/2011 che il regime di razionalizzazione del prelievo introdotto dagli ATC nelle aree non vocate escluda esplicitamente la caccia in battuta in tutte quelle aree ove le condizioni ambientali non consentano di operare in sicurezza evitando anche solo potenziali pericoli alla incolumità delle persone avendo specifico riguardo alle particolari dinamiche di interazione che vengono a crearsi durante le azioni di caccia in braccata. Infine le forme di razionalizzazione del prelievo introdotte dagli ATC debbono espressamente prevedere le modalità di monitoraggio dei risultati conseguiti e particolari disposizioni relativi alla sicurezza delle attività di caccia. A tal scopo dovrà essere predisposta una apposita modulistica ad uso dei cacciatori e riservata al monitoraggio di dette attività e i Comitati di Gestione dovranno altresì introdurre l obbligo di apposizione sui capi abbattuti di fascette inamovibili o marcature auricolari o l utilizzo di altri dispositivi comunque denominati e destinati ad un controllo dei prelievi. Sul tema della sicurezza si prescrive che tutti i soggetti operanti all interno del regime particolare di gestione indossino nell esercizio delle attività di caccia al cinghiale indumenti ad alta visibilità. Entro il 31 marzo gli ATC hanno l obbligo di far pervenire alla Provincia di Lucca i dati riepilogativi relativi sia alle attività di caccia singola che di quelle in battuta riferiti a ciascuna area individuata e ogni altro dato utile a definire i risultati conseguiti dalle azioni di razionalizzazione del prelievo anche con riferimento allo sforzo di caccia applicato.

19 La regolamentazione del regime particolare di gestione e razionalizzazione del prelievo introdotto ai sensi dall art. 12) comma 1) lettera C) del Regolamento approvato con DPGRT 33/r/2011 dovrà essere sottoposto a preliminare presa d atto del Dirigente del Servizio competente della Provincia di Lucca che ne verificherà la corrispondenza alle indicazioni del presente Programma di Gestione. Periodi e aree di intervento La caccia al cinghiale nelle aree non vocate è consentita per la stagione venatoria 2014/2015 dal 01 ottobre 2014 al 30 ottobre 2014 e dal 01 dicembre 2014 al 31 gennaio 2015 così come previsto dalla Deliberazione della Giunta Provinciale n 120 del 29/07/2014. L attuazione degli interventi di controllo diretto è prevista durante tutto l anno a seguito di specifiche richieste da parte degli agricoltori e di verifica da parte del personale tecnico della Provincia e/o degli ATC della reale necessità dell intervento. Gli interventi potranno essere realizzati su tutto il territorio provinciale ove sia presente il cinghiale, a partire dalle così dette aree problematiche individuate dalla Regione Toscana con Delibera n. 373 del 05/05/2014. L attività di controllo è volta a mitigare puntuali situazioni di emergenza. Tali situazioni, per le quali non abbiano dato risultati efficaci azioni di contenimento ecologico o per le quali, anche per esperienza pregressa, non sia risolutivo l applicazione di tali metodi, saranno verificate puntualmente dal personale tecnico e l Ufficio della Provincia autorizzerà gli interventi necessari al fine di ridurre o prevenire localmente i danni alle produzioni agricole anche non professionali o alle opere approntate sui terreni agricoli. Negli istituti di cui all art. 6 bis comma 4 lettere a), b), c), d), e g), della L.R. 3/94, qualora la densità del cinghiale risulti non compatibile con lo svolgimento delle attività agricole o con le finalità per le quali le aree sono state istituite, si potrà prevedere la realizzazione di azioni di contenimento del cinghiale in concomitanza con la realizzazione degli abbattimenti nei distretti vicini o adiacenti. Pertanto dal 1 novembre al 31 dicembre nelle aree in cui siano compatibili con la tipologia del luogo e la sicurezza si potranno prevedere azioni di scaccio verso le contermini aree di battuta. Ove tali azioni non siano realizzabili si procederà con azioni di abbattimento localizzato adottando le tipologie della girata, i tiri selettivi notturni e trappolaggi. Durante tutto il rimanente periodo dell anno, dovranno essere valutati tipologia di danno, (coltivazioni agricole, soprassuolo boschivo, altra fauna selvatica) anche con riferimento ai territori contermini e, ove necessario, messe in atto azioni di abbattimento localizzato. L Ufficio provvederà ad autorizzare tutti gli interventi di cui sopra con appositi atti nei quali saranno indicati i tempi e le modalità di attuazione. Obiettivi Attuare una gestione consapevole e coordinata della specie tra i diversi attori presenti sul territorio compresi i Parchi Regionali e Statali

