Quaderno Strutturale Territoriale

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1 Ministero dello Sviluppo Economico Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Economica Quaderno Strutturale Territoriale Principali indicatori macroeconomici delle regioni italiane al Annuale Anno XI - Aprile 2013 a cura della Direzione Generale per la Politica Regionale Unitaria Comunitaria Divisione X: Analisi in materia di struttura e tendenze socioeconomiche territoriali

2 QUADERNO STRUTTURALE TERRITORIALE PRINCIPALI INDICATORI MACROECONOMICI DELLE REGIONI ITALIANE AL Anno XI Aprile 2013 a cura della Direzione Generale per la Politica Regionale Unitaria Comunitaria Divisione X: Analisi in materia di struttura e tendenze socioeconomiche territoriali

3 Direzione Generale per la Politica Regionale Unitaria Comunitaria RESPONSABILE DIVISIONE X Giorgio Pugliese GRUPPO REDAZIONALE Note regionali: Piemonte, P.A. Bolzano, Friuli Venezia Giulia, Toscana, Lazio, Campania, Sardegna Valle d Aosta, P.A. Trento, Liguria, Umbria, Abruzzo, Puglia, Calabria Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Marche, Molise, Basilicata, Sicilia Federico Risi Rosanna Romano Norina Salamone Cartografia Note metodologiche Laura Cisterna, Giampiero Meriano Federico Risi, Rosanna Romano, Norina Salamone Collaborazione alla revisione dei testi Loredana Buffoni I commenti ai dati fanno riferimento alle informazioni pubblicate dagli istituti di ricerca a tutto il 10 aprile 2013

4 QUADERNO STRUTTURALE TERRITORIALE Indicatori macroeconomici INDICE Introduzione Schede Regionali Piemonte 1 Valle d Aosta 9 Lombardia 19 Liguria 28 P.A. Bolzano 37 P.A. Trento 46 Veneto 55 Friuli-Venezia Giulia 64 Emilia-Romagna 73 Toscana 82 Umbria 91 Marche 100 Lazio 109 Abruzzo 118 Molise 127 Campania 136 Puglia 145 Basilicata 154 Calabria 163 Sicilia 172 Sardegna 181 Note metodologiche 190 Note alle schede 200

5 INTRODUZIONE Il Quaderno Strutturale Territoriale , nel suo undicesimo numero, ripropone il formato basato sulle schede regionali, che presentano un numero significativo di informazioni demografiche ed economiche (popolazione, conti economici, lavoro, imprese, commercio estero e turismo) nonché un analisi dei principali indicatori di contesto di carattere socio-culturale, ambientale e infrastrutturale. I dati raccolti ed elaborati provengono prevalentemente da indagini effettuate dall Istat. Per la parte demografica sono stati commentati per la popolazione residente totale e per gli stranieri residenti i dati del 15 censimento generale della popolazione, al 9 ottobre 2011, resi noti dall Istat a fine I tassi demografici si riferiscono al 2011 e rivisti, rispetto a quelli pubblicati l anno precedente, in base alla pubblicazione Istat Noi Italia Il Quaderno esamina, relativamente ai conti regionali, il periodo temporale compreso tra il 2000 e il Sono stati infatti resi disponibili, a gennaio 2013, i dati Istat, coerenti con la nuova serie nazionale, ricostruiti dal 1995 per i principali indicatori dei Conti economici territoriali a livello di ripartizione e di regione (Pil, valore aggiunto dei tre grandi settori, consumi delle famiglie, sia a valori correnti che concatenati, oltre alle unità di lavoro), solo per gli investimenti fissi lordi i dati sono fermi al Relativamente alle informazioni sul mercato del lavoro l analisi è aggiornata al Per la prima volta sono stati inseriti commenti sul lavoro irregolare e sui NEET (giovani che non lavorano e non studiano), con dati al Anche per le esportazioni, l analisi è aggiornata al 2012, unica innovazione il commento ai Paesi BRIC. Solo i dati sulla capacità di esportare, sono fermi al 2011, in linea con i dati dei conti economici territoriali. Si riferiscono, invece, al 2011 le informazioni relative al settore turistico. Le informazioni sulle imprese sono relative al 2010 sia per l Archivio ASIA- Imprese sia per l Archivio ASIA-Unità locali. Rispetto ai numeri precedenti e per fornire un dato più aggiornato, al 2012, è stato commentato il tasso di crescita delle imprese fornito da Unioncamere-Infocamere, Movimprese. Gli indicatori di contesto scelti per l analisi presentano una maggiore variabilità circa il periodo di riferimento in ragione della specificità degli ambiti di indagine. Per gli indicatori target previsti nella Strategia UE2020, l ultimo anno disponibile a livello regionale è il Ogni scheda regionale è corredata da due tavole che sintetizzano i principali indicatori economici e di contesto. Le note metodologiche, nella sezione conclusiva del Quaderno, forniscono informazioni circa la natura e la definizione degli indicatori, le fonti utilizzate e i periodi temporali di riferimento dei dati inseriti nel testo e nelle tavole, mentre nell ultima sezione Note alle schede sono riportate le note esplicative di alcuni indicatori di contesto commentati nelle schede regionali.

6 * * * * * La crisi economica-finanziaria che sta interessando il Continente Europeo comporta per l Italia intera l avvitamento in una spirale recessiva, con un arretramento della posizione di tutte le regioni italiane rispetto all UE, in termini sia di competitività che di mercato del lavoro. L analisi dei dati regionali continua a mostrare un Paese caratterizzato da significativi divari tra le due principali macroaree, non solo dal punto di vista economico, ma anche per la parte relativa alla dotazione e all efficienza dei servizi infrastrutturali e di pubblica utilità. Anche nel 2011, l economia del Mezzogiorno evidenzia una peggiore performance rispetto al Centro-Nord (il Pil a valori concatenati è diminuito dello 0,3 per cento al Sud, contro un aumento dello 0,6 per cento nell area centrosettentrionale). L incidenza del Pil meridionale sul totale nazionale scende al 23,1 per cento (rispetto a una quota di corrispondente popolazione pari a poco più del 34 per cento). In termini di Pil procapite il divario fra le due ripartizioni territoriali nel 2011 è aumentato lievemente, nonostante l effetto demografico si faccia sentire prevalentemente nell area centrosettentrionale, che ha visto il maggiore incremento della popolazione, grazie anche all afflusso di immigrati stranieri. Il sistema imprenditoriale continua ad essere costituito da una prevalenza di PMI specializzate nei settori tradizionali e poco aperti all innovazione, ma con una buona presenza di distretti produttivi dinamici. Nel Mezzogiorno si osserva un peso meno rilevante dell industria, il cui valore aggiunto nel 2011 è circa il 18 per cento del valore aggiunto totale rispetto a quasi il 27 per cento nel Centro-Nord. La debolezza dell apparato produttivo meridionale si riflette in una minore partecipazione al mercato del lavoro e in un livello del tasso di occupazione nel 2012 molto basso, specificatamente per le componenti femminile e giovanile. Alte sono inoltre al Sud le quote di NEET di anni (= giovani che non studiano e non lavorano) e di unità di lavoro irregolari. Quanto alle esportazioni, la buona crescita riscontrata nel 2012 in entrambe le ripartizioni, ma con una migliore dinamica nell area meridionale, non ha ancora determinato una maggiore apertura internazionale del Sud rispetto al resto del Paese (la quota di esportazioni del Mezzogiorno sul totale nazionale e sul pil dell area restano infatti pari al 12 per cento). L analisi del contesto sociale evidenzia differenze regionali in entrambe le ripartizioni. Le situazioni di maggiori difficoltà al Sud si riscontrano nelle regioni meno sviluppate dell Obiettivo Convergenza (Campania, Puglia, Calabria e Sicilia) con particolare riguardo alla percentuale di famiglie che si trovano al di sotto o vicino la soglia di povertà e alla dotazione dei principali servizi di pubblica utilità nel settore

7 ambiente ed energia. Segni positivi di miglioramento per il Meridione si riscontrano invece per altri indicatori, come per esempio riguardo alla raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani e alla fruizione del servizio idrico. Una condizione ampiamente deficitaria si evidenzia sull intero territorio, ma con accentuazioni al Sud, relativamente agli indicatori attinenti all istruzione, alla formazione e agli investimenti per la ricerca e l innovazione.

8 SCHEDE REGIONALI

9 popolazione (in migliaia) Piemonte Piemonte Tendenze economiche e sociali Aspetti demografici Al 9 ottobre 2011, dai dati del censimento, la popolazione totale residente nella regione risulta pari a individui, dei quali femmine (51,8 per cento) e maschi (48,2 per cento). La popolazione 1 piemontese, nel periodo dopo una fase di decrescita è tornata a salire a partire dall anno 2002 e ha raggiunto a fine periodo un valore intorno a mila abitanti (popolazione media residente). L incidenza della popolazione del Piemonte rispetto al Centro-Nord era pari nel 2011 all 11,2 per cento, rispetto al totale della popolazione italiana era pari al 7,4 per cento (cfr. figura 1). Nel 2011, il tasso naturale 2 era pari al -2,53 per mille, rispetto ad una media nazionale del - 0,77 per mille, il tasso migratorio interno 3 è risultato positivo (0,56 per mille), quello estero 4 anche esso positivo (4,98 per mille), a fronte di valori dei due indicatori pari rispettivamente a -0,06 e 5,01 per mille a livello nazionale e a 1,23 e 6,11 per mille nella ripartizione di appartenenza. La presenza di stranieri residenti nella regione, che nel 2001, secondo i dati del Censimento, superava le 110 mila unità, al 9 ottobre 2011 a circa 359 mila unità, con incidenza pari all 8,3 per cento della popolazione regionale (8,9 per cento sulla popolazione straniera a livello nazionale). Il tasso di fecondità nel 2011 è pari a 1,40 figli per donna, maggiore di quello nazionale (1,39) e minore della media dell area centro-settentrionale (1,42). Nella fattispecie il tasso di fecondità è più alto per le straniere, 2,03 contro 1,26 delle italiane. Figura 1. Popolazione residente in Piemonte e contributi dei saldi demografici Popolazione residente Contributi dei saldi demografici (livelli e quote, periodo ) (saldi sulla popolazione, periodo ) , ,8 7,6 7,4 7, ,0 quota su Italia 15,0 10,0 5,0 0,0-5,0 livello quota su Italia tasso naturale tasso migratorio interno tasso migratorio estero Fonte: Istat, Popolazione residente a metà anno e Bilanci annuali. Per i tassi del 2011: Istat, Noi Italia 2013 La piramide delle età (vedi figura 2) mostra nel 2011 rispetto al 1992 una struttura con crescita dell incidenza delle classi di età fino a 9 anni, di quelle tra i 35 e i 49 anni e di quelle 1

10 classi di età classi di età Piemonte mature, con andamento abbastanza simile per entrambi i sessi ma con prevalenza di donne dai 50 anni in su. Nel complesso il tasso di dipendenza 5 del Piemonte nel 2011 è pari al 55,6 per cento, mentre l indice di vecchiaia 6 è pari a 177,7. Figura 2. Piramide delle età anni 1992 e 2011 per classi di popolazione residente in Piemonte* (popolazione al 1 Gennaio in migliaia per classi di età, livelli e quote sul totale) 95 e oltre ,0 0,1 0,4 0,9 1,5 3,6 3,3 3,1 2,6 1,5 3,6 3,3 4,0 3,6 3,4 3,8 3,3 2,4 2,0 1, ,1 0,3 0,9 1,8 2,2 2,3 3,2 3,4 3,4 3,3 3,7 3,4 3,6 3,5 3,6 3,8 3,1 1,92,3 1, popolazione in migliaia 95 e oltre ,0 0,6 0,1 1,3 2,0 2,7 3,2 2,8 3,9 3,43,2 4,2 4,0 3,3 2,6 2,3 2,2 2,1 2,2 2, ,2 0,4 1,4 2,2 2,8 3,1 3,1 3,3 3,4 3,5 3,9 3,9 4,1 3,3 2,22,6 2,0 2,0 2,1 2, popolazione in migliaia FEMMINE MASCHI FEMMINE MASCHI * le etichette rappresentano le quote sul totale della popolazione regionale Fonte: elaborazioni su dati Istat Formazione e impiego delle risorse Il Pil reale della regione nel 2011 rappresentava l 8 per cento del prodotto interno lordo italiano e il 10,5 per cento di quello del Centro-Nord. Tra il 2000 e il 2011, si è riscontrata una crescita media annua pari allo 0,01 per cento, a fronte di un maggior aumento registrato nel Centro- Nord (0,5 per cento) e a livello nazionale (0,4 per cento) (Figura 3). Nel 2011 il prodotto interno lordo regionale è aumentato dello 0,9 per cento rispetto all anno precedente, a fronte di una minor crescita riscontrata a livello nazionale (0,4 per cento), mentre nel Centro-Nord c è stato un aumento dello 0,6 per cento. Figura 3. L andamento del PIL della regione Piemonte (variazioni percentuali annue e indici 2000=100, prezzi concatenati, anno di riferimento 2005) (variazioni percentuali) (2000=100) 6,0 112,0 4,0 110,0 2,0 0,0-2,0-4,0 108,0 106,0 104,0 102,0 100,0-6,0 98,0-8,0 96,0-10, , Piemonte Centro-Nord Italia Piemonte Centro-Nord Italia Fonte: elaborazioni su dati Istat 2

11 Piemonte Il Pil pro capite a valori correnti della Regione era pari nel 2011 al 108,7 per cento del Pil pro capite italiano e al 93,3 per cento di quello dell area centro-settentrionale. I consumi finali delle famiglie nel 2011 si sono ridotti dello 0,05 per cento, a fronte di un aumento nel Centro-Nord (0,4 per cento) e in Italia (0,2 per cento). Gli investimenti fissi lordi regionali sono aumentati nel 2010 (ultimo anno disponibile) del 12 per cento, in maniera più dinamica della crescita riscontrata nella media del Centro-Nord e dell Italia (2,3 e 2,1 per cento rispettivamente). Dal lato dell offerta, la distribuzione del valore aggiunto a livello settoriale nel 2011 segnala il contributo maggiore da parte del settore dei servizi (70,2 contro 71,7 del Centro-Nord e 73,2 per cento dell Italia), seguito dall industria in senso stretto (23 contro 21,4 del Centro-Nord e 19,4 per cento dell Italia), dalle costruzioni (5,2 contro 5,3 del Centro-Nord e 5,4 per cento dell Italia) e dall agricoltura (1,6 contro 1,7 nel Centro-Nord e 2,2 per cento in Italia). Tutti i settori, rispetto al 2010, hanno mostrato una crescita del valore aggiunto. Nello specifico è cresciuto maggiormente il comparto dell industria in senso stretto (2,6 per cento) e a seguire l agricoltura (1,3 per cento) il settore delle costruzioni (0,7 per cento) e i servizi (0,6). Il valore aggiunto complessivo è aumentato dell 1,1 per cento. I settori maggiormente produttivi sono quelli dell industria in senso stretto e dei servizi. La dinamica della produttività (valore aggiunto per unità di lavoro) nel 2011 è stata negativa in tutti i comparti eccetto in agricoltura. Nel complesso però la produttività totale regionale è aumentata dell0 0,2 per cento (con contributo positivo di entrambe le componenti: unità di lavoro e valore aggiunto), mentre si è riscontrata sia nel Centro-Nord che nella media italiana una variazione positiva dello 0,5 per cento. Mercato del lavoro e imprese Nel 2012, nella regione, la dinamica degli occupati è risultata negativa (-1,1 per cento rispetto al 2011), a fronte di una minor flessione registrata nel Centro-Nord (-0,2) e nella media italiana (-0,3 per cento). Sempre nel 2012 il numero dei disoccupati è cresciuto del 21,3 per cento (cfr. tavola 1). Figura 4. Tasso di occupazione anni (livello percentuale, periodo ) 70,0 68,0 66,0 64,0 62,0 60,0 58,0 56,0 54,0 52,0 50,0 48,0 46,0 44,0 42,0 40, Piemonte Italia Fonte: elaborazioni su dati Istat 3

12 Piemonte Quanto alla struttura del mercato del lavoro, la Regione è caratterizzata nel 2012 da un tasso di occupazione anni pari al 63,8 per cento, in linea con la media della ripartizione di appartenenza e maggiore di quella nazionale (56,8 per cento), e da un tasso di disoccupazione pari al 9,2 per cento (contro il 10,7 della media italiana e l 8 per cento del Centro-Nord). Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni), pari al 31,9 per cento, risulta superiore alla media dell area centro-settentrionale (29,3) e inferiore alla media italiana (35,3). I NEET di anni (= giovani che non studiano e non lavorano) costituiscono nel 2011 il 16,4 per cento della corrispondente classe di popolazione, dato analogo a quello medio centrosettentrionale e migliore della media italiana (22,7 per cento). Relativamente alta è la percentuale di lavoro irregolare nella Regione pari all 11,7 per cento del totale di unità di lavoro, a fronte del 12,2 per cento di media italiana e al 9,3 per cento riscontrato nella media del Centro-Nord. Inoltre i dati disponibili dell anno 2012 relativi alla Cassa integrazione guadagni mostrano, per le ore autorizzate, una diminuzione dell 1,7 per cento rispetto all anno precedente, determinato da una forte crescita della componente ordinaria e da riduzioni di quelle straordinaria e in deroga. Mentre è osservabile un aumento sia a livello nazionale (12,1 per cento) sia per l intera area centrosettentrionale (12 per cento). A livello subregionale gli occupati nei sistemi locali del lavoro (SLL 7 ) si concentrano nelle aree di Torino, Novara, Biella, Cuneo, Alessandria, Asti, Pinerolo (Figura 5). Figura 5. Occupazione negli SLL in Piemonte Fonte: elaborazioni su dati Istat Le imprese attive, secondo l Istat (Archivio ASIA-Imprese) risultano nel 2010 pari a , rappresentando il 10,6 per cento delle imprese del Centro-Nord e il 7,6 per cento di quelle italiane; la densità imprenditoriale 8, pari al 76,6 per mille, è inferiore a quella dell area di appartenenza (81,3) e superiore a quella nazionale (73,8). 4

13 Piemonte Per quanto riguarda le Unità Locali, i dati dell archivio ASIA-UL dell Istat mostrano per l anno 2010 un numero di addetti pari a circa (il 10,6 per cento della ripartizione centrosettentrionale e l 8,2 per cento del totale Italia), di cui circa nel solo manifatturiero. La dimensione media risulta pari a 3,8 addetti, in linea con quella del Centro-Nord e superiore a quella dell Italia (3,6). In base ai dati Infocamere (non direttamente confrontabili con i dati Asia-Istat, ma più aggiornati sugli andamenti recenti), il tasso di crescita delle imprese 9 nel 2012 a livello nazionale è tornato a ridursi (+0,31 per cento), rispetto al 2011 (+0,82) e al 2010 (+1,19), la Regione al riguardo presenta valori relativamente peggiori (-0,41 nel 2012 e +0,18 nel 2011). Il livello di innovazione imprenditoriale regionale, considerando il grado di utilizzo di Internet nelle imprese 10, nel 2011 era pari al 38,4 per cento, inferiore alla media italiana (35,5) e a quella della ripartizione di appartenenza (37,6). Apertura verso l estero Le esportazioni di beni della Regione nel 2012 costituiscono il 10,2 per cento dell ammontare complessivo delle esportazioni italiane e l 11,7 per cento di quelle del Centro-Nord e hanno registrato una variazione positiva (2,9 per cento) rispetto al 2011 Nel periodo si registra un aumento medio annuo delle vendite all estero della regione del 2,4 per cento, minore di quello nazionale (3,4) e di quello dell area di appartenenza (3,2 per cento). I comparti merceologici a più elevata specializzazione all export sono i settori dei mezzi di trasporto, dei prodotti in metallo, dei macchinari e dell alimentare. Per quanto riguarda le destinazioni dell export, i maggiori partners commerciali sono Germania, Francia, Stati Uniti e Regno Unito, relativamente ai mercati emergenti, in particolare ai BRIC, la regione esporta il 7,6 per cento delle merci verso questi paesi (soprattutto verso la Cina e il Brasile). Nell ultimo anno, l andamento complessivo positivo delle esportazioni è stato determinato da un aumento dell export verso i paesi extra UE27 e da una riduzione di quelle verso il mercato UE27. Nel 2011 la percentuale delle esportazioni sul Pil, ossia la capacità di esportare, pari al 230,5 per cento, è superiore a quella della macro area di appartenenza (27,2) e al valore nazionale (23,8). Riguardo all attrattività turistica, tra il 2000 e il 2011, le presenze turistiche sono cresciute in media del 4,3 per cento, a fronte della crescita registrata dell 1,2 per cento a livello ripartizionale e a livello nazionale (1,2 per cento). Nel solo 2011 rispetto al 2010 le presenze sono aumentate del 3,9 per cento (rispetto alla crescita del 3 per cento dell Italia). La Regione presenta una quota di presenze turistiche in leggera crescita negli ultimi anni, pari nel 2011 al 3,3 per cento del totale nazionale. La capacità ricettiva degli esercizi, pari a un totale di posti letto, se misurata in rapporto al numero di abitanti (42,1 per mille) è significativamente inferiore alla media del Centro- Nord (101,6) e dell intero Paese (79). Le performance regionali economiche e sociali assumono maggior risalto nel confronto con il contesto nazionale e internazionale, in relazione ai target individuati nei documenti programmatici e strategici quali il Quadro Strategico Nazionale (di seguito QSN 11 ) e la nuova agenda Europa

14 Piemonte Indicatori del contesto sociale e obiettivi di servizio Con riferimento al contesto sociale, la percentuale di popolazione della Regione che vive in famiglie al di sotto della soglia di povertà nel 2011 era pari al 7,1 per cento, significativamente inferiore alla media italiana (13,6 per cento) e superiore alla media del Centro-Nord (6,5 per cento). Il livello del capitale umano, in termini di giovani che abbandonano prematuramente gli studi 12, risulta relativamente soddisfacente essendo pari al 16 per cento nel 2011 (analogo valore nel Centro-Nord e il 18,2 in Italia). Situazione dissimile per il dato relativo agli adulti che partecipano all'apprendimento permanente 13 (5,6 per cento nel 2011, rispetto al 6 nel Centro-Nord e al 5,7 in Italia). Il disagio è relativamente alto in relazione alla sicurezza, la percezione delle famiglie del rischio di criminalità nella zona in cui vivono nel 2012 è stata nella Regione del 27,4 per cento, maggiore sia del valore dell area ripartizionale (27 per cento) sia della media italiana (26,3 per cento). Per quanto riguarda altri obiettivi di servizio di natura sociale, si osservano valori sufficienti per la presa in carico dell'utenza per il servizio di asilo nido 14, pari nel 2010 al 15,4 per cento, contro il 18,4 del Centro-Nord e il 13,9 per cento del valor medio italiano; situazione peggiore si presenta per la presa in carico degli anziani per il servizio di assistenza domiciliare integrata 15 nel 2011, con il 2 per cento, contro il 4,7 del Centro-Nord e il 4,1 in Italia. Nel settore ambiente la performance della regione per la raccolta differenziata dei rifiuti urbani 16 (nel 2010 il 50,7 per cento del totale dei rifiuti urbani) è al di sopra della media del Centro-Nord e di quella nazionale (rispettivamente 41,8 e 35,3 per cento). Un buon risultato si riscontra per i servizi idrici, come evidenzia la percentuale di utilizzo delle risorse idriche per il consumo umano 17, che nel 2008 era pari al 68,3 per cento contro il 71,9 del Centro-Nord e il 67,9 dell Italia. Ugualmente per la situazione dei servizi energetici e in particolare per le interruzioni del servizio elettrico 18, che nel 2010 erano pari all 1,5 per utente, valore migliore rispetto a quello del Centro-Nord (1,6) e alla media nazionale (2,2). Target UE2020 Oltre agli obiettivi nazionali individuati nel QSN e in parte già descritti sopra, nel confronto internazionale si considerano anche i target della Strategia Europa Europa 2020, che è la rivisitazione della Strategia di Lisbona, detta le linee e gli obiettivi da conseguire entro il 2020 affinché l Unione possa uscire dal declino degli ultimi anni. Gli obiettivi della Strategia tradotti in obiettivi nazionali 20 vengono misurati attraverso un set di indicatori condivisi (cfr. tabella 1). Nell ambito dell istruzione l indicatore è lo stesso inserito nel Qsn (vedi sezione precedente) e mostra come gli abbandoni siano meno consistenti rispetto alla media italiana e in linea con quella dell area di appartenenza, in forte riduzione rispetto al I laureati tra anni rappresentano il 20,4 per cento e sono in crescita rispetto al Il tasso di occupazione in età anni è invece superiore alla media nazionale e alla media del Centro-Nord e leggermente inferiore a quella europea, risultando in aumento nei confronti del La spesa pubblica in R&S risulta molto soddisfacente, raggiungendo l 1,8 per cento del Pil. La popolazione a rischio di povertà (persone) è in aumento tra il 2005 e il 2011, contrariamente a quanto si registra a livello europeo ma non a livello nazionale, in termini assoluti risulta consistente rispetto alla popolosità della regione. 6

15 Piemonte Tabella 1. Posizione del Piemonte rispetto ai benchmark di Europa 2020 Indicatore 2003* Ultimo valore disponibile Piemonte Centro-Nord Italia UE(27) Piemonte Centro-Nord Italia UE(27) Obiettivi NAZIONALI "UE2020" Obiettivi UE2020 Giovani che lasciano prematuramente la scuola** (2004*, 2011) Laureati tra anni*** (2004, 2011) 22,3 19,3 22,9 16,1 16,0 16,0 18,2 13, ,6 17,1 15,6 27,9 20,4 22,4 20,3 34, Tasso di occupazione in età anni (2011) 66,4 67,3 61, ,4 68,2 61,2 68, Spesa totale per R&S (2010) 0,4 1,2 1,11 1,86 1,8 1,4 1,26 2,01 1,53 3 Popolazione a rischio povertà (2005,2011)****, migliaia 791, , riduzione di riduzione 20 milioni *Per tutti gli indicatori considerati viene indicato tra parentesi: l annualità iniziale quando diversa dal 2003 e l anno per l ultimo valore disponibile. ** In ambito comunitario l indicatore dei giovani che lasciano prematuramente la scuola corrisponde all indicatore Early leavers from education and training. ***Per i laureati tra anni il corrispondente calcolato da Eurostat è Population aged anni having completed tetiary education. **** Dati Eurostat, i valori assoluti per l'italia e l'ue27 sono quelli pubblicati mentre i valori regionali sono stati stimati attraverso i dati percentuali del rischio di povertà e la popolazione al 1 gennaio. Fonte: Istat e Eurostat 7

16 Piemonte Tavola 1. Principali indicatori economici del Piemonte Indicatori strutturali Piemonte Centro-Nord Italia Popolazione totale residente ( in migliaia ) al 9 ottobre Superficie ( kmq in migliaia ) 25,4 178,2 301,3 Densità demografica ( abitanti per kmq ), ,8 192,2 197,3 PIL per abitante (a prezzi correnti, euro ), PIL per abitante (a prezzi concatenati, euro ), PIL per abitante (valori concatenati, variazione percentuale media ), 2011/2010 0,6 0,0 0,0 Consumi delle famiglie per abitante (valori concatenati, euro ), Consumi delle famiglie per abitante (val. concatenati, var. perc. media), 2011/2010-0,3-0,3-0,2 PIL (valori concatenati, milioni di euro ), PIL (valori concatenati, variazione percentuale ), 2011/2010 0,9 0,6 0,4 Importazioni nette 1 /PIL (valori correnti, percentuale), ,9-3,4 2,8 Investimenti fissi lordi/pil (valori correnti, percentuale), ,2 17,4 17,7 Produttività 2 (valori concatenato, variazione percentuale), 2011/2010 0,2 0,5 0,5 Valore Aggiunto Industria (valori concatenato, percentuale su VA totale), ,2 26,6 24,7 Occupati (in migliaia), percentuale sul totale nazionale 8,1 73,0 100,0 Variazione (valori percentuali), 2012/2011-1,1-0,2-0,3 In cerca di occupazione (in migliaia), percentuale sul totale nazionale 6,8 53,3 100,0 Variazione (valori percentuali), 2012/ ,3 29,5 30,2 Forze di lavoro (in migliaia), percentuale sul totale nazionale 7,9 70,9 100,0 Variazione (valori percentuali), 2012/2011 0,6 1,7 2,3 Tasso di occupazione anni, ,8 63,8 56,8 maschile 70,7 72,1 66,5 femminile 56,9 55,6 47,1 Tasso di attività anni, ,3 69,5 63,7 maschile 77,2 77,7 73,9 femminile 63,5 61,3 53,5 Tasso di disoccupazione, ,2 8,0 10,7 maschile 8,2 7,1 9,9 femminile 10,5 9,3 11,9 Imprese attive (valori assoluti) Densità imprenditoriale (imprese per 1000 abitanti) ,6 81,3 73,8 Dimensione media delle imprese (addetti / imprese) ,1 4,2 3,8 Addetti totali alle unità locali delle imprese (valori in migliaia) Addetti al manifatturiero nelle unità locali (valori in migliaia) Dimensione media delle unità locali (addetti / unità locali) ,8 3,8 3,6 Turismo presenze complessive (valori in migliaia), percentuale sul totale nazionale 3,3 80,1 100,0 Turismo presenze straniere (valori in migliaia), percentuale sul totale nazionale 2,5 86,6 100,0 Esportazioni di beni (valori a prezzi correnti, milioni di euro) percentuale sul totale nazionale 10,2 86,9 100,0 1 Le importazioni nette sono definite come il saldo tra importazioni ed esportazioni e comprendono lo scambio di beni e servizi con l estero e con le altre regioni. Il valore negativo indica che il volume delle esportazioni supera quello delle importazioni, se il valore è invece positivo significa che le importazioni sono maggiori delle esportazioni. 2 Calcolata come il rapporto tra il Pil a valori concatenati e le unità di lavoro totali. Fonte: Istat- Popolazione censimento 2011 Conti economici territoriali; Rilevazione continua sulle forze di lavoro; Archivio Asia-Imprese; Archivio Asia-Unità locali; Rilevazione sul movimento dei clienti negli esercizi ricettivi; Indagine sul commercio estero. 8

17 Piemonte Tavola 2. Alcuni indicatori di contesto del Piemonte Istruzione e formazione Indicatore (Anno inizio serie; ultimo anno disponibile) Piemonte Centro-Nord Italia Piemonte Centro-Nord Italia Anno: inizio serie Anno: ultimo disponibile - Percentuale della popolazione anni, con al più la licenza media, che abbandona prematuramente gli studi (2004; 2011) 1 22,2 19,3 22,9 16,0 16,0 18,2 - Laureati in matematica, scienze e tecnologia (per abitanti) (2000; 2009) 6,9 6,9 5,7 14,7 14,9 12,2 - Percentuale della popolazione anni che frequenta un corso di studio o diformazione professionale (2000; 2011) Ricerca e innovazione 5,6 5,9 5,5 5,6 6,0 5,7 - Capacità innovativa: percentuale di spesa pubblica e privata in R&S sul Pil (2000; 2010) 2 1,7 1,1 1,0 1,8 1,4 1,3 - Addetti alla R&S (per abitanti) (2002; 2010) 4,4 3,6 2,9 5,1 4,8 3,7 - Percentuale di imprese (con più di dieci addetti) dei settori industria e servizi che dispongono di collegamento a banda larga (2003; 2011) 3 37,1 32,5 31,2 90,6 89,0 88,3 - Percentuale diaddetti delle imprese (con più di10 addetti) dei settori industria e servizi che utilizzano computer connessi a Internet (2003; 2011) 3 23,5 25,5 24,2 38,4 37,6 35,5 Ambiente ed energia - Percentuale di famiglie che denunciano irregolarità nell'erogazione dell'acqua (2000; 2010) 9,6 8,3 15,0 6,1 7,1 10,8 - Lunghezza delle coste non balneabili per inquinamento sulla lunghezza totale delle coste (percentuale) (2000; 2009)... 4,0 5,5... 4,3 6,2 - Popolazione dei comuni con il servizio direte fognaria con depurazione completa dei reflui convogliati sul totale della popolazione residente (percentuale) (1999; 2008) 64,9 46,8 47,3 71,0 49,3 49,8 - Percentuale dirifiuti solidi urbani oggetto diraccolta differenziata sul totale dei rifiuti solidi urbani (2000; 2010) 1 17,2 20,3 14,4 50,7 41,8 35,3 - Frequenza delle interruzioni accidentali lunghe del servizio elettrico (numero medio per utente) (2000; 2010) 3,3 2,8 3,6 1,5 1,6 2,2 - Energia prodotta da fonti rinnovabili (eolica, fotovoltaica, geotermoelettrica) su produzione totale (percentuale) (2000; 2010) 36,8 24,9 19,1 31,3 30,4 25,9 Condizioni sociali - Percentuale di famiglie che avvertono molto o abbastanza disagio al rischio di criminalità nella zona in cui vivono (2000; 2012) 34,0 31,5 30,6 27,4 27,0 26,3 - Percentuale di popolazione che vive in famiglie al di sotto della soglia di povertà (2002; 7,8 6,1 12,4 7,1 6,5 13,6 2011) - Percentuale di bambini tra 0-3 anni che hanno usufruito dei servizi per l'infanzia (2004; 13,5 15,5 11,2 15,4 18,4 13,9 2010) 1 - Percentuale di anziani (65 anni e oltre) trattati in assistenza domiciliare integrata (ADI) (2001; 2011) 1 1,4 2,4 1,9 2,0 4,7 4,1 Risorse culturali e turismo - Numero di visitatori di istituti statali di antichità e d'arte per istituto (valori in migliaia) (2000; 2011) 44,3 86,7 79,4 74,7 114,4 94,7 - Biglietti venduti per attività teatrali e musicali (per 100 abitanti) (2000;2010) 46,8 63,5 50,9 54,3 67,9 56,3 - Giornate di presenza (italiani e stranieri) nel complesso degli esercizi ricettivi per abitante (2000; 2010) Trasporti e mobilità 1,9 7,5 6,0 2,8 7,6 6,2 - Percentuale di utenti di mezzi pubblici sul totale delle persone che si sono spostate per motivi di lavoro e hanno usato mezzi di trasporto (2000; 2011) 18,3 19,3 19,7 20,6 19,3 19,3 - Tonnellate di merci in ingresso ed in uscita per ferrovia sul totale delle modalità (2000; 2010) 2,7 2,4 2,3 1,1 1,1 1,0 - Tonnellate di merci in ingresso ed in uscita per ferrovia per 100 abitanti (2000; 2010) 72,4 67,5 51,0 33,5 36,5 27,4 - Tonnellate di merci in ingresso ed in uscita su strada per abitante (2000; 2010) 25,6 26,7 20,6 29,4 30,8 24,6 - Passeggeri sbarcati e imbarcati per via aerea (per 100 abitanti) (2000; 2010) 66,8 198,0 158,0 83,5 268,5 229,6 Sistemi produttivi - Tasso netto di turnover delle imprese (differenza tra il tasso di natalità e di mortalità delle imprese) (2000; 2010) 4 0,6 0,7 0,8-1,5-1,4-1,1 - Percentuale di unità di lavoro irregolari sul totale delle unità di lavoro (2001; 2011) 10,8 10,9 13,8 11,7 9,3 12,2 - Indice diintensità creditizia: impieghi bancari (consistenza media annua) in percentuale del Pil (a prezzi correnti) (2000; 2009) Sistemi urbani - Linee urbane di trasporto pubblico locale nei comuni capoluogo di provincia per 100 Kmq di superficie comunale (2000; 2010) - Emigrazione ospedaliera in altra regione per ricoveri ordinari acuti sul totale delle persone ospedalizzate residenti nella regione (2000; 2010) Apertura internazionale 47,9 48,1 42,9 50,6 70,1 62,0 182,0 134,5 115,2 203,1 144,6 125,3 6,1 5,0 6,9 5,3 4,9 6,4 - Investimenti diretti netti dall'estero in Italia sul Pil (2008; 2011) -1,0-0,1-0,5 2,8 2,1 1,6 - Capacità di esportare (valore delle esportazioni di merci in percentuale del Pil) (2000; 2011) 29,8 25,4 21,7 30,5 27,2 23,8 1 L'indicatore è anche un obiettivo di servizio. 2 L'indicatore è anche un target della Strategia Europa I dati del 2010 non sono confrontabili con quelli del 2003 perché la classificazione ATECO di riferimento è diversa nei due anni. 4 Il valore del tasso di mortalità per il 2010 è stimato. 5 I dati del 2011 si riferiscono solo alle regioni del Mezzogiorno; l'ultimo anno disponibile per l'italia è il Fonte: DPS-ISTAT Banca dati indicatori regionali per le politiche di sviluppo - ultimo aggiornamento marzo

18 popolazione (in migliaia) Valle d Aosta Valle d Aosta Tendenze economiche e sociali Aspetti demografici Al 9 ottobre 2011, dai dati del censimento, la popolazione totale residente nella regione risulta pari a individui, dei quali femmine (51,2%) e maschi. La popolazione 1 della regione, in crescita lieve ma costante negli anni , si è attestata a fine periodo a circa 129 mila abitanti (popolazione residente media), una quota pari nel 2011 a circa lo 0,2 per cento del totale Italia e allo 0,3 per cento del Centro-Nord nel suo complesso. L evoluzione demografica nella regione nell ultimo ventennio si è incrementata soprattutto grazie ai flussi migratori, sia interni che esteri, a fronte di un saldo naturale significativamente negativo, che solo negli ultimi anni ha mostrato un recupero dovuto alle nascite straniere (Figura 1). Nel 2011, il tasso naturale 2 è risultato negativo (-0,52 per mille), tuttavia inferiore a quello dell Italia (-0,77) e dell area nord-occidentale (-1,01). Il tasso migratorio interno 3 è stato positivo (0,98 per mille), inferiore però a quello registrato nell area centro settentrionale (1,15 per mille), anche il tasso migratorio con l estero 4 è stato positivo (3,7), inferiore a quello italiano (5,01) e a quello registrato nel Nord (6,21 per mille). Sulla base dei risultati censuari nell arco dell ultimo decennio la popolazione straniera, abitualmente dimorante in Valle d Aosta, è più che triplicata, passando da del 2001 a unità nel Un incremento di pari entità si registra anche nell incidenza degli stranieri sul totale della popolazione residente, che sale da 22,0 a 66,4 stranieri per mille censiti. L incidenza sul totale della popolazione straniera in Italia è rimasta stabile nel periodo considerato, intorno al 2 per mille. Il tasso di fecondità nel 2011 è stato pari a 1,57 figli per donna, contro una media italiana dell 1,39 e settentrionale dell 1,44. Nella fattispecie il tasso di fecondità è più alto per le straniere, 2,44 contro 1,47 delle italiane. Figura 1. Popolazione residente ed evoluzione demografica in Valle d Aosta Popolazione residente Contributi dei saldi demografici (livelli e quote, periodo ) (saldi su popolazione, periodo ) 150 0, ,3 0,2 0,1 90 0,0 quota su Italia 12,0 10,0 8,0 6,0 4,0 2,0 0,0-2,0-4,0 livello quota su Italia tasso naturale tasso migratorio interno tasso migratorio estero Fonte: Istat. Popolazione residente a metà anno e Bilanci annuali. I tassi al 2011: Istat, Noi Italia

19 classi di età classi di età Valle d Aosta La piramide delle età mostra nel 2011 uno snellimento nelle classi più basse e un rigonfiamento in quelle centrali rispetto alla struttura del La quota dei maschi nel 2011 è leggermente superiore a quella delle femmine fino ai 60 anni, nelle fasce d età superiori avviene il contrario. Nel complesso il tasso di dipendenza 5 della Valle d Aosta nel 2011 è pari al 53,5 per cento, mentre l indice di vecchiaia 6 è pari a 149,5. Figura 2. Piramide delle età anni 1992 e 2011 per classi di popolazione residente in Valle d Aosta* (popolazione al 1 gennaio in migliaia per classi di età, livelli e quote sul totale) e oltre ,0 0,1 1,4 0,90,3 1,5 2,4 3,5 3,1 3,0 3,9 3,5 4,5 4,0 3,7 4,0 3,2 2,4 2,1 2,1 0,0 0,2 0,7 1,4 2,0 2,1 3,0 3,2 3,3 3,1 3,5 3,6 3,5 3,7 3,8 4,1 3,1 2,2 1,9 2, e oltre ,1 2,82,3 4,1 3,53,3 4,4 4,1 3,5 2,7 2,3 2,5 2,4 2,3 2,2 0,0 0,1 0,5 1,2 1,8 0,2 0,4 1,4 2,0 2,4 2,8 2,8 3,1 3,2 3,5 3,9 4,1 4,3 2,1 2,22,6 2,1 2,2 2, ,3 popolazione in migliaia popolazione in migliaia FEMMINE MASCHI FEMMINE MASCHI * le etichette rappresentano le quote sul totale della popolazione regionale Fonte: elaborazioni su dati Istat Formazione e impiego delle risorse Il Pil reale della regione nel 2011 rappresentava lo 0,3 per cento del prodotto interno lordo italiano e lo 0,4 per cento di quello del Centro-Nord. Nel 2011 il Pil della regione è aumentato dell 1,5 per cento (nel Centro-Nord si è registrato 0,6 per cento e in Italia 0,4 per cento). Nell ultimo decennio , la crescita media annua è risultata dello 0,9 per cento, superiore alla crescita media dello 0,5 registrata per il Centro Nord e dello 0,4 per cento a livello nazionale. (Figura 3). Figura 3. L andamento del PIL della regione Valle d Aosta (variazioni percentuali annue e indici 2000=100, prezzi concatenati, anno di riferimento 2005) (variazioni percentuali) (2000=100) 6,0 112,0 4,0 110,0 2,0 108,0 0,0 106,0-2,0 104,0-4,0 102,0-6,0 100,0-8, , Valle d'aosta Centro-Nord Italia Valle d'aosta Centro-Nord Italia Fonte: elaborazioni su dati Istat 11

20 Valle d Aosta Il Pil pro capite a valori correnti della Valle d Aosta era pari nel 2011 a euro a , ossia il 135,6 per cento del Pil pro capite italiano e il 116,4 per cento di quello dell area, e rispetto al 2010 è cresciuto dell 1,6 per cento. I consumi finali delle famiglie a valori concatenati nel 2011 hanno subito una diminuzione (-0,2 per cento), in controtendenza rispetto all aumento, seppure modesto, osservato nel Centro- Nord e nel Paese (rispettivamente 0,4 e 0,2 per cento). La tendenza negativa dei consumi è iniziata nel 2007, la perdita media annua registrata fino al 2011 è stata pari all 1,2 per cento. Gli investimenti fissi lordi in Valle d Aosta nel 2010 (ultimo anno disponibile) sono aumentati del 3,1 per cento, risultato superiore a quello registrato nel Centro-Nord (2,3 per cento) e in Italia (2,1 per cento). Dal lato dell offerta, la distribuzione del valore aggiunto a livello settoriale nel 2011 segnala il contributo maggiore da parte del settore dei servizi (77,4 contro 71,7 del Centro-Nord e 73,2 per cento dell Italia), seguito dall industria in senso stretto (10,9 contro 21,4 del Centro-Nord e 19,4 per cento dell Italia), dalle costruzioni (10,5 contro 5,4 del Centro-Nord e 5,3 per cento dell Italia) e dall agricoltura (1,3 contro 1,7 nel Centro-Nord e 2,2 per cento in Italia). Il valore aggiunto della regione, rispetto al 2010, è aumentato dello 0,9 per cento superiore sia alla crescita nazionale (0,6) che dell area (0,8), grazie al settore dei servizi e dell agricoltura che registrano rispettivamente un incremento pari all 1,7 per cento. In controtendenza, invece, l industria (-1,6 per cento), e in particolare le costruzioni (-2,3 per cento). La produttività nel complesso (valore aggiunto per unità di lavoro) è aumentata nel 2011 dell 1,2 per cento, in misura superiore a quanto registrato per l Italia e per il Centro-Nord (0,5 per cento). L incremento ha riguardato tutti i settori, in particolare l agricoltura (1,7 per cento) e i servizi (1,5 per cento). Il settore maggiormente produttivo nel 2011 è stato quello dell agricoltura. Mercato del lavoro e imprese Nel 2012, la dinamica degli occupati è stata negativa (-1,2 per cento rispetto al 2011) flessione superiore a quanto registrato a livello italiano e nel Centro-Nord. Il numero di disoccupati ha registrato un incremento significativo (37,1 per cento), rispetto alla dinamica nazionale (30,2 per cento) e dell area centro-settentrionale (29,5 per cento). Figura 4. Tasso di occupazione in Valle d Aosta (livello percentuale, periodo ) Valle d'aosta Italia Fonte: elaborazioni su dati Istat 12

21 Valle d Aosta Quanto alla struttura del mercato del lavoro, la Valle d Aosta è caratterizzata nel 2012 da un tasso di occupazione della popolazione in età anni (66,4 per cento) superiore alla media nazionale e a quello del Centro Nord e da un tasso di disoccupazione pari al 7,1 per cento inferiore a quello italiano e a quello dell area (cfr. Tavola 1). Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) segna nel 2012 un peggioramento rispetto all anno precedente e si attesta al 25,7 per cento (contro il 29,3 del Centro Nord e il 35,3 dell Italia). I NEET di anni (= giovani che non studiano e non lavorano) costituiscono nel 2011 il 15,2 per cento della corrispondente classe di popolazione, dato migliore di quello medio centrosettentrionale (16,4 per cento) e della media italiana (22,7 per cento). La percentuale di lavoro irregolare nella Regione pari all 11,5 per cento del totale di unità di lavoro, è inferiore al 12,2 per cento della media italiana mentre è superiore al 9,3 per cento riscontrato nel Centro-Nord. In particolare i dati disponibili nel 2012 relativi alla Cassa integrazione guadagni hanno mostrato per le ore autorizzate un incremento del 24,1 per cento, soprattutto a causa della componente straordinaria. La dinamica, è largamente superiore quanto si registra sia a livello nazionale (12,1 per cento) sia dell intera area (12 per cento). A livello subregionale (Figura 5) si osserva che gli occupati nei sistemi locali del lavoro (SLL 7 ) nel 2010 erano maggiormente presenti nelle aree di Aosta e Saint-Vincent. Figura 5. Cartogramma occupazione Fonte: elaborazioni su dati Istat. Le imprese attive (fonte Istat, Archivio ASIA-Imprese) erano nel 2010 poco più di 12 mila (0,4 per cento delle imprese attive del Centro-Nord e 0,3 di quelle italiane); la densità imprenditoriale 8 era pari al 94 per mille, superiore a quella del Centro-Nord (81,3) e a quella italiana (73,8). 13

22 Valle d Aosta Per quanto riguarda le Unità Locali, i dati dell archivio ASIA-UL dell Istat mostrano per l anno 2010 un numero di addetti pari a poco più di 43 mila (intorno allo 0,3 per cento rispetto al Centro-Nord e lo 0,2 per cento sul totale nazionale), di cui nel solo manifatturiero (0,2 per cento circa del totale ripartizionale). La dimensione media risulta pari a 3,3 addetti, inferiore a quella del Centro-Nord (3,8) e a quella dell Italia (3,6). In base ai dati Infocamere (non direttamente confrontabili con i dati Asia-Istat, ma più aggiornati sugli andamenti recenti), il tasso di crescita delle imprese 9 nel 2012 a livello nazionale è tornato a ridursi (+0,31 per cento), rispetto al 2011 (+0,82) e al 2010 (+1,19), la Regione al riguardo presenta valori ancora più bassi (0,07 nel 2012 e -0,32 nel 2011). Il livello di innovazione imprenditoriale non è elevato, se si considera il grado di utilizzo di Internet nelle imprese 10 : nel 2011 era pari al 27,8 per cento, inferiore rispetto alla media italiana (35,5) e a quella del Centro-Nord (37,6). Apertura verso l estero Le esportazioni di beni della regione costituivano nel 2012 lo 0,2 per cento sia del flusso complessivo dell export italiano sia di quello del Centro-Nord e hanno registrato una variazione negativa (-6,4 per cento) rispetto al Nel periodo le stesse hanno rilevato una dinamica vivace (3,5 per cento medio annuo) e superiore alla crescita del Centro-Nord (3,2 per cento) e a quella media nazionale (3,4 per cento). I comparti merceologici manifatturieri a più elevata specializzazione all export della regione sono risultati nel 2012 quelli dei prodotti in metallo (che tuttavia durante l anno hanno registrato una flessione significativa -16,3 per cento), macchinari e apparecchi, mezzi di trasporto e degli alimentari e bevande, mentre la destinazione geografica prevalente delle esportazioni è l Unione Europea (55,3 per cento), in particolare verso la Francia e la Germania. Il rallentamento delle vendite all estero si è osservato verso entrambi i mercati, rispettivamente pari al 10,1 per cento verso l UE27 e all 1,3 per cento verso l extra UE27, mentre le esportazioni verso i BRIC hanno registrato una flessione più marcata pari al 7,8 per cento. Relativamente ai mercati emergenti, in particolare ai BRIC, la regione esporta il 6,3 per cento delle merci verso questi paesi, in particolare il 3 per cento sono dirette in Brasile. Il buon andamento delle esportazioni si riflette nella capacità di esportare (esportazioni su Pil) che nel 2011 si attesta al 14 per cento, invariato rispetto al 2010, tuttavia il più alto dal Nonostante la buona performance è inferiore al 27,2 per cento raggiunto dall area centrosettentrionale e al 23,8 per cento nazionale. Riguardo all attrattività turistica della regione, il peso delle presenze complessive sul totale nazionale nel 2011 era pari allo 0,8 per cento (0,6 per cento per gli stranieri). Nel periodo , tuttavia, le presenze si sono leggermente ridotte (-0,2 per cento medio annuo), a differenza della crescita riscontrata sia nell area centro-settentrionale sia a livello nazionale (1,2 per cento). La capacità ricettiva degli esercizi, pari a un totale di posti letto, se misurata in rapporto al numero di abitanti, è nettamente superiore sia a quella media del Centro-Nord sia alla media nazionale (418,3 posti letto per mille abitanti contro i 101,6 del Centro-Nord e i 79 dell Italia). Le performance regionali economiche e sociali assumono maggior risalto nel confronto con il contesto nazionale e internazionale, in relazione ai target individuati nei documenti 14

23 Valle d Aosta programmatici e strategici quali il Quadro Strategico Nazionale (di seguito QSN 11 ) e la nuova agenda Europa Indicatori del QSN e obiettivi di servizio Con riferimento al contesto sociale, la percentuale di popolazione regionale che vive in famiglie al di sotto della soglia di povertà nel 2011 era pari al 6,3 per cento contro una media italiana del 13,6 per cento, al di sotto però della media del Centro-Nord (6,5 per cento). A questo si associa un modesto utilizzo di capitale umano, sia in termini di giovani che abbandonano prematuramente gli studi 12 pari al 22,4 per cento nel 2011 (contro il 16 nel Centro-Nord e il 18,2 in Italia), sia in termini di adulti che partecipano all'apprendimento permanente 13 (4,1 per cento nel 2011, contro 6 nel Centro-Nord e 5,7 in Italia nel 2011). La situazione è migliore per quanto riguarda la sicurezza, la percezione delle famiglie del rischio di criminalità nella zona in cui vivono nel 2012 (13,1 per cento) era più bassa della media del Centro-Nord e di quella italiana (rispettivamente 27 e 26,3 per cento). Per quanto riguarda altri obiettivi di servizio di natura sociale, si osservano situazioni molto diversificate. Soddisfacente per l indicatore presa in carico dell'utenza per il servizio di asilo nido 14 : nel 2010 era il 26,3 per cento contro valori del 18,4 per cento nel Centro-Nord e del 13,9 per cento medio italiano; insufficiente, invece, per la presa in carico degli anziani per il servizio di assistenza domiciliare integrata 15 : nel 2011 il valore nella regione era pari allo 0,4 per cento contro 4,7 nel Centro-Nord e 4,1 in Italia. Buona nel settore ambiente la performance della regione per la raccolta differenziata dei rifiuti urbani 16 (nel 2010, 40,1 per cento del totale dei rifiuti urbani), al di sopra della media nazionale ma inferiore a quella del Centro-Nord (rispettivamente 35,3 e 41,8 per cento); sufficiente quella relativa ai servizi idrici, come evidenzia la percentuale di utilizzo delle risorse idriche per il consumo umano 17, che nel 2008 era pari al 67 per cento contro il 71,9 del Centro-Nord e il 67,9 dell Italia. Relativamente migliore la situazione per i servizi energetici, in particolare per le interruzioni del servizio elettrico 18, che nel 2010 erano pari a 1,1, inferiore alla media del Centro- Nord (1,6) e alla media nazionale (2,2). Target UE2020 Oltre agli obiettivi nazionali individuati nel QSN e in parte già descritti sopra, nel confronto internazionale si considerano anche i target della Strategia Europa Europa 2020, che è la rivisitazione della Strategia di Lisbona, detta le linee e gli obiettivi da conseguire entro il 2020 affinché l Unione possa uscire dal declino degli ultimi anni. Gli obiettivi della Strategia tradotti in obiettivi nazionali 20 vengono misurati attraverso un set di indicatori condivisi (cfr. tabella 1). Nell ambito dell istruzione l indicatore è lo stesso inserito nel Qsn (vedi sezione precedente) e mostra come gli abbandoni siano ancora molto consistenti rispetto alla media italiana e dell area, e piuttosto stabili rispetto al I laureati tra anni rappresentano il 18 per cento e sono in calo rispetto al Il tasso di occupazione in età anni è invece superiore alla media nazionale e dell area, nonché alla media Ue, e in leggero aumento rispetto al La spesa totale in R&S risulta molto contenuta, raggiungendo appena lo 0,6 per cento del Pil. La popolazione a rischio di povertà (persone) è in diminuzione tra il 2005 e il 2011, in linea con quanto si registra sia a livello europeo sia a livello nazionale, in termini assoluti risulta molto contenuta vista anche la scarsa popolosità della regione. 15

24 Valle d Aosta Tabella 1. Posizione della Valle d Aosta rispetto ai benchmark di Europa 2020 Indicatore Valle d'aosta 2003* Centro-Nord Italia UE(27) Valle d'aosta Ultimo valore disponibile Centro-Nord Italia UE(27) Obiettivi NAZIONALI "UE2020" Obiettivi UE2020 Giovani che lasciano prematuramente la scuola** (2004*, 2011) Laureati tra anni*** (2004, 2011) 22,3 19,3 22,9 16,1 22,4 16,0 18,2 13, ,8 17,1 15,6 27,9 18,0 22,4 20,3 34, Tasso di occupazione in età anni (2011) 71,0 67,3 61, ,2 68,2 61,2 68, Spesa totale per R&S (2010) 0,4 1,2 1,11 1,86 0,6 1,4 1,26 2,01 1,53 3 Popolazione a rischio povertà (2005,2011)****, migliaia *Per tutti gli indicatori considerati viene indicato tra parentesi: l annualità iniziale quando diversa dal 2003 e l anno per l ultimo valore disponibile. ** In ambito comunitario l indicatore dei giovani che lasciano prematuramente la scuola corrisponde all indicatore early leavers from education and training. ***Per i laureati tra anni il corrispondente calcolato da Eurostat è Population aged anni having completed tertiary education. ****Dati Eurostat, i valori assoluti per l'italia e l'ue27 sono quelli pubblicati mentre i valori regionali sono stati stimati attraverso i dati percentuali del rischio di povertà e la popolazione al 1 gennaio. Fonte: Istat e Eurostat 19, , riduzione di riduzione 20 milioni 16

25 Valle d Aosta Tavola 1. Principali indicatori economici della Valle d Aosta Indicatori strutturali Valle d'aosta Centro-Nord Italia Popolazione totale residente ( in migliaia ) al 9 ottobre Superficie ( kmq in migliaia ) 3,3 178,2 301,3 Densità demografica ( abitanti per kmq ), ,4 192,2 197,3 PIL per abitante (a prezzi correnti, euro ), PIL per abitante (a prezzi concatenati, euro ), PIL per abitante (valori concatenati, variazione percentuale media ), 2011/2010 1,1 0,0 0,0 Consumi delle famiglie per abitante (valori concatenati, euro ), Consumi delle famiglie per abitante (val. concatenati, var. perc. media), 2011/2010-0,5-0,3-0,2 PIL (valori concatenati, milioni di euro ), PIL (valori concatenati, variazione percentuale ), 2011/2010 1,5 0,6 0,4 Importazioni nette 1 /PIL (valori correnti, percentuale), ,9-3,4 2,8 Investimenti fissi lordi/pil (valori correnti, percentuale), ,9 17,4 17,7 Produttività 2 (valori concatenato, variazione percentuale), 2011/2010 1,2 0,5 0,5 Valore Aggiunto Industria (valori concatenato, percentuale su VA totale), ,5 26,6 24,7 Occupati (in migliaia), percentuale sul totale nazionale 0,2 73,0 100,0 Variazione (valori percentuali), 2012/2011-1,2-0,2-0,3 In cerca di occupazione (in migliaia), percentuale sul totale nazionale 0,2 53,3 100,0 Variazione (valori percentuali), 2012/ ,1 29,5 30,2 Forze di lavoro (in migliaia), percentuale sul totale nazionale 0,2 70,9 100,0 Variazione (valori percentuali), 2012/2011 0,8 1,7 2,3 Tasso di occupazione anni, ,4 63,8 56,8 maschile 71,3 72,1 66,5 femminile 61,4 55,6 47,1 Tasso di attività anni, ,6 69,5 63,7 maschile 77,0 77,7 73,9 femminile 66,1 61,3 53,5 Tasso di disoccupazione, ,1 8,0 10,7 maschile 7,3 7,1 9,9 femminile 7,0 9,3 11,9 Imprese attive (valori assoluti) Densità imprenditoriale (imprese per 1000 abitanti) ,0 81,3 73,8 Dimensione media delle imprese (addetti / imprese) ,2 4,2 3,8 Addetti totali alle unità locali delle imprese (valori in migliaia) Addetti al manifatturiero nelle unità locali (valori in migliaia) , Dimensione media delle unità locali (addetti / unità locali) ,3 3,8 3,6 Turismo presenze complessive (valori in migliaia), percentuale sul totale nazionale 0,8 80,1 100,0 Turismo presenze straniere (valori in migliaia), percentuale sul totale nazionale 0,6 86,6 100,0 Esportazioni di beni (valori a prezzi correnti, milioni di euro) percentuale sul totale nazionale 0,2 86,9 100,0 1 Le importazioni nette sono definite come il saldo tra importazioni ed esportazioni e comprendono lo scambio di beni e servizi con l estero e con le altre regioni. Il valore negativo indica che il volume delle esportazioni supera quello delle importazioni, se il valore è invece positivo significa che le importazioni sono maggiori delle esportazioni. 2 Calcolata come il rapporto tra il Pil a valori concatenati e le unità di lavoro totali. Fonte: Istat- Popolazione censimento 2011 Conti economici territoriali; Rilevazione continua sulle forze di lavoro; Archivio Asia-Imprese; Archivio Asia-Unità locali; Rilevazione sul movimento dei clienti negli esercizi ricettivi; Indagine sul commercio estero 17

26 Valle d Aosta Tavola 2. Alcuni indicatori di contesto della Valle d Aosta Istruzione e formazione Indicatore (Anno inizio serie; ultimo anno disponibile) Valle d'aosta Centro-Nord Italia Valle d'aosta Centro-Nord Italia - Capacità di esportare (valore delle esportazioni di merci in percentuale del Pil) (2000; 2011) 12,3 25,4 21,7 14,0 27,2 23,8 1 L'indicatore è anche un obiettivo di servizio. 2 L'indicatore è anche un target della Strategia Europa I dati del 2010 non sono confrontabili con quelli del 2003 perché la classificazione ATECO di riferimento è diversa nei due anni. 4 Il valore del tasso di mortalità per il 2010 è stimato. 5 I dati del 2011 si riferiscono solo alle regioni del Mezzogiorno; l'ultimo anno disponibile per l'italia è il Fonte: DPS-ISTAT Banca dati indicatori regionali per le politiche di sviluppo - ultimo aggiornamento marzo Anno: inizio serie Anno: ultimo disponibile - Percentuale della popolazione anni, con al più la licenza media, che abbandona 22,3 19,3 22,9 22,4 16,0 18,2 prematuramente gli studi (2004; 2011) 1 - Laureati in matematica, scienze e tecnologia (per abitanti) (2000; 2009) 0,4 6,9 5,7 2,6 14,9 12,2 - Percentuale della popolazione anni che frequenta un corso di studio o di formazione professionale (2000; 2011) Ricerca e innovazione 5,5 5,9 5,5 4,1 6,0 5,7 - Capacità innovativa: percentuale di spesa pubblica e privata in R&S sul Pil (2000; 2010) 2 0,7 1,1 1,0 0,6 1,4 1,3 - Addetti alla R&S (per abitanti) (2002; 2010) 1,7 3,6 2,9 2,5 4,8 3,7 - Percentuale diimprese (con più didieci addetti) dei settori industria e servizi che dispongono 28,1 32,5 31,2 83,1 89,0 88,3 di collegamento a banda larga (2003; 2011) 3 - Percentuale di addetti delle imprese (con più di 10 addetti) dei settori industria e servizi che utilizzano computer connessi a Internet (2003; 2011) 3 33,6 25,5 24,2 27,8 37,6 35,5 Ambiente ed energia - Percentuale di famiglie che denunciano irregolarità nell'erogazione dell'acqua (2000; 2010) 9,3 8,3 15,0 7,0 7,1 10,8 - Lunghezza delle coste non balneabili per inquinamento sulla lunghezza totale delle coste (percentuale) (2000; 2009)... 4,0 5,5... 4,3 6,2 - Popolazione dei comuni con il servizio di rete fognaria con depurazione completa dei reflui convogliati sul totale della popolazione residente (percentuale) (1999; 2008) 80,7 46,8 47,3 84,7 49,3 49,8 - Percentuale di rifiuti solidi urbani oggetto di raccolta differenziata sul totale dei rifiuti solidi 14,9 20,3 14,4 40,1 41,8 35,3 urbani (2000; 2010) 1 - Frequenza delle interruzioni accidentali lunghe del servizio elettrico (numero medio per utente) (2000; 2010) 3,5 2,8 3,6 1,1 1,6 2,2 - Energia prodotta da fonti rinnovabili (eolica, fotovoltaica, geotermoelettrica) su produzione totale (percentuale) (2000; 2010) 100,0 24,9 19,1 100,0 30,4 25,9 Condizioni sociali - Percentuale di famiglie che avvertono molto o abbastanza disagio al rischio di criminalità nella zona in cui vivono (2000; 2012) 11,1 31,5 30,6 13,1 27,0 26,3 - Percentuale di popolazione che vive in famiglie al di sotto della soglia di povertà (2002; 2011) 8,7 6,1 12,4 6,3 6,5 13,6 - Percentuale di bambini tra 0-3 anni che hanno usufruito dei servizi per l'infanzia (2004; 2010) 1 24,9 15,5 11,2 26,3 18,4 13,9 - Percentuale di anziani (65 anni e oltre) trattati in assistenza domiciliare integrata (ADI) (2001;... 2,4 1,9 0,4 4,7 4,1 2011) 1 Risorse culturali e turismo - Numero di visitatori di istituti statali di antichità e d'arte per istituto (valori in migliaia) (2000; 2011)... 86,7 79, ,4 94,7 - Biglietti venduti per attività teatrali e musicali (per 100 abitanti) (2000;2010) 48,6 63,5 50,9 49,9 67,9 56,3 - Giornate di presenza (italiani e stranieri) nel complesso degli esercizi ricettivi per abitante (2000; 2010) Trasporti e mobilità - Percentuale di utenti dimezzi pubblici sul totale delle persone che si sono spostate per motivi di lavoro e hanno usato mezzi di trasporto (2000; 2011) 26,9 7,5 6,0 24,3 7,6 6,2 15,3 19,3 19,7 14,8 19,3 19,3 - Tonnellate di merci in ingresso ed in uscita per ferrovia sul totale delle modalità (2000; 2010) 1,4 2,4 2,3 0,1 1,1 1,0 - Tonnellate di merci in ingresso ed in uscita per ferrovia per 100 abitanti (2000; 2010) 17,8 67,5 51,0 1,6 36,5 27,4 - Tonnellate di merci in ingresso ed in uscita su strada per abitante (2000; 2010) 12,2 26,7 20,6 24,1 30,8 24,6 - Passeggeri sbarcati e imbarcati per via aerea (per 100 abitanti) (2000; 2010) ,0 158,0 8,6 268,5 229,6 Sistemi produttivi - Tasso netto di turnover delle imprese (differenza tra il tasso di natalità e di mortalità delle 0,1 0,7 0,8-1,8-1,4-1,1 imprese) (2000; 2010) 4 - Percentuale di unità di lavoro irregolari sul totale delle unità di lavoro (2001; 2011) 10,4 10,9 13,8 11,5 9,3 12,2 - Indice di intensità creditizia: impieghi bancari (consistenza media annua) in percentuale del Pil (a prezzi correnti) (2000; 2009) Sistemi urbani - Linee urbane di trasporto pubblico locale nei comuni capoluogo diprovincia per 100 Kmq di superficie comunale (2000; 2010) - Emigrazione ospedaliera in altra regione per ricoveri ordinari acuti sul totale delle persone ospedalizzate residenti nella regione (2000; 2010) Apertura internazionale 30,9 48,1 42,9 39,0 70,1 62,0 544,0 134,5 115,2 608,0 144,6 125,3 14,8 5,0 6,9 13,1 4,9 6,4 - Investimenti diretti netti dall'estero in Italia sul Pil (2008; 2011) -0,3-0,1-0,5 1,3 2,1 1,6

27 popolazione (in migliaia) Lombardia Lombardia Tendenze economiche e sociali Aspetti demografici Al 9 ottobre 2011, dai dati del censimento, la popolazione totale residente nella regione risulta pari a individui, dei quali femmine (51,4%) e maschi, e si conferma la regione più popolosa d Italia. La popolazione 1 in Lombardia ha mostrato una sostanziale stabilità tra il 1980 e la metà degli anni novanta (circa 8,8 milioni), mentre nell ultimo decennio la dinamica è stata più vivace tanto da far registrare nel 2011 circa 9,9 milioni di abitanti (popolazione media residente nell anno). Nella regione risiede il 16,4 per cento della popolazione italiana e rappresenta il 25 per cento dei residenti nel Centro-Nord. L evoluzione demografica nella regione nell ultimo ventennio si è incrementata soprattutto grazie ai flussi migratori, inizialmente erano più consistenti quelli interni ma successivamente sono quelli esteri che sono diventati particolarmente significativi; il saldo naturale fino a fine anni novanta è stato negativo, a partire dal 2004 ha mostrato un recupero dovuto soprattutto alle nascite straniere (Figura 1). Nel 2011, il tasso naturale 2 è risultato positivo (0,5 per mille), superiore a quello nazionale (-0,77) e dell area nord-occidentale (-1,01). Il tasso migratorio interno 3 registrato in Lombardia nel 2011 è pari all 1,4 per mille, superiore alla media dell area (1,15 per mille); quello estero 4 è pari al 6,9 per mille, anch esso superiore al tasso registrato in Italia (5,01 per mille) e a quello del Nord-Ovest (6,21). Sulla base dei risultati censuari nell arco dell ultimo decennio la popolazione straniera, abitualmente dimorante in Lombardia, è triplicata, passando da del 2001 a unità nel Un incremento di pari entità si registra anche nell incidenza degli stranieri sul totale della popolazione residente nella regione, che sale da 35,4 a circa 97 stranieri per mille censiti. L incidenza sul totale della popolazione straniera in Italia è invece diminuita leggermente nel periodo considerato, intorno al 235 per mille censiti nel 2011 rispetto al 239 nel Il tasso di fecondità, nel 2011, è stato dell 1,48 figli per donna (1,39 la media italiana), lo stesso tasso per le straniere è circa 2,3. Figura 1. Popolazione residente ed evoluzione demografica in Lombardia Popolazione residente Contributi dei saldi demografici (livelli e quote, periodo ) (saldi su popolazione, periodo ) ,5 16,3 16,1 15,9 15,7 15,5 15,3 quota su Italia 16,00 14,00 12,00 10,00 8,00 6,00 4,00 2,00 0,00-2,00 livello quota su Italia tasso naturale tasso migratorio interno tasso migratorio estero Fonte: Istat. Popolazione residente a metà anno e Bilanci annuali. I tassi al 2011: Istat, Noi Italia

28 classi di età classi di età Lombardia La piramide delle età mostra nel 2011 un rigonfiamento nelle classi centrali rispetto alla struttura del La quota dei maschi nel 2011 è leggermente superiore a quella delle femmine fino ai 49 anni, dopodiché è la quota femminile a prevalere. Nel complesso il tasso di dipendenza 5 in Lombardia nel 2011 è pari al 52,2 per cento, mentre l indice di vecchiaia 6 è pari a 141,1. Figura 2. Piramide delle età anni 1992 e 2011 per classi di popolazione residente in Lombardia* (popolazione al 1 gennaio in migliaia per classi di età, livelli e quote sul totale) 95 e oltre ,6 3,12,7 3,7 3,3 4,4 3,83,5 4,1 3,6 2,2 2,6 2,2 2,1 0,0 0,1 1,3 1,10,60, ,0 0,2 0,7 1,4 2,0 1,9 2,9 3,1 3,3 3,4 3,7 3,5 3,7 3,7 3,9 4,2 3,4 2,0 2,12, popolazione in migliaia 95 e oltre ,0 0,5 0,1 1,0 1,7 3,0 2,6 2,4 3,0 3,3 4,0 4,5 4,4 3,6 2,8 2,4 2,3 2,6 2,4 2, ,2 0,4 1,2 1,9 2,4 2,9 2,8 3,1 3,2 3,4 3,9 4,1 4,3 3,5 2,22,7 2,1 2,2 2,3 2, popolazione in migliaia FEMMINE MASCHI FEMMINE MASCHI * le etichette rappresentano le quote sul totale della popolazione regionale Fonte: elaborazioni su dati Istat Formazione e impiego delle risorse Il Pil reale della regione nel 2011 rappresentava il 21,2 per cento del prodotto interno lordo italiano e il 27,6 per cento di quello del Centro-Nord. Nel 2011 il Pil della regione è aumentato dello 0,6 per cento (nel Centro-Nord si è registrato 0,6 per cento e in Italia 0,4 per cento). Nell ultimo decennio , la crescita media annua è risultata dello 0,7 per cento, superiore alla crescita media dello 0,5 registrata per il Centro Nord e dello 0,4 per cento a livello nazionale. (Figura 3). Figura 3. L andamento del PIL della regione Lombardia (variazioni percentuali annue e indici 2000=100, prezzi concatenati, anno di riferimento 2005) (variazioni percentuali) (1995=100) 5,0 4,0 3,0 2,0 1,0 0,0-1,0-2,0-3,0-4,0-5,0-6,0-7,0 122,0 120,0 118,0 116,0 114,0 112,0 110,0 108,0 106,0 104,0 102,0 100,0 98,0 Lombardia Centro-Nord Italia Lombardia Centro-Nord Italia Fonte: elaborazioni su dati Istat 20

29 Lombardia Il Pil pro capite a valori correnti della Lombardia era pari nel 2011 al 128,8 per cento del Pil pro capite italiano e al 110,5 per cento di quello dell area. I consumi finali delle famiglie a valori concatenati nel 2011 segnano un incremento (1 per cento), superiore al più modesto aumento registrato nel Centro-Nord e in Italia (rispettivamente 0,4 e 0,2 per cento). Gli investimenti fissi lordi reali in Lombardia nel 2010 (ultimo anno disponibile) sono diminuiti del 2,4 per cento, in controtendenza rispetto all incremento nella ripartizione (2,3), ma inferiori rispetto alla media registrata nel territorio nazionale (2,1 per cento). Dal lato dell offerta, la distribuzione del valore aggiunto a livello settoriale nel 2011 segnala il contributo maggiore da parte del settore dei servizi (68,2 contro 71,7 del Centro-Nord e 73,2 per cento dell Italia), seguito dall industria in senso stretto (25,7 contro 21,4 del Centro-Nord e 19,4 per cento dell Italia), dalle costruzioni (5 contro 5,3 del Centro-Nord e 5,4 per cento dell Italia) e dall agricoltura (1,2 contro 1,7 nel Centro-Nord e 2,2 per cento in Italia). Rispetto al 2010 il settore dell industria ha mostrato un lieve incremento del valore aggiunto (1,8 per cento), grazie soprattutto al settore dell industria in senso stretto (2,3 per cento), comparto di particolare importanza per la regione, mentre le costruzioni hanno registrato una lieve contrazione (-0,6 per cento). Il valore aggiunto dell agricoltura è aumentato, lievemente, dello 0,2 per cento mentre i servizi rimangono stabili. Nel complesso la produttività totale della Lombardia è aumentata dello 0,4 per cento, sostanzialmente in linea con l incremento registrato in Italia (0,5 per cento) e nel Centro-Nord (0,5 per cento). Mercato del lavoro e imprese Nel 2012, la dinamica degli occupati è stata lievemente positiva (0,2 per cento rispetto al 2011), rispetto alla leggera flessione mostrata dalla media nazionale (-0,3) e della macro area (-0,2 per cento). Il numero di disoccupati ha registrato, invece, un incremento significativo pari al 32,4 per cento, superiore a quello nazionale (30,2 per cento) e dell area centro-settentrionale (29,5 per cento). Figura 4. Tasso di occupazione in Lombardia (livello percentuale, periodo ) 70,0 68,0 66,0 64,0 62,0 60,0 58,0 56,0 54,0 52,0 50,0 48,0 46,0 44,0 42,0 40, Lombardia Italia Fonte: elaborazioni su dati Istat 21

30 Lombardia Quanto alla struttura del mercato del lavoro, la regione è caratterizzata nel 2012 da un alto tasso di occupazione della popolazione in età anni (64,7 per cento), superiore sia alla media nazionale sia a quella del Centro-Nord, e da un più contenuto tasso di disoccupazione (7,5 per cento) inferiore a quello italiano e dell area (cfr. Tavola 1). Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) segna nel 2012 un ulteriore peggioramento rispetto all anno precedente e si attesta al 26,6 per cento (contro il 29,3 del Centro Nord e il 35,3 dell Italia). I NEET di anni (= giovani che non studiano e non lavorano) costituiscono nel 2011 il 15,3 per cento della corrispondente classe di popolazione, inferiore a quello medio centrosettentrionale (16,4 per cento) e della media italiana (22,7 per cento). La percentuale di lavoro irregolare, nel 2011, nella Regione pari al 7,3 per cento del totale di unità di lavoro è inferiore al 12,2 per cento della media italiana e al 9,3 per cento riscontrato nel Centro-Nord. In particolare i dati disponibili per il 2012 relativi alla Cassa integrazione guadagni hanno mostrato per le ore autorizzate una ripresa rispetto all anno precedente, pari al 7,5 per cento, che ha riguardato prevalentemente la componente ordinaria e in deroga, mentre quella straordinaria registra una flessione. L incremento è, tuttavia, inferiore sia alla media nazionale sia a quella ripartizionale (12,1 e 12 per cento rispettivamente). A livello subregionale si osserva che gli occupati nei sistemi locali del lavoro (SLL 7 ) erano maggiormente presenti nel 2010 nelle aree di Milano e nelle zone a sud di Como, Lecco, Bergamo e Brescia (Figura 5). Figura 5. Cartogramma occupazione Fonte: elaborazioni su dati Istat Le imprese attive (fonte Istat, Archivio ASIA-Imprese), nel 2010 risultano pari a poco più di 820 mila, rappresentando il 25,5 per cento delle imprese del Centro-Nord e il 18,4 per cento di quelle italiane; la densità imprenditoriale 8, pari all 83,1 per cento, è superiore sia a quella dell area che a quella nazionale (81,3 e 73,8 per cento rispettivamente). 22

