Unione di Comuni Comunità Collinare Val Rilate PIANO EMERGENZA PROCEDURE DI EMERGENZA 1 PREMESSA

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1 DI 1 PREMESSA Le procedure di emergenza previste dal presente Piano individuano una serie di attività da porre in essere nel caso in cui sia prevista o si stia manifestando una situazione di criticità determinata da: fenomeni naturali prevedibili: rischio meteorologico, rischio idrogeologico (esondazioni, frane); fenomeni accidentali di origine antropica: incendi, sversamenti (industriali/trasporti), sismi. Esse prevedono l organizzazione delle strutture e le modalità di attivazione e di esplicazione del soccorso, in ordine logico e temporale, fino al superamento dell emergenza. Vengono inoltre previste ulteriori azioni da effettuare in assenza di criticità, la cui pianificazione, effettuata in tempo di pace a cura della struttura comunale/intercomunale di protezione civile, è auspicabile al fine di garantire uno stato di costante osservazione del territorio e rendere informata la popolazione circa i potenziali rischi concretizzabili su di esso. L attivazione delle presenti indicazioni procedurali presuppone sempre l esistenza di un sistema di allertamento per la segnalazione del rischio: per alcune categorie di rischio esiste un apposito sistema codificato gestito e trasmesso dai competenti organi sovralocali (Regione, Provincia, Prefettura), per altre tipologie le stesse procedure sono attivate in seguito alla segnalazione di evento prevedibile o in atto. In ogni caso va evidenziata l importanza di un efficiente sistema di prevenzione e monitoraggio dei rischi potenziali

2 DI 2 SISTEMA DI ALLERTAMENTO REGIONALE La Regione Piemonte, con D.G.R. 23 marzo 2005 n Approvazione della prima sezione del disciplinare per la gestione organizzativa e funzionale del sistema di allertamento regionale ai fini della Protezione Civile, ha approvato le procedure e le modalità del sistema di allertamento ai diversi livelli (regionale, provinciale e comunale) secondo quanto stabilito dal D.Lgs. n. 112/1998 e dalla L.R. n. 7/2003, relativamente ad alcune categorie di fenomeni naturali. La gestione del sistema di allertamento, curata dalla Regione Piemonte, Direzione OO.PP. Settore Protezione Civile, è assicurata attraverso la rete di un Centro Funzionale dell Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale (ARPA) Piemonte, evoluzione della Sala Situazione Rischi Naturali che dal 1996 assolve i compiti di sorveglianza del territorio dai seguenti soggetti istituzionali: Regione Piemonte Uffici Territoriali di Governo Province Comuni. nonché dalle altre strutture pubbliche e private regionali, compresi i Centri di Competenza, chiamati a concorrere. Le principali attività svolte all interno del Centro Funzionale sono così riassumibili: analisi della situazione meteorologica in atto e prevista a medio e breve termine; analisi della situazione idrogeologica e idraulica osservata e prevista a medio e breve termine; intensificazione del monitoraggio dei livelli pluviometrici, idrometrici e degli indicatori meteorologici attraverso l osservazione della rete meteoidrografica in tempo reale e del sistema radar (in seguito all instaurarsi di condizioni critiche); verifica del buon funzionamento delle apparecchiature di misura e di acquisizione dei dati meteorologici e ideologici; validazione di primo livello dei dati acquisiti in tempo reale basata sulle seguenti attività: - confronto dei valori registrati con i range strumentali; - individuazione di dati con andamenti anomali; - controllo della congruenza dei dati provenienti da ambiti territoriali vicini; - correlazione di parametri meteopluviometrici diversi; - verifica diretta dell attendibilità di dati anomali, attraverso testimonianze locali; - produzione di documenti informativi e loro trasmissione agli Enti preposti alla gestione dell emergenza. Il sistema di allertamento prevede tre distinte fasi: 1. Fase previsionale, sostenuta da un adeguata modellistica numerica e articolata in: - 2 -

