PROGETTO MITIGAZIONE DELL IMPATTO DEL TRAFFICO STRADALE SULLE POPOLAZIONI DI ANFIBI IN LOMBARDIA. Rendiconto finale Parte prima.

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1 PROGETTO MITIGAZIONE DELL IMPATTO DEL TRAFFICO STRADALE SULLE POPOLAZIONI DI ANFIBI IN LOMBARDIA. Rendiconto finale Parte prima Vincenzo Ferri membro del Comitato Scientifico IENE Infra-Eco-Network-Europe Sezione Italia coordinatore del Comitato Scientifico Centro Anfibi Monticchie, Comune di Somaglia, membro del Comitato scientifico Centro Anfibi Lago d Endine, Com. Montana Val Cavallina PREMESSA Nel campo della protezione degli Anfibi la Regione Lombardia può vantare diverse iniziative d avanguardia in campo nazionale tra cui una delle prime normative: la Legge Regionale n. 33 del "Provvedimenti in materia di tutela ambientale ed ecologica", di recente aggiornata e sostituita dalla L.R. n. 10 del La 33 oltre all introduzione di una stretta regolamentazione per la cattura di rane verdi a fini alimentari ha posto per la prima volta divieti inderogabili alla raccolta o alla distruzione di uova e girini di tutte le specie di anfibi lombardi e alla cattura, al trasporto e al commercio delle due specie di rospo, Bufo bufo e Pseudepidalea lineatus (ex Bufo viridis). Con questa legge si sono potuti attivare i tanti significativi interventi di salvaguardia dei siti riproduttivi, di habitat management e di mitigazione dell impatto del traffico stradale delle popolazioni lombarde di anfibi. Nel 1980 sono stati realizzati in Località Vantone sulla strada riparia del Lago d Idro (Idro, Brescia) i primi cinque tunnels sottostradali appositamente dedicati in Italia alla salvaguardia di una popolazione di anfibi. Su proposta della Sezione di Brescia del W.W.F. Italia, la consulenza scientifica dell erpetologo comasco Alberto Pozzi e l installazione a cura dell Amministrazione Comunale di Idro. Nel 1986 venne progettato e realizzato da Giorgio Achermann, fondatore del Gruppo Naturalistico della Brianza, il primo barrieraggio di una strada provinciale per salvaguardare la migrazione di rospi comuni da e verso il Lago del Segrino (Canzo, Como). Nel 1986 Vincenzo Ferri, nell ambito delle prime attività del Centro Studi Erpetologici Emys di Milano, coordina il primo censimento regionale delle località interessate da trasmigrazioni di anfibi minacciate dal traffico stradale. Nel 1988 il Consorzio di Gestione del P.L.I.S. Lago del Segrino (Canzo, Como) dispone la chiusura definitiva al traffico stradale della strada intercomunale sulla sponda orientale del lago per la salvaguardia della minacciata trasmigrazione di rospi comuni. Nel 1990 Vincenzo Ferri, seguendo iniziative già allora consolidate in altri paesi centroeuropei, attiva e promuove il Progetto ROSPI, un programma coordinato per la mitigazione dell impatto del traffico stradale sulle popolazioni di anfibi lombarde (Ferri, 1992, 1998; Davini e Ferri, 1993).

2 Anfibi e Strade E' stato dimostrato che l'impatto stradale può causare in pochi anni l'estinzione delle popolazioni di anfibi interessate da uno spostamento obbligato attraverso una strada a media o elevata intensità di traffico. Questi animali migrano annualmente dai siti di alimentazione e di svernamento a quelli di riproduzione e viceversa. Molto spesso una infrastruttura di trasporto circonda o costeggia le raccolte d acqua deputate alla riproduzione. Per questo, a causa dell incedere lento e goffo e lo spostamento al crepuscolo o nelle ore notturne, essi vanno immancabilmente incontro ad ecatombi, spesso ancora prima di essersi riprodotti. Non è necessario che il traffico stradale sia molto intenso per minacciare gravemente una popolazione: ad esempio, nel caso del rospo comune (Bufo bufo), Kuhn (1984) riporta che il passaggio di appena cinque auto ogni quindici minuti è sufficiente per uccidere più del 20% degli individui in migrazione su una strada; similmente Van Gelder (1973) indica che 10 auto in un'ora su una strada possono uccidere il 29% delle femmine in migrazione. Al traffico veicolare è imputabile in Lombardia la scomparsa delle popolazioni di Bufo bufo che fino a qualche decennio fa si riproducevano sulle sponde dei grandi laghi prealpini. Per esempio, lungo le sponde del Lago di Como, estese per diverse decine di chilometri, si conoscono oggi soltanto tre zone dove questi anuri migrano per la riproduzione: tra Onno e Melgone per il Lario di Lecco, tra Nesso e Lezzeno per il Lario di Como e presso Sorico per l Alto Lario. Nel resto, sia nel tratto tra Menaggio e Sorico che in quello tra Colico e Lecco, a causa di strade statali trafficatissime, non si trovano più rospi. Il fatto che i fenomeni migratori attraverso le strade, di molte specie di Anfibi, si mostrino quali eventi annualmente ripetitivi, nella maggior parte dei casi sufficientemente localizzati (grazie ad appositi studi si possono determinare le zone di maggior passaggio), prevedibili (si concentrano sempre, più o meno, negli stessi periodi dell'anno) e vadano ad interessare spesso un elevato, numero di individui, spiega le ragioni del successo ottenuto in moltissime azioni di tutela. Fra le misure di salvaguardia più usate, certamente la chiusura notturna della strada al traffico per brevi periodi si mostra come la misura più valida (Podloucky, 1989; Podloucky, 1990). Ciò è però realizzabile soltanto su strade a bassa percorrenza veicolare o di portata locale (strade comunali, strade interpoderali) e quindi di solito sono applicate altre misure, singolarmente o in forma combinata: (a) trasporto manuale; (b) sottopassi con barriere anti-attraversamento e convogli; (c) allestimento di habitat riproduttivi o di svernamento alternativi; (d) viadotti; (e) ecodotti. Si può qui appuntare che i migliori risultati delle misure (a) e (b) dipendono dalla adeguata costruzione di barriere antiattraversamento, di tipo 'temporaneo' o, meglio, di tipo 'fisso' (Ferri, 1998; Ferri e Soccini, 2005); tali barriere dovranno poi, a seconda dei casi, essere poste in modo da formare guide per convogliare i flussi migratori (Podloucky, 1990; Ferri, 1990, 1998; Scoccianti, 1996). Lo spostamento manuale degli Anfibi si rivela la misura meno efficace, per la totale dipendenza dal volontariato, il cui contributo è necessariamente imprevedibile negli anni ed i risultati positivi sono raggiunti soltanto in presenza di un continuativo coordinamento scientifico, tecnico e organizzativo generale come è stato ed è per il Progetto ROSPI (si veda in ).