31 Lombardia Per quanto riguarda le Unità Locali, i dati dell archivio ASIA-UL dell Istat mostrano per l anno 2010 un numero di addetti pari a circa 3,7 milioni (intorno al 27,5 per cento del Centro-Nord e al 21,1 per cento su base nazionale), di cui poco meno di 1 milione nel solo manifatturiero (29,2 per cento dell intera ripartizione e 24,3 rispetto all Italia). La dimensione media è pari a 4,1 addetti, superiore sia a quella dell area (3,8) che a quella dell Italia (3,6). In base ai dati Infocamere (non direttamente confrontabili con i dati Asia-Istat, ma più aggiornati sugli andamenti recenti), il tasso di crescita delle imprese 9 nel 2012 a livello nazionale è cresciuto ad un ritmo più contenuto (+0,31 per cento), rispetto al 2011 (+0,82) e al 2010 (+1,19), la Regione al riguardo presenta valori leggermente superiori (0,6 nel 2012 e 1,21 nel 2011). Il livello di innovazione imprenditoriale in Lombardia è piuttosto elevato, se si considera il grado di utilizzo di Internet nelle imprese 10 : nel 2011 esso era pari al 38,4 per cento, superiore alla media italiana (35,5) e a quella del Centro-Nord (37,6). Apertura verso l estero Le esportazioni di beni della Lombardia nel 2012 rappresentavano il 27,7 per cento del totale delle vendite all estero nazionali e circa il 32 per cento di quelle del Centro-Nord. Rispetto al 2011 esse hanno mostrato una dinamica positiva pari al 3,7 per cento, in linea con la media italiana e superiore a quella della ripartizione (3,2 per cento). Nel periodo le vendite all estero della regione hanno registrato un incremento medio annuo del 3,3 per cento, in linea con la crescita nel Centro-Nord (3,2) e delle vendite nazionali (3,4 per cento). I comparti merceologici a più elevata specializzazione dell export sono, in particolare, i settori legati a macchinari e apparecchi meccanici, metalli di base e prodotti in metallo, prodotti chimici e i prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori, che rappresentano il 60 per cento sul totale dell export regionale. Le vendite all estero della regione sono prevalentemente indirizzate ai mercati interni all Unione Europea a 27 (circa il 52,9 per cento): in particolare i maggiori partner commerciali sono Germania e Francia. Relativamente ai mercati emergenti, in particolare ai BRIC, la regione ha esportato nel 2012 il 7,9 per cento delle proprie merci verso questi paesi, in particolare più della metà sono dirette in Russia e in Cina. Rispetto al 2011 la dinamica è stata, tuttavia, stazionaria. La capacità di esportare (rapporto tra valore delle esportazioni e Pil) nel 2011 è pari al 31,2 per cento contro il 23,8 per cento nazionale e il 27,2 per cento del Centro-Nord. L attrattività turistica presenta nel 2011 un incremento delle presenze turistiche rispetto all anno precedente (6,4 per cento), dinamica sicuramente più vivace rispetto a quella registrata nel Centro-Nord e a livello nazionale (3,1 e 3 per cento rispettivamente). In un arco temporale più lungo la regione mostra una crescita media annua delle presenze turistiche del 3,1 per cento, di molto superiore all incremento medio annuo ripartizionale e nazionale (1 per cento). La Lombardia si colloca al sesto posto nella graduatoria regionale, con oltre 33 milioni di turisti e una quota di presenze pari all 8,6 per cento sul totale nazionale. La capacità ricettiva degli esercizi, pari a un totale di oltre 345 mila posti letto, se misurata in rapporto al numero di abitanti (35,2 per mille) è molto inferiore alla media del Centro-Nord (101,6) e dell Italia (79). Le performance regionali economiche e sociali assumono maggior risalto nel confronto con il contesto nazionale e internazionale, in relazione ai target individuati nei documenti programmatici e strategici quali il Quadro Strategico Nazionale (di seguito QSN 11 ) e la nuova agenda Europa

32 Lombardia Indicatori del contesto sociale e obiettivi di servizio Con riferimento al contesto sociale, la percentuale di popolazione lombarda che vive in famiglie al di sotto della soglia di povertà nel 2011 era pari al 5 per cento, significativamente inferiore alla media italiana (13,6 per cento) e al di sotto della media del Centro-Nord (6,5 per cento). Il livello di capitale umano, non è molto soddisfacente: in termini di giovani che abbandonano prematuramente gli studi 12 è pari al 17,3 per cento nel 2011, risulta di poco inferiore alla media nazionale ma più elevato rispetto a quella ripartizionale (18,2 e 16 per cento); così come per gli adulti che partecipano all'apprendimento permanente 13 (5,6 per cento nel 2011, contro 6 nel Centro-Nord e 5,7 in Italia). Situazioni di maggiore disagio emergono in relazione alla sicurezza, in quanto la percezione delle famiglie del rischio di criminalità nella zona in cui vivono nel 2012 in Lombardia (29 per cento) è superiore alla media italiana (26,3 per cento) ed è la seconda regione a registrare il tasso più elevato nel Centro-Nord (27 per cento). Per quanto riguarda altri obiettivi di servizio di natura sociale, si osservano valori modesti anche se in fase di miglioramento, soprattutto per la presa in carico dell'utenza per il servizio di asilo nido 14 che nel 2010 erano pari al 18,9 per cento e hanno superato il valore del Centro-Nord (18,4 per cento) e quello medio italiano pari al 13,9 per cento. Mentre se si considera la presa in carico degli anziani per il servizio di assistenza domiciliare integrata 15, che nel 2011 era pari al 4,1 per cento, è ancora al di sotto della media dell area (4,7 per cento), ma sostanzialmente in linea con quella italiana (4,1 per cento). Nel settore ambiente la performance della regione per la raccolta differenziata dei rifiuti urbani 16 è tra le migliori (nel 2010 il 48,5 per cento del totale dei rifiuti urbani), significativamente al di sopra sia della media del Centro-Nord sia di quella nazionale (rispettivamente 41,8 e 35,3 per cento), al pari di quella relativa ai servizi idrici, come evidenzia la percentuale di utilizzo delle risorse idriche per il consumo umano 17, che nel 2008 era pari al 78,9 per cento contro il 71,9 del Centro-Nord e il 67,9 dell Italia. Buona la situazione anche per i servizi energetici, in particolare per le interruzioni del servizio elettrico 18, che nel 2010 erano pari a 1,1, inferiori alla media del Centro-Nord (1,6) e alla media nazionale (2,2). Target UE2020 Oltre agli obiettivi nazionali individuati nel QSN e in parte già descritti sopra, nel confronto internazionale si considerano anche i target della Strategia Europa Europa 2020, che è la rivisitazione della Strategia di Lisbona, detta le linee e gli obiettivi da conseguire entro il 2020 affinché l Unione possa uscire dal declino degli ultimi anni. Gli obiettivi della Strategia tradotti in obiettivi nazionali 20 vengono misurati attraverso un set di indicatori condivisi (cfr. tabella 1). Nell ambito dell istruzione l indicatore è lo stesso inserito nel Qsn (vedi sezione precedente) e mostra come gli abbandoni siano ancora consistenti rispetto alla media dell area e europea, anche se diminuiti rispetto al I laureati tra anni rappresentano il 22,4 per cento, e oltre ad essere in aumento rispetto al 2005 sono in linea con la media dell area e superiore a quella del paese, ma ancora lontani dal target fissato. Il tasso di occupazione in età anni è superiore alla media nazionale e dell area, nonché alla media Ue, nonostante l aumento non sia stato significativo rispetto al 2003 risulta raggiunto l obiettivo nazionale. La spesa pubblica in R&S risulta pari all 1,3 per cento in linea con quella media italiana e lievemente al di sotto di quella dell area, ma ancora lontana da quella media europea. La popolazione a rischio di povertà (persone) è in aumento tra il 2005 e il 2011, in controtendenza rispetto alla dinamica europea e nazionale, anche se in termini relativi risulta più contenuta vista l alta popolosità della regione. 24

33 Lombardia Tabella 1. Posizione della Lombardia rispetto ai benchmark di Europa 2020 Indicatore 2003* Ultimo valore disponibile Lombardia Centro-Nord Italia UE(27) Lombardia Centro-Nord Italia UE(27) Obiettivi NAZIONALI "UE2020" Obiettivi UE2020 Giovani che lasciano prematuramente la scuola** (2004*, 2011) Laureati tra anni*** (2004, 2011) 21,8 19,3 22,9 16,1 17,3 16,0 18,2 13, ,0 17,1 15,6 27,9 22,4 22,4 20,3 34, Tasso di occupazione in età anni (2011) 68,9 67,3 61, ,0 68,2 61,2 68, Spesa totale per R&S (2010) 1,2 1,2 1,11 1,86 1,3 1,4 1,26 2,01 1,53 3 Popolazione a rischio povertà (2005,2011)****, migliaia *Per tutti gli indicatori considerati viene indicato tra parentesi: l annualità iniziale quando diversa dal 2003 e l anno per l ultimo valore disponibile. ** In ambito comunitario l indicatore dei giovani che lasciano prematuramente la scuola corrisponde all indicatore Early leavers from education and training. ***Per i laureati tra anni il corrispondente calcolato da Eurostat è Population aged anni having completed tetiary education. **** Dati Eurostat, i valori assoluti per l'italia e l'ue27 sono quelli pubblicati mentre i valori regionali sono stati stimati attarverso i dati percentuali del rischio di povertà e la popolazione al 1 gennaio. Fonte:Istat e Eurostat 1.453, , riduzione di riduzione 20 milioni 25

34 Lombardia Tavola 1 Principali indicatori economici della Lombardia Indicatori strutturali Lombardia Centro-Nord Italia Popolazione totale residente ( in migliaia ) al 9 ottobre Superficie ( kmq in migliaia ) 23,9 178,2 301,3 Densità demografica ( abitanti per kmq ), ,0 192,2 197,3 PIL per abitante (a prezzi correnti, euro ), PIL per abitante (a prezzi concatenati, euro ), PIL per abitante (valori concatenati, variazione percentuale media ), 2011/2010-0,3 0,0 0,0 Consumi delle famiglie per abitante (valori concatenati, euro ), Consumi delle famiglie per abitante (val. concatenati, var. perc. media), 2011/2010 0,1-0,3-0,2 PIL (valori concatenati, milioni di euro ), PIL (valori concatenati, variazione percentuale ), 2011/2010 0,6 0,6 0,4 Importazioni nette 1 /PIL (valori correnti, percentuale), ,8-3,4 2,8 Investimenti fissi lordi/pil (valori correnti, percentuale), ,7 17,4 17,7 Produttività 2 (valori concatenato, variazione percentuale), 2011/2010 0,4 0,5 0,5 Valore Aggiunto Industria (valori concatenato, percentuale su VA totale), ,7 26,6 24,7 Occupati (in migliaia), percentuale sul totale nazionale 18,7 73,0 100,0 Variazione (valori percentuali), 2012/2011 0,2-0,2-0,3 In cerca di occupazione (in migliaia), percentuale sul totale nazionale 12,6 53,3 100,0 Variazione (valori percentuali), 2012/ ,3 29,5 30,2 Forze di lavoro (in migliaia), percentuale sul totale nazionale 18,0 70,9 100,0 Variazione (valori percentuali), 2012/2011 2,0 1,7 2,3 Tasso di occupazione anni, ,7 63,8 56,8 maschile 73,0 72,1 66,5 femminile 56,2 55,6 47,1 Tasso di attività anni, ,0 69,5 63,7 maschile 78,3 77,7 73,9 femminile 61,4 61,3 53,5 Tasso di disoccupazione, ,5 8,0 10,7 maschile 6,7 7,1 9,9 femminile 8,5 9,3 11,9 Imprese attive (valori assoluti) Densità imprenditoriale (imprese per 1000 abitanti) ,1 81,3 73,8 Dimensione media delle imprese (addetti / imprese) ,8 4,2 3,8 Addetti totali alle unità locali delle imprese (valori in migliaia) Addetti al manifatturiero nelle unità locali (valori in migliaia) , Dimensione media delle unità locali (addetti / unità locali) ,1 3,8 3,6 Turismo presenze complessive (valori in migliaia), percentuale sul totale nazionale 8,6 80,1 100,0 Turismo presenze straniere (valori in migliaia), percentuale sul totale nazionale 10,5 86,6 100,0 Esportazioni di beni (valori a prezzi correnti, milioni di euro) percentuale sul totale nazionale 27,7 86,9 100,0 1 Le importazioni nette sono definite come il saldo tra importazioni ed esportazioni e comprendono lo scambio di beni e servizi con l estero e con le altre regioni. Il valore negativo indica che il volume delle esportazioni supera quello delle importazioni, se il valore è invece positivo significa che le importazioni sono maggiori delle esportazioni. 2 Calcolata come il rapporto tra il Pil a valori concatenati e le unità di lavoro totali. Fonte: Istat- Popolazione censimento 2011 Conti economici territoriali; Rilevazione continua sulle forze di lavoro; Archivio Asia-Imprese; Archivio Asia-Unità locali; Rilevazione sul movimento dei clienti negli esercizi ricettivi; Indagine sul commercio estero 26

35 Lombardia Tavola 2 - Alcuni indicatori di contesto della Lombardia Istruzione e formazione Indicatore (Anno inizio serie; ultimo anno disponibile) Lombardia Centro-Nord Italia Lombardia Centro-Nord Italia Anno: inizio serie 1 L'indicatore è anche un obiettivo di servizio. 2 L'indicatore è anche un target della Strategia Europa I dati del 2010 non sono confrontabili con quelli del 2003 perché la classificazione ATECO di riferimento è diversa nei due anni. 4 Il valore del tasso di mortalità per il 2010 è stimato. 5 I dati del 2011 si riferiscono solo alle regioni del Mezzogiorno; l'ultimo anno disponibile per l'italia è il Anno: ultimo disponibile - Percentuale della popolazione anni, con al più la licenza media, che abbandona 21,7 19,3 22,9 17,3 16,0 18,2 prematuramente gli studi (2004; 2011) 1 - Laureati in matematica, scienze e tecnologia (per abitanti) (2000; 2009) 7,0 6,9 5,7 14,3 14,9 12,2 - Percentuale della popolazione anni che frequenta un corso di studio o di formazione professionale (2000; 2011) Ricerca e innovazione 5,3 5,9 5,5 5,6 6,0 5,7 - Capacità innovativa: percentuale di spesa pubblica e privata in R&S sul Pil (2000; 2010) 2 1,1 1,1 1,0 1,3 1,4 1,3 - Addetti alla R&S (per abitanti) (2002; 2010) 3,4 3,6 2,9 4,8 4,8 3,7 - Percentuale di imprese (con più di dieci addetti) dei settori industria e servizi che 38,0 32,5 31,2 91,1 89,0 88,3 dispongono di collegamento a banda larga (2003; 2011) 3 - Percentuale di addetti delle imprese (con più di 10 addetti) dei settori industria e servizi che utilizzano computer connessi a Internet (2003; 2011) 3 30,2 25,5 24,2 38,4 37,6 35,5 Ambiente ed energia - Percentuale di famiglie che denunciano irregolarità nell'erogazione dell'acqua (2000; 2010) 8,7 8,3 15,0 6,3 7,1 10,8 - Lunghezza delle coste non balneabili per inquinamento sulla lunghezza totale delle coste (percentuale) (2000; 2009)... 4,0 5,5... 4,3 6,2 - Popolazione dei comuni con il servizio di rete fognaria con depurazione completa dei reflui convogliati sul totale della popolazione residente (percentuale) (1999; 2008) 49,5 46,8 47,3 67,4 49,3 49,8 - Percentuale di rifiuti solidi urbani oggetto diraccolta differenziata sul totale dei rifiuti solidi 32,0 20,3 14,4 48,5 41,8 35,3 urbani (2000; 2010) 1 - Frequenza delle interruzioni accidentali lunghe del servizio elettrico (numero medio per utente) (2000; 2010) 1,7 2,8 3,6 1,1 1,6 2,2 - Energia prodotta da fonti rinnovabili (eolica, fotovoltaica, geotermoelettrica) su produzione totale (percentuale) (2000; 2010) 27,4 24,9 19,1 28,0 30,4 25,9 Condizioni sociali - Percentuale di famiglie che avvertono molto o abbastanza disagio al rischio di criminalità nella zona in cui vivono (2000; 2012) - Percentuale di popolazione che vive in famiglie al di sotto della soglia di povertà (2002; 2011) - Percentuale dibambini tra 0-3 anni che hanno usufruito dei servizi per l'infanzia (2004; 2010) 1 34,8 31,5 30,6 29,0 27,0 26,3 3,9 6,1 12,4 5,0 6,5 13,6 15,5 15,5 11,2 18,9 18,4 13,9 - Percentuale di anziani (65 anni e oltre) trattati in assistenza domiciliare integrata (ADI) 2,4 2,4 1,9 4,1 4,7 4,1 (2001; 2011) 1 Risorse culturali e turismo - Numero divisitatori diistituti statali diantichità e d'arte per istituto (valori in migliaia) (2000; 2011) 101,0 86,7 79,4 56,6 114,4 94,7 - Biglietti venduti per attività teatrali e musicali (per 100 abitanti) (2000;2010) 59,3 63,5 50,9 68,2 67,9 56,3 - Giornate di presenza (italiani e stranieri) nel complesso degli esercizi ricettivi per abitante (2000; 2010) Trasporti e mobilità - Percentuale di utenti di mezzi pubblici sul totale delle persone che si sono spostate per motivi di lavoro e hanno usato mezzi di trasporto (2000; 2011) 2,5 7,5 6,0 3,2 7,6 6,2 22,0 19,3 19,7 22,9 19,3 19,3 - Tonnellate di merci in ingresso ed in uscita per ferrovia sul totale delle modalità (2000; 2010) 1,8 2,4 2,3 1,0 1,1 1,0 - Tonnellate di merci in ingresso ed in uscita per ferrovia per 100 abitanti (2000; 2010) 53,4 67,5 51,0 31,9 36,5 27,4 - Tonnellate di merci in ingresso ed in uscita su strada per abitante (2000; 2010) 28,6 26,7 20,6 30,3 30,8 24,6 - Passeggeri sbarcati e imbarcati per via aerea (per 100 abitanti) (2000; 2010) 309,4 198,0 158,0 352,7 268,5 229,6 Sistemi produttivi - Tasso netto di turnover delle imprese (differenza tra il tasso di natalità e di mortalità delle 0,7 0,7 0,8-1,5-1,4-1,1 imprese) (2000; 2010) 4 - Percentuale di unità di lavoro irregolari sul totale delle unità di lavoro (2001; 2011) 9,4 10,9 13,8 7,3 9,3 12,2 - Indice di intensità creditizia: impieghi bancari (consistenza media annua) in percentuale del Pil (a prezzi correnti) (2000; 2009) Sistemi urbani - Linee urbane di trasporto pubblico locale nei comuni capoluogo di provincia per 100 Kmq di superficie comunale (2000; 2010) - Emigrazione ospedaliera in altra regione per ricoveri ordinari acuti sul totale delle persone ospedalizzate residenti nella regione (2000; 2010) Apertura internazionale 54,9 48,1 42,9 84,6 70,1 62,0 230,6 134,5 115,2 257,6 144,6 125,3 3,7 5,0 6,9 3,3 4,9 6,4 - Investimenti diretti netti dall'estero in Italia sul Pil (2008; 2011) -1,4-0,1-0,5 1,1 2,1 1,6 - Capacità di esportare (valore delle esportazioni di merci in percentuale del Pil) (2000; 2011) 29,8 25,4 21,7 31,2 27,2 23,8 Fonte: DPS-ISTAT Banca dati indicatori regionali per le politiche di sviluppo - ultimo aggiornamento marzo

36 popolazione (in migliaia) Liguria Liguria Tendenze economiche e sociali Aspetti demografici Al 9 ottobre 2011, dai dati del censimento, la popolazione totale residente nella regione risulta pari a individui, dei quali femmine (52,3 per cento) e maschi (47,2 per cento). La popolazione 1 della regione, in riduzione durante il periodo mostra negli anni seguenti una lieve ripresa che si stabilizza nel 2011 a circa mila abitanti (popolazione residente media), una quota pari a circa il 2,7 per cento del totale Italia e al 4,1 per cento del Centro- Nord nel suo complesso. L evoluzione demografica nella regione nell ultimo ventennio è stata decisamente negativa fino al 2000, l incremento successivo seppur modesto è attribuibile soprattutto ai flussi migratori, sia interni che esteri, che riescono solo in parte a recuperare un saldo naturale significativamente negativo. Quest ultimo, a differenza di quanto verificatosi in altre regioni, non ha mostrato un recupero neanche con le nascite straniere (Figura 1). Nel 2011, infatti, il tasso naturale 2, oltre ad essere negativo -6,2 per mille, è il più basso a livello nazionale (-0,77). Il contributo positivo alla crescita della popolazione è garantito da un tasso migratorio interno 3, che nel 2011 in Liguria è stato pari a 1,27 per mille, superiore a quello registrato nell area (1,15 per mille), mentre il tasso migratorio con l estero 4, anch esso positivo (5,6), è inferiore a quello dell area nord-occidentale (6,2) ma superiore a quello italiano (5,1). Sulla base dei risultati censuari nell arco dell ultimo decennio intercensuario la popolazione straniera abitualmente dimorante in Liguria è triplicata, passando da del 2001 a unità del Un incremento di pari entità si registra anche nell incidenza degli stranieri sul totale della popolazione residente, che sale da 22,9 a 70,9 stranieri per mille censiti. L incidenza degli stranieri presenti nella regione rispetto a quelli presenti su tutto il territorio nazionale è invece circa il 28 per mille, rispetto al 27 per mille registrato nel Il tasso di fecondità nel 2011 era pari a 1,29 figli per donna, contro una media italiana dell 1,39 e settentrionale dell 1,44. Nella fattispecie il tasso di fecondità è più alto per le straniere, 1,93 contro 1,22 delle italiane. Figura 1. Popolazione residente e evoluzione demografica in Liguria Popolazione residente Contributi dei saldi demografici (livelli e quote, periodo ) (saldi su popolazione, periodo ) ,4 3,2 3,0 2,8 2,6 2,4 quota su Italia 12,0 10,0 8,0 6,0 4,0 2,0 0,0-2,0-4,0-6,0-8,0-10,0 livello quota su Italia tasso naturale tasso migratorio interno tasso migratorio estero Fonte: Istat. Popolazione residente a metà anno. I tassi al 2001, Noi Italia

37 classi di età classi di età Liguria La piramide delle età mostra nel 2011 uno snellimento nelle classi più basse, in particolare tra anni, e un rigonfiamento in quelle centrali rispetto alla struttura del La quota dei maschi nel 2011 è allineata a quella delle femmine fino ai 44 anni, nelle fasce d età superiori sono le donne ad essere più numerose. Nel complesso il tasso di dipendenza 5 della Liguria nel 2011 è pari al 61,8 per cento, mentre l indice di vecchiaia 6 è pari a 232, il più alto in Italia. 95 e oltre Figura 2. Piramide delle età anni 1992 e 2011 per classi di popolazione residente in Liguria* (popolazione al 1 gennaio in migliaia per classi di età, livelli e quote sul totale) 1,8 3,4 3,0 2,0 3,6 3,3 3,3 3,2 3,9 3,43,1 3,5 2,9 2,0 1,7 1, ,0 0,1 0,1 0,4 0,4 1,1 * le etichette rappresentano le quote sul totale della popolazione regionale Fonte: elaborazioni su dati Istat 1,1 2,1 2,9 2,9 3,8 3,7 3,9 3,4 3,8 3,1 3,4 3,3 3,4 3,7 1,6 1,9 2,8 1, popolazione in migliaia FEMMINE MASCHI 95 e oltre ,6 2,3 2,9 3,3 3,0 3,9 3,43,1 4,1 3,7 2,9 2,2 2,1 2,0 2,0 2,0 2,0 0,9 0,2 0, ,3 0,6 1,9 2,9 2,02,2 1,9 1,8 1,9 1,9 2,7 3,3 3,5 3,6 3,3 3,6 3,5 3,7 4,1 4, popolazione in migliaia FEMMINE MASCHI Formazione e impiego delle risorse Il Pil reale della regione nel 2011 rappresentava il 2,8 per cento del prodotto interno lordo italiano e il 3,7 per cento di quello del Centro-Nord. Nel 2011 il Pil della regione è diminuito dello 0,2 per cento (nel Centro-Nord si è registrato invece un incremento dello 0,6 per cento e in Italia dello 0,4 per cento). Nell ultimo decennio , il Pil non ha mostrato variazioni significative rispetto alla crescita media dello 0,5 registrata per il Centro Nord e dello 0,4 per cento a livello nazionale. (Figura 3). Figura 3. L andamento del PIL della regione Liguria (variazioni percentuali annue e indici 2000=100, prezzi concatenati, anno di riferimento 2005) (variazioni percentuali) (2000=100) 6,0 112,0 4,0 110,0 2,0 108,0 0,0 106,0-2,0 104,0-4,0 102,0-6,0 100,0-8, , Liguria Centro-Nord Italia Liguria Centro-Nord Italia Fonte: elaborazioni su dati Istat 29

38 Liguria Il Pil pro capite a valori correnti della regione era pari nel 2011 al 105,4 per cento del Pil pro capite italiano e al 90,4 per cento di quello dell area. I consumi finali delle famiglie reali nel 2011 hanno subito una diminuzione (-0,3 per cento) in controtendenza rispetto all aumento, seppure modesto, osservato nel Centro-Nord e nel Paese (rispettivamente 0,4 e 0,2 per cento). La tendenza dagli inizi della crisi è stata comunque in flessione, in particolare tra il 2009 e il 2011 è stata pari allo 0,5 per cento. Gli investimenti fissi lordi in Liguria nel 2010 (ultimo anno disponibile) sono diminuiti dell 1,4 per cento, in controtendenza rispetto a quanto registrato nel Centro-Nord (2,3 per cento) e in Italia (2,1 per cento). Dal lato dell offerta, la distribuzione del valore aggiunto a livello settoriale nel 2011 segnala il contributo maggiore da parte del settore dei servizi (80,4 contro 71,7 del Centro-Nord e 73,2 per cento dell Italia), seguito dall industria in senso stretto (12,4 contro 21,4 del Centro-Nord e 19,4 per cento dell Italia), dalle costruzioni (5,7 contro 5,3 del Centro-Nord e 5,4 per cento dell Italia) e dall agricoltura (1,5 contro 1,7 nel Centro-Nord e 2,2 per cento in Italia). La tendenza, rispetto al 2010, mostra una diminuzione del valore aggiunto dell agricoltura e dell industria in senso stretto ad eccezione delle costruzioni che hanno segnato un incremento del 2,8 per cento. I servizi segnano, invece, un aumento più contenuto, pari allo 0,3 per cento. L industria nel complesso ha registrato un calo pari allo 0,9 per cento, in seguito alla forte diminuzione registrata nell industria in senso stretto (-2,8 per cento), mentre il valore aggiunto dell agricoltura è diminuito dell 1,7 per cento. Nel 2011 il settore maggiormente produttivo è quello dell agricoltura (7,1 per cento), positiva anche la dinamica dell industria in senso stretto (1,1 per cento) mentre per tutti gli altri settori la dinamica della produttività (valore aggiunto per unità di lavoro) è stata negativa. Nel complesso la produttività totale della Liguria è diminuita dello 0,3 per cento, rispetto all aumento dello 0,5 per cento registrato sia a livello ripartizionale che dell intero Paese. Mercato del lavoro e imprese Nel 2012, la dinamica degli occupati è stata negativa (-2 per cento rispetto al 2011) a fronte di una caduta più modesta sia a livello italiano (-0,3 per cento) sia del Centro-Nord (-0,2 per cento). Il numero di disoccupati ha registrato però un incremento pari al 29,2 per cento, leggermente inferiore al dato nazionale (30,2 per cento) e a quello del Centro-Nord (29,5 per cento). Figura 4. Tasso di occupazione in Liguria (livello percentuale, periodo ) 70,0 68,0 66,0 64,0 62,0 60,0 58,0 56,0 54,0 52,0 50,0 48,0 46,0 44,0 42,0 40, Liguria Italia Fonte: elaborazioni su dati Istat 30

39 Liguria Quanto alla struttura del mercato del lavoro, la Liguria è caratterizzata nel 2012 da un tasso di occupazione della popolazione in età anni (62 per cento) superiore alla media nazionale, ma leggermente inferiore a quello del Centro Nord e da un tasso di disoccupazione pari all 8,1 per cento, inferiore a quello italiano e sostanzialmente in linea con quello dell area (cfr. Tavola 1). Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) segna nel 2012 un ulteriore peggioramento e rispetto all anno precedente si attesta al 30,1 per cento (contro il 29,3 del Centro Nord e il 35,3 dell Italia). I NEET di anni (= giovani che non studiano e non lavorano) costituiscono nel 2011 il 15,1 per cento della corrispondente classe di popolazione, dato migliore di quello medio centrosettentrionale (16,4 per cento) e della media italiana (22,7 per cento). La percentuale di lavoro irregolare nella Regione pari al 12,4 per cento del totale di unità di lavoro è di poco superiore al 12,2 per cento della media italiana mentre è inferiore al 9,3 per cento riscontrato nel Centro-Nord. In particolare i dati disponibili per il 2012 relativi alla Cassa integrazione guadagni hanno mostrato per le ore autorizzate un incremento modesto rispetto all anno precedente, pari al 3,8 per cento, che ha riguardato prevalentemente la componente in deroga mentre quella straordinaria risulta in diminuzione. La variazione registrata è comunque inferiore rispetto all andamento nazionale (12,1) e a quello dell intera area (12 per cento). A livello subregionale (Figura 4) si osserva che gli occupati nei sistemi locali del lavoro (SLL 7 ) nel 2010 erano maggiormente presenti nelle aree di Genova e La Spezia. Figura 4. Cartogramma occupazione Fonte: elaborazioni su dati Istat 31

40 Liguria Le imprese attive (fonte Istat, Archivio ASIA-Imprese) erano nel 2010 poco più di 131 mila (4,1 per cento delle imprese attive del Centro-Nord e 2,9 per cento di quelle italiane); la densità imprenditoriale 8 era pari all 81,1 per mille, lievemente inferiore a quella del Centro-Nord (81,3) e superiore a quella media italiana (73,8). Per quanto riguarda le Unità Locali, i dati dell archivio ASIA-UL dell Istat mostrano per l anno 2010 un numero di addetti pari a quasi 472 mila (intorno al 3,6 per cento della ripartizione Centro-Nord e circa il 2,7 sul totale nazionale), di cui circa 67 mila nel solo manifatturiero (2 per cento circa del totale ripartizionale). La dimensione media risulta pari a 3,3 addetti, inferiore a quella del Centro-Nord (3,8) e a quella dell Italia (3,6). In base ai dati Infocamere (non direttamente confrontabili con i dati Asia-Istat, ma più aggiornati sugli andamenti recenti), il tasso di crescita delle imprese 9 nel 2012 a livello nazionale è tornato a ridursi (+0,31 per cento), rispetto al 2011 (+0,82) e al 2010 (+1,19), la Regione al riguardo presenta valori ancora più bassi (0,12 nel 2012 rispetto allo 0,71 nel 2011). Il livello di innovazione imprenditoriale è abbastanza elevato, se si considera il grado di utilizzo di Internet nelle imprese 10 : nel 2011 era pari al 38 per cento, superiore alla media italiana (35,5) e a quella del Centro-Nord (37,6). Apertura verso l estero Le esportazioni di beni della regione nel 2012 erano pari a circa 7 mila miliardi di euro, l 1,8 per cento del flusso complessivo dell export italiano e il 2,1 per cento di quello del Centro- Nord, rispetto al 2011 hanno registrato una flessione significativa pari al 6,4 per cento. Nel periodo le vendite all estero della regione hanno registrato una dinamica positiva (6 per cento medio annuo), superiore alla crescita del Centro-Nord e di quella media nazionale (3,2 e 3,4 per cento rispettivamente). I comparti merceologici manifatturieri a più elevata specializzazione all export della regione sono stati nel 2012 quelli dei mezzi di trasporto, dei macchinari e apparecchi meccanici, dei metalli di base e prodotti in metallo e quello delle sostanze e prodotti chimici, mentre le destinazioni geografiche prevalenti delle esportazioni sono state Francia, Germania, e Stati Uniti. Negli ultimi due anni le esportazioni verso i mercati interni all Unione hanno registrato una flessione in favore delle destinazioni esterne, nel 2012 il 56 per cento viene destinato nei paesi extra europei. Relativamente ai mercati emergenti, in particolare ai BRIC, la regione nel 2012 ha esportato il 5,7 per cento delle merci verso questi paesi, in particolare il 2,6 per cento sono dirette in Cina, l 1,4 per cento in India e Russia mentre sono ancora particolarmente modeste quelle verso il Brasile (0,7 per cento). Nonostante la flessione delle vendite registrata nel 2012 dalle esportazioni regionali, gli scambi verso questi paesi sono aumentate del 4,8 per cento rispetto al 2011 mentre nell ultimo decennio del 6,4 per cento. Il buon andamento delle esportazioni si riflette nella capacità di esportare (esportazioni su Pil) che nel 2011 si attesta al 15,1 per cento, superiore rispetto al 2010, e il più alto dal Nonostante la buona performance è inferiore al 27,2 per cento raggiunto dall area centrosettentrionale e al 23,8 per cento nazionale. 32

41 Liguria Riguardo all attrattività turistica della regione, il peso delle presenze complessive sul totale nazionale nel 2011 era pari al 3,6 per cento (2,6 per cento per gli stranieri), e rispetto all anno precedente registrano un incremento del 2,2 per cento, leggermente inferiore al 3 e al 3,1 per cento riscontrato a livello nazionale e del Centro-Nord. Rispetto al 2001, le presenze sono diminuite dello 0,9 per cento medio annuo, a differenza della crescita un po più sostenuta riscontrata sia nell area centro-settentrionale sia a livello nazionale (1,2 per cento). La capacità ricettiva degli esercizi, che consta di oltre 154 mila posti letto tra alberghi e esercizi complementari, è circa di 97 posti letto per 1000 abitanti, è superiore a quella media nazionale (79) ma inferiore a quella del Centro-Nord (101,6). Le performance regionali economiche e sociali assumono maggior risalto nel confronto con il contesto nazionale e internazionale, in relazione ai target individuati nei documenti programmatici e strategici quali il Quadro Strategico Nazionale (di seguito QSN 11 ) e la nuova agenda Europa Indicatori del contesto sociale e obiettivi di servizio Con riferimento al contesto sociale, la percentuale di popolazione regionale che vive in famiglie al di sotto della soglia di povertà nel 2011 era pari al 7,9 per cento contro una media italiana del 13,6 per cento e 6,5 per cento nel Centro-Nord. A questo si associa un livello buono di utilizzo di capitale umano, sia in termini di giovani che abbandonano prematuramente gli studi 12 pari al 15 per cento nel 2011 (inferiore al 16 per cento del Centro-Nord e al 18,2 dell Italia), sia in termini di adulti che partecipano all'apprendimento permanente 13 (5,8 per cento nel 2011, contro 6 nel Centro-Nord e 5,7 in Italia). Per quanto riguarda la sicurezza, la percezione delle famiglie del rischio di criminalità nella zona in cui vivono nel 2012 (22 per cento) era più bassa della media del Centro-Nord e di quella italiana (rispettivamente 27 e 26,3 per cento). Per quanto riguarda altri obiettivi di servizio di natura sociale, si osserva una situazione soddisfacente sia per l indicatore presa in carico dell'utenza per il servizio di asilo nido 14 (nel 2010: 16,6 per cento inferiore al 18,4 per cento del Centro-Nord, ma superiore al 13,9 per cento medio italiano), un po meno per la presa in carico degli anziani per il servizio di assistenza domiciliare integrata 15, nel 2011, il valore nella regione era pari al 3,8 per cento inferiore al valore italiano (4,1) e al 4,7 registrato nel Centro-Nord, considerando che la Liguria è una regione con un alta concentrazione di persone anziane. Insufficiente nel settore ambiente la performance della regione per la raccolta differenziata dei rifiuti urbani 16 nel 2010, il 25,6 per cento del totale dei rifiuti urbani, al di sotto della media nazionale e di quella del Centro-Nord (rispettivamente 35,3 e 41,8 per cento); buona quella relativa ai servizi idrici, come evidenzia la percentuale di utilizzo delle risorse idriche per il consumo umano 17, che nel 2008 era pari al 72 per cento contro il 71,9 del Centro-Nord e il 67,9 dell Italia. Relativamente alla situazione per i servizi energetici, in particolare per le interruzioni del servizio elettrico 18, nel 2010 erano pari all 1,8, superiori alla media del Centro-Nord (1,6) e inferiori alla media nazionale (2,2). Target UE2020 Oltre agli obiettivi nazionali individuati nel QSN e in parte già descritti sopra, nel confronto internazionale si considerano anche i target della Strategia Europa Europa 2020, che è la rivisitazione della Strategia di Lisbona, detta le linee e gli obiettivi da conseguire entro il 2020 affinché l Unione possa uscire dal declino degli ultimi anni. Gli obiettivi della Strategia tradotti in obiettivi nazionali 20 vengono misurati attraverso un set di 33

42 Liguria indicatori condivisi (cfr. tabella 1). Nell ambito dell istruzione l indicatore è lo stesso inserito nel QSN (vedi sezione precedente) e mostra come gli abbandoni siano più contenuti rispetto alla media italiana e dell area, anche se sono rimasti piuttosto stabili rispetto al 2004, e per i quali si osserva il raggiungimento dell obiettivo nazionale. I laureati tra anni rappresentano il 23,5 per cento e sono in aumento rispetto al 2005, ancora molto lontani dalla media UE anche se non troppo dal target nazionale. Il tasso di occupazione in età anni, pari a 67,4, è invece superiore alla media nazionale ma non a quello dell area e alla media Ue, risultando in aumento nei confronti del La spesa pubblica in R&S risulta significativa, e apri all 1,5 per cento del Pil, in linea con l obiettivo nazionale. La popolazione a rischio di povertà (persone) è in aumento rispetto al 2005, in linea con quanto si registra sia a livello europeo sia a livello nazionale. Tabella 1. Posizione della Liguria rispetto ai benchmark di Europa 2020 Indicatore 2003* Ultimo valore disponibile Liguria Centro-Nord Italia UE(27) Liguria Centro-Nord Italia UE(27) Obiettivi NAZIONALI "UE2020" Obiettivi UE2020 Giovani che lasciano prematuramente la scuola** (2004*, 2011) Laureati tra anni*** (2004, 2011) 16,3 19,3 22,9 16,1 15,0 16,0 18,2 13, ,4 17,1 15,6 27,9 23,5 22,4 20,3 34, Tasso di occupazione in età anni (2011) 63,5 67,3 61, ,4 68,2 61,2 68, Spesa totale per R&S (2010) 1,2 1,2 1,11 1,86 1,5 1,4 1,26 2,01 1,53 3 Popolazione a rischio povertà (2005,2011)****, migliaia 305, , riduzione di riduzione 20 milioni * Per tutti gli indicatori considerati viene indicato tra parentesi: l'annualità iniziale quando diversa dal 2003 e l'anno per l'ultimo valore disponibile. ** In ambito comunitario l'indicatore dei giovani che lasciano prematuramente la scuola corrisponde all'indicatore "Early leavers from education and training". ***Per i laureati tra anni il corrispondente calcolato da Eurostat è "population aged having completed tertiary education". **** Dati Eurostat, i valori assoluti per l'italia e l'ue27 sono quelli pubblicati mentre i valori regionali sono stati stimati attarverso i dati percentuali del rischio di povertà e la popolazione al 1 gennaio. Fonte: Istat e Eurostat 34

43 Liguria Tavola 1. Principali indicatori economici della Liguria Indicatori strutturali Liguria Centro-Nord Italia Popolazione totale residente ( in migliaia ) al 9 ottobre Superficie ( kmq in migliaia ) 5,4 178,2 301,3 Densità demografica ( abitanti per kmq ), ,9 192,2 197,3 PIL per abitante (a prezzi correnti, euro ), PIL per abitante (a prezzi concatenati, euro ), PIL per abitante (valori concatenati, variazione percentuale media ), 2011/2010-0,2 0,0 0,0 Consumi delle famiglie per abitante (valori concatenati, euro ), Consumi delle famiglie per abitante (val. concatenati, var. perc. media), 2011/2010-0,3-0,3-0,2 PIL (valori concatenati, milioni di euro ), PIL (valori concatenati, variazione percentuale ), 2011/2010-0,2 0,6 0,4 Importazioni nette 1 /PIL (valori correnti, percentuale), ,5-3,4 2,8 Investimenti fissi lordi/pil (valori correnti, percentuale), ,4 17,4 17,7 Produttività 2 (valori concatenato, variazione percentuale), 2011/2010-0,3 0,5 0,5 Valore Aggiunto Industria (valori concatenato, percentuale su VA totale), ,1 26,6 24,7 Occupati (in migliaia), percentuale sul totale nazionale 2,8 73,0 100,0 Variazione (valori percentuali), 2012/2011-2,0-0,2-0,3 In cerca di occupazione (in migliaia), percentuale sul totale nazionale 2,0 53,3 100,0 Variazione (valori percentuali), 2012/ ,2 29,5 30,2 Forze di lavoro (in migliaia), percentuale sul totale nazionale 2,7 70,9 100,0 Variazione (valori percentuali), 2012/2011-0,1 1,7 2,3 Tasso di occupazione anni, ,0 63,8 56,8 maschile 70,2 72,1 66,5 femminile 54,0 55,6 47,1 Tasso di attività anni, ,7 69,5 63,7 maschile 75,1 77,7 73,9 femminile 60,4 61,3 53,5 Tasso di disoccupazione, ,1 8,0 10,7 maschile 6,4 7,1 9,9 femminile 10,3 9,3 11,9 Imprese attive (valori assoluti) Densità imprenditoriale (imprese per 1000 abitanti) ,1 81,3 73,8 Dimensione media delle imprese (addetti / imprese) ,3 4,2 3,8 Addetti totali alle unità locali delle imprese (valori in migliaia) Addetti al manifatturiero nelle unità locali (valori in migliaia) , Dimensione media delle unità locali (addetti / unità locali) ,3 3,8 3,6 Turismo presenze complessive (valori in migliaia), percentuale sul totale nazionale 3,6 80,1 100,0 Turismo presenze straniere (valori in migliaia), percentuale sul totale nazionale 2,6 86,6 100,0 Esportazioni di beni (valori a prezzi correnti, milioni di euro) percentuale sul totale nazionale 1,8 86,9 100,0 1 Le importazioni nette sono definite come il saldo tra importazioni ed esportazioni e comprendono lo scambio di beni e servizi con l estero e con le altre regioni. Il valore negativo indica che il volume delle esportazioni supera quello delle importazioni, se il valore è invece positivo significa che le importazioni sono maggiori delle esportazioni. 2 Calcolata come il rapporto tra il Pil a valori concatenati e le unità di lavoro totali. Fonte: Istat- Popolazione residente, censimento 2011 Conti economici territoriali; Rilevazione continua sulle forze di lavoro; Archivio Asia- Imprese; Archivio Asia-Unità locali; Rilevazione sul movimento dei clienti negli esercizi ricettivi; Indagine sul commercio estero 35

44 Liguria Tavola 2. Alcuni indicatori di contesto della Liguria Istruzione e formazione Indicatore (Anno inizio serie; ultimo anno disponibile) Centro- Liguria Nord Anno: inizio serie - Capacità di esportare (valore delle esportazioni di merci in percentuale del Pil) (2000; 2011) 10,1 25,4 21,7 15,1 27,2 23,8 1 L'indicatore è anche un obiettivo di servizio. 2 L'indicatore è anche un target della Strategia Europa I dati del 2010 non sono confrontabili con quelli del 2003 perché la classificazione ATECO di riferimento è diversa nei due anni. 4 Il valore del tasso di mortalità per il 2010 è stimato. 5 I dati del 2011 si riferiscono solo alle regioni del Mezzogiorno; l'ultimo anno disponibile per l'italia è il Italia Centro- Liguria Italia Nord Anno: ultimo disponibile - Percentuale della popolazione anni, con al più la licenza media, che abbandona 16,3 19,3 22,9 15,0 16,0 18,2 prematuramente gli studi (2004; 2011) 1 - Laureati in matematica, scienze e tecnologia (per abitanti) (2000; 2009) 8,0 6,9 5,7 14,1 14,9 12,2 - Percentuale della popolazione anni che frequenta un corso di studio o di formazione professionale (2000; 2011) Ricerca e innovazione 4,2 5,9 5,5 5,8 6,0 5,7 - Capacità innovativa: percentuale di spesa pubblica e privata in R&S sul Pil (2000; 2010) 2 1,1 1,1 1,0 1,5 1,4 1,3 - Addetti alla R&S (per abitanti) (2002; 2010) 3,1 3,6 2,9 4,4 4,8 3,7 - Percentuale di imprese (con più di dieci addetti) dei settori industria e servizi che 36,2 32,5 31,2 89,6 89,0 88,3 dispongono di collegamento a banda larga (2003; 2011) 3 - Percentuale di addetti delle imprese (con più di 10 addetti) dei settori industria e servizi che utilizzano computer connessi a Internet (2003; 2011) 3 20,1 25,5 24,2 38,0 37,6 35,5 Ambiente ed energia - Percentuale di famiglie che denunciano irregolarità nell'erogazione dell'acqua (2000; 2010) 6,2 8,3 15,0 4,6 7,1 10,8 - Lunghezza delle coste non balneabili per inquinamento sulla lunghezza totale delle coste (percentuale) (2000; 2009) 2,4 4,0 5,5 2,5 4,3 6,2 - Popolazione dei comuni con il servizio di rete fognaria con depurazione completa dei reflui convogliati sul totale della popolazione residente (percentuale) (1999; 2008) 32,0 46,8 47,3 33,5 49,3 49,8 - Percentuale di rifiuti solidi urbani oggetto diraccolta differenziata sul totale dei rifiuti solidi 11,7 20,3 14,4 25,6 41,8 35,3 urbani (2000; 2010) 1 - Frequenza delle interruzioni accidentali lunghe del servizio elettrico (numero medio per utente) (2000; 2010) 3,7 2,8 3,6 1,8 1,6 2,2 - Energia prodotta da fonti rinnovabili (eolica, fotovoltaica, geotermoelettrica) su produzione totale (percentuale) (2000; 2010) 2,6 24,9 19,1 3,7 30,4 25,9 Condizioni sociali - Percentuale di famiglie che avvertono molto o abbastanza disagio al rischio di criminalità nella zona in cui vivono (2000; 2012) - Percentuale di popolazione che vive in famiglie al di sotto della soglia di povertà (2002; 2011) - Percentuale dibambini tra 0-3 anni che hanno usufruito dei servizi per l'infanzia (2004; 2010) 1 27,8 31,5 30,6 22,0 27,0 26,3 5,8 6,1 12,4 7,9 6,5 13,6 15,8 15,5 11,2 16,6 18,4 13,9 - Percentuale di anziani (65 anni e oltre) trattati in assistenza domiciliare integrata (ADI) 3,6 2,4 1,9 3,8 4,7 4,1 (2001; 2011) 1 Risorse culturali e turismo - Numero divisitatori diistituti statali diantichità e d'arte per istituto (valori in migliaia) (2000; 2011) 14,5 86,7 79,4 12,9 114,4 94,7 - Biglietti venduti per attività teatrali e musicali (per 100 abitanti) (2000;2010) 58,2 63,5 50,9 57,6 67,9 56,3 - Giornate di presenza (italiani e stranieri) nel complesso degli esercizi ricettivi per abitante (2000; 2010) Trasporti e mobilità - Percentuale di utenti di mezzi pubblici sul totale delle persone che si sono spostate per motivi di lavoro e hanno usato mezzi di trasporto (2000; 2011) 9,8 7,5 6,0 8,5 7,6 6,2 27,9 19,3 19,7 24,9 19,3 19,3 - Tonnellate di merci in ingresso ed in uscita per ferrovia sul totale delle modalità (2000; 2010) 13,2 2,4 2,3 5,4 1,1 1,0 - Tonnellate di merci in ingresso ed in uscita per ferrovia per 100 abitanti (2000; 2010) 333,8 67,5 51,0 176,8 36,5 27,4 - Tonnellate di merci in ingresso ed in uscita su strada per abitante (2000; 2010) 17,6 26,7 20,6 26,1 30,8 24,6 - Passeggeri sbarcati e imbarcati per via aerea (per 100 abitanti) (2000; 2010) 65,7 198,0 158,0 78,7 268,5 229,6 Sistemi produttivi - Tasso netto di turnover delle imprese (differenza tra il tasso di natalità e di mortalità delle -0,2 0,7 0,8-1,4-1,4-1,1 imprese) (2000; 2010) 4 - Percentuale di unità di lavoro irregolari sul totale delle unità di lavoro (2001; 2011) 14,0 10,9 13,8 12,3 9,3 12,2 - Indice di intensità creditizia: impieghi bancari (consistenza media annua) in percentuale del Pil (a prezzi correnti) (2000; 2009) Sistemi urbani - Linee urbane di trasporto pubblico locale nei comuni capoluogo di provincia per 100 Kmq di superficie comunale (2000; 2010) - Emigrazione ospedaliera in altra regione per ricoveri ordinari acuti sul totale delle persone ospedalizzate residenti nella regione (2000; 2010) Apertura internazionale 30,0 48,1 42,9 45,3 70,1 62,0 310,5 134,5 115,2 313,1 144,6 125,3 7,9 5,0 6,9 8,3 4,9 6,4 - Investimenti diretti netti dall'estero in Italia sul Pil (2008; 2011) 1,2-0,1-0,5 1,1 2,1 1,6 Fonte: DPS-ISTAT Banca dati indicatori regionali per le politiche di sviluppo - ultimo aggiornamento marzo

45 popolazione (in migliaia) Bolzano P.A. Bolzano Tendenze economiche e sociali Aspetti demografici Al 9 ottobre 2011, dai dati del censimento, la popolazione totale residente nella regione risulta pari a individui, dei quali femmine (50,8 per cento) e maschi (49,2 per cento). La popolazione 1 della Provincia di Bolzano, in continua moderata crescita nel periodo , ha raggiunto a fine periodo un valore intorno a 510 mila abitanti (popolazione media annua residente). L incidenza della popolazione di Bolzano rispetto al Centro-Nord era pari nel 2011 all 1,3 per cento, rispetto al totale della popolazione italiana era pari allo 0,8 per cento (cfr. figura 1). Nel 2011, il tasso naturale 2 era pari al 2,70 per mille, rispetto ad una media nazionale di - 0,77 per mille, il tasso migratorio interno 3 è risultato positivo (2,17 per mille), quello estero 4 ancor di più (3,79 per mille), a fronte di valori dei due indicatori pari rispettivamente a -0,06 e 5,01 per mille a livello nazionale e a 1,23 e 6,11 per mille nella ripartizione di appartenenza. La presenza di stranieri residenti nella provincia ammontava, secondo i dati del Censimento 2001, a circa 19 mila unità. Al 9 ottobre 2011, tale presenza è aumentata a circa 40 mila unità (pari all 1 per cento sul totale stranieri in Italia) e la quota sulla popolazione complessiva regionale è pari al 7,8 per cento. Il tasso di fecondità nel 2011 è pari a 1,60 figli per donna, maggiore di quello nazionale (1,39) e della media dell area centrosettentrionale (1,42). Nella fattispecie il tasso di fecondità è più alto per le straniere, 2,40 contro 1,53 delle italiane. Figura 1. Popolazione residente nella provincia di Bolzano e contributi dei saldi demografici Popolazione residente Contributi dei saldi demografici (livelli e quote, periodo ) (saldi sulla popolazione, periodo ) 1,0 0,8 0,6 0,4 0,2 0,0 quota su Italia 14,0 12,0 10,0 8,0 6,0 4,0 2,0 0,0-2,0 livello quota su Italia tasso naturale tasso migratorio interno tasso migratorio estero Fonte: Istat. Popolazione residente a metà anno e Bilanci annuali. Per i tassi del 2011: Istat, Noi Italia

46 classi di età classi di età Bolzano La piramide delle età (vedi figura 2) mostra nel 2011 rispetto al 1992 una struttura con crescita dell incidenza delle classi di età adulte e mature, con andamento abbastanza simile per entrambi i sessi e con prevalenza delle donne dai 60 anni in su Nel complesso il tasso di dipendenza 5 di Bolzano nel 2011 è pari a 52,5 per cento, mentre l indice di vecchiaia 6 è pari a 108,5. Figura 2. Piramide delle età anni 1992 e 2011 per classi di popolazione residente nella provincia di Bolzano* (popolazione al 1 Gennaio in migliaia per classi di età, livelli e quote sul totale) 95 e oltre ,0 0,1 1,0 0,70,2 1,1 3,1 2,5 2,42,0 3,2 3,2 3,3 4,1 4,9 4,7 3,8 3,1 2,9 2, ,0 0,2 0,6 1,3 1,6 1,8 2,6 2,7 2,7 3,1 3,2 3,1 3,2 3,8 4,5 4,4 3,7 3,0 2,8 2, popolazione in migliaia 95 e oltre ,5 2,51,91,5 2,7 3,3 4,1 4,5 4,1 3,3 3,1 2,8 2,8 2,9 2,8 2,8 0,0 1,0 0,50, ,2 0,3 1,2 1,6 2,0 2,3 2,7 2,7 2,7 3,2 3,9 4,0 4,2 2,6 3,03,3 2,7 2,7 2,7 2, popolazione in migliaia FEMMINE MASCHI FEMMINE MASCHI * le etichette rappresentano le quote sul totale della popolazione regionale Fonte: elaborazioni su dati Istat Formazione e impiego delle risorse Il Pil reale della regione nel 2011 rappresentava l 1,2 per cento del prodotto interno lordo italiano e l 1,5 per cento di quello del Centro-Nord. Tra il 2000 e il 2011, si è riscontrata una crescita media annua dello 0,8 per cento, a fronte di un minor aumento registrato nel Centro-Nord (0,5 per cento) e a livello nazionale (0,4 per cento) (Figura 3). Nel 2011 il prodotto interno lordo regionale è aumentato dello 0,7 per cento rispetto all anno precedente, a fronte di una minor crescita riscontrata a livello nazionale (0,4 per cento), mentre nel Centro-Nord c è stato un aumento dello 0,6 per cento. Figura 3. L andamento del PIL della P.A. di Bolzano (variazioni percentuali annue e indici 2000=100, prezzi concatenati, anno di riferimento 2005) (variazioni percentuali) (2000=100) 6,0 112,0 4,0 110,0 2,0 108,0 0,0 106,0-2,0 104,0-4,0 102,0-6,0 100,0-8, , P. A. Bolzano Centro-Nord Italia P. A. Bolzano Centro-Nord Italia Fonte: elaborazioni su dati Istat 38

47 Bolzano Il Pil pro capite a valori correnti della Regione era pari nel 2011 al 140,8 per cento del Pil pro capite italiano e al 120,8 per cento di quello dell area centro-settentrionale. I consumi finali delle famiglie, a valori concatenati, nel 2011 si sono ridotti dello 0,4 per cento, a fronte di un aumento nel Centro-Nord (0,4 per cento) e in Italia (0,2 per cento). Gli investimenti fissi lordi regionali sono aumentati nel 2010 (ultimo anno disponibile) del 15,5 per cento, a fronte della crescita riscontrata nella media del Centro-Nord e dell Italia (2,3 e 2,1 per cento rispettivamente). Dal lato dell offerta, la distribuzione del valore aggiunto a livello settoriale nel 2011 segnala il contributo maggiore da parte del settore dei servizi (74 contro 71,7 del Centro-Nord e 73,2 per cento dell Italia), seguito dall industria in senso stretto (14 contro 21,4 del Centro-Nord e 19,4 per cento dell Italia), dalle costruzioni (7,1 contro 5,3 del Centro-Nord e 5,4 per cento dell Italia) e dall agricoltura (4,8 contro 1,7 nel Centro-Nord e 2,2 per cento in Italia). Tutti i settori, rispetto al 2010, hanno avuto un aumento del valore aggiunto, eccetto l industria in senso stretto (-1,7 per cento). Nello specifico è stato maggiormente dinamico il settore delle costruzioni (+11,7 per cento), e a seguire i servizi (0,3) e l agricoltura (0,1 per cento). Il valore aggiunto complessivo è aumentato dello 0,8 per cento. I settore maggiormente produttivi sono quelli dell industria in senso stretto e dei servizi. La dinamica della produttività (valore aggiunto per unità di lavoro) nel 2011 è stata positiva per l agricoltura, per l industria in senso stretto e per le costruzioni e leggermente negativa per i servizi. Nel complesso la produttività totale regionale è aumentata dello 0,4 per cento (dovuta ad un aumento sia delle unità di lavoro sia del valore aggiunto), mentre si è riscontrata sia nel Centro- Nord che nella media italiana una variazione positiva dello 0,5 per cento. Mercato del lavoro e imprese Nel 2012, nella regione, la dinamica degli occupati è risultata positiva (2 per cento rispetto al 2011), a fronte di una flessione registrata nel Centro-Nord (-0,2) e nella media italiana (-0,3 per cento). Sempre nel 2012 il numero dei disoccupati è cresciuto del 27 per cento (cfr. tavola 1). Figura 4. Tasso di occupazione anni (livello percentuale, periodo ) 72,0 70,0 68,0 66,0 64,0 62,0 60,0 58,0 56,0 54,0 52,0 50,0 48,0 46,0 44,0 42,0 40, Bolzano Italia Fonte: elaborazioni su dati Istat 39

48 Bolzano Quanto alla struttura del mercato del lavoro, la Regione è caratterizzata nel 2012 da un tasso di occupazione anni pari al 71,9 per cento, superiore alla media della ripartizione di appartenenza e a quella nazionale (rispettivamente 63,8 e 56,8 per cento), e da un tasso di disoccupazione pari al 4,1 per cento (contro il 10,7 della media italiana e l 8 per cento del Centro- Nord). Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni), pari all 11,6 per cento, risulta inferiore sia alla media dell area centro-settentrionale (29,3) che alla media italiana (35,3). I NEET di anni (= giovani che non studiano e non lavorano) costituiscono nel 2011 il 9,2 per cento della corrispondente classe di popolazione, dato migliore di quello medio centrosettentrionale (16,4) e della media italiana (22,7 per cento). Relativamente bassa è la percentuale di lavoro irregolare nella Regione pari al 7,2 per cento del totale di unità di lavoro, a fronte del 12,2 per cento di media italiana e al 9,3 per cento riscontrato nella media del Centro-Nord. Inoltre i dati disponibili dell anno 2012 relativi alla Cassa integrazione guadagni mostrano, per le ore autorizzate, un aumento dell 11,3 per cento rispetto all anno precedente, determinato da una forte crescita della componente ordinaria e da una riduzione di quelle straordinaria e in deroga. Mentre è osservabile un aumento meno forte sia a livello nazionale (12,1 per cento) sia per l intera area centro-settentrionale (12 per cento). A livello subregionale (Figura 5) si osserva che gli occupati interni nei sistemi locali del lavoro (SLL 7 ), sono maggiormente presenti nelle aree di Bolzano, Merano e Bressanone. Figura 5. Occupazione negli SLL della provincia di Bolzano Fonte: elaborazioni su dati Istat Le imprese attive, secondo l Istat (Archivio ASIA-Imprese) risultano nel 2010 pari a , rappresentando l 1,3 per cento delle imprese del Centro-Nord e l 1 per cento di quelle italiane; la densità imprenditoriale 8, pari all 85,2 per mille, è superiore a quella dell area di appartenenza (81,3) e a quella nazionale (73,8). 40

49 Bolzano Per quanto riguarda le Unità Locali, i dati dell archivio ASIA-UL dell Istat mostrano per l anno 2010 un numero di addetti pari a (l 1,4 per cento della ripartizione centrosettentrionale e l 1,1 per cento del totale Italia), di cui nel solo manifatturiero. La dimensione media risulta pari a 4 addetti, superiore a quella del Centro-Nord (3,8) e a quella dell Italia (3,6). In base ai dati Infocamere (non direttamente confrontabili con i dati Asia-Istat, ma più aggiornati sugli andamenti recenti), il tasso di crescita delle imprese 9 nel 2012 a livello nazionale è tornato a ridursi (+0,31 per cento), rispetto al 2011 (+0,82) e al 2010 (+1,19), la Regione al riguardo presenta valori relativamente migliori (+0,51 nel 2012 e +0,95 nel 2011). Il livello di innovazione imprenditoriale regionale, considerando il grado di utilizzo di Internet nelle imprese 10, nel 2011 era pari al 37,5 per cento, superiore alla media italiana (35,5) e in linea con quella della ripartizione di appartenenza (37,6). Apertura verso l estero Le esportazioni di beni della Regione nel 2012 costituiscono lo 0,9 per cento dell ammontare complessivo delle esportazioni italiane e l 1,1 per cento di quelle del Centro-Nord e hanno registrato una variazione positiva (0,5 per cento) rispetto al 2011 Nel periodo si registra un aumento medio annuo delle vendite all estero della regione del 4,3 per cento, a fronte di una minor crescita nell area di appartenenza (3,2 per cento) e nella media nazionale (3,4). I comparti merceologici a più elevata specializzazione all export sono i settori dei prodotti alimentari, dei macchinari e dei mezzi di trasporto. Per quanto riguarda le destinazioni dell export, i maggiori partners commerciali sono Germania, Francia, Stati Uniti, relativamente ai mercati emergenti, in particolare ai BRIC, la regione esporta il 2,8 per cento delle merci verso questi paesi (soprattutto verso la Russia). Nell ultimo anno, l andamento complessivo leggermente positivo delle esportazioni è stato determinato da un aumento dell export verso i paesi UE27 e da una riduzione di quelle verso il mercato extraue27. Nel 2011 la percentuale delle esportazioni sul Pil, ossia la capacità di esportare, pari al 19,6 per cento, è inferiore a quella della macro area di appartenenza (27,2) e al valore nazionale (23,8). Riguardo all attrattività turistica, tra il 2000 e il 2011, le presenze turistiche sono cresciute in media dell 1,8 per cento, a fronte della crescita registrata dell 1,2 per cento a livello ripartizionale e a livello nazionale. Nel solo 2011 rispetto al 2010 le presenze sono aumentate dell 1,1 per cento (rispetto alla crescita del 3 per cento dell Italia). La Regione presenta una quota di presenze turistiche pari nel 2011 al 7,5 per cento del totale nazionale. La capacità ricettiva degli esercizi, pari a un totale di posti letto, se misurata in rapporto al numero di abitanti (438,1 per mille) è significativamente superiore alla media del Centro-Nord (101,6) e dell intero Paese (79). Le performance regionali economiche e sociali assumono maggior risalto nel confronto con il contesto nazionale e internazionale, in relazione ai target individuati nei documenti programmatici e strategici quali il Quadro Strategico Nazionale (di seguito QSN 11 ) e la nuova agenda Europa

50 Bolzano Indicatori del contesto sociale e obiettivi di servizio Con riferimento al contesto sociale, la percentuale di popolazione della Regione che vive in famiglie al di sotto della soglia di povertà nel 2011 era pari all 11,4 per cento, significativamente inferiore alla media italiana (13,6 per cento) e superiore alla media del Centro-Nord (6,5 per cento). Il livello del capitale umano, in termini di giovani che abbandonano prematuramente gli studi 12, risulta relativamente insoddisfacente essendo pari al 18,2 per cento nel 2011 (contro il 16 per cento del Centro-Nord e il 18,2 in Italia). Situazione dissimile per il dato relativo agli adulti che partecipano all'apprendimento permanente 13 (6,9 per cento nel 2011, rispetto al 6 nel Centro-Nord e al 5,7 in Italia). Il disagio è relativamente basso in relazione alla sicurezza, la percezione delle famiglie del rischio di criminalità nella zona in cui vivono nel 2012 è stata nella Regione del 7,2 per cento, significativamente inferiore sia al valore dell area (27 per cento) sia alla media italiana (26,3 per cento). Per quanto riguarda altri obiettivi di servizio di natura sociale, si osservano valori bassi per la presa in carico dell'utenza per il servizio di asilo nido 14, pari nel 2010 al 5,7 per cento, contro il 18,4 del Centro-Nord e il 13,9 per cento del valor medio italiano; stessa situazione si presenta per la presa in carico degli anziani per il servizio di assistenza domiciliare integrata 15 nel 2011, con lo 0,4 per cento, contro il 4,7 del Centro-Nord e il 4,1 in Italia. Nel settore ambiente la performance della regione per la raccolta differenziata dei rifiuti urbani 16 (nel 2010 il 54,5 per cento del totale dei rifiuti urbani) è al di sopra della media del Centro-Nord e di quella nazionale (rispettivamente 41,8 e 35,3 per cento). Un buon risultato si riscontra anche per i servizi idrici, come evidenzia la percentuale di utilizzo delle risorse idriche per il consumo umano 17, che nel 2008 era pari al 79,6 per cento contro il 71,9 del Centro-Nord e il 67,9 dell Italia. Ugualmente per la situazione dei servizi energetici e in particolare per le interruzioni del servizio elettrico 18, che nel 2010 erano pari all 1,5 per utente, valore inferiore a quello del Centro-Nord (1,6) e alla media nazionale (2,2). Target UE2020 Oltre agli obiettivi nazionali individuati nel QSN e in parte già descritti sopra, nel confronto internazionale si considerano anche i target della Strategia Europa Europa 2020, che è la rivisitazione della Strategia di Lisbona, detta le linee e gli obiettivi da conseguire entro il 2020 affinché l Unione possa uscire dal declino degli ultimi anni. Gli obiettivi della Strategia tradotti in obiettivi nazionali 20 vengono misurati attraverso un set di indicatori condivisi (cfr. tabella 1). Nell ambito dell istruzione l indicatore è lo stesso inserito nel Qsn (vedi sezione precedente) e mostra come gli abbandoni siano ancora consistenti ma in linea con la media italiana e superiori a quelli dell area di appartenenza, comunque in forte riduzione rispetto al I laureati tra anni rappresentano il 23,7 per cento e sono in crescita rispetto al Il tasso di occupazione in età anni è invece superiore alla media nazionale, alla media del Centro-Nord e a quella europea, risultando in aumento nei confronti del 2003 e sopra il target europeo. La spesa pubblica in R&S risulta relativamente soddisfacente, raggiungendo l 1,4 per cento del Pil. La popolazione a rischio di povertà (persone) è in riduzione tra il 2005 e il 2011, contrariamente a quanto si registra a livello italiano ma non a livello europeo, in termini assoluti risulta non molto consistente rispetto alla popolosità della regione. 42

51 Bolzano Tabella 1. Posizione della P.A. di Bolzano rispetto ai benchmark di Europa 2020 Indicatore 2003* Ultimo valore disponibile Bolzano Centro-Nord Italia UE(27) Bolzano Centro-Nord Italia UE(27) Obiettivi NAZIONALI "UE2020" Obiettivi UE2020 Giovani che lasciano prematuramente la scuola** (2004*, 2011) Laureati tra anni*** (2004, 2011) 30,7 19,3 22,9 16,1 18,2 16,0 18,2 13, ,7 17,1 15,6 27,9 23,7 22,4 20,3 34, Tasso di occupazione in età anni (2011) 71,7 67,3 61, ,0 68,2 61,2 68, Spesa totale per R&S (2010) 0,3 1,2 1,11 1,86 0,6 1,4 1,26 2,01 1,53 3 Popolazione a rischio povertà (2005,2011)****, migliaia *Per tutti gli indicatori considerati viene indicato tra parentesi: l annualità iniziale quando diversa dal 2003 e l anno per l ultimo valore disponibile. ** In ambito comunitario l indicatore dei giovani che lasciano prematuramente la scuola corrisponde all indicatore Early leavers from education and training. ***Per i laureati tra anni il corrispondente calcolato da Eurostat è Population aged anni having completed tetiary education. **** Dati Eurostat, i valori assoluti per l'italia e l'ue27 sono quelli pubblicati mentre i valori regionali sono stati stimati attraverso i dati percentuali del rischio di povertà e la popolazione al 1 gennaio. Fonte: Istat e Eurostat 72, , riduzione di riduzione 20 milioni 43

52 Bolzano Tavola 1. Principali indicatori economici della P.A. di Bolzano Indicatori strutturali Bolzano Centro-Nord Italia Popolazione totale residente ( in migliaia ) al 9 ottobre Superficie ( kmq in migliaia ) 7,4 178,2 301,3 Densità demografica ( abitanti per kmq ), ,2 192,2 197,3 PIL per abitante (a prezzi correnti, euro ), PIL per abitante (a prezzi concatenati, euro ), PIL per abitante (valori concatenati, variazione percentuale media ), 2011/2010-0,1 0,0 0,0 Consumi delle famiglie per abitante (valori concatenati, euro ), Consumi delle famiglie per abitante (val. concatenati, var. perc. media), 2011/2010-1,3-0,3-0,2 PIL (valori concatenati, milioni di euro ), PIL (valori concatenati, variazione percentuale ), 2011/2010 0,7 0,6 0,4 Importazioni nette 1 /PIL (valori correnti, percentuale), ,4-3,4 2,8 Investimenti fissi lordi/pil (valori correnti, percentuale), ,1 17,4 17,7 Produttività 2 (valori concatenato, variazione percentuale), 2011/2010 0,4 0,5 0,5 Valore Aggiunto Industria (valori concatenato, percentuale su VA totale), ,2 26,6 24,7 Occupati (in migliaia), percentuale sul totale nazionale 1,1 73,0 100,0 Variazione (valori percentuali), 2012/2011 2,0-0,2-0,3 In cerca di occupazione (in migliaia), percentuale sul totale nazionale 0,4 53,3 100,0 Variazione (valori percentuali), 2012/ ,0 29,5 30,2 Forze di lavoro (in migliaia), percentuale sul totale nazionale 1,0 70,9 100,0 Variazione (valori percentuali), 2012/2011 2,8 1,7 2,3 Tasso di occupazione anni, ,9 63,8 56,8 maschile 78,8 72,1 66,5 femminile 64,8 55,6 47,1 Tasso di attività anni, ,0 69,5 63,7 maschile 81,8 77,7 73,9 femminile 68,1 61,3 53,5 Tasso di disoccupazione, ,1 8,0 10,7 maschile 3,6 7,1 9,9 femminile 4,8 9,3 11,9 Imprese attive (valori assoluti) Densità imprenditoriale (imprese per 1000 abitanti) ,2 81,3 73,8 Dimensione media delle imprese (addetti / imprese) ,3 4,2 3,8 Addetti totali alle unità locali delle imprese (valori in migliaia) Addetti al manifatturiero nelle unità locali (valori in migliaia) Dimensione media delle unità locali (addetti / unità locali) ,0 3,8 3,6 Turismo presenze complessive (valori in migliaia), percentuale sul totale nazionale 7,5 80,1 100,0 Turismo presenze straniere (valori in migliaia), percentuale sul totale nazionale 10,6 86,6 100,0 Esportazioni di beni (valori a prezzi correnti, milioni di euro) percentuale sul totale nazionale 0,9 86,9 100,0 1 Le importazioni nette sono definite come il saldo tra importazioni ed esportazioni e comprendono lo scambio di beni e servizi con l estero e con le altre regioni. Il valore negativo indica che il volume delle esportazioni supera quello delle importazioni, se il valore è invece positivo significa che le importazioni sono maggiori delle esportazioni. 2 Calcolata come il rapporto tra il Pil a valori concatenati e le unità di lavoro totali. Fonte: Istat- Popolazione residente, Censimento; Conti economici territoriali; Rilevazione continua sulle forze di lavoro; Archivio Asia-Imprese; Archivio Asia-Unità locali; Rilevazione sul movimento dei clienti negli esercizi ricettivi; Indagine sul commercio estero 44

53 Bolzano Tavola 2. Alcuni indicatori di contesto della P.A. Bolzano Istruzione e formazione Indicatore (Anno inizio serie; ultimo anno disponibile) Bolzano Centro-Nord Italia Bolzano Centro-Nord Italia Anno: inizio serie Anno: ultimo disponibile - Percentuale della popolazione anni, con al più la licenza media, che abbandona 30,6 19,3 22,9 18,2 16,0 18,2 prematuramente gli studi (2004; 2011) 1 - Laureati in matematica, scienze e tecnologia (per abitanti) (2000; 2009)... 6,9 5,7 1,8 14,9 12,2 - Percentuale della popolazione anni che frequenta un corso di studio o di formazione professionale (2000; 2011) Ricerca e innovazione 0,0 5,9 5,5 6,9 6,0 5,7 - Capacità innovativa: percentuale di spesa pubblica e privata in R&S sul Pil (2000; 2010) ,1 1,0 0,6 1,4 1,3 - Addetti alla R&S (per abitanti) (2002; 2010)... 3,6 2,9 2,9 4,8 3,7 - Percentuale di imprese (con più di dieci addetti) dei settori industria e servizi che... 32,5 31,2 92,7 89,0 88,3 dispongono di collegamento a banda larga (2003; 2011) 3 - Percentuale di addetti delle imprese (con più di 10 addetti) dei settori industria e servizi che utilizzano computer connessi a Internet (2003; 2011) ,5 24,2 37,5 37,6 35,5 Ambiente ed energia - Percentuale di famiglie che denunciano irregolarità nell'erogazione dell'acqua (2000; 2010) 3,5 8,3 15,0 1,5 7,1 10,8 - Lunghezza delle coste non balneabili per inquinamento sulla lunghezza totale delle coste (percentuale) (2000; 2009)... 4,0 5,5... 4,3 6,2 - Popolazione dei comuni con il servizio di rete fognaria con depurazione completa dei reflui convogliati sul totale della popolazione residente (percentuale) (1999; 2008) 63,7 46,8 47,3 92,1 49,3 49,8 - Percentuale di rifiuti solidi urbani oggetto diraccolta differenziata sul totale dei rifiuti solidi 33,8 20,3 14,4 54,5 41,8 35,3 urbani (2000; 2010) 1 - Frequenza delle interruzioni accidentali lunghe del servizio elettrico (numero medio per utente) (2000; 2010) 5,5 2,8 3,6 1,5 1,6 2,2 - Energia prodotta da fonti rinnovabili (eolica, fotovoltaica, geotermoelettrica) su produzione totale (percentuale) (2000; 2010) 99,6 24,9 19,1 97,8 30,4 25,9 Condizioni sociali - Percentuale di famiglie che avvertono molto o abbastanza disagio al rischio di criminalità nella zona in cui vivono (2000; 2012) - Percentuale di popolazione che vive in famiglie al di sotto della soglia di povertà (2002; 2011) - Percentuale di bambini tra 0-3 anni che hanno usufruito dei servizi per l'infanzia (2004; 2010) 1 14,5 31,5 30,6 7,2 27,0 26,3 11,1 6,1 12,4 11,4 6,5 13,6 4,6 15,5 11,2 5,7 18,4 13,9 - Percentuale di anziani (65 anni e oltre) trattati in assistenza domiciliare integrata (ADI) 0,1 2,4 1,9 0,4 4,7 4,1 (2001; 2011) 1 Risorse culturali e turismo - Numero divisitatori diistituti statali diantichità e d'arte per istituto (valori in migliaia) (2000; 2011) 0,5 86,7 79, ,4 94,7 - Biglietti venduti per attività teatrali e musicali (per 100 abitanti) (2000;2010) - 63,5 50,9 0,0 67,9 56,3 - Giornate di presenza (italiani e stranieri) nel complesso degli esercizi ricettivi per abitante (2000; 2010) Trasporti e mobilità - Percentuale di utenti di mezzi pubblici sul totale delle persone che si sono spostate per motivi di lavoro e hanno usato mezzi di trasporto (2000; 2011)... 7,5 6,0 56,5 7,6 6,2 23,0 19,3 19,7 25,5 19,3 19,3 - Tonnellate di merci in ingresso ed in uscita per ferrovia sul totale delle modalità (2000; 2010)... 2,4 2,3 0,0 1,1 1,0 - Tonnellate di merci in ingresso ed in uscita per ferrovia per 100 abitanti (2000; 2010)... 67,5 51,0 0,0 36,5 27,4 - Tonnellate di merci in ingresso ed in uscita su strada per abitante (2000; 2010)... 26,7 20,6 53,3 30,8 24,6 - Passeggeri sbarcati e imbarcati per via aerea (per 100 abitanti) (2000; 2010) ,0 158,0 10,7 268,5 229,6 Sistemi produttivi - Tasso netto di turnover delle imprese (differenza tra il tasso di natalità e di mortalità delle 0,7 0,7 0,8-1,7-1,4-1,1 imprese) (2000; 2010) 4 - Percentuale di unità di lavoro irregolari sul totale delle unità di lavoro (2001; 2011) 9,1 10,9 13,8 7,3 9,3 12,2 - Indice di intensità creditizia: impieghi bancari (consistenza media annua) in percentuale del Pil (a prezzi correnti) (2000; 2009) Sistemi urbani - Linee urbane di trasporto pubblico locale nei comuni capoluogo di provincia per 100 Kmq di superficie comunale (2000; 2010) - Emigrazione ospedaliera in altra regione per ricoveri ordinari acuti sul totale delle persone ospedalizzate residenti nella regione (2000; 2010) Apertura internazionale... 48,1 42, ,1 62,0 129,9 134,5 115,2 142,6 144,6 125,3 4,2 5,0 6,9 4,4 4,9 6,4 - Investimenti diretti netti dall'estero in Italia sul Pil (2008; 2011)... -0,1-0,5... 2,1 1,6 - Capacità di esportare (valore delle esportazioni di merci in percentuale del Pil) (2000; 2011) 16,8 25,4 21,7 19,6 27,2 23,8 1 L'indicatore è anche un obiettivo di servizio. 2 L'indicatore è anche un target della Strategia Europa I dati del 2010 non sono confrontabili con quelli del 2003 perché la classificazione ATECO di riferimento è diversa nei due anni. 4 Il valore del tasso di mortalità per il 2010 è stimato. 5 I dati del 2011 si riferiscono solo alle regioni del Mezzogiorno; l'ultimo anno disponibile per l'italia è il Fonte: DPS-ISTAT Banca dati indicatori regionali per le politiche di sviluppo - ultimo aggiornamento marzo