3 DI valutazione dei fenomeni meteorologici attesi; valutazione delle criticità attese, nonché degli effetti che tale situazione può determinare sull integrità della vita, dei beni, degli insediamenti e dell ambiente. 2. Fase di monitoraggio e sorveglianza, articolata in: monitoraggio strumentale dell evento in atto e osservazione qualitativa e quantitativa diretta; sorveglianza delle situazioni impreviste attraverso previsione a breve termine dei relativi effetti mediante modelli inizializzati da misure raccolte in tempo reale (now-casting). 3. Fase di gestione delle piene e dei deflussi, sostenuta da una valutazione delle criticità idrauliche dei corsi d acqua principali. Esse vengono tutte effettuate dal Centro Funzionale Regionale e prevedono ciascuna l avvio delle attività di: - prevenzione del rischio - gestione delle emergenze entrambe assegnate, nel rispetto delle normative di settore, al sistema regionale di protezione civile. La Regione Piemonte adotta un insieme di elementi tecnico-scientifici di base che concorrono a definire il Sistema di Allertamento Regionale, in particolare: una suddivisione del territorio in zone di allerta una serie di livelli e di scenari di rischio un sistema di soglie nonché un insieme di elementi atti a definire le procedure di attivazione e di gestione dello stesso Sistema di Allertamento Regionale e riconducibili a: documenti informativi (bollettini, avvisi, dati di monitoraggio); modalità di diffusione dei documenti informativi; sistema di trasmissione dei documenti informativi; compiti e operatività del Centro Funzionale Regionale; corrispondenza fra livelli di criticità e livelli di allerta. All Assessore alla Protezione Civile competono l adozione e la dichiarazione dei diversi livelli di allerta, mentre la valutazione dei livelli di criticità compete al Centro Funzionale Regionale. A tal fine quest ultimo emette, in autonomia, tre distinte tipologie di documenti informativi correlati alle tre distinte fasi del sistema di allertamento sopra evidenziate: Documenti previsionali, articolati in: - 3 -

4 DI Bollettino di Vigilanza Meteorologica; Bollettino di Criticità Idrogeologica e Idraulica; Bollettino di Criticità Nivologico per Rischio Valanghe; Bollettino di Criticità per Ondate di Calore. Documenti di monitoraggio, comprendenti: Bollettino di Aggiornamento della Situazione Idrogeologica e Idraulica; Tabella dei Dati Pluviometrici; Tabella dei Dati Idrometrici. Documenti di sorveglianza, suddivisi in: Avviso Meteo Straordinario; Avviso Straordinario Criticità Idrogeologica e Idraulica; Avviso Straordinario Pericolo Valanghe; Avviso Straordinario Ondate di Calore. Documenti per la gestione delle piene e dei deflussi, sintetizzabili nel: Bollettino di Previsione delle Piene

5 DI Di recente, con D.G.R del 30 luglio 2007 pubblicata sul B.U.R. n. 33 del 16 agosto 2007 è stata rivisto il Disciplinare per la gestione organizzativa e funzionale del Sistema di Allertamento regionale ai fini della protezione civile così come inizialmente previsto dalla D.G.R del 23 marzo Più nel dettaglio, in riferimento ai documenti informativi di cui sopra: il Bollettino di Vigilanza Meteorologica e il Bollettino di Criticità Idrogeologica e Idraulica sono stati accorpati in un unico documento definito Bollettino di Allerta Meteoidrologica (contenente Avvisi Meteo piogge, temporali, venti, anomalie termiche e Avvisi di Criticità idrogeologica e idraulica e nevicate); il Bollettino di Criticità per Ondate di Calore non è più incluso nel Sistema di Allertamento regionale ai fini di protezione civile perché trattato invece dalla Direzione Regionale Sanità. I documenti informativi risultano pertanto ora così ripartiti: Il Centro Funzionale provvede a pubblicare tali documenti sulla rete RUPAR (Rete Unitaria della Pubblica Amministrazione Regionale, a cui possono aderire tutti gli Enti locali piemontesi) e a trasmetterli (tranne il Bollettino di Previsione delle Piene) al Settore Regionale di Protezione Civile (oltre che al Dipartimento Nazionale della Protezione Civile). Il Centro Funzionale Regionale è operativo tutti i giorni dell anno dalle ore 8.00 alle ore con rafforzamento del servizio in caso di Avviso secondo il seguente disciplinare: - 5 -

6 DI SITUAZIONE Avviso Meteo ORARIO DI PRESIDIO Dalle 8.00 alle tutti i giorni Avviso di Criticità Valanghe Avviso di Criticità Idrogeologica e Idraulica Moderata Avviso di Criticità Idrogeologica e Idraulica Elevata Avviso di Criticità Ondate di Calore (non più incluso nel Sistema di Allertamento regionale ai fini di protezione civile a seguito della D.G.R del 30 luglio 2007; ora di competenza della Direzione Regionale Sanità) Dalle 8.00 alle tutti i giorni Dalle 6.00 alle tutti i giorni H24 tutti i giorni Dalle 8.00 alle tutti i giorni Nei periodi in cui il Centro Funzionale non è presidiato è attivo un servizio di pronta reperibilità H24 del personale mentre la diffusione dei prodotti di monitoraggio è sempre garantita con orario continuato tramite il servizio telematico RUPAR. Anche il Settore Protezione Civile della Regione Piemonte opera tutti i giorni con un servizio di pronta reperibilità: in presenza di avvisi di criticità idrogeologica e idraulica, esso garantisce l operatività attraverso l apertura della propria Sala Operativa dalle ore 6.00 alle ore I singoli Comuni possono mantenere un costante aggiornamento della situazione meteorologica collegandosi alla pagina web per la lettura delle previsioni meteo. La lettura costante dei documenti informativi permette agli stessi di attivare le procedure operative relative alle diverse fasi previste nel proprio Piano di Emergenza, in considerazione della condizione meteorologica e dei rischi a questa associati, condizione che è indicata mediante un apposita simbologia per ciascuno dei fenomeni considerati: LEGENDA DEI SIMBOLI METEO DELL EX BOLLETTINO DI VIGILANZA METEOROLOGICA (ORA ACCORPATO AL BOLLETTINO IDROGEOLOGICO E IDRAULICO NELL AMBITO DEL BOLLETTINO DI ALLERTA METEOIDROLOGICA A SEGUITO DELLA D.G.R DEL 30 LUGLIO 2007) Piogge Assenti Deboli Forti Nevicate Assenti Deboli Abbondanti Temporali Assenti Bassa probabilità temporali forti Alta probabilità temporali forti Venti Assenti Venti da tesi a forti Venti molto forti - 6 -