3 Patrocinato in Lombardia dal 1990 al 2004 dall Assessorato all Ambiente, Direzione Qualità dell Ambiente il Progetto ROSPI è stato realizzato in collaborazione con Comunità Montane, Province, Parchi, Comuni, Associazioni Animaliste e Ambientaliste, ma soprattutto con migliaia di Volontari, tra cui centinaia di Guardie Ecologiche Volontarie (GEV) operanti presso questi Enti. Le sue finalità sono: - promuovere e realizzare campagne annuali di conteggio e salvataggio delle popolazioni di anfibi e di piccola fauna terricola italiani; - progettare e realizzare manufatti e interventi in grado di ridurre l impatto delle infrastrutture di trasporto sulla piccola fauna terricola; - svolgere monitoraggi a lungo termine dello stato delle popolazioni di piccola fauna terricola minacciate dalle infrastrutture di trasporto, dalla frammentazione degli habitat, dalla scomparsa delle piccole zone umide; - diffondere l esito di questi studi e di queste azioni e divulgare strategie e risultati attraverso convegni, seminari, incontri pubblici, riunioni operative, mostre tematiche, manuali e pubblicazioni, e con la redazione e diffusione di una rivista elettronica non periodica (BUFONEWS in ); - collaborare con gruppi di ricerca nazionali ed internazionali per indagare le cause del Declino degli Anfibi (dal 2001 con il D.A.P.T.F., Decline Amphibians Population Task Force, e dal 2006 con l A.S.G., l Amphibians Specialist Group dell IUCN ); - sensibilizzare a tutti i livelli, ma soprattutto nelle scuole dell obbligo, sui problemi di conservazione delle zone umide e di tutta la piccola fauna delle acque dolci interne. L interesse verso le iniziative di salvataggio attivo di piccola fauna ha permesso al Progetto ROSPI di raggiungere in quasi vent anni ( ) importanti risultati per quanto riguarda il numero di località interessate annualmente dagli interventi, il numero di partecipanti, la divulgazione delle motivazioni di questa mobilitazione e, soprattutto, il numero degli anfibi salvati. Dopo aver applicato, a seconda dei casi e della disponibilità anche economica degli Enti, le più idonee forme di salvataggio della piccola fauna minacciata sulle strade (trasporto manuale, barrieraggi temporanei, semipermanenti, permanenti e tunnel), dal 1998 si è cercato di applicare metodi uniformi di monitoraggio delle loro popolazioni. La raccolta di dati morfometrici, fenologici e quantitativi degli animali in migrazione è per ora avvenuta solo grazie alla collaborazione di alcuni dei responsabili dei salvataggi, sulla base dell'esperienza acquisita in questi anni e della disponibilità di tempo. Le campagne di salvataggio oggi riguardano 53 siti distribuiti in 16 province e 8 regioni. Dal 1990 hanno partecipato ai turni di barrieraggio, censimento e salvataggio serale più di volontari: appartenenti ai servizi GEV e alle associazioni animaliste ed ambientaliste, appassionati, cittadini e studenti; nel 2008 in particolare hanno partecipato più di 1400 volontari. Dal 1990 Ferri ha organizzato ed effettuato 34 corsi di formazione al censimentomonitoraggio-salvataggio degli anfibi, con la partecipazione di più di 1200 persone, tra GEV, operatori ed insegnanti. Sono tre i congressi, di valenza almeno nazionale, già organizzati, con la partecipazione di un migliaio tra specialisti, appassionati e collaboratori del Progetto ROSPI; di questi convegni sono stati pubblicati gli atti.

4 Tra il 1987 ed il 2006, sulla base delle indicazioni e della progettazione di Ferri, sono stati effettuati, principalmente in Lombardia, Abruzzo ed Emilia Romagna, più di 120 interventi di habitat management con la sistemazione e la manutenzione di zone umide preesistenti o la costituzione di nuove raccolte d'acqua, per una superficie complessiva di oltre metri quadrati. Sono state posizionate barriere fisse o semifisse e realizzati tunnel sottostradali in otto località; sono oltre 13 quelli costruiti presso il Lago d'endine (con finanziamenti regionali e la progettazione ed esecuzione della Provincia di Bergamo e della Comunità Montana Val Cavallina). Dal 1990 sono più di un milione e mezzo gli individui riproduttori di Anfibi trasportati per evitare il pericolo del traffico stradale, appartenenti a 14 specie: Bufo bufo (66-68% sul totale), Pseudopidalea lineatus, Rana dalmatina, Rana temporaria, Rana latastei, Pelophylax sinkl. esculentus, Pelophylax sinkl. hispanicus, Hyla intermedia, Bombina variegata, Triturus carnifex, Lissotriton vulgaris meridionalis, Lissotriton italicus, Salamandra salamandra, Salamandrina perspicillata. Sono stati traslocati (per evitare l'essiccamento, l'inquinamento o altre minacce), ad una distanza mai superiore alle naturali possibilità di dispersione della popolazione di provenienza, ovature, girini e neometamorfosati di anfibi, per un numero complessivo potenziale di individui superiore al milione. Sono state elaborate e discusse sei tesi di laurea presso il Dipartimento di Biologia animale dell'università di Milano. È stata allestita una banca-dati con i risultati dei salvataggi, dei censimenti, dei monitoraggi annuali, delle località interessate da trasmigrazioni a rischio, degli interventi e delle iniziative realizzate, dei rilevamenti biometrici, delle analisi bromatologiche, delle analisi parassitologiche, ecc. Sono stati effettuati dai diversi gruppi di volontari e dai diversi enti patrocinanti centinaia di interventi didattici presso scuole di ogni ordine e grado. È stato realizzato e diffuso numeroso materiale divulgativo (depliant, testi divulgativi, audiovisivi e cd) e scientifico. Si tratta di attività che potrebbero continuare senza problemi anche per i prossimi anni se i volontari disponibili avessero sempre il necessario ricambio. Purtroppo invece i volontari sono in diminuzione e già in alcune località presidiate fino a pochi anni fa si è dovuto rinunciare ad interventi continuativi. Un volantino distribuito nel 2001 ai potenziali volontari per la collaborazione al Progetto ROSPI dal Centro Studi Arcadia

