RELAZIONE SULL ANALISI DELLA SOPRAVVIVENZA DI 20 LEPRI ADULTE DI RIPOPOLAMENTO IMMESSE SUL TERRITORIO DEL CATO1

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1 COMPRENSORIO ALPINO TO 1 VALLI PELLICE, CHISONE E GERMANASCA RELAZIONE SULL ANALISI DELLA SOPRAVVIVENZA DI 20 LEPRI ADULTE DI RIPOPOLAMENTO IMMESSE SUL TERRITORIO DEL CATO1 A cura di Federica Gaydou e Marco Giovo tecnici faunistici CATO1 Bricherasio, 24 novembre 2008

2 Introduzione e obiettivi della ricerca Visto il divieto di immissione di lepri di provenienza extraregionale per ragioni di ordine sanitario, considerata l enorme difficoltà di reperimento di soggetti di cattura di origine piemontese, si è voluto analizzare la sopravvivenza di soggetti adulti d allevamento rilasciati in primavera, prima del 31 marzo, data limite prevista dalla Legge regionale 70/96 per le immissioni di fauna nel territorio libero alla caccia programmata. I soggetti d allevamento risultano l unica tipologia di animali disponibili per i ripopolamenti, ma mentre il rilascio di esemplari cosiddetti adulti (di non meno di 5/6 mesi di età) in inverno/primavera è fattibile ai sensi della normativa vigente, l immissione di soggetti giovani (di età inferiore) in estate è assolutamente precluso nei territori liberi alla caccia. Materiali e metodi Nella primavera 2008 sono stati acquistati 20 esemplari di lepre dall Allevamento Giachino Silvano di Coazzolo (AT). Tale allevatore è stato individuato sulla base di referenze varie, fra le quali quella del Coordinatore faunistico regionale Dott. Mosso e del CATO2, da alcuni anni acquirente di animali da questo allevamento. Gli animali, nati nel corso del 2007 e tenuti in gabbia, sono stati liberati a fine febbraio 2008 in un recinto di preambientamento, composto da un area a prato e da una porzione a bosco e arbusteto. Lo stock acquistato era composto da 10 maschi e 10 femmine, ed è stato diviso in due lotti identici, uno liberato a Pragelato, a quota 1750 m circa, fra la Comba del Rif e la borgata Gran Puy e l altro rilasciato a Pramollo a quota 1400 m circa sotto l Alpe Lazzarà, nei pressi del bivio per l Alpe Leiretta. Le suddette località sono comprese all interno di due Aree di Caccia Specifica istituite specificatamente per la tutela della Lepre. Tutti gli animali sono stati attentamente controllati, sessati, marcati con marche auricolari e muniti di radiocollare con sensore di mortalità a cura dei tecnici faunistici del CA. Tali operazioni si sono svolte presso l allevamento di provenienza al momento della cattura. Una lepre durante le operazioni di marcatura e sistemazione del radiocollare

3 La liberazione dei due lotti è avvenuta nel tardo pomeriggio del 27 marzo Il monitoraggio prevedeva per i primi 30 giorni il controllo giornaliero degli animali mediante il segnale telemetrico e l eventuale recupero dei radiocollari e dei resti degli animali morti per la determinazione delle cause di mortalità. Successivamente il controllo prevedeva un monitoraggio due volte la settimana fino al terzo mese dal rilascio, quindi un controllo settimanale nel periodo successivo. L obiettivo finale era l analisi della sopravvivenza a 6 mesi dal rilascio (fine settembre), momento fra l altro coincidente con l inizio della stagione venatoria. Per la prima fase di monitoraggio intensivo, visto l impegno piuttosto gravoso, ci si è avvalsi della collaborazione della Dott.sa Elisa Malenotti, successivamente il monitoraggio è stato eseguito esclusivamente dai tecnici del CA. La localizzazione degli animali vivi veniva fatta solitamente utilizzando punti di rilevamento del segnale radio sul versante opposto all area di presenza, in modo da individuare agevolmente e con sufficiente approssimazione la posizione delle lepri senza dover procedere alla triangolazione. Il momento della liberazione Costi della ricerca Le 20 lepri di allevamento sono costate complessivamente 2.718,00 euro. I 20 radiocollari, con segnale di attività e mortalità sono stati acquistati dalla ditta Telenax (Messico) al costo di 2.134,38 euro più 497,82 di IVA e dazi doganali. Oltre ai radiocollari è stata acquistata una radio ricevente modello RX-98 con antenna integrata dalla ditta Televilt (Svezia) al costo di 1.526,00 euro. Il compenso per la collaborazione al monitoraggio intensivo del primo periodo erogato alla Dott.sa Malenotti, comprensivo di rimborsi spese chilometrici, è stato di euro 725,00. Complessivamente, quindi, senza contare i costi del personale dipendente, la ricerca è costata circa euro. La radio ricevente è stata e potrà però essere riutilizzata per altre ricerche (es. camoscio, cervi), e anche i radiocollari recuperati potrebbero essere applicati ad altri animali in caso di eventuali ulteriori ricerche, sino ad esaurimento batteria.