7 DI Nebbie (non più incluse nel Sistema di Allertamento regionale ai fini di protezione) Ondate di calore (ora previste nell ambito del Bollettino di Allerta come Anomalie da caldo ) Gelate (ora previste nell ambito del Bollettino di Allerta come Anomalie da freddo ) Assenti Foschie o banchi di nebbia Nebbie diffuse o persistenti Assenti Lieve disagio per caldo Elevato disagio per caldo Assenti Ordinarie Eccezionali Con l introduzione della D.G.R del 30 luglio 2007 la simbologia prima riferita al rischio gelate è ora riferita, nell ambito del Bollettino di Allerta Meteoidrologica, al rischio anomalie termiche da freddo mentre quella prima riferita al rischio ondate di calore è ora caratteristica del rischio anomalie da caldo (con la differenza che, in luogo del sole stilizzato, è ora presente un semplice pallino). 2.1 Documenti previsionali Gli Avvisi Meteo Regionali, in base alla D.G.R del 23 marzo 2005, risultavano contenuti all interno di un Bollettino di Vigilanza Meteorologica, relativo ai seguenti fenomeni: piogge nevicate ondate di calore gelate temporali venti nebbie mentre gli Avvisi di Criticità Regionali erano riferiti solamente a: piogge nevicate - 7 -

8 DI ondate di calore ed erano contenuti all interno di differenti documenti informativi di criticità: Bollettino Idrogeologico e Idraulico; Bollettino Nivologico per Rischio Valanghe; Bollettino Ondate di Calore

9 DI A seguito della D.G.R del 30 luglio 2007 gli Avvisi Meteo regionali risultano ora contenuti all interno di un Bollettino di Allerta Meteoidrologica, relativo ai seguenti fenomeni: piogge nevicate anomalie termiche temporali venti e gli Avvisi di Criticità Regionali contenuti all interno di: Bollettino di Allerta Meteoidrologica Bollettino Nivologico per Rischio Valanghe L effetto degli Avvisi Meteo regionali è, in prima battuta, quello di estendere le attività di presidio e di sorveglianza del Centro Funzionale Regionale e, nel contempo, di informare le varie strutture di protezione civile presenti sul territorio della regione: queste sono conseguentemente chiamate ad attivarsi secondo le modalità previste nelle singole pianificazioni da adottarsi nel rispetto delle prescrizioni della L.R. 7/2003. L effetto degli Avvisi di Criticità regionali contenuti all interno dei corrispondenti Bollettini di Criticità è, invece, quello di allertare tutte le strutture di protezione civile interessate, al fine di consentirne l attivazione secondo le modalità previste dalle medesime singole pianificazioni contemplate dalla legislazione regionale in materia (Piani di Emergenza e di Protezione Civile). Per maggiore chiarezza espositiva e al fine di facilitare la piena comprensione da parte degli operatori di protezione civile delle modifiche apportate dalla D.G.R del 30 luglio 2007 alla D.G.R del 23 marzo 2005 relativamente al Sistema di Allertamento regionale ai fini della protezione civile, di seguito si riporta descrizione di quanto inizialmente (e fino all emissione della D.G.R. 30 luglio 2007) previsto dalla D.G.R del 23 marzo 2005 con indicazione delle eventuali modifiche/abolizioni/sostituzioni recentemente previste dalla normativa regionale di settore