54 popolazione (in migliaia) Trento Aspetti demografici P.A. Trento Tendenze economiche e sociali Al 9 ottobre 2011, dai dati del censimento, la popolazione totale residente nella regione risulta pari a individui, dei quali femmine (51,3) e maschi (48,7 per cento). La popolazione 1 della regione, in moderata crescita tra il 1991 e il 2011, si è attestata a fine periodo a circa abitanti (popolazione residente media annua), la quota è stata pari a circa lo 0,9 per cento del totale Italia e all 1,3 per cento del Centro-Nord nel suo complesso. All evoluzione demografica della provincia hanno contribuito positivamente soprattutto i flussi migratori, quelli interni sono stati più significativi negli anni novanta, mentre a partire dal 2000 il contributo maggiore è venuto da quelli esteri. Il tasso naturale, tornato positivo nel 1996, si è mantenuto piuttosto stabile negli ultimi anni (Figura 1). Nel 2011, il tasso naturale 2 ha contribuito alla crescita della popolazione (1,33 per mille) in controtendenza rispetto alla dinamica dell area (-0,78) nonché a quella nazionale (-0,77 per mille). I movimenti migratori mostrano un tasso migratorio interno 3 nel 2011 nella provincia pari a 2,7 per mille), superiore a quello registrato nell area nord-orientale (1,48 per mille), mentre il tasso migratorio con l estero 4 pari a 4,45 per mille abitanti, risulta inferiore a quello italiano (5,01) e quello dell area (5,45). Sulla base dei risultati censuari nell arco dell ultimo decennio intercensuario la popolazione straniera abitualmente dimorante nella provincia autonoma è passata dai 16 mila stranieri del 2001 a unità, censite nel L incremento è stato particolarmente sostenuto, e si registra anche nell incidenza degli stranieri sul totale della popolazione residente, arrivata a 87 stranieri per mille censiti. L incidenza sul totale della popolazione straniera in Italia è rimasta stabile nel periodo considerato, intorno al 11 per mille. Il tasso di fecondità nel 2011 è pari a 1,59 figli per donna, contro una media italiana dell 1,39 e settentrionale dell 1,45. Nella fattispecie il tasso di fecondità è più alto per le straniere, 2,29 contro 1,51 delle italiane Figura 1. Popolazione residente e evoluzione demografica nella PA Trento Popolazione residente Contributi dei saldi demografici (livelli e quote, periodo ) (saldi su popolazione, periodo ) 1,0 0,8 0,6 0,4 0,2 0,0 quota su Italia 14,0 12,0 10,0 8,0 6,0 4,0 2,0 0,0-2,0 livello quota su Italia tasso naturale tasso migratorio interno tasso migratorio estero Fonte: Istat, Popolazione residente a metà anno. I tassi al 2011, Noi Italia

55 classi di età classi di età Trento La piramide delle età mostra nel 2011 uno snellimento nelle classi più basse, ad eccezione di quella compresa tra 0 e 9 anni, e un rigonfiamento in quelle centrali rispetto alla struttura del La quota dei maschi nel 2011 è leggermente superiore a quella delle femmine fino ai 54 anni, nelle fasce d età superiori avviene il contrario. Nel complesso il tasso di dipendenza 5 della provincia nel 2011 è pari al 52,9 per cento, mentre l indice di vecchiaia 6 è pari a 149,5. Figura 2. Piramide delle età anni 1992 e 2011 per classi di popolazione residente nella P.A. Trento* (popolazione al 1 gennaio in migliaia per classi di età, livelli e quote sul totale) 95 e oltre ,7 3,2 3,12,6 4,3 4,03,7 4,0 3,5 2,7 2,4 2,4 0,0 0,1 2,6 2,5 1,4 1,20,90, ,1 0,3 0,8 1,7 2,0 2,1 2,9 3,1 3,2 3,2 3,1 3,4 3,4 3,8 3,8 4,1 3,3 2,6 2,3 2, popolazione in migliaia 95 e oltre ,9 2,52,0 4,0 3,53,1 4,3 4,0 3,4 2,8 2,5 2,6 2,6 2,7 2,6 1,5 1,10,6 0,0 0, ,2 0,4 1,5 1,9 2,2 2,4 2,7 2,9 3,1 3,4 3,9 3,9 4,1 2,5 2,73,3 2,4 2,5 2,5 2, popolazione in migliaia FEMMINE MASCHI FEMMINE MASCHI * le etichette rappresentano le quote sul totale della popolazione regionale Fonte: elaborazioni su dati Istat Formazione e impiego delle risorse Il Pil reale della regione nel 2011 rappresentava l 1 per cento del prodotto interno lordo italiano e l 1,3 per cento di quello del Centro-Nord. Nel 2011 il Pil della regione è aumentato dello 0,2 per cento (nel Centro-Nord si è registrato 0,6 per cento e in Italia 0,4 per cento). Nell ultimo decennio , la crescita media annua è risultata dello 0,3 per cento, superiore alla crescita media dello 0,5 registrata per il Centro Nord e dello 0,4 per cento a livello nazionale. (Figura 3) Figura 3. L andamento del PIL della P.A. Trento (variazioni percentuali annue e indici 2000=100, prezzi concatenati, anno di riferimento 2005) (variazioni percentuali) (2000=100) 6,0 112,0 4,0 110,0 2,0 108,0 0,0 106,0-2,0 104,0-4,0 102,0-6,0 100,0-8, , P. A. Trento Centro-Nord Italia P. A. Trento Centro-Nord Italia Fonte: elaborazioni su dati Istat 47

56 Trento Il Pil pro capite a valori correnti della provincia autonoma era pari nel 2011 al 117,8 per cento del Pil pro capite italiano e al 101,1 per cento di quello dell area. I consumi finali delle famiglie reali nel 2011 hanno subito un lieve aumento (0,1 per cento), in linea con l aumento, ugualmente modesto, osservato nel Centro-Nord e nel Paese (rispettivamente 0,4 e 0,2 per cento). La tendenza dei consumi, nonostante la crisi economica, non è risultata mai negativa a fronte di una sostanziale stabilità fino al 2009 l aumento medio annuo registrata nel periodo è stato pari allo 0,6 per cento. Gli investimenti fissi lordi nel 2010 (ultimo anno disponibile) a valori concatenati nella provincia sono aumentati del 2 per cento risultato sostanzialmente in linea con quanto registrato nel Centro-Nord (2,3 per cento) e in Italia (2,1 per cento). Dal lato dell offerta, la distribuzione del valore aggiunto a livello settoriale nel 2011 segnala il contributo maggiore da parte del settore dei servizi (71,3 contro 71,7 del Centro-Nord e 73,2 per cento dell Italia), seguito dall industria in senso stretto (18 contro 21,4 del Centro-Nord e 19,4 per cento dell Italia), dalle costruzioni (7,3 contro 5,3 del Centro-Nord e 5,4 per cento dell Italia) e dall agricoltura (3,3 contro 1,7 nel Centro-Nord e 2,2 per cento in Italia). Rispetto al 2010, l andamento nei settori non è risultato omogeneo, a fronte di una diminuzione del valore aggiunto nel settore dell agricoltura e dei servizi è stato registrato un miglioramento nel settore dell industria, in particolare nelle costruzioni. In particolare nell industria (4 per cento), è stato il comparto delle costruzioni che hanno segnato la crescita più sostenuta (10,9 per cento), mentre l industria in senso stretto è cresciuta dell 1,2 per cento. I servizi segnano, invece, una flessione dell 1,5 per cento mentre l agricoltura del 2,4 per cento. La produttività nel complesso (valore aggiunto per unità di lavoro) è diminuita nel 2011 dello 0,9 per cento, in controtendenza rispetto a quanto registrato per l Italia e per il Centro-Nord (+0,5 per cento). La diminuzione ha riguardato tutti i settori, in particolare l agricoltura (-1,7 per cento) e l industria (-1 per cento), mentre le costruzioni risultano stabili rispetto all anno precedente, i servizi segnano, invece, una flessione più contenuta pari allo 0,8 per cento. Il settore maggiormente produttivo nel 2011 è stato quello dei servizi. Mercato del lavoro e imprese Nel 2012, nella provincia di Trento gli occupati hanno registrato una lieve flessione dello 0,2 per cento, rispetto al 2011, comunque in linea a quanto si rileva a livello nazionale e nel Centro- Nord. La dinamica negativa, seppur modesta, degli occupati è affiancata tuttavia da un notevole incremento del numero di disoccupati (39,9 per cento), superiore rispetto a quello nazionale e a quello dell area centro-settentrionale. Figura 4. Tasso di occupazione nella P.A. Trento (livello percentuale, periodo ) 70,0 68,0 66,0 64,0 62,0 60,0 58,0 56,0 54,0 52,0 50,0 48,0 46,0 44,0 42,0 40, Trento Italia Fonte: elaborazioni su dati Istat 48

57 Trento Quanto alla struttura del mercato del lavoro, Trento è caratterizzata nel 2012 da un tasso di occupazione della popolazione in età anni (65,5 per cento) superiore alla media nazionale e a quello del Centro Nord e da un tasso di disoccupazione pari al 6,1 per cento inferiore, anche se in aumento rispetto al 2011, a quello italiano e a quello dell area (cfr. Tavola 1). Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) segna nel 2012 un ulteriore peggioramento e si attesta al 20,5 per cento (contro il 29,3 del Centro Nord e il 35,3 dell Italia). I NEET di anni (= giovani che non studiano e non lavorano) costituiscono nel 2011 il 13,3 per cento della corrispondente classe di popolazione, dato migliore di quello medio centrosettentrionale (16,4 per cento) e della media italiana (22,7 per cento). La percentuale di lavoro irregolare nella Regione pari all 8,1 per cento del totale di unità di lavoro è tra le più basse in Italia (12,2 per cento) e inferiore anche al 9,3 per cento riscontrato nel Centro-Nord. In particolare i dati disponibili nel 2012 relativi alla Cassa integrazione guadagni hanno mostrato per le ore autorizzate un incremento rispetto all anno precedente (13,9 per cento), che ha riguardato soprattutto la componente in deroga. La dinamica registrata è comunque superiore rispetto a quella nazionale (12,1 per cento) e a quella dell intera area (12 per cento). A livello subregionale (Figura 5) si osserva che nel 2010 gli occupati nei sistemi locali del lavoro (SLL 7 ), sono maggiormente presenti nelle aree di Bolzano e Trento. Seguono Merano e Rovereto. Figura 5. Cartogramma occupazione Fonte: elaborazioni su dati Istat Le imprese attive (fonte Istat, Archivio ASIA-Imprese) erano nel 2010 poco più di 40 mila (1,3 per cento delle imprese attive del Centro-Nord e 0,9 per cento di quelle italiane); la densità imprenditoriale 8 era pari al 76,9 per mille, meno elevata di quella del Centro-Nord (81,3), ma superiore a quella italiana (73,8). 49

58 Trento Per quanto riguarda le Unità Locali, i dati dell archivio ASIA-UL dell Istat mostrano per l anno 2010 un numero di addetti pari a circa (intorno all 1,3 per cento della ripartizione Centro-Nord e all 1 per cento sul totale nazionale), di cui poco meno di 34 mila nel solo manifatturiero (l 1 per cento circa del totale ripartizionale). La dimensione media risulta pari a 4 addetti, superiore a quella del Centro-Nord (3,8) e al dato nazionale (3,6). In base ai dati Infocamere (non direttamente confrontabili con i dati Asia-Istat, ma più aggiornati sugli andamenti recenti), il tasso di crescita delle imprese 9 nel 2012 a livello nazionale è tornato a ridursi (+0,31 per cento), rispetto al 2011 (+0,82) e al 2010 (+1,19), la Regione al riguardo presenta, invece, nel 2012 una flessione (-0,42) rispetto alla lieve crescita del 2011 (0,16 per cento). Il livello di innovazione imprenditoriale non è elevato, se si considera il grado di utilizzo di Internet nelle imprese 10 : nel 2011 era pari al 33,4 per cento, inferiore alla media italiana (35,5) e a quella del Centro-Nord (37,6). Apertura verso l estero Le esportazioni di beni della provincia costituivano nel 2012 lo 0,8 per cento del flusso complessivo dell export italiano e l 1 per cento di quello del Centro-Nord, e rispetto al 2011 hanno registrato un aumento del 3,2 per cento. Nel periodo , tuttavia, le vendite all estero della provincia hanno registrato una dinamica relativamente vivace (3,7 per cento medio annuo), lievemente superiore alla dinamica del Centro-Nord e nazionale (3,1 e 3,4 per cento rispettivamente). I comparti merceologici manifatturieri a più elevata specializzazione all export sono stati nel 2012 quelli della meccanica, degli alimentari, dei mezzi di trasporto e delle sostanze e prodotti chimici, solo quest ultimo ha segnato una dinamica negativa (-2,8 per cento); si segnala inoltre il buon andamento del comparto del legno e dei prodotti farmaceutici, settori comunque importanti per la provincia; mentre la destinazione geografica prevalente delle esportazioni è senza dubbio l Unione Europea (61,4 per cento), in particolare Germania e Francia, mentre al di fuori dell UE27 sono gli Stati Uniti, che rappresentano il 12,1 per cento dell export trentino. La dinamica è stata positiva verso i mercati esterni (10,9 per cento) mentre ha registrato una flessione dello 0,6 per cento verso i Paesi all interno dell Unione. Relativamente ai mercati emergenti, in particolare ai BRIC, la regione esporta il 6,5 per cento delle merci verso questi paesi, i maggiori partners sono la Cina (2,4 per cento) e la Russia (2,3). L andamento generale delle vendite verso questi paesi è stato piuttosto altalenante negli ultimi anni, tuttavia rispetto al 2011 è cresciuto del 4,7 per cento, grazie soprattutto alla dinamica sostenuta verso la Russia. La capacità di esportare (esportazioni su Pil) si attesta nel 2011 al 19,3 per cento, a fronte del 27,2 per cento raggiunto dall area centro-settentrionale e al 23,8 per cento relativo al dato nazionale. Riguardo all attrattività turistica della provincia, il peso delle presenze complessive sul totale nazionale nel 2011 era pari al 4 per cento (3,3 per cento per gli stranieri). Nel periodo , le presenze sono cresciute dell 1,4 per cento medio annuo, con un andamento superiore alla crescita riscontrata a livello nazionale e a quella dell area centro-settentrionale (rispettivamente 1,2 per cento). 50

59 Trento La capacità ricettiva degli esercizi, pari a un totale di oltre posti letto, se misurata in rapporto al numero di abitanti, è nettamente superiore sia a quella media del Centro-Nord sia alla media nazionale (315,1 posti letto per mille abitanti contro 101,6 del Centro-Nord e 79 dell Italia). Le performance regionali economiche e sociali assumono maggior risalto nel confronto con il contesto nazionale e internazionale, in relazione ai target individuati nei documenti programmatici e strategici quali il Quadro Strategico Nazionale (di seguito QSN 11 ) e la nuova agenda Europa Indicatori del contesto sociale e obiettivi di servizio Con riferimento al contesto sociale, la percentuale di popolazione provinciale che vive in famiglie al di sotto della soglia di povertà nel 2011 era pari al 3,3 molto al di sotto della media italiana del 13,6 per cento, e inferiore anche a quella del Centro-Nord (6,5 per cento). A questo si associa un buon livello di utilizzo di capitale umano, sia in termini di giovani che abbandonano prematuramente gli studi 12 pari al 9,6 per cento nel 2011 (contro il 16 nel Centro-Nord e il 18,2 in Italia), sia in termini di adulti che partecipano all'apprendimento permanente 13 (8,3 per cento nel 2011, contro 6 nel Centro-Nord e 5,7 in Italia). Per quanto riguarda la sicurezza, la percezione delle famiglie del rischio di criminalità nella zona in cui vivono nel 2012 (10 per cento) era molto più bassa della media del Centro-Nord e di quella italiana (rispettivamente 27 e 26,3 per cento). Per quanto riguarda altri obiettivi di servizio di natura sociale, si osservano situazioni di svantaggio sia per l indicatore presa in carico dell'utenza per il servizio di asilo nido 14 (nel ,9 per cento contro valori del 18,4 per cento nel Centro-Nord e del 13,9 per cento medio italiano), sia per la presa in carico degli anziani per il servizio di assistenza domiciliare integrata 15 (nel 2011 il valore nella provincia era pari al 3,6 per cento contro 4,7 nel Centro-Nord e 4,1 in Italia). Buona nel settore ambiente la performance della provincia per la raccolta differenziata dei rifiuti urbani 16 (nel ,8 per cento del totale dei rifiuti urbani), al di sopra della media nazionale e di quella del Centro-Nord (rispettivamente 35,3 e 41,8 per cento); buona anche quella relativa ai servizi idrici, come evidenzia la percentuale di utilizzo delle risorse idriche per il consumo umano 17, che nel 2008 era pari al 77,6 per cento contro il 71,9 del Centro-Nord e il 67,9 dell Italia. Discreta la situazione per i servizi energetici, in particolare per le interruzioni del servizio elettrico 18, che nel 2010 erano pari al 1,9, superiore alla media del Centro-Nord (1,6) e inferiore alla media nazionale (2,2). Target UE2020 Oltre agli obiettivi nazionali individuati nel QSN e in parte già descritti sopra, nel confronto internazionale si considerano anche i target della Strategia Europa Europa 2020, che è la rivisitazione della Strategia di Lisbona, detta le linee e gli obiettivi da conseguire entro il 2020 affinché l Unione possa uscire dal declino degli ultimi anni. Gli obiettivi della Strategia tradotti in obiettivi nazionali 20 vengono misurati attraverso un set di indicatori condivisi (cfr. tabella 1). Nell ambito dell istruzione l indicatore è lo stesso inserito nel Qsn (vedi sezione precedente) e mostra come gli abbandoni siano rimasti piuttosto stabili rispetto al 2004, tuttavia il valore registrato è anche al di sotto dell obiettivo nazionale. I laureati tra anni rappresentano attualmente il 26,7 per cento e sono in notevole aumento rispetto al 2005 (oltre 12 punti percentuali) anche in questo caso il dato è superiore a quanto registrato per la ripartizione e per il Paese e in linea con l obiettivo nazionale. Il tasso di occupazione in età anni risulta nel 2011 il 71,2 per cento, anche i questo caso il dato è migliore rispetto al resto del Paese e superiore 51

60 Trento anche all obiettivo nazionale. La spesa pubblica in R&S risulta superiore a quella nazionale e ripartizionale, allineata alla media europea e superiore all obiettivo. La popolazione a rischio di povertà (persone) è invece in aumento tra il 2005 e il 2011, in linea con quanto si registra sia a livello europeo sia a livello nazionale. Indicatore Tabella 1. Posizione della P.A. Trento rispetto ai benchmark di Europa * Ultimo valore disponibile Trento Centro-Nord Italia UE(27) Trento Centro-Nord Italia UE(27) Obiettivi NAZIONALI "UE2020" Obiettivi UE2020 Giovani che lasciano prematuramente la scuola** (2004*, 2011) Laureati tra anni*** (2004, 2011) 11,9 19,3 22,9 16,1 9,6 16,0 18,2 13, ,6 17,1 15,6 27,9 26,7 22,4 20,3 34, Tasso di occupazione in età anni (2011) 70,0 67,3 61, ,0 68,2 61,2 68, Spesa totale per R&S (2010) 1,1 1,2 1,11 1,86 2,0 1,4 1,26 2,01 1,53 3 Popolazione a rischio povertà (2005,2011)****, migliaia 60, , riduzione di riduzione 20 milioni * Per tutti gli indicatori considerati viene indicato tra parentesi: l'annualità iniziale quando diversa dal 2003 e l'anno per l'ultimo valore disponibile. ** In ambito comunitario l'indicatore dei giovani che lasciano prematuramente la scuola corrisponde all'indicatore "Early leavers from education and training". ***Per i laureati tra anni il corrispondente calcolato da Eurostat è "population aged having completed tertiary education". **** Dati Eurostat, i valori assoluti per l'italia e l'ue27 sono quelli pubblicati mentre i valori regionali sono stati stimati attarverso i dati percentuali del rischio di povertà e la popolazione al 1 gennaio. Fonte: Istat e Eurostat 52

61 Trento Tavola 1. Principali indicatori economici della P.A. Trento Indicatori strutturali Trento Centro-Nord Italia Popolazione totale residente ( in migliaia ) al 9 ottobre Superficie ( kmq in migliaia ) 6,2 178,2 301,3 Densità demografica ( abitanti per kmq ), ,7 192,2 197,3 PIL per abitante (a prezzi correnti, euro ), PIL per abitante (a prezzi concatenati, euro ), PIL per abitante (valori concatenati, variazione percentuale media ), 2011/2010-0,7 0,0 0,0 Consumi delle famiglie per abitante (valori concatenati, euro ), Consumi delle famiglie per abitante (val. concatenati, var. perc. media), 2011/2010-0,8-0,3-0,2 PIL (valori concatenati, milioni di euro ), PIL (valori concatenati, variazione percentuale ), 2011/2010 0,2 0,6 0,4 Importazioni nette 1 /PIL (valori correnti, percentuale), ,9-3,4 2,8 Investimenti fissi lordi/pil (valori correnti, percentuale), ,6 17,4 17,7 Produttività 2 (valori concatenato, variazione percentuale), 2011/2010-0,9 0,5 0,5 Valore Aggiunto Industria (valori concatenato, percentuale su VA totale), ,4 26,6 24,7 Occupati (in migliaia), percentuale sul totale nazionale 1,0 73,0 100,0 Variazione (valori percentuali), 2012/2011-0,2-0,2-0,3 In cerca di occupazione (in migliaia), percentuale sul totale nazionale 0,6 53,3 100,0 Variazione (valori percentuali), 2012/ ,9 29,5 30,2 Forze di lavoro (in migliaia), percentuale sul totale nazionale 1,0 70,9 100,0 Variazione (valori percentuali), 2012/2011 1,6 1,7 2,3 Tasso di occupazione anni, ,5 63,8 56,8 maschile 72,8 72,1 66,5 femminile 58,1 55,6 47,1 Tasso di attività anni, ,8 69,5 63,7 maschile 77,2 77,7 73,9 femminile 62,4 61,3 53,5 Tasso di disoccupazione, ,1 8,0 10,7 maschile 5,6 7,1 9,9 femminile 6,8 9,3 11,9 Imprese attive (valori assoluti) Densità imprenditoriale (imprese per 1000 abitanti) ,9 81,3 73,8 Dimensione media delle imprese (addetti / imprese) ,0 4,2 3,8 Addetti totali alle unità locali delle imprese (valori in migliaia) Addetti al manifatturiero nelle unità locali (valori in migliaia) , Dimensione media delle unità locali (addetti / unità locali) ,0 3,8 3,6 Turismo presenze complessive (valori in migliaia), percentuale sul totale nazionale 4,0 80,1 100,0 Turismo presenze straniere (valori in migliaia), percentuale sul totale nazionale 3,3 86,6 100,0 Esportazioni di beni (valori a prezzi correnti, milioni di euro) percentuale sul totale nazionale 0,8 86,9 100,0 1 Le importazioni nette sono definite come il saldo tra importazioni ed esportazioni e comprendono lo scambio di beni e servizi con l estero e con le altre regioni. Il valore negativo indica che il volume delle esportazioni supera quello delle importazioni, se il valore è invece positivo significa che le importazioni sono maggiori delle esportazioni. 2 Calcolata come il rapporto tra il Pil a valori concatenati e le unità di lavoro totali. Fonte: Istat- Popolazione totale residente, censimento 2011 Conti economici territoriali; Rilevazione continua sulle forze di lavoro; Archivio Asia- Imprese; Archivio Asia-Unità locali; Rilevazione sul movimento dei clienti negli esercizi ricettivi; Indagine sul commercio estero. 53

62 Trento Tavola 2. Alcuni indicatori di contesto della P.A. Trento Istruzione e formazione Indicatore (Anno inizio serie; ultimo anno disponibile) 1 L'indicatore è anche un obiettivo di servizio. 2 L'indicatore è anche un target della Strategia Europa I dati del 2010 non sono confrontabili con quelli del 2003 perché la classificazione ATECO di riferimento è diversa nei due anni. 4 Il valore del tasso di mortalità per il 2010 è stimato. 5 I dati del 2011 si riferiscono solo alle regioni del Mezzogiorno; l'ultimo anno disponibile per l'italia è il Trento Centro- Nord Anno: inizio serie Italia Trento Centro- Nord Anno: ultimo disponibile - Percentuale della popolazione anni, con al più la licenza media, che abbandona 11,9 19,3 22,9 9,6 16,0 18,2 prematuramente gli studi (2004; 2011) 1 - Laureati in matematica, scienze e tecnologia (per abitanti) (2000; 2009)... 6,9 5,7 13,7 14,9 12,2 - Percentuale della popolazione anni che frequenta un corso di studio o di formazione professionale (2000; 2011) Ricerca e innovazione Italia 0,0 5,9 5,5 8,3 6,0 5,7 - Capacità innovativa: percentuale di spesa pubblica e privata in R&S sul Pil (2000; 2010) ,1 1,0 2,0 1,4 1,3 - Addetti alla R&S (per abitanti) (2002; 2010)... 3,6 2,9 6,1 4,8 3,7 - Percentuale di imprese (con più di dieci addetti) dei settori industria e servizi che... 32,5 31,2 90,7 89,0 88,3 dispongono di collegamento a banda larga (2003; 2011) 3 - Percentuale di addetti delle imprese (con più di 10 addetti) dei settori industria e servizi che utilizzano computer connessi a Internet (2003; 2011) ,5 24,2 33,4 37,6 35,5 Ambiente ed energia - Percentuale di famiglie che denunciano irregolarità nell'erogazione dell'acqua (2000; 2010) 4,8 8,3 15,0 1,8 7,1 10,8 - Lunghezza delle coste non balneabili per inquinamento sulla lunghezza totale delle coste (percentuale) (2000; 2009)... 4,0 5,5... 4,3 6,2 - Popolazione dei comuni con il servizio di rete fognaria con depurazione completa dei reflui convogliati sul totale della popolazione residente (percentuale) (1999; 2008) 71,5 46,8 47,3 87,9 49,3 49,8 - Percentuale di rifiuti solidi urbani oggetto diraccolta differenziata sul totale dei rifiuti solidi 14,2 20,3 14,4 60,8 41,8 35,3 urbani (2000; 2010) 1 - Frequenza delle interruzioni accidentali lunghe del servizio elettrico (numero medio per utente) (2000; 2010) 4,4 2,8 3,6 1,9 1,6 2,2 - Energia prodotta da fonti rinnovabili (eolica, fotovoltaica, geotermoelettrica) su produzione totale (percentuale) (2000; 2010) 92,2 24,9 19,1 84,8 30,4 25,9 Condizioni sociali - Percentuale di famiglie che avvertono molto o abbastanza disagio al rischio di criminalità nella zona in cui vivono (2000; 2012) - Percentuale di popolazione che vive in famiglie al di sotto della soglia di povertà (2002; 2011) - Percentuale dibambini tra 0-3 anni che hanno usufruito dei servizi per l'infanzia (2004; 2010) 1 12,2 31,5 30,6 10,0 27,0 26,3 12,1 6,1 12,4 3,3 6,5 13,6 13,2 15,5 11,2 21,9 18,4 13,9 - Percentuale di anziani (65 anni e oltre) trattati in assistenza domiciliare integrata (ADI) 0,3 2,4 1,9 3,6 4,7 4,1 (2001; 2011) 1 Risorse culturali e turismo - Numero divisitatori diistituti statali diantichità e d'arte per istituto (valori in migliaia) (2000; 2011) 0,0 86,7 79, ,4 94,7 - Biglietti venduti per attività teatrali e musicali (per 100 abitanti) (2000;2010) - 63,5 50,9 0,0 67,9 56,3 - Giornate di presenza (italiani e stranieri) nel complesso degli esercizi ricettivi per abitante (2000; 2010) Trasporti e mobilità - Percentuale di utenti di mezzi pubblici sul totale delle persone che si sono spostate per motivi di lavoro e hanno usato mezzi di trasporto (2000; 2011)... 7,5 6,0 28,8 7,6 6,2 18,6 19,3 19,7 19,8 19,3 19,3 - Tonnellate di merci in ingresso ed in uscita per ferrovia sul totale delle modalità (2000; 2010)... 2,4 2,3 0,7 1,1 1,0 - Tonnellate di merci in ingresso ed in uscita per ferrovia per 100 abitanti (2000; 2010)... 67,5 51,0 36,5 36,5 27,4 - Tonnellate di merci in ingresso ed in uscita su strada per abitante (2000; 2010)... 26,7 20,6 52,0 30,8 24,6 - Passeggeri sbarcati e imbarcati per via aerea (per 100 abitanti) (2000; 2010) ,0 158, ,5 229,6 Sistemi produttivi - Tasso netto di turnover delle imprese (differenza tra il tasso di natalità e di mortalità delle 1,1 0,7 0,8-1,9-1,4-1,1 imprese) (2000; 2010) 4 - Percentuale di unità di lavoro irregolari sul totale delle unità di lavoro (2001; 2011) 9,2 10,9 13,8 8,2 9,3 12,2 - Indice di intensità creditizia: impieghi bancari (consistenza media annua) in percentuale del Pil (a prezzi correnti) (2000; 2009) Sistemi urbani - Linee urbane di trasporto pubblico locale nei comuni capoluogo di provincia per 100 Kmq di superficie comunale (2000; 2010) - Emigrazione ospedaliera in altra regione per ricoveri ordinari acuti sul totale delle persone ospedalizzate residenti nella regione (2000; 2010) Apertura internazionale... 48,1 42, ,1 62,0 158,3 134,5 115,2 235,6 144,6 125,3 14,6 5,0 6,9 13,2 4,9 6,4 - Investimenti diretti netti dall'estero in Italia sul Pil (2008; 2011)... -0,1-0,5... 2,1 1,6 - Capacità di esportare (valore delle esportazioni di merci in percentuale del Pil) (2000; 2011) 17,1 25,4 21,7 19,3 27,2 23,8 Fonte: DPS-ISTAT Banca dati indicatori regionali per le politiche di sviluppo - ultimo aggiornamento marzo

63 popolazione (in migliaia) Veneto Veneto Tendenze economiche e sociali Aspetti demografici Al 9 ottobre 2011, dai dati del censimento, la popolazione totale residente nella regione risulta pari a individui, dei quali femmine (51,3 per cento) e maschi (48,7 per cento). La popolazione 1 in Veneto, in crescita negli ultimi dieci anni, raggiunge nel 2011 i mila abitanti (popolazione residente media annua nell anno), con una quota pari all 8,2 per cento sul totale Italia e al 12,4 per cento rispetto alla popolazione del Centro-Nord. L evoluzione demografica nella regione nell ultimo ventennio si è incrementata soprattutto grazie ai flussi migratori, sia interni che esteri, negli ultimi anni si è osservato una maggiore significatività di quelli esteri rispetto a quelli interni. Per quanto riguarda il saldo naturale, solo a partire dal 2004 ha segnato una dinamica positiva, favorita anche in questo caso dalle nascite straniere. (Figura 1). Nel 2011, il tasso naturale 2 era pari a 0,03 per mille, rispetto ad una media nazionale di - 0,77 per mille, il tasso migratorio interno 3 è risultato positivo (0,47 per mille), quello estero 4 ancor di più (5,05 per mille), a fronte di valori dei due indicatori pari rispettivamente a -0,06 e 5,01 per mille a livello nazionale e a 1,23 e 6,11 per mille nella ripartizione di appartenenza. La presenza di stranieri nella regione era pari, secondo i dati del Censimento 2001, a unità, con un incidenza del 3,4 per cento sulla popolazione regionale. Al 9 ottobre 2011 gli stranieri residenti in Veneto sono aumentati fino a unità, con un incidenza del 9,4 per cento sul totale della popolazione della regione (11,4 per cento del totale degli stranieri residenti in Italia). Il tasso di fecondità nel 2011 è pari a 1,44 figli per donna, maggiore di quello nazionale (1,39) e della media dell area centrosettentrionale (1,42), in particolare è pari a 1,32 per le italiane e 2,16 per le straniere. Figura 1. Popolazione residente ed evoluzione demografica in Veneto Popolazione residente Contributi dei saldi demografici (livelli e quote, periodo ) (saldi su popolazione, periodo ) , ,2 8,0 7,8 7,6 7, ,2 quota su Italia 14,0 12,0 10,0 8,0 6,0 4,0 2,0 0,0-2,0 livello quota su Italia tasso naturale tasso migratorio interno tasso migratorio estero Fonte: Istat. Popolazione residente a metà anno e Bilanci annuali. Per i tassi del 2011: Istat, Noi Italia

64 classi di età classi di età Veneto La piramide delle età mostra nel 2011 un rigonfiamento soprattutto nelle classi centrali rispetto alla struttura del La quota dei maschi nel 2011 è superiore a quello delle femmine fino ai 49 anni; nella classe anni la proporzione dei maschi e delle femmine sul totale regionale è uguale; dai 55 anni è invece la quota femminile a prevalere. Nel complesso il tasso di dipendenza 5 del Veneto nel 2011 è pari al 51,8 per cento, mentre l indice di vecchiaia 6 è pari a 139,8. 95 e oltre Figura 2. Piramide delle età anni 1992 e 2011 per classi di popolazione residente in Veneto* (popolazione al 1 gennaio in migliaia per classi di età, livelli e quote sul totale) 4,5 3,93,5 4,2 3,7 2,7 2,2 2,1 0,0 0,1 1,2 0,70,3 1,4 3,3 2,9 2,72,3 3,6 3,3 * le etichette rappresentano le quote sul totale della popolazione regionale Fonte: elaborazioni su dati Istat 0,0 0,2 0,7 1,5 2,0 2,0 3,0 3,0 3,0 3,4 3,3 3,4 3,5 3,7 4,0 4,3 3,5 2,0 2,22, popolazione in migliaia FEMMINE 1992 MASCHI 95 e oltre ,61,1 2,9 2,6 2,2 3,0 3,4 4,1 4,5 4,3 3,6 2,8 2,4 2,3 2,4 2,4 2,5 0,5 0,1 0, ,2 0,4 1,3 1,9 2,3 2,6 2,8 3,1 3,1 3,4 4,0 4,1 4,2 3,5 2,32,7 2,2 2,2 2,3 2, popolazione in migliaia FEMMINE MASCHI Formazione e impiego delle risorse Il Pil reale della regione nel 2011 rappresentava il 9,4 per cento del prodotto interno lordo italiano e il 12,2 per cento di quello del Centro-Nord. Tra il 2000 e il 2011, si è riscontrata una crescita media annua dello 0,3 per cento, a fronte di un maggior aumento registrato nel Centro-Nord (0,5 per cento) e a livello nazionale (0,4 per cento) (Figura 3). Nel 2011 il prodotto interno lordo regionale è aumentato dell 1 per cento rispetto all anno precedente, con una dinamica quindi maggiore della crescita riscontrata a livello nazionale (0,4 per cento), mentre nel Centro-Nord c è stato un aumento dello 0,6 per cento. Figura 3. L andamento del PIL del Veneto (variazioni percentuali annue e indici 2000=100, prezzi concatenati, anno di riferimento 2005) (variazioni percentuali) (2000=100) 6,0 112,0 4,0 110,0 2,0 108,0 0,0 106,0-2,0 104,0-4,0 102,0-6,0 100,0-8, , Veneto Centro-Nord Italia Veneto Centro-Nord Italia Fonte: elaborazioni su dati Istat 56

65 Veneto Il Pil pro capite a valori correnti della Regione era pari nel 2011 al 114,9 per cento del Pil pro capite italiano e al 98,6 per cento di quello dell area centro-settentrionale. I consumi finali delle famiglie, a valori concatenati, nel 2011 sono aumentati dello 0,4 per cento, in linea con l aumento registrato nel Centro-Nord (0,4 per cento) e maggiore di quello relativo all Italia (0,2 per cento). Gli investimenti fissi lordi regionali sono aumentati nel 2010 (ultimo anno disponibile) del 2,6 per cento, a fronte di una minor crescita riscontrata nella media del Centro-Nord e dell Italia (2,3 e 2,1 per cento rispettivamente). Dal lato dell offerta, la distribuzione del valore aggiunto a livello settoriale nel 2011 segnala il contributo maggiore da parte del settore dei servizi (64,8 contro 71,7 del Centro-Nord e 73,2 per cento dell Italia), seguito dall industria in senso stretto (27,2 contro 21,4 del Centro-Nord e 19,4 per cento dell Italia), dalle costruzioni (6,1 contro 5,3 del Centro-Nord e 5,4 per cento dell Italia) e dall agricoltura (2 contro 1,7 nel Centro-Nord e 2,2 per cento in Italia). Tutti i settori, rispetto al 2010, hanno avuto un aumento del valore aggiunto, eccetto le costruzioni (-0,3 per cento). Nello specifico è stato maggiormente dinamico il settore dell industria in senso stretto (3,5 per cento) e a seguire l agricoltura (1,3 per cento) e i servizi (0,4 per cento). Il valore aggiunto complessivo è aumentato dell 1,2 per cento. I settori maggiormente produttivi sono quelli dei servizi e dell industria in senso stretto. La dinamica della produttività (valore aggiunto per unità di lavoro) nel 2011 è stata positiva per tutti i 4 comparti, in particolare per l agricoltura. Nel complesso la produttività totale regionale è aumentata dello 0,4 per cento (dovuta ad un aumento sia del valore aggiunto che delle unità di lavoro), mentre si è riscontrata sia nel Centro-Nord che nella media italiana una variazione positiva dello 0,5 per cento. Mercato del lavoro e imprese Nel 2012, nella regione, la dinamica degli occupati è risultata positiva (0,1 per cento rispetto al 2011), a fronte di una flessione registrata nel Centro-Nord (-0,2) e nella media italiana (- 0,3 per cento). Sempre nel 2012 il numero dei disoccupati è cresciuto del 33,9 per cento (cfr. tavola 1). Figura 4. Tasso di occupazione anni (livello percentuale, periodo ) 70,0 68,0 66,0 64,0 62,0 60,0 58,0 56,0 54,0 52,0 50,0 48,0 46,0 44,0 42,0 40, Veneto Italia Fonte: elaborazioni su dati Istat 57

66 Veneto Quanto alla struttura del mercato del lavoro, la Regione è caratterizzata nel 2012 da un tasso di occupazione anni pari al 65 per cento, superiore alla media della ripartizione di appartenenza e alla media nazionale (rispettivamente 63,8 e 56,8 per cento), e da un tasso di disoccupazione pari al 6,6 per cento (contro il 10,7 della media italiana e l 8 per cento del Centro- Nord). Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni), pari al 23,7 per cento, risulta inferiore alla media dell area centro-settentrionale (29,3) e alla media italiana (35,3). I NEET di anni (= giovani che non studiano e non lavorano) costituiscono nel 2011 il 15,6 per cento della corrispondente classe di popolazione, dato migliore di quello medio centrosettentrionale (16,4) e della media italiana (22,7 per cento). Relativamente bassa è la percentuale di lavoro irregolare nella Regione pari all 8,4 per cento del totale di unità di lavoro, a fronte del 12,2 per cento di media italiana e al 9,3 per cento riscontrato nella media del Centro-Nord. Inoltre i dati disponibili dell anno 2012 relativi alla Cassa integrazione guadagni mostrano, per le ore autorizzate, un aumento del 18,2 per cento rispetto all anno precedente, determinato da una forte crescita delle componenti in deroga e ordinaria e da una riduzione di quelle straordinaria. Mentre è osservabile un aumento meno forte sia a livello nazionale (12,1 per cento) sia per l intera area centro-settentrionale (12 per cento). A livello subregionale si osserva che gli occupati interni nei sistemi locali del lavoro (SLL 7 ) erano maggiormente presenti nel 2010 nelle aree di Verona, Venezia, Padova e Vicenza. Figura 5. Cartogrammi occupazione Fonte: elaborazioni su dati Istat Le imprese attive, secondo l Istat (Archivio ASIA-Imprese) risultano nel 2010 pari a , rappresentando il 12,5 per cento delle imprese del Centro-Nord e il 9 per cento di quelle italiane; la densità imprenditoriale 8, pari all 81,7 per mille, è superiore a quella dell area di appartenenza (81,3) e a quella nazionale (73,8). Per quanto riguarda le Unità Locali, i dati dell archivio ASIA-UL dell Istat mostrano per l anno 2010 un numero di addetti pari a (il 13 per cento della ripartizione centrosettentrionale e il 10 per cento del totale Italia), di cui nel solo manifatturiero. La 58

67 Veneto dimensione media risulta pari a 4 addetti, superiore a quella del Centro-Nord (3,8) e a quella dell Italia (3,6). In base ai dati Infocamere (non direttamente confrontabili con i dati Asia-Istat, ma più aggiornati sugli andamenti recenti), il tasso di crescita delle imprese 9 nel 2012 a livello nazionale è tornato a ridursi (+0,31 per cento), rispetto al 2011 (+0,82) e al 2010 (+1,19), la Regione al riguardo presenta un tasso di crescita negativo nel 2012 (-0,55) e inferiore alla media nazionale nel 2011 (0,69). Il livello di innovazione imprenditoriale regionale, considerando il grado di utilizzo di Internet nelle imprese 10, nel 2011 era pari al 32,3 per cento, inferiore alla media italiana (35,5) e a quella della ripartizione di appartenenza (37,6). Apertura verso l estero Le esportazioni di beni della Regione nel 2012 costituiscono il 13,1 per cento dell ammontare complessivo delle esportazioni italiane e il 15,1 per cento di quelle del Centro- Nord e hanno registrato una variazione positiva (1,6 per cento) rispetto al 2011 Nel periodo si registra un aumento medio annuo delle vendite all estero della regione del 2,7 per cento, a fronte di una maggior crescita nell area di appartenenza (3,2 per cento) e nella media nazionale (3,4). I comparti merceologici a più elevata specializzazione all export sono i settori dei macchinari, del tessile e dei prodotti in metallo. Per quanto riguarda le destinazioni dell export, i maggiori partners commerciali sono Germania, Francia, Stati Uniti, relativamente ai mercati emergenti, in particolare ai BRIC, la regione esporta il 7,6 per cento delle merci verso questi paesi (soprattutto verso la Russia e la Cina). Nell ultimo anno, l andamento complessivo positivo delle esportazioni è stato determinato da una riduzione dell export verso i paesi UE27 e da un aumento verso il mercato extra UE27. Nel 2011 la percentuale delle esportazioni sul Pil, ossia la capacità di esportare, pari al 34 per cento, è nettamente superiore a quella della macro area di appartenenza (27,2) e al valore nazionale (23,8). Riguardo all attrattività turistica, tra il 2000 e il 2011, le presenze turistiche sono aumentate in media dell 1,3 per cento, a fronte della crescita registrata dell 1,2 per cento a livello ripartizionale e a livello nazionale. Nel solo 2011 rispetto al 2010 le presenze sono aumentate del 4,2 per cento (rispetto alla crescita del 3 per cento dell Italia). La Regione presenta una quota in leggera crescita di presenze turistiche pari nel 2011 al 16,4 per cento del totale nazionale. La capacità ricettiva degli esercizi, pari a un totale di posti letto, se misurata in rapporto al numero di abitanti (144,6 per mille) è significativamente superiore alla media del Centro-Nord (101,6) e dell intero Paese (79). Le performance regionali economiche e sociali assumono maggior risalto nel confronto con il contesto nazionale e internazionale, in relazione ai target individuati nei documenti programmatici e strategici quali il Quadro Strategico Nazionale (di seguito QSN 11 ) e la nuova agenda Europa

68 Veneto Indicatori del contesto sociale e obiettivi di servizio Con riferimento al contesto sociale, la percentuale di popolazione della Regione che vive in famiglie al di sotto della soglia di povertà nel 2011 era pari al 5,3 per cento, significativamente inferiore alla media italiana (13,6 per cento) e superiore alla media del Centro-Nord (6,5 per cento). Il livello del capitale umano, in termini di giovani che abbandonano prematuramente gli studi 12, risulta relativamente insoddisfacente essendo pari al 16,8 per cento nel 2011 (contro il 16 per cento del Centro-Nord e il 18,2 in Italia). Situazione simile per il dato relativo agli adulti che partecipano all'apprendimento permanente 13 (5,4 per cento nel 2011, rispetto al 6 nel Centro-Nord e al 5,7 in Italia). Il disagio è relativamente basso in relazione alla sicurezza, la percezione delle famiglie del rischio di criminalità nella zona in cui vivono nel 2012 è stata nella Regione del 29,4 per cento, superiore sia al valore dell area di appartenenza (27 per cento) sia alla media italiana (26,3 per cento). Per quanto riguarda altri obiettivi di servizio di natura sociale, si osservano valori non buoni per la presa in carico dell'utenza per il servizio di asilo nido 14, pari nel 2010 al 12,5 per cento, contro il 18,4 del Centro-Nord e il 13,9 per cento del valor medio italiano; situazione opposta si presenta per la presa in carico degli anziani per il servizio di assistenza domiciliare integrata 15 nel 2011, con il 5,4 per cento, contro il 4,7 del Centro-Nord e il 4,1 in Italia. Nel settore ambiente la performance della regione per la raccolta differenziata dei rifiuti urbani 16 (nel 2010 il 58,7 per cento del totale dei rifiuti urbani) è al di sopra della media del Centro-Nord e di quella nazionale (rispettivamente 41,8 e 35,3 per cento). Un risultato soddisfacente si riscontra anche per i servizi idrici, come evidenzia la percentuale di utilizzo delle risorse idriche per il consumo umano 17, che nel 2008 era pari al 70 per cento contro il 71,9 del Centro-Nord e il 67,9 dell Italia. Buona la situazione dei servizi energetici e in particolare per le interruzioni del servizio elettrico 18 che nel 2010 erano pari a una media di 1,7 per utente, valore in linea con quello del Centro-Nord (1,6) e migliore della media nazionale (2,2). Target UE2020 Oltre agli obiettivi nazionali individuati nel QSN e in parte già descritti sopra, nel confronto internazionale si considerano anche i target della Strategia Europa Europa 2020, che è la rivisitazione della Strategia di Lisbona, detta le linee e gli obiettivi da conseguire entro il 2020 affinché l Unione possa uscire dal declino degli ultimi anni. Gli obiettivi della Strategia tradotti in obiettivi nazionali 20 vengono misurati attraverso un set di indicatori condivisi (cfr. tabella 1). Nell ambito dell istruzione l indicatore è lo stesso inserito nel Qsn (vedi sezione precedente) e mostra come gli abbandoni non siano alti essendo inferiori alla media italiana e leggermente superiori a quelli dell area di appartenenza, e in riduzione rispetto al I laureati tra anni rappresentano il 21 per cento e sono in crescita rispetto al Il tasso di occupazione in età anni è invece superiore alla media nazionale e alla media del Centro-Nord, raggiunge il target nazionale, risultando in aumento nei confronti del La spesa pubblica in R&S risulta relativamente insoddisfacente, raggiungendo l 1 per cento del Pil. La popolazione a rischio di povertà (persone) è in aumento tra il 2005 e il 2011, contrariamente a quanto si registra a livello europeo ma non a livello italiano, in termini assoluti risulta non molto consistente rispetto alla popolosità della regione. 60

69 Veneto Tabella 1. Posizione del Veneto rispetto ai benchmark di Europa 2020 Indicatore 2003* Ultimo valore disponibile Veneto Centro-Nord Italia UE(27) Veneto Centro-Nord Italia UE(27) Obiettivi NAZIONALI "UE2020" Obiettivi UE2020 Giovani che lasciano prematuramente la scuola** (2004*, 2011) Laureati tra anni*** (2004, 2011) 18,2 19,3 22,9 16,1 16,8 16,0 18,2 13, ,8 17,1 15,6 27,9 21,0 22,4 20,3 34, Tasso di occupazione in età anni (2011) 68,2 67,3 61, ,2 68,2 61,2 68, Spesa totale per R&S (2010) 0,7 1,2 1,11 1,86 1,0 1,4 1,26 2,01 1,53 3 Popolazione a rischio povertà (2005,2011)****, migliaia *Per tutti gli indicatori considerati viene indicato tra parentesi: l annualità iniziale quando diversa dal 2003 e l anno per l ultimo valore disponibile. ** In ambito comunitario l indicatore dei giovani che lasciano prematuramente la scuola corrisponde all indicatore Early leavers from education and training. ***Per i laureati tra anni il corrispondente calcolato da Eurostat è Population aged anni having completed tetiary education. **** Dati Eurostat, i valori assoluti per l'italia e l'ue27 sono quelli pubblicati mentre i valori regionali sono stati stimati attraverso i dati percentuali del rischio di povertà e la popolazione al 1 gennaio. Fonte: Istat e Eurostat 761, , riduzione di riduzione 20 milioni 61

70 Veneto Tavola 1. Principali indicatori economici del Veneto Indicatori strutturali Veneto Centro-Nord Italia Popolazione totale residente ( in migliaia ) al 9 ottobre Superficie ( kmq in migliaia ) 18,4 178,2 301,3 Densità demografica ( abitanti per kmq ), ,0 192,2 197,3 PIL per abitante (a prezzi correnti, euro ), PIL per abitante (a prezzi concatenati, euro ), PIL per abitante (valori concatenati, variazione percentuale media ), 2011/2010 0,5 0,0 0,0 Consumi delle famiglie per abitante (valori concatenati, euro ), Consumi delle famiglie per abitante (val. concatenati, var. perc. media), 2011/2010-0,1-0,3-0,2 PIL (valori concatenati, milioni di euro ), PIL (valori concatenati, variazione percentuale ), 2011/2010 1,0 0,6 0,4 Importazioni nette 1 /PIL (valori correnti, percentuale), ,8-3,4 2,8 Investimenti fissi lordi/pil (valori correnti, percentuale), ,1 17,4 17,7 Produttività 2 (valori concatenato, variazione percentuale), 2011/2010 0,4 0,5 0,5 Valore Aggiunto Industria (valori concatenato, percentuale su VA totale), ,3 26,6 24,7 Occupati (in migliaia), percentuale sul totale nazionale 9,3 73,0 100,0 Variazione (valori percentuali), 2012/2011 0,1-0,2-0,3 In cerca di occupazione (in migliaia), percentuale sul totale nazionale 5,5 53,3 100,0 Variazione (valori percentuali), 2012/ ,9 29,5 30,2 Forze di lavoro (in migliaia), percentuale sul totale nazionale 8,9 70,9 100,0 Variazione (valori percentuali), 2012/2011 1,8 1,7 2,3 Tasso di occupazione anni, ,0 63,8 56,8 maschile 74,8 72,1 66,5 femminile 55,0 55,6 47,1 Tasso di attività anni, ,6 69,5 63,7 maschile 79,4 77,7 73,9 femminile 59,6 61,3 53,5 Tasso di disoccupazione, ,6 8,0 10,7 maschile 5,7 7,1 9,9 femminile 7,8 9,3 11,9 Imprese attive (valori assoluti) Densità imprenditoriale (imprese per 1000 abitanti) ,7 81,3 73,8 Dimensione media delle imprese (addetti / imprese) ,1 4,2 3,8 Addetti totali alle unità locali delle imprese (valori in migliaia) Addetti al manifatturiero nelle unità locali (valori in migliaia) Dimensione media delle unità locali (addetti / unità locali) ,0 3,8 3,6 Turismo presenze complessive (valori in migliaia), percentuale sul totale nazionale 16,4 80,1 100,0 Turismo presenze straniere (valori in migliaia), percentuale sul totale nazionale 22,3 86,6 100,0 Esportazioni di beni (valori a prezzi correnti, milioni di euro) percentuale sul totale nazionale 13,1 86,9 100,0 1 Le importazioni nette sono definite come il saldo tra importazioni ed esportazioni e comprendono lo scambio di beni e servizi con l estero e con le altre regioni. Il valore negativo indica che il volume delle esportazioni supera quello delle importazioni, se il valore è invece positivo significa che le importazioni sono maggiori delle esportazioni. 2 Calcolata come il rapporto tra il Pil a valori concatenati e le unità di lavoro totali. Fonte: Istat- Popolazione residente, Censimento; Conti economici territoriali; Rilevazione continua sulle forze di lavoro; Archivio Asia-Imprese; Archivio Asia-Unità locali; Rilevazione sul movimento dei clienti negli esercizi ricettivi; Indagine sul commercio estero 62

71 Veneto Tavola 2. Alcuni indicatori di contesto del Veneto Istruzione e formazione Indicatore (Anno inizio serie; ultimo anno disponibile) Veneto Centro-Nord Italia Veneto Centro-Nord Italia Anno: inizio serie Anno: ultimo disponibile - Percentuale della popolazione anni, con al più la licenza media, che abbandona 18,1 19,3 22,9 16,8 16,0 18,2 prematuramente gli studi (2004; 2011) 1 - Laureati in matematica, scienze e tecnologia (per abitanti) (2000; 2009) 6,0 6,9 5,7 10,7 14,9 12,2 - Percentuale della popolazione anni che frequenta un corso di studio o di formazione professionale (2000; 2011) Ricerca e innovazione 7,2 5,9 5,5 5,4 6,0 5,7 - Capacità innovativa: percentuale di spesa pubblica e privata in R&S sul Pil (2000; 2010) 2 0,5 1,1 1,0 1,0 1,4 1,3 - Addetti alla R&S (per abitanti) (2002; 2010) 2,1 3,6 2,9 4,3 4,8 3,7 - Percentuale di imprese (con più di dieci addetti) dei settori industria e servizi che 27,0 32,5 31,2 88,7 89,0 88,3 dispongono di collegamento a banda larga (2003; 2011) 3 - Percentuale di addetti delle imprese (con più di 10 addetti) dei settori industria e servizi che utilizzano computer connessi a Internet (2003; 2011) 3 22,0 25,5 24,2 32,3 37,6 35,5 Ambiente ed energia - Percentuale di famiglie che denunciano irregolarità nell'erogazione dell'acqua (2000; 2010) 5,8 8,3 15,0 6,7 7,1 10,8 - Lunghezza delle coste non balneabili per inquinamento sulla lunghezza totale delle coste (percentuale) (2000; 2009) 1,4 4,0 5,5 9,8 4,3 6,2 - Popolazione dei comuni con il servizio di rete fognaria con depurazione completa dei reflui convogliati sul totale della popolazione residente (percentuale) (1999; 2008) 54,8 46,8 47,3 47,2 49,3 49,8 - Percentuale di rifiuti solidi urbani oggetto diraccolta differenziata sul totale dei rifiuti solidi 26,6 20,3 14,4 58,7 41,8 35,3 urbani (2000; 2010) 1 - Frequenza delle interruzioni accidentali lunghe del servizio elettrico (numero medio per utente) (2000; 2010) 2,5 2,8 3,6 1,7 1,6 2,2 - Energia prodotta da fonti rinnovabili (eolica, fotovoltaica, geotermoelettrica) su produzione totale (percentuale) (2000; 2010) 13,5 24,9 19,1 37,5 30,4 25,9 Condizioni sociali - Percentuale di famiglie che avvertono molto o abbastanza disagio al rischio di criminalità nella zona in cui vivono (2000; 2012) - Percentuale di popolazione che vive in famiglie al di sotto della soglia di povertà (2002; 2011) - Percentuale di bambini tra 0-3 anni che hanno usufruito dei servizi per l'infanzia (2004; 2010) 1 35,0 31,5 30,6 29,4 27,0 26,3 3,9 6,1 12,4 5,3 6,5 13,6 10,7 15,5 11,2 12,5 18,4 13,9 - Percentuale di anziani (65 anni e oltre) trattati in assistenza domiciliare integrata (ADI) 3,0 2,4 1,9 5,4 4,7 4,1 (2001; 2011) 1 Risorse culturali e turismo - Numero divisitatori diistituti statali diantichità e d'arte per istituto (valori in migliaia) (2000; 2011) 58,5 86,7 79,4 70,1 114,4 94,7 - Biglietti venduti per attività teatrali e musicali (per 100 abitanti) (2000;2010) 55,1 63,5 50,9 64,6 67,9 56,3 - Giornate di presenza (italiani e stranieri) nel complesso degli esercizi ricettivi per abitante (2000; 2010) Trasporti e mobilità - Percentuale di utenti di mezzi pubblici sul totale delle persone che si sono spostate per motivi di lavoro e hanno usato mezzi di trasporto (2000; 2011) 12,2 7,5 6,0 12,3 7,6 6,2 16,0 19,3 19,7 14,2 19,3 19,3 - Tonnellate di merci in ingresso ed in uscita per ferrovia sul totale delle modalità (2000; 2010) 1,4 2,4 2,3 0,7 1,1 1,0 - Tonnellate di merci in ingresso ed in uscita per ferrovia per 100 abitanti (2000; 2010) 49,7 67,5 51,0 25,6 36,5 27,4 - Tonnellate di merci in ingresso ed in uscita su strada per abitante (2000; 2010) 35,4 26,7 20,6 36,4 30,8 24,6 - Passeggeri sbarcati e imbarcati per via aerea (per 100 abitanti) (2000; 2010) 142,3 198,0 158,0 242,5 268,5 229,6 Sistemi produttivi - Tasso netto di turnover delle imprese (differenza tra il tasso di natalità e di mortalità delle 0,9 0,7 0,8-1,7-1,4-1,1 imprese) (2000; 2010) 4 - Percentuale di unità di lavoro irregolari sul totale delle unità di lavoro (2001; 2011) 9,9 10,9 13,8 8,4 9,3 12,2 - Indice di intensità creditizia: impieghi bancari (consistenza media annua) in percentuale del Pil (a prezzi correnti) (2000; 2009) Sistemi urbani - Linee urbane di trasporto pubblico locale nei comuni capoluogo di provincia per 100 Kmq di superficie comunale (2000; 2010) - Emigrazione ospedaliera in altra regione per ricoveri ordinari acuti sul totale delle persone ospedalizzate residenti nella regione (2000; 2010) Apertura internazionale 46,7 48,1 42,9 71,1 70,1 62,0 109,0 134,5 115,2 118,0 144,6 125,3 3,1 5,0 6,9 3,4 4,9 6,4 - Investimenti diretti netti dall'estero in Italia sul Pil (2008; 2011) 1,1-0,1-0,5 2,1 2,1 1,6 - Capacità di esportare (valore delle esportazioni di merci in percentuale del Pil) (2000; 2011) 32,9 25,4 21,7 34,0 27,2 23,8 1 L'indicatore è anche un obiettivo di servizio. 2 L'indicatore è anche un target della Strategia Europa I dati del 2010 non sono confrontabili con quelli del 2003 perché la classificazione ATECO di riferimento è diversa nei due anni. 4 Il valore del tasso di mortalità per il 2010 è stimato. 5 I dati del 2011 si riferiscono solo alle regioni del Mezzogiorno; l'ultimo anno disponibile per l'italia è il Fonte: DPS-ISTAT Banca dati indicatori regionali per le politiche di sviluppo -ultimo aggiornamento marzo

72 popolazione (in migliaia) Friuli Venezia Giulia Friuli-Venezia Giulia Tendenze economiche e sociali Aspetti demografici Al 9 ottobre 2011, dai dati del censimento, la popolazione totale residente nella regione risulta pari a individui, dei quali femmine (51,8 per cento) e maschi (48,2 per cento). La popolazione 1 regionale, nel periodo dopo una fase di decrescita è tornata a salire a partire dall anno 2000 e ha raggiunto a fine periodo un valore intorno a mila abitanti (popolazione media annua residente). L incidenza della popolazione friulana rispetto al Centro- Nord era pari nel 2011 al 3,1 per cento, rispetto al totale della popolazione italiana era pari al 2,1 per cento (cfr. figura 1). Nel 2011, il tasso naturale 2 era negativo pari a -3,34 per mille, rispetto ad una media nazionale di -0,77 per mille, il tasso migratorio interno 3 è risultato positivo (1,45 per mille), quello estero 4 ancor di più (3,33 per mille), a fronte di valori dei due indicatori pari rispettivamente a -0,06 e 5,01 per mille a livello nazionale e a 1,23 e 6,11 per mille nella ripartizione di appartenenza. La presenza di stranieri residenti nella regione, che nel 2001, secondo i dati del Censimento, superava le 38 mila unità, ammontava al 9 ottobre 2011 a circa 97 mila unità, con incidenza in crescita, pari all 8 per cento della popolazione regionale (2,4 per cento sulla popolazione straniera a livello nazionale). Il tasso di fecondità nel 2011 è pari a 1,38 figli per donna, minore di quello nazionale (1,39) e della media dell area centrosettentrionale (1,42). Nella fattispecie il tasso di fecondità è più alto per le straniere, 2,08 contro 1,28 delle italiane. Figura 1. Popolazione residente in Friuli Venezia Giulia e contributi dei saldi demografici Popolazione residente Contributi dei saldi demografici (livelli e quote, periodo ) (saldi sulla popolazione, periodo ) 2,3 2,1 1,9 1,7 1,5 quota su Italia 12,0 10,0 8,0 6,0 4,0 2,0 0,0-2,0-4,0-6,0-8,0 livello quota su Italia tasso naturale tasso migratorio interno tasso migratorio estero Fonte: Istat. Popolazione residente a metà anno e Bilanci annuali. Per i tassi del 2011: Istat, Noi Italia

73 classi di età classi di età Friuli Venezia Giulia La piramide delle età (vedi figura 2) mostra nel 2011 rispetto al 1992 una struttura con crescita dell incidenza delle classi di età fino a 9 anni, di quelle tra i 35 e i 49 anni e di quelle mature, con andamento abbastanza simile per entrambi i sessi ma con prevalenza di donne dai 50 anni in su. Nel complesso il tasso di dipendenza 5 del Friuli nel 2011 è pari al 56,2 per cento, mentre l indice di vecchiaia 6 è pari a 186,2. Figura 2. Piramide delle età anni 1992 e 2011 per classi di popolazione residente in Friuli Venezia Giulia* (popolazione al 1 Gennaio in migliaia per classi di età, livelli e quote sul totale) 95 e oltre ,1 3,63,3 3,8 3,3 2,3 1,9 1,7 0,0 3,7 3,0 2,8 2,6 1,8 1,5 1,0 0,30,1 3,6 3, ,1 0,3 2,1 2,5 2,6 3,2 3,6 3,2 3,5 3,6 3,3 3,6 3,4 3,6 3,9 3,1 1,7 1,82, ,0 popolazione in migliaia 95 e oltre ,1 3,3 3,0 2,6 1,8 1,2 0,7 0,1 3,43,2 4,0 4,3 4,1 3,3 2,6 2,2 2,1 2,1 2,2 2, ,3 0,5 1,8 2,3 2,6 3,1 3,3 3,3 3,5 3,4 3,9 3,9 4,1 3,1 2,12,4 2,0 1,9 2,0 2, popolazione in migliaia FEMMINE MASCHI FEMMINE MASCHI * le etichette rappresentano le quote sul totale della popolazione regionale Fonte: elaborazioni su dati Istat Formazione e impiego delle risorse Il Pil reale della regione nel 2011 rappresentava il 2,3 per cento del prodotto interno lordo italiano e il 3 per cento di quello del Centro-Nord. Tra il 2000 e il 2011, si è riscontrata una crescita media annua dello 0,1 per cento, a fronte di un maggior aumento registrato nel Centro-Nord (0,5 per cento) e a livello nazionale (0,4 per cento) (Figura 3). Nel 2011 il prodotto interno lordo regionale è aumentato dello 0,4 per cento rispetto all anno precedente, in linea con la crescita riscontrata a livello nazionale, mentre nel Centro-Nord c è stato un aumento dello 0,6 per cento. Figura 3. L andamento del PIL del Friuli Venezia Giulia (variazioni percentuali annue e indici 2000=100, prezzi concatenati, anno di riferimento 2005) (variazioni percentuali) (2000=100) 6,0 112,0 4,0 110,0 2,0 108,0 0,0-2,0 106,0 104,0 102,0-4,0 100,0-6,0 98,0-8, , Friuli-Venezia Giulia Centro-Nord Italia Friuli-Venezia Giulia Centro-Nord Italia Fonte: elaborazioni su dati Istat 65

74 Friuli Venezia Giulia Il Pil pro capite a valori correnti della Regione era pari nel 2011 al 113,1 per cento del Pil pro capite italiano e al 97 per cento di quello dell area centro-settentrionale. I consumi finali delle famiglie, a valori concatenati, nel 2011 si sono ridotti dello 0,3 per cento, a fronte di un aumento nel Centro-Nord (0,4 per cento) e in Italia (0,2 per cento). Gli investimenti fissi lordi regionali si sono ridotti nel 2010 (ultimo anno disponibile) del 4,6 per cento, a fronte della crescita riscontrata nella media del Centro-Nord e dell Italia (2,3 e 2,1 per cento rispettivamente). Dal lato dell offerta, la distribuzione del valore aggiunto a livello settoriale nel 2011 segnala il contributo maggiore da parte del settore dei servizi (73,1 contro 71,7 del Centro-Nord e 73,2 per cento dell Italia), seguito dall industria in senso stretto (20,8 contro 21,4 del Centro-Nord e 19,4 per cento dell Italia), dalle costruzioni (4,7 contro 5,3 del Centro-Nord e 5,4 per cento dell Italia) e dall agricoltura (1,4 contro 1,7 nel Centro-Nord e 2,2 per cento in Italia). Tutti i settori, rispetto al 2010, hanno avuto un aumento del valore aggiunto, eccetto l industria in senso stretto (-2 per cento). Nello specifico è stato maggiormente dinamico il settore delle costruzioni (+7,7 per cento) e a seguire l agricoltura (1,9 per cento) e i servizi (1 per cento). Il valore aggiunto complessivo è aumentato dello 0,7 per cento. I settori maggiormente produttivi sono quelli dei servizi e dell industria in senso stretto. La dinamica della produttività (valore aggiunto per unità di lavoro) nel 2011 è stata positiva per l agricoltura, per l industria in senso stretto e per i servizi e leggermente negativa per le costruzioni. Nel complesso la produttività totale regionale è aumentata dell 1,1 per cento (dovuta ad un aumento del valore aggiunto e alla riduzione delle unità di lavoro), mentre si è riscontrata sia nel Centro-Nord che nella media italiana una variazione positiva dello 0,5 per cento. Mercato del lavoro e imprese Nel 2012, nella regione, la dinamica degli occupati è risultata negativa (-0,8 per cento rispetto al 2011), a fronte di una minor flessione registrata nel Centro-Nord (-0,2) e nella media italiana (-0,3 per cento). Sempre nel 2012 il numero dei disoccupati è cresciuto del 31,9 per cento (cfr. tavola 1). Figura 4. Tasso di occupazione anni (livello percentuale, periodo ) 70,0 68,0 66,0 64,0 62,0 60,0 58,0 56,0 54,0 52,0 50,0 48,0 46,0 44,0 42,0 40, Friuli-Venezia Giulia Italia Fonte: elaborazioni su dati Istat 66

75 Friuli Venezia Giulia Quanto alla struttura del mercato del lavoro, la Regione è caratterizzata nel 2012 da un tasso di occupazione anni pari al 63,6 per cento, inferiore alla media della ripartizione di appartenenza e superiore alla media nazionale (rispettivamente 63,8 e 56,8 per cento), e da un tasso di disoccupazione pari al 6,8 per cento (contro il 10,7 della media italiana e l 8 per cento del Centro-Nord). Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni), pari al 30,5 per cento, risulta superiore alla media dell area centro-settentrionale (29,3) e inferiore alla media italiana (35,3). I NEET di anni (= giovani che non studiano e non lavorano) costituiscono nel 2011 il 15,7 per cento della corrispondente classe di popolazione, dato migliore di quello medio centrosettentrionale (16,4) e della media italiana (22,7 per cento). Relativamente bassa è la percentuale di lavoro irregolare nella Regione pari all 11,2 per cento del totale di unità di lavoro, a fronte del 12,2 per cento di media italiana e al 9,3 per cento riscontrato nella media del Centro-Nord. Inoltre i dati disponibili dell anno 2012 relativi alla Cassa integrazione guadagni mostrano, per le ore autorizzate, un aumento del 10,8 per cento rispetto all anno precedente, determinato da una forte crescita delle componenti in deroga e ordinaria e da una riduzione di quelle straordinaria. Mentre è osservabile un più forte aumento sia a livello nazionale (12,1 per cento) sia per l intera area centro-settentrionale (12 per cento). Gli occupati nei sistemi locali del lavoro (SLL 7 ) erano maggiormente presenti nel 2010 nelle aree di Udine, Pordenone, Gorizia e Trieste. Figura 5. Cartogramma occupazione Fonte: elaborazioni su dati Istat. Le imprese attive, secondo l Istat (Archivio ASIA-Imprese) risultano nel 2010 pari a , rappresentando il 2,7 per cento delle imprese del Centro-Nord e il 2 per cento di quelle 67

76 Friuli Venezia Giulia italiane; la densità imprenditoriale 8, pari al 70,6 per mille, è inferiore a quella dell area di appartenenza (81,3) e a quella nazionale (73,8). Per quanto riguarda le Unità Locali, i dati dell archivio ASIA-UL dell Istat mostrano per l anno 2010 un numero di addetti pari a (il 3 per cento della ripartizione centrosettentrionale e il 2,3 per cento del totale Italia), di cui nel solo manifatturiero. La dimensione media risulta pari a 4,1 addetti, superiore a quella del Centro-Nord (3,8) e a quella dell Italia (3,6). In base ai dati Infocamere (non direttamente confrontabili con i dati Asia-Istat, ma più aggiornati sugli andamenti recenti), il tasso di crescita delle imprese 9 nel 2012 a livello nazionale è tornato a ridursi (+0,31 per cento), rispetto al 2011 (+0,82) e al 2010 (+1,19), la Regione al riguardo presenta valori nettamente peggiori (-0,76 nel 2012 e -0,16 nel 2011). Il livello di innovazione imprenditoriale regionale, considerando il grado di utilizzo di Internet nelle imprese 10, nel 2011 era pari al 31,1 per cento, inferiore alla media italiana (35,5) e a quella della ripartizione di appartenenza (37,6). Apertura verso l estero Le esportazioni di beni della Regione nel 2012 costituiscono il 2,9 per cento dell ammontare complessivo delle esportazioni italiane e il 3,4 per cento di quelle del Centro- Nord e hanno registrato una variazione negativa (-8,9 per cento) rispetto al 2011 Nel periodo si registra un aumento medio annuo delle vendite all estero della regione del 2,1 per cento, a fronte di una maggior crescita nell area di appartenenza (3,2 per cento) e nella media nazionale (3,4). I comparti merceologici a più elevata specializzazione all export sono i settori dei macchinari, dei prodotti in metallo e degli apparecchi elettrici. Per quanto riguarda le destinazioni dell export, i maggiori partners commerciali sono Germania, Francia, Stati Uniti, relativamente ai mercati emergenti, in particolare ai BRIC, la regione esporta il 7,5 per cento delle merci verso questi paesi (soprattutto verso la Russia e la Cina). Nell ultimo anno, l andamento complessivo negativo delle esportazioni è stato determinato da una riduzione dell export sia verso i paesi UE27 sia verso il mercato extra UE27. Nel 2011 la percentuale delle esportazioni sul Pil, ossia la capacità di esportare, pari al 34,6 per cento, è nettamente superiore a quella della macro area di appartenenza (27,2) e al valore nazionale (23,8). Riguardo all attrattività turistica, tra il 2000 e il 2011, le presenze turistiche si sono ridotte in media dello 0,3 per cento, a fronte della crescita registrata dell 1,2 per cento a livello ripartizionale e a livello nazionale. Nel solo 2011 rispetto al 2010 le presenze sono aumentate del 3,3 per cento (rispetto alla crescita del 3 per cento dell Italia). La Regione presenta una quota stabile di presenze turistiche pari nel 2011 al 2,3 per cento del totale nazionale. La capacità ricettiva degli esercizi, pari a un totale di posti letto, se misurata in rapporto al numero di abitanti (114,7 per mille) è significativamente superiore alla media del Centro-Nord (101,6) e dell intero Paese (79). Le performance regionali economiche e sociali assumono maggior risalto nel confronto con il contesto nazionale e internazionale, in relazione ai target individuati nei documenti programmatici e strategici quali il Quadro Strategico Nazionale (di seguito QSN 11 ) e la nuova agenda Europa