5 I Centri Anfibi della Regione Lombardia Nel 2005 sono state avviate le attività delle due Stazioni Sperimentali Regionali per lo Studio e la Conservazione degli Anfibi della Regione Lombardia. Sulla base di opportune convenzioni, sottoscritte con la Direzione Generale Qualità dell Ambiente della Regione Lombardia (Del.G.R. n del ), i due Centri ANFIBI sono stati localizzati presso il Comune di Somaglia (in provincia di Lodi), ente gestore della Riserva naturale Regionale e SIC Monticchie, e presso la Comunità Montana di Val Cavallina, sede di Casazza (in provincia di Bergamo), ente gestore del P.L.I.S. Lago d Endine. Tra i compiti fondamentali dei due Centri ci sono le attività di Salvataggio e di Conservazione pratica e cioè promuovere, in attesa della messa in opera dei manufatti risolutivi necessari, piani di salvataggio degli Anfibi e della piccola fauna terricola minacciati da infrastrutture viarie, in collaborazione con gli Enti gestori dei Servizi Volontari regionali di Vigilanza Ecologica, Ambientale, Zoofila, Venatoria e Ittica, con associazioni e con gli Enti proprietari o gestori delle vie di comunicazione; predisporre interventi di potenziamento dei siti riproduttivi e degli habitat per le specie più minacciate. Per garantire la continuità in Lombardia delle strategie e delle azioni promosse dal Progetto ROSPI per la mitigazione dell impatto del traffico stradale sulle popolazioni di anfibi minacciate e per la realizzazione di infrastrutture risolutive valide e ben monitorate, i due Centri Anfibi hanno attivato nel 2006 uno specifico progetto regionale Mitigazione dell impatto del traffico stradale sulle popolazioni di anfibi in Lombardia. Questi gli obiettivi principali: - patrocinare e coordinare scientificamente le iniziative di conteggio e di salvataggio con trasporto manuale riguardanti le maggiori popolazioni di anfibi minacciate dal traffico stradale nelle diverse province lombarde (Pavia, Lodi, Monza, Milano, Cremona e Mantova per il Centro Anfibi Monticchie; Bergamo, Brescia, Como, Lecco, Sondrio e Varese per il Centro Anfibi Lago d Endine); - sensibilizzare ad ogni livello sulle problematiche di conservazione degli Anfibi; - progettare infrastrutture risolutive o mitiganti nei siti con situazione di particolare impatto del trafico stradale; - realizzare centri di documentazione sui problemi di conservazione degli Anfibi (presso il C.A. Monticchie) e sulla roads ecology (presso il C.A. Lago d Endine); - redigere e diffondere linee guida regionali per la riduzione e la mitigazione dell impatto del traffico stradale sulla piccola fauna terricola. Dalla primavera del 2007 il progetto è stato attivato nella parte riguardante l organizzazione dei coordinatori provinciali, la raccolta dei dati pregressi e la diffusione di schede generali e particolari per i monitoraggi.

6 Dalla primavera del 2008 è stato possibile raccogliere direttamente tra i diversi Gruppi la documentazione necessaria e inziare il vero coordinamento scientifico. Si presentano i risultati di questo primo biennio ( ) di attività. La Scheda ufficiale da utilizzare per la raccolta giornaliera dei dati derivanti dalle attività di conteggio e di salvataggio con trasporto manuale di anfibi lombardi minacciati dal traffico stradale La Scheda ufficiale da utilizzare per trasmettere in forma riassuntiva i dati derivanti dalle attività di conteggio e di salvataggio con trasporto manuale di anfibi lombardi minacciati dal traffico stradale

7 Il Progetto Mitigazione dell impatto del traffico stradale sulle popolazioni di anfibi in Lombardia Vista l urgenza di presentazione alla Regione Lombardia dei piani scientifici 2006 delle due Stazioni sperimentale Anfibi la Scheda iniziale di questo Progetto era stata compilata e consegnata senza una esauriente spiegazione delle diverse fasi di realizzazione. Chiarimenti e discussioni con i diversi membri dei rispettivi Comitati Scientifici hanno portato alla stesura finale. Obiettivi generali: Continuazione delle azioni coordinate di monitoraggio e di salvataggio di popolazioni di anfibi minacciate in Lombardia Obiettivi specifici e azioni : Patrocinio e supporto delle iniziative di Conservazione pratica riguardanti le maggiori popolazioni di anfibi minacciate dal traffico stradale nelle diverse province lombarde. 1. Continuazione delle azioni coordinate di conteggio e salvataggio con trasporto manuale di popolazioni di anfibi minacciate dal traffico stradale in Lombardia; 2. Sensibilizzazione locale e regionale alle problematiche di Conservazione degli anfibi; 3. Patrocinio e supporto delle principali iniziative di salvataggio di popolazioni lombarde di anfibi minacciate dal traffico stradale; 4. Redazione e diffusione attraverso una Circolare regionale di Linee Guida per la riduzione e la mitigazione dell impatto delle infrastrutture viarie sulla piccola fauna terricola; 5. Progettazione degli interventi di mitigazione e/o risoluzione dell impatto negativo del traffico stradale nelle località interessate dalle principali migrazioni conosciute di anfibi. Risultati attesi Risultati generali: Miglioramento tecnico-scientifico delle attività di conteggio-salvataggio in corso / disponibilità di linee-guida riguardanti le più idonee misure e modalità per gli interventi di mitigazione e risoluzione dell impatto negativo delle infrastrutture viarie sulla piccola fauna terricola / aumento della sensibilità generale / applicazione normativa regionale e nazionale Risultati specifici: - censimento delle attività di conservazione riguardanti popolazioni di anfibi lombarde svolte o in svolgimento nel territorio delle diverse province; - raccolta delle notizie, dei dati, dei risultati, della documentazione prodotti durante le decennali esperienze di conservazione in queste stesse province e loro archiviazione in forma accessibile presso i Centri Anfibi lombardi; - valutazione in situ delle principali attività di conteggio e salvataggio con trasporto manuale di anfibi; riesame delle problematiche e delle necessità per la mitigazione dell impatto stradale;

8 - aggiornamento tecnico-scientifico dei referenti locali e verifica annuale dell andamento delle attività; - acquisto di termoigrometro digitale per i diversi gruppi di volontari lombardi per rendere uniforme la raccolta di questi parametri; - acquisto di cartelli di segnalazione-allarme per le attività di conteggio-salvataggio in corso nel tratto stradale; - redazione e diffusione di Linee guida per la riduzione e la mitigazione dell impatto delle infrastrutture viarie sulla piccola fauna terricola; Costi del Progetto Il finanziamento regionale richiesto inizialmente era di euro ,00 da spalmare nel triennio di realizzazione, Non avendo ricevuto il quadro economico definitivo del progetto non è qui possibile allegare una tabella analitica degli impegni di spesa e dei costi fin qui effettivamente sostenuti per il progetto. Uno dei Termoigrometri proposti per l acquisto.