10 DI Ex Bollettino di Vigilanza Meteorologica Era un documento previsionale emesso dal Centro Funzionale del Piemonte tutti i giorni entro le ore Conteneva una previsione dei fenomeni meteorologici per il pomeriggio e per i due giorni successivi, differenziati per zone di allerta. Condizioni meteorologiche avverse venivano segnalate al suo interno tramite un avviso di avverse condizioni meteorologiche, chiamato Avviso Meteo. All ora di emissione prevista, il Centro Funzionale del Piemonte provvedeva a pubblicare il Bollettino sulla RUPAR e a trasmetterlo al Settore Regionale di Protezione Civile e al Centro Funzionale Nazionale presso il Dipartimento della Protezione Civile. Se il Bollettino non conteneva alcun Avviso Meteo, non era prevista la sua trasmissione a Prefetture e Province da parte del Settore Protezione Civile. Nel caso in cui invece esso contenesse un Avviso Meteo, il Settore Protezione Civile Regionale provvedeva a trasmetterlo immediatamente alle Province e alle Prefetture interessate, nonché ai soggetti pubblici e privati con i quali intercorrevano relazioni funzionali in materia di protezione civile, in particolare ai mezzi di comunicazione di massa. Le Amministrazioni Provinciali e gli Uffici Territoriali di Governo che ricevevano il Bollettino di Vigilanza Meteorologica dovevano informare i Comuni ricadenti nelle zone di allerta interessate (a partire dal 1 aprile 2007 e sino al 1 settembre 2007, per la Provincia di Asti, a seguito di accordi intercorsi tra la Prefettura e l Amministrazione Provinciale, era solo quest ultima a provvedere all informativa ai Comuni Capo COM del territorio a mezzo di apposito software denominato Alerting System, in uso dalla stessa Regione Piemonte per l informativa alle Province e alle

11 DI Prefetture nonché da altre Amministrazioni Provinciali delle regione), nonché gli altri soggetti che dalle stesse Province e Prefetture dipendevano funzionalmente, con le modalità che ritenevano di adottare. La trasmissione del Bollettino a Prefetture e Province da parte del Settore Protezione Civile non era prevista anche quando il Bollettino conteneva un Avviso Meteo riferito solamente a piogge ed era inoltre già stata prevista la trasmissione del Bollettino Idrogeologico e Idraulico (rappresentando quest ultimo un documento informativo di maggior dettaglio). A seguito della D.G.R del 30 luglio 2007, le informazioni fino a tale data riportate all interno del Bollettino di Vigilanza Meteorologica figurano ora all interno di un nuovo documento, definito Bollettino di Allerta Meteoidrologica, contenente anche le informazioni dell ex Bollettino di Criticità Idrogeologica e Idraulica (anch esso recentemente abolito) Ex Bollettino di Criticità Idrogeologica e Idraulica Era un documento previsionale emesso dal Centro Funzionale del Piemonte tutti i giorni entro le ore Conteneva una previsione circa gli effetti al suolo attesi per il rischio idrogeologico e idraulico per il pomeriggio e per il giorno successivo, differenziato per zone di allerta. Oltre a un livello base definito Livello 1 Situazione Ordinaria in cui le criticità possibili erano ritenute comunemente e usualmente accettabili dalla popolazione (Criticità Ordinaria), erano previsti altri due livelli segnalati all interno del Bollettino come Avvisi di Criticità Idrogeologica e Idraulica : - Livello 2: Criticità Moderata; - Livello 3: Criticità Elevata

12 DI Nei giorni e nelle ore di emissione previste, il Centro Funzionale del Piemonte provvedeva a pubblicare il Bollettino sulla RUPAR e a trasmetterlo al Settore Regionale di Protezione Civile e al Centro Funzionale Nazionale presso il Dipartimento della Protezione Civile. Se il Bollettino non conteneva alcun Avviso di Criticità, non era prevista la sua trasmissione a Prefetture e Province da parte del Settore Protezione Civile. Nel caso in cui invece esso contenesse una segnalazione corrispondente a Criticità Moderata o Elevata, il Settore Regionale di Protezione Civile lo trasmetteva immediatamente alle Province e alle Prefetture, nonché ai soggetti pubblici e privati con i quali intercorrevano relazioni funzionali in materia di protezione civile. Le Amministrazioni Provinciali e gli Uffici Territoriali di Governo che ricevevano il Bollettino dovevano allertare i Comuni ricadenti nelle zone di allerta interessate (a partire dal 1 aprile 2007 e sino al 1 settembre 2007, per la Provincia di Asti, a seguito di accordi intercorsi tra la Prefettura e l Amministrazione Provinciale, era solo quest ultima a provvedere all informativa ai Comuni Capo COM del territorio a mezzo di apposito software denominato Alerting System, in uso dalla stessa Regione Piemonte per l informativa alle Province e alle Prefetture nonché da altre Amministrazioni Provinciali delle regione), nonché gli altri soggetti che dalle stesse Province e Prefetture dipendevano funzionalmente, con le modalità che ritenevano di adottare. Come già evidenziato in precedenza, a seguito della D.G.R del 30 luglio 2007, le informazioni fino a tale data riportate all interno del Bollettino di Criticità Idrogeologica e Idraulica figurano ora all interno di un nuovo documento, definito Bollettino di Allerta Meteoidrologica, contenente anche le informazioni del citato, vecchio Bollettino di Vigilanza Meteorologica (abolito) Bollettino di Allerta Meteoidrologica È un documento previsionale emesso dal Centro Funzionale del Piemonte tutti i giorni entro le ore con validità 36 ore che, introdotto a mezzo della D.G.R del 30 luglio 2007, ingloba dal punto di vista delle informazioni in esso contenute l ex Bollettino di Vigilanza Meteo e l ex Bollettino Idrogeologico e Idraulico (entrambi aboliti a seguito della sua introduzione). Contiene pertanto una previsione dei fenomeni meteorologici e degli effetti al suolo attesi per il rischio idrogeologico e idraulico, differenziati per zone di allerta. Le condizioni meteorologiche avverse vengono segnalate all interno del bollettino tramite un avviso di avverse condizioni meteorologiche (Avviso Meteo), mentre le condizioni di criticità idrogeologica e idraulica e quelle relative alle nevicate sono segnalate all interno del Bollettino con due livelli: Moderata ed Elevata criticità oltre a un livello di Ordinaria criticità associato all avviso meteo del rispettivo fenomeno