77 Friuli Venezia Giulia Indicatori del contesto sociale e obiettivi di servizio Con riferimento al contesto sociale, la percentuale di popolazione della Regione che vive in famiglie al di sotto della soglia di povertà nel 2011 era pari al 6,9 per cento, significativamente inferiore alla media italiana (13,6 per cento) e superiore alla media del Centro-Nord (6,5 per cento). Il livello del capitale umano, in termini di giovani che abbandonano prematuramente gli studi 12, risulta relativamente soddisfacente essendo pari al 13,9 per cento nel 2011 (contro il 16 per cento del Centro-Nord e il 18,2 in Italia). Situazione simile per il dato relativo agli adulti che partecipano all'apprendimento permanente 13 (6,1 per cento nel 2011, rispetto al 6 nel Centro-Nord e al 5,7 in Italia). Il disagio è relativamente basso in relazione alla sicurezza, la percezione delle famiglie del rischio di criminalità nella zona in cui vivono nel 2012 è stata nella Regione del 13,8 per cento, significativamente inferiore sia al valore dell area di appartenenza (27 per cento) sia alla media italiana (26,3 per cento). Per quanto riguarda altri obiettivi di servizio di natura sociale, si osservano valori buoni per la presa in carico dell'utenza per il servizio di asilo nido 14, pari nel 2010 al 20,2 per cento, contro il 18,4 del Centro-Nord e il 13,9 per cento del valor medio italiano; stessa situazione si presenta per la presa in carico degli anziani per il servizio di assistenza domiciliare integrata 15 nel 2011, con il 6 per cento, contro il 4,7 del Centro-Nord e il 4,1 in Italia. Nel settore ambiente la performance della regione per la raccolta differenziata dei rifiuti urbani 16 (nel 2010 il 49,3 per cento del totale dei rifiuti urbani) è al di sopra della media del Centro-Nord e di quella nazionale (rispettivamente 41,8 e 35,3 per cento). Un risultato insoddisfacente si riscontra invece per i servizi idrici, come evidenzia la percentuale di utilizzo delle risorse idriche per il consumo umano 17, che nel 2008 era pari al 59,4 per cento contro il 71,9 del Centro-Nord e il 67,9 dell Italia. Buona la situazione dei servizi energetici e in particolare per le interruzioni del servizio elettrico 18, che nel 2010 erano pari a una media di 1 per utente, valore inferiore a quello del Centro-Nord (1,6) e alla media nazionale (2,2). Target UE2020 Oltre agli obiettivi nazionali individuati nel QSN e in parte già descritti sopra, nel confronto internazionale si considerano anche i target della Strategia Europa Europa 2020, che è la rivisitazione della Strategia di Lisbona, detta le linee e gli obiettivi da conseguire entro il 2020 affinché l Unione possa uscire dal declino degli ultimi anni. Gli obiettivi della Strategia tradotti in obiettivi nazionali 20 vengono misurati attraverso un set di indicatori condivisi (cfr. tabella 1). Nell ambito dell istruzione l indicatore è lo stesso inserito nel Qsn (vedi sezione precedente) e mostra come gli abbandoni non siano alti e raggiungano già il target nazionale, essendo inferiori alla media italiana e a quelli dell area di appartenenza, in leggero aumento rispetto al I laureati tra anni rappresentano il 20,7 per cento e sono in crescita rispetto al Il tasso di occupazione in età anni è invece superiore alla media nazionale, in linea con la media del Centro-Nord e prossimo a quello europeo, risultando in aumento nei confronti del La spesa pubblica in R&S risulta relativamente soddisfacente, raggiungendo l 1,4 per cento del Pil. La popolazione a rischio di povertà (persone) è in aumento tra il 2005 e il 2011, contrariamente a quanto si registra a livello europeo ma non a livello italiano, in termini assoluti risulta non molto consistente rispetto alla popolosità della regione. 69

78 Friuli Venezia Giulia Tabella 1. Posizione del Friuli Venezia Giulia rispetto ai benchmark di Europa 2020 Indicatore Giovani che lasciano prematuramente la scuola** (2004*, 2011) Laureati tra anni*** (2004, 2011) Friuli Venezia Giulia 2003* Ultimo valore disponibile Centro-Nord Italia UE(27) Friuli Venezia Giulia Centro-Nord 13,7 19,3 22,9 16,1 13,9 16,0 18,2 13, ,9 17,1 15,6 27,9 20,7 22,4 20,3 34, Italia UE(27) Obiettivi NAZIONALI "UE2020" Obiettivi UE2020 Tasso di occupazione in età anni (2011) 66,1 67,3 61, ,2 68,2 61,2 68, Spesa totale per R&S (2010) 1,1 1,2 1,11 1,86 1,4 1,4 1,26 2,01 1,53 3 Popolazione a rischio povertà (2005,2011)****, migliaia *Per tutti gli indicatori considerati viene indicato tra parentesi: l annualità iniziale quando diversa dal 2003 e l anno per l ultimo valore disponibile. ** In ambito comunitario l indicatore dei giovani che lasciano prematuramente la scuola corrisponde all indicatore Early leavers from education and training. ***Per i laureati tra anni il corrispondente calcolato da Eurostat è Population aged anni having completed tetiary education. **** Dati Eurostat, i valori assoluti per l'italia e l'ue27 sono quelli pubblicati mentre i valori regionali sono stati stimati attraverso i dati percentuali del rischio di povertà e la popolazione al 1 gennaio. Fonte: Istat e Eurostat 181, , riduzione di riduzione 20 milioni 70

79 Friuli Venezia Giulia Tavola 1. Principali indicatori economici del Friuli Venezia Giulia Indicatori strutturali Friuli Venezia Giulia Centro-Nord Italia Popolazione totale residente ( in migliaia ) al 9 ottobre Superficie ( kmq in migliaia ) 7,8 178,2 301,3 Densità demografica ( abitanti per kmq ), ,3 192,2 197,3 PIL per abitante (a prezzi correnti, euro ), PIL per abitante (a prezzi concatenati, euro ), PIL per abitante (valori concatenati, variazione percentuale media ), 2011/2010 0,3 0,0 0,0 Consumi delle famiglie per abitante (valori concatenati, euro ), Consumi delle famiglie per abitante (val. concatenati, var. perc. media), 2011/2010-0,4-0,3-0,2 PIL (valori concatenati, milioni di euro ), PIL (valori concatenati, variazione percentuale ), 2011/2010 0,4 0,6 0,4 Importazioni nette 1 /PIL (valori correnti, percentuale), ,5-3,4 2,8 Investimenti fissi lordi/pil (valori correnti, percentuale), ,7 17,4 17,7 Produttività 2 (valori concatenato, variazione percentuale), 2011/2010 1,1 0,5 0,5 Valore Aggiunto Industria (valori concatenato, percentuale su VA totale), ,5 26,6 24,7 Occupati (in migliaia), percentuale sul totale nazionale 2,2 73,0 100,0 Variazione (valori percentuali), 2012/2011-0,8-0,2-0,3 In cerca di occupazione (in migliaia), percentuale sul totale nazionale 1,3 53,3 100,0 Variazione (valori percentuali), 2012/ ,9 29,5 30,2 Forze di lavoro (in migliaia), percentuale sul totale nazionale 2,1 70,9 100,0 Variazione (valori percentuali), 2012/2011 0,9 1,7 2,3 Tasso di occupazione anni, ,6 63,8 56,8 maschile 71,2 72,1 66,5 femminile 56,0 55,6 47,1 Tasso di attività anni, ,3 69,5 63,7 maschile 75,7 77,7 73,9 femminile 61,0 61,3 53,5 Tasso di disoccupazione, ,8 8,0 10,7 maschile 5,8 7,1 9,9 femminile 8,1 9,3 11,9 Imprese attive (valori assoluti) Densità imprenditoriale (imprese per 1000 abitanti) ,6 81,3 73,8 Dimensione media delle imprese (addetti / imprese) ,2 4,2 3,8 Addetti totali alle unità locali delle imprese (valori in migliaia) Addetti al manifatturiero nelle unità locali (valori in migliaia) Dimensione media delle unità locali (addetti / unità locali) ,1 3,8 3,6 Turismo presenze complessive (valori in migliaia), percentuale sul totale nazionale 2,3 80,1 100,0 Turismo presenze straniere (valori in migliaia), percentuale sul totale nazionale 2,4 86,6 100,0 Esportazioni di beni (valori a prezzi correnti, milioni di euro) percentuale sul totale nazionale 2,9 86,9 100,0 1 Le importazioni nette sono definite come il saldo tra importazioni ed esportazioni e comprendono lo scambio di beni e servizi con l estero e con le altre regioni. Il valore negativo indica che il volume delle esportazioni supera quello delle importazioni, se il valore è invece positivo significa che le importazioni sono maggiori delle esportazioni. 2 Calcolata come il rapporto tra il Pil a valori concatenati e le unità di lavoro totali. Fonte: Istat- Popolazione residente, Censimento; Conti economici territoriali; Rilevazione continua sulle forze di lavoro; Archivio Asia-Imprese; Archivio Asia-Unità locali; Rilevazione sul movimento dei clienti negli esercizi ricettivi; Indagine sul commercio estero 71

80 Friuli Venezia Giulia Tavola 2. Alcuni indicatori di contesto del Friuli Venezia Giulia Istruzione e formazione Indicatore (Anno inizio serie; ultimo anno disponibile) Friuli Venezia Giulia Centro-Nord Anno: inizio serie 1 L'indicatore è anche un obiettivo di servizio. 2 L'indicatore è anche un target della Strategia Europa I dati del 2010 non sono confrontabili con quelli del 2003 perché la classificazione ATECO di riferimento è diversa nei due anni. 4 Il valore del tasso di mortalità per il 2010 è stimato. 5 I dati del 2011 si riferiscono solo alle regioni del Mezzogiorno; l'ultimo anno disponibile per l'italia è il Italia Friuli Venezia Giulia Centro-Nord Anno: ultimo disponibile - Percentuale della popolazione anni, con al più la licenza media, che abbandona 13,6 19,3 22,9 13,9 16,0 18,2 prematuramente gli studi (2004; 2011) 1 - Laureati in matematica, scienze e tecnologia (per abitanti) (2000; 2009) 5,6 6,9 5,7 15,5 14,9 12,2 - Percentuale della popolazione anni che frequenta un corso di studio o di formazione professionale (2000; 2011) Ricerca e innovazione Italia 6,3 5,9 5,5 6,1 6,0 5,7 - Capacità innovativa: percentuale di spesa pubblica e privata in R&S sul Pil (2000; 2010) 2 1,1 1,1 1,0 1,4 1,4 1,3 - Addetti alla R&S (per abitanti) (2002; 2010) 3,1 3,6 2,9 4,8 4,8 3,7 - Percentuale di imprese (con più di dieci addetti) dei settori industria e servizi che 28,9 32,5 31,2 85,1 89,0 88,3 dispongono di collegamento a banda larga (2003; 2011) 3 - Percentuale di addetti delle imprese (con più di 10 addetti) dei settori industria e servizi che utilizzano computer connessi a Internet (2003; 2011) 3 24,0 25,5 24,2 31,1 37,6 35,5 Ambiente ed energia - Percentuale di famiglie che denunciano irregolarità nell'erogazione dell'acqua (2000; 2010) 4,4 8,3 15,0 3,0 7,1 10,8 - Lunghezza delle coste non balneabili per inquinamento sulla lunghezza totale delle coste (percentuale) (2000; 2009) 0,0 4,0 5,5 1,3 4,3 6,2 - Popolazione dei comuni con il servizio di rete fognaria con depurazione completa dei reflui convogliati sul totale della popolazione residente (percentuale) (1999; 2008) 71,5 46,8 47,3 41,6 49,3 49,8 - Percentuale di rifiuti solidi urbani oggetto diraccolta differenziata sul totale dei rifiuti solidi 18,4 20,3 14,4 49,3 41,8 35,3 urbani (2000; 2010) 1 - Frequenza delle interruzioni accidentali lunghe del servizio elettrico (numero medio per utente) (2000; 2010) 2,1 2,8 3,6 1,0 1,6 2,2 - Energia prodotta da fonti rinnovabili (eolica, fotovoltaica, geotermoelettrica) su produzione totale (percentuale) (2000; 2010) 23,0 24,9 19,1 22,2 30,4 25,9 Condizioni sociali - Percentuale di famiglie che avvertono molto o abbastanza disagio al rischio di criminalità nella zona in cui vivono (2000; 2012) - Percentuale di popolazione che vive in famiglie al di sotto della soglia di povertà (2002; 2011) - Percentuale di bambini tra 0-3 anni che hanno usufruito dei servizi per l'infanzia (2004; 2010) 1 18,0 31,5 30,6 13,8 27,0 26,3 9,4 6,1 12,4 6,9 6,5 13,6 9,4 15,5 11,2 20,2 18,4 13,9 - Percentuale di anziani (65 anni e oltre) trattati in assistenza domiciliare integrata (ADI) 7,6 2,4 1,9 6,0 4,7 4,1 (2001; 2011) 1 Risorse culturali e turismo - Numero divisitatori diistituti statali diantichità e d'arte per istituto (valori in migliaia) (2000; 2011) 185,4 86,7 79,4 277,4 114,4 94,7 - Biglietti venduti per attività teatrali e musicali (per 100 abitanti) (2000;2010) 120,5 63,5 50,9 78,3 67,9 56,3 - Giornate di presenza (italiani e stranieri) nel complesso degli esercizi ricettivi per abitante (2000; 2010) Trasporti e mobilità - Percentuale di utenti di mezzi pubblici sul totale delle persone che si sono spostate per motivi di lavoro e hanno usato mezzi di trasporto (2000; 2011) 7,8 7,5 6,0 7,0 7,6 6,2 17,0 19,3 19,7 17,1 19,3 19,3 - Tonnellate di merci in ingresso ed in uscita per ferrovia sul totale delle modalità (2000; 2010) 1,7 2,4 2,3 0,9 1,1 1,0 - Tonnellate di merci in ingresso ed in uscita per ferrovia per 100 abitanti (2000; 2010) 51,2 67,5 51,0 34,4 36,5 27,4 - Tonnellate di merci in ingresso ed in uscita su strada per abitante (2000; 2010) 28,3 26,7 20,6 34,6 30,8 24,6 - Passeggeri sbarcati e imbarcati per via aerea (per 100 abitanti) (2000; 2010) 48,2 198,0 158,0 58,4 268,5 229,6 Sistemi produttivi - Tasso netto di turnover delle imprese (differenza tra il tasso di natalità e di mortalità delle 0,2 0,7 0,8-2,1-1,4-1,1 imprese) (2000; 2010) 4 - Percentuale di unità di lavoro irregolari sul totale delle unità di lavoro (2001; 2011) 11,4 10,9 13,8 11,1 9,3 12,2 - Indice di intensità creditizia: impieghi bancari (consistenza media annua) in percentuale del Pil (a prezzi correnti) (2000; 2009) Sistemi urbani - Linee urbane di trasporto pubblico locale nei comuni capoluogo di provincia per 100 Kmq di superficie comunale (2000; 2010) - Emigrazione ospedaliera in altra regione per ricoveri ordinari acuti sul totale delle persone ospedalizzate residenti nella regione (2000; 2010) Apertura internazionale 39,6 48,1 42,9 52,7 70,1 62,0 257,4 134,5 115,2 278,0 144,6 125,3 5,4 5,0 6,9 5,7 4,9 6,4 - Investimenti diretti netti dall'estero in Italia sul Pil (2008; 2011) 1,2-0,1-0,5-10,8 2,1 1,6 - Capacità di esportare (valore delle esportazioni di merci in percentuale del Pil) (2000; 2011) 31,5 25,4 21,7 34,6 27,2 23,8 Fonte: DPS-ISTAT Banca dati indicatori regionali per le politiche di sviluppo -ultimo aggiornamento marzo

81 popolazione (in migliaia) Emilia- Romagna Emilia-Romagna Tendenze economiche e sociali Aspetti demografici Al 9 ottobre 2011 la popolazione residente in Emilia Romagna, costituita dalle persone che vi hanno dimora abituale, era pari a individui, dei quali il 51,7 per cento femmine e il 48,3 per cento maschi. La popolazione 1 in Emilia Romagna, in crescita soprattutto nell ultimo decennio, raggiunge nel 2011 oltre 4,3 milioni di abitanti (popolazione residente media nell anno) e rappresenta il 12,7 per cento della popolazione centro-settentrionale e il 7,3 per cento di quella italiana. L evoluzione demografica nella regione nell ultimo ventennio si è incrementata esclusivamente grazie ai flussi migratori, sia interni che esteri, inizialmente quelli interni erano sicuramente più significativi mentre negli ultimi anni hanno assunto una maggiore significatività quelli esteri, mentre il saldo naturale in tutto il periodo è risultato negativo (Figura 1). Nel 2011 il tasso naturale 2 è risultato negativo (-1,62 per mille abitanti in Emilia Romagna; -0,77 in Italia e -0,78 per mille registrato nel Nord-Est). Il tasso migratorio interno 3 registrato nella regione nel 2011 è stato pari al 2,39 per mille (nel Nord-Est è pari all 1,48 per mille abitanti); quello estero 4 è stato pari al 6,79 per mille, superiore alla media nazionale (5 per mille) e alla media del Nord-Est (5,45 per mille). Sulla base dei risultati censuari nell arco dell ultimo decennio la popolazione straniera, abitualmente dimorante in Emilia Romagna, è aumentata in maniera significativa, passando da del 2001 (con un incidenza del 101,5 per mille sulla popolazione straniera totale in Italia) a unità nel 2011 (con un incidenza del 104,1 per mille sulla popolazione straniera totale in Italia). L incidenza degli stranieri sul totale della popolazione residente passa da 101,5 nel 2001 al 112,2 stranieri per mille censiti nel Il tasso di fecondità, nello stesso anno, è stato dell 1,46 figli per donna (contro 1,39 della media italiana), ma con una forte differenza tra quello delle italiane (1,28) e quello delle straniere (2,27). Figura 1. Popolazione residente ed evoluzione demografica in Emilia-Romagna Popolazione residente Contributi dei saldi demografici (livelli e quote, periodo ) (saldi su popolazione, periodo ) , ,2 7,0 6,8 6, ,4 quota su Italia 20,0 15,0 10,0 5,0 0,0-5,0-10,0 livello quota su Italia tasso naturale tasso migratorio interno tasso migratorio estero Fonte: Istat. Popolazione residente a metà anno e Bilanci annuali. Per i tassi del 2011: Istat, Noi Italia

82 classi di età classi di età Emilia- Romagna La piramide delle età mostra nel 2011 un rigonfiamento soprattutto nelle classi centrali rispetto alla struttura del La quota dei maschi nel 2011 è leggermente superiore a quello delle femmine fino ai 44 anni; la classe mostra la stessa proporzione di uomini e donne; dai 50 anni è invece sempre la quota femminile a prevalere. Nel complesso il tasso di dipendenza 5 in Emilia Romagna nel 2011 è pari al 55,2 per cento, mentre l indice di vecchiaia 6 è pari a 167,2. Figura 2. Piramide delle età anni 1992 e 2011 per classi di popolazione residente in Emilia-Romagna* (popolazione al 1 gennaio in migliaia per classi di età, livelli e quote sul totale) 95 e oltre ,0 0,1 0,4 1,0 1,7 1,9 2,9 3,5 3,2 3,2 3,5 3,2 4,0 3,73,3 3,7 3,2 2,2 1,8 1,8 * le etichette rappresentano le quote sul totale della popolazione regionale Fonte: elaborazioni su dati Istat 0,1 0,3 0,9 1,8 2,5 2,5 3,5 3,5 3,4 3,3 3,6 3,3 3,6 3,5 3,5 3,8 3,0 2,1 1,7 1, popolazione in migliaia FEMMINE 1992 MASCHI 95 e oltre ,20,1 0,8 1,4 2,0 2,5 3,0 2,6 3,9 3,32,9 4,3 4,3 3,6 2,7 2,2 2,4 2,3 2,1 2, ,2 0,5 1,6 2,2 2,6 2,9 2,9 3,1 3,2 3,4 3,9 4,1 4,1 3,5 2,12,6 1,9 2,0 2,1 2, popolazione in migliaia FEMMINE MASCHI Formazione e impiego delle risorse Il Pil reale della regione nel 2011 rappresentava il 9 per cento del prodotto interno lordo italiano e l 11,7 per cento di quello del Centro-Nord. Nel 2011 il Pil della regione è aumentato (1,6 per cento), in misura superiore della media del Centro-Nord e di quella italiana (0,6 per cento e 0,4 per cento rispettivamente). Nell ultimo decennio , il Pil della regione è aumentato dello 0,5, così come nel Centro-Nord (a livello nazionale la crescita media annua è dello 0,4 per cento). Figura 3. L andamento del PIL della regione Emilia-Romagna (variazioni percentuali annue e indici 2000=100, prezzi concatenati, anno di riferimento 2005) (variazioni percentuali) (2000=100) 6,0 112,0 4,0 110,0 2,0 108,0 0,0 106,0-2,0 104,0-4,0 102,0-6,0 100,0-8, , Emilia-Romagna Centro-Nord Italia Emilia-Romagna Centro-Nord Italia Fonte: elaborazioni su dati Istat 74

83 Emilia- Romagna Il Pil pro capite a valori correnti in Emilia-Romagna era pari nel 2011 al 121,9 per cento del Pil pro capite italiano e al 104,6 per cento di quello dell area. I consumi finali delle famiglie in termini reali, nel 2011 sono rimasti stazionari, contro un lieve incremento registrato in Italia e nel Centro-Nord (0,2 e 0,4 per cento rispettivamente). Gli investimenti fissi lordi a valori concatenati nella regione hanno registrato un incremento del 5,7 per cento, a fronte di una crescita più contenuta in Italia e nel Centro-Nord (2,1 e 2,3 per cento rispettivamente). Dal lato dell offerta, la distribuzione del valore aggiunto a livello settoriale nel 2011 segnala il contributo maggiore da parte del settore dei servizi (67,1 contro 71,7 del Centro-Nord e 73,2 per cento dell Italia), seguito dall industria in senso stretto (25,4 contro 21,4 del Centro-Nord e 19,4 per cento dell Italia), dalle costruzioni (4,9 contro 5,3 del Centro-Nord e 5,4 per cento dell Italia) e dall agricoltura (2,7 contro 1,7 nel Centro-Nord e 2,2 per cento in Italia). Il valore aggiunto della regione, rispetto al 2010, è aumentato dell 1,9 per cento, la crescita è stata superiore alla media ripartizionale e nazionale (0,8 e 0,6 per cento rispettivamente). A livello settoriale, la crescita più sostenuta si è registrata per l agricoltura (4,1 per cento), a seguire nell industria in senso stretto (2,8 per cento) e nei servizi (2,5 per cento); il settore delle costruzioni ha subito, invece, una forte contrazione (-8,3 per cento). I settori più produttivi sono quelli dell industria in senso stretto e dei servizi. Nel 2011 la dinamica della produttività (valore aggiunto per unità di lavoro) risulta positiva per l agricoltura e i servizi, negativa per le costruzioni e l industria in senso stretto. Nel complesso la produttività totale della regione ha registrato un aumento dello 0,5 per cento, in linea con la media dell Italia e del Centro-Nord. Mercato del lavoro e imprese Nel 2012, la dinamica degli occupati è stata negativa (-0,3 per cento rispetto al 2011), così come nel Centro-Nord e in Italia. Il numero di disoccupati ha registrato un ulteriore incremento, pari al 35,8 per cento, superiore alla media nazionale e ripartizionale (30,2 per cento e 29,5 per cento rispettivamente) Figura 4. Tasso di occupazione in Emilia-Romagna (livello percentuale, periodo ) 72,0 70,0 68,0 66,0 64,0 62,0 60,0 58,0 56,0 54,0 52,0 50,0 48,0 46,0 44,0 42,0 40, Emilia-Romagna Italia Fonte: elaborazioni su dati Istat 75

84 Emilia- Romagna Quanto alla struttura del mercato del lavoro, la regione è caratterizzata nel 2012 da un alto tasso di occupazione della popolazione in età anni (67,6 per cento), superiore sia alla media nazionale sia a quella del Centro-Nord, e da un basso tasso di disoccupazione (7,1 per cento), inferiore a quello italiano e dell area, pur se in aumento rispetto all anno precedente (cfr. Tavola 1). Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) segna nel 2012 un peggioramento rispetto all anno precedente, raggiungendo il 26,4 per cento, ma la quota resta sempre migliore rispetto a quella registrata in Italia e nel Centro-Nord (35,3 per cento e 29,3 rispettivamente). I NEET di anni (giovani che non studiano e non lavorano) costituiscono nel 2011 il 15,3 per cento della corrispondente classe di popolazione, contro il 16,4 per cento del Centro-Nord e il 22,7 per cento in Italia. La percentuale di lavoro irregolare nella Regione è pari all 8,2 per cento del totale di unità di lavoro nel 2011, inferiore alla media del Centro-Nord (9,3 per cento) e a quella italiana (12,2 per cento). I dati disponibili per il 2012 relativi alla Cassa integrazione guadagni hanno mostrato per le ore autorizzate un aumento rispetto all anno precedente, pari al 16 per cento (contro il 12,1 per cento in Italia e il 12 per cento nel Centro-Nord). L incremento delle ore ha riguardato tutte le componenti e principalmente quella ordinaria (71,3 per cento), a seguire quella in deroga (10,3 per cento) e quella straordinaria (3,1 per cento). A livello subregionale (Figura 5) si osserva che gli occupati nei Sistemi Locali del Lavoro (SLL 7 ) al 2010 erano presenti in quasi tutte le province, ma maggiormente nelle zone a Nord di Piacenza, Reggio Emilia, Bologna, Ferrara. Figura 5. Cartogrammi occupazione Fonte: elaborazioni su dati Istat 76

85 Emilia- Romagna Riguardo al tessuto produttivo della regione, le imprese attive (Fonte Istat, Archivio ASIA- Imprese) nel 2010 risultano pari a e rappresentano l 11,9 per cento delle imprese del Centro-Nord e l 8,6 per cento di quelle italiane; la densità imprenditoriale 8, pari all 86,6 per cento, è superiore sia a quella dell area che a quella nazionale. Per quanto riguarda le Unità Locali, i dati dell archivio ASIA-UL dell Istat mostrano per l anno 2010 un numero di addetti di (pari al 12,3 per cento della ripartizione Centro-Nord e al 9,4 per cento su base nazionale), di cui oltre 469 mila nel solo manifatturiero (14,1 per cento dell intera ripartizione e 11,7 rispetto all Italia). La dimensione media è pari a 3,9 addetti, di poco superiore alla media italiana e del Centro-Nord (3,6 per cento e 3,8 per cento rispettivamente). In base ai dati Infocamere (non direttamente confrontabili con i dati Asia-Istat, ma più aggiornati sugli andamenti recenti), il tasso di crescita delle imprese 9 nel 2012 a livello nazionale è tornato a ridursi (0,31 per cento), rispetto al 2011 (0,82) e al 2010 (1,19). La regione al riguardo presenta valori più bassi (-0,29 nel 2012 e 0,46 nel 2011). Il livello di innovazione imprenditoriale, se si considera il grado di utilizzo di Internet nelle imprese 10, nel 2011 in Emilia Romagna era pari al 36,3 per cento, meno elevato rispetto alla media del Centro-Nord (37,6), ma superiore a quella italiana (35,5 per cento). Apertura verso l estero Le esportazioni di beni dell Emilia Romagna nel 2012 rappresentano il 12,7 per cento dell ammontare complessivo delle esportazioni italiane e il 14,6 per cento di quelle del Centro- Nord. Rispetto al 2011 sono aumentate del 3,1 per cento, a fronte di un incremento leggermente più elevato registrato a livello nazionale e territoriale (3,7 e 3,2 per cento rispettivamente). Nel periodo la regione è cresciuta a un tasso medio annuo del 4,3 per cento, in misura più elevata del Centro-Nord (3,2 per cento) e di quello nazionale (3,4 per cento). I comparti merceologici a più elevata specializzazione all export sono i settori legati ai macchinari e apparecchi meccanici (pari a circa il 31 per cento delle vendite all estero della regione), seguono i settori mezzi di trasporto e prodotti tessili e dell abbigliamento. Le esportazioni sono indirizzate per lo più ai mercati interni all Unione Europea a 27 (il 53,9 per cento) e i maggiori destinatari sono Germania e Francia. Tra le destinazioni esterne al mercato europeo i rapporti commerciali avvengono principalmente con Stati Uniti. Relativamente ai mercati emergenti, in particolare ai BRIC, la regione esporta il 9,1 per cento delle merci in questi paesi. La capacità di esportare, ossia il valore delle esportazioni di merci in percentuale del Pil, nel 2011 era pari al 34 per cento, nettamente al di sopra del valore registrato per il Centro-Nord e per l Italia (27,2 e 23,8 rispettivamente). L attrattività turistica della regione, nel 2011 ha registrato un incremento delle presenze complessive di turisti del 2,5 per cento, rispetto all anno precedente (contro il 3,1 per cento nel Centro-Nord e il 3 per cento registrato in Italia). L Emilia Romagna resta, comunque, una meta preferita dai turisti e la quota di presenze turistiche è pari al 10 per cento del totale nazionale. In un arco temporale più lungo, periodo , l incremento medio annuo regionale è stato pari allo 0,5 per cento (contro l 1,2 per cento in Italia e Centro-Nord). La capacità ricettiva degli esercizi, pari a un totale di posti letto, se misurata in rapporto al numero di abitanti (100,8 per mille) è di poco inferiore alla media del Centro-Nord (101,6), ma superiore a quella dell Italia (79). 77

86 Emilia- Romagna Le performance regionali economiche e sociali assumono maggior risalto nel confronto con il contesto nazionale e internazionale, in relazione ai target individuati nei documenti programmatici e strategici quali il Quadro Strategico Nazionale (di seguito QSN 11 ) e la nuova agenda Europa Indicatori del contesto sociale e obiettivi di servizio Con riferimento al contesto sociale, la percentuale di popolazione della regione che vive in famiglie al di sotto della soglia di povertà nel 2011 era pari al 6,2 per cento, una delle percentuali più basse tra tutte le regioni italiane e quindi significativamente inferiore alla media italiana (13,6 per cento) e alla media del Centro-Nord (6,5 per cento). Il livello del capitale umano, in termini di giovani che abbandonano prematuramente gli studi 12, nel 2011 è migliore rispetto all area di riferimento e alla media nazionale (13,9 per cento contro il 16 nel Centro-Nord e il 18,2 in Italia); anche il risultato relativo agli adulti che partecipano all'apprendimento permanente 13 é soddisfacente (6,4 per cento nel 2011, rispetto al 6 nel Centro-Nord e al 5,7 in Italia), pur se in diminuzione rispetto all anno precedente. Emerge una situazione di disagio contenuto in relazione alla sicurezza, ma inferiore alla media ripartizionale e nazionale: la percezione delle famiglie del rischio di criminalità nella zona in cui vivono nel 2012 in Emilia Romagna (25,4 per cento) era inferiore se confrontata con quella del Centro-Nord (27 per cento) e con la media italiana (26,3 per cento). Per quanto riguarda altri obiettivi di servizio di natura sociale, si osservano valori di molto superiori alla media del Centro-Nord e nazionale. Per la presa in carico dell'utenza per il servizio di asilo nido 14 si registra, nel 2010, il 29,4 per cento contro il 18,4 nel Centro-Nord e il 13,9 medio italiano; analoga la situazione che si presenta per la presa in carico degli anziani per il servizio di assistenza domiciliare integrata 15 nel 2011, con il 10,6 per cento, contro il 4,7 nel Centro-Nord e il 4,1 in Italia. Nel settore ambiente è buona la performance della regione per la raccolta differenziata dei rifiuti urbani 16 (nel 2010 il 47,7 per cento del totale dei rifiuti urbani), al di sopra sia della media del Centro-Nord sia di quella nazionale (rispettivamente 41,8 e 35,3 per cento); qualche disagio in più si riscontra per i servizi idrici, come evidenzia la percentuale di utilizzo delle risorse idriche per il consumo umano 17, che nel 2008 era pari al 76 per cento contro il 71,9 del Centro-Nord e il 67,9 dell Italia. Buona la situazione per i servizi energetici, in particolare per le interruzioni del servizio elettrico 18, che nel 2010 erano pari all 1,3, inferiore alla media del Centro-Nord (1,6) e alla media nazionale (2,2). Target UE2020 Oltre agli obiettivi nazionali individuati nel QSN e in parte già descritti sopra, nel confronto internazionale si considerano anche i target della Strategia Europa Europa 2020, che è la rivisitazione della Strategia di Lisbona, detta le linee e gli obiettivi da conseguire entro il 2020 affinché l Unione possa uscire dal declino degli ultimi anni. Gli obiettivi della Strategia tradotti in obiettivi nazionali 20 vengono misurati attraverso un set di indicatori condivisi (cfr. tabella 1). Nell ambito dell istruzione l indicatore è lo stesso inserito nel Qsn (vedi sezione precedente) e mostra come gli abbandoni sono inferiori alla media nazionale e sostanzialmente in linea con la media europea. I laureati tra anni rappresentano il 23,8 per cento, in aumento rispetto al 2004, superiori alla media italiana, ma ancora distanti dai target 78

87 Emilia- Romagna europei. Il tasso di occupazione in età anni è superiore alla media nazionale e dell area, nonché alla media Ue. La spesa pubblica in R&S risulta pari all 1,5 per cento, è superiore alla media italiana e dell area, ma ancora lontana da quella media europea. La popolazione a rischio di povertà (persone) è in aumento tra il 2005 e il 2011, anche se contenuta rispetto alla popolazione regionale. Tabella 1. Posizione dell Emilia-Romagna rispetto ai benchmark di Europa 2020 Indicatore Emilia Romagna 2003* Ultimo valore disponibile Centro-Nord Italia UE(27) Emilia Romagna Centro-Nord Italia UE(27) Obiettivi NAZIONALI "UE2020" Obiettivi UE2020 Giovani che lasciano prematuramente la scuola** (2004*, 2011) Laureati tra anni*** (2004, 2011) 20,0 19,3 22,9 16,1 13,9 16,0 18,2 13, ,8 17,1 15,6 27,9 23,8 22,4 20,3 34, Tasso di occupazione in età anni (2011) 72,9 67,3 61, ,1 68,2 61,2 68, Spesa totale per R&S (2010) 1,2 1,2 1,11 1,86 1,5 1,4 1,26 2,01 1,53 3 Popolazione a rischio povertà (2005,2011)****, migliaia *Per tutti gli indicatori considerati viene indicato tra parentesi: l annualità iniziale quando diversa dal 2003 e l anno per l ultimo valore disponibile. ** In ambito comunitario l indicatore dei giovani che lasciano prematuramente la scuola corrisponde all indicatore Early leavers from education and training. ***Per i laureati tra anni il corrispondente calcolato da Eurostat è Population aged anni having completed tetiary education. **** Dati Eurostat, i valori assoluti per l'italia e l'ue27 sono quelli pubblicati mentre i valori regionali sono stati stimati attarverso i dati percentuali del rischio di povertà e la popolazione al 1 gennaio. Fonte: Istat e Eurostat 576, , riduzione di riduzione 20 milioni 79

88 Emilia- Romagna Tavola 1. Principali indicatori economici dell Emilia-Romagna Indicatori strutturali Emilia- Romagna Centro-Nord Italia Popolazione totale residente ( in migliaia ) al 9 ottobre Superficie ( kmq in migliaia ) 22,4 178,2 301,3 Densità demografica ( abitanti per kmq ), ,8 192,2 197,3 PIL per abitante (a prezzi correnti, euro ), PIL per abitante (a prezzi concatenati, euro ), PIL per abitante (valori concatenati, variazione percentuale media ), 2011/2010 0,8 0,0 0,0 Consumi delle famiglie per abitante (valori concatenati, euro ), Consumi delle famiglie per abitante (val. concatenati, var. perc. media), 2011/2010-0,7-0,3-0,2 PIL (valori concatenati, milioni di euro ), PIL (valori concatenati, variazione percentuale ), 2011/2010 1,6 0,6 0,4 Importazioni nette 1 /PIL (valori correnti, percentuale), ,0-3,4 2,8 Investimenti fissi lordi/pil (valori correnti, percentuale), ,3 17,4 17,7 Produttività 2 (valori concatenato, variazione percentuale), 2011/2010 0,5 0,5 0,5 Valore Aggiunto Industria (valori concatenato, percentuale su VA totale), ,2 26,6 24,7 Occupati (in migliaia), percentuale sul totale nazionale 8,6 73,0 100,0 Variazione (valori percentuali), 2012/2011-0,3-0,2-0,3 In cerca di occupazione (in migliaia), percentuale sul totale nazionale 5,5 53,3 100,0 Variazione (valori percentuali), 2012/ ,8 29,5 30,2 Forze di lavoro (in migliaia), percentuale sul totale nazionale 8,3 70,9 100,0 Variazione (valori percentuali), 2012/2011 1,6 1,7 2,3 Tasso di occupazione anni, ,6 63,8 56,8 maschile 73,9 72,1 66,5 femminile 61,3 55,6 47,1 Tasso di attività anni, ,8 69,5 63,7 maschile 79,1 77,7 73,9 femminile 66,6 61,3 53,5 Tasso di disoccupazione, ,1 8,0 10,7 maschile 6,4 7,1 9,9 femminile 7,9 9,3 11,9 Imprese attive (valori assoluti) Densità imprenditoriale (imprese per 1000 abitanti) ,6 81,3 73,8 Dimensione media delle imprese (addetti / imprese) ,2 4,2 3,8 Addetti totali alle unità locali delle imprese (valori in migliaia) Addetti al manifatturiero nelle unità locali (valori in migliaia) Dimensione media delle unità locali (addetti / unità locali) ,9 3,8 3,6 Turismo presenze complessive (valori in migliaia), percentuale sul totale nazionale 10,0 80,1 100,0 Turismo presenze straniere (valori in migliaia), percentuale sul totale nazionale 5,4 86,6 100,0 Esportazioni di beni (valori a prezzi correnti, milioni di euro) percentuale sul totale nazionale 12,7 86,9 100,0 1 Le importazioni nette sono definite come il saldo tra importazioni ed esportazioni e comprendono lo scambio di beni e servizi con l estero e con le altre regioni. Il valore negativo indica che il volume delle esportazioni supera quello delle importazioni, se il valore è invece positivo significa che le importazioni sono maggiori delle esportazioni. 2 Calcolata come il rapporto tra il Pil a valori correnti e le unità di lavoro totali. Fonte: Istat- Popolazione censimento 2011 Conti economici territoriali; Rilevazione continua sulle forze di lavoro; Archivio Asia-Imprese; Archivio Asia-Unità locali; Rilevazione sul movimento dei clienti negli esercizi ricettivi; Indagine sul commercio estero 80

89 Emilia- Romagna Tavola 2. Alcuni indicatori di contesto dell Emilia-Romagna Istruzione e formazione Indicatore (Anno inizio serie; ultimo anno disponibile) Emilia Romagna Centro-Nord Anno: inizio serie 1 L'indicatore è anche un obiettivo di servizio. 2 L'indicatore è anche un target della Strategia Europa I dati del 2010 non sono confrontabili con quelli del 2003 perché la classificazione ATECO di riferimento è diversa nei due anni. 4 Il valore del tasso di mortalità per il 2010 è stimato. Italia Emilia Romagna Centro-Nord Anno: ultimo disponibile - Percentuale della popolazione anni, con al più la licenza media, che abbandona 20,0 19,3 22,9 13,9 16,0 18,2 prematuramente gli studi (2004; 2011) 1 - Laureati in matematica, scienze e tecnologia (per abitanti) (2000; 2009) 8,7 6,9 5,7 18,1 14,9 12,2 - Percentuale della popolazione anni che frequenta un corso di studio o di formazione professionale (2000; 2011) Ricerca e innovazione Italia 6,9 5,9 5,5 6,4 6,0 5,7 - Capacità innovativa: percentuale di spesa pubblica e privata in R&S sul Pil (2000; 2010) 2 0,9 1,1 1,0 1,5 1,4 1,3 - Addetti alla R&S (per abitanti) (2002; 2010) 4,0 3,6 2,9 5,6 4,8 3,7 - Percentuale di imprese (con più di dieci addetti) dei settori industria e servizi che 34,5 32,5 31,2 87,0 89,0 88,3 dispongono di collegamento a banda larga (2003; 2011) 3 - Percentuale di addetti delle imprese (con più di 10 addetti) dei settori industria e servizi che utilizzano computer connessi a Internet (2003; 2011) 3 22,5 25,5 24,2 36,3 37,6 35,5 Ambiente ed energia - Percentuale di famiglie che denunciano irregolarità nell'erogazione dell'acqua (2000; 2010) 5,6 8,3 15,0 5,5 7,1 10,8 - Lunghezza delle coste non balneabili per inquinamento sulla lunghezza totale delle coste (percentuale) (2000; 2009) 2,1 4,0 5,5 2,1 4,3 6,2 - Popolazione dei comuni con il servizio di rete fognaria con depurazione completa dei reflui convogliati sul totale della popolazione residente (percentuale) (1999; 2008) 59,7 46,8 47,3 58,8 49,3 49,8 - Percentuale di rifiuti solidi urbani oggetto di raccolta differenziata sul totale dei rifiuti solidi 21,7 20,3 14,4 47,7 41,8 35,3 urbani (2000; 2010) 1 - Frequenza delle interruzioni accidentali lunghe del servizio elettrico (numero medio per utente) (2000; 2010) 1,8 2,8 3,6 1,3 1,6 2,2 - Energia prodotta da fonti rinnovabili (eolica, fotovoltaica, geotermoelettrica) su produzione totale (percentuale) (2000; 2010) 9,4 24,9 19,1 11,1 30,4 25,9 Condizioni sociali - Percentuale di famiglie che avvertono molto o abbastanza disagio al rischio di criminalità nella zona in cui vivono (2000; 2012) - Percentuale di popolazione che vive in famiglie al di sotto della soglia di povertà (2002; 2011) - Percentuale di bambini tra 0-3 anni che hanno usufruito dei servizi per l'infanzia (2004; 2010) 1 28,8 31,5 30,6 25,4 27,0 26,3 5,0 6,1 12,4 6,2 6,5 13,6 27,5 15,5 11,2 29,4 18,4 13,9 - Percentuale di anziani (65 anni e oltre) trattati in assistenza domiciliare integrata (ADI) 1,9 2,4 1,9 10,6 4,7 4,1 (2001; 2011) 1 Risorse culturali e turismo - Numero divisitatori diistituti statali diantichità e d'arte per istituto (valori in migliaia) (2000; 2011) 28,4 86,7 79,4 25,2 114,4 94,7 - Biglietti venduti per attività teatrali e musicali (per 100 abitanti) (2000;2010) 71,0 63,5 50,9 72,3 67,9 56,3 - Giornate di presenza (italiani e stranieri) nel complesso degli esercizi ricettivi per abitante (2000; 2010) Trasporti e mobilità - Percentuale di utenti di mezzi pubblici sul totale delle persone che si sono spostate per motivi di lavoro e hanno usato mezzi di trasporto (2000; 2011) 9,2 7,5 6,0 8,5 7,6 6,2 11,6 19,3 19,7 11,9 19,3 19,3 - Tonnellate di merci in ingresso ed in uscita per ferrovia sul totale delle modalità (2000; 2010) 2,4 2,4 2,3 1,2 1,1 1,0 - Tonnellate di merci in ingresso ed in uscita per ferrovia per 100 abitanti (2000; 2010) 93,6 67,5 51,0 51,6 36,5 27,4 - Tonnellate di merci in ingresso ed in uscita su strada per abitante (2000; 2010) 37,7 26,7 20,6 42,4 30,8 24,6 - Passeggeri sbarcati e imbarcati per via aerea (per 100 abitanti) (2000; 2010) 88,1 198,0 158,0 155,6 268,5 229,6 Sistemi produttivi - Tasso netto di turnover delle imprese (differenza tra il tasso di natalità e di mortalità delle 0,8 0,7 0,8-1,9-1,4-1,1 imprese) (2000; 2010) 4 - Percentuale di unità di lavoro irregolari sul totale delle unità di lavoro (2001; 2011) 9,4 10,9 13,8 8,2 9,3 12,2 - Indice di intensità creditizia: impieghi bancari (consistenza media annua) in percentuale del Pil (a prezzi correnti) (2000; 2009) Sistemi urbani - Linee urbane di trasporto pubblico locale nei comuni capoluogo di provincia per 100 Kmq di superficie comunale (2000; 2010) - Emigrazione ospedaliera in altra regione per ricoveri ordinari acuti sul totale delle persone ospedalizzate residenti nella regione (2000; 2010) Apertura internazionale 52,5 48,1 42,9 76,0 70,1 62,0 78,3 134,5 115,2 81,1 144,6 125,3 5,0 5,0 6,9 4,8 4,9 6,4 - Investimenti diretti netti dall'estero in Italia sul Pil (2008; 2011) 0,4-0,1-0,5 4,1 2,1 1,6 - Capacità di esportare (valore delle esportazioni di merci in percentuale del Pil) (2000; 2011) 28,0 25,4 21,7 34,0 27,2 23,8 Fonte: DPS-ISTAT Banca dati indicatori regionali per le politiche di sviluppo -ultimo aggiornamento marzo

90 popolazione (in migliaia) Toscana Toscana Tendenze economiche e sociali Aspetti demografici Al 9 ottobre 2011, dai dati del censimento, la popolazione totale residente nella regione risulta pari a individui, dei quali femmine (52 per cento) e maschi (48 per cento). La popolazione 1 toscana, nel periodo dopo una fase di decrescita è tornata a salire a partire dall anno 2000 e ha raggiunto a fine periodo un valore intorno a mila abitanti (popolazione media annua residente). L incidenza della popolazione della Toscana rispetto al Centro-Nord era pari nel 2011 al 9,4 per cento, rispetto al totale della popolazione italiana era pari al 6,2 per cento (cfr. figura 1). Nel 2011, il tasso naturale 2 era pari al -2,69 per mille, rispetto ad una media nazionale del - 0,77 per mille, il tasso migratorio interno 3 è risultato positivo (1,38 per mille), quello estero 4 anche esso positivo (6,07 per mille), a fronte di valori dei due indicatori pari rispettivamente a -0,06 e 5,01 per mille a livello nazionale e a 1,23 e 6,11 per mille nella ripartizione di appartenenza.. La presenza di stranieri residenti nella regione, che nel 2001, secondo i dati del Censimento, contava circa 109 mila unità ammontava al 9 ottobre 2011 a circa 87 mila unità, con incidenza pari al 2,4 per cento della popolazione regionale (2,2 per cento sulla popolazione straniera a livello nazionale). Il tasso di fecondità nel 2011 è pari a 1,36 figli per donna, maggiore di quello nazionale (1,39) e della media dell area centrosettentrionale (1,42). Nella fattispecie il tasso di fecondità è più alto per le straniere, 1,90 contro 1,24 delle italiane. Figura 1. Popolazione residente in Toscana e contributi dei saldi demografici Popolazione residente Contributi dei saldi demografici (livelli e quote, periodo ) (saldi sulla popolazione, periodo ) 6,4 6,2 6,0 5,8 quota su Italia 15,0 10,0 5,0 0,0-5, ,6-10,0 livello quota su Italia tasso naturale tasso migratorio interno tasso migratorio estero Fonte: Istat. Popolazione residente a metà anno e Bilanci annuali. Per i tassi del 2011: Istat, Noi Italia

91 classi di età classi di età Toscana La piramide delle età (vedi figura 2) mostra nel 2011 rispetto al 1992 una struttura con crescita dell incidenza delle classi di età fino a 9 anni, di quelle tra i 35 e i 49 anni e di quelle mature, con andamento abbastanza simile per entrambi i sessi ma con prevalenza di donne dai 45 anni in su. Nel complesso il tasso di dipendenza 5 della regione Toscana nel 2011 è pari al 56,3 per cento, mentre l indice di vecchiaia 6 è pari a 182,9. Figura 2. Piramide delle età anni 1992 e 2011 per classi di popolazione residente in Toscana* (popolazione al 1 Gennaio in migliaia per classi di età, livelli e quote sul totale) 95 e oltre ,0 0,1 0,4 1,1 1,7 3,1 2,9 1,9 3,4 3,1 3,5 3,2 3,9 3,53,2 3,7 3,2 2,4 2,0 1,8 0,1 0,3 0,9 * le etichette rappresentano le quote sul totale della popolazione regionale Fonte: elaborazioni su dati Istat 1,9 2,4 2,5 3,3 3,4 3,5 3,4 3,6 3,3 3,6 3,4 3,5 3,8 3,1 1,92,3 1, popolazione in migliaia FEMMINE 1992 MASCHI 95 e oltre ,20,1 0,8 1,4 2,0 2,6 3,2 2,7 3,33,0 3,8 4,1 4,0 3,4 2,6 2,3 2,2 2,1 2,1 2, ,2 0,5 1,7 2,3 2,7 3,0 3,1 2,0 2,22,6 1,9 2,1 2,1 3,2 3,5 3,5 3,9 3,4 4,0 4, popolazione in migliaia FEMMINE MASCHI Formazione e impiego delle risorse Il Pil reale della regione nel 2011 rappresentava il 6,8 per cento del prodotto interno lordo italiano e l 8,8 per cento di quello del Centro-Nord. Tra il 2000 e il 2011, si è riscontrata una crescita media annua dello 0,5 per cento, a fronte di un minor aumento registrato nel Centro-Nord (0,5 per cento) e a livello nazionale (0,4 per cento) (Figura 3). Nel 2011 il prodotto interno lordo regionale è aumentato dello 0,7 per cento rispetto all anno precedente, a fronte di una minor crescita riscontrata a livello nazionale (0,4 per cento), mentre nel Centro-Nord c è stato un aumento dello 0,6 per cento. Figura 3. L andamento del PIL della regione Toscana (variazioni percentuali annue e indici 2000=100, prezzi concatenati, anno di riferimento 2005) (variazioni percentuali) (2000=100) 6,0 112,0 4,0 110,0 2,0 108,0 0,0 106,0-2,0 104,0-4,0 102,0-6,0 100,0-8, , Toscana Centro-Nord Italia Toscana Centro-Nord Italia Fonte: elaborazioni su dati Istat 83

92 Toscana Il Pil pro capite a valori correnti della Regione era pari nel 2011 al 108,5 per cento del Pil pro capite italiano e al 93,1 per cento di quello dell area centro-settentrionale. I consumi finali delle famiglie nel 2011 sono cresciuti dello 0,9 per cento, a fronte di un minor aumento nel Centro-Nord (0,4 per cento) e in Italia (0,2 per cento). Gli investimenti fissi lordi regionali si sono ridotti nel 2010 (ultimo anno disponibile) dell 1,5 per cento, a differenza della crescita riscontrata nella media del Centro-Nord e dell Italia (2,3 e 2,1 per cento rispettivamente). Dal lato dell offerta, la distribuzione del valore aggiunto a livello settoriale nel 2011 segnala il contributo maggiore da parte del settore dei servizi (75,1 contro 71,7 del Centro-Nord e 73,2 per cento dell Italia), seguito dall industria in senso stretto (18,1 contro 21,4 del Centro-Nord e 19,4 per cento dell Italia), dalle costruzioni (5 contro 5,3 del Centro-Nord e 5,4 per cento dell Italia) e dall agricoltura (1,9 contro 1,7 nel Centro-Nord e 2,2 per cento in Italia). Tutti i settori, rispetto al 2010, hanno subito una diminuzione del valore aggiunto, eccetto i servizi (+1,4 per cento). Nello specifico è stato maggiormente colpito il settore delle costruzioni (- 4,2 per cento), e a seguire l agricoltura (-2,7 per cento) e l industria in senso stretto (-1,1). Il valore aggiunto complessivo è aumentato dello 0,6 per cento. I settori maggiormente produttivi sono quelli dell industria in senso stretto e dei servizi. La dinamica della produttività (valore aggiunto per unità di lavoro) nel 2011 è stata positiva per i servizi, per l agricoltura e per le costruzioni e leggermente negativa per l industria in senso stretto. Nel complesso la produttività totale regionale è aumentata dell 1 per cento (dovuta ad una diminuzione delle unità di lavoro rispetto a un maggior aumento del valore aggiunto), mentre si è riscontrata sia nel Centro-Nord che nella media italiana una variazione positiva dello 0,5 per cento. Mercato del lavoro e imprese Nel 2012, nella regione, la dinamica degli occupati è risultata positiva (0,3 per cento rispetto al 2011), a fronte di una flessione registrata nel Centro-Nord (-0,2) e nella media italiana (- 0,3 per cento). Sempre nel 2012 il numero dei disoccupati è cresciuto del 22,6 per cento (cfr. tavola 1). Figura 4. Tasso di occupazione anni (livello percentuale, periodo ) 70,0 68,0 66,0 64,0 62,0 60,0 58,0 56,0 54,0 52,0 50,0 48,0 46,0 44,0 42,0 40, Toscana Italia Fonte: elaborazioni su dati Istat 84

93 Toscana Quanto alla struttura del mercato del lavoro, la Regione è caratterizzata nel 2012 da un tasso di occupazione anni pari al 63,9 per cento, superiore alla media della ripartizione di appartenenza e a quella nazionale (rispettivamente 63,8 e 56,8 per cento), e da un tasso di disoccupazione pari al 7,8 per cento (contro il 10,7 della media italiana e l 8 per cento del Centro- Nord). Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni), pari al 28,9 per cento, risulta inferiore sia alla media dell area centro-settentrionale (29,3) che alla media italiana (35,3). I NEET di anni (= giovani che non studiano e non lavorano) costituiscono nel 2011 il 16,4 per cento della corrispondente classe di popolazione, dato analogo a quello medio centrosettentrionale e migliore della media italiana (22,7 per cento). Relativamente bassa è la percentuale di lavoro irregolare nella Regione pari al 9,2 per cento del totale di unità di lavoro, a fronte del 12,2 per cento di media italiana e al 9,3 per cento riscontrato nella media del Centro-Nord. Inoltre i dati disponibili dell anno 2012 relativi alla Cassa integrazione guadagni mostrano, per le ore autorizzate, un aumento del 13,8 per cento rispetto all anno precedente, determinato da una forte crescita della componente straordinaria e a seguire di quelle ordinaria e in deroga. Mentre è osservabile un aumento meno forte sia a livello nazionale (12,1 per cento) sia per l intera area centro-settentrionale (12 per cento). A livello subregionale gli occupati nei sistemi locali del lavoro (SLL 7 ) si concentrano soprattutto nelle aree di Firenze, Prato, Lucca, Arezzo, Pisa, Siena e Livorno (Figura 5). Figura 5. Occupazione negli SLL in Toscana Fonte: elaborazioni su dati Istat 85

94 Toscana Le imprese attive, secondo l Istat (Archivio ASIA-Imprese) risultano nel 2010 pari a , rappresentando il 10,4 per cento delle imprese del Centro-Nord e il 7,5 per cento di quelle italiane; la densità imprenditoriale 8, pari all 89,2 per mille, è superiore a quella dell area di appartenenza (81,3) e a quella nazionale (73,8). Per quanto riguarda le Unità Locali, i dati dell archivio ASIA-UL dell Istat mostrano per l anno 2010 un numero di addetti pari a circa (il 9,1 per cento della ripartizione centrosettentrionale e il 7 per cento del totale Italia), di cui circa nel solo manifatturiero. La dimensione media risulta pari a 3,4 addetti, inferiore a quella del Centro-Nord (3,8) e a quella dell Italia (3,6). In base ai dati Infocamere (non direttamente confrontabili con i dati Asia-Istat, ma più aggiornati sugli andamenti recenti), il tasso di crescita delle imprese 9 nel 2012 a livello nazionale è tornato a ridursi (+0,31 per cento), rispetto al 2011 (+0,82) e al 2010 (+1,19), la Regione al riguardo presenta valori relativamente migliori (+0,37 nel 2012 e +1,05 nel 2011). Il livello di innovazione imprenditoriale regionale, considerando il grado di utilizzo di Internet nelle imprese 10, nel 2011 era pari al 34,7 per cento, inferiore alla media italiana (35,5) e a quella della ripartizione di appartenenza (37,6). Apertura verso l estero Le esportazioni di beni della Regione nel 2012 costituiscono l 8,3 per cento dell ammontare complessivo delle esportazioni italiane e il 9,6 per cento di quelle del Centro-Nord e hanno registrato una variazione positiva (6,9 per cento) rispetto al 2011 Nel periodo si registra un aumento medio annuo delle vendite all estero della regione del 3,4 per cento, analogo a quello nazionale e a fronte di una minor crescita nell area di appartenenza (3,2 per cento). I comparti merceologici a più elevata specializzazione all export sono i settori dell abbigliamento, dei prodotti in metallo e dei macchinari. Per quanto riguarda le destinazioni dell export, i maggiori partners commerciali sono Germania, Francia, Stati Uniti e Spagna, relativamente ai mercati emergenti, in particolare ai BRIC, la regione esporta il 6,2 per cento delle merci verso questi paesi (soprattutto verso la Cina). Nell ultimo anno, l andamento complessivo positivo delle esportazioni è stato determinato da un aumento dell export verso i paesi extra UE27 e da una stabilità di quelle verso il mercato UE27. Nel 2011 la percentuale delle esportazioni sul Pil, ossia la capacità di esportare, pari al 28,5 per cento, è superiore a quella della macro area di appartenenza (27,2) e al valore nazionale (23,8). Riguardo all attrattività turistica, tra il 2000 e il 2011, le presenze turistiche sono cresciute in media dell 1,4 per cento, a fronte della crescita registrata dell 1,2 per cento a livello ripartizionale e a livello nazionale (1,2 per cento). Nel solo 2011 rispetto al 2010 le presenze sono aumentate del 3,9 per cento (rispetto alla crescita del 3 per cento dell Italia). La Regione presenta una quota di presenze turistiche in leggera crescita negli ultimi anni, pari nel 2011 all 11,3 per cento del totale nazionale. La capacità ricettiva degli esercizi, pari a un totale di posti letto, se misurata in rapporto al numero di abitanti (141,2 per mille) è significativamente superiore alla media del Centro-Nord (101,6) e dell intero Paese (79). 86

95 Toscana Le performance regionali economiche e sociali assumono maggior risalto nel confronto con il contesto nazionale e internazionale, in relazione ai target individuati nei documenti programmatici e strategici quali il Quadro Strategico Nazionale (di seguito QSN 11 ) e la nuova agenda Europa Indicatori del contesto sociale e obiettivi di servizio Con riferimento al contesto sociale, la percentuale di popolazione della Regione che vive in famiglie al di sotto della soglia di povertà nel 2011 era pari al 6,2 per cento, significativamente inferiore alla media italiana (13,6 per cento) e superiore alla media del Centro-Nord (6,5 per cento). Il livello del capitale umano, in termini di giovani che abbandonano prematuramente gli studi 12, risulta relativamente insoddisfacente essendo pari al 18,6 per cento nel 2011 (contro il 16 per cento del Centro-Nord e il 18,2 in Italia). Situazione dissimile per il dato relativo agli adulti che partecipano all'apprendimento permanente 13 (6,4 per cento nel 2011, rispetto al 6 nel Centro-Nord e al 5,7 in Italia). Il disagio è relativamente basso in relazione alla sicurezza, la percezione delle famiglie del rischio di criminalità nella zona in cui vivono nel 2012 è stata nella Regione del 24,8 per cento, significativamente inferiore sia al valore dell area (27 per cento) sia alla media italiana (26,3 per cento). Per quanto riguarda altri obiettivi di servizio di natura sociale, si osservano valori buoni per la presa in carico dell'utenza per il servizio di asilo nido 14, pari nel 2010 al 21 per cento, contro il 18,4 del Centro-Nord e il 13,9 per cento del valor medio italiano; situazione opposta si presenta per la presa in carico degli anziani per il servizio di assistenza domiciliare integrata 15 nel 2011, con il 2,4 per cento, contro il 4,7 del Centro-Nord e il 4,1 in Italia. Nel settore ambiente la performance della regione per la raccolta differenziata dei rifiuti urbani 16 (nel 2010 il 36,6 per cento del totale dei rifiuti urbani) è al di sotto della media del Centro-Nord e al di sopra di quella nazionale (rispettivamente 41,8 e 35,3 per cento). Un buon risultato si riscontra per i servizi idrici, come evidenzia la percentuale di utilizzo delle risorse idriche per il consumo umano 17, che nel 2008 era pari al 72,3 per cento contro il 71,9 del Centro- Nord e il 67,9 dell Italia. Ugualmente per la situazione dei servizi energetici e in particolare per le interruzioni del servizio elettrico 18, che nel 2010 erano pari all 1,6 per utente, valore analogo a quello del Centro-Nord e inferiore alla media nazionale (2,2). Target UE2020 Oltre agli obiettivi nazionali individuati nel QSN e in parte già descritti sopra, nel confronto internazionale si considerano anche i target della Strategia Europa Europa 2020, che è la rivisitazione della Strategia di Lisbona, detta le linee e gli obiettivi da conseguire entro il 2020 affinché l Unione possa uscire dal declino degli ultimi anni. Gli obiettivi della Strategia tradotti in obiettivi nazionali 20 vengono misurati attraverso un set di indicatori condivisi (cfr. tabella 1). Nell ambito dell istruzione l indicatore è lo stesso inserito nel Qsn (vedi sezione precedente) e mostra come gli abbandoni siano ancora consistenti rispetto alla media italiana e a quella dell area di appartenenza, ma in riduzione rispetto al I laureati tra anni rappresentano il 21,9 per cento e sono in crescita rispetto al Il tasso di occupazione in età anni è invece superiore alla media nazionale e inferiore alla media del Centro-Nord e a quella europea, risultando in aumento nei confronti del La spesa pubblica in R&S risulta relativamente soddisfacente, raggiungendo l 1,4 per cento del Pil. La popolazione a rischio di povertà (persone) è in aumento tra il 2005 e il 2011, contrariamente a quanto si registra a livello europeo ma non a livello nazionale, in termini assoluti risulta consistente rispetto alla popolosità della regione. 87

96 Toscana Tabella 1. Posizione della Toscana rispetto ai benchmark di Europa 2020 Indicatore 2003* Ultimo valore disponibile Toscana Centro-Nord Italia UE(27) Toscana Centro-Nord Italia UE(27) Obiettivi NAZIONALI "UE2020" Obiettivi UE2020 Giovani che lasciano prematuramente la scuola** (2004*, 2011) Laureati tra anni*** (2004, 2011) 21,0 19,3 22,9 16,1 18,6 16,0 18,2 13, ,4 17,1 15,6 27,9 21,9 22,4 20,3 34, Tasso di occupazione in età anni (2011) 67,2 67,3 61, ,6 68,2 61,2 68, Spesa totale per R&S (2010) 1,1 1,2 1,11 1,86 1,2 1,4 1,26 2,01 1,53 3 Popolazione a rischio povertà (2005,2011)****, migliaia *Per tutti gli indicatori considerati viene indicato tra parentesi: l annualità iniziale quando diversa dal 2003 e l anno per l ultimo valore disponibile. ** In ambito comunitario l indicatore dei giovani che lasciano prematuramente la scuola corrisponde all indicatore Early leavers from education and training. ***Per i laureati tra anni il corrispondente calcolato da Eurostat è Population aged anni having completed tetiary education. **** Dati Eurostat, i valori assoluti per l'italia e l'ue27 sono quelli pubblicati mentre i valori regionali sono stati stimati attraverso i dati percentuali del rischio di povertà e la popolazione al 1 gennaio. Fonte: Istat e Eurostat 519, , riduzione di riduzione 20 milioni 88

97 Toscana Tavola 1. Principali indicatori economici della Toscana Indicatori strutturali Toscana Centro-Nord Italia Popolazione totale residente ( in migliaia ) al 9 ottobre Superficie ( kmq in migliaia ) 23,0 178,2 301,3 Densità demografica ( abitanti per kmq ), ,7 192,2 197,3 PIL per abitante (a prezzi correnti, euro ), PIL per abitante (a prezzi concatenati, euro ), PIL per abitante (valori concatenati, variazione percentuale media ), 2011/2010 0,3 0,0 0,0 Consumi delle famiglie per abitante (valori concatenati, euro ), Consumi delle famiglie per abitante (val. concatenati, var. perc. media), 2011/2010 0,4-0,3-0,2 PIL (valori concatenati, milioni di euro ), PIL (valori concatenati, variazione percentuale ), 2011/2010 0,7 0,6 0,4 Importazioni nette 1 /PIL (valori correnti, percentuale), ,3-3,4 2,8 Investimenti fissi lordi/pil (valori correnti, percentuale), ,7 17,4 17,7 Produttività 2 (valori concatenato, variazione percentuale), 2011/2010 1,0 0,5 0,5 Valore Aggiunto Industria (valori concatenato, percentuale su VA totale), ,0 26,6 24,7 Occupati (in migliaia), percentuale sul totale nazionale 6,8 73,0 100,0 Variazione (valori percentuali), 2012/2011 0,3-0,2-0,3 In cerca di occupazione (in migliaia), percentuale sul totale nazionale 4,8 53,3 100,0 Variazione (valori percentuali), 2012/ ,6 29,5 30,2 Forze di lavoro (in migliaia), percentuale sul totale nazionale 6,6 70,9 100,0 Variazione (valori percentuali), 2012/2011 1,7 1,7 2,3 Tasso di occupazione anni, ,9 63,8 56,8 maschile 72,6 72,1 66,5 femminile 55,4 55,6 47,1 Tasso di attività anni, ,4 69,5 63,7 maschile 77,8 77,7 73,9 femminile 61,2 61,3 53,5 Tasso di disoccupazione, ,8 8,0 10,7 maschile 6,5 7,1 9,9 femminile 9,5 9,3 11,9 Imprese attive (valori assoluti) Densità imprenditoriale (imprese per 1000 abitanti) ,2 81,3 73,8 Dimensione media delle imprese (addetti / imprese) ,4 4,2 3,8 Addetti totali alle unità locali delle imprese (valori in migliaia) Addetti al manifatturiero nelle unità locali (valori in migliaia) Dimensione media delle unità locali (addetti / unità locali) ,4 3,8 3,6 Turismo presenze complessive (valori in migliaia), percentuale sul totale nazionale 11,3 80,1 100,0 Turismo presenze straniere (valori in migliaia), percentuale sul totale nazionale 12,5 86,6 100,0 Esportazioni di beni (valori a prezzi correnti, milioni di euro) percentuale sul totale nazionale 8,3 86,9 100,0 1 Le importazioni nette sono definite come il saldo tra importazioni ed esportazioni e comprendono lo scambio di beni e servizi con l estero e con le altre regioni. Il valore negativo indica che il volume delle esportazioni supera quello delle importazioni, se il valore è invece positivo significa che le importazioni sono maggiori delle esportazioni. 2 Calcolata come il rapporto tra il Pil a valori concatenati e le unità di lavoro totali. Fonte: Istat- Popolazione residente, Censimento; Conti economici territoriali; Rilevazione continua sulle forze di lavoro; Archivio Asia-Imprese; Archivio Asia-Unità locali; Rilevazione sul movimento dei clienti negli esercizi ricettivi; Indagine sul commercio estero 89

98 Toscana Tavola 2. Alcuni indicatori di contesto della Toscana Istruzione e formazione Indicatore (Anno inizio serie; ultimo anno disponibile) Toscana Centro-Nord Italia Toscana Centro-Nord Italia Anno: inizio serie Anno: ultimo disponibile - Percentuale della popolazione anni, con al più la licenza media, che abbandona 20,9 19,3 22,9 18,6 16,0 18,2 prematuramente gli studi (2004; 2011) 1 - Laureati in matematica, scienze e tecnologia (per abitanti) (2000; 2009) 8,8 6,9 5,7 16,8 14,9 12,2 - Percentuale della popolazione anni che frequenta un corso di studio o di formazione professionale (2000; 2011) Ricerca e innovazione 6,1 5,9 5,5 6,4 6,0 5,7 - Capacità innovativa: percentuale di spesa pubblica e privata in R&S sul Pil (2000; 2010) 2 1,0 1,1 1,0 1,2 1,4 1,3 - Addetti alla R&S (per abitanti) (2002; 2010) 3,0 3,6 2,9 3,9 4,8 3,7 - Percentuale di imprese (con più di dieci addetti) dei settori industria e servizi che 24,2 32,5 31,2 86,9 89,0 88,3 dispongono di collegamento a banda larga (2003; 2011) 3 - Percentuale di addetti delle imprese (con più di 10 addetti) dei settori industria e servizi che utilizzano computer connessi a Internet (2003; 2011) 3 21,6 25,5 24,2 34,7 37,6 35,5 Ambiente ed energia - Percentuale di famiglie che denunciano irregolarità nell'erogazione dell'acqua (2000; 2010) 11,8 8,3 15,0 12,3 7,1 10,8 - Lunghezza delle coste non balneabili per inquinamento sulla lunghezza totale delle coste (percentuale) (2000; 2009) 2,0 4,0 5,5 1,0 4,3 6,2 - Popolazione dei comuni con il servizio di rete fognaria con depurazione completa dei reflui convogliati sul totale della popolazione residente (percentuale) (1999; 2008) 30,8 46,8 47,3 26,7 49,3 49,8 - Percentuale di rifiuti solidi urbani oggetto diraccolta differenziata sul totale dei rifiuti solidi 21,5 20,3 14,4 36,6 41,8 35,3 urbani (2000; 2010) 1 - Frequenza delle interruzioni accidentali lunghe del servizio elettrico (numero medio per utente) (2000; 2010) 4,0 2,8 3,6 1,6 1,6 2,2 - Energia prodotta da fonti rinnovabili (eolica, fotovoltaica, geotermoelettrica) su produzione totale (percentuale) (2000; 2010) 27,6 24,9 19,1 40,0 30,4 25,9 Condizioni sociali - Percentuale di famiglie che avvertono molto o abbastanza disagio al rischio di criminalità nella zona in cui vivono (2000; 2012) - Percentuale di popolazione che vive in famiglie al di sotto della soglia di povertà (2002; 2011) - Percentuale di bambini tra 0-3 anni che hanno usufruito dei servizi per l'infanzia (2004; 2010) 1 27,1 31,5 30,6 24,8 27,0 26,3 6,3 6,1 12,4 6,2 6,5 13,6 23,6 15,5 11,2 21,0 18,4 13,9 - Percentuale di anziani (65 anni e oltre) trattati in assistenza domiciliare integrata (ADI) 1,9 2,4 1,9 2,4 4,7 4,1 (2001; 2011) 1 Risorse culturali e turismo - Numero divisitatori diistituti statali diantichità e d'arte per istituto (valori in migliaia) (2000; 2011) 106,9 86,7 79,4 100,2 114,4 94,7 - Biglietti venduti per attività teatrali e musicali (per 100 abitanti) (2000;2010) 70,1 63,5 50,9 63,6 67,9 56,3 - Giornate di presenza (italiani e stranieri) nel complesso degli esercizi ricettivi per abitante (2000; 2010) Trasporti e mobilità - Percentuale di utenti di mezzi pubblici sul totale delle persone che si sono spostate per motivi di lavoro e hanno usato mezzi di trasporto (2000; 2011) 10,7 7,5 6,0 11,2 7,6 6,2 15,1 19,3 19,7 16,1 19,3 19,3 - Tonnellate di merci in ingresso ed in uscita per ferrovia sul totale delle modalità (2000; 2010) 2,2 2,4 2,3 0,9 1,1 1,0 - Tonnellate di merci in ingresso ed in uscita per ferrovia per 100 abitanti (2000; 2010) 56,9 67,5 51,0 31,1 36,5 27,4 - Tonnellate di merci in ingresso ed in uscita su strada per abitante (2000; 2010) 23,7 26,7 20,6 31,8 30,8 24,6 - Passeggeri sbarcati e imbarcati per via aerea (per 100 abitanti) (2000; 2010) 78,6 198,0 158,0 154,8 268,5 229,6 Sistemi produttivi - Tasso netto di turnover delle imprese (differenza tra il tasso di natalità e di mortalità delle 0,9 0,7 0,8-1,5-1,4-1,1 imprese) (2000; 2010) 4 - Percentuale di unità di lavoro irregolari sul totale delle unità di lavoro (2001; 2011) 10,6 10,9 13,8 9,3 9,3 12,2 - Indice di intensità creditizia: impieghi bancari (consistenza media annua) in percentuale del Pil (a prezzi correnti) (2000; 2009) Sistemi urbani - Linee urbane di trasporto pubblico locale nei comuni capoluogo di provincia per 100 Kmq di superficie comunale (2000; 2010) - Emigrazione ospedaliera in altra regione per ricoveri ordinari acuti sul totale delle persone ospedalizzate residenti nella regione (2000; 2010) Apertura internazionale 42,2 48,1 42,9 64,5 70,1 62,0 105,8 134,5 115,2 111,7 144,6 125,3 4,5 5,0 6,9 4,7 4,9 6,4 - Investimenti diretti netti dall'estero in Italia sul Pil (2008; 2011) -0,6-0,1-0,5 1,6 2,1 1,6 - Capacità di esportare (valore delle esportazioni di merci in percentuale del Pil) (2000; 2011) 27,0 25,4 21,7 28,5 27,2 23,8 1 L'indicatore è anche un obiettivo di servizio. 2 L'indicatore è anche un target della Strategia Europa I dati del 2010 non sono confrontabili con quelli del 2003 perché la classificazione ATECO di riferimento è diversa nei due anni. 4 Il valore del tasso di mortalità per il 2010 è stimato. 5 I dati del 2011 si riferiscono solo alle regioni del Mezzogiorno; l'ultimo anno disponibile per l'italia è il Fonte: DPS-ISTAT Banca dati indicatori regionali per le politiche di sviluppo -ultimo aggiornamento marzo

99 popolazione (in migliaia) Umbria Umbria Aspetti demografici Tendenze economiche e sociali Al 9 ottobre 2011 la popolazione residente in Umbria, costituita dalle persone che vi hanno dimora abituale, è pari a individui, ed è costituita in prevalenza da femmine ( unità, pari al 52,0 per cento), mentre i maschi risultano (48 per cento). La popolazione 1 in Umbria, in lieve costante crescita dal 1980 agli inizi degli anni 2000 e con aumenti più consistenti dal 2003, ha raggiunto 909 mila abitanti (popolazione media residente) nel 2011 con una quota pari all 1,5 per cento sul totale Italia e al 2,3 per cento sul Centro-Nord. L evoluzione demografica nella regione nell ultimo ventennio è stata incrementata soprattutto grazie ai flussi migratori; negli ultimi anni risultano sicuramente più consistenti quelli esteri, a fronte di un saldo naturale costantemente negativo (Figura 1). Nel 2011, il tasso naturale 2 è risultato negativo (-2,42 per mille) molto al di sotto della media nazionale (-0,77) e del -1,2 per mille registrato per l Italia centrale. Il contributo positivo alla crescita della popolazione nel 2011 proviene dai movimenti migratori: il tasso migratorio interno 3, pari allo 0,38, è risultato inferiore a quello registrato nell area centrale (1,10 per mille), mentre il tasso migratorio con l estero 4 è risultato più significativo (5,69 per mille), superiore a quello italiano (5,01) ma inferiore a quello del Centro (6,61). La presenza di stranieri residenti nella regione ammontava, secondo i dati del Censimento 2001, a circa 27 mila unità, con un incidenza del 2 per cento sulla popolazione straniera totale in Italia. Sulla base dei risultati dell ultimo censimento la popolazione straniera abitualmente dimorante in Umbria è passata da a unità nel Un incremento di pari entità si registra anche nell incidenza degli stranieri sul totale della popolazione residente, che sale da 33,0 a 150,6 stranieri per mille censiti. L incidenza registrata sul totale degli stranieri in Italia è invece pari al 33 per mille, anche questa in aumento rispetto al 2001 (20,4). Il tasso di fecondità nel 2011 è pari a 1,34 figli per donna, contro una media italiana e dell Italia centrale dell 1,39. Nella fattispecie il tasso di fecondità è più alto per le straniere, 1,80 contro 1,24 delle italiane Figura 1. Popolazione residente ed evoluzione demografica in Umbria Popolazione residente Contributi dei saldi demografici (livelli e quote, periodo ) (saldi su popolazione, periodo ) 1,6 1,4 1,2 1,0 quota su Italia 20,0 15,0 10,0 5,0 0, ,8-5,0 livello quota su Italia tasso naturale tasso migratorio interno tasso migratorio estero Fonte: Istat. Popolazione residente a metà anno e Bilanci annuali. Per i dati al 2011: Istat, Noi Italia

