RILIEVO DELLO STATO DI FATTO DELLE AREE VERDI BOSCATE, TIPI DI ESSENZE, VARIETÀ DI SOTTOBOSCO, ECC.

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1 RILIEVO DELLO STATO DI FATTO DELLE AREE VERDI BOSCATE, TIPI DI ESSENZE, VARIETÀ DI SOTTOBOSCO, ECC. La presente relazione mira a soddisfare quanto richiesto al punto n. 1 delle prescrizioni del Programma di Attuazione Coordinata (P.A.C.) 17/18 Fratta Terme in Comune di Bertinoro. La superficie oggetto del rilievo sarà acquista dall Amministrazione comunale per soddisfare lo standard del verde pubblico richiesto con gli interventi previsti nel P.A.C. 17/18. Il soprasuolo in oggetto ha superficie di circa mq ed è localizzato alle particelle catastali 43, 75, 78, 111, 38 (parte), 76 (parte), 110 (parte) foglio 44, all interno del Parco delle Terme (fig. 1), adiacente sia al nuovo Parco Avventura che all Area Sportiva Comunale che comprende: campo sportivo, piscina ed altre attrezzature. La superficie su cui vegeta il soprasuolo sarà collegata all area sportiva comunale tramite un percorso pedonale ed una passerella sul Rio Salso già presente. Fig. 1: area descritta evidenziata da tratteggio 1

2 Il soprasuolo presenta copertura (proiezione delle chiome di alberi ed arbusti a terra) prossima al 100% ed, causa della difformità strutturale, sono stati individuati al suo interno quattro tipi fisionomici di seguito descritti (viste le finalità del presente lavoro non è stato eseguito un rilievo floristico delle specie erbacee). I tipi fisionomici si compenetrano senza una netta distinzione conseguentemente anche la relativa perimetrazione è da considerarsi indicativa (fig. 2). Fig. 2: area descritta tratteggiata con i 4 tipi fisionomici rilevati 2

3 A - Soprasuolo con dominanza di alberi non autoctoni Il soprasuolo è caratterizzato da una struttura biplana in cui il piano dominante è costituito dalle chiome degli alberi adulti appartenenti in parte al parco storico quali Frassino (Fraxinus spp.), Tiglio (Tilia spp.), Platano (Platanus x acerifolia), Acero di monte (Acer pseudoplatanus) e da soggetti arborei insediatisi successivamente sfruttando la luce a terra presente a causa del sesto di impianto rado degli alberi del parco quali: Robinia (Robinia pseudoacacia), Acero campestre (Acer campestre), Olmo campestre (Ulmus minor) ed, i prossimità dei compluvi, Pioppo nero (Populus nigra) e Salice bianco (Salix alba). Il piano dominato è frutto della colonizzazione, da parte di specie autoctone, ad esclusione della Robinia in quanto specie nord americana, dotate di carattere pionieristico (insediamento su terreni non più coltivati o soggetti a manutenzione) di cui segue l elenco floristico: Alberi Acero campestre (Acer campestre) Olmo campestre (Ulmus minor) Robinia (Robinia pseudoacacia) Sambuco nero (Sambucus nigra) Pioppo nero (Populus nigra) Salice bianco (Salix alba) Arbusti Rovo (Robur spp.) specie arbustiva dominante Sanguinella (Cornus sanguinea) Biancospino (Crataegus monogyna) Prugnolo (Prunus spinosa) Fusaggine (Euonymus europaeus) Rosa comune (Rosa canina) Canna comune (Arundo donax) Lianose e rampicanti Vitalba (Clematis vitalba) Edera (Hedera helix) Il piano dominante ha altezza media di 12 m circa con il 50 % dei fusti ricoperti da edera e localizzata presenza di fusti spezzati. La distinzione dei due piani non è ben netta in quanto se evidente è la struttura del piano dominante, in quanto le chiome che la costituiscono appartengono a piante messe a dimora nello stesso periodo e quindi probabilmente coetanee, il piano dominato è invece costituito dalle chiome di specie arboree ed arbustive insediatesi progressivamente negli anni con conseguente età, dimensione e struttura variabile. 3