20 Mettere in sinergia le diverse forme di azione al fine di ottenere densità sostenibili dei cinghiali Investire nella sperimentazione e diffusione delle migliori tecniche per la prevenzione dei danni da cinghiale. Monitorare costantemente i risultati e i dati provenienti dal territorio per affinare le metodiche di intervento così da aumentare l incisività e limitare il disturbo alle altre specie di fauna. Metodi Per l effettuazione del controllo diretto saranno adottati i seguenti metodi: tiri selettivi notturni con ausilio del faro su zone di pasturazione; girata; trappolaggi; Il metodo della braccata verrà utilizzato, esclusivamente, in situazioni di comprovata necessità ed eccezionalità previa acquisizione di parere favorevole ISPRA su ogni singolo intervento. L individuazione della modalità di attuazione dei singoli interventi di contenimento, verrà effettuata in accordo con la Polizia Provinciale, volta, volta, dopo una accurata valutazione dei danni registrati e attribuibili ai cinghiali e della pressione di questi, in generale, sul territorio anche circostante e del contesto ambientale nel quale si dovrà operare. L Ufficio autorizzerà i singoli interventi e il personale coinvolto con il coordinamento della Polizia Provinciale. Per ogni zona, negli atti autorizzativi dei singoli interventi, verrà fissato il contingente massimo di cinghiali abbattibile. Ad ogni abbattimento dovrà essere verificato il sesso, la classe di età, peso pieno e vuoto, lunghezza totale, circonferenza torace e collo, altezza al garrese, lunghezza del garretto, numero e lunghezza di eventuali feti presenti. Personale All esecuzione degli interventi di controllo saranno autorizzati i soggetti previsti dal comma 4 dell art. 28 bis nonché dal comma 3 dell art. 37 della L.R. 3/94, alla presenza diretta di un agente di vigilanza di cui all art 51 della L.R. 3/94. Tali soggetti per gli interventi sul territorio a caccia programmata potranno essere individuati tra gli iscritti alle squadre di caccia al cinghiale della ATC competente per territorio su coordinamento della Polizia Provinciale che sovraintenderà alle operazioni ai sensi degli articoli sopra richiamati o verranno individuati direttamente dall Ufficio. Qualora la Polizia Provinciale lo ritenga opportuno potrà attuare direttamente gli interventi di controllo. Per l attuazione degli interventi di controllo ci si potrà anche avvalere anche di altri soggetti in possesso di abilitazione di cui all art. 37 della L.R. 3/94 diversi da quelli iscritti nelle squadre di caccia al cinghiale. In tal caso ci si dovrà avvalere in primis dei proprietari o conduttori dei fondi nei quali si attuano i piani di abbattimento e successivamente in ordine di importanza decrescente dei: residenti all interno dell area in cui viene attuato il piano di controllo; residenti in aree contigue all area in cui viene attuato il piano di controllo; residenti nel comune all interno del quale ricade l area in cui viene attuato il piano di controllo; altri soggetti abilitati residenti in comuni limitrofi. Nel caso di interventi di caccia in battuta (braccata), specificatamente autorizzati da ISPRA, si avrà riguardo a far intervenire squadre operanti nel territorio del Distretto di caccia al cinghiale interessato o in Distretti limitrofi nel caso di zone non vocate o a divieto di caccia, fatta eccezione per particolari esigenze che consiglino una scelta diversa in funzione del risultato atteso.

21 Sicurezza Dovranno essere adottate tutte le misure precauzionali, necessarie per la salvaguardia della pubblica incolumità compreso l obbligo di allontanare le persone estranee alle operazioni. La Polizia Provinciale potrà impartire tutte le disposizioni che riterrà opportune al fine della sicurezza delle operazioni di abbattimento ivi compresa la sospensione delle stesse qualora lo ritenga necessario per ragioni organizzative e/o di sicurezza. Il personale di vigilanza intervenuto, dopo ogni operazione, dovrà redigere un apposito verbale con indicata la località di intervento, il numero dei capi osservati e quelli abbattuti dagli autorizzati; il verbale redatto dalla vigilanza volontaria dovrà essere controfirmato dalla Polizia Provinciale. Tutti i soggetti intervenuti alle operazioni di controllo del cinghiale dovranno indossare indumenti ad alta visibilità. Destinazione capi abbattuti I capi abbattuti durante le azioni di controllo saranno destinati ai proprietari e conduttori dei fondi che abbiano subito danno da cinghiale negli ultimi due anni fatte salve eventuali soggetti già indennizzati o per i quali siano in corso le procedure di indennizzo. La quota non utilizzata per rifondere i danni sarà destinata ai partecipanti alle azioni di abbattimento a copertura dei costi di organizzazione degli interventi. Qualora i capi non siano utilizzati per rifondere i danni o per rimborsare i costi sostenuti per l intervento, dovranno essere inviati, come previsto dall art. 37 comma 6 ter della L.R. 3/94, ai centri di lavorazione abilitati ai sensi del regolamento emanato con decreto del Presidente della Giunta Regionale 1 agosto 2006 n. 40/R.

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