13 DI All ora di emissione prevista, il Centro Funzionale del Piemonte provvede a trasmettere il Bollettino al Settore Regionale di Protezione Civile e al Centro Funzionale Nazionale presso il Dipartimento della Protezione Civile e a pubblicarlo sulla RUPAR. Nel caso in cui il Bollettino non contenga avvisi meteo e/o livelli di criticità non è prevista la sua trasmissione a Prefetture e Proivince da parte del Settore Protezione Civile. Nel caso in cui invece il Bollettino contenga avvisi meteo e/o livelli di criticità il Settore Protezione Civile Regionale lo trasmette immediatamente alle Province e alle Prefetture interessate

14 DI nonché, se richiesto, ai soggetti pubblici e privati con i quali intercorrono relazioni funzionali in materia di protezione civile. In caso di avviso meteo le Amministrazioni Provinciali e gli Uffici Territoriali di Governo che ricevono il Bollettino devono informare i Comuni ricadenti nelle zone di allerta interessate e gli altri soggetti che dipendono funzionalmente dalle stesse amministrazioni, con le modalità che le stesse ritengono di adottare. In caso di criticità moderata o elevata le stesse Amministrazioni Provinciale e gli Uffici Territoriali di Governo devono invece allertare i Comuni ricadenti nelle zone di allerta interessate e gli altri soggetti che dipendono funzionalmente dalle stesse amministrazioni, con le modalità che ritengono di adottare. A partire dal 1 settembre 2007, per la Provincia di Asti, a seguito di accordi intercorsi tra la Prefettura e l Amministrazione Provinciale, è solo quest ultima a provvedere all informativa/ allertamento dei Comuni Capo COM del territorio a mezzo di apposito software denominato Alerting System, in uso dalla stessa Regione Piemonte per l informativa alle Province e alle Prefetture nonché da altre Amministrazioni Provinciali della regione Bollettino di Criticità Nivologico per Rischio Valanghe È un documento previsionale emesso dal Centro Funzionale del Piemonte tutti i giorni entro le ore (prima della D.G.R del 30 luglio 2007 veniva invece emesso soltanto il lunedì, il mercoledì e il venerdì entro le ore 14.00), nel periodo da novembre a maggio, a seconda delle condizioni di innevamento. Contiene informazioni sulla copertura nevosa (altezza media del manto a 2000 m, distribuzione dell innevamento, quantità di neve fresca ecc.), sulle condizioni del manto nevoso (stratigrafia, consolidamento, individuazione di elementi predisponenti il distacco di valanghe ecc.), sul grado di pericolo valanghe (tipo e dimensioni delle valanghe cadute e attese, localizzazione delle zone pericolose ecc.) e sull evoluzione del fenomeno nevoso nelle successive 24, 48 o 72 ore. Il grado di pericolo viene stabilito secondo le definizioni della Scala di Pericolo Europea Unificata e differenziato per zone di allerta. Oltre ai primi tre livelli di tale scala (1 - Debole, 2 - Moderato, 3 - Marcato) in cui le situazioni di criticità possibili sono generalmente riferite al contesto delle attività umane svolte in ambiente innevato al di fuori delle aree gestite, sono previsti altri due livelli considerati Avvisi di Criticità Valanghe : - Grado di pericolo 4 (Forte): Criticità Moderata; - Grado di pericolo 5 (Molto Forte): Criticità Elevata. A seguito della D.G.R del 30 luglio 2007, il Bollettino è stato rivisto nell aspetto, risultando lievemente modificato anche in riferimento alle denominazioni relative ad alcune zone di allerta per rischio valanghe (vedere più avanti):

