La violenza contro le donne nella metodologia dei Centri Antiviolenza
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- Giuseppe Buono
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1 La violenza contro le donne nella metodologia dei Centri Antiviolenza Dott.ssa Simona D Angelo Coordinatrice Équipe CeDAV Onlus, Centro Donne Antiviolenza -
2 I CENTRI ANTIVIOLENZA Cosa sono Da chi sono gestiti
3 I CENTRI ANTIVIOLENZA Luoghi predisposti per accogliere le donne che hanno subìto violenza di genere, in qualsiasi forma essa si concretizzi, indipendentemente dalla loro nazionalità, etnia, religione, orientamento sessuale, stato civile, credo politico e condizione economica. Sono gestiti da organizzazioni di donne, attive ed esperte nell accoglienza, offrono protezione, sostegno a donne vittime di violenza intra e extra-familiare e ai loro figli/figlie minori. Definizione da Raccomandazioni del Forum delle Esperte della Conferenza dell Unione Europea sulla Violenza contro le donne, Colonia 1999; Manuale WAVE - Women Against Violence in Europe, per l apertura e la gestione dei centri antiviolenza
4 Il ruolo dei Centri Il ruolo dei Centri Antiviolenza è prima di tutto quello di proteggere le donne e i figli/e eventuali e di assicurarsi che tutti gli interventi vengano coordinati in modo da creare una rete di protezione alle vittime.
5 Disponibilità 24h L ottica di genere L ascolto telefonic o La specificità della relazione d aiuto nei Centri Antiviolenza Il lavoro di équipe Donne che aiutano altre donne Segretezza e anti discriminazione Gratuità Empowermen t Diritto all autodeterminazio ne
6 Differenza di genere I Centri operano all interno dell ottica della differenza di genere, ritengono la violenza maschile alle donne una violenza che ha radici nella disparità di potere tra i sessi. È proprio partendo dal riconoscimento del genere che si concretizza l aiuto che si può dare alle donne.
7 Riconoscimento del genere La donna come persona porta con sé VISSUT O POTENZIALIT À La donna ha un valore intrinseco: RISORS il VALORE DELLA DIFFERENZA. Ed è solo partendo da questo che si può lavorare in maniera differente. E
8 Relazione di genere Nella relazione di genere la donna accolta sperimenta o risperimenta un Sé positivo, una nuova fiducia in se stessa che la condurrà alla ricostruzione della propria esistenza.
9 Autodeterminazione Riacquisire autostima, riappropriarsi della propria vita e di tutte le risorse per rendersi indipendente dal controllo del partner.
10 Empowerment Rafforzarsi, riguadagnare forza personale, emotiva e psicologica per lasciare il violento o cambiare una relazione impari, se si decide di restare con lui.
11 Segretezza e Anti discriminazione Ogni donna viene accolta nel massimo rispetto della segretezza senza distinzione di età, ceto sociale, culturale, etnica o professionale.
12 Gratuità I servizi offerti dai centri Antiviolenza sono generalmente gratuiti, con una compartecipazione alle spese nelle Case Rifugio in base alle proprie entrate.
13 Donne in Rete I Centri Antiviolenza sono organizzazioni di donne che lavorano con altre donne per le donne...
14 Metodologia Dott.ssa Simona D Angelo Coordinatrice Équipe CeDAV Onlus, Centro Donne Antiviolenza -
15 IL CONSENSO La metodologia è validata a livello nazionale ed internazionale. Prevede azioni pensate per la donna (denunce, separazione, attivazione dei servizi pubblici e/o privati, invio presso Case rifugio...) e intraprese solo con il consenso della donna. Il lavoro è svolto a suo vantaggio, secondo i presupposti della protezione, della riservatezza e del non giudizio da parte delle operatrici.
