CAPITOLO 2 UNGULATI PRESENTI NEL CATO1 E VALUTAZIONE DI MASSIMA DELLA LORO DISTRIBUZIONE
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- Berto Cavallaro
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1 CAPITOLO 2 UNGULATI PRESENTI NEL CATO1 E VALUTAZIONE DI MASSIMA DELLA LORO DISTRIBUZIONE 2.1 Specie di presenti nel CATO1 Nel territorio del CATO1 sono presenti cinque specie di Mammiferi Ungulati ruminanti: 1. Camoscio (Rupicapra rupicapra); 2. Muflone (Ovis orientalis); 3. Stambecco (Capra ibex); 4. Cervo (Cervus elaphus); 5. Capriolo (Capreolus capreolus). 2.2 Distribuzione degli Ungulati Sono di seguito riportate, nelle Figure 2.1, 2.2, 2.3, 2.4 e 2.5 le distribuzione attuali delle cinque specie di Ungulati selvatici ruminanti presenti nel CATO1. Come per il precedente piano, tali carte sono state realizzate assegnando un valore di presenza/assenza ad una griglia di elementi quadrati di lato 2 km ricavata dal reticolo UTM; il territorio del CATO1 ( ha) è stato suddiviso in 216 Unità di Griglia (UdG) di 400 ha di superficie cadauna. Le carte ottenute sono mappe generiche di distribuzione e si riferiscono a tutto i territorio occupato da ogni specie durante l intero arco dell anno (non si tiene conto dei diversi areali stagionali). Per l individuazione delle aree di distribuzione si è fatto ricorso a conoscenze pregresse, a osservazioni diretta degli animali sul territorio, a ritrovamento di resti o segni di presenza, ecc., raccolti direttamente dall Autore del presente PPGU, da collaboratori o da soci del CA e da altre categorie di operatori professionalmente qualificati (Agenti di Vigilanza, Guardiaparco, Veterinari, ecc.) Camoscio Il Camoscio è l unico Ungulato a non essere mai scomparso in modo definitivo dal settore delle Alpi in esame, essendo sempre rimasto presente (anche se con pochi esemplari) nelle Valli Pellice, Chisone e Germanasca; fattori favorevoli quali l abbandono della montagna, la regolamentazione della caccia, la riduzione della pastorizia e degli interventi dell uomo in quota hanno permesso alla specie di ricolonizzare in questi ultimi decenni vasti territori. Attualmente, il Camoscio è distribuito in modo abbastanza uniforme su tutti i rilievi e da alcuni anni è presente anche in aree boscate a quote modeste (800 m). Complessivamente la specie è distribuita su 150 delle 216 UdG (69) e sul territorio dei seguenti Comuni:,, Perosa Argentina,,, San Germano, Frossasco,, Pramollo,, di Pinerolo,,,,,, e. 23
2 Fig. 2.1 Distribuzione del Camoscio nel CATO1 Pramollo Frossasco Centri comunali Muflone I mufloni presenti nelle Valli del CATO1 derivano da introduzioni operate nel 1962 in Val Chisone nell AFVA (Comuni di e ), con il rilascio di 12 capi (sei maschi e sei femmine) provenienti dall ex-jugoslavia, e nel 1975 in Val Pellice (Comune di Bobbio Pellice), con nove esemplari provenienti da Arcene (BG). I mufloni presenti in Val Chisone nei territori del CATO1 limitrofi all Azienda Albergian (Comuni di e ) non sono quindi altro che animali irradiatisi spontaneamente dalla colonia dell Albergian. 24
3 Animali derivanti dalla colonia della Val Pellice, a partire dagli anni 80 del secolo scorso, si sono poi spostati oltre il confine italo-francese, colonizzando in pochi anni l alta Valle del Guil (Queyras, Comuni di Ristolas ed Abriés), dove nel 1998 sono censiti 160 esemplari (Corti, 1998). La specie è quindi attualmente distribuita sul territorio del CA in modo localizzato su 39 UdG (18) ed presente in modo stanziale nel Comune di (Oasi del Barant), mentre la presenza e consistenza sul territorio di e è soggetta a variazioni annuali e stagionali. Sporadiche osservazioni in periodo estivo si hanno anche in Val Germanasca, nel Comune di, al confine con l AFVA. Fig. 2.2 Distribuzione del Muflone nel CATO1 Pramollo Frossasco Centri comunali 25
4 Fig. 2.3 Distribuzione dello Stambecco nel CATO1 Pramollo Frossasco Centri comunali Stambecco Estinto nella prima metà dell Ottocento, nelle valli pinerolesi lo Stambecco ricompare verso la metà degli anni 70 del secolo scorso. Alcuni esemplari vengono avvistati in Val Germanasca ed in alta val Chisone (Val Troncea): provengono dall Oasi di protezione del Roc del Boucher (Valle della Ripa, Sauze di Cesana), dove negli anni l Amministrazione provinciale di Torino ha curato la liberazione di 17 animali. Negli anni successivi seguono varie altre operazioni di reintroduzione: 1978 Val Pellice (sette capi), 1987 Val Troncea (sei capi) e Val Pellice (quattro capi), 1988 Val Troncea (sei capi), 1991 Val Pellice (otto capi), 1993 Val Pellice (11 capi), 1995 Orsiera-Rocciavrè (sei capi), 1998 Orsiera-Rocciavrè (due capi), 1999 Orsiera-Rocciavrè (quattro capi), 2001 Orsiera-Rocciavrè (sei capi). 26