15 DI Nei giorni e nelle ore di emissione previste, il Centro Funzionale del Piemonte provvede a pubblicare il Bollettino sulla RUPAR e a trasmetterlo al Settore Regionale di Protezione Civile e al Centro Funzionale Nazionale presso il Dipartimento della Protezione Civile. Se il Bollettino non contiene alcun Avviso di Criticità, non è prevista la sua trasmissione a Prefetture e Province da parte del Settore Protezione Civile. Nel caso in cui invece esso contenga una segnalazione corrispondente a Criticità Moderata o Elevata, il Settore Regionale di Protezione Civile lo trasmette immediatamente alle Province e alle Prefetture, nonché ai soggetti pubblici e privati con i quali intercorrono relazioni funzionali in materia di protezione civile e ai mezzi di comunicazione di massa. Le Amministrazioni Provinciali e gli Uffici Territoriali di Governo che ricevono il Bollettino devono allertare i Comuni ricadenti nelle zone di allerta interessate, nonché gli altri soggetti che dalle stesse Province e Prefetture dipendono funzionalmente, con le modalità che ritengono di adottare (la Provincia di Asti, in particolare, non avendo sul territorio di competenza Comuni ricadenti in zone di allerta per rischio valanghivo, non è chiamata a predisporre tale allertamento) Ex Bollettino di Criticità per Ondate di Calore Era un documento previsionale emesso dal Centro Funzionale del Piemonte tutti i giorni entro le ore nel periodo compreso tra giugno e settembre

16 DI Era costituito da un bollettino per le aree urbane dei capoluoghi di provincia contenente una previsione circa le ondate di calore attese per il pomeriggio e i due giorni successivi su ciascuno dei capoluoghi di provincia. Oltre ai primi due livelli dell Indice Sintetico per la Misura dello Stress da calore (Heat Stress Index HSI), in cui le criticità possibili erano ritenute comunemente e usualmente accettabili dalla popolazione, venivano previsti altri due livelli considerati Avvisi di Criticità Ondate di Calore : - Indice HSI Alto (Molta Cautela): Criticità Moderata; - Indice HSI Estremo (Pericolo): Criticità Elevata. Nei giorni e nelle ore di emissione previste, il Centro Funzionale del Piemonte provvedeva a pubblicare il Bollettino sulla RUPAR e a trasmetterlo al Settore Regionale di Protezione Civile e al Centro Funzionale Nazionale presso il Dipartimento della Protezione Civile

17 DI Se il Bollettino non conteneva alcun Avviso di Criticità, non era prevista la sua trasmissione a Prefetture e Province da parte del Settore Protezione Civile. Nel caso in cui invece esso contenesse una segnalazione corrispondente a Criticità Moderata o Elevata, il Settore Regionale di Protezione Civile lo trasmetteva immediatamente alle Province e alle Prefetture, nonché ai soggetti pubblici e privati con i quali intercorrevano relazioni funzionali in materia di protezione civile. Le Amministrazioni Provinciali e gli Uffici Territoriali di Governo che ricevevano il Bollettino dovevano allertare i Comuni ricadenti nelle zone di allerta interessate (a partire dal 1 aprile 2007 e sino al 1 settembre 2007, per la Provincia di Asti, a seguito di accordi intercorsi tra la Prefettura e l Amministrazione Provinciale, era solo quest ultima a provvedere all informativa ai Comuni del territorio a mezzo di apposito software denominato Alerting System, in uso dalla stessa Regione Piemonte per l informativa alle Province e alle Prefetture nonché da altre Amministrazioni Provinciali delle regione), nonché gli altri soggetti che dalle stesse Province e Prefetture dipendevano funzionalmente, con le modalità che ritenevano di adottare. A seguito della D.G.R del 30 luglio 2007, il Bollettino di Criticità per Ondate di Calore non è più incluso nel Sistema di Allertamento regionale ai fini di protezione civile perchè trattato invece dalla Direzione Regionale Sanità. 2.2 Documenti di monitoraggio Bollettino di Aggiornamento della Situazione Idrogeologica e Idraulica È un documento di monitoraggio emesso dal Centro Funzionale del Piemonte nel caso di Avviso di Criticità Idrogeologica e Idraulica. In caso di Livello 2 vengono emessi due aggiornamenti al giorno: alle ore 9.00 e alle ore In caso di Livello 3 vengono invece emessi quattro aggiornamenti al giorno: alle ore 6.00, alle ore 12.00, alle ore e alle ore Oltre a quelle in orario predefinito, sono anche previste, all occorrenza, emissioni supplementari per descrivere eventuali significative evoluzioni dei fenomeni idrogeologici e idraulici. Il documento contiene una descrizione testuale della situazione basata sul monitoraggio e della sua evoluzione basata sulla previsione a breve termine

18 DI A seguito della D.G.R del 30 luglio 2007, il Bollettino è mutato lievemente solo a livello grafico, restando invece inalterato a livello concettuale e contenutistico come evincibile dall immagine seguente:

19 DI Una volta emesso dal Centro Funzionale del Piemonte, lo stesso Centro provvede a pubblicarlo sulla RUPAR e a trasmetterlo al Settore Regionale di Protezione Civile, al Centro Funzionale Nazionale presso il Dipartimento della Protezione Civile, alle Province e alle Prefetture interessate, data la necessità di informare tempestivamente gli ambiti territoriali coinvolti Tabella dei Dati Pluviometrici È un documento di monitoraggio emesso dal Centro Funzionale del Piemonte nel caso di Moderata o Elevata Criticità Idrogeologica e Idraulica con aggiornamento automatico a frequenza oraria