16 L INTERVENTO L intervento a carattere relazionale o psicosociale, non terapeutico in senso tecnico: colloqui a cadenza periodica e di durata variabile, finalizzati al raggiungimento di obiettivi stabiliti con la donna e per tappe concordate. Relazione che si instaura tra la donna che ascolta e la donna che si racconta: tramite che permette a quest ultima di raggiungere un cambiamento, una conoscenza più consapevole di se stessa e delle proprie capacità.
17 L ACCOGLIENZA (1) Si basa sulla relazione tra donne, implica un rimando positivo del proprio sesso/genere. Ogni donna accolta ha l opportunità di intraprendere un percorso di autonomia, consapevolezza, empowerment.
18 L ACCOGLIENZA (2) Le operatrici del Centro sostengono la donna tramite un ideazione condivisa del suo progetto individuale. Il percorso di uscita della violenza verrà negoziato in un continuo processo di reciprocità, senza giudizio.
19 Il percorso di ricerca d aiuto Chiede aiuto Accogliere la richiesta di aiuto Spesso le storie sembrano simili, in realtà ogni donna è diversa e agisce in contesti differenti. Molte cercano per mesi o per anni di fare in modo che lui cambi e si decidono a lasciare il partner violento solo quando ogni strada è stata percorsa. Necessitano di tempo e di un lungo percorso di sostegno per riconoscere la gravità della violenza subita, per rinominare quanto è accaduto, per riconquistare fiducia in se stesse e trovare il coraggio di prendere in mano la propria vita.
20 I BISOGNI DELLA DONNA CHE DECIDE DI RIVOLGERSI AL CENTRO ANTIVIOLENZA ESSERE ASCOLTATA ESSERE CREDUTA SENZA ESSERE GIUDICATA ESSERE AIUTATA A RINOMINARE LE PROPRIE EMOZIONI
21 Metodologia: il primo contatto La metodologia prevede una telefonata molto approfondita che consenta all operatrice di capire i problemi specifici della donna prima dell eventuale accoglienza in sede. Ogni telefonata viene registrata su un apposita scheda personale, nella quale verrà poi annotato tutto il cammino fatto dalla donna all interno del Centro. L ascolto telefonic o Nella scheda vengono raccolti i dati più importanti che fungeranno da indicatori.
22 Metodologia: il primo contatto L aiuto è costruito subito dall altra parte del telefono. È attraverso il primo contatto che si inizia a costruire la o RELAZIONE. Io CI SONO con il mio nome, CI SONO PER TE, Perché TU ESISTI PER ME, perché io TI RICONOSCO L ascolto telefonic
23 Metodologia: non giudizio Alle operatrici viene chiesta una presenza VERA, AUTENTICA, che non distorce i messaggi, che non giudica e non condanna, ma riconosce l altro e la sua storia, accettando il confronto. Assenza di giudizi di valore
24 Metodologia: il non detto Il non detto non è semplicemente tacere per far parlare l altro, l operatrice impara a cogliere ciò che viene detto nelle pause, attraverso i silenzi. Leggere l implicito
25 RINFORZARE senza FORZARE
26 SOGGETTO ATTIVO La donna che vi si rivolge ai Centri è soggetto agente, attrice principale del suo percorso di uscita della violenza, un percorso che la porta a riprendere in mano la sua esistenza. L équipe del Centro struttura con lei, e non per lei, un progetto di ridefinizione, riorganizzazione della propria vita. MAI si sostituisce a lei.
27 Metodologia: riservatezza, rassicurazione, accoglienza GARANTIRE PRIVACY RASSICURARE INVITARE AL CENTRO
28 FILTRO Decodifica del problema Eventuale invio ai servizi
29 Le cose importanti... (1) Crederle Non colpevolizzar e Aiutarla a riconoscere di aver subito una violenza Essere disponibile ad ascoltarla Mantenere la riservatezza Non giudicare Non minimizzare la situazione
30 Le cose importanti... (2) Rispettare i suoi tempi Non sostituirsi a lei nelle decisioni Rispettare le sue decisioni Non imporre consigli Rispettare le sue azioni Non giudicare
31 Non dimenticare che... L ascolto è la prima azione concreta per affrontare e risolvere la situazione di violenza.
32 Non dimenticare che... La violenza subita non è colpa sua.
33 Non dimenticare che... Non esiste giustificazione alla violenza ed è necessario condannarla sempre e in modo esplicito.