5 Gli animali rilasciati, tutti marcati con contrassegni auricolari colorati e numerati, provengono dal Parco Nazionale del Gran Paradiso, fatta eccezione per quelli liberati nel 1993 in Val Pellice catturati in Val d Ala di Lanzo. La specie si diffonde rapidamente sul territorio, con scambi di animali fra una colonia e l altra e in pochi anni si assiste alla colonizzazione di gran parte del massiccio del Monviso e del confinante vallone francese del Guil. L interesse per lo Stambecco investe così anche il PNRQ che libera nel maggio 1995 un contingente di 12 capi e nell aprile 1998 altri 14 animali, tutti marcati e muniti di radiocollare. Molti di questi animali, già dopo pochi mesi dal rilascio, sono avvistati in Val Pellice, Val Germanasca e Val Po. Attualmente la specie è distribuita nel territorio del CATO1, in modo localizzato, nei Comuni di,, di Pinerolo e, lungo i confini con il PNVT. Le UdG interessate dalla presenza dello Stambecco sono 27 (12) Cervo La storia del Cervo presente nelle valli Chisone e Germanasca ha inizio con la reintroduzione, da parte dell Amministrazione Provinciale di Torino nel periodo in alta Val Susa (Gran Bosco di Salbertrand) di 10 animali provenienti in parte da un giardino zoologico di Cuneo ed in parte dalla Slovenia. Negli anni successivi, la specie si diffonde rapidamente anche in alta Val Chisone (,, e ) e successivamente in Val Germanasca (valloni di, e ). Il Val Pellice, dopo un tentativo di reintroduzione (fallito) operato negli anni 70, si sono registrati solo sporadici avvistamenti lungo il confine con la Val Germanasca. Negli inverni 1998, 1999 e 2000 sono liberati in Valle Po circa 60 cervi; un irradiamento spontaneo in Val Pellice di tali animali è più che auspicabile, come testimoniano il ritrovamento, nell ottobre 1998, dei resti di un esemplare maschio morto poco tempo dopo la liberazione nell alto vallone della Gianna () e l investimento di un esemplare femmina presso l abitato di nel mese di novembre dello stesso anno. Più recenti osservazioni si riferiscono a dicembre/gennaio 2002/2003 quando due/tre esemplari sono avvistati lungo il corso del torrente Pellice, fra e. Nel 1999 il CA commissiona alla Facoltà di Medicina Veterinaria uno studio di fattibilità per la reintroduzione della specie in Val Pellice. Tale proposta incontra pareri nettamente sfavorevoli da parte delle amministrazioni pubbliche della valle e l immissione degli animali (25 capi provenienti da un allevamento estensivo della Carinzia) avviene nel febbraio 2002 nel Comune di Pramollo, nella limitrofa bassa Val Chisone. Questi animali, dopo diverse vicissitudini (cfr. Capitolo 7), si sono attualmente distribuiti in forma stabile questo settore del CA abbracciando un territorio comprendente principalmente la destra orografica della bassa valle Germanasca e la destra orografica della media Val Chisone da Pomaretto a. La tanto auspicata espansione verso la Val Pellice non è al momento stata ancora osservata. Attualmente quindi il Cervo è complessivamente presente in 85 delle 216 UdG (39), sul territorio dei Comuni di,, Perosa Argentina, di Pinerolo,, e, Pomaretto,, Pramollo, e, ma la consistenza e la distribuzione della specie sono caratterizzati da una grande variabilità nel corso dell anno. La primavera e senz altro la stagione con la massima presenza di animali: il precoce ricaccio vegetativo del fondovalle della Val Chisone richiama infatti cervi che svernano ed estivano a quote più alte all interno del PNOR, del PNGB e del PNVT ed anche in Val 27
6 Germanasca in questo periodo si osservano branchi che stazionano per gran parte dell anno nel PNVT e/o nell AFVA. Fig. 2.4 Distribuzione del Cervo nel CATO1 Pramollo Frossasco Centri comunali Note: in giallo l area di distribuzione sino al 2001; in verde l area colonizzata dai cervi immessi nel febbraio Capriolo Il popolamento di Capriolo delle valli Pellice, Chisone e Germanasca è il frutto di una colonizzazione spontanea della specie a partire dall alta Val di Susa (Gran Bosco di Salbertrand) dove, fra il 1963 ed il 1965, furono reintrodotti 42 capi originari in parte dal 28
7 Trentino ed in parte provenienti dalle Alpi slovene e di liberazioni di animali nell AFVA negli anni 60 del secolo scorso. In Val Pellice, inoltre, fra novembre 1976 e marzo 1977, vennero trasferiti 18 animali (11 femmine e sette maschi) catturati nel Gran Bosco di Salbertrand, a cui seguirono negli anni successivi altre immissioni di pochi animali, sempre a cura dell Amministrazione provinciale. La grande capacità adattativa della specie, unita all abbandono della montagna, ha permesso al Capriolo di distribuirsi in pochi anni in tutti i boschi di queste valli, dai fondovalle fino al limite della vegetazione arborea. Attualmente il piccolo Cervide è presente su tutto il territorio del CA vocato per la specie, con 182 UdG occupate (84). Fig. 2.5 Distribuzione del Capriolo nel CATO1 Pramollo Frossasco Centri comunali 29
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