100 classi di età classi di età Umbria La piramide delle età mostra nel 2011 uno snellimento nelle classi più basse e un rigonfiamento in quelle centrali rispetto alla struttura del 1992, tuttavia è aumentata di qualche decimo di punto la classe tra 0-4 anni. La quota dei maschi nel 2011 è leggermente superiore a quello delle femmine fino ai 34 anni, nelle fasce d età superiori avviene il contrario. Nel complesso il tasso di dipendenza 5 dell Umbria nel 2011 è pari al 56,2 per cento, mentre l indice di vecchiaia 6 è pari a 178,8.. Figura 2. Piramide delle età anni 1992 e 2011 per classi di popolazione residente in Umbria* (popolazione al 1 gennaio in migliaia per classi di età, livelli e quote sul totale) 95 e oltre ,2 3,1 2,0 1,7 3,3 3,1 3,5 3,1 3,7 3,4 3,3 3,5 3,3 2,6 2,2 2,0 0,0 1,0 0,40, ,0 0,2 0,7 2,3 2,5 1,9 2,12,5 3,3 3,6 3,6 3,2 3,5 3,2 3,5 3,4 3,1 3,43, popolazione in migliaia 1,6 95 e oltre ,23,0 3,7 3,9 1,5 2,1 2,5 3,0 2,7 3,8 3,4 2,9 2,5 2,2 2,3 2,2 2,1 0,8 0,2 0, ,2 0,5 1,7 2,4 2,7 2,9 3,0 3,2 3,3 3,4 3,8 3,4 3,9 4,0 2,8 2,4 2,1 2,0 2,1 2, popolazione in migliaia FEMMINE MASCHI FEMMINE MASCHI * le etichette rappresentano le quote sul totale della popolazione regionale Fonte: elaborazioni su dati Istat formazione e impiego delle risorse Il Pil reale della regione nel 2011 rappresentava l 1,4 per cento del prodotto interno lordo italiano e l 1,8 per cento di quello del Centro-Nord. Nel 2011 il Pil della regione è diminuito lievemente (-0,1 per cento) rispetto all incremento, seppure modesto, nel Centro-Nord (0,6 per cento) e in Italia (0,4 per cento). Nell ultimo decennio , il Pil è rimasto stabile rispetto alla crescita media dello 0,5 registrata per il Centro Nord e dello 0,4 per cento a livello nazionale. (Figura 3). Figura 3. L andamento del PIL della regione Umbria (variazioni percentuali annue e indici 2000=100, prezzi concatenati, anno di riferimento 2005) (variazioni percentuali) (2000=100) 6,0 112,0 4,0 110,0 2,0 108,0 0,0 106,0-2,0 104,0-4,0 102,0-6,0 100,0-8,0 98,0-10, , Umbria Centro-Nord Italia Umbria Centro-Nord Italia Fonte: elaborazioni su dati Istat 92

101 Umbria Il Pil pro capite a valori correnti dell Umbria era pari nel 2011 al 92,3 per cento del Pil pro capite italiano e al 79,2 per cento di quello dell area I consumi finali delle famiglie reali nel 2011 hanno subito una diminuzione (-0,8 per cento), in controtendenza rispetto all aumento, seppure modesto, osservato nel Centro-Nord e nel Paese (rispettivamente 0,4 e 0,2 per cento). La tendenza negativa dei consumi è iniziata nel 2008, la perdita media annua registrata fino al 2011 è stata pari all 1,4 per cento. Gli investimenti fissi lordi, a valori concatenati, in Umbria hanno segnato un incremento del 10,1 per cento nel 2010, dopo la forte caduta registrata nell anno precedente, superiore alla crescita registrata in Italia (2,1 per cento) e nella ripartizione (2,3 per cento). Dal lato dell offerta, la distribuzione del valore aggiunto a livello settoriale nel 2011 segnala il contributo maggiore da parte del settore dei servizi (73,3 contro 71,7 del Centro-Nord e 73,2 per cento dell Italia), seguito dall industria in senso stretto (17,8 contro 21,4 del Centro-Nord e 19,4 per cento dell Italia), dalle costruzioni (6,5 contro 5,3 del Centro-Nord e 5,4 per cento dell Italia) e dall agricoltura 2,3 (contro 1,7 nel Centro-Nord e 2,2 per cento in Italia). Tutti i settori, rispetto al 2010, hanno subito una diminuzione del valore aggiunto ad eccezione dei servizi. In particolare l industria in senso stretto (-0,7 per cento), in misura maggiore le costruzioni (-5,9 per cento). Il valore aggiunto dell agricoltura è diminuito del 2,5 per cento. L incremento per il settore dei servizi è stato dell 1,5 per cento. Nel 2011 la dinamica della produttività (valore aggiunto per unità di lavoro) è stata positiva, anche se modesta, in tutti i settori, ad eccezione delle costruzioni (-0,1 per cento). Nel complesso la produttività totale dell Umbria è aumentata dello 0,7 per cento, leggermente superiore allo 0,5 per cento registrato in Italia e nel Centro-Nord. Mercato del lavoro e imprese Nel 2012, la dinamica degli occupati è stata negativa (-1,4 per cento rispetto al 2011) la flessione è risultata superiore sia rispetto alla media nazionale (-0,3 per cento) sia dell area Centrosettentrionale (-0,2 per cento). Il numero di disoccupati è aumentato notevolmente (52,8 per cento) sia rispetto all incremento registrato a livello nazionale (30,2 per cento) sia rispetto a quello del Centro-Nord (29,5 per cento). Figura 4. Tasso di occupazione in Umbria (livello percentuale, periodo ) Umbria Italia Fonte: elaborazioni su dati Istat 93

102 Umbria Quanto alla struttura del mercato del lavoro, l Umbria è caratterizzata nel 2012 da un tasso di occupazione della popolazione in età anni (61,5 per cento) superiore alla media nazionale, ma inferiore a quella del Centro Nord e da un tasso di disoccupazione pari al 9,8 per cento inferiore a quello italiano, ma lievemente superiore a quello dell area (cfr. Tavola 1). Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) segna nel 2012 segna un ulteriore peggioramento rispetto all anno precedente e si attesta al 35,9 per cento (contro il 29,3 del Centro Nord e il 35,3 dell Italia). I NEET di anni (= giovani che non studiano e non lavorano) costituiscono nel 2011 il 15,8 per cento della corrispondente classe di popolazione, dato migliore di quello medio centrosettentrionale (16,4 per cento) e della media italiana (22,7 per cento). La percentuale di lavoro irregolare nella Regione pari all 11,4 per cento del totale di unità di lavoro è inferiore al 12,2 per cento della media italiana mentre è superiore al 9,3 per cento riscontrato nel Centro-Nord. In particolare i dati disponibili relativi alla Cassa integrazione guadagni per il 2012 hanno mostrato per le ore autorizzate un incremento rispetto all anno precedente, pari al 46,7 per cento, che ha riguardato tutte le componenti in particolare quella ordinaria. La crescita è superiore a quella registrata a livello nazionale (12,1 per cento) e nell intera area (12 per cento). Gli occupati nei sistemi locali del lavoro (SLL 7 ) erano maggiormente presenti nel 2010 nelle aree di Perugia, Terni e Foligno. Figura 5. Cartogramma occupazione Fonte: elaborazioni su dati Istat Le imprese attive (fonte Istat, Archivio ASIA-Imprese) erano nel 2010 circa 70 mila (pari al 2,2 per cento delle imprese attive del Centro-Nord e all 1,6 per cento di quelle italiane); la densità imprenditoriale 8 era pari al 77,4 per cento, inferiore alla media del Centro-Nord (81,3), ma superiore a quella italiana (73,8). Per quanto riguarda le Unità Locali, i dati dell archivio ASIA-UL dell Istat mostrano per l anno 2010 un numero di addetti di poco superiore a 260 mila (pari al 2 per cento della ripartizione Centro-Nord e all 1,5 per cento su base nazionale), di cui poco più di 65 mila nel solo manifatturiero, pari al 2 per cento dell intero Centro-Nord e all 1,6 della media italiana. La 94

103 Umbria dimensione media è pari a 3,4 addetti, lievemente inferiore alla media della ripartizione e italiana (rispettivamente 3,8 e 3,6). In base ai dati Infocamere (non direttamente confrontabili con i dati Asia-Istat, ma più aggiornati sugli andamenti recenti), il tasso di crescita delle imprese 9 nel 2012 a livello nazionale è tornato a ridursi (+0,31 per cento), rispetto al 2011 (+0,82) e al 2010 (+1,19), la Regione al riguardo presenta valori leggermente più bassi (0,21 nel 2012 e 0,17 nel 2011). Il livello di innovazione imprenditoriale, se si considera il grado di utilizzo di Internet nelle imprese 10, nel 2011 in Umbria era pari al 29,9 per cento, significativamente meno elevato rispetto alla media italiana e a quella centro-settentrionale (rispettivamente 35,5 e 37,6). Apertura verso l estero Le esportazioni di beni dell Umbria nel 2012, pari a milioni di euro, costituiscono l 1 per cento del flusso complessivo dell export italiano e l 1,1 per cento di quello del Centro-Nord; il loro andamento è stato positivo, pari al 7,6 per cento rispetto all anno precedente, superiore al 3,7 per cento segnato a livello nazionale e al 3,2 per cento del Centro-Nord. Nel periodo le vendite all estero della regione hanno registrato un incremento medio annuo (4,4 per cento) superiore alla crescita del Centro-Nord (3,2 per cento) e dell Italia (3,4 per cento). I comparti merceologici a più elevata specializzazione dell export della regione sono stati nel 2012: i metalli e i prodotti in metallo che rappresentano il 36,6 per cento dell export totale della regione e i macchinari e gli apparecchi meccanici con il 15,4 per cento sul totale, una quota non trascurabile appartiene anche al settore del tessile e dell abbigliamento e dei prodotti alimentari. Le destinazioni geografiche prevalenti delle esportazioni umbre sono state: Germania, Francia e Stati Uniti e Messico. Il mercato prevalente rimane quello interno alla UE27, il 52,5 per cento delle esportazioni è destinato ai Paesi di quest area, che, tuttavia, rispetto al 2011 hanno segnato una flessione del 3,7 per cento contrariamente all incremento del 22,3 per cento riscontrato verso i mercati extra UE, che ricevono il 47,5 delle merci provenienti dalla regione. Relativamente ai mercati emergenti, in particolare ai BRIC, la regione ha esportato, nel 2012, il 5,2 per cento delle proprie merci verso questi paesi, in particolare verso la Russia e la Cina, i rapporti commerciali con il Brasile e l India sono ancora molto modesti. Rispetto al 2011, la dinamica è risultata positiva e pari al 5,1 per cento. La capacità di esportare (esportazioni su Pil) si attesta nel 2011 al 16,4 per cento, inferiore alla media nazionale e centro-settentrionale (rispettivamente 23,8 e 27,2 per cento). L attrattività turistica della regione è piuttosto scarsa: il peso delle presenze complessive sul totale nazionale nel 2011 era pari all 1,6 per cento (1,2 per cento per gli stranieri), anche se rispetto al 2010 hanno registrato un incremento del 7,3 per cento. Nel periodo le presenze sono aumentate lievemente (0,8 per cento medio annuo), incremento inferiore rispetto alla dinamica registrata dall area centro-settentrionale e da quella nazionale (1,2 per cento rispettivamente). La capacità ricettiva degli esercizi, pari a un totale di oltre 88 mila posti letto, se misurata in rapporto al numero di abitanti (98,9) è superiore alla media nazionale (79 posti letto ogni mille abitanti) ma inferiore a quella del Centro-Nord (101,6). 95

104 Umbria Le performance regionali economiche e sociali assumono maggior risalto nel confronto con il contesto nazionale e internazionale, in relazione ai target individuati nei documenti programmatici e strategici quali il Quadro Strategico Nazionale (di seguito QSN 11 ) e la nuova agenda Europa Indicatori del contesto sociale e obiettivi di servizio Con riferimento al contesto sociale, la percentuale di popolazione umbra che vive in famiglie al di sotto della soglia di povertà nel 2011 era pari all 11,6 per cento, in forte aumento rispetto al 2010, superiore alla media centro-settentrionale (6,5 per cento) mentre risulta inferiore alla media italiana (13,6 per cento). Se si considera il capitale umano, nel 2011 l Umbria mostra risultati molto buoni rispetto alla media italiana e ripartizionale sia in termini di giovani che abbandonano prematuramente gli studi 12 (11,6 per cento in Umbria, contro 18,2 per cento in Italia e 16 per cento nel Centro-Nord), sia in termini di adulti che partecipano all'apprendimento permanente 13 (nel per cento, contro 5,7 in Italia e 6 nel Centro-Nord). Per quanto riguarda la sicurezza e, in particolare, la percezione delle famiglie del rischio di criminalità nella zona in cui vivono nel 2012, l indice è stato pari a 32,7 per cento, le famiglie si sentono quindi meno sicure rispetto a quanto registrato in media nel Centro-Nord e nel Paese (rispettivamente 27 e 26,3 per cento). Tra gli obiettivi di servizio di natura sociale presenta livelli elevati la presa in carico dell'utenza per il servizio di asilo nido 14 con un valore superiore nel 2010 alla media nazionale e a quella ripartizionale (27,6 per cento contro 13,9 in Italia e 18,4 per cento nel Centro-Nord). Se si considera la presa in carico degli anziani per il servizio di assistenza domiciliare integrata 15 nel 2011 l Umbria presenta risultati migliori anche rispetto all area centro-settentrionale (7,2 per cento in Umbria, contro 4,7 nel Centro-Nord e 4,1 per cento in Italia). Gli indicatori relativi all ambiente mostrano risultati regionali poco soddisfacenti per la raccolta differenziata dei rifiuti urbani 16 che nel 2010 era pari al 31,9 per cento sul totale dei rifiuti urbani, inferiori alla media centro-settentrionale (41,8 per cento) e nazionale (35,3 per cento). Anche rispetto ai servizi idrici, l Umbria non presenta ottimi risultati come evidenzia la percentuale di utilizzo delle risorse idriche per il consumo umano 17, che nel 2008 era pari al 67,8 per cento (contro il 71,9 del Centro-Nord e il 67,9 dell Italia). Infine i servizi energetici e in particolare le interruzioni del servizio elettrico 18, in Umbria mostrano nel 2010 valori sostanzialmente in linea con il Centro-Nord (1,5 interruzioni per utente contro 1,6) e migliori rispetto alla media italiana (2,2). Target UE2020 Oltre agli obiettivi nazionali individuati nel QSN e in parte già descritti sopra, nel confronto internazionale si considerano anche i target della Strategia Europa Europa 2020, che è la rivisitazione della Strategia di Lisbona, detta le linee e gli obiettivi da conseguire entro il 2020 affinché l Unione possa uscire dal declino degli ultimi anni. Gli obiettivi della Strategia tradotti in obiettivi nazionali 20 vengono misurati attraverso un set di indicatori condivisi (cfr. tabella 1). Nell ambito dell istruzione l indicatore è lo stesso inserito nel Qsn (vedi sezione precedente) e mostra come gli abbandoni, nonostante non siano diminuiti molto nel tempo, siano molto bassi comunque inferiori rispetto alla media italiana e dell area e già ampiamenti nel rispetto dell obiettivo nazionale. I laureati tra anni rappresentano il 25,5 per cento, in aumento rispetto al 2005 e superiori alla media italiana e dell area e vicini al 96

105 Umbria raggiungimento del target. Il tasso di occupazione in età anni è invece superiore alla media nazionale ma inferiore alla media dell area e alla media Ue, comunque in aumento rispetto al La spesa totale in R&S risulta molto contenuta, raggiungendo appena lo 0,9 per cento del Pil. La popolazione a rischio di povertà (persone) è in aumento tra il 2005 e il 2009, in linea con quanto si registra sia a livello europeo sia a livello nazionale. Tabella 1. Posizione dell Umbria rispetto ai benchmark di Europa 2020 Indicatore 2003* Ultimo valore disponibile Umbria Centro-Nord Italia UE(27) Umbria Centro-Nord Italia UE(27) Obiettivi NAZIONALI "UE2020" Obiettivi UE2020 Giovani che lasciano prematuramente la scuola** (2004*, 2011) Laureati tra anni*** (2004, 2011) 13,3 19,3 22,9 16,1 11,6 16,0 18,2 13, ,7 17,1 15,6 27,9 25,5 22,4 20,3 34, Tasso di occupazione in età anni (2011) 64,8 67,3 61, ,6 68,2 61,2 68, Spesa totale per R&S (2010) 0,9 1,2 1,11 1,86 0,9 1,4 1,26 2,01 1,53 3 Popolazione a rischio povertà (2005,2011)****, migliaia 163, , riduzione di riduzione 20 milioni * Per tutti gli indicatori considerati viene indicato tra parentesi: l'annualità iniziale quando diversa dal 2003 e l'anno per l'ultimo valore disponibile. ** In ambito comunitario l'indicatore dei giovani che lasciano prematuramente la scuola corrisponde all'indicatore "Early leavers from education and training". ***Per i laureati tra anni il corrispondente calcolato da Eurostat è "population aged having completed tertiary education". **** Dati Eurostat, i valori assoluti per l'italia e l'ue27 sono quelli pubblicati mentre i valori regionali sono stati stimati attarverso i dati percentuali del rischio di povertà e la popolazione al 1 gennaio. Fonte: Istat e Eurostat 97

106 Umbria Tavola 1. Principali indicatori economici dell Umbria Indicatori strutturali Umbria Centro-Nord Italia Popolazione totale residente ( in migliaia ) al 9 ottobre Superficie ( kmq in migliaia ) 8,5 178,2 301,3 Densità demografica ( abitanti per kmq ), ,0 192,2 197,3 PIL per abitante (a prezzi correnti, euro ), PIL per abitante (a prezzi concatenati, euro ), PIL per abitante (valori concatenati, variazione percentuale media ), 2011/2010-0,6 0,0 0,0 Consumi delle famiglie per abitante (valori concatenati, euro ), Consumi delle famiglie per abitante (val. concatenati, var. perc. media), 2011/2010-1,3-0,3-0,2 PIL (valori concatenati, milioni di euro ), PIL (valori concatenati, variazione percentuale ), 2011/2010-0,1 0,6 0,4 Importazioni nette 1 /PIL (valori correnti, percentuale), ,0-3,4 2,8 Investimenti fissi lordi/pil (valori correnti, percentuale), ,9 17,4 17,7 Produttività 2 (valori concatenato, variazione percentuale), 2011/2010 0,7 0,5 0,5 Valore Aggiunto Industria (valori concatenato, percentuale su VA totale), ,3 26,6 24,7 Occupati (in migliaia), percentuale sul totale nazionale 1,6 73,0 100,0 Variazione (valori percentuali), 2012/2011-1,4-0,2-0,3 In cerca di occupazione (in migliaia), percentuale sul totale nazionale 1,4 53,3 100,0 Variazione (valori percentuali), 2012/ ,8 29,5 30,2 Forze di lavoro (in migliaia), percentuale sul totale nazionale 1,6 70,9 100,0 Variazione (valori percentuali), 2012/2011 2,1 1,7 2,3 Tasso di occupazione anni, ,5 63,8 56,8 maschile 70,0 72,1 66,5 femminile 53,3 55,6 47,1 Tasso di attività anni, ,3 69,5 63,7 maschile 76,5 77,7 73,9 femminile 60,3 61,3 53,5 Tasso di disoccupazione, ,8 8,0 10,7 maschile 8,4 7,1 9,9 femminile 11,6 9,3 11,9 Imprese attive (valori assoluti) Densità imprenditoriale (imprese per 1000 abitanti) ,4 81,3 73,8 Dimensione media delle imprese (addetti / imprese) ,5 4,2 3,8 Addetti totali alle unità locali delle imprese (valori in migliaia) Addetti al manifatturiero nelle unità locali (valori in migliaia) , Dimensione media delle unità locali (addetti / unità locali) ,4 3,8 3,6 Turismo presenze complessive (valori in migliaia), percentuale sul totale nazionale 1,6 80,1 100,0 Turismo presenze straniere (valori in migliaia), percentuale sul totale nazionale 1,2 86,6 100,0 Esportazioni di beni (valori a prezzi correnti, milioni di euro) percentuale sul totale nazionale 1,0 86,9 100,0 1 Le importazioni nette sono definite come il saldo tra importazioni ed esportazioni e comprendono lo scambio di beni e servizi con l estero e con le altre regioni. Il valore negativo indica che il volume delle esportazioni supera quello delle importazioni, se il valore è invece positivo significa che le importazioni sono maggiori delle esportazioni. 2 Calcolata come il rapporto tra il Pil a valori concatenati e le unità di lavoro totali. Fonte: Istat- Popolazione residente, censimento 2011 Conti economici territoriali; Rilevazione continua sulle forze di lavoro; Archivio Asia- Imprese; Archivio Asia-Unità locali; Rilevazione sul movimento dei clienti negli esercizi ricettivi; Indagine sul commercio estero 98

107 Umbria Tavola 2. Alcuni indicatori di contesto dell Umbria Istruzione e formazione Indicatore (Anno inizio serie; ultimo anno disponibile) - Capacità di esportare (valore delle esportazioni di merci in percentuale del Pil) (2000; 2011) 13,6 25,4 21,7 16,4 27,2 23,8 1 L'indicatore è anche un obiettivo di servizio. 2 L'indicatore è anche un target della Strategia Europa I dati del 2010 non sono confrontabili con quelli del 2003 perché la classificazione ATECO di riferimento è diversa nei due anni. 4 Il valore del tasso di mortalità per il 2010 è stimato. 5 I dati del 2011 si riferiscono solo alle regioni del Mezzogiorno; l'ultimo anno disponibile per l'italia è il 2010 Umbria Centro- Nord Anno: inizio serie Fonte: DPS-ISTAT Banca dati indicatori regionali per le politiche di sviluppo - ultimo aggiornamento marzo 2013 Italia Umbria Centro- Nord Anno: ultimo disponibile - Percentuale della popolazione anni, con al più la licenza media, che abbandona 13,2 19,3 22,9 11,6 16,0 18,2 prematuramente gli studi (2004; 2011) 1 - Laureati in matematica, scienze e tecnologia (per abitanti) (2000; 2009) 6,6 6,9 5,7 11,0 14,9 12,2 - Percentuale della popolazione anni che frequenta un corso di studio o di formazione professionale (2000; 2011) Ricerca e innovazione Italia 5,7 5,9 5,5 7,0 6,0 5,7 - Capacità innovativa: percentuale di spesa pubblica e privata in R&S sul Pil (2000; 2010) 2 0,9 1,1 1,0 0,9 1,4 1,3 - Addetti alla R&S (per abitanti) (2002; 2010) 2,7 3,6 2,9 2,9 4,8 3,7 - Percentuale di imprese (con più di dieci addetti) dei settori industria e servizi che 21,5 32,5 31,2 86,6 89,0 88,3 dispongono di collegamento a banda larga (2003; 2011) 3 - Percentuale di addetti delle imprese (con più di 10 addetti) dei settori industria e servizi che utilizzano computer connessi a Internet (2003; 2011) 3 18,3 25,5 24,2 29,9 37,6 35,5 Ambiente ed energia - Percentuale di famiglie che denunciano irregolarità nell'erogazione dell'acqua (2000; 2010) 7,7 8,3 15,0 6,1 7,1 10,8 - Lunghezza delle coste non balneabili per inquinamento sulla lunghezza totale delle coste (percentuale) (2000; 2009)... 4,0 5,5... 4,3 6,2 - Popolazione dei comuni con il servizio di rete fognaria con depurazione completa dei reflui convogliati sul totale della popolazione residente (percentuale) (1999; 2008) 46,7 46,8 47,3 10,8 49,3 49,8 - Percentuale di rifiuti solidi urbani oggetto diraccolta differenziata sul totale dei rifiuti solidi 6,9 20,3 14,4 31,9 41,8 35,3 urbani (2000; 2010) 1 - Frequenza delle interruzioni accidentali lunghe del servizio elettrico (numero medio per utente) (2000; 2010) 2,8 2,8 3,6 1,5 1,6 2,2 - Energia prodotta da fonti rinnovabili (eolica, fotovoltaica, geotermoelettrica) su produzione totale (percentuale) (2000; 2010) 49,1 24,9 19,1 56,6 30,4 25,9 Condizioni sociali - Percentuale di famiglie che avvertono molto o abbastanza disagio al rischio di criminalità 32,6 31,5 30,6 32,7 27,0 26,3 nella zona in cui vivono (2000; 2012) - Percentuale di popolazione che vive in famiglie al di sotto della soglia di povertà (2002; 7,0 6,1 12,4 11,6 6,5 13,6 2011) - Percentuale dibambini tra 0-3 anni che hanno usufruito dei servizi per l'infanzia (2004; 2010) 13,6 15,5 11,2 27,6 18,4 13,9 1 - Percentuale di anziani (65 anni e oltre) trattati in assistenza domiciliare integrata (ADI) 1,5 2,4 1,9 7,2 4,7 4,1 (2001; 2011) 1 Risorse culturali e turismo - Numero divisitatori diistituti statali diantichità e d'arte per istituto (valori in migliaia) (2000; 2011) 30,4 86,7 79,4 21,5 114,4 94,7 - Biglietti venduti per attività teatrali e musicali (per 100 abitanti) (2000;2010) 60,6 63,5 50,9 52,7 67,9 56,3 - Giornate di presenza (italiani e stranieri) nel complesso degli esercizi ricettivi per abitante (2000; 2010) Trasporti e mobilità - Percentuale di utenti di mezzi pubblici sul totale delle persone che si sono spostate per motivi di lavoro e hanno usato mezzi di trasporto (2000; 2011) 6,7 7,5 6,0 6,2 7,6 6,2 14,4 19,3 19,7 15,0 19,3 19,3 - Tonnellate di merci in ingresso ed in uscita per ferrovia sul totale delle modalità (2000; 2010) 5,2 2,4 2,3 1,9 1,1 1,0 - Tonnellate di merci in ingresso ed in uscita per ferrovia per 100 abitanti (2000; 2010) 130,9 67,5 51,0 67,8 36,5 27,4 - Tonnellate di merci in ingresso ed in uscita su strada per abitante (2000; 2010) 23,9 26,7 20,6 35,6 30,8 24,6 - Passeggeri sbarcati e imbarcati per via aerea (per 100 abitanti) (2000; 2010) 5,9 198,0 158,0 11,9 268,5 229,6 Sistemi produttivi - Tasso netto di turnover delle imprese (differenza tra il tasso di natalità e di mortalità delle 0,7 0,7 0,8-1,6-1,4-1,1 imprese) (2000; 2010) 4 - Percentuale di unità di lavoro irregolari sul totale delle unità di lavoro (2001; 2011) 14,7 10,9 13,8 11,6 9,3 12,2 - Indice di intensità creditizia: impieghi bancari (consistenza media annua) in percentuale del Pil (a prezzi correnti) (2000; 2009) Sistemi urbani - Linee urbane di trasporto pubblico locale nei comuni capoluogo di provincia per 100 Kmq di superficie comunale (2000; 2010) - Emigrazione ospedaliera in altra regione per ricoveri ordinari acuti sul totale delle persone ospedalizzate residenti nella regione (2000; 2010) Apertura internazionale 41,9 48,1 42,9 61,1 70,1 62,0 164,6 134,5 115,2 163,2 144,6 125,3 10,1 5,0 6,9 10,3 4,9 6,4 - Investimenti diretti netti dall'estero in Italia sul Pil (2008; 2011) -2,2-0,1-0,5-3,8 2,1 1,6 99

108 popolazione (in migliaia) Marche Marche Aspetti demografici Tendenze economiche e sociali Al 9 ottobre 2011 la popolazione residente nelle Marche, costituita dalle persone che vi hanno dimora abituale, era pari a individui, dei quali il 51,6 per cento femmine e il 48,4 per cento maschi. La popolazione 1 nelle Marche, in continua crescita dal 1980, ma con aumenti più consistenti dal 2002, copre nel 2011 una quota pari al 2,6 per cento sul totale Italia e al 3,9 per cento sul Centro-Nord. Nel 2011 il tasso naturale 2 è risultato negativo (-1,63 per mille abitanti nelle Marche; -0,77 in Italia e -1,2 per mille registrato nel Centro). Il tasso migratorio interno 3 registrato nelle Marche nel 2011 è stato pari allo 0,5 per mille (nel Centro è pari all 1,1 per mille abitanti); quello estero 4 è stato pari al 4,91 per mille, superiore alla media nazionale (5 per mille), ma inferiore a quanto si registra per il Centro Italia (6,6 per mille). Sulla base dei risultati censuari nell arco dell ultimo decennio la popolazione straniera, abitualmente dimorante nelle Marche, è aumentata in maniera significativa, passando da del 2001 (con un incidenza del 34,2 per mille sulla popolazione straniera totale in Italia) a unità nel 2011 (con un incidenza del 79,9 per mille sulla popolazione straniera totale in Italia). L incidenza degli stranieri sul totale della popolazione residente passa da 31,1 nel 2001 al 208,8 stranieri per mille censiti nel Il tasso di fecondità, nello stesso anno, è stato dell 1,39 figli per donna, in linea con la media italiana Figura 1. Popolazione residente ed evoluzione demografica nelle Marche Popolazione residente Contributi dei saldi demografici (livelli e quote, periodo ) (saldi su popolazione, periodo ) 2,8 2,6 2,4 2,2 2,0 quota su Italia 16,0 14,0 12,0 10,0 8,0 6,0 4,0 2,0 0,0-2,0-4,0 livello quota su Italia tasso naturale tasso migratorio interno tasso migratorio estero Fonte: Istat. Popolazione residente a metà anno e Bilanci annuali. Per i tassi del 2011: Istat, Noi Italia

109 classi di età classi di età Marche La piramide delle età mostra nel 2011 un rigonfiamento soprattutto nelle classi centrali rispetto alla struttura del La quota dei maschi nel 2011 è uguale o leggermente superiore a quello delle femmine fino ai 49 anni; dai 50 anni è invece sempre la quota femminile a prevalere. Nel complesso il tasso di dipendenza 5 delle Marche nel 2011 è pari al 55,7 per cento, mentre l indice di vecchiaia 6 è pari a 168,7. Figura 2. Piramide delle età anni 1992 e 2011 per classi di popolazione residente nelle Marche* (popolazione al 1 gennaio in migliaia per classi di età, livelli e quote sul totale) 95 e oltre ,0 0,1 0,4 1,0 1,7 3,1 2,9 1,9 3,3 3,1 3,4 3,0 3,9 3,63,3 3,7 3,3 2,7 2,3 2,1 0,1 0,3 0,8 * le etichette rappresentano le quote sul totale della popolazione regionale Fonte: elaborazioni su dati Istat 1,7 2,3 2,3 2,0 2,22,6 3,3 3,4 3,3 3,0 3,4 3,4 3,3 3,5 3,2 3,53, popolazione in migliaia FEMMINE 1992 MASCHI 95 e oltre ,8 3,33,0 4,0 3,9 3,5 1,5 2,0 2,5 2,9 2,5 2,8 2,5 2,4 2,3 2,3 2,3 0,8 0,20, ,2 0,5 1,6 2,3 2,6 2,7 3,0 2,2 2,42,8 2,1 2,1 2,2 3,1 3,2 3,4 3,8 3,5 3,8 3, popolazione in migliaia FEMMINE MASCHI Formazione e impiego delle risorse Il Pil reale della regione nel 2011 rappresentava il 2,6 per cento del prodotto interno lordo italiano e il 3,4 per cento di quello del Centro-Nord. Nel 2011 il Pil della regione è aumentato (0,6 per cento), il linea con il Centro-Nord e di poco superiore alla media italiana (0,4 per cento). Nell ultimo decennio , il Pil della regione è aumentato dello 0,5, così come nel Centro-Nord (a livello nazionale la crescita media annua è dello 0,4 per cento). Figura 3. L andamento del PIL della regione Marche (variazioni percentuali annue e indici 2000=100, prezzi concatenati, anno di riferimento 2005) (variazioni percentuali) (2000=100) 6,0 114,0 4,0 112,0 2,0 110,0 0,0-2,0 108,0 106,0 104,0-4,0 102,0-6,0 100,0-8, , Marche Centro-Nord Italia Marche Centro-Nord Italia Fonte: elaborazioni su dati Istat 101

110 Marche Il Pil pro capite a valori correnti nelle Marche era pari nel 2011 al 101,6 per cento del Pil pro capite italiano e all 87,1 per cento di quello dell area. I consumi finali delle famiglie in termini reali nel 2011 sono aumentati (1 per cento), in misura superiore a quella del Centro-Nord e della media italiana (rispettivamente 0,4 e 0,2 per cento). Gli investimenti fissi lordi a valori concatenati nella regione hanno registrato un incremento del 3,3 per cento, a fronte di una crescita più contenuta in Italia e nel Centro-Nord (2,1 e 2,3 per cento rispettivamente). Dal lato dell offerta, la distribuzione del valore aggiunto a livello settoriale nel 2011 segnala il contributo maggiore da parte del settore dei servizi (69,4 contro 71,7 del Centro-Nord e 73,2 per cento dell Italia), seguito dall industria in senso stretto (23,9 contro 21,4 del Centro-Nord e 19,4 per cento dell Italia), dalle costruzioni (5,1 contro 5,3 del Centro-Nord e 5,4 per cento dell Italia) e dall agricoltura (1,6 contro 1,7 nel Centro-Nord e 2,2 per cento in Italia). Il valore aggiunto della regione, rispetto al 2010, è aumentato dello 0,9 per cento, di poco superiore alla crescita ripartizionale e nazionale (0,8 e 0,6 per cento rispettivamente), grazie al settore dei servizi che è aumentato del 4,3 per cento. Di contro, gli altri settori evidenziano una contrazione del valore aggiunto, principalmente nelle costruzioni (-7,6 per cento), a seguire l industria in senso stretto (-6,1 per cento) e l agricoltura (-1,7 per cento). Il settore maggiormente produttivo è quello dei servizi, e nel 2011 la dinamica della produttività (valore aggiunto per unità di lavoro) risulta positiva in tutti i settori ad eccezione di quello delle costruzioni (-0,4 per cento). Nel complesso la produttività totale della regione ha registrato un aumento dell 1,7 per cento, superiore alla media dell Italia e del Centro-Nord (0,5 per cento). Mercato del lavoro e imprese Nel 2012, la dinamica degli occupati è stata lievemente positiva (0,3 per cento rispetto al 2011), tuttavia migliore rispetto alla media nazionale e dell area Centro-settentrionale, entrambe in diminuzione (-0,3 per cento e -0,2 per cento rispettivamente). Il numero di disoccupati ha registrato un significativo incremento, pari al 39,7 per cento, con intensità più forte rispetto alla media nazionale e ripartizionale (30,2 e 29,5 per cento rispettivamente). Figura 4. Tasso di occupazione nelle Marche (livello percentuale, periodo ) 70,0 68,0 66,0 64,0 62,0 60,0 58,0 56,0 54,0 52,0 50,0 48,0 46,0 44,0 42,0 40, Marche Italia Fonte: elaborazioni su dati Istat 102

111 Marche Quanto alla struttura del mercato del lavoro, la regione è caratterizzata nel 2012 da un tasso di occupazione della popolazione in età anni (62,6 per cento) superiore alla media nazionale, ma inferiore a quella del Centro-Nord e da un tasso di disoccupazione pari al 9,1 per cento inferiore a quello italiano, ma superiore a quello dell area centro-settentrionale (cfr. Tav. 1). Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) nel 2012 è in peggioramento rispetto all anno precedente e raggiunge il 28,6 per cento (contro il 29,3 del Centro-Nord e il 35,3 dell Italia). I NEET di anni (giovani che non studiano e non lavorano) costituiscono nel 2011 il 15,6 per cento della corrispondente classe di popolazione, contro il 16,4 per cento del Centro-Nord e il 22,7 per cento in Italia. La percentuale di lavoro irregolare nella Regione è pari al 9,5 per cento del totale di unità di lavoro nel 2011, di poco superiore alla media del Centro-Nord (9,3 per cento), ma inferiore a quella italiana (12,2 per cento). I dati del 2012 relativi alla Cassa integrazione guadagni hanno mostrato per le ore autorizzate un aumento, rispetto all anno precedente, pari al 38,2 per cento. Tutte le componenti hanno registrato un incremento delle ore, principalmente la parte ordinaria (76,6 per cento), a seguire quella straordinaria (41,1 per cento) e in deroga (19,9 per cento). Gli occupati nei sistemi locali del lavoro (SLL 7 ) al 2010 erano maggiormente presenti nelle aree di Pesaro, Fermo e nelle zone costiere. Figura 5. Cartogramma occupazione Fonte: elaborazioni su dati Istat Riguardo al tessuto produttivo le imprese attive (fonte Istat, Archivio ASIA-Imprese) nel 2010 erano (4,1 per cento delle imprese attive del Centro-Nord e 2,9 per cento di quelle italiane); la densità imprenditoriale 8 era pari all 84,1 per cento, superiore sia a quella del Centro- Nord (81,3) sia a quella italiana (73,8). Per quanto riguarda le Unità Locali, i dati dell archivio ASIA-UL dell Istat mostrano per l anno 2010 un numero di addetti di (pari al 3,8 per cento della ripartizione Centro-Nord e 103

112 Marche al 2,9 per cento su base nazionale), di cui quasi 172 mila nel solo manifatturiero, pari al 5,2 per cento dell intero Centro-Nord e al 4,3 rispetto all Italia. La dimensione media degli addetti è 3,6, in linea con la media italiana e di poco inferiore a quella della ripartizione (3,8 per cento). In base ai dati Infocamere (non direttamente confrontabili con i dati Asia-Istat, ma più aggiornati sugli andamenti recenti), il tasso di crescita delle imprese 9 nel 2012 a livello nazionale è tornato a ridursi (0,31 per cento), rispetto al 2011 (0,82) e al 2010 (1,19). La regione al riguardo presenta valori più bassi (-0,35 nel 2012 e 0,24 nel 2011). Il livello di innovazione imprenditoriale, se si considera il grado di utilizzo di Internet nelle imprese 10, nel 2011 nelle Marche era pari al 31,8 per cento, meno elevato rispetto alla media italiana e a quella centro-settentrionale (rispettivamente 35,5 e 37,6). Apertura verso l estero Le esportazioni di beni delle Marche costituivano nel 2012 il 2,6 per cento del flusso complessivo dell export italiano e il 3 per cento di quello del Centro-Nord. Nel periodo le vendite all estero della regione hanno registrato un incremento medio annuo del 2,7 per cento, inferiore alla crescita del Centro-Nord e dell Italia (3,2 e 3,4 per cento rispettivamente), nonostante nel solo 2012 la regione abbia segnato una ripresa dell export (6 per cento) più elevata di quella registrata nel Centro-Nord e in Italia (3,2 e 3,7 per cento rispettivamente). I comparti merceologici a più elevata specializzazione all export della regione sono stati nel 2012 quelli riguardanti i prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori. Le destinazioni geografiche prevalenti delle esportazioni marchigiane sono state: Francia e Germania e oltre il 57 per cento delle esportazioni è destinato ai Paesi della Unione europea a 27. Relativamente ai mercati emergenti, in particolare ai BRIC, la regione esporta l 11 per cento delle merci in questi paesi; in particolare il 7,3 per cento sono dirette verso la Federazione Russa. La capacità di esportare (esportazioni su PIL) si attesta nel 2011 al 23,5 per cento, inferiore alla media nazionale e del Centro-Nord (23,8 e 27,2 per cento rispettivamente) L attrattività turistica della regione è piuttosto insufficiente: il peso delle presenze complessive sul totale nazionale nel 2011 era pari al 2,8 per cento (1 per cento per gli stranieri), inoltre nel periodo le presenze sono diminuite dell 1,1 per cento medio annuo, contro un aumento registrato nell area centro-settentrionale e nazionale (1,2 per cento). La capacità ricettiva degli esercizi, pari a un totale di posti letto, se misurata in rapporto al numero di abitanti, è di gran lunga superiore alla media del Centro-Nord e a quella nazionale (125,2 posti letto ogni mille abitanti contro 101,6 nel Centro-Nord e 79 in Italia). Le performance regionali economiche e sociali assumono maggior risalto nel confronto con il contesto nazionale e internazionale, in relazione ai target individuati nei documenti programmatici e strategici quali il Quadro Strategico nazionale (di seguito QSN 11 ) e la nuova agenda Europa

113 Marche Indicatori del contesto sociale e obiettivi di servizio Con riferimento al contesto sociale, la percentuale di popolazione marchigiana che vive in famiglie al di sotto della soglia di povertà nel 2011 era pari al 7,2 per cento, superiore alla media centro-settentrionale (6,5 per cento) ma inferiore a quella italiana (13,6 per cento). Se si considera il capitale umano nel 2011 in termini di giovani che abbandonano prematuramente gli studi 12, la regione mostra risultati migliori rispetto alla media italiana e ripartizionale (13,1 per cento nelle Marche, contro 18,2 in Italia e 16 per cento nel Centro-Nord). In termini di adulti che partecipano all'apprendimento permanente 13 sempre nel 2011 si posizionano, invece, al di sotto della media ripartizionale e nazionale (5 per cento nelle Marche contro 6 nel Centro-Nord e 5,7 in Italia). Per quanto riguarda la sicurezza e, in particolare, la percezione delle famiglie del rischio di criminalità nella zona in cui vivono nel 2012 la regione registra risultati migliori rispetto alla media del Centro-Nord e a quella italiana (19,9 per cento contro 27 e 26,3 per cento rispettivamente). Tra gli obiettivi di servizio di natura sociale, la presa in carico dell'utenza per il servizio di asilo nido 14 presenta nel 2010 un valore (16,9 per cento) superiore alla media nazionale (13,9 per cento), ma inferiore a quella ripartizionale (18,4 per cento). Se si considera la presa in carico degli anziani per il servizio di assistenza domiciliare integrata 15 nel 2011 le Marche presentano, invece, risultati peggiori (3,4 per cento, contro 4,7 nel Centro-Nord e 4,1 per cento in Italia). Gli indicatori relativi all ambiente mostrano nel 2010 risultati regionali per la raccolta differenziata dei rifiuti urbani 16 soddisfacenti rispetto all anno precedente, raggiungendo il 39,2 per cento (contro 35,3 per l Italia e 41,8 per cento nel Centro-Nord). La situazione marchigiana relativa ai servizi idrici, misurata attraverso l indicatore su percentuale di utilizzo delle risorse idriche per il consumo umano 17, mostra nel 2008 dei risultati migliori (74,7 per cento ) rispetto al Centro-Nord (71,9 per cento) e alla media italiana (67,9 per cento). In merito ai servizi energetici e in particolare le interruzioni del servizio elettrico 18 nel 2010, nelle Marche si evidenzia una performance migliore rispetto alla media nazionale, ma peggiore di quella relativa al Centro-Nord (1,8 interruzioni per utente contro 1,6 del Centro-Nord e 2,2 dell Italia). Target UE2020 Oltre agli obiettivi nazionali individuati nel QSN e in parte già descritti sopra, nel confronto internazionale si considerano anche i target della Strategia Europa Europa 2020, che è la rivisitazione della Strategia di Lisbona, detta le linee e gli obiettivi da conseguire entro il 2020 affinché l Unione possa uscire dal declino degli ultimi anni. Gli obiettivi della Strategia tradotti in obiettivi nazionali 20 vengono misurati attraverso un set di indicatori condivisi (cfr. tabella 1). Nell ambito dell istruzione l indicatore è lo stesso inserito nel Qsn (vedi sezione precedente) e mostra come gli abbandoni oltre a risultare in diminuzione, sono inferiori alla media nazionale e poco al di sopra della media europea. I laureati tra anni rappresentano il 23,8 per cento, in aumento rispetto al 2004, superiori alla media italiana e ripartizionale. Il tasso di occupazione in età anni è superiore alla media nazionale, ma inferiore a quello dell area. La spesa pubblica in R&S risulta molto contenuta e pari allo 0,8 per cento, inferiore alla media italiana e dell area. La popolazione a rischio di povertà (persone) risulta in aumento tra il 2005 e il 2011, come nella ripartizione e in Italia. 105

114 Marche Indicatore Tabella 1. Posizione delle Marche rispetto ai benchmark di Europa * Ultimo valore disponibile Marche Centro-Nord Italia UE(27) Marche Centro-Nord Italia UE(27) Obiettivi NAZIONALI "UE2020" Obiettivi UE2020 Giovani che lasciano prematuramente la scuola** (2004*, 2011) Laureati tra anni*** (2004, 2011) 16,7 19,3 22,9 16,1 13,1 16,0 18,2 13, ,3 17,1 15,6 27,9 23,8 22,4 20,3 34, Tasso di occupazione in età anni (2011) 68,0 67,3 61, ,1 68,2 61,2 68, Spesa totale per R&S (2010) 0,7 1,2 1,11 1,86 0,8 1,4 1,26 2,01 1,53 3 Popolazione a rischio povertà (2005,2011)****, migliaia 278, , riduzione di riduzione 20 milioni *Per tutti gli indicatori considerati viene indicato tra parentesi: l annualità iniziale quando diversa dal 2003 e l anno per l ultimo valore disponibile. ** In ambito comunitario l indicatore dei giovani che lasciano prematuramente la scuola corrisponde all indicatore Early leavers from education and training. ***Per i laureati tra anni il corrispondente calcolato da Eurostat è Population aged anni having completed tetiary education. **** Dati Eurostat, i valori assoluti per l'italia e l'ue27 sono quelli pubblicati mentre i valori regionali sono stati stimati attarverso i dati percentuali del rischio di povertà e la popolazione al 1 gennaio. Fonte: Istat e Eurostat 106

115 Marche Tavola 1. Principali Indicatori economici delle Marche Indicatori strutturali Marche Centro-Nord Italia Popolazione totale residente ( in migliaia ) al 9 ottobre Superficie ( kmq in migliaia ) 9,4 178,2 301,3 Densità demografica ( abitanti per kmq ), ,0 192,2 197,3 PIL per abitante (a prezzi correnti, euro ), PIL per abitante (a prezzi concatenati, euro ), PIL per abitante (valori concatenati, variazione percentuale media ), 2011/2010 0,3 0,0 0,0 Consumi delle famiglie per abitante (valori concatenati, euro ), Consumi delle famiglie per abitante (val. concatenati, var. perc. media), 2011/2010 0,6-0,3-0,2 PIL (valori concatenati, milioni di euro ), PIL (valori concatenati, variazione percentuale ), 2011/2010 0,6 0,6 0,4 Importazioni nette 1 /PIL (valori correnti, percentuale), ,0-3,4 2,8 Investimenti fissi lordi/pil (valori correnti, percentuale), ,8 17,4 17,7 Produttività 2 (valori concatenato, variazione percentuale), 2011/2010 1,7 0,5 0,5 Valore Aggiunto Industria (valori concatenato, percentuale su VA totale), ,0 26,6 24,7 Occupati (in migliaia), percentuale sul totale nazionale 2,8 73,0 100,0 Variazione (valori percentuali), 2012/2011 0,3-0,2-0,3 In cerca di occupazione (in migliaia), percentuale sul totale nazionale 2,4 53,3 100,0 Variazione (valori percentuali), 2012/ ,7 29,5 30,2 Forze di lavoro (in migliaia), percentuale sul totale nazionale 2,8 70,9 100,0 Variazione (valori percentuali), 2012/2011 3,0 1,7 2,3 Tasso di occupazione anni, ,6 63,8 56,8 maschile 70,6 72,1 66,5 femminile 54,7 55,6 47,1 Tasso di attività anni, ,1 69,5 63,7 maschile 76,9 77,7 73,9 femminile 61,3 61,3 53,5 Tasso di disoccupazione, ,1 8,0 10,7 maschile 7,9 7,1 9,9 femminile 10,6 9,3 11,9 Imprese attive (valori assoluti) Densità imprenditoriale (imprese per 1000 abitanti) ,1 81,3 73,8 Dimensione media delle imprese (addetti / imprese) ,6 4,2 3,8 Addetti totali alle unità locali delle imprese (valori in migliaia) Addetti al manifatturiero nelle unità locali (valori in migliaia) Dimensione media delle unità locali (addetti / unità locali) ,6 3,8 3,6 Turismo presenze complessive (valori in migliaia), percentuale sul totale nazionale 2,8 80,1 100,0 Turismo presenze straniere (valori in migliaia), percentuale sul totale nazionale 1,0 86,6 100,0 Esportazioni di beni (valori a prezzi correnti, milioni di euro) percentuale sul totale nazionale 2,6 86,9 100,0 1 Le importazioni nette sono definite come il saldo tra importazioni ed esportazioni e comprendono lo scambio di beni e servizi con l estero e con le altre regioni. Il valore negativo indica che il volume delle esportazioni supera quello delle importazioni, se il valore è invece positivo significa che le importazioni sono maggiori delle esportazioni. 2 Calcolata come il rapporto tra il Pil a valori correnti e le unità di lavoro totali. Fonte: Istat- Popolazione censimento 2011 Conti economici territoriali; Rilevazione continua sulle forze di lavoro; Archivio Asia-Imprese; Archivio Asia-Unità locali; Rilevazione sul movimento dei clienti negli esercizi ricettivi; Indagine sul commercio estero 107

116 Marche Tavola 2. Alcuni indicatori di contesto delle Marche Istruzione e formazione Indicatore (Anno inizio serie; ultimo anno disponibile) Marche Centro-Nord Italia Marche Centro-Nord Italia - Capacità di esportare (valore delle esportazioni di merci in percentuale del Pil) (2000; 2011) 24,2 25,4 21,7 23,5 27,2 23,8 1 L'indicatore è anche un obiettivo di servizio. 2 L'indicatore è anche un target della Strategia Europa I dati del 2010 non sono confrontabili con quelli del 2003 perché la classificazione ATECO di riferimento è diversa nei due anni. 4 Il valore del tasso di mortalità per il 2010 è stimato. Fonte: DPS-ISTAT Banca dati indicatori regionali per le politiche di sviluppo - ultimo aggiornamento marzo Anno: inizio serie Anno: ultimo disponibile - Percentuale della popolazione anni, con al più la licenza media, che abbandona 16,7 19,3 22,9 13,1 16,0 18,2 prematuramente gli studi (2004; 2011) 1 - Laureati in matematica, scienze e tecnologia (per abitanti) (2000; 2009) 5,1 6,9 5,7 13,8 14,9 12,2 - Percentuale della popolazione anni che frequenta un corso di studio o di formazione professionale (2000; 2011) Ricerca e innovazione 4,7 5,9 5,5 5,0 6,0 5,7 - Capacità innovativa: percentuale di spesa pubblica e privata in R&S sul Pil (2000; 2010) 2 0,5 1,1 1,0 0,7 1,4 1,3 - Addetti alla R&S (per abitanti) (2002; 2010) 2,0 3,6 2,9 2,9 4,8 3,7 - Percentuale di imprese (con più di dieci addetti) dei settori industria e servizi che 21,8 32,5 31,2 94,1 89,0 88,3 dispongono di collegamento a banda larga (2003; 2011) 3 - Percentuale di addetti delle imprese (con più di 10 addetti) dei settori industria e servizi che utilizzano computer connessi a Internet (2003; 2011) 3 16,5 25,5 24,2 31,8 37,6 35,5 Ambiente ed energia - Percentuale di famiglie che denunciano irregolarità nell'erogazione dell'acqua (2000; 2010) 8,3 8,3 15,0 7,2 7,1 10,8 - Lunghezza delle coste non balneabili per inquinamento sulla lunghezza totale delle coste (percentuale) (2000; 2009) 6,1 4,0 5,5 0,0 4,3 6,2 - Popolazione dei comuni con il servizio di rete fognaria con depurazione completa dei reflui convogliati sul totale della popolazione residente (percentuale) (1999; 2008) 27,1 46,8 47,3 40,1 49,3 49,8 - Percentuale di rifiuti solidi urbani oggetto di raccolta differenziata sul totale dei rifiuti solidi 9,7 20,3 14,4 39,2 41,8 35,3 urbani (2000; 2010) 1 - Frequenza delle interruzioni accidentali lunghe del servizio elettrico (numero medio per utente) (2000; 2010) 2,8 2,8 3,6 1,8 1,6 2,2 - Energia prodotta da fonti rinnovabili (eolica, fotovoltaica, geotermoelettrica) su produzione totale (percentuale) (2000; 2010) 40,6 24,9 19,1 20,6 30,4 25,9 Condizioni sociali - Percentuale di famiglie che avvertono molto o abbastanza disagio al rischio di criminalità nella zona in cui vivono (2000; 2012) - Percentuale di popolazione che vive in famiglie al di sotto della soglia di povertà (2002; 2011) - Percentuale di bambini tra 0-3 anni che hanno usufruito dei servizi per l'infanzia (2004; 2010) 1 17,6 31,5 30,6 19,9 27,0 26,3 5,4 6,1 12,4 7,2 6,5 13,6 17,8 15,5 11,2 16,9 18,4 13,9 - Percentuale di anziani (65 anni e oltre) trattati in assistenza domiciliare integrata (ADI) 4,0 2,4 1,9 3,4 4,7 4,1 (2001; 2011) 1 Risorse culturali e turismo - Numero divisitatori diistituti statali diantichità e d'arte per istituto (valori in migliaia) (2000; 2011) 40,6 86,7 79,4 29,4 114,4 94,7 - Biglietti venduti per attività teatrali e musicali (per 100 abitanti) (2000;2010) 56,8 63,5 50,9 53,7 67,9 56,3 - Giornate di presenza (italiani e stranieri) nel complesso degli esercizi ricettivi per abitante (2000; 2010) Trasporti e mobilità - Percentuale di utenti di mezzi pubblici sul totale delle persone che si sono spostate per motivi di lavoro e hanno usato mezzi di trasporto (2000; 2011) 8,5 7,5 6,0 6,9 7,6 6,2 13,7 19,3 19,7 14,5 19,3 19,3 - Tonnellate di merci in ingresso ed in uscita per ferrovia sul totale delle modalità (2000; 2010) 1,8 2,4 2,3 0,6 1,1 1,0 - Tonnellate di merci in ingresso ed in uscita per ferrovia per 100 abitanti (2000; 2010) 40,8 67,5 51,0 14,1 36,5 27,4 - Tonnellate di merci in ingresso ed in uscita su strada per abitante (2000; 2010) 22,2 26,7 20,6 22,5 30,8 24,6 - Passeggeri sbarcati e imbarcati per via aerea (per 100 abitanti) (2000; 2010) 26,4 198,0 158,0 32,2 268,5 229,6 Sistemi produttivi - Tasso netto di turnover delle imprese (differenza tra il tasso di natalità e di mortalità delle 0,9 0,7 0,8-1,5-1,4-1,1 imprese) (2000; 2010) 4 - Percentuale di unità di lavoro irregolari sul totale delle unità di lavoro (2001; 2011) 11,7 10,9 13,8 9,4 9,3 12,2 - Indice di intensità creditizia: impieghi bancari (consistenza media annua) in percentuale del Pil (a prezzi correnti) (2000; 2009) Sistemi urbani - Linee urbane di trasporto pubblico locale nei comuni capoluogo di provincia per 100 Kmq di superficie comunale (2000; 2010) - Emigrazione ospedaliera in altra regione per ricoveri ordinari acuti sul totale delle persone ospedalizzate residenti nella regione (2000; 2010) Apertura internazionale 41,6 48,1 42,9 65,5 70,1 62,0 140,1 134,5 115,2 153,0 144,6 125,3 7,7 5,0 6,9 7,7 4,9 6,4 - Investimenti diretti netti dall'estero in Italia sul Pil (2008; 2011) 0,0-0,1-0,5-0,1 2,1 1,6

117 popolazione (in migliaia) Lazio Lazio Aspetti demografici Tendenze economiche e sociali Al 9 ottobre 2011, dai dati del censimento, la popolazione totale residente nella regione risulta pari a individui, dei quali femmine (52,1 per cento) e maschi (47,9 per cento). La popolazione 1 laziale, in crescita quasi continua nel periodo , ha raggiunto a fine periodo un valore intorno a mila abitanti (popolazione media residente). L incidenza della popolazione del Lazio rispetto al Centro-Nord era pari nel 2011 al 14,4 per cento, rispetto al totale della popolazione italiana era pari al 9,5 per cento (cfr. figura 1). Nel 2011, il tasso naturale 2 era pari allo 0,08 per mille, rispetto ad una media nazionale del -0,77 per mille, il tasso migratorio interno 3 è risultato positivo (1,20 per mille), quello estero 4 anche esso positivo (7,57 per mille), a fronte di valori dei due indicatori pari rispettivamente a -0,06 e 5,01 per mille a livello nazionale e a 1,23 e 6,11 per mille nella ripartizione di appartenenza. La presenza di stranieri residenti nella regione, che nel 2001, secondo i dati del Censimento, contava circa 152 mila unità, ammontava al 9 ottobre 2011 a circa 426 mila unità, con incidenza in crescita, pari al 7,7 per cento della popolazione regionale (10,6 per cento sulla popolazione straniera a livello nazionale). Il tasso di fecondità nel 2011 è pari a 1,41 figli per donna, maggiore di quello nazionale (1,39) e della media dell area centrosettentrionale (1,42). Nella fattispecie il tasso di fecondità è più alto per le straniere, 1,70 contro 1,36 delle italiane. Figura 1. Popolazione residente nel Lazio e contributi dei saldi demografici Popolazione residente Contributi dei saldi demografici (livelli e quote, periodo ) (saldi sulla popolazione, periodo ) 9,6 9,4 9,2 9,0 8,8 8,6 8,4 quota su Italia 14,0 12,0 10,0 8,0 6,0 4,0 2,0 0,0-2,0-4,0 livello quota su Italia tasso naturale tasso migratorio interno tasso migratorio estero Fonte: Istat. Popolazione residente a metà anno e Bilanci annuali. Per i tassi del 2011: Istat, Noi Italia

118 classi di età classi di età Lazio La piramide delle età (vedi figura 2) mostra nel 2011 rispetto al 1992 una struttura con crescita dell incidenza delle classi di età tra i 35 e i 50 anni e con una buona tenuta della quota delle classi fino a 9 anni di età, con andamento abbastanza simile per entrambi i sessi ma con prevalenza di donne dai 35 anni in su. Nel complesso il tasso di dipendenza 5 della regione Lazio nel 2011 è pari al 51 per cento, mentre l indice di vecchiaia 6 è pari a 142. Figura 2. Piramide delle età anni 1992 e 2011 per classi di popolazione residente nel Lazio* (popolazione al 1 Gennaio in migliaia per classi di età, livelli e quote sul totale) 95 e oltre ,3 3,73,4 4,1 3,7 3,3 3,02,8 3,5 3,1 2,3 2,9 2,4 2,3 0,3 0,1 0,0 0,7 1,2 1, ,0 0,2 0,5 1,2 1,7 1,9 2,8 3,1 3,2 3,3 3,5 3,5 3,7 3,8 4,0 4,3 3,6 2,1 2,32, popolazione in migliaia 95 e oltre ,9 3,32, ,1 0,6 0,1 1,1 1,7 2,9 2,4 2,2 4,1 4,0 3,5 2,9 2,6 2,5 2,4 2,3 2, ,2 0,3 1,2 1,8 2,4 2,8 2,8 3,2 3,2 3,5 2,2 2,32,52,9 2,3 2,3 4,2 4,34,1 3, popolazione in migliaia FEMMINE MASCHI FEMMINE MASCHI * le etichette rappresentano le quote sul totale della popolazione regionale Fonte: elaborazioni su dati Istat Formazione e impiego delle risorse Il Pil reale della regione nel 2011 rappresentava il 10,8 per cento del prodotto interno lordo italiano e il 14,1 per cento di quello del Centro-Nord. Tra il 2000 e il 2011, si è riscontrata una crescita media annua dello 0,9 per cento, a fronte di un minor aumento registrato nel Centro-Nord (0,5 per cento) e a livello nazionale (0,4 per cento) (Figura 3). Nel 2011 il prodotto interno lordo regionale è diminuito dello 0,3 per cento rispetto all anno precedente, a fronte di una crescita riscontrata a livello nazionale (0,4 per cento), mentre nel Centro-Nord c è stato un aumento dello 0,6 per cento. Figura 3. L andamento del PIL della regione Lazio (variazioni percentuali annue e indici 2000=100, prezzi concatenati, anno di riferimento 2005) (variazioni percentuali) (2000=100) 6,0 116,0 4,0 2,0 114,0 112,0 110,0 0,0 108,0-2,0-4,0 106,0 104,0 102,0-6,0 100,0-8, , Lazio Centro-Nord Italia Lazio Centro-Nord Italia Fonte: elaborazioni su dati Istat 110

119 Lazio Il Pil pro capite a valori correnti della Regione era pari nel 2011 al 113,2 per cento del Pil pro capite italiano e al 97,1 per cento di quello dell area centro-settentrionale. I consumi finali delle famiglie nel 2011 si sono ridotti dello 0,2 per cento, a fronte di un aumento nel Centro-Nord (0,4 per cento) e di una minor ripresa in Italia (0,2 per cento). Gli investimenti fissi lordi regionali sono cresciuti nel 2010 (ultimo anno disponibile) del 2,7 per cento, con una dinamica maggiore della crescita riscontrata nella media del Centro-Nord e dell Italia (2,3 e 2,1 per cento rispettivamente). Dal lato dell offerta, la distribuzione del valore aggiunto a livello settoriale nel 2011 segnala il contributo maggiore da parte del settore dei servizi (84,6 contro 71,7 del Centro-Nord e 73,2 per cento dell Italia), seguito dall industria in senso stretto (9,2 contro 21,4 del Centro-Nord e 19,4 per cento dell Italia), dalle costruzioni (5,0 contro 5,3 del Centro-Nord e 5,4 per cento dell Italia) e dall agricoltura (1,2 contro 1,7 nel Centro-Nord e 2,2 per cento in Italia). Tutti i settori, rispetto al 2010, hanno subito una diminuzione del valore aggiunto, eccetto i servizi (+0,8 per cento). Nello specifico è stato maggiormente colpito il settore delle costruzioni (-9 per cento), e a seguire l agricoltura (-2,1 per cento) e l industria in senso stretto (-1,1). Il valore aggiunto complessivo è rimasto stabile. I settori maggiormente produttivi sono quelli dell industria in senso stretto e dei servizi. La dinamica della produttività (valore aggiunto per unità di lavoro) nel 2011 è stata positiva per l agricoltura, per l industria in senso stretto e per i servizi, leggermente negativa per le costruzioni. Nel complesso la produttività totale regionale è aumentata dello 0,6 per cento (dovuta però ad una diminuzione delle unità di lavoro rispetto alla stabilità del valore aggiunto), mentre si è riscontrata una variazione positiva dello 0,5 per cento sia nel Centro-Nord che come media italiana. Mercato del lavoro e imprese Nel 2012, nella regione, la dinamica degli occupati è risultata leggermente negativa (-0,1 per cento rispetto al 2011), a fronte di una flessione registrata nel Centro-Nord (-0,2) e nella media italiana (-0,3 per cento). Sempre nel 2012 il numero dei disoccupati è cresciuto del 23,9 per cento (cfr. tavola 1). Figura 4. Tasso di occupazione anni (livello percentuale, periodo ) 70,0 68,0 66,0 64,0 62,0 60,0 58,0 56,0 54,0 52,0 50,0 48,0 46,0 44,0 42,0 40, Lazio Italia Fonte: elaborazioni su dati Istat 111

120 Lazio Quanto alla struttura del mercato del lavoro, la Regione è caratterizzata nel 2012 da un tasso di occupazione anni pari al 58,6 per cento, inferiore alla media della ripartizione di appartenenza ma superiore a quella nazionale (rispettivamente 63,8 e 56,8 per cento), e da un tasso di disoccupazione pari al 10,8 per cento (contro il 10,7 della media italiana e l 8 per cento del Centro-Nord). Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni), pari al 40 per cento, risulta superiore sia alla media dell area centro-settentrionale (29,3) che alla media italiana (35,3). I NEET di anni (= giovani che non studiano e non lavorano) costituiscono nel 2011 il 21,6 per cento della corrispondente classe di popolazione, dato peggiore di quello medio centrosettentrionale (16,4 per cento) e migliore della media italiana (22,7 per cento). Relativamente alta è la percentuale di lavoro irregolare nella Regione pari all 11,5 per cento del totale di unità di lavoro, a fronte del 12,2 per cento di media italiana e al valore del 9,3 per cento riscontrato nel Centro-Nord. Inoltre i dati disponibili dell anno 2012 relativi alla Cassa integrazione guadagni mostrano, per le ore autorizzate, un aumento del 23,8 per cento rispetto all anno precedente, determinato da una forte crescita delle componenti in deroga e ordinaria, in riduzione la straordinaria. Mentre è osservabile un inferiore aumento sia a livello nazionale (12,1 per cento) sia per l intera area centro-settentrionale (12 per cento). A livello subregionale gli occupati nei sistemi locali del lavoro (SLL 7 ) si concentrano nelle aree di Roma, Latina, Frosinone (cfr. Figura 5). Figura 5. Occupazione negli SLL in Lazio Fonte: elaborazioni su dati Istat 112

121 Lazio Le imprese attive, secondo l Istat (Archivio ASIA-Imprese) risultano nel 2010 pari a , rappresentando il 13,2 per cento delle imprese del Centro-Nord e il 9,5 per cento di quelle italiane; la densità imprenditoriale 8, pari al 74,3 per mille, è inferiore a quella dell area di appartenenza (81,3) e superiore a quella nazionale (73,8). Per quanto riguarda le Unità Locali, i dati dell archivio ASIA-UL dell Istat mostrano per l anno 2010 un numero di addetti pari a circa (il 12,1 per cento della ripartizione centrosettentrionale e il 9,3 per cento del totale Italia), di cui circa nel solo manifatturiero. La dimensione media risulta pari a 3,5 addetti, inferiore a quella del Centro-Nord (3,8) e a quella dell Italia (3,6). In base ai dati Infocamere (non direttamente confrontabili con i dati Asia-Istat, ma più aggiornati sugli andamenti recenti), il tasso di crescita delle imprese 9 nel 2012 a livello nazionale è tornato a ridursi (+0,31 per cento), rispetto al 2011 (+0,82) e al 2010 (+1,19), la Regione al riguardo presenta valori migliori (+1,54 nel 2012 e +1,94 nel 2011). Il livello di innovazione imprenditoriale regionale, considerando il grado di utilizzo di Internet nelle imprese 10, nel 2011 era pari al 45,3 per cento, superiore alla media italiana (35,5) e a quella della ripartizione di appartenenza (37,6). Apertura verso l estero Le esportazioni di beni della Regione nel 2012 costituiscono il 4,6 per cento dell ammontare complessivo delle esportazioni italiane e il 5,3 per cento di quelle del Centro-Nord e hanno registrato una variazione positiva (5,1 per cento) rispetto al 2011 Nel periodo si registra un aumento medio annuo delle vendite all estero della regione del 3,5 per cento, a fronte di una minor crescita sia nell area di appartenenza (3,2 per cento) che a livello nazionale (3,4 per cento). I comparti merceologici a più elevata specializzazione all export sono i settori del farmaceutico, del chimico e dei mezzi di trasporto. Per quanto riguarda le destinazioni dell export, i maggiori partners commerciali sono Germania, Francia, Stati Uniti, Regno Unito, relativamente ai mercati emergenti, in particolare ai BRIC, la regione esporta il 4,1 per cento delle merci verso questi paesi (soprattutto verso la Cina). Nell ultimo anno, l andamento complessivo positivo delle esportazioni è stato determinato da un aumento dell export verso i paesi UE27 e da una minima riduzione di quelle verso il mercato extra UE27. Nel 2011 la percentuale delle esportazioni sul Pil, ossia la capacità di esportare, pari al 10,1 per cento, è inferiore a quella della macro area di appartenenza (27,2) e al valore nazionale (23,8). Riguardo all attrattività turistica, tra il 2000 e il 2011, le presenze turistiche sono cresciute in media dello 0,3 per cento, a fronte della crescita registrata dell 1,2 per cento a livello ripartizionale e a livello nazionale (1,2 per cento). Nel solo 2011 rispetto al 2010 le presenze si sono ridotte dello 0,1 per cento (rispetto alla crescita del 3 per cento dell Italia). La Regione presenta una quota di presenze turistiche in leggera riduzione neegli ultimi anni, pari nel 2011 al 7,9 per cento del totale nazionale. La capacità ricettiva degli esercizi, pari a un totale di posti letto, se misurata in rapporto al numero di abitanti (53,1 per mille) è significativamente inferiore alla media del Centro- Nord (101,6) e dell intero Paese (79). 113

122 Lazio Le performance regionali economiche e sociali assumono maggior risalto nel confronto con il contesto nazionale e internazionale, in relazione ai target individuati nei documenti programmatici e strategici quali il Quadro Strategico Nazionale (di seguito QSN 11 ) e la nuova agenda Europa Indicatori del contesto sociale e obiettivi di servizio Con riferimento al contesto sociale, la percentuale di popolazione della Regione che vive in famiglie al di sotto della soglia di povertà nel 2011 era pari all 8,6 per cento, significativamente inferiore alla media italiana (13,6 per cento) e superiore alla media del Centro-Nord (6,5 per cento). Il livello del capitale umano, in termini di giovani che abbandonano prematuramente gli studi 12, risulta relativamente soddisfacente essendo pari al 15,7 per cento nel 2011 (contro il 16 per cento del Centro-Nord e il 18,2 in Italia). Situazione simile per il dato relativo agli adulti che partecipano all'apprendimento permanente 13 (6,4 per cento nel 2011, rispetto al 6 nel Centro-Nord e al 5,7 in Italia). Il disagio è relativamente alto in relazione alla sicurezza, la percezione delle famiglie del rischio di criminalità nella zona in cui vivono nel 2012 è stata nella Regione del 32,9 per cento, significativamente superiore sia al valore dell area (27 per cento) sia alla media italiana (26,3 per cento). Per quanto riguarda altri obiettivi di servizio di natura sociale, si osservano valori sufficienti per la presa in carico dell'utenza per il servizio di asilo nido 14, pari nel 2010 al 14,9 per cento, contro il 18,4 del Centro-Nord e il 13,9 per cento del valor medio italiano; analoga situazione si presenta per la presa in carico degli anziani per il servizio di assistenza domiciliare integrata 15 nel 2011, con il 5 per cento, contro il 4,7 del Centro-Nord e il 4,1 in Italia. Nel settore ambiente la performance della regione per la raccolta differenziata dei rifiuti urbani 16 (nel 2010 il 16,5 per cento del totale dei rifiuti urbani) è molto al di sotto della media del Centro-Nord e di quella nazionale (rispettivamente 41,8 e 35,3 per cento). Un insufficiente risultato si riscontra per i servizi idrici, come evidenzia la percentuale di utilizzo delle risorse idriche per il consumo umano 17, che nel 2008 era pari al 64,6 per cento contro il 71,9 del Centro-Nord e il 67,9 dell Italia. Ugualmente per la situazione dei servizi energetici e in particolare per le interruzioni del servizio elettrico 18, che nel 2010 erano pari al 2,5 per utente, superiori alla media del Centro- Nord (1,6) e alla media nazionale (2,2). Target UE2020 Oltre agli obiettivi nazionali individuati nel QSN e in parte già descritti sopra, nel confronto internazionale si considerano anche i target della Strategia Europa Europa 2020, che è la rivisitazione della Strategia di Lisbona, detta le linee e gli obiettivi da conseguire entro il 2020 affinché l Unione possa uscire dal declino degli ultimi anni. Gli obiettivi della Strategia tradotti in obiettivi nazionali 20 vengono misurati attraverso un set di indicatori condivisi (cfr. tabella 1). Nell ambito dell istruzione l indicatore è lo stesso inserito nel Qsn (vedi sezione precedente) e mostra come gli abbandoni siano ancora consistenti rispetto alla media italiana e a quella dell area di appartenenza, in leggera crescita rispetto al I laureati tra anni rappresentano il 23,1 per cento e sono in crescita rispetto al Il tasso di occupazione in età anni è invece inferiore alla media del Centro-Nord e a quella europea e superiore alla media nazionale, risultando in aumento nei confronti del La spesa pubblica in R&S risulta relativamente soddisfacente, raggiungendo l 1,8 per cento del Pil. La popolazione a rischio di povertà (persone) è in aumento tra il 2005 e il 2011, contrariamente a quanto si registra a 114

123 Lazio livello europeo ma non a livello nazionale, in termini assoluti risulta consistente rispetto alla popolosità della regione. Tabella 1. Posizione del Lazio rispetto ai benchmark di Europa 2020 Indicatore 2003* Ultimo valore disponibile Lazio Centro-Nord Italia UE(27) Lazio Centro-Nord Italia UE(27) Obiettivi NAZIONALI "UE2020" Obiettivi UE2020 Giovani che lasciano prematuramente la scuola** (2004*, 2011) Laureati tra anni*** (2004, 2011) 15,6 19,3 22,9 16,1 15,7 16,0 18,2 13, ,1 17,1 15,6 27,9 23,1 22,4 20,3 34, Tasso di occupazione in età anni (2011) 61,1 67,3 61, ,2 68,2 61,2 68, Spesa totale per R&S (2010) 1,9 1,2 1,11 1,86 1,8 1,4 1,26 2,01 1,53 3 Popolazione a rischio povertà (2005,2011)****, migliaia *Per tutti gli indicatori considerati viene indicato tra parentesi: l annualità iniziale quando diversa dal 2003 e l anno per l ultimo valore disponibile. ** In ambito comunitario l indicatore dei giovani che lasciano prematuramente la scuola corrisponde all indicatore Early leavers from education and training. ***Per i laureati tra anni il corrispondente calcolato da Eurostat è Population aged anni having completed tetiary education. **** Dati Eurostat, i valori assoluti per l'italia e l'ue27 sono quelli pubblicati mentre i valori regionali sono stati stimati attraverso i dati percentuali del rischio di povertà e la popolazione al 1 gennaio. Fonte: Istat e Eurostat 1.309, , riduzione di riduzione 20 milioni 115