34 Non dimenticare che... Bisogna credere alla donna quando esprime il suo bisogno di sicurezza.
35 Non dimenticare che... Bisogna sottolineare l importanza della certificazione medica in tutti i casi di aggressione e informarla sui termini della denuncia.
36 Non dimenticare che... Bisogna fornire tutte le informazioni relative ai Servizi presso i quali potrà rivolgersi per ricevere aiuto.
37 Risultati che si ottengono... Uno screening sommario sulla motivazione e sulle risorse della donna Un confronto informale tra operatrici
38 Promozione dell empowerment L obiettivo di qualsiasi intervento a sostegno delle vittime di violenza dev essere il superamento del senso d impotenza che si prova nei confronti dell aggressore e la promozione dell empowerment in modo da poter ricominciare a condurre una vita autodeterminata.
39 Valutazione del rischio Durante il colloquio occorre definire la domanda della donna e valutare con lei, la strada che è pronta a compiere, tenendo conto della sua storia e dei suoi desideri.
40 Valutazione del rischio Occorre indagare: In quale momento del ciclo della violenza si situa l'intervento. Quale evoluzione ha conosciuto la coppia e la violenza nella storia della coppia (sarà utile trovare e nominare i tipi di violenza e la loro gravità). A quale grado di elaborazione interiore della sua storia è pervenuta (negazione, colpevolizzazione, ricerca di soluzioni per la coppia, o di una soluzione autonoma).
41 Valutare se... (1) La donna riferisce di temere per la propria vita. Gli episodi di violenza accadono anche fuori casa. Il partner è violento anche nei confronti di altri. Il partner è violento anche nei confronti dei/lle bambini/e. Ha usato violenza anche durante la gravidanza. Ha agito violenza sessuale contro la donna. Minaccia di uccidere lei o i/ bambini/e e/o minaccia di suicidarsi.
42 Valutare se... (2) Aumentata frequenza e gravità degli episodi violenti nel tempo. Abuso di droghe da parte del maltrattante. La donna programma di lasciarlo o di divorziare nel prossimo futuro. Il maltrattante ha saputo che lei ha cercato aiuto esterno. Il maltrattante dice di non poter vivere senza di lei, la pedina e la molesta anche dopo la separazione.
43 Valutare se... (3) La donna ha riportato in precedenza lesioni gravi e/o gravissime. Presenza in casa di armi (soprattutto da fuoco) facilmente raggiungibili. Il maltrattatore ha minacciato i parenti o/e gli/le amici/che della donna. La co-presenza di tre o più di questi fattori è indice di ALTO RISCHIO
44 Nel caso in cui la donna si trovi in una situazione ad ALTO RISCHIO è importante studiare con lei un PIANO DI PROTEZIONE
45 Accoglienza e presa in carico L incontro è intessuto di nuove emozioni perché il corpo si aggiunge alla voce; è un po come uscire allo scoperto, come affidarsi all altra. Per questo l operatrice accoglie questa scelta, rendendone un altra di "pura reciprocità": va oltre lo schermo della professionalità per consolidare l INTIMITÀ. AVVIO DELLA CO-PROGETTAZIONE DEL PERCORSO DI MESSA IN SICUREZZA E DI COSTRUZIONE DEL PROGETTO DI AUTONOMIA DELLA DONNA
46 Intimità... come base sicura Consente di cogliere qualsiasi segnale. È una risposta al dolore, un filtro alla sofferenza. È tanto più reale quanto più sentita come intraspecifica, perché avviene sullo sfondo di un unica appartenenza biologica di genere. TRA DONNE NON OCCORRE MIMETIZZARSI
47 Intimità... come atto di maternage Con cui l operatrice accompagna la donna. È un accompagnamento concreto: Dal medico, per refertare l abuso o il maltrattamento; nelle Case Accoglienza, per consentire loro di uscire dai luoghi della violenza; dalle forze dell ordine per depositare la denuncia...