9 REALIZZAZIONE E RISULTATI Tra la primavera del 2007 e quella del 2008 sono state avviate e realizzate le prime fasi del Progetto. Il coordinamento generale è stato affidato a Vincenzo Ferri, attuale coordinatore scientifico del Centro Anfibi Monticchie, mentre Giovanni Giovine coordinatore scientifico del Centro Anfibi Lago d Endine - è corresponsabile per la progettazione dei piani di intervento e la stesura delle Linee guida regionali. Sulla base dei curricula e dell esperienza già maturata in questo campo sono stati individuati ed incaricati sei referenti provinciali: Andrea Corbetta (provincia di Bergamo), Fabio Cavagnini (provincia di Pavia), Alberto Meotti (province di Como e di Lecco), Christiana Soccini (province di Brescia e di Sondrio), Lucio Balzarini (provincia di Varese), Raoul Manenti (province di Monza e Milano, supporto per Lecco). Vincenzo Ferri ha svolto insieme a Christiana Soccini indagini sulla situazione nelle rimanenti province (Lodi, Cremona e Mantova). Come si è detto le attività dei collaboratori nel periodo sono state: il miglioramento tecnicoscientifico delle azioni di conteggio e salvataggio di anfibi in corso, con valutazione in situ delle campagne annuali e il riesame delle problematiche e delle possibilità di soluzione con infrastrutture di mitigazione dell impatto stradale; la raccolta di dati e documenti per le costituende banche-dati regionali sulle attività di conservazione riguardanti popolazioni di anfibi svolte e/o in svolgimento nel territorio regionale e sulla roads ecology ; la redazione di relazioni preliminari sullo stato di fatto della conservazione degli Anfibi in ciascuna provincia lombarda; l attività divulgativa tramite i siti web dei due Centri ( e ) e la partecipazione a convegni e congressi. La situazione generale per quanto riguarda l organizzazione delle iniziative locali, dopo le due campagne 2007 e 2008, è positiva ma sono stati evidenziati i gravi problemi connessi alla disponibilità dei volontari, in rapida diminuzione anche in conseguenza dei sempre più gravosi costi di trasferta. Per superare questa fase, ormai ventennale, di mitigazione dell impatto del traffico stradale sulle popolazioni lombarde di anfibi con ricorso ad attività di volontariato è urgente il passaggio alla seconda fase del progetto: la redazione e la diffusione di Linee guida per la risoluzione delle problematiche di impatto del traffico stradale sulla piccola fauna; la progettazione, il finanziamento e l esecuzione di interventi di mitigazione risolutivi nelle località interessate dalle principali migrazioni conosciute di anfibi in Lombardia.

10 I principali progetti di conservazione degli anfibi lombardi Dalla fine degli anni Ottanta sono stati promossi e realizzati in Lombardia interventi mirati alla conservazione anche della cosiddetta "piccola fauna", sia mediante operazioni di riqualificazione ambientale sia mediante il consolidamento o la ricostituzione di popolazioni in aree idonee. Alcune di queste iniziative hanno avuto carattere puntiforme esaurendosi nell'arco di breve tempo, altre hanno avuto un impianto più organico, con la realizzazione di interventi ripetuti e coordinati. Ecco la presentazione di questi ultimi. Tra i primi non si può assolutamente dimenticare quello denominato Progetto Pelobates Gruppo Lombardia del WWF Italia. Il progetto, coordinato da Vincenzo Ferri nell ambito del Centro Studi Emys, aveva come finalità lo studio della biologia, la protezione delle popolazioni conosciute (grazie anche alla realizzazione di centri di allevamento nei quali ottenere ovature e girini per inìziative di potenziamento o di reintroduzione) e la ricerca di nuovi siti di Pelobates fuscus ínsubricus (Andreone & Bagnoli, 1989). Uno degli impianti per l'allevamento ed il recupero di girini minacciati venne realizzato nel milanese, presso la Riserva naturale "Bosco WWF di Vanzago". Si trattava di un'area recintata di circa 50 metri quadrati parzialmente allagata, dove tra il 1987 ed fl 1988 vennero introdotti circa duecento girini provenientì dalle popolazioni del Novarese. Tale struttura, dove per la prima volta è stato tentato l'allevamento in condizioni di semilibertà di Pelobates fuscus insubricus, ebbe in seguito una esclusiva destinazione didattica. Nel 1986 ebbero inizio in Lombardia ricerche di campo sistematiche con l'individuazione dì nuove stazioni della specie nelle province di Pavia, Cremona, Mantova (Ferri & Schiavo 1988; Ghezzi & Groppali, 1988; Andreone et al. 1993; Ferri 2000b; Ferri & Boffino, 2002) e Varese (Andreone et al. 1993; Gentilli et al. 1996). Tra il 1998 ed il 2004 è stato realizzato il progetto regionale Conservazione di Anfibi minacciati nei Parchi Lombardi (Piano Triennale dell Ambiente , finanziamento Regione Lombardia e Ministero dell Ambiente). Ne sono stati enti proponenti e beneficiari: il Parco lombardo della Valle del Ticino, il Parco agricolo Sud Milano, il Parco Adda Sud, il Parco del Serio, il Parco dell'oglio, il Parco del Mincio, il Parco Pineta di Appiano Gentile e Tradate, il Parco del Monte Barro, il Parco delle Orobie Valtellinesi, il Parco dei Colli di Bergamo, il Parco dell'adamello e il Parco dell'alto Garda bresciano. Coordinatori scientifici e responsabili oltre al compianto Francesco Barbieri, i colleghi dell Università di Pavia Franco Bernini, Augusto Gentilli e Stefano Scali. Scopo principale del progetto è stato la conservazione delle specie mediante interventi di babitat management e traslocazioni, ove possibile e necessario. La novità di questo progetto risiede nella scelta di realizzare interventi organici e diffusi in tutta la regione a favore delle specie di anfibi più minacciate come, ad esempio, Rana latastei, Pelobates fuscus ínsubricus e Bombina variegata. Il progetto ha avuto come finalità l'incremento o la creazione di popolazioni stabili di diverse specie di anfibi all'interno di alcuni parchi regionali della Lombardia, suddivisi in due gruppi, il primo costituito da aree protette della bassa e il secondo da parchi dell'alta pianura o di montagna.