20 DI Contiene i dati pluviometrici delle stazioni della rete di monitoraggio regionale con segnalazione dei casi di superamento delle soglie. A seguito della D.G.R del 30 luglio 2007, la Tabella dei Dati Pluviometrici è rimasta inalterata, dal punto di vista sia grafico sia contenutistico. La tabelle dei dati pluviometrici delle stazioni della rete di monitoraggio regionale vengono pubblicate dal Centro Funzionale del Piemonte sulla RUPAR e non sono previste ulteriori altre forme di trasmissione Tabella dei Dati Idrometrici È un documento di monitoraggio emesso dal Centro Funzionale del Piemonte nel caso di Moderata o Elevata Criticità Idrogeologica e Idraulica con aggiornamento automatico a frequenza oraria. Contiene i dati idrometrici delle stazioni della rete di monitoraggio regionale con segnalazione dei casi di superamento delle soglie

21 DI A seguito della D.G.R del 30 luglio 2007, la Tabella dei Dati Idrometrici è rimasta inalterata, dal punto di vista sia grafico sia contenutistico. La tabelle dei dati idrometrici delle stazioni della rete di monitoraggio regionale vengono pubblicate dal Centro Funzionale del Piemonte sulla RUPAR e non sono previste ulteriori altre forme di trasmissione. 2.3 Documenti di sorveglianza Vengono emessi al fine di ricalibrare le previsioni esplicitate a mezzo dei documenti previsionali. Per ciascuno dei rischi associati a questi ultimi, l avviso straordinario appare analogo nella forma, differenziandosi esclusivamente per la tipologia di previsione (evidentemente connessa, ad esempio, ai corsi d acqua nel caso di rischio idrogeologico e idraulico piuttosto che ai capoluoghi di provincia nel caso di rischio ondate di calore) e conseguente zona di allertamento Avviso Meteoidrologico Straordinario È un documento di sorveglianza emesso dal Centro Funzionale del Piemonte nel caso di accertamento di situazioni meteorologiche particolarmente significative oppure impreviste riguardanti fenomeni di temporali, venti e, a seguito della D.G.R. del 30 luglio 2007, di anomalie termiche sia da freddo sia da caldo (non più, invece, riguardanti fenomeni di gelate e di nebbie), nonché nel caso di criticità idrogeologiche o idrauliche, criticità per nevicate e

22 DI criticità per valanghe (si parla ora, infatti, non più di semplice Avviso Meteorologico quanto invece di Avviso Meteoidrologico, a sottolineare l interessamento anche di fenomeni idrogeologici e idraulici). Contiene una descrizione testuale della situazione osservata e della sua evoluzione a breve termine (now-casting) basata sulla previsione e sulle misure raccolte in tempo reale. In caso di emissione, il Centro Funzionale del Piemonte provvede a pubblicare gli avvisi straordinari sulla RUPAR e a trasmetterli al Settore Regionale di Protezione Civile, al Centro Funzionale Nazionale presso il Dipartimento della Protezione Civile e alle Province e alle Prefetture interessate, data la necessità di informare tempestivamente gli ambiti territoriali coinvolti. Le Amministrazioni Provinciali e le Prefetture che ricevono avvisi straordinari sono tenute ad adottare opportune forme di comunicazione per avvisare le Amministrazioni Comunali interessate (per il territorio astigiano è solo la Provincia di Asti che, dal 1 aprile 2007, è tenuta a fare ciò nei confronti dei Comuni Capo COM, a seguito di accordi stipulati con la Prefettura relativamente alle informative da estendersi alla totalità dei Comuni del territorio) Avviso Straordinario Criticità Idrogeologica e Idraulica È un documento di sorveglianza emesso dal Centro Funzionale del Piemonte nel caso di accertamento di situazioni impreviste di Criticità Idrogeologica o Idraulica Moderata o Elevata. Contiene una descrizione testuale della situazione osservata e della sua evoluzione a breve termine (now-casting) basata sulle previsioni dei modelli disponibili presso il Centro Funzionale del Piemonte inizializzati con le misure raccolte in tempo reale

23 DI A seguito della D.G.R del 30 luglio 2007, l Avviso è mutato leggermente dal punto di vista grafico, mentre è rimasto sostanzialmente inalterato dal punto di vista contenutistico, come evincibile dalla seguente immagine:

24 DI In caso di emissione il Centro Funzionale del Piemonte provvede a pubblicare gli avvisi straordinari sulla RUPAR e a trasmetterli al Settore Regionale di Protezione Civile, al Centro Funzionale Nazionale presso il Dipartimento della Protezione Civile e alle Province e alle Prefetture interessate, data la necessità di informare tempestivamente gli ambiti territoriali coinvolti