124 Lazio Tavola 1. Principali indicatori economici del Lazio Indicatori strutturali Lazio Centro-Nord Italia Popolazione totale residente ( in migliaia ) al 9 ottobre Superficie ( kmq in migliaia ) 17,2 178,2 301,3 Densità demografica ( abitanti per kmq ), ,9 192,2 197,3 PIL per abitante (a prezzi correnti, euro ), PIL per abitante (a prezzi concatenati, euro ), PIL per abitante (valori concatenati, variazione percentuale media ), 2011/2010-1,1 0,0 0,0 Consumi delle famiglie per abitante (valori concatenati, euro ), Consumi delle famiglie per abitante (val. concatenati, var. perc. media), 2011/2010-1,1-0,3-0,2 PIL (valori concatenati, milioni di euro ), PIL (valori concatenati, variazione percentuale ), 2011/2010-0,3 0,6 0,4 Importazioni nette 1 /PIL (valori correnti, percentuale), ,1-3,4 2,8 Investimenti fissi lordi/pil (valori correnti, percentuale), ,4 17,4 17,7 Produttività 2 (valori concatenato, variazione percentuale), 2011/2010 0,6 0,5 0,5 Valore Aggiunto Industria (valori concatenato, percentuale su VA totale), ,2 26,6 24,7 Occupati (in migliaia), percentuale sul totale nazionale 9,8 73,0 100,0 Variazione (valori percentuali), 2012/2011-0,1-0,2-0,3 In cerca di occupazione (in migliaia), percentuale sul totale nazionale 9,9 53,3 100,0 Variazione (valori percentuali), 2012/ ,9 29,5 30,2 Forze di lavoro (in migliaia), percentuale sul totale nazionale 9,8 70,9 100,0 Variazione (valori percentuali), 2012/2011 2,0 1,7 2,3 Tasso di occupazione anni, ,6 63,8 56,8 maschile 67,9 72,1 66,5 femminile 49,6 55,6 47,1 Tasso di attività anni, ,7 69,5 63,7 maschile 75,3 77,7 73,9 femminile 56,4 61,3 53,5 Tasso di disoccupazione, ,8 8,0 10,7 maschile 9,8 7,1 9,9 femminile 12,1 9,3 11,9 Imprese attive (valori assoluti) Densità imprenditoriale (imprese per 1000 abitanti) ,3 81,3 73,8 Dimensione media delle imprese (addetti / imprese) ,4 4,2 3,8 Addetti totali alle unità locali delle imprese (valori in migliaia) Addetti al manifatturiero nelle unità locali (valori in migliaia) Dimensione media delle unità locali (addetti / unità locali) ,5 3,8 3,6 Turismo presenze complessive (valori in migliaia), percentuale sul totale nazionale 7,9 80,1 100,0 Turismo presenze straniere (valori in migliaia), percentuale sul totale nazionale 11,6 86,6 100,0 Esportazioni di beni (valori a prezzi correnti, milioni di euro) percentuale sul totale nazionale 4,6 86,9 100,0 1 Le importazioni nette sono definite come il saldo tra importazioni ed esportazioni e comprendono lo scambio di beni e servizi con l estero e con le altre regioni. Il valore negativo indica che il volume delle esportazioni supera quello delle importazioni, se il valore è invece positivo significa che le importazioni sono maggiori delle esportazioni. 2 Calcolata come il rapporto tra il Pil a valori concatenati e le unità di lavoro totali. Fonte: Istat- Popolazione residente, Censimento; Conti economici territoriali; Rilevazione continua sulle forze di lavoro; Archivio Asia-Imprese; Archivio Asia-Unità locali; Rilevazione sul movimento dei clienti negli esercizi ricettivi; Indagine sul commercio estero 116

125 Lazio Tavola 2. Alcuni indicatori di contesto del Lazio Istruzione e formazione Indicatore (Anno inizio serie; ultimo anno disponibile) Lazio Centro-Nord Italia Lazio Centro-Nord Italia Anno: inizio serie Anno: ultimo disponibile - Percentuale della popolazione anni, con al più la licenza media, che abbandona 15,6 19,3 22,9 15,7 16,0 18,2 prematuramente gli studi (2004; 2011) 1 - Laureati in matematica, scienze e tecnologia (per abitanti) (2000; 2009) 6,3 6,9 5,7 19,0 14,9 12,2 - Percentuale della popolazione anni che frequenta un corso di studio o di formazione professionale (2000; 2011) Ricerca e innovazione 5,3 5,9 5,5 6,4 6,0 5,7 - Capacità innovativa: percentuale di spesa pubblica e privata in R&S sul Pil (2000; 2010) 2 1,9 1,1 1,0 1,8 1,4 1,3 - Addetti alla R&S (per abitanti) (2002; 2010) 5,7 3,6 2,9 5,6 4,8 3,7 - Percentuale di imprese (con più di dieci addetti) dei settori industria e servizi che 34,0 32,5 31,2 84,4 89,0 88,3 dispongono di collegamento a banda larga (2003; 2011) 3 - Percentuale di addetti delle imprese (con più di 10 addetti) dei settori industria e servizi che utilizzano computer connessi a Internet (2003; 2011) 3 28,3 25,5 24,2 45,3 37,6 35,5 Ambiente ed energia - Percentuale di famiglie che denunciano irregolarità nell'erogazione dell'acqua (2000; 2010) 10,9 8,3 15,0 10,1 7,1 10,8 - Lunghezza delle coste non balneabili per inquinamento sulla lunghezza totale delle coste (percentuale) (2000; 2009) 10,9 4,0 5,5 10,1 4,3 6,2 - Popolazione dei comuni con il servizio di rete fognaria con depurazione completa dei reflui convogliati sul totale della popolazione residente (percentuale) (1999; 2008) 21,6 46,8 47,3 17,3 49,3 49,8 - Percentuale di rifiuti solidi urbani oggetto diraccolta differenziata sul totale dei rifiuti solidi 4,6 20,3 14,4 16,5 41,8 35,3 urbani (2000; 2010) 1 - Frequenza delle interruzioni accidentali lunghe del servizio elettrico (numero medio per utente) (2000; 2010) 4,0 2,8 3,6 2,5 1,6 2,2 - Energia prodotta da fonti rinnovabili (eolica, fotovoltaica, geotermoelettrica) su produzione totale (percentuale) (2000; 2010) 3,7 24,9 19,1 12,9 30,4 25,9 Condizioni sociali - Percentuale di famiglie che avvertono molto o abbastanza disagio al rischio di criminalità nella zona in cui vivono (2000; 2012) - Percentuale di popolazione che vive in famiglie al di sotto della soglia di povertà (2002; 2011) - Percentuale di bambini tra 0-3 anni che hanno usufruito dei servizi per l'infanzia (2004; 2010) 1 37,8 31,5 30,6 32,9 27,0 26,3 9,7 6,1 12,4 8,6 6,5 13,6 9,3 15,5 11,2 14,9 18,4 13,9 - Percentuale di anziani (65 anni e oltre) trattati in assistenza domiciliare integrata (ADI) 1,7 2,4 1,9 5,0 4,7 4,1 (2001; 2011) 1 Risorse culturali e turismo - Numero divisitatori diistituti statali diantichità e d'arte per istituto (valori in migliaia) (2000; 2011) 110,2 86,7 79,4 199,1 114,4 94,7 - Biglietti venduti per attività teatrali e musicali (per 100 abitanti) (2000;2010) 72,1 63,5 50,9 86,7 67,9 56,3 - Giornate di presenza (italiani e stranieri) nel complesso degli esercizi ricettivi per abitante (2000; 2010) Trasporti e mobilità - Percentuale di utenti di mezzi pubblici sul totale delle persone che si sono spostate per motivi di lavoro e hanno usato mezzi di trasporto (2000; 2011) 5,8 7,5 6,0 5,4 7,6 6,2 27,9 19,3 19,7 25,6 19,3 19,3 - Tonnellate di merci in ingresso ed in uscita per ferrovia sul totale delle modalità (2000; 2010) 1,3 2,4 2,3 0,8 1,1 1,0 - Tonnellate di merci in ingresso ed in uscita per ferrovia per 100 abitanti (2000; 2010) 18,3 67,5 51,0 14,0 36,5 27,4 - Tonnellate di merci in ingresso ed in uscita su strada per abitante (2000; 2010) 13,0 26,7 20,6 16,3 30,8 24,6 - Passeggeri sbarcati e imbarcati per via aerea (per 100 abitanti) (2000; 2010) 521,9 198,0 158,0 709,6 268,5 229,6 Sistemi produttivi - Tasso netto di turnover delle imprese (differenza tra il tasso di natalità e di mortalità delle 0,4 0,7 0,8 0,1-1,4-1,1 imprese) (2000; 2010) 4 - Percentuale di unità di lavoro irregolari sul totale delle unità di lavoro (2001; 2011) 15,1 10,9 13,8 11,7 9,3 12,2 - Indice di intensità creditizia: impieghi bancari (consistenza media annua) in percentuale del Pil (a prezzi correnti) (2000; 2009) Sistemi urbani - Linee urbane di trasporto pubblico locale nei comuni capoluogo di provincia per 100 Kmq di superficie comunale (2000; 2010) - Emigrazione ospedaliera in altra regione per ricoveri ordinari acuti sul totale delle persone ospedalizzate residenti nella regione (2000; 2010) Apertura internazionale 45,8 48,1 42,9 65,4 70,1 62,0 122,8 134,5 115,2 133,0 144,6 125,3 4,7 5,0 6,9 5,0 4,9 6,4 - Investimenti diretti netti dall'estero in Italia sul Pil (2008; 2011) 1,5-0,1-0,5 6,4 2,1 1,6 - Capacità di esportare (valore delle esportazioni di merci in percentuale del Pil) (2000; 2011) 9,7 25,4 21,7 10,1 27,2 23,8 1 L'indicatore è anche un obiettivo di servizio. 2 L'indicatore è anche un target della Strategia Europa I dati del 2010 non sono confrontabili con quelli del 2003 perché la classificazione ATECO di riferimento è diversa nei due anni. 4 Il valore del tasso di mortalità per il 2010 è stimato. 5 I dati del 2011 si riferiscono solo alle regioni del Mezzogiorno; l'ultimo anno disponibile per l'italia è il Fonte: DPS-ISTAT Banca dati indicatori regionali per le politiche di sviluppo - ultimo aggiornamento marzo

126 popolazione (in migliaia) Abruzzo Abruzzo Tendenze economiche e sociali Aspetti demografici Al 9 ottobre 2011, dai dati del censimento, la popolazione totale residente nella regione risulta pari a individui, dei quali femmine (51,5%) e maschi (48,5 per cento). La popolazione 1 in Abruzzo, in continua crescita dal 1980, ma con aumenti significativi dal 2002, ha raggiunto nel 2011 oltre 1,3 milioni di abitanti (popolazione media residente) con una quota pari a circa il 2,2 per cento sul totale Italia e al 6,4 per cento sul Mezzogiorno. L evoluzione demografica nella regione nell ultimo ventennio è stata incrementata soprattutto grazie ai flussi migratori interni ma soprattutto esteri mentre il saldo naturale è dal 1993 che risulta negativo (Figura 1). Nel 2011, il tasso naturale 2, è stato negativo così come per l Italia e per il Mezzogiorno, ma con intensità maggiore (-2,14 per mille abitanti in Abruzzo, contro -0,77 in Italia e -0,33 nel Mezzogiorno). Il tasso migratorio interno 3 è stato positivo (0,57 per mille), come quello estero 4 (4,39 per mille), a fronte di valori dei due indicatori pari rispettivamente a -0,06 e 5 per mille a livello nazionale e a -2,53 e 2,93 per mille nella ripartizione di appartenenza. La presenza di stranieri residenti nella regione ammontava, secondo i dati del Censimento 2001, a circa unità, con un incidenza del 16 per mille sulla popolazione straniera totale in Italia. Alla data del censimento 2011, tale presenza è aumentata a circa 69 mila unità (17 per mille stranieri in Italia) e la quota sulla popolazione complessiva regionale è pari al 52 per mille censiti. Il tasso di fecondità nel 2011 è pari a 1,32 figli per donna, contro una media italiana dell 1,42 e meridionale dell 1,35. In particolare il tasso di fecondità è più alto per le straniere, 1,85 contro 1,27 delle italiane. Figura 1. Popolazione residente ed evoluzione demografica in Abruzzo Popolazione residente Contributi dei saldi demografici (livelli e quote, periodo ) (saldi su popolazione, periodo ) , ,2 2,0 1, ,6 quota su Italia 14,0 12,0 10,0 8,0 6,0 4,0 2,0 0,0-2,0-4,0 livello quota su Italia tasso naturale tasso migratorio interno tasso migratorio estero Fonte: Istat. Popolazione residente a metà anno e Bilanci annuali. Per i tassi del 2011: Istat, Noi Italia

127 classi di età classi di età Abruzzo La piramide delle età mostra nel 2011 uno snellimento nelle classi più basse e un rigonfiamento in quelle centrali rispetto alla struttura del La quota dei maschi nel 2011 è superiore a quello delle femmine fino ai 34 anni, dopodiché è sempre la parte femminile ad essere predominante. Nel complesso il tasso di dipendenza 5 dell Abruzzo nel 2011 è pari al 52,1 per cento, mentre l indice di vecchiaia 6 è pari a 163,2. Figura 2. Piramide delle età anni 1992 e 2011 per classi di popolazione residente in Abruzzo* (popolazione in migliaia per classi di età, livelli e quote sul totale) 95 e oltre ,0 0,1 0,4 0,9 1,5 3,0 2,7 1,7 2,9 3,0 3,4 2,8 3,9 3,53,3 3,9 3,6 3,1 2,6 2, ,0 0,2 0,7 1,4 2,1 2,2 3,1 2,8 3,0 3,1 3,3 3,4 3,3 3,6 3,5 3,8 3,9 2,2 2,52, popolazione in migliaia 95 e oltre ,9 3,7 3,33,1 4,0 3,8 3,5 3,1 2,8 2,6 2,3 2,2 2,2 1,4 2,0 2,4 2,4 0,7 0,20, ,2 0,4 1,4 2,1 2,6 2,6 2,8 2,2 2,42,6 2,1 2,1 3,1 3,2 3,5 3,8 4,0 3,8 3,4 3, popolazione in migliaia FEMMINE MASCHI FEMMINE MASCHI * le etichette rappresentano le quote sul totale della popolazione regionale Fonte: elaborazioni su dati Istat Formazione e impiego delle risorse Il Pil reale della regione nel 2011 rappresentava l 1,9 per cento del prodotto interno lordo italiano e l 8 per cento di quello del Mezzogiorno. Nel 2011 il Pil della regione è aumentato dell 1 per cento (nel Mezzogiorno si è registrato un -0,3 per cento e in Italia 0,4 per cento). Nell ultimo decennio , la crescita media annua è risultata molto modesta, pari allo 0,1 per cento, inferiore rispetto all incremento dello 0,4 registrata per l Italia e in linea con la stabilità osservata nel Mezzogiorno (Figura 3). Figura 3. L andamento del PIL della regione Abruzzo (variazioni percentuali annue e indici 2000=100, prezzi concatenati, anno di riferimento 2005) (variazioni percentuali) (2000=100) 6,0 112,0 4,0 110,0 2,0 108,0 0,0 106,0-2,0 104,0-4,0 102,0-6,0 100,0-8, , Abruzzo Mezzogiorno Italia Abruzzo Mezzogiorno Italia Fonte: elaborazioni su dati Istat 119

128 Abruzzo Il Pil pro capite a valori correnti dell Abruzzo era pari nel 2011 all 84,8 per cento del Pil pro capite italiano e al 124,7 per cento di quello dell area meridionale. I consumi finali delle famiglie reali nel 2011 hanno subito una diminuzione (-0,5 per cento) superiore rispetto a quella del Mezzogiorno e alla media italiana (rispettivamente -0,1 e 0,2 per cento). Gli investimenti fissi lordi a valori concatenati, fermi al 2010, hanno registrato una variazione significativamente positiva rispetto all anno precedente pari all 11,1 per cento, superiore sia rispetto all incremento registrato in tutto il territorio nazionale (2,1 per cento) e sia nel Mezzogiorno (1,7). Dal lato dell offerta, la distribuzione del valore aggiunto a livello settoriale nel 2011 segnala il contributo maggiore da parte del settore dei servizi (66,6 rispetto al 78,6 del Mezzogiorno e 73,2 per cento dell Italia), ma non meno significativo quello dell industria in senso stretto (23,7 contro 12,2 del Mezzogiorno e 19,4 per cento dell Italia), dalle costruzioni (7 contro 5,6 del Mezzogiorno e 5,4 per cento dell Italia) e dall agricoltura 2,6 (contro 3,7 nel Mezzogiorno e 2,2 per cento in Italia). Rispetto al 2010, quasi tutti i settori hanno registrato un incremento del valore aggiunto ad eccezione del settore agricolo che ha subito una flessione del 2 per cento. Il settore che ha registrato l incremento più significativo è stato quelle delle costruzioni (6 per cento), in seguito anche alla ricostruzione del dopo terremoto, a seguire l industria in senso stretto (4,6 per cento). I servizi rimangono sostanzialmente stabili rispetto all anno precedente (0,2 per cento). Nel 2011 si è registrata una produttività (valore aggiunto per unità di lavoro) negativa in tutti i settori, la dinamica peggiore stata registrata dall agricoltura. Nel complesso la produttività totale della regione è diminuita dello 0,4 per cento, in controtendenza rispetto alla crescita, benché modesta, nazionale (0,5 per cento) e dell area (0,4 per cento). Mercato del lavoro e imprese Nel 2012, la dinamica degli occupati è stata lievemente positiva (0,2 per cento rispetto al 2011), e in controtendenza rispetto alla flessione registrata a livello ripartizionale e nazionale (rispettivamente -0,6 e -0,3 per cento). Il numero di disoccupati è aumentato significativamente (30,8 per cento), aumento sostanzialmente in linea con quello registrato nel Mezzogiorno (31 per cento) e leggermente superiore a quello nazionale (30,2 per cento). Figura 4. Tasso di occupazione in Abruzzo (livello percentuale, periodo ) Abruzzo Italia Fonte: elaborazioni su dati Istat 120

129 Abruzzo Quanto alla struttura del mercato del lavoro, l Abruzzo è caratterizzato nel 2012 da un tasso di occupazione della popolazione in età anni (56,8 per cento) in linea con la media nazionale ma superiore a quello del Mezzogiorno e da un tasso di disoccupazione pari al 10,8 per cento sostanzialmente in linea con quello italiano e inferiore a quello del Mezzogiorno (cfr. Tavola 1). Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) segna nel 2012 un ulteriore peggioramento rispetto all anno precedente e si attesta al 33 per cento, risultato migliore rispetto alla flessione del 46,9 registrata nel Mezzogiorno e del 35,3 nell intero territorio nazionale. I NEET di anni (= giovani che non studiano e non lavorano) costituiscono nel 2011 il 17,6 per cento della corrispondente classe di popolazione, dato migliore di quello medio del Mezzogiorno (31,9 per cento) e della media italiana (22,7 per cento). La percentuale di lavoro irregolare nella Regione pari al 13,6 per cento del totale di unità di lavoro, rappresenta il valore più basso registrato tra le regioni del Mezzogiorno (20,4 per cento) ma risulta superiore al 12,2 per cento della media italiana. In particolare i dati disponibili per il 2011 relativi alla Cassa integrazione guadagni hanno mostrato per le ore autorizzate un incremento del 10,1 per cento rispetto all anno precedente, soprattutto per la componente ordinaria e straordinaria a cui però si è affiancata una diminuzione di quella in deroga. L incremento, tuttavia, è inferiore sia a quello nazionale sia a quello dell intera area (12,1 per cento e 12,3 per cento rispettivamente). Gli occupati nei sistemi locali del lavoro (SLL 7 ) al 2010 sono maggiormente presenti in alcune aree di Teramo. Figura 5. Cartogramma occupazione Fonte: elaborazioni su dati Istat Le imprese attive (fonte Istat, Archivio ASIA-Imprese) erano nel 2010 poco più di 97 mila (7,8 per cento delle imprese attive del Mezzogiorno e 2,2 per cento di quelle italiane); la densità imprenditoriale 8 era pari al 72,4 per cento, superiore a quella del Mezzogiorno (59,4) e inferiore a quella italiana (73,8). 121

130 Abruzzo Per quanto riguarda le Unità Locali, i dati dell archivio ASIA-UL dell Istat mostrano per l anno 2010 un numero di addetti pari a poco più di 362 mila (intorno al 9 per cento della ripartizione Mezzogiorno e al 2,1 per cento su base nazionale), di cui circa 96 mila nel solo manifatturiero, pari al 14,2 per cento dell intero Mezzogiorno e al 2,4 rispetto all Italia. La dimensione media degli addetti è pari a 3,4, superiore a quella del Mezzogiorno e sostanzialmente in linea alla media italiana (rispettivamente 3 e 3,6). In base ai dati Infocamere (non direttamente confrontabili con i dati Asia-Istat, ma più aggiornati sugli andamenti recenti), il tasso di crescita delle imprese 9 nel 2012 a livello nazionale è tornato a ridursi (+0,31 per cento), rispetto al 2011 (+0,82) e al 2010 (+1,19), la Regione al riguardo presenta valori più alti anche se in diminuzione rispetto al 2011 (0,43 nel 2012 e 0,78 nel 2011). Il livello di innovazione imprenditoriale, se si considera il grado di utilizzo di Internet nelle imprese 10, nel 2011 in Abruzzo era pari al 24,6 per cento, inferiore alla media italiana ma perfettamente allineato al valore del Mezzogiorno (rispettivamente 35,5 e 24,6). Apertura verso l estero Le esportazioni di beni dell Abruzzo, quasi 7 miliardi di euro nel 2012, costituivano l 1,8 per cento del flusso complessivo dell export italiano e il 14,9 per cento di quello del Mezzogiorno. Nel periodo le vendite all estero della regione hanno registrato un incremento del 2,5 per cento inferiore alla crescita del Mezzogiorno (4,1 per cento) e a quella media nazionale (3,4 per cento). Dopo la forte flessione registrata nel 2009, le esportazioni sono tornate a crescere nel biennio successivo, tuttavia nel 2012 hanno segnato una nuova flessione, pari al 4,8 per cento. I comparti merceologici a più elevata specializzazione all export della regione sono stati nel 2012: i mezzi di trasporto che rappresentano poco più del 40 per cento dell export totale, gli articoli in gomma e materie plastiche e le macchine e apparecchi meccanici, entrambi con circa il 10 per cento sul totale, prodotti tessili e dell abbigliamento e il settore alimentare. Le destinazioni geografiche prevalenti delle esportazioni abruzzesi sono i mercati interni all Unione Europea (70,6 per cento), in particolare: Germania, Francia, Regno Unito. Nel mercato esterno, il miglior partner commerciale per la regione sono gli Stati Uniti (6,7 per cento). Rispetto al 2011, la tendenza è risultata negativa per le destinazioni interne alla UE27 (-7 per cento) mentre gli scambi verso l esterno hanno registrato un leggero incremento (1,2 per cento) Relativamente ai mercati emergenti, in particolare ai BRIC, la regione esporta il 6,7 per cento delle merci verso questi paesi. In particolare verso la Russia (5 per cento) e verso il Brasile (1,1). Rispetto al 2011, la tendenza nel complesso ha registrato una leggera flessione (-0,5 per cento), tuttavia gli scambi verso la Russia sono aumentati dell 11,8 per cento. La capacità di esportare (esportazioni su Pil) si attesta nel 2011 intorno al 24,5 per cento, risultato superiore sia alla media meridionale sia a quella nazionale (rispettivamente 11,6 e 23,8 per cento). L attrattività turistica della regione è relativamente insufficiente: il peso delle presenze complessive sul totale nazionale nel 2011 era pari all 1,9 per cento, le sole presenze straniere rappresentano lo 0,6 per cento. La capacità ricettiva degli esercizi, pari a un totale di quasi 112 mila posti letto, se misurata in rapporto al numero di abitanti, è di gran lunga superiore alla media del Mezzogiorno e, sia pure di poco, anche a quella nazionale (84,2 posti letto ogni mille abitanti contro i 63,9 del Mezzogiorno e i 79 dell Italia). 122

131 Abruzzo Le performance regionali economiche e sociali assumono maggior risalto nel confronto con il contesto nazionale e internazionale, in relazione ai target individuati nei documenti programmatici e strategici quali il Quadro Strategico Nazionale (di seguito QSN 11 ) e la nuova agenda Europa Indicatori del contesto sociale e obiettivi di servizio Con riferimento al contesto sociale, la percentuale di popolazione abruzzese che vive in famiglie al di sotto della soglia di povertà nel 2011 era pari al 14,3 per cento, inferiore alla media del Mezzogiorno (26,9 per cento) e di poco superiore alla media italiana (13,6 per cento). A questo si aggiunge un buon livello di capitale umano, sia in termini di giovani che abbandonano prematuramente gli studi 12 pari al 12,8 per cento nel 2011 (contro il 21,2 nel Mezzogiorno e il 18,2 in Italia), sia in termini di adulti che partecipano all'apprendimento permanente 13 (6,8 per cento nel 2011, contro 5,1 nel Mezzogiorno e 5,7 in Italia). Per quanto riguarda la sicurezza, la percezione delle famiglie del rischio di criminalità nella zona in cui vivono nel 2012 in Abruzzo (16,9 per cento) è inferiore alla media del Mezzogiorno e a quella italiana (rispettivamente 25 e 26,3 per cento). Tra gli obiettivi di servizio di natura sociale, la presa in carico dell'utenza per il servizio di asilo nido 14 presenta nel 2011 un valore superiore alla media del Mezzogiorno (9,5 per cento contro 5 nel Mezzogiorno). La situazione migliora se si considera la presa in carico degli anziani per il servizio di assistenza domiciliare integrata 15 nel 2011 (4,7 per cento in Abruzzo, contro il 2,7 nel Mezzogiorno e il 4,1 per cento in Italia). Gli indicatori relativi all ambiente mostrano dei risultati abbastanza soddisfacenti solo in alcuni settori. Per la raccolta differenziata dei rifiuti urbani 16 nel 2010 l Abruzzo ha registrato il 28,1 per cento sul totale dei rifiuti urbani (21,2 per cento nel Mezzogiorno e 35,3 in Italia). Peggiora la situazione abruzzese per aspetti relativi ai servizi idrici, come evidenzia la percentuale di utilizzo delle risorse idriche per il consumo umano 17, che nel 2008 era pari al 56,4 per cento (contro il 60,3 del Mezzogiorno e il 67,9 dell Italia). Se, invece, si considerano i servizi energetici e in particolare le interruzioni del servizio elettrico 18, l Abruzzo mostra nel 2010 valori migliori (2,2) rispetto alla media del Mezzogiorno (3,7) e in linea con la media nazionale. Target UE2020 Oltre agli obiettivi nazionali individuati nel QSN e in parte già descritti sopra, nel confronto internazionale si considerano anche i target della Strategia Europa Europa 2020, che è la rivisitazione della Strategia di Lisbona, detta le linee e gli obiettivi da conseguire entro il 2020 affinché l Unione possa uscire dal declino degli ultimi anni. Gli obiettivi della Strategia tradotti in obiettivi nazionali 20 vengono misurati attraverso un set di indicatori condivisi (cfr. tabella 1). Nell ambito dell istruzione l indicatore è lo stesso inserito nel Qsn (vedi sezione precedente) e mostra come il fenomeno degli abbandoni sia molto arginato, in diminuzione rispetto al 2004 risulta nel 2011 inferiore sia alla media nazionale che a quella dell area e al di sotto del target europeo. La percentuale di laureati tra anni è il 25,8, in notevole aumento rispetto al 2005, superiore sia alla media nazionale sia a quella dell area e molto vicino al raggiungimento del target. Il tasso di occupazione in età anni è invece significativamente superiore alla media dell area e in linea con la media nazionale, registra una contrazione rispetto al 2003 è ancora lontano dalla media Ue e dal target fissato al La spesa totale in R&S, in diminuzione rispetto al 2003, ha raggiunto attualmente un valore in linea con 123

132 Abruzzo quello del Sud ma inferiore alla media italiana. La popolazione a rischio di povertà (persone) è aumentata tra il 2005 e il 2011, in linea con quanto si regista sia a livello nazionale che europeo. Tabella 1. Posizione dell Abruzzo rispetto ai benchmark di Europa 2020 Indicatore 2003* Ultimo valore disponibile Abruzzo Mezzogiorno Italia UE(27) Abruzzo Mezzogiorno Italia UE(27) Obiettivi NAZIONALI "UE2020" Obiettivi UE2020 Giovani che lasciano prematuramente la scuola** (2004*, 2011) Laureati tra anni*** (2004, 2011) 16,6 27,7 22,9 16,1 12,8 21,2 18,2 13, ,5 12,9 15,6 27,9 25,8 16,4 20,3 34, Tasso di occupazione in età anni (2011) 62,5 50,5 61, ,1 47,8 61,2 68, Spesa totale per R&S (2010) 1,1 0,8 1,11 1,86 0,9 0,9 1,26 2,01 1,53 3 Popolazione a rischio povertà (2005,2011)****, migliaia 288, , riduzione di riduzione 20 milioni * Per tutti gli indicatori considerati viene indicato tra parentesi: l'annualità iniziale quando diversa dal 2003 e l'anno per l'ultimo valore disponibile. ** In ambito comunitario l'indicatore dei giovani che lasciano prematuramente la scuola corrisponde all'indicatore "Early leavers from education and training". ***Per i laureati tra anni il corrispondente calcolato da Eurostat è "population aged having completed tertiary education". **** Dati Eurostat, i valori assoluti per l'italia e l'ue27 sono quelli pubblicati mentre i valori regionali sono stati stimati attarverso i dati percentuali del rischio di povertà e la popolazione al 1 gennaio. Fonte: Istat e Eurostat 124

133 Abruzzo Tavola 1. Principali indicatori economici dell Abruzzo Indicatori strutturali Abruzzo Mezzogiorno Italia Popolazione totale residente ( in migliaia ) al 9 ottobre Superficie ( kmq in migliaia ) 10,8 123,1 301,3 Densità demografica ( abitanti per kmq ), ,0 167,5 197,3 PIL per abitante (a prezzi correnti, euro ), PIL per abitante (a prezzi concatenati, euro ), PIL per abitante (valori concatenati, variazione percentuale media ), 2011/2010 0,7-0,4 0,0 Consumi delle famiglie per abitante (valori concatenati, euro ), Consumi delle famiglie per abitante (val. concatenati, var. perc. media), 2011/2010-0,7-0,2-0,2 PIL (valori concatenati, milioni di euro ), PIL (valori concatenati, variazione percentuale ), 2011/2010 1,0-0,3 0,4 Importazioni nette 1 /PIL (valori correnti, percentuale), ,4 23,4 2,8 Investimenti fissi lordi/pil (valori correnti, percentuale), ,6 18,9 17,7 Produttività 2 (valori concatenato, variazione percentuale), 2011/2010-0,4 0,4 0,5 Valore Aggiunto Industria (valori concatenato, percentuale su VA totale), ,8 17,8 24,7 Occupati (in migliaia), percentuale sul totale nazionale 2,2 27,0 100,0 Variazione (valori percentuali), 2012/2011 0,2-0,6-0,3 In cerca di occupazione (in migliaia), percentuale sul totale nazionale 2,2 46,7 100,0 Variazione (valori percentuali), 2012/ ,8 31,0 30,2 Forze di lavoro (in migliaia), percentuale sul totale nazionale 2,2 29,1 100,0 Variazione (valori percentuali), 2012/2011 2,8 3,7 2,3 Tasso di occupazione anni, ,8 43,8 56,8 maschile 68,4 56,2 66,5 femminile 45,3 31,6 47,1 Tasso di attività anni, ,8 53,0 63,7 maschile 75,7 67,0 73,9 femminile 52,1 39,3 53,5 Tasso di disoccupazione, ,8 17,2 10,7 maschile 9,4 15,9 9,9 femminile 12,9 19,3 11,9 Imprese attive (valori assoluti) Densità imprenditoriale (imprese per 1000 abitanti) ,4 59,4 73,8 Dimensione media delle imprese (addetti / imprese) ,3 2,9 3,8 Addetti totali alle unità locali delle imprese (valori in migliaia) Addetti al manifatturiero nelle unità locali (valori in migliaia) , Dimensione media delle unità locali (addetti / unità locali) ,4 3,0 3,6 Turismo presenze complessive (valori in migliaia), percentuale sul totale nazionale 1,9 19,9 100,0 Turismo presenze straniere (valori in migliaia), percentuale sul totale nazionale 0,6 13,4 100,0 Esportazioni di beni (valori a prezzi correnti, milioni di euro) percentuale sul totale nazionale 1,8 11,9 100,0 1 Le importazioni nette sono definite come il saldo tra importazioni ed esportazioni e comprendono lo scambio di beni e servizi con l estero e con le altre regioni. Il valore negativo indica che il volume delle esportazioni supera quello delle importazioni, se il valore è invece positivo significa che le importazioni sono maggiori delle esportazioni. 2 Calcolata come il rapporto tra il Pil a valori concatenati e le unità di lavoro totali. Fonte: Istat- Popolazione residente, censimento 2011 Conti economici territoriali; Rilevazione continua sulle forze di lavoro; Archivio Asia- Imprese; Archivio Asia-Unità locali; Rilevazione sul movimento dei clienti negli esercizi ricettivi; Indagine sul commercio estero 125

134 Abruzzo Tavola 2. Alcuni indicatori di contesto dell Abruzzo Istruzione e formazione Indicatore (Anno inizio serie; ultimo anno disponibile) Abruzzo Mezzogiorno Italia Abruzzo Mezzogiorno Italia 1 L'indicatore è anche un obiettivo di servizio. 2 L'indicatore è anche un target della Strategia Europa I dati del 2010 non sono confrontabili con quelli del 2003 perché la classificazione ATECO di riferimento è diversa nei due anni. 4 Il valore del tasso di mortalità per il 2010 è stimato.. 5 I dati del 2011 si riferiscono solo alle regioni del Mezzogiorno; l'ultimo anno disponibile per l'italia è il Fonte: DPS-ISTAT Banca dati indicatori regionali per le politiche di sviluppo - ultimo aggiornamento marzo Anno: inizio serie Anno: ultimo disponibile - Percentuale della popolazione anni, con al più la licenza media, che abbandona 16,6 27,6 22,9 12,8 21,2 18,2 prematuramente gli studi (2004; 2011) 1 - Laureati in matematica, scienze e tecnologia (per abitanti) (2000; 2009) 6,5 3,8 5,7 8,9 8,3 12,2 - Percentuale della popolazione anni che frequenta un corso di studio o di formazione professionale (2000; 2011) Ricerca e innovazione 3,9 4,7 5,5 6,8 5,1 5,7 - Capacità innovativa: percentuale di spesa pubblica e privata in R&S sul Pil (2000; 2010) 2 0,9 0,8 1,0 0,9 0,9 1,3 - Addetti alla R&S (per abitanti) (2002; 2010) 2,5 1,6 2,9 2,4 1,8 3,7 - Percentuale di imprese (con più di dieci addetti) dei settori industria e servizi che 23,9 25,2 31,2 88,5 85,8 88,3 dispongono di collegamento a banda larga (2003; 2011) 3 - Percentuale di addetti delle imprese (con più di 10 addetti) dei settori industria e servizi che utilizzano computer connessi a Internet (2003; 2011) 3 17,7 16,0 24,2 24,6 24,6 35,5 Ambiente ed energia - Percentuale di famiglie che denunciano irregolarità nell'erogazione dell'acqua (2000; 2010) 13,3 28,6 15,0 17,4 18,7 10,8 - Lunghezza delle coste non balneabili per inquinamento sulla lunghezza totale delle coste (percentuale) (2000; 2009) 8,3 6,0 5,5 7,0 6,8 6,2 - Popolazione dei comuni con il servizio di rete fognaria con depurazione completa dei reflui convogliati sul totale della popolazione residente (percentuale) (1999; 2008) 47,5 48,3 47,3 50,6 50,6 49,8 - Percentuale di rifiuti solidi urbani oggetto diraccolta differenziata sul totale dei rifiuti solidi 6,1 2,4 14,4 28,1 21,2 35,3 urbani (2000; 2010) 1 - Frequenza delle interruzioni accidentali lunghe del servizio elettrico (numero medio per utente) (2000; 2010) 3,5 5,2 3,6 2,2 3,7 2,2 - Energia prodotta da fonti rinnovabili (eolica, fotovoltaica, geotermoelettrica) su produzione totale (percentuale) (2000; 2010) 36,6 5,2 19,1 39,3 18,2 25,9 Condizioni sociali - Percentuale di famiglie che avvertono molto o abbastanza disagio al rischio di criminalità nella zona in cui vivono (2000; 2012) - Percentuale di popolazione che vive in famiglie al di sotto della soglia di povertà (2002; 2011) - Percentuale dibambini tra 0-3 anni che hanno usufruito dei servizi per l'infanzia (2004; 2011) ,2 28,7 30,6 16,9 25,0 26,3 16,5 23,6 12,4 14,3 26,9 13,6 6,7 4,2 11,2 9,5 5,0 13,9 - Percentuale di anziani (65 anni e oltre) trattati in assistenza domiciliare integrata (ADI) 0,9 0,9 1,9 4,7 2,7 4,1 (2001; 2011) 1 Risorse culturali e turismo - Numero divisitatori diistituti statali diantichità e d'arte per istituto (valori in migliaia) (2000; 2011) 14,7 63,8 79,4 10,4 55,5 94,7 - Biglietti venduti per attività teatrali e musicali (per 100 abitanti) (2000;2010) 41,2 28,6 50,9 33,6 34,3 56,3 - Giornate di presenza (italiani e stranieri) nel complesso degli esercizi ricettivi per abitante (2000; 2010) Trasporti e mobilità - Percentuale di utenti di mezzi pubblici sul totale delle persone che si sono spostate per motivi di lavoro e hanno usato mezzi di trasporto (2000; 2011) 5,0 3,3 6,0 5,5 3,6 6,2 18,4 20,7 19,7 19,6 19,2 19,3 - Tonnellate di merci in ingresso ed in uscita per ferrovia sul totale delle modalità (2000; 2010) 0,9 1,8 2,3 0,1 0,6 1,0 - Tonnellate di merci in ingresso ed in uscita per ferrovia per 100 abitanti (2000; 2010) 20,3 21,7 51,0 3,4 10,0 27,4 - Tonnellate di merci in ingresso ed in uscita su strada per abitante (2000; 2010) 21,1 9,9 20,6 26,7 12,9 24,6 - Passeggeri sbarcati e imbarcati per via aerea (per 100 abitanti) (2000; 2010) 6,5 85,2 158,0 34,0 155,9 229,6 Sistemi produttivi - Tasso netto di turnover delle imprese (differenza tra il tasso di natalità e di mortalità delle 0,8 0,9 0,8 0,2-0,3-1,1 imprese) (2000; 2010) 4 - Percentuale di unità di lavoro irregolari sul totale delle unità di lavoro (2001; 2011) 13,5 21,1 13,8 14,0 20,3 12,2 - Indice di intensità creditizia: impieghi bancari (consistenza media annua) in percentuale del Pil (a prezzi correnti) (2000; 2009) Sistemi urbani - Linee urbane di trasporto pubblico locale nei comuni capoluogo di provincia per 100 Kmq di superficie comunale (2000; 2010) - Emigrazione ospedaliera in altra regione per ricoveri ordinari acuti sul totale delle persone ospedalizzate residenti nella regione (2000; 2010) Apertura internazionale 34,0 26,8 42,9 53,9 36,4 62,0 92,4 89,8 115,2 114,0 99,7 125,3 10,2 10,7 6,9 13,7 9,5 6,4 - Investimenti diretti netti dall'estero in Italia sul Pil (2008; 2011) -0,2 0,1-0,5-1,0 0,0 1,6 - Capacità di esportare (valore delle esportazioni di merci in percentuale del Pil) (2000; 2011) 22,4 10,0 21,7 24,5 11,6 23,8

135 popolazione (in migliaia) Molise Aspetti demografici Molise Tendenze economiche e sociali Al 9 ottobre 2011, dai dati del censimento, la popolazione totale residente nella regione risulta pari a individui, dei quali il 51,3 per cento femmine e il 48,7 per cento maschi. La popolazione 1 molisana, in lieve riduzione dal 1980, copre nel 2011 solo lo 0,5 per cento del totale Italia e l 1,5 per cento del Mezzogiorno nel suo complesso (Figura 1). Nel 2011 il tasso naturale 2 è stato negativo così come per l Italia e per il Mezzogiorno, ma con intensità maggiore (-3,94 per mille abitanti in Molise, contro -0,77 in Italia e -0,33 nel Mezzogiorno). Anche il tasso migratorio interno 3 è stato negativo (-0,22 per mille), ma in misura inferiore a quello dell area meridionale (-2,53), mentre quello estero 4 è risultato positivo (2,33 per mille abitanti in Molise, contro 2,93 per mille nel Mezzogiorno e 5,01 per mille in Italia). Sulla base dei risultati censuari nell arco dell ultimo decennio la popolazione straniera, abitualmente dimorante in Molise, è aumentata in maniera significativa, passando da del 2001 (con un incidenza dell 1,9 per mille sulla popolazione straniera totale in Italia) a unità nel 2011 (con un incidenza del 2 per mille sulla popolazione straniera totale in Italia). L incidenza degli stranieri sul totale della popolazione residente passa da 8,1 nel 2001 al 25,6 stranieri per mille censiti nel Il grafico sui contributi dei saldi demografici evidenzia come la crescita della popolazione dal 2011 è dovuta esclusivamente alla componente estera che colma i valori negativi delle migrazioni interne e del saldo naturale. Il tasso di fecondità, nel 2011, è stato dell 1,16 figli per donna, inferiore alla media italiana e meridionale (rispettivamente 1,39 e 1,33 figli per donna) Figura 1. Popolazione residente ed evoluzione demografica in Molise Popolazione residente Contributi dei saldi demografici (livelli e quote, periodo ) (saldi su popolazione, periodo ) 0,8 0,6 0,4 0,2 0,0 quota su Italia 8,0 6,0 4,0 2,0 0,0-2,0-4,0-6,0 livello quota su Italia tasso naturale tasso migratorio interno tasso migratorio estero Fonte: Istat. Popolazione residente a metà anno e Bilanci annuali. Per i tassi del 2011: Istat, Noi Italia

136 classi di età classi di età Molise La piramide delle età mostra nel 2011 uno snellimento nelle classi più basse e un rigonfiamento in quelle centrali rispetto alla struttura del La quota dei maschi nel 2011 è superiore a quello delle femmine fino ai 34 anni; nelle classi intermedie c è più o meno la stessa percentuale di maschi e femmine rispetto alla popolazione totale molisana; in quelle più anziane, sopra i 65 anni, la parte femminile è predominante. Nel complesso il tasso di dipendenza 5 del Molise nel 2011 è pari al 52,3 per cento e l indice di vecchiaia 6 è molto alto, pari a 175,8. Figura 2. Piramide delle età anni 1992 e 2011 per classi di popolazione residente in Molise* (popolazione in migliaia per classi di età, livelli e quote sul totale) 95 e oltre ,0 0,1 0,5 1,1 1,6 1,7 2,7 3,0 3,0 2,8 3,6 3,4 3,3 2,5 3,9 3,8 3,7 3,1 2,7 2, ,0 0,3 0,8 1,6 2,2 2,2 3,2 3,3 2,4 2,93,2 3,2 3,2 3,5 3,5 3,8 3,9 2,4 2,73, popolazione in migliaia 95 e oltre ,0 3,8 3,43,2 3,8 3,6 3,5 3,1 2,9 2,7 2,3 2,1 2,0 0,20,1 0,8 1,4 2,1 2,4 2, ,2 0,5 1,5 2,3 2,8 2,4 2,9 1,9 2,02,22,5 3,0 3,2 3,5 3,7 3,9 2,8 3,0 3,33, popolazione in migliaia FEMMINE MASCHI FEMMINE MASCHI * le etichette rappresentano le quote sul totale della popolazione regionale Fonte: elaborazioni su dati Istat Formazione e impiego delle risorse Il Pil reale della regione nel 2011 rappresentava lo 0,4 per cento del prodotto interno lordo italiano e l 1,7 per cento di quello del Mezzogiorno. Nell ultimo decennio , il Pil della regione ha registrato una lieve flessione (-0,4 per cento la variazione media annua) a fronte di una stazionarietà registrata nel Mezzogiorno e una crescita media dello 0,4 per cento a livello nazionale (Figura 3). Nel 2011 il prodotto interno lordo regionale è diminuito dell 1,5 per cento rispetto all anno precedente. Il Molise è la regione che registra la più forte contrazione nell ultimo anno disponibile, a fronte di una diminuzione dello 0,3 per cento nel Mezzogiorno e di una crescita nazionale pari allo 0,4 per cento. Figura 3. L andamento del PIL della regione Molise (variazioni percentuali annue e indici 2000=100, prezzi concatenati, anno di riferimento 2005) 6,0 4,0 2,0 0,0-2,0-4,0-6,0-8,0 (variazioni percentuali) ,0 110,0 108,0 106,0 104,0 102,0 100,0 98,0 96,0 94,0 (2000=100) Fonte: elaborazioni su dati Istat Molise Mezzogiorno Italia 128 Molise Mezzogiorno Italia

137 Molise Il Pil pro capite a valori correnti del Molise era pari nel 2011 al 77,6 per cento del Pil pro capite italiano e al 114 di quello dell area meridionale. I consumi finali delle famiglie in termini reali nel 2011 sono diminuiti dello 0,1 per cento, in linea con quanto avvenuto nel Mezzogiorno e in controtendenza alla media italiana (0,2 per cento). Gli investimenti fissi lordi a valori concatenati sono diminuiti nel 2010 (ultimo anno disponibile) del 7,4 per cento, a fronte di una crescita nel Mezzogiorno e in Italia (1,7 e 2,1 per cento rispettivamente). Il Molise è la regione che registra la contrazione più elevata nell ultimo anno a disposizione. Dal lato dell offerta, la distribuzione del valore aggiunto a livello settoriale nel 2011 segnala il contributo maggiore da parte del settore dei servizi (70,5 contro 78,6 del Mezzogiorno e 73,2 per cento dell Italia), seguito dall industria in senso stretto (18,4 contro 12,2 del Mezzogiorno e 19,4 per cento dell Italia), dalle costruzioni (6,6 contro 5,6 del Mezzogiorno e 5,4 per cento dell Italia) e dall agricoltura (4,3 contro 3,7 nel Mezzogiorno e 2,2 per cento in Italia). Solo l agricoltura ha registrato un aumento del valore aggiunto nel 2011 (3,2 per cento rispetto all anno precedente); tutti gli altri settori hanno subito una diminuzione: quello delle costruzioni (-2,8 per cento), a seguire l industria in senso stretto (-2,2 per cento) e i servizi (-1,4 per cento). Complessivamente il valore aggiunto del Molise è diminuito dell 1,5 per cento). I settori più produttivi sono quelli dei servizi e dell industria in senso stretto. La dinamica della produttività (valore aggiunto per unità di lavoro) nel 2011 è stata positiva per i settori dell agricoltura e dell industria in senso stretto (1,7 per cento e 2,5 per cento rispettivamente); negativa per le costruzioni e servizi (-1 per cento e -0,6 per cento rispettivamente). Le unità di lavoro sono però diminuite in tutti i settori ad eccezione dell agricoltura. Complessivamente, la produttività totale del Molise è diminuita dello 0,2 per cento, contro un aumento a livello nazionale e ripartizionale (0,5 e 0,4 per cento rispettivamente). Mercato del lavoro e imprese Nel 2012, la dinamica degli occupati è stata lievemente negativa (-0,2 per cento rispetto al 2011), contro una diminuzione nel Mezzogiorno e in Italia (-0,6 e -0,3 per cento rispettivamente). Nello stesso anno il numero di disoccupati è aumentato (23,5 per cento), ma in misura inferiore alla media registrata nel Mezzogiorno (31 per cento) e in Italia (30,2 per cento). Figura 4. Tasso di occupazione anno in Molise (livello percentuale, periodo ) 70,0 68,0 66,0 64,0 62,0 60,0 58,0 56,0 54,0 52,0 50,0 48,0 46,0 44,0 42,0 40, Molise Italia Fonte: elaborazioni su dati Istat 129

138 Molise Quanto alla struttura del mercato del lavoro nel 2012 il Molise è caratterizzato da un tasso di occupazione della popolazione in età anni (50,7 per cento), inferiore alla media nazionale, ma superiore a quella del Mezzogiorno (cfr. Tavola 1). Il tasso di disoccupazione è pari al 12 per cento (contro 10,7 in Italia e 17,2 nel Mezzogiorno). Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) segna nel 2012 un miglioramento rispetto all anno precedente e si assesta al 41,9 per cento, di poco inferiore alla media nazionale (35,3 per cento, contro il 46,9 del Mezzogiorno). I NEET di anni (giovani che non studiano e non lavorano) costituiscono nel 2011 il 22,8 per cento della corrispondente classe di popolazione, in linea con la media italiana (22,7 per cento, contro il 31,9 per cento nel Mezzogiorno). Sempre nel 2011 è in diminuzione, rispetto all anno precedente, la percentuale di lavoro irregolare nella Regione, pari al 23,1 per cento del totale di unità di lavoro, ma il valore è superiore sia alla media nazionale sia a quella del Mezzogiorno (12,2 per cento e 20,4 per cento rispettivamente). I dati del 2012 relativi alla Cassa integrazione guadagni hanno mostrato per le ore autorizzate un incremento pari al 5,1 per cento rispetto all anno precedente, a fronte di una crescita più sostenuta nel Mezzogiorno e in Italia (12,3 e 12,1 per cento rispettivamente). Nel dettaglio l aumento in Molise ha riguardato principalmente la componente ordinaria (101,9 per cento) e quella in deroga (62,8 per cento); risulta in diminuzione quella straordinaria (-49,7 per cento). A livello subregionale (Figura 5) si osserva che gli occupati nei Sistemi locali del lavoro (SLL 7 ) al 2010 erano concentrati principalmente nelle zone a Sud di Campobasso. Figura 5. Cartogramma occupazione Fonte: elaborazioni su dati Istat Riguardo al tessuto produttivo, le imprese attive (fonte Istat, Archivio ASIA-Imprese) erano nel (1,7 per cento delle imprese attive del Mezzogiorno e 0,5 per cento di quelle italiane); la densità imprenditoriale 8 era pari al 67,3 per mille abitanti, superiore a quella del Mezzogiorno (59,4), ma inferiore a quella italiana (73,8). Per quanto riguarda le Unità Locali, i dati dell archivio ASIA-UL dell Istat mostrano per l anno 2010 un numero di addetti di (pari all 1,7 per cento della ripartizione Mezzogiorno e 130

139 Molise allo 0,4 per cento su base nazionale), di cui nel solo manifatturiero (2,3 per cento dell intero Mezzogiorno e 0,4 rispetto all Italia). La dimensione media risulta pari a 3 addetti, in linea con quella del Mezzogiorno, ma inferiore a quella dell Italia (3,6). In base ai dati Infocamere (non direttamente confrontabili con i dati Asia-Istat, ma più aggiornati sugli andamenti recenti), il tasso di crescita delle imprese 9 nel 2012 a livello nazionale è tornato a ridursi (0,31 per cento), rispetto al 2011 (0,82) e al 2010 (1,19). La regione al riguardo presenta valori più bassi (-0,17 nel 2012 e 0,06 nel 2011). Il livello di innovazione imprenditoriale in Molise, misurato considerando il grado di utilizzo di Internet nelle imprese 10, nel 2011 era pari al 19,4 per cento. La quota è inferiore alla media italiana (35,5) e a quella del Mezzogiorno (24,6) e in diminuzione rispetto al Apertura verso l estero Le esportazioni di beni del Molise costituivano nel 2012 lo 0,1 per cento del flusso complessivo dell export italiano e lo 0,8 per cento di quello del Mezzogiorno. Nel periodo le vendite all estero della regione evidenziano una dinamica negativa (-2,2 per cento), in controtendenza all andamento positivo del Mezzogiorno e dell Italia (rispettivamente 4,1 e 3,4 per cento la crescita media annua), dovuto anche alla contrazione registrata nell ultimo anno (-6,1 per cento in Molise, contro 7,8 per cento nel Mezzogiorno e 3,7 per cento in Italia). I comparti merceologici manifatturieri a più elevata specializzazione all export della regione sono stati nel 2012 quelli relativi a sostanze e prodotti chimici, prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori e Articoli in gomma e materie plastiche, altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi. Complessivamente coprono oltre il 60 per cento dell intero export regionale. Le destinazioni geografiche prevalenti delle esportazioni sono state la Francia e la Germania. Oltre il 66 per cento dell export regionale è diretto verso i Paesi dell Unione europea a 27. Relativamente ai mercati emergenti, in particolare ai BRIC, la regione esporta il 5,4 per cento delle merci verso questi paesi. La capacità di esportare (esportazioni su PIL) si attesta nel 2011 al 6,2 per cento, inferiore alla media dell area meridionale (11,6 per cento) e a quella italiana (23,8 per cento). L attrattività turistica della regione è insufficiente: il peso delle presenze complessive sul totale nazionale nel 2011 era pari allo 0,2 per cento (0,0 per cento per gli stranieri, 0,3 per cento per gli italiani. Nel periodo , le presenze sono aumentate (0,6 per cento medio annuo, contro 1,2 per cento in Italia e 1,3 per cento nel Mezzogiorno). La capacità ricettiva degli esercizi, pari a un totale di posti letto, se misurata in rapporto al numero di abitanti, è inferiore sia a quella media del Mezzogiorno sia alla media nazionale (36,1 posti letto per mille abitanti contro i 63,9 del Mezzogiorno e i 79 dell Italia). 131

140 Molise Le performance regionali economiche e sociali assumono maggior risalto nel confronto con il contesto nazionale e internazionale, in relazione ai target individuati nei documenti programmatici e strategici quali il Quadro Strategico nazionale (di seguito QSN 11 ) e la nuova agenda Europa Indicatori del contesto sociale e obiettivi di servizio Con riferimento al contesto sociale, la percentuale di popolazione molisana che vive in famiglie al di sotto della soglia di povertà nel 2011 era pari al 20,8 per cento contro una media italiana del 13,6 per cento, ma al di sotto della media del Mezzogiorno (26,9 per cento). A questo si associa un buon livello di utilizzo di capitale umano, sia in termini di giovani che abbandonano prematuramente gli studi 12 pari al 13,1 per cento nel 2011 (contro il 21,2 nel Mezzogiorno e il 18,2 in Italia), sia in termini di adulti che partecipano all'apprendimento permanente 13 (5,6 per cento nel 2009, contro 5,1 nel Mezzogiorno e 5,7 in Italia), anche se in diminuzione rispetto all anno precedente. Per quanto riguarda la sicurezza, la percezione delle famiglie del rischio di criminalità nella zona in cui vivono nel 2012 (13,8 per cento) era molto più bassa della media del Mezzogiorno e di quella italiana (rispettivamente 25 e 26,3 per cento). In merito agli altri obiettivi di servizio di natura sociale, nel 2011, si osservano valori superiori alla media del Mezzogiorno sia per la presa in carico dell'utenza per il servizio di asilo nido 14 (11 per cento in Molise, contro 5 per cento nel Sud), sia per la presa in carico degli anziani per il servizio di assistenza domiciliare integrata 15 (3,5 per cento contro 2,7 per cento nel Mezzogiorno). Insufficiente nel settore ambiente la performance della regione nel 2010 per la raccolta differenziata dei rifiuti urbani 16 (12,9 per cento del totale dei rifiuti urbani), al di sotto sia della media del Mezzogiorno sia di quella nazionale (rispettivamente 21,2 e 35,3 per cento), pur se in aumento rispetto al Situazione simile anche riguardo ai servizi idrici, come evidenzia la percentuale di utilizzo delle risorse idriche per il consumo umano 17, che nel 2008 era pari al 56,1 per cento contro il 60,3 del Mezzogiorno e il 67,9 dell Italia. La situazione migliora per i servizi energetici e in particolare per le interruzioni del servizio elettrico 18, che nel 2010 erano pari all 1,3, al di sotto della media del Mezzogiorno (3,7) e nazionale (2,2). Target UE2020 Oltre agli obiettivi nazionali individuati nel QSN e in parte già descritti sopra, nel confronto internazionale si considerano anche i target della Strategia Europa Europa 2020, che è la rivisitazione della Strategia di Lisbona, detta le linee e gli obiettivi da conseguire entro il 2020 affinché l Unione possa uscire dal declino degli ultimi anni. Gli obiettivi della Strategia tradotti in obiettivi nazionali 20 vengono misurati attraverso un set di indicatori condivisi (cfr. tabella 1). Nell ambito dell istruzione l indicatore è lo stesso inserito nel Qsn (vedi sezione precedente) e mostra come gli abbandoni siano inferiori rispetto alla media meridionale e il Molise ha già raggiunto il target nazionale I laureati tra anni rappresentano il 23,9 per cento, in aumento rispetto al 2004 e anche in questo caso il valore è superiore della media del Mezzogiorno e dell Italia. Il tasso di occupazione in età anni è inferiore alla media nazionale e superiore a quello dell area, ma registra un lieve peggioramento rispetto al 2003, andando in direzione opposta rispetto al target. La spesa pubblica in R&S, già bassa in Italia e nel Mezzogiorno, è ancora più contenuta nel Molise (0,5 per cento del Pil nel 2010). Il dato relativo alla popolazione a rischio di povertà (persone) è in aumento tra il 2005 e il 2011, ma è un fenomeno che si registra anche nel Mezzogiorno e in Italia. 132

141 Molise Indicatore Tabella 1. Posizione del Molise rispetto ai benchmark di Europa * Ultimo valore disponibile Molise Mezzogiorno Italia UE(27) Molise Mezzogiorno Italia UE(27) Obiettivi NAZIONALI "UE2020" Obiettivi UE2020 Giovani che lasciano prematuramente la scuola** (2004*, 2011) Laureati tra anni*** (2004, 2011) 15,2 27,7 22,9 16,1 13,1 21,2 18,2 13, ,3 12,9 15,6 27,9 23,9 16,4 20,3 34, Tasso di occupazione in età anni (2011) 56,1 50,5 61, ,7 47,8 61,2 68, Spesa totale per R&S (2010) 0,4 0,8 1,11 1,86 0,5 0,9 1,26 2,01 1,53 3 Popolazione a rischio povertà (2005,2011)****, migliaia *Per tutti gli indicatori considerati viene indicato tra parentesi: l annualità iniziale quando diversa dal 2003 e l anno per l ultimo valore disponibile. ** In ambito comunitario l indicatore dei giovani che lasciano prematuramente la scuola corrisponde all indicatore Early leavers from education and training. ***Per i laureati tra anni il corrispondente calcolato da Eurostat è Population aged anni having completed tetiary education. **** Dati Eurostat, i valori assoluti per l'italia e l'ue27 sono quelli pubblicati mentre i valori regionali sono stati stimati attarverso i dati percentuali del rischio di povertà e la popolazione al 1 gennaio. Fonte: Istat e Eurostat 91, , riduzione di riduzione 20 milioni 133

142 Molise Tavola 1. Principali indicatori economici del Molise Indicatori strutturali Molise Mezzogiorno Italia Popolazione totale residente ( in migliaia ) al 9 ottobre Superficie ( kmq in migliaia ) 4,4 123,1 301,3 Densità demografica ( abitanti per kmq ), ,3 167,5 197,3 PIL per abitante (a prezzi correnti, euro ), PIL per abitante (a prezzi concatenati, euro ), PIL per abitante (valori concatenati, variazione percentuale media ), 2011/2010-1,8-0,4 0,0 Consumi delle famiglie per abitante (valori concatenati, euro ), Consumi delle famiglie per abitante (val. concatenati, var. perc. media), 2011/2010 0,0-0,2-0,2 PIL (valori concatenati, milioni di euro ), PIL (valori concatenati, variazione percentuale ), 2011/2010-1,9-0,3 0,4 Importazioni nette 1 /PIL (valori correnti, percentuale), ,1 23,4 2,8 Investimenti fissi lordi/pil (valori correnti, percentuale), ,8 18,9 17,7 Produttività 2 (valori concatenato, variazione percentuale), 2011/2010-0,2 0,4 0,5 Valore Aggiunto Industria (valori concatenato, percentuale su VA totale), ,1 17,8 24,7 Occupati (in migliaia), percentuale sul totale nazionale 0,5 27,0 100,0 Variazione (valori percentuali), 2012/2011-0,2-0,6-0,3 In cerca di occupazione (in migliaia), percentuale sul totale nazionale 0,5 46,7 100,0 Variazione (valori percentuali), 2012/ ,5 31,0 30,2 Forze di lavoro (in migliaia), percentuale sul totale nazionale 0,5 29,1 100,0 Variazione (valori percentuali), 2012/2011 2,2 3,7 2,3 Tasso di occupazione anni, ,7 43,8 56,8 maschile 62,1 56,2 66,5 femminile 39,2 31,6 47,1 Tasso di attività anni, ,7 53,0 63,7 maschile 69,5 67,0 73,9 femminile 45,9 39,3 53,5 Tasso di disoccupazione, ,0 17,2 10,7 maschile 10,4 15,9 9,9 femminile 14,5 19,3 11,9 Imprese attive (valori assoluti) Densità imprenditoriale (imprese per 1000 abitanti) ,3 59,4 73,8 Dimensione media delle imprese (addetti / imprese) ,7 2,9 3,8 Addetti totali alle unità locali delle imprese (valori in migliaia) Addetti al manifatturiero nelle unità locali (valori in migliaia) Dimensione media delle unità locali (addetti / unità locali) ,0 3,0 3,6 Turismo presenze complessive (valori in migliaia), percentuale sul totale nazionale 0,2 19,9 100,0 Turismo presenze straniere (valori in migliaia), percentuale sul totale nazionale 0,0 13,4 100,0 Esportazioni di beni (valori a prezzi correnti, milioni di euro) percentuale sul totale nazionale 0,1 11,9 100,0 1 Le importazioni nette sono definite come il saldo tra importazioni ed esportazioni e comprendono lo scambio di beni e servizi con l'estero e con le altre regioni. Il valore negativo indica che il volume delle esportazioni supera quello delle importazioni, se il valore è invece positivo significa che le importazioni sono maggiori delle esportazioni. 2 Calcolata come il rapporto tra il Pil a valori concatenati e le unità di lavoro totali. Fonte: Istat - Popolazione residente, censimento Conti Economici Territoriali; Rilevazione continua sulle forze di lavoro; Archivio Asia- Imprese; Archivio Asia-Unità Locali; Rilevazione sul movimento dei clienti negli esercizi ricettivi; Indagine sul commercio estero 134

143 Molise Tavola 2. Alcuni indicatori di contesto del Molise Istruzione e formazione Indicatore (Anno inizio serie; ultimo anno disponibile) Molise Mezzogiorno Italia Molise Mezzogiorno Italia Anno: inizio serie 1 L'indicatore è anche un obiettivo di servizio. 2 L'indicatore è anche un target della Strategia Europa I dati del 2010 non sono confrontabili con quelli del 2003 perché la classificazione ATECO di riferimento è diversa nei due anni. 4 Il valore del tasso di mortalità per il 2010 è stimato. 5 I dati del 2011 si riferiscono solo alle regioni del Mezzogiorno; l ultimo anno disponibile per l Italia è il Anno: ultimo disponibile - Percentuale della popolazione anni, con al più la licenza media, che abbandona 15,2 27,6 22,9 13,1 21,2 18,2 prematuramente gli studi (2004; 2011) 1 - Laureati in matematica, scienze e tecnologia (per abitanti) (2000; 2009) 0,6 3,8 5,7 2,1 8,3 12,2 - Percentuale della popolazione anni che frequenta un corso di studio o di formazione professionale (2000; 2011) Ricerca e innovazione 4,8 4,7 5,5 5,6 5,1 5,7 - Capacità innovativa: percentuale di spesa pubblica e privata in R&S sul Pil (2000; 2010) 2 0,4 0,8 1,0 0,5 0,9 1,3 - Addetti alla R&S (per abitanti) (2002; 2010) 6 1,0 1,6 2,9-1,8 3,7 - Percentuale di imprese (con più di dieci addetti) dei settori industria e servizi che 24,8 25,2 31,2 88,3 85,8 88,3 dispongono di collegamento a banda larga (2003; 2011) 3 - Percentuale di addetti delle imprese (con più di 10 addetti) dei settori industria e servizi che utilizzano computer connessi a Internet (2003; 2011) 3 12,7 16,0 24,2 19,4 24,6 35,5 Ambiente ed energia - Percentuale di famiglie che denunciano irregolarità nell'erogazione dell'acqua (2000; 2010) 18,3 28,6 15,0 12,6 18,7 10,8 - Lunghezza delle coste non balneabili per inquinamento sulla lunghezza totale delle coste (percentuale) (2000; 2009) 5,6 6,0 5,5 1,7 6,8 6,2 - Popolazione dei comuni con il servizio di rete fognaria con depurazione completa dei reflui convogliati sul totale della popolazione residente (percentuale) (1999; 2008) 69,8 48,3 47,3 56,9 50,6 49,8 - Percentuale di rifiuti solidi urbani oggetto diraccolta differenziata sul totale dei rifiuti solidi 2,3 2,4 14,4 12,9 21,2 35,3 urbani (2000; 2010) 1 - Frequenza delle interruzioni accidentali lunghe del servizio elettrico (numero medio per utente) (2000; 2010) 2,9 5,2 3,6 1,3 3,7 2,2 - Energia prodotta da fonti rinnovabili (eolica, fotovoltaica, geotermoelettrica) su produzione totale (percentuale) (2000; 2010) 12,7 5,2 19,1 29,7 18,2 25,9 Condizioni sociali - Percentuale di famiglie che avvertono molto o abbastanza disagio al rischio di criminalità nella zona in cui vivono (2000; 2012) - Percentuale di popolazione che vive in famiglie al di sotto della soglia di povertà (2002; 2011) - Percentuale dibambini tra 0-3 anni che hanno usufruito dei servizi per l'infanzia (2004; 2011) 1 5 6,7 28,7 30,6 13,8 25,0 26,3 25,2 23,6 12,4 20,8 26,9 13,6 3,2 4,2 11,2 11,0 5,0 13,9 - Percentuale di anziani (65 anni e oltre) trattati in assistenza domiciliare integrata (ADI) 5,8 0,9 1,9 3,5 2,7 4,1 (2001; 2011) 1 Risorse culturali e turismo - Numero divisitatori diistituti statali diantichità e d'arte per istituto (valori in migliaia) (2000; 2011) 7,5 63,8 79,4 6,7 55,5 94,7 - Biglietti venduti per attività teatrali e musicali (per 100 abitanti) (2000;2010) 12,3 28,6 50,9 12,3 34,3 56,3 - Giornate di presenza (italiani e stranieri) nel complesso degli esercizi ricettivi per abitante (2000; 2010) Trasporti e mobilità - Percentuale di utenti di mezzi pubblici sul totale delle persone che si sono spostate per motivi di lavoro e hanno usato mezzi di trasporto (2000; 2011) 2,0 3,3 6,0 1,7 3,6 6,2 21,1 20,7 19,7 19,5 19,2 19,3 - Tonnellate di merci in ingresso ed in uscita per ferrovia sul totale delle modalità (2000; 2010) 2,2 1,8 2,3 0,0 0,6 1,0 - Tonnellate di merci in ingresso ed in uscita per ferrovia per 100 abitanti (2000; 2010) 52,6 21,7 51,0 0,0 10,0 27,4 - Tonnellate di merci in ingresso ed in uscita su strada per abitante (2000; 2010) 23,2 9,9 20,6 25,6 12,9 24,6 - Passeggeri sbarcati e imbarcati per via aerea (per 100 abitanti) (2000; 2010) - 85,2 158,0 0,0 155,9 229,6 Sistemi produttivi - Tasso netto di turnover delle imprese (differenza tra il tasso di natalità e di mortalità delle 0,8 0,9 0,8-1,1-0,3-1,1 imprese) (2000; 2010) 4 - Percentuale di unità di lavoro irregolari sul totale delle unità di lavoro (2001; 2011) 18,3 21,1 13,8 22,9 20,3 12,2 - Indice di intensità creditizia: impieghi bancari (consistenza media annua) in percentuale del Pil (a prezzi correnti) (2000; 2009) Sistemi urbani - Linee urbane di trasporto pubblico locale nei comuni capoluogo di provincia per 100 Kmq di superficie comunale (2000; 2010) - Emigrazione ospedaliera in altra regione per ricoveri ordinari acuti sul totale delle persone ospedalizzate residenti nella regione (2000; 2010) Apertura internazionale 27,8 26,8 42,9 34,9 36,4 62,0 177,2 89,8 115,2 199,0 99,7 125,3 21,4 10,7 6,9 18,7 9,5 6,4 - Investimenti diretti netti dall'estero in Italia sul Pil (2008; 2011) 0,0 0,1-0,5 0,0 0,0 1,6 - Capacità di esportare (valore delle esportazioni di merci in percentuale del Pil) (2000; 2011) 9,5 10,0 21,7 6,2 11,6 23,8 Fonte: DPS-ISTAT Banca dati indicatori regionali per le politiche di sviluppo -ultimo aggiornamento marzo

144 popolazione (in migliaia) Campania Campania Tendenze economiche e sociali Aspetti demografici Al 9 ottobre 2011, dai dati del censimento, la popolazione totale residente nella regione risulta pari a mila individui, dei quali mila femmine (51,5 per cento) e mila maschi (48,5 per cento). La popolazione 1 campana, in crescita quasi continua nel periodo , ha raggiunto a fine periodo un valore intorno ai mila abitanti (popolazione media annua residente). L incidenza della popolazione campana rispetto al Mezzogiorno era pari nel 2011 al 27,9 per cento, rispetto al totale della popolazione italiana era pari al 9,6 per cento (cfr. figura 1). Nel 2011, il tasso naturale 2 era pari allo 0,81 per mille, rispetto ad una media nazionale del -0,77 per mille, il tasso migratorio interno 3 è risultato negativo (-4,4 per mille), quello estero 4 positivo (3,57 per mille), a fronte di valori dei due indicatori pari rispettivamente a -0,06 e 5,01 per mille a livello nazionale e a -2,53 e 2,93 per mille nella ripartizione di appartenenza. La presenza di stranieri residenti nella regione, che nel 2001, secondo i dati del Censimento, contava circa 40 mila unità, ammontava al 9 ottobre 2011 a circa 150 mila unità, con incidenza in crescita, pari al 2,6 per cento della popolazione regionale (3,7 per cento sulla popolazione straniera a livello nazionale). Il tasso di fecondità nel 2011 è pari a 1,39 figli per donna, in linea con quello nazionale e maggiore della media dell area meridionale dell 1,33. Nella fattispecie il tasso di fecondità è più alto per le straniere, 1,69 contro 1,42 delle italiane Figura 1. Popolazione residente in Campania e contributi dei saldi demografici Popolazione residente Contributi dei saldi demografici (livelli e quote, periodo ) (saldi sulla popolazione, periodo ) 10,2 10,0 9,8 9,6 9,4 9,2 quota su Italia 8,0 6,0 4,0 2,0 0,0-2,0-4,0-6,0-8,0 livello quota su Italia tasso naturale tasso migratorio interno tasso migratorio estero Fonte: Istat. Popolazione residente a metà anno e Bilanci annuali. Per i tassi del 2011: Istat, Noi Italia

145 classi di età classi di età Campania La piramide delle età (vedi figura 2) mostra nel 2011 rispetto al 1992 uno snellimento nelle classi più basse e un rigonfiamento in quelle centrali rispetto alla struttura del 1992 per entrambi i sessi. Una maggiore presenza femminile si osserva nelle classi d età mature.. Nel complesso il tasso di dipendenza 5 della regione Campania nel 2011 è pari al 48,1 per cento, mentre l indice di vecchiaia 6 è pari a 98,7. Figura 2. Piramide delle età anni 1992 e 2011 per classi di popolazione residente in Campania* (popolazione al 1 Gennaio in migliaia per classi di età, livelli e quote sul totale) 95 e oltre ,3 3,63,3 4,5 4,5 3,9 3,5 3,2 0,9 0,50,2 1,1 3,2 2,8 2,6 2,4 2,31, ,0 0,1 0,0 0,1 0,4 0,9 1,3 1,5 2,3 2,6 2,6 2,7 2,8 3,2 3,3 3,7 4,3 4,5 4,5 3,1 3,43, popolazione in migliaia 95 e oltre ,6 3,12,8 3,8 3,8 3,5 3,4 3,3 3,3 2,9 2,8 2,7 2,7 2,01,8 0,1 0,0 0,4 0,9 1, ,1 0,3 0,9 1,5 2,0 2,2 2,3 2,8 3,0 3,3 3,8 4,0 2,6 2,7 2,83,1 3,2 3,4 3,63, popolazione in migliaia FEMMINE MASCHI FEMMINE MASCHI * le etichette rappresentano le quote sul totale della popolazione regionale Fonte: elaborazioni su dati Istat Formazione e impiego delle risorse Il Pil reale della regione nel 2011 rappresentava il 6,1 per cento del prodotto interno lordo italiano e il 26,3 per cento di quello del Mezzogiorno. Tra il 2000 e il 2011, si è riscontrata una riduzione media annua dello 0,1 per cento, a fronte di una stazionarietà registrata nel Mezzogiorno e una crescita media dello 0,4 per cento a livello nazionale (Figura 3). Nel 2011 il prodotto interno lordo regionale è diminuito dello 0,8 per cento rispetto all anno precedente, a fronte di una crescita riscontrata a livello nazionale (0,4 per cento), mentre nel Mezzogiorno c è stata una contrazione dello 0,3 per cento. Figura 3. L andamento del PIL della regione Campania (variazioni percentuali annue e indici 2000=100, prezzi concatenati, anno di riferimento 2005) (variazioni percentuali) (2000=100) 6,0 112,0 4,0 110,0 2,0 108,0 0,0 106,0-2,0 104,0-4,0 102,0-6,0 100,0-8, , Campania Mezzogiorno Italia Campania Mezzogiorno Italia Fonte: elaborazioni su dati Istat 137

146 Campania Il Pil pro capite a valori correnti della regione Campania era pari nel 2011 al 63,8 per cento del Pil pro capite italiano e al 93,8 per cento di quello dell area meridionale. I consumi finali delle famiglie nel 2011 sono aumentati dello 0,4 per cento, a fronte di una riduzione nel Mezzogiorno (-0,1 per cento) e di una minor ripresa in Italia (0,2 per cento). Gli investimenti fissi lordi in Campania sono cresciuti nel 2010 (ultimo anno disponibile) del 5,7 per cento, con una dinamica maggiore della crescita riscontrata nella media del Mezzogiorno e dell Italia (1,7 e 2,1 per cento rispettivamente). Dal lato dell offerta, la distribuzione del valore aggiunto a livello settoriale nel 2011 segnala il contributo maggiore da parte del settore dei servizi (81,6 contro 78,6 del Mezzogiorno e 73,2 per cento dell Italia), seguito dall industria in senso stretto (10,9 contro 12,2 del Mezzogiorno e 19,4 per cento dell Italia), dalle costruzioni (4,6 contro 5,6 del Mezzogiorno e 5,4 per cento dell Italia) e dall agricoltura (2,9 contro 3,7 nel Mezzogiorno e 2,2 per cento in Italia). Tutti i settori, rispetto al 2010, hanno subito una diminuzione del valore aggiunto, eccetto i servizi (stabili). Nello specifico è stato maggiormente colpito il settore delle costruzioni (-8,5 per cento), e a seguire l agricoltura (-1,6 per cento) e l industria in senso stretto (-1,2). I settori maggiormente produttivi sono quelli dei servizi e dell industria in senso stretto. La dinamica della produttività (valore aggiunto per unità di lavoro) nel 2011 è stata positiva per l agricoltura e per l industria in senso stretto, e stabile per le costruzioni e per i servizi. Nel complesso la produttività totale della Campania è aumentata dello 0,5 per cento (dovuta però ad una maggior diminuzione delle unità di lavoro rispetto a quella del valore aggiunto), mentre si è riscontrata una variazione positiva dello 0,4 per cento nel Mezzogiorno e dello 0,5 per cento come media italiana. Mercato del lavoro e imprese Nel 2012, in Campania, la dinamica degli occupati è risultata positiva (+1,3 per cento rispetto al 2011), a fronte di una flessione registrata nel Mezzogiorno (-0,6) e nella media italiana (- 0,3 per cento). Sempre nel 2012 però il numero dei disoccupati è cresciuto del 31,5 per cento (cfr. tavola 1). Figura 4. Tasso di occupazione anni in Campania (livello percentuale, periodo ) 70,0 68,0 66,0 64,0 62,0 60,0 58,0 56,0 54,0 52,0 50,0 48,0 46,0 44,0 42,0 40,0 38, Campania Italia Fonte: elaborazioni su dati Istat 138