11 I lavori possono essere raggruppati in due categorie principali: interventi di miglioramento ambientale, per il ripristino o la creazione di siti idonei alla riproduzione e alla vita terrestre delle specie individuate, e interventi di ripopolamento o reintroduzione, per l'incremento o la creazione delle popolazioni. Interventi di Habitat management I lavori sono stati mirati principalmente alla creazione o al ripristino dei siti riproduttivi, la cui scarsità, in genere dovuta a modificazioni ambientali apportate dall'uomo, si è spesso rivelata il principale fattore limitante. Ove necessario, sono inoltre stati realizzati interventi di miglioramento dell'habitat circostante, ad esempio mediante la messa a dimora di specie vegetali autoctone. Le aree di intervento, per ognuno dei parchi coinvolti, sono state selezionate mediante molteplici sopralluoghi, che hanno permesso di identificare le zone potenzialmente adatte alle specie oggetto di intervento e quelle ove queste erano già presenti. I censimenti delle popolazioni individuate sono stati realizzati mediante avvistamenti diretti, catture, conteggio delle ovature e dei maschi al canto, secondo quanto proposto da HEYER et al. (1994). I criteri di scelta si sono basati sull'idoneità del sito in riferimento all'eco-etologia delle specie da proteggere, sulla possibilità e facilità d'intervento, sui costi e sull'eventuale mantenimento nel tempo delle ottimali condizioni ambientali. In considerazione delle necessità ecologiche delle diverse specie sono state previste diverse tipologie di pozza, con caratteristiche differenti a seconda della specie bersaglio. Nel caso di pozze create in aree dove la permanenza dell'acqua non fosse garantita dalla presenza della falda, si è provveduto all'impermeabilizzazione del fondo. Le pozze per Rana latastei sono state realizzate in aree boscate o in prossimità di queste, per favorire la colonizzazione e le migrazioni post riproduttive. I siti riproduttivi di Pelobats fuscus insubricus sono stati realizzati in aree con suoli soffici o sabbiosi, per consentire l'infossamento degli adulti fuori dal periodo riproduttivo; la presenza di boschi, pur rivestendo una certa importanza per alcune popolazioni, non ricopre per questa specie un ruolo fondamentale. È invece necessità comune per le due specie l'assenza di pesci, che è stata favorita isolando le nuove pozze dai corpi d'acqua principali mediante griglie e chiusini. Di primaria importanza è stata la realizzazione di sistemi di pozze a distanze modeste tra loro, per garantire l'instaurarsi di metapopolazioni, cioè di insiemi di popolazioni collegate tra loro, ma facenti capo a siti riproduttivi distinti. Questo livello di organizzazione consente la migrazione di individui da un sito all'altro, soprattutto in caso di situazioni sfavorevoli, e aiuta a mantenere una maggiore diversità genetica. Studi recenti hanno dimostrato l'importanza delle metapopolazioni per la conservazione a lungo termine delle popolazioni di anfibi (Beebee 1996; Griffiths 1995). Nel caso in cui le aree circostanti non avessero caratteristiche vegetazionali ottimali per le specie, sono state effettuate azioni di messa a dimora di essenze autoctone finalizzate alla creazione o alla riqualificazione di idonee aree boscate.tali interventi hanno avuto lo scopo anche di stimolare gli anfibi a permanere nelle aree prescelte, evitandone la dispersione in zone limitrofe poco adatte.

12 Interventi di ripopolamento o di reintroduzione Questo tipo di interventi ha riguardato solo la rana di Lataste e il pelobate fosco. Nel caso in cui nelle aree prescelte non fossero più presenti popolazioni delle specie in questione o che tali popolazioni fossero costituite da un ridotto numero di individui, sono state realizzate delle azioni di ripopolamento o reintroduzione. Le traslocazioni sono state effettuate a partire dal secondo anno, per permettere la naturalizzazione dei nuovi siti realizzati. Ripopolamento: questa tipologia di intervento ha coinvolto solo Rana latasteí, che in alcuni casi sopravvive con popolazioni costituite da un esiguo numero di individui. Per incrementare le popolazioni esistenti sono stati rilasciati girini prossimi alla metamorfosi. La scelta di ripopolare con larve è determinata dalla filopatria delle specie considerate, cioè dalla tendenza degli adulti a ritornare a riprodursi negli stagni ove è avvenuta la metamorfosi. Il mantenimento in cattività dei girini fino ad uno stadio avanzato di sviluppo, inoltre, permette la sopravvivenza di un'elevata percentuale di essi, in quanto viene ridotta la mortalità dovuta a predazione o a condizioni ambientali sfavorevoli. Il ripopolamento è avvenuto a seguito delle operazioni di babitat management e, quindi, della rimozione dei fattori responsabili della riduzione numerica delle popolazioni. Reintroduzione: la reintroduzione è stata effettuata per entrambe le specie, previa la verifica della presenza storica e la rimozione dei fattori di rischio. Le modalità con cui sono state effettuate le traslocazioni sono analoghe a quelle già esposte per i ripopolamenti. Modalita di reperimento ed allevamento degli anfibi Al fine di ottenere le larve da rilasciare nei siti individuati, sono state prelevate in natura alcune ovature da siti già noti. Le ovature sono state portate presso il centro di allevamento appositamente approntato dal Dipartimento di Biologia animale dell'università degli Studi di Pavia presso l'oasi LIPU "Bosco G. Negri" a Pavia, dove sono state allevate in condizioni controllate. Le larve sono state stabulate in apposite vasche in plastica protette da reti a maglia sottile per evitare l'ingresso di predatori. Circa metà delle larve ottenute è stata liberata nei siti di provenienza, per non depauperare le popolazioni di origine, mentre la restante metà è stata impiegata per le traslocazioni. Vista l'elevata mortalità naturale degli stadi giovanili degli anfibi il metodo ha reso possibile sia un incremento delle popolazioni di provenienza sia la disponibilità di individui necessari per le traslocazioni. Risultati del progetto regionale Conservazione di Anfibi minacciati nei Parchi Lombardi Complessivamente sono stati allevati circa girini di Pelobates fuscus insubricus e di Rana latastei; inoltre, sono stati effettuati 56 interventi di habitat management, 6 traslocazioni di Pelobates fuscus insubricus e 8 di Rana latastei. I girini rilasciati sono giunti a metamorfosi regolarmente e in alcuni casi si è assistito alla colonizzazione spontanea di alcune pozze da parte di Lissotriton vulgaris, Triturus carnifex, Hyla intermedia, Rana dalmatina e Pelophylax synkl. esculentus. Nel corso degli anni 2001 e 2002 sono stati effettuati alcuni monitoraggi per valutare l'evoluzione delle popolazioni ed apportare eventuali migliorie agli interventi realizzati.