4 Concorrono alla formazione del piano dominato anche i polloni emessi alla base di alcune specie appartenenti al parco storico quali il Tiglio i cui polloni raggiungono qualche metro di altezza. Il piano dominato è localmente di difficile penetrabilità. B - Soprasuolo in successione a dominanza di Acero campestre Tale soprasuolo e tipicamente frutto dell opera di colonizzazione di specie pioniere se ex terreni agricoli. Le specie principali per abbondanza e dimensioni sono la Robinia e l Acero campestre, quest ultimo a causa della notevole capacità di insediamento dovuta alla diffusione di semi alati (samare) in grado di sviluppare abbondanti semenzali (piccole piante) in breve tempo e su ampie superfici. L abbondanza dell acero campestre potrebbe essere dovuta anche all uso tradizionale di questa specie quale tutore vivo della vita. Veniva infatti allevato per sostenere i filare di vite (vite maritata all acero) e, contemporaneamente, fornire legno forte e flessibile per utensili (manici di attrezzi, piccoli ingranaggi, ecc.) e frasca per l alimentazione animali. A conferma di quanto affermato è la presenza di alcune viti che sopravvivono spingendo in alto i propri tralci sulle chiome di alberi ed arbusti. La composizione floristica è la stessa del tipo fisionomico A per quanto riguarda le specie autoctone ma a differenza di questo non è possibile evidenziare due piani disgiunti a causa dell assenza di piante coetanee. All interno del soprasuolo sono presenti semenzali di roverella (Quercus pubescens) probabilmente frutto della disseminazione da parte di alcuni individui adulti presenti al confine con i campi coltivati e lungo la pista che corre a monte della superficie in oggetto. C - Soprasuolo in successione a dominanza di Pioppo nero Superficie tendenzialmente pianeggiante con suolo sabbioso e profondo con vegetazione ripariale disetanea dominata da Pioppo nero (altezza media 13 m), Robinia, Salice bianco, Sambuco nero, Acero campestre ed Olmo comune. Circa il 50% dei fusti ha edera fino a ¾ della propria altezza e sono presenti fusti spezzati ed a terra. Il piano arbustivo, localmente rado a causa della copertura arborea, è costituito da Rovo (Robur spp.) Vitalba (Clematis vitalba), Edera (Hedera helix), Sanguinella (Cornus sanguinea), Prugnolo (Prunus spinosa), Fusaggine (Euonymus europaeus) e Canna comune (Arundo donax). Anche questo soprasuolo è frutto di una successione secondaria cioè dell insediamento spontaneo e progressivo di specie arboree ed arbustive. Lle specie presenti sono legate alla presenza dell acqua infatti il suolo e profondo ed il Rio salso definisce il confine al limite inferiore del soprasuolo. 4

5 D - Pineta All estremità sud orientale della superficie presa in esame vegeta un soprasuolo di origine antropica. La pineta presente è infatti frutto di un rimboschimento effettuato privilegiando conifere quali il Pino nero (Pinus nigra) ed il Cipresso nero (Cupressus sempervirens). La pineta in esame presenta struttura assimilabile ad una giovane fustaia con densità elevata a causa della carenza di interventi di diradamento, per tale ragione i fusti sono spesso filati (alti e di ridotto diametro). Localmente sono presenti piante morte ed a terra a causa della reciproca competizione luminosa. La densità della copertura del piano dominante comporta, all interno della pineta, la presenza di poca luce al suolo, questo comporta la presenza di un piano arbustivo rado di Rovo (Robur spp.), Vitalba (Clematis vitalba), Sanguinella (Cornus sanguinea), Prugnolo (Prunus spinosa) e la presenza di Edera (Hedera helix) che va a formare un tappeto pressoché continuo al suolo. L edera ricopre la maggior parte dei fusti. Sul margine esterno della pineta la radiazione solare è maggiore e permette lo sviluppo di una fascia ecotonale (fascia di transizione fra bosco e prati o coltivi) in cui la componente arbustiva, beneficiando della radiazione solare, si presenta vigorosa. In questa fascia abbondante è la presenza di Acero campestre ed Olmo campestre. Fuori e dentro la pineta sono presenti numerosi individui di Acero campestre di buon portamento frutto sia dell insediamento spontaneo ma probabilmente presenti anche prima della piantumazione dei pini (non si esclude la presenza in passato nell area un impianto di vite maritata all Acero) o la messi a dimora durante il rimboschimento. 5

6 CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE Il soprassuolo ha predominante la funzione turistica, paesaggistica e protettiva, sia di tipo idrogeologico che di tipo più estesamente ambientale. Si consiglia di affidare lo sviluppo delle comunità vegetali e la ricerca di una stabilità degli ecosistemi all evoluzione naturale. Eventuali interventi dovranno limitarsi a moderati diradamenti nel rispetto del principio fondamentale del mantenimento della copertura della superficie. Gli interventi dovranno tendere ad accelerare il dinamismo del bosco verso la struttura più stabile. A seguito di una progettazione di dettaglio saranno possibili interventi di localizzata rimozione del soprasuolo finalizzati all apertura di nuovi tracciati per facilitare l accesso e la fruibilità del bosco in esame. Forlì 16/03/2011 Dott. for. Nicola Scoccimarro 6

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