48 Intimità... come forma di conoscenza Con cui l operatrice può gestire l esasperato ascoltando, analizzando il problema, ridefinendolo, illustrando delle prospettive, sostenendo i percorsi di autonomia della donna attraverso la consapevolezza dei suoi diritti, il rafforzamento della propria scelta e dell'autostima.
49 SOSTEGNO E FORMULAZIONE DEL PROGETTO DI CAMBIAMENTO Uscire dal ciclo della violenza richiede spesso periodi medio-lunghi. Il circuito relazionale nel quale la donna è inserita spesso riguarda gli affetti più cari e investe tutte le proprie scelte di vita.
50 SOSTEGNO E FORMULAZIONE DEL PROGETTO DI EVENTUALE ALLONTANAMENTO Coinvolgimento di più operatori per un sostegno non solo sociale e psicologico, ma anche legale (l allontanamento può essere
51 Allontanamento in emergenza (1) La donna deve stare in luoghi sicuri e protetti dove opera personale altamente qualificato, oppure è possibile rivolgersi alla rete parentale o amicale purché sia verificata e salvaguardata la sicurezza. Deve essere accolta presso persone conosciute che acconsentono la scelta delle donne e sostengono il percorso, ciò rappresenta per la donna un aiuto e un punto di forza per uscire
52 Allontanamento in emergenza (2) Il percorso di accompagnamento della donna, sempre a opera dei centri antiviolenza, dovrebbe consentirle di attivare le proprie risorse personali, le risorse familiari e amicali per poter sviluppare un processo di libertà attraverso la ri/acquisizione dell autonomia, in particolare rispetto alla ricerca dell autonomia economica, abitativa e assistenziale.
53 Nuovo progetto di vita (1) La costruzione di un nuovo progetto di vita prevede: Reimpostazione delle relazioni familiari, amicali ed extra- familiari. Narrazione e ri-analisi della storia di maltrattamento/violenza subito/a. Messa in discussione delle relazioni di potere per il riacquisto della propria identità di soggetto liberato.
54 Nuovo progetto di vita (2) Scelta degli strumenti giuridico-legislativi da adottare. Analisi delle proprie competenze/abilità ai fini della ricerca dell attività lavorativa o della riattivazione o riqualificazione della stessa. Ricerca di soluzioni abitative (assegnazione casa coniugale/di convivenza, misure cautelari di ordine di allontanamento).
55 L attività di ascolto ed accoglienza è rinforzata da una serie di attività di supporto: consulenza la consulenza psicologica legale i gruppi di auto aiuto fra donne vittime di violenza i progetti di orientamento e accompagnamento al lavoro
56 Formazione dei Centri Tutte le operatrici e consulenti di accoglienza, volontarie e non, hanno una FORMAZIONE ADEGUATA specifica sulla violenza, coerente con la metodologia di accoglienza praticata nei Centri. Svolgono aggiornamenti continuativi e una supervisione periodica atta a proteggerle dal rischio di burn-out e di traumatizzazione secondaria. I Centri si avvalgono di aiuto esterno e collaborazioni, anche maschili, finalizzate a
57 Il lavoro di Équipe Nei Centri Antiviolenza qualunque decisione debba essere presa viene discussa in équipe. L équipe accoglie e contiene, offre l opportunità all operatrice di non lavorare da sola, di confrontarsi, sfogarsi, crescere sia a livello professionale che personale attraverso le storie altrui che vengono ridiscusse in comune. In équipe si tende a lavorare non per ruoli burocratici ma per competenze e saperi.
58 Grazie per l attenzione! Dott.ssa Simona D Angelo Coordinatrice Équipe CeDAV Onlus, Centro Donne Antiviolenza -
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