13 Nella primavera dei 2001 sono stati osservati alcuni giovani di pelobate fosco nel sito di rilascio all'interno del Parco del Ticino, constatandone la sopravvivenza durante l'inverno. Complessivamente si è assistito ad un incremento delle popolazioni riproduttive delle diverse specie di anfibi già presenti nelle aree sottoposte a miglioramento ambientale (Gentilli et al. 2003). Nel 2003 sono stati realizzati, grazie ad un nuovo finanziamento della Regione Lombardia, ulteriori e più completi monitoraggi continuati per tutto il Le tre località di reintroduzione di Pelobate fosco nel Parco Agricolo Sud Milano (dal sito web della Provincia di Milano).

14 Presentazione del Centro Documentazione ANFIBI Christiana Soccini - ch.soccini@tin.it Il Centro Documentazione ANFIBI (CDA) nasce con l intento di raccogliere, catalogare e rendere fruibile materiale a carattere documentale, di varia tipologia, riguardante lo studio e la conoscenza delle attività di conservazione delle popolazioni di Anfibi italiane e specificamente del territorio regionale della Lombardia. L obiettivo principale è quello di fornire una base conoscitiva utile nell analisi dei problemi connessi ai diversi aspetti di conservazione di questo gruppo particolarmente minacciato di Vertebrati. Si cerca in tal modo sia di colmare le lacune esistenti nella catalogazione e condivisione del patrimonio di dati e ricerche su queste problematiche sia di promuovere iniziative di divulgazione sui temi di salvaguardia delle specie e degli habitat. Uno dei principali vantaggi della costituzione del Centro Documentazione consiste nella possibilità di raggruppare, in una singola sede in modo organico e immediatamente utilizzabile, materiale differente per provenienza, tipologia e formato ma comunque riconducibile agli Anfibi italiani. Oltre ai supporti cartacei, rappresentati da testi e documenti è prevista l implementazione di cataloghi di immagini, di documentazione erpetologica storica e di banche dati con supporto cartaceo delle vecchie ricerche atlante. 1. Attività del Centro Documentazione ANFIBI Le attività del CDA sono così articolate: 1.1 Attività ordinaria 1. Acquisizione di materiale a carattere documentale, fotografico, cartografico, multimediale, riguardante le popolazioni di Anfibi ed i loro habitat, con particolare riferimento al territorio della regione Lombardia. 2. Realizzazione ed aggiornamento della banca-dati Anfibi&Strade (Attività di mitigazione dell impatto delle Infrastrutture Viarie sulle popolazioni di Anfibi in Lombardia). 3. Schedatura del materiale acquisito e organizzazione di un catalogo on-line dei testi e dei documenti consultabili presso la sede del CDA. 4. Organizzazione di una collana "Anfibi Lombardia" che comprende una selezione di lavori inediti a carattere ecologico e di conservazione riguardanti la regione Lombardia. 5. Pubblicazione di un periodico aperto a contributi scientifici sulle tematiche di interesse delle Stazioni regionali Anfibi lombarde. 6. Organizzazione di una rete fra centri di studio ed associazioni operanti nel settore ambientale in Italia, disponibili a condividere le informazioni ed i dati in loro possesso.

15 1.2 Attività straordinaria a. Reperimento ed acquisizione di fonti documentali riguardanti attività che abbiano affinità con le tematiche di interesse. b. Organizzazione di mostre documentali su temi di conservazione degli Anfibi e dei loro habitat. c. Organizzazione di Giornate di Studio sui medesimi temi. d. Realizzazione di monografie. e. Ristampa di contributi scientifici e documenti storici di rilevante interesse per lo studio degli Anfibi in Lombardia. 2. Fasi di sviluppo del Centro Documentazione ANFIBI La realizzazione del Centro di Documentazione ANFIBI prevede una serie di fasi, in parte già sviluppate. Nella prima fase è stata effettuata una ricognizione del materiale già disponibile al momento della costituzione delle Stazioni sperimentali regionali Anfibi. Quindi sono stati contattati i rispettivi Enti di gestione (Comunità Montana di Val Cavallina Comune di Somaglia) per definire le modalità di archiviazione e delle successive attività di ricerca. Le fasi successive prevedono: la riorganizzazione del materiale cartaceo, la schedatura e la catalogazione. Nel caso di materiale non acquisibile per qualsiasi motivo, la sua fotocopiatura. Tutto il materiale verrà quindi progressivamente digitalizzato e possibilmente archiviato su file pdf ADOBE La fase finale sarà dedicata all organizzazione del servizio di consultazione dei documenti per gli utenti esterni. Con una presentazione Microsoft Power Point si illustrano i diversi tipi di documenti, dati e materiali acquisiti e/o acquisibili e che andranno ad incrementare il CDA. La stessa presentazione illustra le modalità di archiviazione elettronica, i campi che vanno a comporre ciascuna etichetta di catalogazione, le maschere per l idoneo inserimento. 3. La Banca dati Anfibi&Strade Nell ambito dell attività ordinaria del CDA, è compresa la realizzazione ed il continuo aggiornamento della banca-dati Anfibi&Strade (Attività di mitigazione dell impatto delle Infrastrutture Viarie sulle popolazioni di Anfibi in Lombardia). L interesse per la realizzazione di tale base di dati deriva dalla constatazione che le strade, per tutto il territorio lombardo, rappresentano uno dei fattori negativi condizionante la sopravvivenza a medio termine delle principali popolazioni di Anfibi. La situazione negli anni è stata in qualche caso assiduamente monitorata durante più che decennali interventi di mitigazione o attività di salvataggio degli individui trasmigranti. Di queste iniziative esiste ampia documentazione ed una numerosa e spesso analitica raccolta dati, come quella del Progetto ROSPI.

