Sintesi di Storia romana. Passeggiando tra le rovine di Villa dei Quintilii.

Transcript

1 Sintesi di Storia romana Passeggiando tra le rovine di Villa dei Quintilii.

2 LE ORIGINI La città di Roma ha origine da piccoli villaggi di pastori sorti nell VIII sec.a.c. sulle rive del fiume Tevere. La leggenda sulla fondazione di Roma nasce più tardi, per attribuire alla città nobili origini. Roma = termine di dubbia origine, forse dall etrusco rumon fiume o dal latino ruma colle, da Roma (città del fiume o città del colle) derivò il nome del suo fondatore: Romolo. Secondo la leggenda fu governata da 7 re: Romolo,; Numa Pompilio, creò le regole religiose; Anco Marzio, Tullo Ostilio, allargarono i confini di Roma. Combatterono anche contro i Sabini che, secondo la leggenda, si unirono ai romani dopo aver perso il famoso duello tra Orazi e Curiazi, il cui tumulo funerario sorge sulla via Appia proprio di fronte Villa dei Quintilii. Dopo che la città fu conquistata dagli etruschi: Tarquinio Prisco, Servio Tullio e Tarquinio il Superbo. Essi potenziarono i commerci e abbellirono la città con i templi che ne sarebbero rimasti il cuore per molti secoli e la fortificarono con mura che ancora oggi è possibile vedere (stazione Termini,mura serviane).

3 LA REPUBBLICA Nel 509 a.c. i patrizi romani misero fine alla monarchia cacciando Tarquinio il Superbo. Roma diventa una Repubblica. Il potere viene diviso tra magistrati e le assemblee, ma sono sempre i patrizi a esercitarlo. La più alta carica dello Stato era il Consolato (potere esecutivo e comando militare) con durata annuale. SENATO 300 membri eletti a vita COMIZI CENTURIATI Tutti i cittadini divisi in centurie di censo DITTATORE 6 mesi tutti i poteri COMIZI TRIBUTI EDILI 1 anno lavori pubblici QUESTORI 1 anno Tesoro dello Stato. Ogni centuria ha un voto. PRETORI 1 anno giustizia CENSORI 18 mesi patrimonio dei Cittadini. COMIZI CURIATI Tutti i cittadini riuniti in curie Hanno competenze religiose e investono del comando i magistrati eletti dai comizi centuriati. 2 C O N S O L I

4 La lotta per i diritti civili Le disparità fra la classe dominante dei patrizi e quella dei plebei, in lotta per i propri diritti, sono sempre più evidenti nel 494 a.c. quando i plebei ricorrono alla secessione rifiutando cioè di arruolarsi, abbandonando la città e ritirandosi sull Aventino. Ottengono così il riconoscimento dei Tribuni della plebe, il diritto di veto, il diritto di aiuto. Nel 451 vengono redatte le prime leggi scritte: Le Leggi delle Dodici Tavole. Il tribuno prende il nome dalle tribù originarie in cui era divisa la popolazione romana: ramni, Tizii e Luceri.

5 Le prime conquiste e le guerre puniche Nei primi anni della Repubblica Roma dovette difendersi dagli attacchi delle popolazioni vicine, ma dopo la sconfitta della LEGA LATINA (496 a.c.) e degli Equi e dei Volsci ( a.c.) riuscì ad annettersi i territori dell entroterra laziale. Con la guerra contro VEIO (396 a. C.) si assicurò le terre sulla sponda destra del Tevere. Nel 390 a. C. i Galli (Celti) saccheggiano la città per sei mesi e l abbandonano solo dopo aver ricevuto un riscatto. Nel 343 a.c. combattono contro i sanniti, una popolazione stanziata sull Appennino abruzzese che riuscì ad infliggere diverse sconfitte all esercito romano, ma nel 295 a.c. a Sentino (Sassoferrato,nelle Marche) furono sconfitti definitivamente. La politica espansionistica romana trovò il so più tenace ostacolo in Cartagine. Hanno così origine tre grandi guerre. I guerra punica: a.c. battaglia Isole Egadi. Cartagine chiede la pace e rinuncia alla Sicilia, mentre Roma le sottrae Sardegna e Corsica. II guerra punica: a.c. battaglia di Zama. La guerra comincia con la marcia di Amilcare Barca dalla Spagna verso l Italia e l invasione di Annibale. L intervento del console di Roma Publio Cornelio Scipione risolverà il conflitto ed egli prenderà il supernomen di Africano. III guerra punica: 146 a.c. distruzione di Cartagine. Roma rimane padrona del Mediterraneo.

6 La società romana dopo le grandi conquiste I territori conquistati vengono organizzati in province per controllarli e per sfruttarne le risorse. Le province sono governate da proconsoli e propretori, ossia magistrati che allo scadere del mandato assumevano questa nuova carica. La nuova ricchezza di Roma, quindi, finisce per avvantaggiare la classe sociale più forte, quella degli aristocratici che si accaparra le terre confiscate per pochi sesterzi o le affitta ad un costo bassissimo. Nasce così il latifondo, organizzato poi in ville e aziende agricole rette dal lavoro degli schiavi. Tra i nobili, tuttavia, si insinua una nuova classe sociale: i cavalieri. Erano commercianti molto ricchi che prestavano denaro ai nobili e militavano nella cavalleria. Tra di essi cominciarono ad emergere uomini che seppur non nobili richedevano di ricoprire cariche pubbliche importanti. Il malcontento popolare si fece sempre più evidente: Tiberio e Caio Gracco, tribuni della plebe, cercarono di varare una riforma agraria nella quale nessuno poteva possedere più di 500 iugeri di terreno ( 125 ettari), una legge annonaria che bloccava il prezzo del grano a favore dei più poveri. Tuttavia Caio propose anche di estendere la cittadinanza romana ai socii. Questo portò la plebe ad insorgere uccidendo i tribuni ed il senato annullò i loro provvedimenti in favore del popolo.