147 Campania Quanto alla struttura del mercato del lavoro, la Regione è caratterizzata nel 2012 da un tasso di occupazione anni pari al 40 per cento, inferiore sia alla media della ripartizione di appartenenza sia a quella nazionale (rispettivamente 43,8 e 56,8 per cento), e da un tasso di disoccupazione pari al 19,3 per cento (contro il 10,7 della media italiana e il 17,2 del Mezzogiorno). Anche il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni), pari al 48,2 per cento, risulta superiore sia alla media dell area meridionale (46,9) che alla media italiana (35,3). I NEET di anni (= giovani che non studiano e non lavorano) costituiscono nel 2011 il 35,2 per cento della corrispondente classe di popolazione, dato peggiore di quello medio meridionale (31,9 per cento) e della media italiana (22,7 per cento). Alta è la percentuale di lavoro irregolare nella Regione pari al 18,4 per cento del totale di unità di lavoro, a fronte del 12,2 per cento di media italiana, ma inferiore al valore del 20,4 per cento riscontrato nel Mezzogiorno. Inoltre i dati disponibili dell anno 2012 relativi alla Cassa integrazione guadagni mostrano, per le ore autorizzate, una riduzione dello 0,9 per cento rispetto all anno precedente, determinato da una forte riduzione della componente in deroga rispetto alla crescita delle componenti straordinaria e ordinaria. Mentre è osservabile un aumento sia a livello nazionale (12,1 per cento) sia per l intera area meridionale (12,3). A livello subregionale gli occupati nei sistemi locali del lavoro (SLL 7 ) si concentrano soprattutto nelle aree di Napoli, Caserta, Salerno, Nola e Torre del Greco (Figura 5). Figura 5. Occupazione negli SLL in Campania Fonte: elaborazioni su dati Istat Le imprese attive, secondo l Istat (Archivio ASIA-Imprese) risultano nel 2010 pari a , rappresentando il 27,6 per cento delle imprese del Mezzogiorno e il 7,7 per cento di quelle 139

148 Campania italiane; la densità imprenditoriale 8, pari al 58,7 per mille, è inferiore a quella dell area di appartenenza (59,4) e a quella nazionale (73,8). Per quanto riguarda le Unità Locali, i dati dell archivio ASIA-UL dell Istat mostrano per l anno 2010 un numero di addetti pari a circa (il 27,3 per cento della ripartizione meridionale e il 6,4 per cento del totale Italia), di cui circa nel solo manifatturiero. La dimensione media risulta pari a 3 addetti, in linea con quella del Mezzogiorno e inferiore a quella dell Italia (3,6). In base ai dati Infocamere (non direttamente confrontabili con i dati Asia-Istat, ma più aggiornati sugli andamenti recenti), il tasso di crescita delle imprese 9 nel 2012 a livello nazionale è tornato a ridursi (+0,31 per cento), rispetto al 2011 (+0,82) e al 2010 (+1,19), la Regione al riguardo presenta valori migliori (+0,93 nel 2012 e +1,06 nel 2011). Il livello di innovazione imprenditoriale in Campania, considerando il grado di utilizzo di Internet nelle imprese 10, nel 2011 era pari al 25,3 per cento, inferiore alla media italiana (35,5) e superiore a quella della ripartizione meridionale (24,6). Apertura verso l estero Le esportazioni di beni della Campania nel 2012 costituiscono il 2,4 per cento dell ammontare complessivo delle esportazioni italiane e il 20,2 per cento di quelle del Mezzogiorno e hanno registrato una variazione negativa (-0,5 per cento) rispetto al 2011 Nel periodo si registra un aumento medio annuo delle vendite all estero della regione dell 1,6 per cento, a fronte di una maggior crescita sia nell area di appartenenza (4,1 per cento) che a livello nazionale (3,4 per cento). I comparti merceologici a più elevata specializzazione all export sono i settori alimentare, dell abbigliamento, dei mezzi di trasporto, farmaceutici e dei prodotti in metallo. Per quanto riguarda le destinazioni dell export, i maggiori partners commerciali sono Francia, Stati Uniti, Regno Unito e Germania, relativamente ai mercati emergenti, in particolare ai BRIC, la regione esporta il 4,3 per cento delle merci verso questi paesi. Nell ultimo anno, l andamento complessivo negativo delle esportazioni è stato determinato da una riduzione dell export verso i paesi extra UE27 e da una crescita di quelle verso il mercato UE27. Nel 2011 la percentuale delle esportazioni sul Pil, ossia la capacità di esportare, pari al 9,7 per cento, è inferiore a quella della macro area (11,6) e al valore nazionale (23,8). Riguardo all attrattività turistica, tra il 2000 e il 2011, le presenze turistiche si sono ridotte in media dello 0,5 per cento, a fronte della crescita registrata nel Mezzogiorno (1,3 per cento) e a livello nazionale (1,2 per cento). Nel solo 2011 rispetto al 2010 le presenze sono aumentate invece del 5,4 per cento (rispetto alla crescita del 3 per cento dell Italia). La regione Campania presenta una quota di presenze turistiche in leggera crescita nell ultimo triennio, pari nel 2011 al 5,1 per cento del totale nazionale. La capacità ricettiva degli esercizi, pari a un totale di posti letto, se misurata in rapporto al numero di abitanti (36,6 per mille) è significativamente inferiore alla media del Mezzogiorno (64) e dell intero Paese (79). Le performance regionali economiche e sociali assumono maggior risalto nel confronto con il contesto nazionale e internazionale, in relazione ai target individuati nei documenti 140

149 Campania programmatici e strategici quali il Quadro Strategico nazionale (di seguito QSN 11 ) e la nuova agenda Europa Indicatori del contesto sociale e obiettivi di servizio Con riferimento al contesto sociale, la percentuale di popolazione della regione che vive in famiglie al di sotto della soglia di povertà nel 2011 era pari al 26,2 per cento, significativamente superiore alla media italiana (13,6 per cento) e leggermente inferiore alla media del Mezzogiorno (26,9 per cento). Il livello del capitale umano, in termini di giovani che abbandonano prematuramente gli studi 12, risulta relativamente insoddisfacente essendo pari al 22 per cento nel 2011 (contro il 21,2 del Mezzogiorno e il 18,2 in Italia). Situazione non dissimile per il dato relativo agli adulti che partecipano all'apprendimento permanente 13 (4,8 per cento nel 2011, rispetto al 5,1 nel Mezzogiorno e al 5,7 in Italia). Il disagio è relativamente alto in relazione alla sicurezza, la percezione delle famiglie del rischio di criminalità nella zona in cui vivono nel 2012 è stata nella Regione del 38,7 per cento, significativamente superiore sia al valore dell area (25 per cento) sia alla media italiana (26,3 per cento). Per quanto riguarda altri obiettivi di servizio di natura sociale, si osservano valori insufficienti per la presa in carico dell'utenza per il servizio di asilo nido 14, pari nel 2011 al 2,7 per cento, contro il 5,2 del Mezzogiorno (nel 2010, 13,9 per cento era il valor medio italiano); analoga situazione si presenta per la presa in carico degli anziani per il servizio di assistenza domiciliare integrata 15 nel 2011, con il 2,4 per cento, contro il 2,7 nel Mezzogiorno e il 4,1 in Italia. Nel settore ambiente la performance della regione per la raccolta differenziata dei rifiuti urbani 16 (nel 2010 il 32,7 per cento del totale dei rifiuti urbani) è al di sopra della media del Mezzogiorno ed è inferiore di quella nazionale (rispettivamente 21,2 e 35,3 per cento). Un sufficiente risultato si riscontra per i servizi idrici, come evidenzia la percentuale di utilizzo delle risorse idriche per il consumo umano 17, che nel 2008 era pari al 61,2 per cento contro il 60,3 del Meridione e il 67,9 dell Italia. Ugualmente per la situazione dei servizi energetici e in particolare per le interruzioni del servizio elettrico 18, che nel 2010 erano pari al 4,9 per utente, inferiori alla media del Mezzogiorno (3,7) ma superiori alla media nazionale (2,2). Target UE2020 Oltre agli obiettivi nazionali individuati nel QSN e in parte già descritti sopra, nel confronto internazionale si considerano anche i target della Strategia Europa Europa 2020, che è la rivisitazione della Strategia di Lisbona, detta le linee e gli obiettivi da conseguire entro il 2020 affinché l Unione possa uscire dal declino degli ultimi anni. Gli obiettivi della Strategia tradotti in obiettivi nazionali 20 vengono misurati attraverso un set di indicatori condivisi (cfr. tabella 1). Nell ambito dell istruzione l indicatore è lo stesso inserito nel Qsn (vedi sezione precedente) e mostra come gli abbandoni siano ancora consistenti rispetto alla media italiana e a quella dell area di appartenenza, anche se diminuiti rispetto al I laureati tra anni rappresentano il 14,7 per cento e sono in crescita rispetto al Il tasso di occupazione in età anni è invece inferiore alla media nazionale, a quella europea e alla media dell area meridionale, risultando in forte riduzione nei confronti del La spesa pubblica in R&S risulta relativamente soddisfacente, raggiungendo l 1,2 per cento del Pil. La popolazione a rischio di povertà (persone) è in aumento tra il 2005 e il 2011, contrariamente a quanto si registra a livello europeo ma non a livello nazionale, in termini assoluti risulta molto consistente rispetto alla popolosità della regione. 141

150 Campania Tabella 1. Posizione della Campania rispetto ai benchmark di Europa 2020 Indicatore 2003* Ultimo valore disponibile Campania Mezzogiorno Italia UE(27) Campania Mezzogiorno Italia UE(27) Obiettivi NAZIONALI "UE2020" Obiettivi UE2020 Giovani che lasciano prematuramente la scuola** (2004*, 2011) Laureati tra anni*** (2004, 2011) 28,6 27,7 22,9 16,1 22,0 21,2 18,2 13, ,0 12,9 15,6 27,9 14,7 16,4 20,3 34, Tasso di occupazione in età anni (2011) 49,8 50,5 61, ,1 47,8 61,2 68, Spesa totale per R&S (2010) 1,1 0,8 1,11 1,86 1,2 0,9 1,26 2,01 1,53 3 Popolazione a rischio povertà (2005,2011)****, migliaia *Per tutti gli indicatori considerati viene indicato tra parentesi: l annualità iniziale quando diversa dal 2003 e l anno per l ultimo valore disponibile. ** In ambito comunitario l indicatore dei giovani che lasciano prematuramente la scuola corrisponde all indicatore Early leavers from education and training. ***Per i laureati tra anni il corrispondente calcolato da Eurostat è Population aged anni having completed tetiary education. **** Dati Eurostat, i valori assoluti per l'italia e l'ue27 sono quelli pubblicati mentre i valori regionali sono stati stimati attraverso i dati percentuali del rischio di povertà e la popolazione al 1 gennaio. Fonte: Istat e Eurostat 2.587, , riduzione di riduzione 20 milioni 142

151 Campania Tavola 1. Principali indicatori economici della Campania Indicatori strutturali Campania Mezzogiorno Italia Popolazione totale residente ( in migliaia ) al 9 ottobre Superficie ( kmq in migliaia ) 13,6 123,1 301,3 Densità demografica ( abitanti per kmq ), ,0 167,5 197,3 PIL per abitante (a prezzi correnti, euro ), PIL per abitante (a prezzi concatenati, euro ), PIL per abitante (valori concatenati, variazione percentuale media ), 2011/2010-0,9-0,4 0,0 Consumi delle famiglie per abitante (valori concatenati, euro ), Consumi delle famiglie per abitante (val. concatenati, var. perc. media), 2011/2010 0,3-0,2-0,2 PIL (valori concatenati, milioni di euro ), PIL (valori concatenati, variazione percentuale ), 2011/2010-0,8-0,3 0,4 Importazioni nette 1 /PIL (valori correnti, percentuale), ,0 23,4 2,8 Investimenti fissi lordi/pil (valori correnti, percentuale), ,1 18,9 17,7 Produttività 2 (valori concatenato, variazione percentuale), 2011/2010 0,5 0,4 0,5 Valore Aggiunto Industria (valori concatenato, percentuale su VA totale), ,5 17,8 24,7 Occupati (in migliaia), percentuale sul totale nazionale 6,9 27,0 100,0 Variazione (valori percentuali), 2012/2011 1,3-0,6-0,3 In cerca di occupazione (in migliaia), percentuale sul totale nazionale 13,8 46,7 100,0 Variazione (valori percentuali), 2012/ ,5 31,0 30,2 Forze di lavoro (in migliaia), percentuale sul totale nazionale 7,7 29,1 100,0 Variazione (valori percentuali), 2012/2011 6,0 3,7 2,3 Tasso di occupazione anni, ,0 43,8 56,8 maschile 52,7 56,2 66,5 femminile 27,6 31,6 47,1 Tasso di attività anni, ,6 53,0 63,7 maschile 64,0 67,0 73,9 femminile 35,6 39,3 53,5 Tasso di disoccupazione, ,3 17,2 10,7 maschile 17,5 15,9 9,9 femminile 22,3 19,3 11,9 Imprese attive (valori assoluti) Densità imprenditoriale (imprese per 1000 abitanti) ,7 59,4 73,8 Dimensione media delle imprese (addetti / imprese) ,0 2,9 3,8 Addetti totali alle unità locali delle imprese (valori in migliaia) Addetti al manifatturiero nelle unità locali (valori in migliaia) , Dimensione media delle unità locali (addetti / unità locali) ,0 3,0 3,6 Turismo presenze complessive (valori in migliaia), percentuale sul totale nazionale 5,1 19,9 100,0 Turismo presenze straniere (valori in migliaia), percentuale sul totale nazionale 4,7 13,4 100,0 Esportazioni di beni (valori a prezzi correnti, milioni di euro) percentuale sul totale nazionale 2,4 11,9 100,0 1 Le importazioni nette sono definite come il saldo tra importazioni ed esportazioni e comprendono lo scambio di beni e servizi con l estero e con le altre regioni. Il valore negativo indica che il volume delle esportazioni supera quello delle importazioni, se il valore è invece positivo significa che le importazioni sono maggiori delle esportazioni. 2 Calcolata come il rapporto tra il Pil a valori concatenati e le unità di lavoro totali. Fonte: Istat- Popolazione residente, Censimento; Conti economici territoriali; Rilevazione continua sulle forze di lavoro; Archivio Asia-Imprese; Archivio Asia-Unità locali; Rilevazione sul movimento dei clienti negli esercizi ricettivi; Indagine sul commercio estero 143

152 Campania Tavola 2. Alcuni indicatori di contesto della Campania Istruzione e formazione Indicatore (Anno inizio serie; ultimo anno disponibile) Campania Mezzogiorno Italia Campania Mezzogiorno Italia Anno: inizio serie Anno: ultimo disponibile - Percentuale della popolazione anni, con al più la licenza media, che abbandona 28,6 27,6 22,9 22,0 21,2 18,2 prematuramente gli studi (2004; 2011) 1 - Laureati in matematica, scienze e tecnologia (per abitanti) (2000; 2009) 4,2 3,8 5,7 10,4 8,3 12,2 - Percentuale della popolazione anni che frequenta un corso di studio o di formazione professionale (2000; 2011) Ricerca e innovazione 4,3 4,7 5,5 4,8 5,1 5,7 - Capacità innovativa: percentuale di spesa pubblica e privata in R&S sul Pil (2000; 2010) 2 1,0 0,8 1,0 1,2 0,9 1,3 - Addetti alla R&S (per abitanti) (2002; 2010) 2,0 1,6 2,9 2,2 1,8 3,7 - Percentuale di imprese (con più di dieci addetti) dei settori industria e servizi che 31,7 25,2 31,2 85,0 85,8 88,3 dispongono di collegamento a banda larga (2003; 2011) 3 - Percentuale di addetti delle imprese (con più di 10 addetti) dei settori industria e servizi che utilizzano computer connessi a Internet (2003; 2011) 3 16,1 16,0 24,2 25,3 24,6 35,5 Ambiente ed energia - Percentuale di famiglie che denunciano irregolarità nell'erogazione dell'acqua (2000; 2010) 20,7 28,6 15,0 11,9 18,7 10,8 - Lunghezza delle coste non balneabili per inquinamento sulla lunghezza totale delle coste (percentuale) (2000; 2009) 19,7 6,0 5,5 17,6 6,8 6,2 - Popolazione dei comuni con il servizio di rete fognaria con depurazione completa dei reflui convogliati sul totale della popolazione residente (percentuale) (1999; 2008) 36,1 48,3 47,3 74,0 50,6 49,8 - Percentuale di rifiuti solidi urbani oggetto diraccolta differenziata sul totale dei rifiuti solidi 1,8 2,4 14,4 32,7 21,2 35,3 urbani (2000; 2010) 1 - Frequenza delle interruzioni accidentali lunghe del servizio elettrico (numero medio per utente) (2000; 2010) 5,0 5,2 3,6 4,9 3,7 2,2 - Energia prodotta da fonti rinnovabili (eolica, fotovoltaica, geotermoelettrica) su produzione totale (percentuale) (2000; 2010) 16,4 5,2 19,1 25,9 18,2 25,9 Condizioni sociali - Percentuale di famiglie che avvertono molto o abbastanza disagio al rischio di criminalità nella zona in cui vivono (2000; 2012) - Percentuale di popolazione che vive in famiglie al di sotto della soglia di povertà (2002; 2011) - Percentuale dibambini tra 0-3 anni che hanno usufruito dei servizi per l'infanzia (2004; 2011) ,2 28,7 30,6 38,7 25,0 26,3 24,3 23,6 12,4 26,2 26,9 13,6 1,5 4,2 11,2 2,7 5,0 13,9 - Percentuale di anziani (65 anni e oltre) trattati in assistenza domiciliare integrata (ADI) 0,8 0,9 1,9 2,4 2,7 4,1 (2001; 2011) 1 Risorse culturali e turismo - Numero divisitatori diistituti statali diantichità e d'arte per istituto (valori in migliaia) (2000; 2011) 130,7 63,8 79,4 109,3 55,5 94,7 - Biglietti venduti per attività teatrali e musicali (per 100 abitanti) (2000;2010) 23,9 28,6 50,9 34,2 34,3 56,3 - Giornate di presenza (italiani e stranieri) nel complesso degli esercizi ricettivi per abitante (2000; 2010) Trasporti e mobilità - Percentuale di utenti di mezzi pubblici sul totale delle persone che si sono spostate per motivi di lavoro e hanno usato mezzi di trasporto (2000; 2011) 3,6 3,3 6,0 3,2 3,6 6,2 26,6 20,7 19,7 24,6 19,2 19,3 - Tonnellate di merci in ingresso ed in uscita per ferrovia sul totale delle modalità (2000; 2010) 1,5 1,8 2,3 0,5 0,6 1,0 - Tonnellate di merci in ingresso ed in uscita per ferrovia per 100 abitanti (2000; 2010) 14,0 21,7 51,0 5,8 10,0 27,4 - Tonnellate di merci in ingresso ed in uscita su strada per abitante (2000; 2010) 8,4 9,9 20,6 10,0 12,9 24,6 - Passeggeri sbarcati e imbarcati per via aerea (per 100 abitanti) (2000; 2010) 70,3 85,2 158,0 95,0 155,9 229,6 Sistemi produttivi - Tasso netto di turnover delle imprese (differenza tra il tasso di natalità e di mortalità delle 1,3 0,9 0,8 0,0-0,3-1,1 imprese) (2000; 2010) 4 - Percentuale di unità di lavoro irregolari sul totale delle unità di lavoro (2001; 2011) 23,0 21,1 13,8 18,6 20,3 12,2 - Indice di intensità creditizia: impieghi bancari (consistenza media annua) in percentuale del Pil (a prezzi correnti) (2000; 2009) Sistemi urbani - Linee urbane di trasporto pubblico locale nei comuni capoluogo di provincia per 100 Kmq di superficie comunale (2000; 2010) - Emigrazione ospedaliera in altra regione per ricoveri ordinari acuti sul totale delle persone ospedalizzate residenti nella regione (2000; 2010) Apertura internazionale 25,2 26,8 42,9 36,9 36,4 62,0 217,7 89,8 115,2 250,1 99,7 125,3 10,0 10,7 6,9 9,7 9,5 6,4 - Investimenti diretti netti dall'estero in Italia sul Pil (2008; 2011) 0,1 0,1-0,5 0,2 0,0 1,6 - Capacità di esportare (valore delle esportazioni di merci in percentuale del Pil) (2000; 2011) 10,3 10,0 21,7 9,7 11,6 23,8 1 L'indicatore è anche un obiettivo di servizio. 2 L'indicatore è anche un target della Strategia Europa I dati del 2010 non sono confrontabili con quelli del 2003 perché la classificazione ATECO di riferimento è diversa nei due anni. 4 Il valore del tasso di mortalità per il 2010 è stimato. 5 I dati del 2011 si riferiscono solo alle regioni del Mezzogiorno; l'ultimo anno disponibile per l'italia è il Fonte: DPS-ISTAT Banca dati indicatori regionali per le politiche di sviluppo -ultimo aggiornamento marzo

153 popolazione (in migliaia) Puglia Puglia Tendenze economiche e sociali Aspetti demografici Al 9 ottobre 2011, dai dati del censimento, la popolazione totale residente nella regione risulta pari a individui, dei quali femmine (51,5%) e maschi. La popolazione 1 in Puglia, nel periodo , dopo il costante incremento fino alla metà degli anni novanta, si è assestata su un livello di oltre 4 milioni di abitanti (popolazione media residente), una quota pari nel 2011 a circa il 6,7 per cento sul totale Italia e al 19,6 per cento sul Mezzogiorno nel suo complesso. L evoluzione demografica nella regione nell ultimo ventennio è stata incrementata soprattutto grazie a un saldo naturale positivo, che tuttavia negli ultimi anni si è ridotto notevolmente, si osserva una dinamica positiva del tasso migratorio estero mentre il tasso migratorio interno negativo, che evidenzia i flussi in uscita, risulta perdurare nel tempo (Figura 1). Nel 2011, in particolare, il tasso naturale 2 è stato praticamente nullo (0,04), tuttavia superiore a quello a livello nazionale (-0,77) e dell intera area meridionale (-0,33). Il tasso migratorio interno 3 è stato negativo (-2,43 per mille), leggermente inferiore a quello dell area (-2,53), mentre quello estero 4 è risultato positivo (2,09 per mille), a fronte del 2,93 per mille abitanti del Mezzogiorno e del 5 per mille dell Italia. Sulla base dei risultati censuari nell arco dell ultimo decennio la popolazione straniera, abitualmente dimorante in Puglia, è aumentata in maniera significativa, passando da del 2001 a unità nel Un incremento di pari entità si registra anche nell incidenza degli stranieri sul totale della popolazione residente, che sale da 7,5 a 20,4 stranieri per mille censiti. L incidenza sul totale della popolazione straniera in Italia è diminuita lievemente nel periodo considerato, dal 22,6 al 21 per mille. Il tasso di fecondità nel 2011 è stato pari a 1,30 figli per donna, contro una media italiana dell 1,39 e meridionale dell 1,33, in particolare il tasso di fecondità delle straniere è pari a 1,72 mentre quello delle italiane è lievemente inferiore (1,3). Figura 1. Popolazione residente ed evoluzione demografica in Puglia Popolazione residente Contributi dei saldi demografici (livelli e quote, periodo ) (saldi su popolazione, periodo ) 7,3 7,1 6,9 6,7 6,5 quota su Italia 6,0 4,0 2,0 0,0-2,0-4,0-6,0 livello quota su Italia tasso naturale tasso migratorio interno tasso migratorio estero Fonte: Istat. Popolazione residente a metà anno e Bilanci annuali. Per i tassi del 2011: Istat, Noi Italia

154 classi di età classi di età Puglia La piramide delle età mostra nel 2011 uno snellimento nelle classi più basse e un rigonfiamento in quelle centrali rispetto alla struttura del La quota dei maschi nel 2010 è superiore a quello delle femmine fino ai 24 anni, mentre nelle fasce e è perfettamente allineata, solo nelle fasce d età successive è sempre la parte femminile ad essere predominante. Nel complesso il tasso di dipendenza 5 della Puglia nel 2011 è pari al 49,9 per cento, mentre l indice di vecchiaia 6 è pari a 125,2. 95 e oltre Figura 2. Piramide delle età anni 1992 e 2011 per classi di popolazione residente in Puglia* (popolazione in migliaia per classi di età, livelli e quote sul totale) 3,3 2,8 2,72,5 4,0 3,53,2 4,4 4,5 3,9 3,3 3,0 0,0 0,1 1,1 0,70,2 1,3 2,0 2, ,0 0,2 0,4 1,0 1,5 1,6 2,4 2,7 2,7 2,9 2,9 3,4 3,3 3,6 4,2 4,4 4,4 3,7 3,1 2, popolazione in migliaia 95 e oltre ,9 2,32,1 3,6 3,12,9 3,8 3,7 3,6 3,2 3,1 3,0 2,7 2,6 2,4 0,1 0,0 0,6 1,1 1, ,1 0,3 1,1 1,7 2,2 2,5 2,5 3,1 3,1 3,4 3,8 4,0 2,3 2,5 2,52,83,0 3,2 3,63, popolazione in migliaia FEMMINE MASCHI FEMMINE MASCHI * le etichette rappresentano le quote sul totale della popolazione regionale Fonte: elaborazioni su dati Istat Formazione e impiego delle risorse Il Pil corrente della regione nel 2011 rappresentava il 4,5 per cento del prodotto interno lordo italiano e il 19,6 per cento di quello del Mezzogiorno. Nel 2011 il Pil della Puglia è aumentato dello 0,7 per cento, nel Mezzogiorno si è registrata una flessione dello 0,3 per cento mentre in Italia un lieve aumento, pari allo 0,4 per cento. Nell ultimo decennio , il Pil della regione ha registrato una lieve flessione, pari allo 0,2 per cento, a differenza della stabilità riscontrata nell area meridionale e del leggero incremento a livello nazionale, pari allo 0,4 per cento (Figura 3). Figura 3. L andamento del PIL della regione Puglia (variazioni percentuali annue e indici 2000=100, prezzi concatenati, anno di riferimento 2005) (variazioni percentuali) (2000=100) 6,0 112,0 4,0 110,0 2,0 0,0-2,0 108,0 106,0 104,0 102,0-4,0 100,0-6,0 98,0-8, , Puglia Mezzogiorno Italia Puglia Mezzogiorno Italia Fonte: elaborazioni su dati Istat 146

155 Puglia Il Pil pro capite a valori correnti della Puglia era pari nel 2011 al 67,5 per cento del Pil pro capite italiano e al 99,2 per cento di quello dell area meridionale. I consumi finali delle famiglie reali nel 2011 hanno subito una lieve diminuzione (-0,4 per cento), di poco superiore a quella registrata nel Mezzogiorno e in controtendenza con il leggero aumento della media italiana (rispettivamente -0,1 e 0,2 per cento). Gli investimenti fissi lordi a valori concatenati, nel 2010, sono aumentati dello 0,7 per cento, in misura inferiore rispetto all incremento registrato in tutto il territorio nazionale (2,1 per cento) nonché rispetto al Mezzogiorno (1,7). Dal lato dell offerta, la distribuzione del valore aggiunto a livello settoriale nel 2011 segnala il contributo maggiore da parte del settore dei servizi (74,9 contro 78,6 del Mezzogiorno e 73,2 per cento dell Italia), seguito dall industria in senso stretto (14 contro 12,2 del Mezzogiorno e 19,4 per cento dell Italia), dalle costruzioni (7,3 contro il 5,6 per cento del Mezzogiorno e 5,4 per cento dell Italia) e dall agricoltura 3,9 (contro 3,7 nel Mezzogiorno e 2,2 per cento in Italia). Nel 2011, rispetto all anno precedente, il settore dell agricoltura e delle costruzioni hanno subito una contrazione del valore aggiunto contrariamente a quanto si è registrato nell industria in senso stretto e nei servizi, in particolare: l agricoltura (-2,3 per cento), le costruzioni (-0,4 per cento) l industria in senso stretto (2 per cento) e i servizi (1,1 per cento). Nel 2011 i settori che hanno registrato una produttività (valore aggiunto per unità di lavoro) negativa sono quello agricolo e dell industria in senso stretto. Le costruzioni e i servizi hanno mostrato una dinamica lievemente positiva della produttività, pari allo 0,4 per cento. Nel complesso la produttività totale della Puglia è aumentata dello 0,3 per cento, risultato leggermente inferiore superiore a quello del Mezzogiorno (0,4 per cento), e dell Italia (0,5 per cento). Mercato del lavoro e imprese Nel 2012, la dinamica degli occupati è stata lievemente positiva (0,2 per cento rispetto al 2011), in controtendenza rispetto all andamento nazionale e a quella dell area (rispettivamente -0,3 e -0,6 per cento). In linea con quanto avviene a livello nazionale, il numero di disoccupati è aumentato (23,6 per cento), incremento comunque inferiore a quello registrato nel Mezzogiorno (31 per cento) e a quello italiano (30,2 per cento). Figura 4. Tasso di occupazione in Puglia (livello percentuale, periodo ) Puglia Italia Fonte: elaborazioni su dati Istat 147

156 Puglia Quanto alla struttura del mercato del lavoro, la Puglia è caratterizzata nel 2012 da un tasso di occupazione della popolazione in età anni (45 per cento) inferiore alla media nazionale ma superiore a quello del Mezzogiorno e da un tasso di disoccupazione pari al 15,7 per cento inferiore a quello del Mezzogiorno ma superiore a quello italiano (cfr. Tavola 1). Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) segna nel 2012 un ulteriore peggioramento rispetto all anno precedente e si attesta al 41,5 per cento (contro il 46,9 del Mezzogiorno e il 35,3 dell Italia). I NEET di anni (= giovani che non studiano e non lavorano) costituiscono nel 2011 il 29,2 per cento della corrispondente classe di popolazione, dato migliore di quello registrato per il Mezzogiorno (31,9 per cento) ma sicuramente peggiore della media italiana (22,7 per cento). La percentuale di lavoro irregolare nella Regione pari al 18,4 per cento del totale di unità di lavoro è superiore al 12,2 per cento della media italiana mentre è inferiore al 20,4 per cento riscontrato nel Mezzogiorno. In particolare, i dati disponibili per il 2012 relativi alla Cassa integrazione guadagni hanno mostrato per le ore autorizzate un incremento pari al 10,2 per cento rispetto all anno precedente, che ha riguardato la componente ordinaria mentre quella straordinaria e quella in deroga hanno registrato una flessione. L incremento è stato, tuttavia, inferiore sia al dato dell intera area (12,3 per cento) sia a quello nazionale (12,1 per cento). A livello subregionale gli occupati nei sistemi locali del lavoro (SLL 7 ) nel 2010 si concentrano nelle aree di Bari, Taranto, Barletta e Lecce (Figura 5). Figura 5. Cartogramma occupazione Fonte: elaborazioni su dati Istat Le imprese attive (fonte Istat, Archivio ASIA-Imprese) erano nel 2010 poco più di 252 mila (20,3 per cento delle imprese attive del Mezzogiorno e 5,7 per cento di quelle italiane); la densità imprenditoriale 8 era pari al 61,7 per cento, superiore a quella del Mezzogiorno (59,4), ma nettamente inferiore a quella italiana (73,8). Per quanto riguarda le Unità Locali, i dati dell archivio ASIA-UL dell Istat mostrano per l anno 2010 un numero di addetti pari a poco più di 819 mila (il 20,4 per cento della ripartizione 148

157 Puglia Mezzogiorno e il 4,7 per cento su base nazionale), di cui nel solo manifatturiero (22,9 per cento dell intero Mezzogiorno e 3,9 rispetto all Italia). La dimensione media risulta pari a 3 addetti, in linea con quella del Mezzogiorno, ma inferiore a quella dell Italia (3,6). In base ai dati Infocamere (non direttamente confrontabili con i dati Asia-Istat, ma più aggiornati sugli andamenti recenti), il tasso di crescita delle imprese 9 nel 2012 a livello nazionale è tornato a ridursi (+0,31 per cento), rispetto al 2011 (+0,82) e al 2010 (+1,19), la Regione al riguardo presenta valori ancora più bassi (0,12 nel 2012 e 0,25 nel 2011). Il livello di innovazione imprenditoriale in Puglia non è elevato, se si considera il grado di utilizzo di Internet nelle imprese 10 : nel 2011 era pari a 22,7 per cento, inferiore rispetto alla media italiana (35,5) e a quella del Mezzogiorno (24,6). Apertura verso l estero Le esportazioni di beni della Puglia, pari oltre 8 miliardi di euro, costituivano nel 2012 il 2,3 per cento del flusso complessivo dell export italiano e il 18,9 per cento di quello del Mezzogiorno. Nel periodo le vendite all estero della regione hanno registrato una dinamica positiva (3,3 per cento), tuttavia inferiore alla crescita del Mezzogiorno (4,1 per cento) e sostanzialmente in linea con la crescita delle vendite nazionali (3,4 per cento); in particolare, nel 2012 la dinamica è stata positiva anche se con un ritmo più contenuto rispetto all anno precedente (7,3 per cento), superiore alla media italiana ma leggermente inferiore a quella meridionale (3,7 e 7,8 per cento rispettivamente). I comparti merceologici a più elevata specializzazione all export della regione, appartengono sostanzialmente al settore manifatturiero, infatti le vendite all estero che provengono da questo settore contribuiscono per l 87 per cento al totale delle vendite della regione. Nel 2012 si confermano settori prevalenti: quello dei metalli di base e prodotti in metallo, dei prodotti farmaceutici, dei prodotti meccanici, dei mezzi di trasporto, del cuoio e delle pelli nonché il comparto alimentare. La destinazione geografica prevalente delle esportazioni pugliesi sono stati precedentemente i Paesi della UE-27, in particolare Francia, Germania e Spagna, mentre nel 2012 la quota di merci esportate nei paesi al di fuori dell Unione è risultata superiore (51,7 per cento contro 48,3). Le esportazioni verso gli Stati Uniti, miglior partner al di fuori dell Unione, sono aumentate del 19,1 per cento anche se i flussi più sostenuti si sono registrati verso il Messico, tuttavia, la quota di merci che attrae è ancora contenuta (2,7 per cento). Relativamente ai mercati emergenti, in particolare ai BRIC, la regione esporta il 4,2 per cento delle merci verso questi paesi, ripartita omogeneamente rispetto alle singole destinazioni, inoltre la dinamica è stata favorevole rispetto al 2011 (15,9 per cento). La capacità di esportare all estero rappresentava nel 2011 l 11,4 per cento, leggermente inferiore al valore dell area (11,6 per cento), ma significativamente al di sotto della media nazionale (23,8 per cento). L attrattività turistica della regione è ancora insufficiente: il peso delle presenze complessive sul totale nazionale nel 2011 era pari soltanto al 3,5 per cento (1,2 per cento per gli stranieri). Nel periodo , tuttavia, le presenze sono aumentate (4,1 per cento medio annuo) in misura significativamente superiore alla crescita dell area meridionale e nazionale (1,3 per cento le prime e 1,2 le seconde). La capacità ricettiva degli esercizi, pari a un totale di circa 250 mila posti letto, se misurata in rapporto al numero di abitanti, è pari a 61,4 posti letto per mille abitanti, inferiore alla media del Mezzogiorno(63,9) e alla media nazionale (79 per mille). 149

158 Puglia Le performance regionali economiche e sociali assumono maggior risalto nel confronto con il contesto nazionale e internazionale, in relazione ai target individuati nei documenti programmatici e strategici quali il Quadro Strategico Nazionale (di seguito QSN 11 ) e la nuova agenda Europa Indicatori del contesto sociale e obiettivi di servizio Con riferimento al contesto sociale, la percentuale di popolazione pugliese che vive in famiglie al di sotto della soglia di povertà nel 2011 era pari al 27,2 per cento di molto superiore alla media italiana del 13,6 per cento, ma al di sotto della media del Mezzogiorno (26,9 per cento). A questo si associa un livello insufficiente per il capitale umano, sia in termini di giovani che abbandonano prematuramente gli studi 12 pari al 19,5 per cento nel 2011 (inferiore al 21,2 del Mezzogiorno ma superiore al 18,2 dell Italia), sia in termini di adulti che partecipano all'apprendimento permanente 13 (4,8 per cento nel 2011, contro 5,1 nel Mezzogiorno e 5,7 in Italia). Mentre per quanto riguarda la sicurezza, la percezione delle famiglie del rischio di criminalità nella zona in cui vivono nel 2012 in Puglia (25,7 per cento) era di poco superiore alla media del Mezzogiorno ma inferiore a quella italiana (rispettivamente 25 e 26,3 per cento). Per quanto riguarda altri obiettivi di servizio di natura sociale, si osservano valori che, seppure insufficienti, sono sostanzialmente in linea con i valori medi del Mezzogiorno. Così per la presa in carico dell'utenza per il servizio di asilo nido 14 nel 2011, 4,5 per cento contro il 5 nel Mezzogiorno, identica situazione se si considera la presa in carico degli anziani per il servizio di assistenza domiciliare integrata 15 nel 2011 (2 per cento in Puglia mentre è pari al 2,7 per cento nel Mezzogiorno e 4,1 in Italia). Deficitaria nel settore ambiente la performance della regione per la raccolta differenziata dei rifiuti urbani 16 (nel 2010 solo il 14,6 per cento del totale dei rifiuti urbani), al di sotto sia della media del Mezzogiorno sia di quella nazionale (rispettivamente 21,2 e 35,3 per cento), nonché quella relativa ai servizi idrici, come evidenzia la percentuale di utilizzo delle risorse idriche per il consumo umano 17, che nel 2008 era pari al 53,4 per cento contro il 60,3 del Mezzogiorno e il 67,9 dell Italia. Migliore la situazione pugliese per i servizi energetici e in particolare per le interruzioni del servizio elettrico 18, che nel 2010 erano pari al 2,6, superiori alla media nazionale (2,2) ma al di sotto della media del Mezzogiorno (3,7). Target UE2020 Oltre agli obiettivi nazionali individuati nel QSN e in parte già descritti sopra, nel confronto internazionale si considerano anche i target della Strategia Europa Europa 2020, che è la rivisitazione della Strategia di Lisbona, detta le linee e gli obiettivi da conseguire entro il 2020 affinché l Unione possa uscire dal declino degli ultimi anni. Gli obiettivi della Strategia tradotti in obiettivi nazionali 20 vengono misurati attraverso un set di indicatori condivisi (cfr. tabella 1). Nell ambito dell istruzione l indicatore è lo stesso inserito nel Qsn (vedi sezione precedente) e mostra come gli abbandoni siano notevolmente diminuiti rispetto al 2004, ma nonostante ciò siano ancora elevati rispetto alla media nazionale e all obiettivo per il La percentuale di laureati tra anni è il 15,5 per cento, in aumento rispetto al 2005, ma ancora inferiore rispetto alla media nazionale e a quella dell area. Il tasso di occupazione in età anni è invece molto esiguo e nonostante sia di poco superiore alla media dell area è ancora molto distante dalla media nazionale, e da quello che è l obiettivo europeo. La spesa pubblica in R&S, in lieve aumento rispetto al 2003, ha raggiunto attualmente un valore sostanzialmente in linea con quello del Sud ma inferiore alla media italiana. La popolazione a rischio di povertà (persone) è aumentata rispetto al 2005, in linea con la tendenza che si osserva sia a livello europeo sia a livello nazionale. 150

159 Puglia Tabella 1. Posizione della Puglia rispetto ai benchmark di Europa 2020 Indicatore 2003* Ultimo valore disponibile Puglia Mezzogiorno Italia UE(27) Puglia Mezzogiorno Italia UE(27) Obiettivi NAZIONALI "UE2020" Obiettivi UE2020 Giovani che lasciano prematuramente la scuola** (2004*, 2011) Laureati tra anni*** (2004, 2011) 30,3 27,7 22,9 16,1 19,5 21,2 18,2 13, ,5 12,9 15,6 27,9 15,5 16,4 20,3 34, Tasso di occupazione in età anni (2011) 49,2 50,5 61, ,6 47,8 61,2 68, Spesa totale per R&S (2010) 0,6 0,8 1,11 1,86 0,8 0,9 1,26 2,0 1,53 3 Popolazione a rischio povertà (2005,2011)****, migliaia 1.674, , riduzione di riduzione 20 milioni * Per tutti gli indicatori considerati viene indicato tra parentesi: l'annualità iniziale quando diversa dal 2003 e l'anno per l'ultimo valore disponibile. ** In ambito comunitario l'indicatore dei giovani che lasciano prematuramente la scuola corrisponde all'indicatore "Early leavers from education and training". ***Per i laureati tra anni il corrispondente calcolato da Eurostat è "population aged having completed tertiary education". **** Dati Eurostat, i valori assoluti per l'italia e l'ue27 sono quelli pubblicati mentre i valori regionali sono stati stimati attarverso i dati percentuali del rischio di povertà e la popolazione al 1 gennaio. Fonte: Istat e Eurostat 151

160 Puglia Tavola 1. Principali indicatori economici della Puglia Indicatori strutturali Puglia Mezzogiorno Italia Popolazione totale residente ( in migliaia ) al 9 ottobre Superficie ( kmq in migliaia ) 19,4 123,1 301,3 Densità demografica ( abitanti per kmq ), ,9 167,5 197,3 PIL per abitante (a prezzi correnti, euro ), PIL per abitante (a prezzi concatenati, euro ), PIL per abitante (valori concatenati, variazione percentuale media ), 2011/2010 0,6-0,4 0,0 Consumi delle famiglie per abitante (valori concatenati, euro ), Consumi delle famiglie per abitante (val. concatenati, var. perc. media), 2011/2010-0,5-0,2-0,2 PIL (valori concatenati, milioni di euro ), PIL (valori concatenati, variazione percentuale ), 2011/2010 0,7-0,3 0,4 Importazioni nette 1 /PIL (valori correnti, percentuale), ,4 23,4 2,8 Investimenti fissi lordi/pil (valori correnti, percentuale), ,1 18,9 17,7 Produttività 2 (valori concatenato, variazione percentuale), 2011/2010 0,3 0,4 0,5 Valore Aggiunto Industria (valori concatenato, percentuale su VA totale), ,3 17,8 24,7 Occupati (in migliaia), percentuale sul totale nazionale 5,4 27,0 100,0 Variazione (valori percentuali), 2012/2011 0,2-0,6-0,3 In cerca di occupazione (in migliaia), percentuale sul totale nazionale 8,4 46,7 100,0 Variazione (valori percentuali), 2012/ ,6 31,0 30,2 Forze di lavoro (in migliaia), percentuale sul totale nazionale 5,7 29,1 100,0 Variazione (valori percentuali), 2012/2011 3,3 3,7 2,3 Tasso di occupazione anni, ,0 43,8 56,8 maschile 59,1 56,2 66,5 femminile 31,1 31,6 47,1 Tasso di attività anni, ,5 53,0 63,7 maschile 69,0 67,0 73,9 femminile 38,3 39,3 53,5 Tasso di disoccupazione, ,7 17,2 10,7 maschile 14,0 15,9 9,9 femminile 18,7 19,3 11,9 Imprese attive (valori assoluti) Densità imprenditoriale (imprese per 1000 abitanti) ,7 59,4 73,8 Dimensione media delle imprese (addetti / imprese) ,9 2,9 3,8 Addetti totali alle unità locali delle imprese (valori in migliaia) Addetti al manifatturiero nelle unità locali (valori in migliaia) , Dimensione media delle unità locali (addetti / unità locali) ,0 3,0 3,6 Turismo presenze complessive (valori in migliaia), percentuale sul totale nazionale 3,5 19,9 100,0 Turismo presenze straniere (valori in migliaia), percentuale sul totale nazionale 1,2 13,4 100,0 Esportazioni di beni (valori a prezzi correnti, milioni di euro) percentuale sul totale nazionale 2,3 11,9 100,0 1 Le importazioni nette sono definite come il saldo tra importazioni ed esportazioni e comprendono lo scambio di beni e servizi con l estero e con le altre regioni. Il valore negativo indica che il volume delle esportazioni supera quello delle importazioni, se il valore è invece positivo significa che le importazioni sono maggiori delle esportazioni. 2 Calcolata come il rapporto tra il Pil a valori concatenati e le unità di lavoro totali. Fonte: Istat- Popolazione residente censimento 2011 Conti economici territoriali; Rilevazione continua sulle forze di lavoro; Archivio Asia-Imprese; Archivio Asia-Unità locali; Rilevazione sul movimento dei clienti negli esercizi ricettivi; Indagine sul commercio estero 152

161 Puglia Tavola 2. Alcuni Indicatori di contesto della Puglia Istruzione e formazione Indicatore (Anno inizio serie; ultimo anno disponibile) Puglia Mezzogiorno Italia Puglia Mezzogiorno Italia - Capacità di esportare (valore delle esportazioni di merci in percentuale del Pil) (2000; 2011) 10,4 10,0 21,7 11,4 11,6 23,8 1 L'indicatore è anche un obiettivo di servizio. 2 L'indicatore è anche un target della Strategia Europa I dati del 2010 non sono confrontabili con quelli del 2003 perché la classificazione ATECO di riferimento è diversa nei due anni. 4 Il valore del tasso di mortalità per il 2010 è stimato. 5 I dati del 2011 si riferiscono solo alle regioni del Mezzogiorno; l'ultimo anno disponibile per l'italia è il Fonte: DPS-ISTAT Banca dati indicatori regionali per le politiche di sviluppo - ultimo aggiornamento marzo Anno: inizio serie Anno: ultimo disponibile - Percentuale della popolazione anni, con al più la licenza media, che abbandona 30,2 27,6 22,9 19,5 21,2 18,2 prematuramente gli studi (2004; 2011) 1 - Laureati in matematica, scienze e tecnologia (per abitanti) (2000; 2009) 2,8 3,8 5,7 7,0 8,3 12,2 - Percentuale della popolazione anni che frequenta un corso di studio o di formazione professionale (2000; 2011) Ricerca e innovazione 5,3 4,7 5,5 4,8 5,1 5,7 - Capacità innovativa: percentuale di spesa pubblica e privata in R&S sul Pil (2000; 2010) 2 0,6 0,8 1,0 0,8 0,9 1,3 - Addetti alla R&S (per abitanti) (2002; 2010) 1,3 1,6 2,9 1,6 1,8 3,7 - Percentuale di imprese (con più di dieci addetti) dei settori industria e servizi che 17,6 25,2 31,2 86,5 85,8 88,3 dispongono di collegamento a banda larga (2003; 2011) 3 - Percentuale di addetti delle imprese (con più di 10 addetti) dei settori industria e servizi che utilizzano computer connessi a Internet (2003; 2011) 3 14,7 16,0 24,2 22,7 24,6 35,5 Ambiente ed energia - Percentuale di famiglie che denunciano irregolarità nell'erogazione dell'acqua (2000; 2010) 20,6 28,6 15,0 14,2 18,7 10,8 - Lunghezza delle coste non balneabili per inquinamento sulla lunghezza totale delle coste (percentuale) (2000; 2009) 5,4 6,0 5,5 6,4 6,8 6,2 - Popolazione dei comuni con il servizio di rete fognaria con depurazione completa dei reflui convogliati sul totale della popolazione residente (percentuale) (1999; 2008) 84,9 48,3 47,3 57,0 50,6 49,8 - Percentuale di rifiuti solidi urbani oggetto diraccolta differenziata sul totale dei rifiuti solidi 3,7 2,4 14,4 14,6 21,2 35,3 urbani (2000; 2010) 1 - Frequenza delle interruzioni accidentali lunghe del servizio elettrico (numero medio per utente) (2000; 2010) 3,5 5,2 3,6 2,6 3,7 2,2 - Energia prodotta da fonti rinnovabili (eolica, fotovoltaica, geotermoelettrica) su produzione totale (percentuale) (2000; 2010) 1,4 5,2 19,1 10,8 18,2 25,9 Condizioni sociali - Percentuale di famiglie che avvertono molto o abbastanza disagio al rischio di criminalità nella zona in cui vivono (2000; 2012) - Percentuale di popolazione che vive in famiglie al di sotto della soglia di povertà (2002; 2011) - Percentuale dibambini tra 0-3 anni che hanno usufruito dei servizi per l'infanzia (2004; 2011) ,9 28,7 30,6 25,7 25,0 26,3 23,3 23,6 12,4 27,2 26,9 13,6 4,8 4,2 11,2 4,5 5,0 13,9 - Percentuale di anziani (65 anni e oltre) trattati in assistenza domiciliare integrata (ADI) 1,1 0,9 1,9 2,0 2,7 4,1 (2001; 2011) 1 Risorse culturali e turismo - Numero divisitatori diistituti statali diantichità e d'arte per istituto (valori in migliaia) (2000; 2011) 24,7 63,8 79,4 25,9 55,5 94,7 - Biglietti venduti per attività teatrali e musicali (per 100 abitanti) (2000;2010) 23,5 28,6 50,9 33,9 34,3 56,3 - Giornate di presenza (italiani e stranieri) nel complesso degli esercizi ricettivi per abitante (2000; 2010) Trasporti e mobilità - Percentuale di utenti di mezzi pubblici sul totale delle persone che si sono spostate per motivi di lavoro e hanno usato mezzi di trasporto (2000; 2011) 2,1 3,3 6,0 3,2 3,6 6,2 19,3 20,7 19,7 19,8 19,2 19,3 - Tonnellate di merci in ingresso ed in uscita per ferrovia sul totale delle modalità (2000; 2010) 2,6 1,8 2,3 1,4 0,6 1,0 - Tonnellate di merci in ingresso ed in uscita per ferrovia per 100 abitanti (2000; 2010) 28,9 21,7 51,0 21,2 10,0 27,4 - Tonnellate di merci in ingresso ed in uscita su strada per abitante (2000; 2010) 9,6 9,9 20,6 13,6 12,9 24,6 - Passeggeri sbarcati e imbarcati per via aerea (per 100 abitanti) (2000; 2010) 43,9 85,2 158,0 123,4 155,9 229,6 Sistemi produttivi - Tasso netto di turnover delle imprese (differenza tra il tasso di natalità e di mortalità delle 0,9 0,9 0,8-0,6-0,3-1,1 imprese) (2000; 2010) 4 - Percentuale di unità di lavoro irregolari sul totale delle unità di lavoro (2001; 2011) 18,9 21,1 13,8 18,4 20,3 12,2 - Indice di intensità creditizia: impieghi bancari (consistenza media annua) in percentuale del Pil (a prezzi correnti) (2000; 2009) Sistemi urbani - Linee urbane di trasporto pubblico locale nei comuni capoluogo di provincia per 100 Kmq di superficie comunale (2000; 2010) - Emigrazione ospedaliera in altra regione per ricoveri ordinari acuti sul totale delle persone ospedalizzate residenti nella regione (2000; 2010) Apertura internazionale 25,5 26,8 42,9 37,0 36,4 62,0 109,4 89,8 115,2 122,6 99,7 125,3 7,1 10,7 6,9 6,9 9,5 6,4 - Investimenti diretti netti dall'estero in Italia sul Pil (2008; 2011) 0,1 0,1-0,5-0,1 0,0 1,6

162 popolazione (in migliaia) Basilicata Basilicata Tendenze economiche e sociali Aspetti demografici Al 9 ottobre 2011, dai dati del censimento, la popolazione totale residente nella regione risulta pari a individui, dei quali il 51,1 per cento femmine e il 48,9 per cento maschi. La popolazione 1 in Basilicata, nel periodo , dopo un periodo stazionario durato fino alla metà degli anni novanta, ha subito un lieve ma costante decremento. La quota della popolazione lucana è pari a circa l 1 per cento sul totale Italia e al 2,8 per cento sul Mezzogiorno nel suo complesso (Figura 1). Nel 2011 il tasso naturale 2 è stato negativo così come per l Italia e per il Mezzogiorno, ma con intensità maggiore (-2,29 per mille abitanti in Basilicata, contro -0,77 in Italia e -0,33 nel Mezzogiorno). Anche il tasso migratorio interno 3 è stato negativo (-2,44 per mille), leggermente inferiore a quello dell area meridionale (-2,53), mentre quello estero 4 è risultato positivo (2,79 per mille), a fronte del 2,93 per mille abitanti del Mezzogiorno e del 5,01 per mille dell Italia. Sulla base dei risultati censuari nell arco dell ultimo decennio la popolazione straniera, abitualmente dimorante in Basilicata, è aumentata in maniera significativa, passando da del 2001 (con un incidenza del 2,6 per mille sulla popolazione straniera totale in Italia) a unità nel 2011 (con un incidenza del 3,2 per mille sulla popolazione straniera totale in Italia). L incidenza degli stranieri sul totale della popolazione residente passa da 5,7 nel 2001 al 22,4 stranieri per mille censiti nel Il grafico sui contributi dei saldi demografici evidenzia come la crescita della popolazione dal 2011 è dovuta esclusivamente alla componente estera che colma i valori negativi delle migrazioni interne e del saldo naturale. Il tasso di fecondità, nel 2011, è stato dell 1,17 figli per donna, inferiore alla media italiana e meridionale (rispettivamente 1,39 e 1,33 figli per donna). Figura 1. Popolazione residente ed evoluzione demografica in Basilicata Popolazione residente Contributi dei saldi demografici (livelli e quote, periodo ) (saldi su popolazione, periodo ) 1,2 1,0 0,8 0,6 0,4 quota su Italia 6,0 4,0 2,0 0,0-2,0-4,0-6,0-8,0 livello quota su Italia tasso naturale tasso migratorio interno tasso migratorio estero Fonte: Istat. Popolazione residente a metà anno e Bilanci annuali. Per i tassi del 2011: Istat, Noi Italia

163 classi di età classi di età Basilicata La piramide delle età, al primo gennaio 2011, mostra uno snellimento nelle classi più basse e un rigonfiamento in quelle centrali rispetto alla struttura del La quota dei maschi nel 2011 è superiore o uguale a quello delle femmine fino ai 39 anni, poi dai 40 anni in su è sempre la parte femminile ad essere predominante. Nel complesso il tasso di dipendenza 5 della Basilicata nel 2011 è pari al 50,5 per cento e l indice di vecchiaia 6 è pari a 150,6. 95 e oltre Figura 2. Piramide delle età anni 1992 e 2011 per classi di popolazione residente in Basilicata* (popolazione al 1à gennaio in migliaia per classi di età, livelli e quote sul totale) 3,63,3 4,1 4,2 4,1 3,5 3,2 2,9 0,0 0,1 0,3 0,9 1,3 1,4 2,9 2,82,4 2,8 2,4 3, ,0 0,1 0,4 1,2 1,6 1,8 2,7 3,0 2,4 2,93,1 3,2 3,3 3,6 4,1 4,0 4,1 2,7 3,03, popolazione in migliaia 95 e oltre ,8 3,8 3,43,1 3,8 3,7 3,5 3,2 3,1 2,9 2,5 2,4 2,1 1,4 2,0 2,3 2,1 0,7 0,2 0, ,1 0,3 1,2 2,0 2,6 2,3 2,8 2,0 2,2 2,32,72,9 2,9 3,1 3,5 3,9 3,1 3,43,73, popolazione in migliaia FEMMINE MASCHI FEMMINE MASCHI * le etichette rappresentano le quote sul totale della popolazione regionale Fonte: elaborazioni su dati Istat Formazione e impiego delle risorse Il Pil reale della regione nel 2011 rappresentava lo 0,7 per cento del prodotto interno lordo italiano e il 2,9 per cento di quello del Mezzogiorno. Nell ultimo decennio , il Pil della regionale ha registrato una lieve flessione (-0,4 per cento la variazione media annua) a fronte di una stazionarietà registrata nel Mezzogiorno e una crescita media dello 0,4 per cento a livello nazionale (Figura 3). Nel 2011 il prodotto interno lordo della Basilicata è aumentato del 2,1 per cento rispetto all anno precedente, a livello nazionale la crescita è stata pari allo 0,4 per cento, mentre nel Mezzogiorno si è registrata una contrazione dello 0,3 per cento. Figura 3. L andamento del PIL della regione Basilicata (variazioni percentuali annue e indici 2000=100, prezzi concatenati, anno di riferimento 2005) (variazioni percentuali) (2000=100) 6,0 112,0 4,0 2,0 110,0 108,0 106,0 0,0-2,0 104,0 102,0 100,0-4,0-6,0 98,0 96,0 94,0-8, , Fonte: elaborazioni su dati Istat Basilicata Mezzogiorno Italia 155 Basilicata Mezzogiorno Italia

164 Basilicata Il Pil pro capite a valori correnti della Basilicata era pari nel 2011 al 70,9 per cento del Pil pro capite italiano e al 104,2 di quello dell area meridionale. I consumi finali delle famiglie in termini reali nel 2011 sono diminuiti dello 0,5 per cento, con intensità più forte rispetto alla media del Mezzogiorno (-0,1 per cento) e in controtendenza alla media italiana (0,2 per cento). Gli investimenti fissi lordi a valori concatenati sono diminuiti nel 2010 (ultimo anno disponibile) del 2,5 per cento, a fronte di una crescita nel Mezzogiorno e in Italia (1,7 e 2,1 per cento rispettivamente). Dal lato dell offerta, la distribuzione del valore aggiunto a livello settoriale nel 2011 segnala il contributo maggiore da parte del settore dei servizi (71,6 contro 78,6 del Mezzogiorno e 73,2 per cento dell Italia), seguito dall industria in senso stretto (15,5 contro 12,2 del Mezzogiorno e 19,4 per cento dell Italia), dalle costruzioni (7,9 contro 5,6 del Mezzogiorno e 5,4 per cento dell Italia) e dall agricoltura (5,1 contro 3,7 nel Mezzogiorno e 2,2 per cento in Italia). Tutti i settori, rispetto al 2010, hanno subito un aumento del valore aggiunto ad eccezione di quello delle costruzioni che è rimasto stazionario. Il valore aggiunto dell industria in senso stretto è aumentato del 3 per cento, a seguire quello dei servizi con il 2,7 per cento e dell agricoltura con il 2,1 per cento. I settori più produttivi sono quelli dei servizi e dell industria in senso stretto. La dinamica della produttività (valore aggiunto per unità di lavoro) nel 2011 è stata positiva in tutti i settori, ad eccezione di quello delle costruzioni. La crescita più sostenuta della produttività si è registrata nel settore dell agricoltura (9,3 per cento), dovuta anche ad una forte diminuzione delle unità di lavoro nel settore (-6,6 per cento). Nel complesso la produttività totale della Basilicata è aumentata dell 1,8 per cento, in misura maggiore rispetto alla media nazionale e ripartizionale (0,5 e 0,4 per cento rispettivamente). Mercato del lavoro e imprese Nel 2012, la dinamica degli occupati è stata negativa (-1,5 per cento rispetto al 2011), con intensità maggiore rispetto all andamento ripartizionale e nazionale (-0,6 e -0,3 per cento rispettivamente). Nello stesso anno il numero di disoccupati è aumentato (23 per cento), ma in misura inferiore alla media registrata nel Mezzogiorno (31 per cento) e in Italia (30,2 per cento). Figura 4. Tasso di occupazione anni in Basilicata (livello percentuale, periodo ) 70,0 68,0 66,0 64,0 62,0 60,0 58,0 56,0 54,0 52,0 50,0 48,0 46,0 44,0 42,0 40, Basilicata Italia Fonte: elaborazioni su dati Istat 156

165 Basilicata Quanto alla struttura del mercato del lavoro, la Basilicata è caratterizzata nel 2012 da un tasso di occupazione della popolazione in età anni pari al 46,9 per cento, inferiore alla media nazionale, ma superiore a quella meridionale (rispettivamente 56,8 e 43,8 per cento, cfr. Tavola 1) e da un alto tasso di disoccupazione (14,5 per cento contro 10,7 italiano e 17,2 del Mezzogiorno). Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) nel 2012 è diminuito rispetto all anno precedente, ma è superiore alla media ripartizionale e nazionale (49,5 per cento in Basilicata, contro il 46,9 del Mezzogiorno e il 35,3 dell Italia). I NEET di anni (giovani che non studiano e non lavorano) costituiscono nel 2011 il 26,9 per cento della corrispondente classe di popolazione, contro il 22,7 per cento in Italia e il 31,9 per cento nel Mezzogiorno. Sempre nel 2011 è in aumento, rispetto all anno precedente, anche la percentuale di lavoro irregolare nella Regione, pari al 22,9 per cento del totale di unità di lavoro, a fronte del 12,2 per cento della media italiana e del 20,4 per cento riscontrato nel Mezzogiorno. I dati disponibili al 2012 relativi alla Cassa integrazione guadagni hanno mostrato per le ore autorizzate un incremento del 46,3 per cento rispetto all anno precedente, a fronte di una crescita più contenuta nel Mezzogiorno e in Italia (12,3 e 12,1 per cento rispettivamente). Nel dettaglio l aumento ha riguardato principalmente la componente ordinaria (82,8 per cento) e quella straordinaria (47,9 per cento); la componente in deroga è invece diminuita (-53,7 per cento). A livello subregionale gli occupati nei sistemi locali del lavoro (SLL 7 ) al 2010 si concentrano maggiormente nelle aree di Potenza, Melfi e Matera (Figura 5). Figura 5. Cartogramma occupazione Fonte: elaborazioni su dati Istat Riguardo al tessuto produttivo della Basilicata, le imprese attive (fonte Istat, Archivio ASIA-Imprese) nel 2010 erano (2,9 per cento delle imprese attive del Mezzogiorno e 0,8 per cento di quelle italiane); la densità imprenditoriale 8 era pari al 60,4 per cento, di poco superiore a quella del Mezzogiorno (59,4), ma nettamente inferiore a quella italiana (73,8). Per quanto riguarda le Unità Locali, i dati dell archivio ASIA-UL dell Istat mostrano per l anno 2010 un numero di addetti pari a (con una quota pari al 3 per cento del totale del Mezzogiorno e allo 0,7 per cento su base nazionale), di cui nel manifatturiero (4,1 per cento 157

166 Basilicata dell intero Mezzogiorno e 0,7 rispetto all Italia). La dimensione media risulta pari a 3,1 addetti, di poco superiore a quella del Mezzogiorno (3,0), ma inferiore alla media dell Italia (3,6). In base ai dati Infocamere (non direttamente confrontabili con i dati Asia-Istat, ma più aggiornati sugli andamenti recenti), il tasso di crescita delle imprese 9 nel 2012 a livello nazionale è tornato a ridursi (0,31 per cento), rispetto al 2011 (0,82) e al 2010 (1,19). La regione al riguardo presenta valori più bassi (-0,15 nel 2012 e 0,43 nel 2011). Il livello di innovazione imprenditoriale in Basilicata, misurato considerando il grado di utilizzo di Internet nelle imprese 10 era pari nel 2011 al 22,6 per cento, in aumento rispetto al 2010, ma la quota è sempre inferiore alla media italiana (35,5) e a quella del Mezzogiorno (24,6). Apertura verso l estero Le esportazioni di beni della Basilicata costituivano nel 2012 lo 0,3 per cento del flusso complessivo dell export italiano e il 2,5 per cento di quello del Mezzogiorno. Nel periodo le vendite all estero della regione hanno registrato un lieve incremento, pari allo 0,4 per cento, contro una crescita media del Mezzogiorno e dell Italia più sostenuta (4,1 e 3,4 per cento rispettivamente), dovuto anche alla forte contrazione registrata nell ultimo anno (-17,5 per cento in Basilicata, contro 7,8 per cento nel Mezzogiorno e 3,7 per cento in Italia). I comparti merceologici a più elevata specializzazione all export della regione sono stati nel 2012 quelli dei mezzi di trasporto, che rappresentano il 63,9 per cento dell export totale. Le destinazioni geografiche prevalenti delle esportazioni regionali sono: Germania (15,8 per cento) e Francia (12,2 per cento) e circa il 73 per cento dell export è destinato ai Paesi della UE-27. Relativamente ai mercati emergenti, in particolare ai BRIC, la regione esporta l 1 per cento delle merci verso questi paesi. La capacità di esportare (esportazioni su Pil) si attesta nel 2011 al 12,9 per cento, superiore all area meridionale (11,6 per cento), ma al di sotto della media italiana (23,8 per cento). L attrattività turistica della regione è ancora insufficiente: il peso delle presenze complessive sul totale nazionale nel 2011 era pari allo 0,5 per cento (0,1 per cento per gli stranieri, 0,9 per cento per gli italiani) e rispetto al 2010 c è stata una crescita delle presenze turistiche del 3,9 per cento, più elevata rispetto alla media del Mezzogiorno e dell Italia (2,7 e 3 per cento rispettivamente). In un arco temporale più lungo le presenze sono aumentate (2,7 per cento medio annuo) in misura superiore alla crescita dell area meridionale e nazionale (rispettivamente 1,3 e 1,2 per cento). La capacità ricettiva degli esercizi, pari a un totale di oltre 39 mila posti letto, se misurata in rapporto al numero di abitanti, è superiore alla media del Mezzogiorno, ma inferiore rispetto alla media nazionale (67 posti letto ogni mille abitanti contro 63,9 nel Mezzogiorno e 79 in Italia). Le performance regionali economiche e sociali assumono maggior risalto nel confronto con il contesto nazionale e internazionale, in relazione ai target individuati nei documenti programmatici e strategici quali il Quadro Strategico Nazionale (di seguito QSN 11 ) e la nuova agenda Europa

167 Basilicata Indicatori del contesto sociale e obiettivi di servizio Con riferimento al contesto sociale, la percentuale di popolazione della Basilicata che vive in famiglie al di sotto della soglia di povertà nel 2011 era pari al 25,8 per cento, in diminuzione rispetto all anno precedente (la media nazionale è pari al 13,6 per cento, nel Mezzogiorno è 26,9 per cento). Buona la situazione inerente il capitale umano in termini di giovani che abbandonano prematuramente gli studi 12 pari al 14,5 per cento nel 2011 (contro 18,2 in Italia e 21,2 nel Mezzogiorno). La quota degli adulti che partecipano all'apprendimento permanente 13 nel 2011 era pari al 5,4 per cento, in diminuzione rispetto all anno precedente (contro 5,7 in Italia e 5,1 nel Mezzogiorno). In merito alla sicurezza, l indicatore sulla percezione delle famiglie del rischio di criminalità nella zona in cui vivono nel 2012 raggiunge il 14,6 per cento, contro il 25 per cento nel Mezzogiorno e il 26,3 per cento in Italia. Per quanto riguarda altri obiettivi di servizio di natura sociale, si osservano valori superiori alla media del Mezzogiorno. Così per la presa in carico dell'utenza per il servizio di asilo nido 14 nel 2011 (7,3 per cento contro 5 nel Mezzogiorno); come per la presa in carico degli anziani per il servizio di assistenza domiciliare integrata 15 nel 2011 (5,9 per cento in Basilicata, contro 2,7 nel Mezzogiorno e 4,1 in Italia). Nel settore ambiente la performance della regione per la raccolta differenziata dei rifiuti urbani 16 nel 2010 migliora rispetto all anno precedente, ma si assesta a valori ancora bassi (13,3 per del totale dei rifiuti urbani, contro 21,2 nel Mezzogiorno e 35,3 in Italia). Problematica anche quella relativa ai servizi idrici, come evidenzia la percentuale di utilizzo delle risorse idriche per il consumo umano 17, che nel 2008 era pari al 67,1 per cento contro il 60,3 del Mezzogiorno e il 67,9 dell Italia. Migliore la situazione regionale per i servizi energetici e in particolare per le interruzioni del servizio elettrico 18, che nel 2010 erano pari all 1,5, inferiori sia alla media del Mezzogiorno (3,7), sia a quella nazionale (2,2). Target UE2020 Oltre agli obiettivi nazionali individuati nel QSN e in parte già descritti sopra, nel confronto internazionale si considerano anche i target della Strategia Europa Europa 2020, che è la rivisitazione della Strategia di Lisbona, detta le linee e gli obiettivi da conseguire entro il 2020 affinché l Unione possa uscire dal declino degli ultimi anni. Gli obiettivi della Strategia tradotti in obiettivi nazionali 20 vengono misurati attraverso un set di indicatori condivisi (cfr. tabella 1). Nell ambito dell istruzione l indicatore è lo stesso inserito nel Qsn (vedi sezione precedente) e mostra come gli abbandoni siano inferiori rispetto alla media meridionale e nazionale, e la Basilicata ha già raggiunto il target nazionale I laureati tra anni rappresentano il 17,1 per cento nel 2011, in e aumento rispetto al 2004 e anche in questo caso il valore è superiore della media del Mezzogiorno, ma inferiore a quello dell Italia. Anche il tasso di occupazione in età anni è inferiore alla media nazionale e superiore a quello dell area, ma registra un peggioramento rispetto al 2003, andando in direzione opposta rispetto al target. La spesa pubblica in R&S è contenuta rispetto ai valori nazionali e inferiore anche della media del Mezzogiorno: 0,7 per cento del Pil nel Negativo anche il dato relativo alla popolazione a rischio di povertà (persone) che è in aumento tra il 2005 e il 2010, ma è un fenomeno che si registra anche nel Mezzogiorno e in Italia. 159

168 Basilicata Indicatore Tabella 1. Posizione della Basilicata rispetto ai benchmark di Europa * Ultimo valore disponibile Basilicata Mezzogiorno Italia UE(27) Basilicata Mezzogiorno Italia UE(27) Obiettivi NAZIONALI "UE2020" Obiettivi UE2020 Giovani che lasciano prematuramente la scuola** (2004*, 2011) Laureati tra anni*** (2004, 2011) 17,0 27,7 22,9 16,1 14,5 21,2 18,2 13, ,0 12,9 15,6 27,9 17,1 16,4 20,3 34, Tasso di occupazione in età anni (2011) 54,1 50,5 61, ,7 47,8 61,2 68, Spesa totale per R&S (2010) 0,5 0,8 1,11 1,86 0,7 0,9 1,26 2,01 1,53 3 Popolazione a rischio povertà (2005,2011)****, migliaia *Per tutti gli indicatori considerati viene indicato tra parentesi: l annualità iniziale quando diversa dal 2003 e l anno per l ultimo valore disponibile. ** In ambito comunitario l indicatore dei giovani che lasciano prematuramente la scuola corrisponde all indicatore Early leavers from education and training. ***Per i laureati tra anni il corrispondente calcolato da Eurostat è Population aged anni having completed tetiary education. **** Dati Eurostat, i valori assoluti per l'italia e l'ue27 sono quelli pubblicati mentre i valori regionali sono stati stimati attarverso i dati percentuali del rischio di povertà e la popolazione al 1 gennaio. Fonte: Istat e Eurostat 205, , riduzione di riduzione 20 milioni 160

169 Basilicata Tavola 1. Principali indicatori economici della Basilicata Indicatori strutturali Basilicata Mezzogiorno Italia Popolazione totale residente ( in migliaia ) al 9 ottobre Superficie ( kmq in migliaia ) 10,0 123,1 301,3 Densità demografica ( abitanti per kmq ), ,8 167,5 197,3 PIL per abitante (a prezzi correnti, euro ), PIL per abitante (a prezzi concatenati, euro ), PIL per abitante (valori concatenati, variazione percentuale media ), 2011/2010 2,3-0,4 0,0 Consumi delle famiglie per abitante (valori concatenati, euro ), Consumi delle famiglie per abitante (val. concatenati, var. perc. media), 2011/2010-0,5-0,2-0,2 PIL (valori concatenati, milioni di euro ), PIL (valori concatenati, variazione percentuale ), 2011/2010 2,1-0,3 0,4 Importazioni nette 1 /PIL (valori correnti, percentuale), ,8 23,4 2,8 Investimenti fissi lordi/pil (valori correnti, percentuale), ,0 18,9 17,7 Produttività 2 (valori concatenato, variazione percentuale), 2011/2010 1,8 0,4 0,5 Valore Aggiunto Industria (valori concatenato, percentuale su VA totale), ,3 17,8 24,7 Occupati (in migliaia), percentuale sul totale nazionale 0,8 27,0 100,0 Variazione (valori percentuali), 2012/2011-1,5-0,6-0,3 In cerca di occupazione (in migliaia), percentuale sul totale nazionale 1,1 46,7 100,0 Variazione (valori percentuali), 2012/ ,0 31,0 30,2 Forze di lavoro (in migliaia), percentuale sul totale nazionale 0,8 29,1 100,0 Variazione (valori percentuali), 2012/2011 1,5 3,7 2,3 Tasso di occupazione anni, ,9 43,8 56,8 maschile 58,0 56,2 66,5 femminile 35,8 31,6 47,1 Tasso di attività anni, ,0 53,0 63,7 maschile 68,1 67,0 73,9 femminile 41,8 39,3 53,5 Tasso di disoccupazione, ,5 17,2 10,7 maschile 14,5 15,9 9,9 femminile 14,4 19,3 11,9 Imprese attive (valori assoluti) Densità imprenditoriale (imprese per 1000 abitanti) ,4 59,4 73,8 Dimensione media delle imprese (addetti / imprese) ,0 2,9 3,8 Addetti totali alle unità locali delle imprese (valori in migliaia) Addetti al manifatturiero nelle unità locali (valori in migliaia) Dimensione media delle unità locali (addetti / unità locali) ,1 3,0 3,6 Turismo presenze complessive (valori in migliaia), percentuale sul totale nazionale 0,5 19,9 100,0 Turismo presenze straniere (valori in migliaia), percentuale sul totale nazionale 0,1 13,4 100,0 Esportazioni di beni (valori a prezzi correnti, milioni di euro) percentuale sul totale nazionale 0,3 11,9 100,0 1 Le importazioni nette sono definite come il saldo tra importazioni ed esportazioni e comprendono lo scambio di beni e servizi con l'estero e con le altre regioni. Il valore negativo indica che il volume delle esportazioni supera quello delle importazioni, se il valore è invece positivo significa che le importazioni sono maggiori delle esportazioni. 2 Calcolata come il rapporto tra il Pil a valori concatenati e le unità di lavoro totali. Fonte: Istat - Popolazione residente, censimento Conti Economici Territoriali; Rilevazione continua sulle forze di lavoro; Archivio Asia- Imprese; Archivio Asia-Unità Locali; Rilevazione sul movimento dei clienti negli esercizi ricettivi; Indagine sul commercio estero 161