16 A fronte della importanza di questo fattore di minaccia e dell impegno profuso negli anni da migliaia di volontari per evitare la scomparsa di queste popolazioni, ben poco hanno fatto le amministrazioni competenti per attivare i piani ed i progetti necessari e risolutivi o almeno di massima mitigazione. Gli studiosi interessati al reperimento di dati di questo tipo possono attingere: a contributi scientifici in genere estesi a puntuali località o a limitate estensioni territoriali e con finestre temporali limitate; a rapporti specifici che descrivono alcuni degli interventi meglio organizzati; a rendiconti annuali divulgativi diffusi dalle associazioni coordinanti le attività di conteggio-salvataggio o dal Centro Studi Arcadia che per più tempo ha promosso e coordinato scientificamente questi interventi in Lombardia. Spesso le fonti di informazione risultano collocate in archivi differenti, alcuni dei quali non istituzionalmente accessibili. Il Progetto Anfibi&Strade si propone di costruire una banca-dati che consenta di raccogliere, omogeneizzare e rendere fruibile tutto il patrimonio informativo sui fenomeni di impatto del traffico stradale sulla fauna selvatica in generale e sulle popolazioni di Anfibi in particolare sull intero territorio regionale. La scheda da utilizzare per incrementare i records memorizzati è riportata come proposta nella presentazione. Altra scheda di segnalazione da distribuire e poi da utilizzare per l incremento della banca dati è quella dei risultati sintetici dell intervento di conteggio-salvataggio. Entrambe queste schede fanno parte del materiale prodotto e diffuso nell ambito del Progetto ROSPI. 3.1 Raccolta dati La raccolta dati verrà organizzata effettuando l analisi sistematica di un ampia serie di fonti edite ed inedite. Il livello di dettaglio delle informazioni che si andranno a raccogliere sarà certamente molto diversificato. Esso risulterà, ovviamente, minore per le iniziative e gli interventi di conservazione più remoti e maggiore per le attività più recenti. La massima attendibilità si dovrebbe riscontrare nelle fonti coeve all evento descritto e nelle descrizioni e rendiconti delle persone promotrici o realizzanti l attività stessa. Gli articoli scientifici rappresentano la fonte con le migliori caratteristiche: il livello di dettaglio tecnico-geografico è senza dubbio della massima qualità disponibile e il tempo necessario all estrazione dei dati è generalmente modesto. Il problema principale di questo tipo di fonti è che sono poche e diventano più numerose soltanto a partire dalla seconda metà degli anni Novanta del secolo scorso. Gli articoli divulgativi, al contrario degli articoli scientifici, sono particolarmente numerosi e coprono un periodo di osservazione molto più ampio, ma presentano un rapporto tempo/dati estratti molto elevato che ne rende molto complicata la piena utilizzazione. Tali documenti, in qualche caso manoscritti e a volte mancanti delle indicazioni temporali e delle fonti editoriali, richiedono una paziente analisi preliminare per decidere la loro effettiva utilità nell archiviazione che si sta sviluppando. Spesso, comunque, i livelli di dettaglio di questi documenti sono di grande rilievo.

17 I testi storici (lavori monografici, atti di convegni e di congressi, riviste specializzate ecc.) presentano una estensione temporale illimitata ma sono caratterizzati da un livello di dettaglio tecnico piuttosto basso, giustificato dal fatto che si tratta di documenti con finalità diverse in cui solo marginalmente sono trattati aspetti che possono essere di qualche interesse per l archiviazione mirata del CDA. Il tempo necessario a selezionare le fonti ed estrarre i dati può essere anche considerevole, giacché, si tratta di notizie marginali all interno di contenitori molto ampi. I quotidiani nazionali garantiscono una maggiore continuità temporale mentre la stampa locale è, in generale, più discontinua. A parità di altre condizioni le notizie sui progetti di conservazione e sui programmi di censimento e salvataggio Anfibi, estratte da quotidiani a diffusione nazionale, risultano talora imprecise circa la denominazione delle località e delineano quadri molto sintetici, e talora riduttivi, dei fenomeni descritti. La consultazione di quotidiani locali consente, in questi casi, di ovviare a tali inconvenienti e raccogliere dati più puntuali. Tranne il caso di interviste ad esperti del settore, gli articoli giornalistici presentano un carattere puramente descrittivo e tendenzialmente volto ad enfatizzare solo particolari aspetti, come il numero dei volontari presenti per lo stesso intervento o i rischi che questi vanno correndo per salvare piccoli animali. 3.2 Organizzazione della banca-dati Anfibi&Strade La struttura informatica di Anfibi&Strade, la cui progettazione è tuttora in progress, consisterà di un modulo centrale per l inserimento e l aggiornamento dei dati e di un modulo di visualizzazione, costituito da una serie di maschere in grado di effettuare specifiche interrogazioni alla base di dati. La base di dati e le maschere per il data entry saranno realizzati utilizzando il programma Microsoft-Access. La ricerca è stata concepita in modo da poter accedere alle informazioni effettuando selezioni relative alle fonti di informazione o ai diversi aspetti della conservazione degli Anfibi. L accesso alla sezione delle fonti d informazione avverrà tramite il menù principale, dal quale si accederà a tutti i tipi di fonti gestite (testi tecnico-scientifici; tesi inedite; articoli scientifici; stampa; fondi archivistici; archivi enti pubblici; altre fonti). I dati identificativi di ogni fonte saranno visualizzati in una maschera di consultazione da cui si accederà sia alla visualizzazione di tutti gli eventi citati dalla specifica fonte selezionata sia alla ricerca di una data fonte del tipo prescelto. Per un assegnato tipo di fonte, ad esempio per un testo tecnico-scientifico, la ricerca sulle fonti di informazione consentirà di estrarre dalla banca dati la lista generale delle opere consultate, oppure di individuare una fonte in base al titolo, all autore, all anno di pubblicazione, ecc. I risultati della ricerca verranno riportati in una tabella in cui saranno contenuti i dati principali delle fonti rispondenti ai requisiti della ricerca impostata. Per avere maggiori dettagli sulle fonti estratte basta "cliccare" su di esse e il programma accede direttamente alla sezione delle fonti d informazione precedentemente descritta, consentendo di visualizzare i dettagli.