4 Risultati Sopravvivenza Alla data del 23 settembre 2008 (a 180 giorni dalla liberazione) erano ancora in vita 3 esemplari (due maschi ed un femmina), tutti nell area di Pramollo, per un tasso di sopravvivenza complessivo pari al 15%. La mortalità degli animali è stata concentrata nei primissimi giorni successivi alla liberazione: dopo la prima notte le lepri vive erano 16 (9 a Pramollo e 7 a Pragelato), a tre giorni le lepri ancora vive erano 9 (8 a Pramollo e 1 a Pragelato), a sette giorni le lepri vive erano 6 (5 a Pramollo e 1 a Pragelato), a 20 giorni le lepri vive erano solo più 4 (tutte a Pramollo). Due delle tre lepri sopravvissute sono state abbattute successivamente durante la regolare attività venatoria (rispettivamente il 28 settembre e il 12 ottobre) N. animali vivi Giorni Sopravvivenza delle lepri nei primi 180 giorni dal rilascio Giorni di vita Frequenza Sesso Area Data morte presunta dopo la liberazione* F PRAMOLLO 01-apr M PRAMOLLO 09-apr M PRAMOLLO F PRAMOLLO 01-apr M PRAMOLLO M PRAMOLLO 02-apr F PRAMOLLO 03-giu F PRAMOLLO M PRAMOLLO 30-mar F PRAMOLLO 28-mar F PRAGELATO 28-mar M PRAGELATO 29-mar F PRAGELATO 28-mar F PRAGELATO 30-mar M PRAGELATO 30-mar F PRAGELATO 30-mar M PRAGELATO 13-apr F PRAGELATO 20-mar M PRAGELATO 28-mar F PRAGELATO 30-mar 2 * fino al 180 giorno Data di morta e durata in vita delle lepri immesse

5 A parte i tre individui ancora in vita dopo 6 mesi, la sopravvivenza media degli altri 17 esemplari è stata parti a 7,1 giorni. Cause di mortalità Tutti i radiocollari delle lepri morte sono stati recuperati il giorno successivo o nei giorni immediatamente successivi. Questo ha permesso di comprendere le cause di mortalità, al fine di inquadrare i fattori limitanti il successo di un operazione di ripopolamento. Tipo di ritrovamento N casi % testa e radiocollare 9 53 sangue, pelo e radiocollare 5 29 solo radiocollare 3 18 Tipologia dei resti ritrovati In solo tre casi (18%) è stato rinvenuto solo il radio collare, senza altri resti. In tutti gli altri casi è evidente che la mortalità è derivata da un atto di predazione. In nove casi (53%) è stato rinvenuta la testa nascosta sotterrata sotto un leggero strato di terriccio o di foglie, segno evidente di cattura da parte di un predatore terrestre (nel caso specifico volpe). Negli altri cinque casi (29%) i resti rinvenuti (solitamente pelo, sangue e il radio collare) non potevano far risalire con certezza alla causa del decesso, pur chiaramente indicando, anche in questi frangenti, l azione di un predatore non meglio determinabile. A questo riguardo si riporta il doppio tentativo di predazione di una volpe a Pragelato su un esemplare liberato da pochi minuti, a poca distanza e direttamente sotto gli occhi dei tecnici. I resti di una lepre predata

6 Spostamenti e dispersione Gli animali hanno mostrato una scarsa tendenza alla dispersione: tutti i radio collari sono stati recuperati a poche centinaia di metri dal punto di rilascio e anche le localizzazioni degli animali vivi mediante la telemetria confermano questo fatto. Il caso di maggior distanza fra il punto di rilascio e quello di recupero del radio collare è stato di 1,3 km in linea d aria nell area di Pramollo. A sei mesi dal rilascio, i tre esemplari ancora in vita nell area di Pramollo, gravitano a poche centinaia di metri dal punto di rilascio. Localizzazione dei rinvenimenti dei radio collari nell area di Pragelato in relazione al punto di rilascio (freccia rossa)

7 Localizzazione dei rinvenimenti dei radio collari nell area di Pramollo in relazione al punto di rilascio (freccia rossa) Conclusioni e riflessioni In questa ricerca è evidente che la predazione è il principale fattore limitante il successo di un operazione di ripopolamento. Le lepri adulte d allevamento, adeguatamente preambientate a terra, sono sufficientemente abili da individuare le risorse trofiche nel nuovo ambiente in cui vengono rilasciate, ma evidentemente non riconoscono i loro predatori o non hanno sufficienti capacità di fuggire loro per la mancanza di conoscenza del nuovo ambiente. Il fatto che la mortalità sia concentrata nei primissimi giorni successivi alla liberazione avvalora questa tesi. Con il passare del tempo, evidentemente, i soggetti sopravvissuti, cominciano a conoscere il territorio che li circonda (passaggi, nascondigli, zone a rischio d incontro con il predatore) e questo aumenta progressivamente le loro chances di sopravvivenza.

8 In ogni caso il tasso di sopravvivenza a sei mesi dal rilascio è piuttosto limitato (15%), e in linea con quanto evidenziato in altre ricerche condotte in ambienti analoghi. Dematteis et al. (2003) riportano infatti una sopravvivenza del 7,7% per 12 soggetti adulti d allevamento radiocollarati e liberati in ambiente alpino (Val Varaita). Dal punto di vista economico, visti i risultati in termini di sopravvivenza, è evidente l assoluta sconvenienza di operazioni di questo tipo condotte con animali di questa tipologia. Nel caso di questa ricerca, a fronte di un costo all allevamento di circa 135 euro/capo, ogni lepre sopravvissuta a 6 mesi dal rilascio ha un costo di ben 906 euro! Inoltre, come si è visto proprio in questo ricerca, l immissione di soggetti di ripopolamento, costituisce una sorta di foraggiamento per i predatori più diffusi e tipici per questa specie, quali la volpe. L aumento di fonti trofiche per questo carnivoro può inoltre favorirne il successo riproduttivo, aumentandone la densità, a tutto discapito delle lepri autoctone. Per assurdo, laddove queste condizioni si verificassero, un ripopolamento rivolto ad aumentare la densità di lepri, potrebbe persino provocarne la diminuzione.

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