170 Basilicata Tavola 2. Alcuni indicatori di contesto della Basilicata Istruzione e formazione Indicatore (Anno inizio serie; ultimo anno disponibile) Basilicata Mezzogiorno Italia Basilicata Mezzogiorno Italia Anno: inizio serie - Capacità di esportare (valore delle esportazioni di merci in percentuale del Pil) (2000; 2011) 12,6 10,0 21,7 12,9 11,6 23,8 1 L'indicatore è anche un obiettivo di servizio. 2 L'indicatore è anche un target della Strategia Europa I dati del 2010 non sono confrontabili con quelli del 2003 perché la classificazione ATECO di riferimento è diversa nei due anni. 4 Il valore del tasso di mortalità per il 2010 è stimato. 5 I dati del 2011 si riferiscono solo alle regioni del Mezzogiorno; l ultimo anno disponibile per l Italia è il Fonte: DPS-ISTAT Banca dati indicatori regionali per le politiche di sviluppo - ultimo aggiornamento marzo 2013 Anno: ultimo disponibile - Percentuale della popolazione anni, con al più la licenza media, che abbandona 16,8 27,6 22,9 14,5 21,2 18,2 prematuramente gli studi (2004; 2011) 1 - Laureati in matematica, scienze e tecnologia (per abitanti) (2000; 2009) 2,0 3,8 5,7 4,9 8,3 12,2 - Percentuale della popolazione anni che frequenta un corso di studio o di formazione professionale (2000; 2011) Ricerca e innovazione 5,3 4,7 5,5 5,4 5,1 5,7 - Capacità innovativa: percentuale di spesa pubblica e privata in R&S sul Pil (2000; 2010) 2 0,8 0,8 1,0 0,7 0,9 1,3 - Addetti alla R&S (per abitanti) (2002; 2010) 6 1,1 1,6 2,9-1,8 3,7 - Percentuale di imprese (con più di dieci addetti) dei settori industria e servizi che 14,2 25,2 31,2 91,4 85,8 88,3 dispongono di collegamento a banda larga (2003; 2011) 3 - Percentuale di addetti delle imprese (con più di 10 addetti) dei settori industria e servizi che utilizzano computer connessi a Internet (2003; 2011) 3 13,5 16,0 24,2 22,6 24,6 35,5 Ambiente ed energia - Percentuale di famiglie che denunciano irregolarità nell'erogazione dell'acqua (2000; 2010) 28,0 28,6 15,0 7,7 18,7 10,8 - Lunghezza delle coste non balneabili per inquinamento sulla lunghezza totale delle coste (percentuale) (2000; 2009) 3,9 6,0 5,5 2,6 6,8 6,2 - Popolazione dei comuni con il servizio di rete fognaria con depurazione completa dei reflui convogliati sul totale della popolazione residente (percentuale) (1999; 2008) 45,5 48,3 47,3 45,9 50,6 49,8 - Percentuale di rifiuti solidi urbani oggetto diraccolta differenziata sul totale dei rifiuti solidi 3,4 2,4 14,4 13,3 21,2 35,3 urbani (2000; 2010) 1 - Frequenza delle interruzioni accidentali lunghe del servizio elettrico (numero medio per utente) (2000; 2010) 3,2 5,2 3,6 1,5 3,7 2,2 - Energia prodotta da fonti rinnovabili (eolica, fotovoltaica, geotermoelettrica) su produzione totale (percentuale) (2000; 2010) 16,9 5,2 19,1 53,7 18,2 25,9 Condizioni sociali - Percentuale di famiglie che avvertono molto o abbastanza disagio al rischio di criminalità nella zona in cui vivono (2000; 2012) - Percentuale di popolazione che vive in famiglie al di sotto della soglia di povertà (2002; 2011) - Percentuale dibambini tra 0-3 anni che hanno usufruito dei servizi per l'infanzia (2004; 2011) 1 5 7,6 28,7 30,6 14,6 25,0 26,3 24,7 23,6 12,4 25,8 26,9 13,6 5,1 4,2 11,2 7,3 5,0 13,9 - Percentuale di anziani (65 anni e oltre) trattati in assistenza domiciliare integrata (ADI) 2,6 0,9 1,9 5,9 2,7 4,1 (2001; 2011) 1 Risorse culturali e turismo - Numero divisitatori diistituti statali diantichità e d'arte per istituto (valori in migliaia) (2000; 2011) 22,3 63,8 79,4 15,5 55,5 94,7 - Biglietti venduti per attività teatrali e musicali (per 100 abitanti) (2000;2010) 20,4 28,6 50,9 19,6 34,3 56,3 - Giornate di presenza (italiani e stranieri) nel complesso degli esercizi ricettivi per abitante (2000; 2010) Trasporti e mobilità - Percentuale di utenti di mezzi pubblici sul totale delle persone che si sono spostate per motivi di lavoro e hanno usato mezzi di trasporto (2000; 2011) 2,4 3,3 6,0 3,2 3,6 6,2 24,8 20,7 19,7 22,0 19,2 19,3 - Tonnellate di merci in ingresso ed in uscita per ferrovia sul totale delle modalità (2000; 2010) 3,5 1,8 2,3 0,2 0,6 1,0 - Tonnellate di merci in ingresso ed in uscita per ferrovia per 100 abitanti (2000; 2010) 42,5 21,7 51,0 3,5 10,0 27,4 - Tonnellate di merci in ingresso ed in uscita su strada per abitante (2000; 2010) 11,8 9,9 20,6 18,1 12,9 24,6 - Passeggeri sbarcati e imbarcati per via aerea (per 100 abitanti) (2000; 2010) - 85,2 158,0 0,0 155,9 229,6 Sistemi produttivi - Tasso netto di turnover delle imprese (differenza tra il tasso di natalità e di mortalità delle 0,3 0,9 0,8-0,9-0,3-1,1 imprese) (2000; 2010) 4 - Percentuale di unità di lavoro irregolari sul totale delle unità di lavoro (2001; 2011) 18,8 21,1 13,8 22,5 20,3 12,2 - Indice di intensità creditizia: impieghi bancari (consistenza media annua) in percentuale del Pil (a prezzi correnti) (2000; 2009) Sistemi urbani - Linee urbane di trasporto pubblico locale nei comuni capoluogo di provincia per 100 Kmq di superficie comunale (2000; 2010) - Emigrazione ospedaliera in altra regione per ricoveri ordinari acuti sul totale delle persone ospedalizzate residenti nella regione (2000; 2010) Apertura internazionale 33,5 26,8 42,9 35,9 36,4 62,0 84,3 89,8 115,2 88,2 99,7 125,3 25,3 10,7 6,9 20,1 9,5 6,4 - Investimenti diretti netti dall'estero in Italia sul Pil (2008; 2011) -0,6 0,1-0,5 0,6 0,0 1,6 162

171 popolazione (in migliaia) Calabria Calabria Tendenze economiche e sociali Aspetti demografici Al 9 ottobre 2011, dai dati del censimento, la popolazione totale residente nella regione risulta pari a individui, dei quali femmine (51,3%) e maschi. La popolazione 1 in Calabria, nel periodo , dopo il picco dei primi anni ottanta, ha subito un progressivo decremento, assestandosi nel 2011 su un livello di poco più di 2 milioni di abitanti (popolazione media residente), con una quota pari a circa il 3,3 per cento sul totale Italia e al 9,6 per cento sul Mezzogiorno nel suo complesso. L evoluzione demografica nella regione nell ultimo ventennio è stata incrementata soprattutto grazie a un saldo naturale positivo almeno fino agli inizi del 2000, mentre solo da questi anni hanno assunto un ruolo importante anche i flussi migratori esteri che diventano l unica componente positiva visto che anche il saldo naturale negli anni più recenti risulta negativo (Figura 1). Nel 2011, in particolare, il tasso naturale 2 è stato negativo (-0,7), stessa dinamica sia di quello a livello nazionale (-0,77) sia dell intera area meridionale (-0,33), anche se superiore a quest ultimo. Il tasso migratorio interno 3, anche questo è risultato negativo (-3,68 per mille), superiore a quello dell area (-2,53), mentre il tasso migratorio estero 4 ha registrato un valore positivo (4,07 per mille), superiore al 2,93 per mille abitanti del Mezzogiorno tuttavia minore rispetto a quello italiano (5 per mille). Sulla base dei risultati censuari nell arco dell ultimo decennio la popolazione straniera, abitualmente dimorante in Calabria, è aumentata in maniera considerevole, passando da del 2001 a unità nel Un incremento di pari entità si registra anche nell incidenza degli stranieri sul totale della popolazione residente, che sale da 9 a 33,6 stranieri per mille censiti. L incidenza sul totale della popolazione straniera in Italia è aumentata, in questo decennio, dal 13,5 al 16 per mille censiti. Il tasso di fecondità nel 2011 era pari a 1,25 figli per donna, inferiore alla media italiana e a quella del Mezzogiorno (rispettivamente 1,39 e 1,33 figli per donna). Anche in questa regione il tasso di fecondità è più alto per le straniere, 1,50 contro 1,26 delle italiane Figura 1. Popolazione residente ed evoluzione demografica in Calabria Popolazione residente Contributi dei saldi demografici (livelli e quote, periodo ) (saldi su popolazione, periodo ) 3,8 3,6 3,4 3,2 3,0 quota su Italia 10,0 8,0 6,0 4,0 2,0 0,0-2,0-4,0-6,0-8,0-10,0 livello quota su Italia tasso naturale tasso migratorio interno tasso migratorio estero Fonte: Istat. Popolazione residente a metà anno e Bilanci annuali. Per i dati al 2011: Istat, Noi Italia

172 classi di età classi di età Calabria La piramide delle età mostra nel 2011 uno snellimento nelle classi più basse e un rigonfiamento in quelle centrali rispetto alla struttura del La quota dei maschi nel 2011 è superiore a quello delle femmine fino ai 24 anni, mentre tra 25 e 34 anni è perfettamente allineata, solo nelle fasce d età successive è sempre la parte femminile ad essere predominante. Nel complesso il tasso di dipendenza 5 della Calabria nel 2011 è pari al 49,2 per cento, mentre l indice di vecchiaia 6 è pari a e oltre Figura 2. Piramide delle età anni 1992 e 2011 per classi di popolazione residente in Calabria* (popolazione in migliaia per classi di età, livelli e quote sul totale) ,3 4,13,6 4,3 0,0 0,1 0,3 0,8 1,2 1,3 2,6 2,52,2 2,6 3,3 2,5 3,3 3,8 3,4 3, ,0 0,1 0,4 1,1 1,7 1,7 2,6 2,7 2,5 2,6 2,8 3,2 3,2 3,6 4,1 4,1 4,2 2,9 3,33, popolazione in migliaia 95 e oltre ,8 3,6 3,33,0 3,6 3,5 3,5 3,4 3,3 3,0 2,6 2,5 2,3 0,6 0,2 0,1 1,2 1,8 2,1 2, ,1 0,3 1,1 1,8 2,3 2,3 2,5 2,9 3,1 3,4 3,8 3,8 2,2 2,3 2,52,93,2 3,4 3,53, popolazione in migliaia FEMMINE MASCHI * le etichette rappresentano le quote sul totale della popolazione regionale Fonte: elaborazioni su dati Istat FEMMINE MASCHI Formazione e impiego delle risorse Il Pil corrente della regione nel 2011 rappresentava il 2,1 per cento del prodotto interno lordo italiano e il 9,1 per cento di quello del Mezzogiorno. Nel 2011 il Pil della Calabria è diminuito dello 0,1 per cento, flessione inferiore a quella registrata nel Mezzogiorno (-0,3 per cento) e al lieve aumento nazionale (0,4 per cento). Nell ultimo decennio , il Pil della regione ha registrato una lieve flessione, pari allo 0,1 per cento, a differenza della stabilità riscontrata nell area meridionale e del leggero incremento a livello nazionale, pari allo 0,4 per cento (Figura 3). Il calo più significativo si riscontra dal 2008, anno di inizio crisi, per poi peggiorare nel 2009, tuttavia negli anni a seguire si osserva un ulteriore calo. Figura 3. L andamento del PIL della regione Calabria (variazioni percentuali annue e indici 2000=100, prezzi concatenati, anno di riferimento 2005) (variazioni percentuali) (2000=100) 6,0 112,0 4,0 110,0 2,0 108,0 0,0 106,0-2,0 104,0-4,0 102,0-6,0 100,0-8, , Calabria Mezzogiorno Italia Calabria Mezzogiorno Italia Fonte: elaborazioni su dati Istat 164

173 Calabria Il Pil pro capite a valori correnti della Calabria era pari nel 2011 al 64,9 per cento del Pil pro capite italiano e al 95,4 per cento di quello dell area meridionale. I consumi finali delle famiglie reali nel 2011 hanno registrato una lieve ripresa (0,2 per cento), in linea con la dinamica italiana e in controtendenza rispetto a quanto accade nell area meridionale (-0,1 per cento). Gli investimenti fissi lordi a valori concatenati, fermi al 2010, sono diminuiti nella regione del 4 per cento, contrariamente a quanto registrato in tutto il territorio nazionale (2,1 per cento) e nel Mezzogiorno (1,7). Dal lato dell offerta, la distribuzione del valore aggiunto a livello settoriale nel 2011 segnala il contributo maggiore da parte del settore dei servizi (81 contro 78,6 del Mezzogiorno e 73,2 per cento dell Italia), seguito dall industria in senso stretto (8,1 contro 12,2 del Mezzogiorno e 19,4 per cento dell Italia), dalle costruzioni (5,5 contro 5,6 del Mezzogiorno e 5,4 per cento dell Italia) e dall agricoltura (5,3 contro 3,7 nel Mezzogiorno e 2,2 per cento in Italia). La dinamica del valore aggiunto nel 2011, rispetto all anno precedente, è stata positiva per agricoltura e servizi mentre negativa per il settore dell industria. L industria è stata quella maggiormente colpita dalla crisi (-7,9 per cento), in particolare a causa della flessione registrata dalle costruzioni (-14,3 per cento), mentre in misura più ridotta anche l industria in senso stretto, che ha perso in un anno il 2,6 per cento. L agricoltura ha registrato un incremento dell 1,6 per cento mentre i servizi dello 0,8 per cento. Nel 2011 il settore che mantiene una produttività (valore aggiunto per unità di lavoro) positiva è quello dell industria in senso stretto (2,3 per cento) mentre la dinamica è stata negativa per tutti gli altri settori, in particolare per quello agricolo, anche se le perdite non sono state superiori all 1 per cento e quindi piuttosto contenute. Nel complesso la produttività totale della Calabria è aumentata dello 0,2 per cento, leggermente inferiore a quella italiana (0,5 per cento) e a quella del Mezzogiorno (0,4 per cento). Mercato del lavoro e imprese Nel 2012, la dinamica degli occupati è stata negativa (-1,9 per cento rispetto al 2011) superiore alla diminuzione registrata nel Mezzogiorno (-0,6 per cento) e della media italiana (-0,3 per cento). Il numero di disoccupati è aumentato in maniera notevole (60,8 per cento), incremento di molto superiore a quanto registrato nella ripartizione (31) e nell intero Paese (30,2 per cento). Figura 4 Tasso di occupazione in Calabria (livelli percentuale, periodo ) 70,0 68,0 66,0 64,0 62,0 60,0 58,0 56,0 54,0 52,0 50,0 48,0 46,0 44,0 42,0 40, Calabria Italia Fonte: elaborazioni su dati Istat 165

174 Calabria Quanto alla struttura del mercato del lavoro, la Calabria è caratterizzata nel 2012 da un tasso di occupazione della popolazione in età anni (41,6 per cento), inferiore alla media nazionale e a quella del Mezzogiorno (56,8 e 43,8 rispettivamente) e da un tasso di disoccupazione (19,3 per cento) superiore a quello del Mezzogiorno (17,2), e di oltre 9 punti superiore a quello medio italiano (cfr. tavola I). Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) si mantiene molto elevato (53,5 per cento contro il 46,9 del Mezzogiorno e il 35,3 dell Italia). I NEET di anni (= giovani che non studiano e non lavorano) costituiscono nel 2011 il 31,8 per cento della corrispondente classe di popolazione in linea con quanto si rileva nel Mezzogiorno (31,9 per cento) ma sicuramente peggiore della media italiana (22,7 per cento). La percentuale di lavoro irregolare nella Regione pari al 29,1 per cento del totale di unità di lavoro, è il valore più alto tra le regioni italiane, contro il 12,2 per cento della media italiana e il 20,4 per cento rilevato nel Mezzogiorno. In particolare, i dati disponibili per il 2012 relativi alla Cassa integrazione guadagni hanno mostrato per le ore autorizzate una flessione del 16,4 per cento rispetto all anno precedente, dinamica che ha riguardato prevalentemente la componente in deroga e ordinaria a fronte di un incremento di quella straordinaria. La dinamica regionale risulta in controtendenza con l aumento registrato sia nell area (12,3) che nel Paese (12,1 per cento). A livello subregionale gli occupati nei sistemi locali del lavoro (SLL 7 ) si concentrano nell area di Cosenza, seguita da quella di Reggio Calabria e in misura minore da Catanzaro (Figura 5). Figura 5. Cartogramma occupazione Fonte: elaborazioni su dati Istat. Le imprese attive (fonte Istat, Archivio ASIA-Imprese) erano, nel 2010, (8,9 per cento delle imprese attive del Mezzogiorno e 2,5 per cento di quelle italiane); la densità 166

175 Calabria imprenditoriale 8 era pari al 55,1 per cento, inferiore di poco a quella del Mezzogiorno (59,4), ma nettamente al di sotto di quella italiana (73,8). Per quanto riguarda le Unità Locali, i dati dell archivio ASIA-UL dell Istat mostrano per l anno 2010 un numero di addetti pari a circa 313 mila (intorno al 7,8 per cento della ripartizione Mezzogiorno e all 1,8 per cento su base nazionale), di cui poco più di 34 mila nel solo manifatturiero (5,1 per cento dell intero Mezzogiorno e 0,9 rispetto all Italia). La dimensione media risulta pari a 2,6 addetti, inferiore a quella del Mezzogiorno (3) e dell Italia (3,6). In base ai dati Infocamere (non direttamente confrontabili con i dati Asia-Istat, ma più aggiornati sugli andamenti recenti), il tasso di crescita delle imprese 9 nel 2012 a livello nazionale è tornato a ridursi (+0,31 per cento), rispetto al 2011 (+0,82) e al 2010 (+1,19), la Regione al riguardo presenta un valori più elevato nel 2012 (0,63) e più basso nel 2011 (0,66). Il livello di innovazione imprenditoriale in Calabria non è elevato se si considera il grado di utilizzo di Internet nelle imprese 10 : nel 2011 era pari al 24,1 per cento, inferiore rispetto alla media italiana (35,5) e a quella del Mezzogiorno (24,6). Apertura verso l estero Le esportazioni di beni della Calabria, pari a 374 milioni di euro, costituivano nel 2012 solo lo 0,1 per cento del flusso complessivo dell export italiano e lo 0,8 per cento di quello del Mezzogiorno. Nel periodo le vendite all estero della regione hanno registrato una dinamica decisamente modesta (1,5 per cento), inferiore alla crescita del Mezzogiorno (4,1 per cento) e a quella media nazionale (3,4 per cento); nel 2012 gli scambi con l estero hanno registrato una sostanziale stabilità rispetto al 2011 (0,1 per cento), inferiore a quanto accade nell area e nel Paese (7,8 e 3,7 per cento rispettivamente). I comparti merceologici a più elevata specializzazione all export della regione sono stati nel 2012 quelli dei prodotti alimentari, bevande e tabacco, metalli di base e prodotti in metallo e sostanze e prodotti chimici. La destinazione geografica delle esportazioni calabresi nel 2012 è risultata particolarmente sbilanciata a favore dei mercati all esterno dell Unione (68 per cento), in particolare il 23 per cento sono destinate alla Svizzera e circa il 10 per cento verso l America settentrionale (7,4 per cento negli Stati Uniti). Le principali destinazioni europee rimangono la Germania, la Francia e il Regno Unito. Relativamente ai mercati emergenti, in particolare ai BRIC, la regione esporta solo il 2,4 per cento delle merci verso questi paesi, che nel 2012 hanno registrato una flessione del 36,6 per cento rispetto all anno precedente. La capacità di esportare (esportazioni su PIL) della regione è molto contenuta, si attesta nel 2011 all 1 per cento, decisamente inferiore sia alla media meridionale sia a quella nazionale (rispettivamente 11,6 e 23,8 per cento). L attrattività turistica della regione appare sufficiente: il peso delle presenze complessive sul totale nazionale nel 2011 era pari al 2,2 per cento (0,9 per cento per gli stranieri). Nel periodo , inoltre, le presenze sono aumentate (2,8 per cento medio annuo) in misura significativamente superiore alla crescita dell area meridionale e nazionale (rispettivamente 1,3 e 1,2 per cento), tuttavia rispetto al 2010 si è registrata un aumento significativo del 4,9 per cento. La capacità ricettiva degli esercizi è elevata, oltre 195 mila posti letto e se misurata in rapporto al 167

176 Calabria numero di abitanti è superiore alla media nazionale e ancor di più rispetto a quella del Mezzogiorno (98,3 posti letto ogni mille abitanti contro i 63,9 del Mezzogiorno e i 79 dell Italia). Le performance regionali economiche e sociali assumono maggior risalto nel confronto con il contesto nazionale e internazionale, in relazione ai target individuati nei documenti programmatici e strategici quali il Quadro Strategico Nazionale (di seguito QSN 11 ) e la nuova agenda Europa Indicatori del contesto sociale e obiettivi di servizio Con riferimento al contesto sociale, la percentuale di popolazione calabrese che vive in famiglie al di sotto della soglia di povertà nel 2011 era pari al 27,2 per cento, al di sopra della media italiana (13,6 per cento) e del Mezzogiorno (26,9 per cento), pur essendo una tra le regioni del Sud con la più alta incidenza di povertà relativa nel tempo in questi ultimi due anni ha registrato una diminuzione del fenomeno. Il livello di capitale umano, tuttavia, è soddisfacente in termini soprattutto di giovani che abbandonano prematuramente gli studi 12 pari al 18,2 per cento nel 2011 (contro il 21,2 nel Mezzogiorno e il 18,2 in Italia), parimenti è buona la situazione riguardo agli adulti che partecipano all'apprendimento permanente 13 (5,5 per cento nel 2011, contro 5,1 nel Mezzogiorno e 5,7 in Italia). Per quanto riguarda la sicurezza, la percezione delle famiglie del rischio di criminalità nella zona in cui vivono nel 2012 in Calabria (17,8 per cento) significativamente più bassa della media del Mezzogiorno e di quella italiana (rispettivamente 25 e 26,3 per cento). Per quanto riguarda altri obiettivi di servizio di natura sociale, si osservano situazione di particolare arretramento, con valori di molto inferiori alla media nazionale. Così per la presa in carico dell'utenza per il servizio di asilo nido 14 nel 2011, 2,5 per cento contro 5 nel Mezzogiorno; la situazione migliora lievemente se si considera la presa in carico degli anziani per il servizio di assistenza domiciliare integrata 15 nel 2011 (2,9 per cento in Calabria, contro il 2,7 nel Mezzogiorno e 4,1 in Italia). Deficitaria nel settore ambiente la performance della regione per la raccolta differenziata dei rifiuti urbani 16 (nel 2010 solo il 12,4 per cento del totale dei rifiuti urbani), al di sotto sia della media del Mezzogiorno sia di quella nazionale (rispettivamente 21,2 e 35,3 per cento), al contrario di quella relativa ai servizi idrici, come evidenzia la percentuale di utilizzo delle risorse idriche per il consumo umano 17, che nel 2008 era pari al 66,9 per cento contro il 60,3 del Mezzogiorno e il 67,9 dell Italia. Abbastanza problematica la situazione calabrese per i servizi energetici, in particolare per le interruzioni del servizio elettrico 18, che nel 2010 erano pari a 4,3 superiori sia alla media del Mezzogiorno (3,7), sia alla media nazionale (2,2). Target UE2020 Oltre agli obiettivi nazionali individuati nel QSN e in parte già descritti sopra, nel confronto internazionale si considerano anche i target della Strategia Europa Europa 2020, che è la rivisitazione della Strategia di Lisbona, detta le linee e gli obiettivi da conseguire entro il 2020 affinché l Unione possa uscire dal declino degli ultimi anni. Gli obiettivi della Strategia tradotti in obiettivi nazionali 20 vengono misurati attraverso un set di indicatori condivisi (cfr. tabella 1). Nell ambito dell istruzione l indicatore è lo stesso inserito nel Qsn (vedi sezione precedente) e mostra come gli abbandoni siano diminuiti notevolmente rispetto al 168

177 Calabria 2004 e siano in linea con la media nazionale e inferiori a quella dell area. La percentuale di laureati tra anni è il 17,2, in aumento rispetto al 2005, superiore alla media dell area ma inferiore a quella nazionale Il tasso di occupazione in età anni è invece molto basso, inferiore alla media dell area e alla media nazionale, nonché alla media Ue, e risulta in diminuzione rispetto a quello del La spesa pubblica in R&S, in leggero aumento rispetto al 2003, è comunque inferiore a quella del Sud e a quella media italiana. La popolazione a rischio di povertà (persone) è diminuita tra il 2005 e il 2011, differentemente a quello che è avvenuto sia a livello europeo sia a livello nazionale. Tabella 1. Posizione della Calabria rispetto ai benchmark di Europa 2020 Indicatore 2003* Ultimo valore disponibile Calabria Mezzogiorno Italia UE(27) Calabria Mezzogiorno Italia UE(27) Obiettivi NAZIONALI "UE2020" Obiettivi UE2020 Giovani che lasciano prematuramente la scuola** (2004*, 2011) Laureati tra anni*** (2004, 2011) 21,9 27,7 22,9 16,1 18,2 21,2 18,2 13, ,5 12,9 15,6 27,9 17,2 16,4 20,3 34, Tasso di occupazione in età anni (2011) 49,7 50,5 61, ,2 47,8 61,2 68, Spesa totale per R&S (2010) 0,4 0,8 1,11 1,86 0,5 0,9 1,26 2,01 1,53 3 Popolazione a rischio povertà (2005,2011)****, migliaia 956, , riduzione di riduzione 20 milioni * Per tutti gli indicatori considerati viene indicato tra parentesi: l'annualità iniziale quando diversa dal 2003 e l'anno per l'ultimo valore disponibile. ** In ambito comunitario l'indicatore dei giovani che lasciano prematuramente la scuola corrisponde all'indicatore "Early leavers from education and training". ***Per i laureati tra anni il corrispondente calcolato da Eurostat è "population aged having completed tertiary education". **** Dati Eurostat, i valori assoluti per l'italia e l'ue27 sono quelli pubblicati mentre i valori regionali sono stati stimati attarverso i dati percentuali del rischio di povertà e la popolazione al 1 gennaio. Fonte: Istat e Eurostat 169

178 Calabria Tavola 1. Principali indicatori economici della Calabria Indicatori strutturali Calabria Mezzogiorno Italia Popolazione totale residente ( in migliaia ) al 9 ottobre Superficie ( kmq in migliaia ) 15,1 123,1 301,3 Densità demografica ( abitanti per kmq ), ,7 167,5 197,3 PIL per abitante (a prezzi correnti, euro ), PIL per abitante (a prezzi concatenati, euro ), PIL per abitante (valori concatenati, variazione percentuale media ), 2011/2010-0,2-0,4 0,0 Consumi delle famiglie per abitante (valori concatenati, euro ), Consumi delle famiglie per abitante (val. concatenati, var. perc. media), 2011/2010 0,1-0,2-0,2 PIL (valori concatenati, milioni di euro ), PIL (valori concatenati, variazione percentuale ), 2011/2010-0,1-0,3 0,4 Importazioni nette 1 /PIL (valori correnti, percentuale), ,3 23,4 2,8 Investimenti fissi lordi/pil (valori correnti, percentuale), ,4 18,9 17,7 Produttività 2 (valori concatenato, variazione percentuale), 2011/2010 0,2 0,4 0,5 Valore Aggiunto Industria (valori concatenato, percentuale su VA totale), ,5 17,8 24,7 Occupati (in migliaia), percentuale sul totale nazionale 2,5 27,0 100,0 Variazione (valori percentuali), 2012/2011-1,9-0,6-0,3 In cerca di occupazione (in migliaia), percentuale sul totale nazionale 4,9 46,7 100,0 Variazione (valori percentuali), 2012/ ,8 31,0 30,2 Forze di lavoro (in migliaia), percentuale sul totale nazionale 2,7 29,1 100,0 Variazione (valori percentuali), 2012/2011 6,1 3,7 2,3 Tasso di occupazione anni, ,6 43,8 56,8 maschile 52,2 56,2 66,5 femminile 31,2 31,6 47,1 Tasso di attività anni, ,7 53,0 63,7 maschile 63,9 67,0 73,9 femminile 39,6 39,3 53,5 Tasso di disoccupazione, ,3 17,2 10,7 maschile 18,1 15,9 9,9 femminile 21,2 19,3 11,9 Imprese attive (valori assoluti) Densità imprenditoriale (imprese per 1000 abitanti) ,1 59,4 73,8 Dimensione media delle imprese (addetti / imprese) ,6 2,9 3,8 Addetti totali alle unità locali delle imprese (valori in migliaia) Addetti al manifatturiero nelle unità locali (valori in migliaia) , Dimensione media delle unità locali (addetti / unità locali) ,6 3,0 3,6 Turismo presenze complessive (valori in migliaia), percentuale sul totale nazionale 2,2 19,9 100,0 Turismo presenze straniere (valori in migliaia), percentuale sul totale nazionale 0,9 13,4 100,0 Esportazioni di beni (valori a prezzi correnti, milioni di euro) percentuale sul totale nazionale 0,1 11,9 100,0 1 Le importazioni nette sono definite come il saldo tra importazioni ed esportazioni e comprendono lo scambio di beni e servizi con l estero e con le altre regioni. Il valore negativo indica che il volume delle esportazioni supera quello delle importazioni, se il valore è invece positivo significa che le importazioni sono maggiori delle esportazioni. 2 Calcolata come il rapporto tra il Pil a valori concatenati e le unità di lavoro totali. Fonte: Istat- Popolazione residente, censimento 2011 Conti economici territoriali; Rilevazione continua sulle forze di lavoro; Archivio Asia- Imprese; Archivio Asia-Unità locali; Rilevazione sul movimento dei clienti negli esercizi ricettivi; Indagine sul commercio estero 170

179 Calabria Tavola 2. Alcuni indicatori di contesto della Calabria Istruzione e formazione Indicatore (Anno inizio serie; ultimo anno disponibile) Calabria Mezzogiorno Italia Calabria Mezzogiorno Italia - Capacità di esportare (valore delle esportazioni di merci in percentuale del Pil) (2000; 2011) 1,2 10,0 21,7 1,0 11,6 23,8 1 L'indicatore è anche un obiettivo di servizio. 2 L'indicatore è anche un target della Strategia Europa I dati del 2010 non sono confrontabili con quelli del 2003 perché la classificazione ATECO di riferimento è diversa nei due anni. 4 Il valore del tasso di mortalità per il 2010 è stimato. 5 I dati del 2011 si riferiscono solo alle regioni del Mezzogiorno; l'ultimo anno disponibile per l'italia è il Nel 2010, i dati relativi alle istituzioni private non profit in Calabria non sono resi disponibili in quanto coperti da vincolo di confidenzialità. Fonte: DPS-ISTAT Banca dati indicatori regionali per le politiche di sviluppo - ultimo aggiornamento marzo Anno: inizio serie Anno: ultimo disponibile - Percentuale della popolazione anni, con al più la licenza media, che abbandona 21,8 27,6 22,9 18,2 21,2 18,2 prematuramente gli studi (2004; 2011) 1 - Laureati in matematica, scienze e tecnologia (per abitanti) (2000; 2009) 4,2 3,8 5,7 9,2 8,3 12,2 - Percentuale della popolazione anni che frequenta un corso di studio o di formazione professionale (2000; 2011) Ricerca e innovazione 5,2 4,7 5,5 5,5 5,1 5,7 - Capacità innovativa: percentuale di spesa pubblica e privata in R&S sul Pil (2000; 2010) 2 0,3 0,8 1,0 0,5 0,9 1,3 - Addetti alla R&S (per abitanti) (2002; 2010) 6 0,7 1,6 2,9-1,8 3,7 - Percentuale di imprese (con più di dieci addetti) dei settori industria e servizi che 22,5 25,2 31,2 86,5 85,8 88,3 dispongono di collegamento a banda larga (2003; 2011) 3 - Percentuale di addetti delle imprese (con più di 10 addetti) dei settori industria e servizi che utilizzano computer connessi a Internet (2003; 2011) 3 18,1 16,0 24,2 24,1 24,6 35,5 Ambiente ed energia - Percentuale di famiglie che denunciano irregolarità nell'erogazione dell'acqua (2000; 2010) 47,8 28,6 15,0 33,4 18,7 10,8 - Lunghezza delle coste non balneabili per inquinamento sulla lunghezza totale delle coste (percentuale) (2000; 2009) 6,1 6,0 5,5 11,9 6,8 6,2 - Popolazione dei comuni con il servizio di rete fognaria con depurazione completa dei reflui convogliati sul totale della popolazione residente (percentuale) (1999; 2008) 29,9 48,3 47,3 27,0 50,6 49,8 - Percentuale di rifiuti solidi urbani oggetto diraccolta differenziata sul totale dei rifiuti solidi 1,1 2,4 14,4 12,4 21,2 35,3 urbani (2000; 2010) 1 - Frequenza delle interruzioni accidentali lunghe del servizio elettrico (numero medio per utente) (2000; 2010) 8,5 5,2 3,6 4,3 3,7 2,2 - Energia prodotta da fonti rinnovabili (eolica, fotovoltaica, geotermoelettrica) su produzione totale (percentuale) (2000; 2010) 10,2 5,2 19,1 29,4 18,2 25,9 Condizioni sociali - Percentuale di famiglie che avvertono molto o abbastanza disagio al rischio di criminalità nella zona in cui vivono (2000; 2012) - Percentuale di popolazione che vive in famiglie al di sotto della soglia di povertà (2002; 2011) - Percentuale dibambini tra 0-3 anni che hanno usufruito dei servizi per l'infanzia (2004; 2011) ,7 28,7 30,6 17,8 25,0 26,3 30,6 23,6 12,4 27,5 26,9 13,6 2,0 4,2 11,2 2,5 5,0 13,9 - Percentuale di anziani (65 anni e oltre) trattati in assistenza domiciliare integrata (ADI) 0,6 0,9 1,9 2,9 2,7 4,1 (2001; 2011) 1 Risorse culturali e turismo - Numero divisitatori diistituti statali diantichità e d'arte per istituto (valori in migliaia) (2000; 2011) 19,9 63,8 79,4 13,1 55,5 94,7 - Biglietti venduti per attività teatrali e musicali (per 100 abitanti) (2000;2010) 22,7 28,6 50,9 19,3 34,3 56,3 - Giornate di presenza (italiani e stranieri) nel complesso degli esercizi ricettivi per abitante (2000; 2010) Trasporti e mobilità - Percentuale di utenti di mezzi pubblici sul totale delle persone che si sono spostate per motivi di lavoro e hanno usato mezzi di trasporto (2000; 2011) 3,1 3,3 6,0 4,1 3,6 6,2 20,1 20,7 19,7 23,0 19,2 19,3 - Tonnellate di merci in ingresso ed in uscita per ferrovia sul totale delle modalità (2000; 2010) 1,7 1,8 2,3 0,1 0,6 1,0 - Tonnellate di merci in ingresso ed in uscita per ferrovia per 100 abitanti (2000; 2010) 13,8 21,7 51,0 1,7 10,0 27,4 - Tonnellate di merci in ingresso ed in uscita su strada per abitante (2000; 2010) 7,0 9,9 20,6 16,4 12,9 24,6 - Passeggeri sbarcati e imbarcati per via aerea (per 100 abitanti) (2000; 2010) 55,1 85,2 158,0 123,4 155,9 229,6 Sistemi produttivi - Tasso netto di turnover delle imprese (differenza tra il tasso di natalità e di mortalità delle 0,7 0,9 0,8-0,1-0,3-1,1 imprese) (2000; 2010) 4 - Percentuale di unità di lavoro irregolari sul totale delle unità di lavoro (2001; 2011) 26,0 21,1 13,8 28,8 20,3 12,2 - Indice di intensità creditizia: impieghi bancari (consistenza media annua) in percentuale del Pil (a prezzi correnti) (2000; 2009) Sistemi urbani - Linee urbane di trasporto pubblico locale nei comuni capoluogo di provincia per 100 Kmq di superficie comunale (2000; 2010) - Emigrazione ospedaliera in altra regione per ricoveri ordinari acuti sul totale delle persone ospedalizzate residenti nella regione (2000; 2010) Apertura internazionale 20,1 26,8 42,9 25,8 36,4 62,0 164,8 89,8 115,2 186,9 99,7 125,3 15,9 10,7 6,9 17,2 9,5 6,4 - Investimenti diretti netti dall'estero in Italia sul Pil (2008; 2011) 0,0 0,1-0,5 0,0 0,0 1,6

180 popolazione (in migliaia) Sicilia Sicilia Aspetti demografici Tendenze economiche e sociali Al 9 ottobre 2011, dai dati del censimento, la popolazione totale residente nella regione risulta pari a individui, dei quali il 51,7 per cento femmine e il 48,3 per cento maschi. La popolazione 1 in Sicilia, nel periodo , dopo la crescita più sostenuta nei primi anni ottanta, si è assestata nell ultimo quinquennio su un livello di oltre 5 milioni di abitanti (popolazione media residente), ma con un costante incremento nell ultimo decennio. La quota nel 2011 è pari a circa l 8,3 per cento sul totale Italia e al 24,2 per cento sul Mezzogiorno (Figura 1). Nel 2011 il tasso naturale 2 è stato negativo (-0,57 per mille abitanti), così come per l Italia (-0,77) e il Mezzogiorno (-0,33). Anche il tasso migratorio interno 3 registrato in Sicilia è stato negativo (-1,98 per mille), leggermente inferiore a quello dell area meridionale (-2,53), mentre quello estero 4 è risultato positivo (2,46 per mille), a fronte del 2,93 per mille abitanti del Mezzogiorno e del 5,01 per mille dell Italia. Sulla base dei risultati censuari nell arco dell ultimo decennio la popolazione straniera, abitualmente dimorante in Sicilia, è aumentata in maniera significativa, passando da del 2001 (con un incidenza del 37 per mille sulla popolazione straniera totale in Italia) a unità nel 2011 (con un incidenza del 31 per mille sulla popolazione straniera totale in Italia). L incidenza degli stranieri sul totale della popolazione residente passa da 9,9 nel 2001 al 25 stranieri per mille censiti nel Il grafico sui contributi dei saldi demografici evidenzia come la crescita della popolazione dal 2011 è dovuta esclusivamente alla componente estera che colma i valori negativi delle migrazioni interne e del saldo naturale. Il tasso di fecondità, nel 2011, è stato dell 1,39 figli per donna, in linea con la media italiana e superiore a quella meridionale (1,33 figli per donna). Figura 1. Popolazione residente ed evoluzione demografica in Sicilia Popolazione residente Contributi dei saldi demografici (livelli e quote, periodo ) (saldi su popolazione, periodo ) , ,8 8,6 8, ,2 quota su Italia 6,0 4,0 2,0 0,0-2,0-4,0-6,0 livello quota su Italia tasso naturale tasso migratorio interno tasso migratorio estero Fonte: Istat. Popolazione residente a metà anno e Bilanci annuali. Per i tassi del 2011: Istat, Noi Italia

181 classi di età classi di età Sicilia La piramide delle età, al primo gennaio 2011 mostra, rispetto alla struttura del 1992, uno snellimento nelle classi più basse e un rigonfiamento in quelle centrali. La quota dei maschi nel 2011 è superiore a quello delle femmine fino ai 24 anni; dai 25 ai 34 anni c è la stessa percentuale di maschi e femmine rispetto alla popolazione totale siciliana; dai 35 anni in su è sempre la parte femminile ad essere predominante (Figura 2). Nel complesso il tasso di dipendenza 5 della Sicilia nel 2011 è pari al 50,8 per cento e l indice di vecchiaia 6 è pari a 122,2. 95 e oltre Figura 2. Piramide delle età anni 1992 e 2011 per classi di popolazione residente in Sicilia* (popolazione al 1 gennaio in migliaia per classi di età, livelli e quote sul totale) 4,2 3,93,5 4,2 3,7 3,2 3,0 1,3 0,80,3 1,4 2,3 2,5 2,6 2,7 3,2 2,7 3,2 0,0 0,1 0,0 0,2 0,5 1,1 1,7 1,8 * le etichette rappresentano le quote sul totale della popolazione regionale Fonte: elaborazioni su dati Istat Formazione e impiego delle risorse 2,7 2,9 2,9 2,8 2,9 3,3 3,4 3,7 4,0 4,1 2,9 3,13,54, popolazione in migliaia FEMMINE 1992 MASCHI 95 e oltre ,6 3,53,12,9 3,6 3,5 3,3 3,2 3,1 2,7 2,6 2,5 0,6 0,1 0,0 1,1 1,7 2,8 2,2 2,1 1,8 2,3 2,5 2,5 3,0 3,1 3,4 3,8 3,8 Il Pil reale della regione nel 2011 rappresentava il 5,4 per cento del prodotto interno lordo italiano e il 23,3 per cento di quello del Mezzogiorno. Nell ultimo decennio , la crescita media annua è risultata dello 0,1 per cento, a fronte di una stazionarietà registrata nel Mezzogiorno e una crescita media dello 0,4 per cento a livello nazionale (Figura 3). Nel 2011 il prodotto interno lordo della Sicilia è diminuito dell 1,3 per cento rispetto all anno precedente, nel Mezzogiorno la contrazione è stata dello 0,3 per cento, a fronte di una crescita seppur lieve a livello nazionale (0,4). Figura 3. L andamento del PIL della regione Sicilia (variazioni percentuali annue e indici 2000=100, prezzi concatenati, anno di riferimento 2005) ,1 0,3 1,1 2,4 2,5 2,6 3,03,1 3,3 3,53, popolazione in migliaia FEMMINE MASCHI (variazioni percentuali) (2000=100) 6,0 112,0 4,0 110,0 2,0 108,0 0,0 106,0-2,0 104,0-4,0 102,0-6,0 100,0-8, , Sicilia Mezzogiorno Italia Sicilia Mezzogiorno Italia Fonte: elaborazioni su dati Istat 173

182 Sicilia Il Pil pro capite a valori correnti della Sicilia era pari nel 2011 al 66,1 per cento del Pil pro capite italiano e al 97,2 per cento di quello dell area meridionale. I consumi finali delle famiglie in termini reali nel 2011 sono rimasti stazionari, a fronte di una lieve contrazione nel Mezzogiorno (-0,1 per cento) e di una leggera ripresa in Italia (0,2 per cento). Gli investimenti fissi lordi in termini reali in Sicilia sono aumentati nel 2010 (ultimo anno disponibile) del 2,4 per cento, in misura più elevata della media del Mezzogiorno e dell Italia (1,7 e 2,1 per cento rispettivamente). Dal lato dell offerta, la distribuzione del valore aggiunto a livello settoriale nel 2011 segnala il contributo maggiore da parte del settore dei servizi (82,1 contro 78,6 del Mezzogiorno e 73,2 per cento dell Italia), seguito dall industria in senso stretto (9,4 contro 12,2 del Mezzogiorno e 19,4 per cento dell Italia), dalle costruzioni (4,7 contro 5,6 del Mezzogiorno e 5,4 per cento dell Italia) e dall agricoltura (3,9 contro 3,7 nel Mezzogiorno e 2,2 per cento in Italia). Tutti i settori, rispetto al 2010, hanno subito una diminuzione del valore aggiunto. Nello specifico è stato maggiormente colpito quello delle costruzioni (-5 per cento), a seguire l industria in senso stretto e l agricoltura (-2,2 per cento) e infine i servizi (-0,4 per cento). I settori maggiormente produttivi sono quelli dei servizi e dell industria in senso stretto. La dinamica della produttività (valore aggiunto per unità di lavoro) nel 2011 è stata positiva in tutti i settori tranne che per l agricoltura ed è cresciuta in misura maggiore nell industria in senso stretto (1 per cento) dovuto però ad una diminuzione più elevata delle unità di lavoro rispetto al valore aggiunto. Nel complesso la produttività totale della Sicilia è aumentata dello 0,4 per cento, in linea con la media del Mezzogiorno (in Italia si è registrata una variazione dello 0,5 per cento). Mercato del lavoro e imprese Nel 2012, la dinamica degli occupati è stata negativa (-2,7 per cento rispetto al 2011), con un intensità maggiore rispetto all andamento del Mezzogiorno e dell Italia (-0,6 e -0,3 per cento rispettivamente). Il numero di disoccupati è aumentato notevolmente (32,6 per cento), in misura superiore alla media registrata nel Mezzogiorno (31 per cento) e in Italia (30,2 per cento). Figura 4. Tasso di occupazione anni in Sicilia (livello percentuale, periodo ) 70,0 68,0 66,0 64,0 62,0 60,0 58,0 56,0 54,0 52,0 50,0 48,0 46,0 44,0 42,0 40, Sicilia Italia Fonte: elaborazioni su dati Istat 174

183 Sicilia Quanto alla struttura del mercato del lavoro, la Sicilia è caratterizzata nel 2012 da un tasso di occupazione della popolazione in età anni pari al 41,2 per cento, inferiore alla media nazionale e meridionale (rispettivamente 56,8 e 43,8 per cento, cfr. Tavola 1) e da un alto tasso di disoccupazione (18,6 per cento contro 10,7 italiano e 17,2 del Mezzogiorno). Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) segna nel 2012 un peggioramento rispetto all anno precedente e si attesta al 51,3 per cento (contro il 46,9 del Mezzogiorno e il 35,3 dell Italia). I NEET di anni (giovani che non studiano e non lavorano) costituiscono nel 2011 il 35,7 per cento della corrispondente classe di popolazione, contro il 22,7 per cento in Italia e il 31,9 per cento nel Mezzogiorno. Sempre nel 2011 è in aumento, rispetto all anno precedente, anche la percentuale di lavoro irregolare nella Regione, pari al 21,2 per cento del totale di unità di lavoro, a fronte del 12,2 per cento della media italiana e del 20,4 per cento riscontrato nel Mezzogiorno. I dati disponibili del 2012 relativi alla Cassa integrazione guadagni mostrano per le ore autorizzate un incremento pari al 37,8 per cento rispetto all anno precedente, a fronte di una crescita più contenuta nel Mezzogiorno e in Italia (12,3 e 12,1 per cento rispettivamente). Nel dettaglio l aumento in Sicilia ha riguardato principalmente la componente in deroga (80,2 per cento) e quella straordinaria (65,4 per cento), mentre quella ordinaria è stata negativa (-19 per cento). A livello subregionale gli occupati nei sistemi locali del lavoro (SLL 7 ) nel 2010 erano maggiormente presenti soprattutto a Palermo e Catania (oltre 100 mila), a seguire negli SLL di Siracusa, Messina, Agrigento, Trapani, altre zone costiere dell isola e Caltanissetta (Figura 5). Figura 5. Cartogramma occupazione Fonte: elaborazioni su dati Istat Le imprese attive (fonte Istat, Archivio ASIA-Imprese) nel 2010 erano oltre 868 mila, in diminuzione rispetto all anno precedente (-0,7 per cento). Esse rappresentano il 22 per cento delle imprese attive del Mezzogiorno e il 6,1 per cento di quelle italiane; la densità imprenditoriale 8 era pari al 54,2 per mille, inferiore a quella meridionale (59,4) e italiana (73,8). 175

184 Sicilia Per quanto riguarda le Unità Locali, i dati dell archivio ASIA-UL dell Istat mostrano per l anno 2010 un numero di addetti pari a circa 785 mila (21,6 per cento del Mezzogiorno e 5 per cento del totale Italia), di cui oltre 112 mila nel solo manifatturiero (13 per cento circa del totale ripartizionale). La dimensione media risulta pari a 3 addetti. In base ai dati Infocamere (non direttamente confrontabili con i dati Asia-Istat, ma più aggiornati sugli andamenti recenti), il tasso di crescita delle imprese 9 nel 2012 a livello nazionale è tornato a ridursi (0,31 per cento), rispetto al 2011 (0,82) e al 2010 (1,19). La regione al riguardo presenta valori più alti (0,44 nel 2012 e 0,96 nel 2011). Il livello di innovazione imprenditoriale misurato attraverso il grado di utilizzo di Internet nelle imprese 10 nel 2011 era pari al 23 per cento, inferiore rispetto alla media dell Italia e del Mezzogiorno (35,5 e 24,6 per cento rispettivamente). Apertura verso l estero Le esportazioni di beni della Sicilia costituivano nel 2012 il 3,3 per cento del flusso complessivo dell export italiano e il 28,1 per cento di quello del Mezzogiorno. Nel periodo le vendite all estero della regione hanno registrato un incremento medio annuo del 7,5 per cento, superiore alla crescita media del Mezzogiorno e a quella nazionale (4,1 e 3,4 per cento rispettivamente). Nel solo 2012 le vendite all estero sono aumentate del 21,2 per cento rispetto all anno precedente e, subito dopo la Sardegna, la Sicilia è la regione che registra l incremento più elevato. A livello ripartizionale il Mezzogiorno segna un aumento dell export del 7,8 per cento, l Italia del 3,7 per cento. I comparti merceologici a più elevata specializzazione all export della regione sono stati nel 2012 quelli relativi a coke e prodotti petroliferi raffinati che rappresentano il 77,8 per cento dell export totale. Se si considera l export siciliano al netto dei prodotti petroliferi nel 2012, esso è aumentato dell 8,5 per cento rispetto al La destinazione geografica prevalente delle esportazioni siciliane nel 2012 è la Turchia con una quota del 10,9; a seguire gli Stati Uniti e la Francia. Circa il 64,2 per cento delle esportazioni è destinato ai Paesi extra UE 27. Relativamente ai mercati emergenti, in particolare ai BRIC, la regione esporta il 2,7 per cento delle merci verso questi paesi. La capacità di esportare (esportazioni su Pil) si attesta nel 2011 al 12,3 per cento, di poco inferiore all area meridionale (11,6 per cento), ma molto al di sotto della media italiana (23,8 per cento). L attrattività turistica della regione non raggiunge quote elevate: il peso delle presenze complessive sul totale nazionale nel 2011 era pari al 3,6 per cento (3,3 per cento per gli stranieri, 3,9 per cento per gli italiani) e rispetto al 2010 c è stata una crescita delle presenze turistiche del 4,1 per cento, più elevata rispetto alla media del Mezzogiorno e dell Italia (2,7 e 3 per cento rispettivamente). In un arco temporale più lungo le presenze sono aumentate solo dello 0,4 per cento medio annuo, in misura inferiore alla crescita dell area meridionale e nazionale (rispettivamente 1,3 e 1,2 per cento). La capacità ricettiva degli esercizi, pari a un totale di quasi 196 mila posti letto, se misurata in rapporto al numero di abitanti, è di gran lunga inferiore alla media del Mezzogiorno e a quella nazionale (39 posti letto ogni mille abitanti contro i 63,9 del Mezzogiorno e i 79 dell Italia). 176

185 Sicilia Le performance regionali economiche e sociali assumono maggior risalto nel confronto con il contesto nazionale e internazionale, in relazione ai target individuati nei documenti programmatici e strategici quali il Quadro Strategico Nazionale (di seguito QSN 11 ) e la nuova agenda Europa Indicatori del contesto sociale e obiettivi di servizio Con riferimento al contesto sociale, la Sicilia è la regione che nel 2011 registra la più alta percentuale di popolazione che vive in famiglie al di sotto della soglia di povertà, pari al 32,2 per cento contro una media dell area meridionale del 26,9 per cento e quella italiana del 13,6 per cento. A questo si associa un livello insufficiente per il capitale umano in termini di giovani che abbandonano prematuramente gli studi 12, pari al 25 per cento nel 2011 (contro il 21,2 nel Mezzogiorno e il 18,2 in Italia), ma in diminuzione rispetto al Anche gli adulti che partecipano all'apprendimento permanente 13 coprono una bassa percentuale (4,3 nel 2011, contro 5,1 nel meridione e 5,7 in Italia) e sono in diminuzione rispetto all anno precedente. Per quanto riguarda la sicurezza, la percezione delle famiglie del rischio di criminalità nella zona in cui vivono nel 2012 in Sicilia è elevata (20,7 per cento), ma in riduzione negli ultimi anni ed è inferiore alla media del Mezzogiorno e a quella italiana (rispettivamente 25 e 26,3 per cento). Altri obiettivi di servizio di natura sociale presentano valori che, seppure insufficienti, sono superiori alla media Mezzogiorno. Così per la presa in carico dell'utenza per il servizio di asilo nido 14 nel 2011 (5,3 per cento contro 5 nel Mezzogiorno); ma se si considera la presa in carico degli anziani per il servizio di assistenza domiciliare integrata 15 nel 2011 i dati siciliani sono più deludenti, pur se in miglioramento (2,1 per cento in Sicilia, contro 2,7 nel Mezzogiorno e 4,1 in Italia). Nel settore ambiente la performance della regione per la raccolta differenziata dei rifiuti urbani 16 continua a migliorare, ma la quota del totale dei rifiuti urbani resta tuttavia ancora bassa (9,4 per cento nel 2010, contro 21,2 nel Mezzogiorno e 35,3 in Italia). Migliora la situazione siciliana per gli aspetti relativi ai servizi idrici, come evidenzia la percentuale di utilizzo delle risorse idriche per il consumo umano 17, che nel 2008 era pari al 64,9 per cento (contro il 60,3 del Mezzogiorno e il 67,9 dell Italia). Se, invece, si considerano i servizi energetici, in particolare le interruzioni del servizio elettrico 18, la Sicilia mostra nel 2010 valori peggiori rispetto alla media del Mezzogiorno e nazionale (4,4 numero medio per utente siciliano, contro 3,7 nel Mezzogiorno e 2,2 in Italia). Target UE2020 Oltre agli obiettivi nazionali individuati nel QSN e in parte già descritti sopra, nel confronto internazionale si considerano anche i target della Strategia Europa Europa 2020, che è la rivisitazione della Strategia di Lisbona, detta le linee e gli obiettivi da conseguire entro il 2020 affinché l Unione possa uscire dal declino degli ultimi anni. Gli obiettivi della Strategia tradotti in obiettivi nazionali 20 vengono misurati attraverso un set di indicatori condivisi (cfr. tabella 1). Nell ambito dell istruzione l indicatore è lo stesso inserito nel Qsn (vedi sezione precedente) e mostra come gli abbandoni siano ancora molto consistenti rispetto alla media italiana e dell area, anche se diminuiti rispetto al I laureati tra anni rappresentano solo il 15,5 per cento nel 2011, ma sono in aumento rispetto al Anche il tasso di occupazione in età anni è inferiore alla media nazionale e dell area, nonché alla media Ue, e registra un valore in direzione opposta a quella del target, in diminuzione rispetto al La spesa pubblica in R&S è piuttosto in linea con la media del Mezzogiorno, ma decisamente 177

186 Sicilia contenuta rispetto ai valori nazionali. La popolazione a rischio di povertà (persone) è in aumento tra il 2005 e il 2011, in linea con quanto si registra sia a livello europeo sia a livello nazionale, ma la diminuzione è di scarsa intensità. Nel complesso la Sicilia mostra valori lontani dai target fissati per tutti gli indicatori presi in considerazione. Indicatore Tabella 1. Posizione della Sicilia rispetto ai benchmark di Europa * Ultimo valore disponibile Sicilia Mezzogiorno Italia UE(27) Sicilia Mezzogiorno Italia UE(27) Obiettivi NAZIONALI "UE2020" Obiettivi UE2020 Giovani che lasciano prematuramente la scuola** (2004*, 2011) Laureati tra anni*** (2004, 2011) 30,7 27,7 22,9 16,1 25,0 21,2 18,2 13, ,8 12,9 15,6 27,9 15,5 16,4 20,3 34, Tasso di occupazione in età anni (2011) 47,3 50,5 61, ,2 47,8 61,2 68, Spesa totale per R&S (2010) 0,8 0,8 1,11 1,86 0,8 0,9 1,26 2,01 1,53 3 Popolazione a rischio povertà (2005,2011)****, migliaia 2.569, , riduzione di riduzione 20 milioni *Per tutti gli indicatori considerati viene indicato tra parentesi: l annualità iniziale quando diversa dal 2003 e l anno per l ultimo valore disponibile. ** In ambito comunitario l indicatore dei giovani che lasciano prematuramente la scuola corrisponde all indicatore Early leavers from education and training. ***Per i laureati tra anni il corrispondente calcolato da Eurostat è Population aged anni having completed tetiary education. **** Dati Eurostat, i valori assoluti per l'italia e l'ue27 sono quelli pubblicati mentre i valori regionali sono stati stimati attarverso i dati percentuali del rischio di povertà e la popolazione al 1 gennaio. Fonte: Istat e Eurostat 178

187 Sicilia Tavola 1. Principali indicatori economici della Sicilia Indicatori strutturali Sicilia Mezzogiorno Italia Popolazione totale residente ( in migliaia ) al 9 ottobre Superficie ( kmq in migliaia ) 25,7 123,1 301,3 Densità demografica ( abitanti per kmq ), ,7 167,5 197,3 PIL per abitante (a prezzi correnti, euro ), PIL per abitante (a prezzi concatenati, euro ), PIL per abitante (valori concatenati, variazione percentuale media ), 2011/2010-1,3-0,4 0,0 Consumi delle famiglie per abitante (valori concatenati, euro ), Consumi delle famiglie per abitante (val. concatenati, var. perc. media), 2011/2010-0,1-0,2-0,2 PIL (valori concatenati, milioni di euro ), PIL (valori concatenati, variazione percentuale ), 2011/2010-1,3-0,3 0,4 Importazioni nette 1 /PIL (valori correnti, percentuale), ,9 23,4 2,8 Investimenti fissi lordi/pil (valori correnti, percentuale), ,8 18,9 17,7 Produttività 2 (valori concatenato, variazione percentuale), 2011/2010 0,4 0,4 0,5 Valore Aggiunto Industria (valori concatenato, percentuale su VA totale), ,0 17,8 24,7 Occupati (in migliaia), percentuale sul totale nazionale 6,1 27,0 100,0 Variazione (valori percentuali), 2012/2011-2,7-0,6-0,3 In cerca di occupazione (in migliaia), percentuale sul totale nazionale 11,6 46,7 100,0 Variazione (valori percentuali), 2012/ ,6 31,0 30,2 Forze di lavoro (in migliaia), percentuale sul totale nazionale 6,7 29,1 100,0 Variazione (valori percentuali), 2012/2011 2,4 3,7 2,3 Tasso di occupazione anni, ,2 43,8 56,8 maschile 54,2 56,2 66,5 femminile 28,6 31,6 47,1 Tasso di attività anni, ,8 53,0 63,7 maschile 65,9 67,0 73,9 femminile 36,2 39,3 53,5 Tasso di disoccupazione, ,6 17,2 10,7 maschile 17,5 15,9 9,9 femminile 20,6 19,3 11,9 Imprese attive (valori assoluti) Densità imprenditoriale (imprese per 1000 abitanti) ,2 59,4 73,8 Dimensione media delle imprese (addetti / imprese) ,9 2,9 3,8 Addetti totali alle unità locali delle imprese (valori in migliaia) Addetti al manifatturiero nelle unità locali (valori in migliaia) Dimensione media delle unità locali (addetti / unità locali) ,0 3,0 3,6 Turismo presenze complessive (valori in migliaia), percentuale sul totale nazionale 3,6 19,9 100,0 Turismo presenze straniere (valori in migliaia), percentuale sul totale nazionale 3,3 13,4 100,0 Esportazioni di beni (valori a prezzi correnti, milioni di euro) percentuale sul totale nazionale 3,3 11,9 100,0 1 Le importazioni nette sono definite come il saldo tra importazioni ed esportazioni e comprendono lo scambio di beni e servizi con l'estero e con le altre regioni. Il valore negativo indica che il volume delle esportazioni supera quello delle importazioni, se il valore è invece positivo significa che le importazioni sono maggiori delle esportazioni.. 2 Calcolata come il rapporto tra il Pil a valori concatenati e le unità di lavoro totali. Fonte: Istat - Popolazione residente, censimento Conti Economici Territoriali; Rilevazione continua sulle forze di lavoro; Archivio Asia- Imprese; Archivio Asia-Unità Locali; Rilevazione sul movimento dei clienti negli esercizi ricettivi; Indagine sul commercio estero 179

188 Sicilia Tavola 2. Alcuni indicatori di contesto della Sicilia Istruzione e formazione Indicatore (Anno inizio serie; ultimo anno disponibile) Sicilia Mezzogiorno Italia Sicilia Mezzogiorno Italia Anno: inizio serie - Capacità di esportare (valore delle esportazioni di merci in percentuale del Pil) (2000; 2011) 8,2 10,0 21,7 12,3 11,6 23,8 1 L'indicatore è anche un obiettivo di servizio. 2 L'indicatore è anche un target della Strategia Europa I dati del 2010 non sono confrontabili con quelli del 2003 perché la classificazione ATECO di riferimento è diversa nei due anni. 4 Il valore del tasso di mortalità per il 2010 è stimato. 5 I dati del 2011 si riferiscono solo alle regioni del Mezzogiorno; l ultimo anno disponibile per l Italia è il Fonte: DPS-ISTAT Banca dati indicatori regionali per le politiche di sviluppo - ultimo aggiornamento marzo 2013 Anno: ultimo disponibile - Percentuale della popolazione anni, con al più la licenza media, che abbandona 30,6 27,6 22,9 25,0 21,2 18,2 prematuramente gli studi (2004; 2011) 1 - Laureati in matematica, scienze e tecnologia (per abitanti) (2000; 2009) 3,9 3,8 5,7 6,9 8,3 12,2 - Percentuale della popolazione anni che frequenta un corso di studio o di formazione professionale (2000; 2011) Ricerca e innovazione 4,0 4,7 5,5 4,3 5,1 5,7 - Capacità innovativa: percentuale di spesa pubblica e privata in R&S sul Pil (2000; 2010) 2 0,9 0,8 1,0 0,8 0,9 1,3 - Addetti alla R&S (per abitanti) (2002; 2010) 1,5 1,6 2,9 1,6 1,8 3,7 - Percentuale di imprese (con più di dieci addetti) dei settori industria e servizi che 26,1 25,2 31,2 84,5 85,8 88,3 dispongono di collegamento a banda larga (2003; 2011) 3 - Percentuale di addetti delle imprese (con più di 10 addetti) dei settori industria e servizi che utilizzano computer connessi a Internet (2003; 2011) 3 15,3 16,0 24,2 23,0 24,6 35,5 Ambiente ed energia - Percentuale di famiglie che denunciano irregolarità nell'erogazione dell'acqua (2000; 2010) 33,7 28,6 15,0 28,2 18,7 10,8 - Lunghezza delle coste non balneabili per inquinamento sulla lunghezza totale delle coste (percentuale) (2000; 2009) 4,5 6,0 5,5 5,1 6,8 6,2 - Popolazione dei comuni con il servizio di rete fognaria con depurazione completa dei reflui convogliati sul totale della popolazione residente (percentuale) (1999; 2008) 32,0 48,3 47,3 20,6 50,6 49,8 - Percentuale di rifiuti solidi urbani oggetto diraccolta differenziata sul totale dei rifiuti solidi 1,9 2,4 14,4 9,4 21,2 35,3 urbani (2000; 2010) 1 - Frequenza delle interruzioni accidentali lunghe del servizio elettrico (numero medio per utente) (2000; 2010) 5,6 5,2 3,6 4,4 3,7 2,2 - Energia prodotta da fonti rinnovabili (eolica, fotovoltaica, geotermoelettrica) su produzione totale (percentuale) (2000; 2010) 0,4 5,2 19,1 11,0 18,2 25,9 Condizioni sociali - Percentuale di famiglie che avvertono molto o abbastanza disagio al rischio di criminalità nella zona in cui vivono (2000; 2012) - Percentuale di popolazione che vive in famiglie al di sotto della soglia di povertà (2002; 2011) - Percentuale dibambini tra 0-3 anni che hanno usufruito dei servizi per l'infanzia (2004; 2011) ,2 28,7 30,6 20,7 25,0 26,3 23,1 23,6 12,4 32,2 26,9 13,6 6,0 4,2 11,2 5,3 5,0 13,9 - Percentuale di anziani (65 anni e oltre) trattati in assistenza domiciliare integrata (ADI) 0,6 0,9 1,9 2,1 2,7 4,1 (2001; 2011) 1 Risorse culturali e turismo - Numero divisitatori diistituti statali diantichità e d'arte per istituto (valori in migliaia) (2000; 2011) 95,7 63,8 79, ,5 94,7 - Biglietti venduti per attività teatrali e musicali (per 100 abitanti) (2000;2010) 35,2 28,6 50,9 41,3 34,3 56,3 - Giornate di presenza (italiani e stranieri) nel complesso degli esercizi ricettivi per abitante (2000; 2010) Trasporti e mobilità - Percentuale di utenti di mezzi pubblici sul totale delle persone che si sono spostate per motivi di lavoro e hanno usato mezzi di trasporto (2000; 2011) 2,7 3,3 6,0 2,7 3,6 6,2 16,7 20,7 19,7 12,4 19,2 19,3 - Tonnellate di merci in ingresso ed in uscita per ferrovia sul totale delle modalità (2000; 2010) 2,4 1,8 2,3 1,2 0,6 1,0 - Tonnellate di merci in ingresso ed in uscita per ferrovia per 100 abitanti (2000; 2010) 22,8 21,7 51,0 15,7 10,0 27,4 - Tonnellate di merci in ingresso ed in uscita su strada per abitante (2000; 2010) 6,7 9,9 20,6 8,0 12,9 24,6 - Passeggeri sbarcati e imbarcati per via aerea (per 100 abitanti) (2000; 2010) 134,6 85,2 158,0 250,4 155,9 229,6 Sistemi produttivi - Tasso netto di turnover delle imprese (differenza tra il tasso di natalità e di mortalità delle 0,8 0,9 0,8-0,2-0,3-1,1 imprese) (2000; 2010) 4 - Percentuale di unità di lavoro irregolari sul totale delle unità di lavoro (2001; 2011) 23,0 21,1 13,8 21,1 20,3 12,2 - Indice di intensità creditizia: impieghi bancari (consistenza media annua) in percentuale del Pil (a prezzi correnti) (2000; 2009) Sistemi urbani - Linee urbane di trasporto pubblico locale nei comuni capoluogo di provincia per 100 Kmq di superficie comunale (2000; 2010) - Emigrazione ospedaliera in altra regione per ricoveri ordinari acuti sul totale delle persone ospedalizzate residenti nella regione (2000; 2010) Apertura internazionale 26,8 26,8 42,9 32,6 36,4 62,0 69,5 89,8 115,2 71,9 99,7 125,3 10,2 10,7 6,9 6,8 9,5 6,4 - Investimenti diretti netti dall'estero in Italia sul Pil (2008; 2011) 0,3 0,1-0,5 0,3 0,0 1,6 180

189 popolazione (in migliaia) Sardegna Sardegna Tendenze economiche e sociali Aspetti demografici Al 9 ottobre 2011, dai dati del censimento, la popolazione totale residente nella regione risulta pari a individui, dei quali femmine (51,1 per cento) e maschi (48,9 per cento). La popolazione 1 sarda, in crescita quasi continua nel periodo , ha raggiunto a fine periodo un valore intorno ai mila abitanti (popolazione media annua residente). L incidenza della popolazione sarda rispetto al Mezzogiorno era pari nel 2011 all 8 per cento, rispetto al totale della popolazione italiana era pari al 2,8 per cento (cfr. figura 1). Nel 2011, il tasso naturale 2 era pari al -1,23 per mille, rispetto ad una media nazionale di - 0,77 per mille, il tasso migratorio interno 3 è risultato negativo (-0,77 per mille), quello estero 4 positivo (1,75 per mille), a fronte di valori dei due indicatori pari rispettivamente a -0,06 e 5,01 per mille a livello nazionale e a -2,53 e 2,93 per mille nella ripartizione di appartenenza. La presenza di stranieri residenti nella regione, che nel 2001, secondo i dati del Censimento, contava circa 10 mila unità, ammontava al 9 ottobre 2011 a circa 31 mila unità, con incidenza in crescita, pari all 1,9 per cento della popolazione regionale (0,8 per cento sulla popolazione straniera a livello nazionale). Il tasso di fecondità nel 2011 è pari a 1,14 figli per donna, contro una media italiana dell 1,39 e dell area meridionale dell 1,33. Nella fattispecie il tasso di fecondità è più alto per le straniere, 1,82 contro 1,12 delle italiane. Figura 1. Popolazione residente in Sardegna e contributi dei saldi demografici Popolazione residente Contributi dei saldi demografici (livelli e quote, periodo ) (saldi sulla popolazione, periodo ) ,0 2,8 2,6 2,4 2,2 quota su Italia 5,0 4,0 3,0 2,0 1,0 0,0-1,0-2,0-3,0-4,0 livello quota su Italia tasso naturale tasso migratorio interno tasso migratorio estero Fonte: Istat. Popolazione residente a metà anno e Bilanci annuali. Per i tassi del 2011: Istat, Noi Italia 2013 La piramide delle età (vedi figura 2) mostra nel 2011 rispetto al 1992 una struttura con crescita dell incidenza delle classi di età adulte e mature e con una minor quota delle classi più giovani, con andamento abbastanza simile per entrambi i sessi ma con prevalenza di donne dalla classe anni in su. 181

190 classi di età classi di età Sardegna Nel complesso il tasso di dipendenza 5 della regione Sardegna nel 2011 è pari al 46,5 per cento, mentre l indice di vecchiaia 6 è pari a 158,6. Figura 2. Piramide delle età anni 1992 e 2011 per classi di popolazione residente in Sardegna* (popolazione al 1 Gennaio in migliaia per classi di età, livelli e quote sul totale) 95 e oltre ,5 2,32, ,4 3,02, ,2 3,83, , , , , ,6 0,0 0,1 1,3 1,10,70,3 * le etichette rappresentano le quote sul totale della popolazione regionale Fonte: elaborazioni su dati Istat 0,0 0,2 0,5 1,1 1,4 1,6 2,3 2,6 2,7 2,9 3,0 3,4 3,6 3,8 4,3 4,3 4,3 3,5 2,8 2, popolazione in migliaia FEMMINE 1992 MASCHI 95 e oltre ,1 2,62,1 4,0 3,63,3 4,1 4,1 3,7 3,2 2,8 2,5 2,2 2,1 2,1 0,2 0,1 0,5 1,1 1, ,1 0,3 1,0 1,7 2,2 2,5 2,9 3,2 3,4 3,7 4,0 4,1 4,0 3,6 3,1 2,0 2,42,7 2,0 1, popolazione in migliaia FEMMINE MASCHI Formazione e impiego delle risorse Il Pil reale della regione nel 2011 rappresentava il 2,1 per cento del prodotto interno lordo italiano e il 9,1 per cento di quello del Mezzogiorno. Tra il 2000 e il 2011, la crescita media annua è risultata dello 0,3 per cento, a fronte di una stazionarietà registrata nel Mezzogiorno e una crescita media dello 0,4 per cento a livello nazionale (Figura 3). Nel 2011 il prodotto interno lordo regionale è cresciuto dello 0,1 per cento rispetto all anno precedente, a fronte di una maggior crescita riscontrata a livello nazionale (0,4 per cento), mentre nel Mezzogiorno c è stata una contrazione dello 0,3 per cento. Figura 3. L andamento del PIL della regione Sardegna (variazioni percentuali annue e indici 2000=100, prezzi concatenati, anno di riferimento 2005) (variazioni percentuali) (2000=100) 6,0 112,0 4,0 110,0 2,0 108,0 0,0 106,0-2,0 104,0-4,0 102,0-6,0 100,0-8, , Sardegna Mezzogiorno Italia Sardegna Mezzogiorno Italia Fonte: elaborazioni su dati Istat 182

191 Sardegna Il Pil pro capite a valori correnti della regione Sardegna era pari nel 2011 al 77,2 per cento del Pil pro capite italiano e al 113,5 per cento di quello dell area meridionale. I consumi finali delle famiglie nel 2011 si sono ridotti dello 0,5 per cento, a fronte di una minor contrazione nel Mezzogiorno (-0,1 per cento) e di una leggera ripresa in Italia (0,2 per cento). Gli investimenti fissi lordi in Sardegna si sono ridotti nel 2010 (ultimo anno disponibile) del 6,6 per cento, al contrario della crescita riscontrata nella media del Mezzogiorno e dell Italia (1,7 e 2,1 per cento rispettivamente). Dal lato dell offerta, la distribuzione del valore aggiunto a livello settoriale nel 2011 segnala il contributo maggiore da parte del settore dei servizi (80,8 contro 78,6 del Mezzogiorno e 73,2 per cento dell Italia), seguito dall industria in senso stretto (10,5 contro 12,2 del Mezzogiorno e 19,4 per cento dell Italia), dalle costruzioni (5,2 contro 5,6 del Mezzogiorno e 5,4 per cento dell Italia) e dall agricoltura (3,6 contro 3,7 nel Mezzogiorno e 2,2 per cento in Italia). Tutti i settori, rispetto al 2010, hanno subito una diminuzione del valore aggiunto, eccetto i servizi (+1,7 per cento). Nello specifico è stato maggiormente colpito quello delle costruzioni (-4,9 per cento), a seguire l industria in senso stretto (-4,4) e l agricoltura (-3,3 per cento). I settori maggiormente produttivi sono quelli dei servizi e dell industria in senso stretto. La dinamica della produttività (valore aggiunto per unità di lavoro) nel 2011 è stata positiva per l industria in senso stretto e per i servizi, e negativa per l agricoltura e per le costruzioni. Nel complesso la produttività totale della Sardegna è aumentata dello 0,6 per cento (dovuta però ad una diminuzione delle unità di lavoro e a un aumento del valore aggiunto), mentre si è riscontrata una variazione positiva dello 0,4 per cento nel Mezzogiorno e dello 0,5 per cento come media italiana. Mercato del lavoro e imprese Nel 2012, in Sardegna, la dinamica degli occupati è risultata molto negativa (-1,1 per cento rispetto al 2011), a fronte di una minor flessione registrata nel Mezzogiorno (-0,6) e nella media italiana (-0,3 per cento). Sempre nel 2012 il numero dei disoccupati è cresciuto del 16,4 per cento (cfr. tavola 1). Figura 4. Tasso di occupazione anni in Sardegna (livello percentuale, periodo ) 70,0 68,0 66,0 64,0 62,0 60,0 58,0 56,0 54,0 52,0 50,0 48,0 46,0 44,0 42,0 40, Sardegna Italia Fonte: elaborazioni su dati Istat 183

192 Sardegna Quanto alla struttura del mercato del lavoro, la Regione è caratterizzata nel 2012 da un tasso di occupazione anni pari al 51,7 per cento, superiore alla media della ripartizione di appartenenza e inferiore a quella nazionale (rispettivamente 43,8 e 56,8 per cento), e da un tasso di disoccupazione pari al 15,5 per cento (contro il 10,7 della media italiana e il 17,2 del Mezzogiorno). Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni), pari al 47,3 per cento, risulta superiore sia alla media dell area meridionale (46,9 che alla media italiana (35,3). I NEET di anni (= giovani che non studiano e non lavorano) costituiscono nel 2011 il 27,6 per cento della corrispondente classe di popolazione, dato migliore di quello medio meridionale (31,9 per cento) ma peggiore della media italiana (22,7 per cento). Alta è la percentuale di lavoro irregolare nella Regione pari al 22,6 per cento del totale di unità di lavoro, a fronte del 12,2 per cento di media italiana e del 20,4 per cento riscontrato nel Mezzogiorno. Inoltre i dati disponibili dell anno 2012 relativi alla Cassa integrazione guadagni mostrano, per le ore autorizzate, un aumento pari al 34,3 per cento rispetto all anno precedente, determinato dalla crescita delle componenti in deroga, straordinaria e ordinaria. Mentre è osservabile un aumento inferiore sia a livello nazionale (12,1 per cento) sia per l intera area meridionale (12,3). A livello subregionale gli occupati nei sistemi locali del lavoro (SLL 7 ) erano maggiormente presenti nelle aree di Cagliari, Sassari, Olbia, Oristano, Nuoro. (Figura 5). Figura 5. Occupazione negli SLL in Sardegna Fonte: elaborazioni su dati Istat 184

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