18 La sezione Ricerca, accessibile dal menu principale, consentirà di estrarre i dati degli eventi selezionati in base alla loro localizzazione (per Provincia, per Comune, per tipo di Cartografia considerata), per anno di occorrenza. Anche in questa schermata la tabella che conterrà i risultati della ricerca consentirà il rapido accesso ai dettagli della fonte di informazione da cui è stato tratto l evento selezionato. La banca dati Anfibi&Strade è consultabile presso i locali della Comunità Montana di Val Cavallina, a Casazza in provincia di Bergamo. Bibliografia acquisita Una grossa mole di dati e di documenti sulla Conservazione degli Anfibi era già presente in numerosi e frammentari archivi di proprietà pubblica e privata, raccolti a supporto di indagini conoscitive di varia natura: la prima fase del lavoro è consistita dunque in una grande raccolta di materiali già esistenti su tutto il territorio regionale di competenza, in parallelo all elaborazione di una struttura di Banca Dati idonea all archiviazione dei dati e dei documenti raccolti. Il caricamento negli archivi previsti e la loro consegna all ufficio dell Ente di Gestione della Stazione Anfibi di competenza saranno effettuati da incaricati della Comunità Montana di Val Cavallina.

19 Bibliografia AA.VV., 2004 Atlante degli Anfibi e dei Rettili della Lombardia. Monografie di Pianura, n. 5, Cremona, pag. 255 DAVINI A. e FERRI V., The "Progetto Rospi" of Lombardy (Northern Italy). Llorente et al. (Eds),Scientia Herpetologica, 1995: FERRI V., 1990a - Fauna minore protetta. In: DI GIOVINE G., VERGINE A.L., FERRI V., Manuale tecnico giuridico del Servizio volontario di vigilanza ecologica, Manuale 1, Regione Lombardia, Milano, pp. 652 FERRI V., 1990b - Anfibi e Rettili in Lombardia. Quaderno 5/90. Delegaz. WWF Lombardia, pp.173. FERRI V., Il ruolo della G.E.V. nell'attività di rilevamento faunistico. Comunicaz. al I Seminario Regionale sul Serv. volontario di Vigilanza Ecologica. Monza, FERRI V., 1995a - Il PROGETTO ROSPI LOMBARDIA. Quad. Civ. Staz. Idrobiol., 19 (1992): FERRI V., 1995b - PROGETTO ROSPI LOMBARDIA. Consuntivo annuale degli interventi di salvataggio e dei programmi di censimento di Anfibi effettuati in Lombardia negli anni Relazioni per Ufficio Vigilanza Ecologica Volontaria, Regione Lombardia. FERRI V., 1995c - La gestione delle popolazioni inurbate di rospo smeraldino (Bufo viridis Laurenti, 1768): l esempio di Milano. Quad. Civ. Staz. Idrobiol., 19 (1992): FERRI V. (Ed.) Il Progetto ROSPI Lombardia. Iniziative di censimento, studio e salvaguardia degli Anfibi in Lombardia. Consuntivo dei primi sei anni Com.Montana Alto Sebino & Regione Lombardia, Gianico (BS), pp FERRI V., 2000a. Una strategia regionale di conservazione degli Anfibi: il "Progetto ROSPI Lombardia". Atti 1 Congresso S.H.I. (Torino, 2-6 Ottobre 1996)- Boll. Mus. reg. Sci. nat., Torino. FERRI V., 2000b - Bufo bufo Monitoring Program in Lombardy. Terzo Conv. "Salvaguardia Anfibi - ANFIBI2000", Lugano, giugno Presented oral comunication. FERRI V., G.A.D. (Global Amphibian Decline): il declino delle popolazioni di Anfibi e l esperienza italiana. Comunicazione. Secondo Convegno Nazionale "Salvaguardia Anfibi", Morbegno (Sondrio), Maggio In stampa su: Riv. Idrobiol., n. 40/2001 FERRI V. e BRESSI N., Interventi di Conservazione. In Aa.Vv., "Simposio Bufo viridis". Atti del 2 Congr. Naz.le SHI, Praia a Mare, 6-10 ottobre FERRI V. e DAVINI A., Un progetto per la difesa delle popolazioni lombarde di Bufo bufo e Bufo viridis. pp. 19 (Relazione non pubblicata per il Settore Ecologia della Regione Lombardia).

20 FERRI V. e SOCCINI C., Long-term researches of population structure and dynamic of some amphibian populations in North Italy. Comunication. 1 st International Scientific Meeting "THE BIOLOGY AND ECOLOGY OF ALPINE AMPHIBIANS AND REPTILES". Nazarje, Slovenja, 3-4 September FERRI V. e ZUFFI M.,1991. Centro Studi Erpetologici "EMYS": 4 anni di attivita'. Atti II Seminario Censimenti Faunistici dei Vertebrati, Brescia, 6/9-Apr.89, in Suppl. Ric. Biol.Selvaggina, XVI: FERRI V., AGAPITO LUDOVICI A. e SCHIAVO R.M., Problematiche di gestione delle popolazioni di Rana latastei delle Riserve Naturali Lombarde di "Monticchie" e "Le Bine". Quad. Civ. Staz. Idrobiol., 19 (1992) : IUCN, IUCN red list categoríes: prepared by tbe IUCN specíes survíval commission, as approved by tbe 40th Meeting of tbe IUCN Councíl, Gland, Swilzerland, 30 November 1994:1-21. REGIONE LOMBARDIA, Programma regionale per gli interventi di conservazione e gestione della fauna nelle aree protette, 2001, Bollettino ufficiale della Regione Lombardia, 23, suppl. straord.: SCOCCIANTI C. e FERRI V., Fauna selvatica e infrastrutture viarie. Atti 1 Congresso S.H.I. (Torino, 2-6 Ottobre 1996)- Boll. Mus. reg. Sci. nat., Torino. SOCCINI C., Iniziative di salvataggio di una popolazione di rospo comune lungo la sponda orientale del Lago d Idro, in provincia di Brescia. Atti del Convegno delle specie neglette ovvero quanto costa un rospo?. Provincia di Bologna. SOCCINI C., Il salvataggio di Bufo bufo lungo la strada orientale del Lago d Idro (Eridio), in Provincia di Brescia, nella primavera del Atti del Secondo Conv. Naz.le "Salvaguardia Anfibi", Morbegno, Maggio Riv. Idrobiol., Perugia. n. 40/2001

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