25 DI Le Amministrazioni Provinciali e le Prefetture che ricevono avvisi straordinari sono tenute ad adottare opportune forme di comunicazione per avvisare le Amministrazioni Comunali interessate (per il territorio astigiano è solo la Provincia di Asti che, dal 1 aprile 2007, è tenuta a fare ciò nei confronti dei Comuni Capo COM, a seguito di accordi stipulati con la Prefettura relativamente alle informative da estendersi alla totalità dei Comuni del territorio) Avviso Straordinario Pericolo Valanghe È un documento di sorveglianza emesso dal Centro Funzionale del Piemonte nel caso di accertamento di situazioni impreviste con grado di pericolo 4 o 5. Contiene una prima descrizione testuale della situazione osservata, basata sul monitoraggio nivometrico e sugli effetti rilevanti in corso di evento, e una seconda descrizione dell evoluzione a breve termine (now-casting) di tali effetti basata sulla previsione e sulle misure raccolte in tempo reale. In caso di emissione il Centro Funzionale del Piemonte provvede a pubblicare gli avvisi straordinari sulla RUPAR e a trasmetterli al Settore Regionale di Protezione Civile, al Centro Funzionale Nazionale presso il Dipartimento della Protezione Civile e alle Province e alle Prefetture interessate, data la necessità di informare tempestivamente gli ambiti territoriali coinvolti. Le Amministrazioni Provinciali e le Prefetture che ricevono avvisi straordinari sono tenute ad adottare opportune forme di comunicazione per avvisare le Amministrazioni Comunali interessate (per il territorio astigiano è solo la Provincia di Asti che, dal 1 aprile 2007, è tenuta a fare ciò nei confronti dei Comuni Capo COM, a seguito di accordi stipulati con la Prefettura relativamente alle informative da estendersi alla totalità dei Comuni del territorio) Ex Avviso Straordinario Ondate di Calore Era un documento di sorveglianza emesso dal Centro Funzionale del Piemonte nel caso di accertamento di situazioni impreviste con situazione di molta cautela o pericolo. Conteneva una descrizione testuale della situazione osservata e della sua evoluzione a breve termine (now-casting) basata sulla previsione e sulle misure raccolte in tempo reale. In caso di emissione, il Centro Funzionale del Piemonte provvedeva a pubblicare gli avvisi straordinari sulla RUPAR e a trasmetterli al Settore Regionale di Protezione Civile, al Centro Funzionale Nazionale presso il Dipartimento della Protezione Civile e alle Province e alle Prefetture interessate, data la necessità di informare tempestivamente gli ambiti territoriali coinvolti. Le Amministrazioni Provinciali e le Prefetture che ricevevano avvisi straordinari erano tenute ad adottare opportune forme per avvisare le Amministrazioni Comuanli interessate (per il territorio astigiano era solo la Provincia di Asti che, dal 1 aprile 2007 e sino al 1 settembre 2007, era tenuta a fare ciò con i Comuni Capo COM, a seguito di accordi stipulati con la Prefettura relativamente alle informative da estendersi alla totalità dei Comuni del territorio). A seguito della D.G.R del 30 luglio 2007, il rischio ondate di calore non è più incluso nel Sistema di Allertamento regionale ai fini di protezione civile, divenendo invece di competenza della Direzione Generale Sanità

26 DI 2.4 Documenti per la gestione delle piene e dei deflussi Bollettino di Previsione delle Piene È un documento emesso entro le ore dal Centro Funzionale del Piemonte nel caso di Moderata o Elevata Criticità Idrogeologica e Idraulica, ed è finalizzato alla gestione delle piene e dei deflussi. Contiene una valutazione sulle criticità idrauliche riferite alla previsione del superamento delle soglie idrometriche per le sezioni dei corsi d acqua principali espressa nei tre livelli (portata di morbida, piena ordinaria, piena straordinaria). Le valutazioni sono effettuate sulla base delle previsioni dei modelli idrologici e idraulici disponibili presso il Centro Funzionale, alimentati con le previsioni quantitative delle precipitazioni e inizializzati con le misure pluviometriche e idrometriche raccolte in tempo reale. A seguito della D.G.R del 30 luglio 2007, il Bollettino è mutato lievemente soltanto a livello grafico, mentre è rimasto sostanzialmente inalterato a livello contenutistico, come evincibile dalla seguente immagine:

27 DI In caso di emissione il Centro Funzionale del Piemonte provvede a pubblicarlo sulla RUPAR. In definitiva, prima della D.G.R del 30 luglio 2007, i doveri delle Amministrazioni chiamate, per legge, a partecipare al Sistema di Allertamento regionale ai fini di protezione civile risultavano così schematizzabili:

28 DI Ad oggi, a seguito della D.G.R del 30 luglio 2007, ciò è traducibile secondo la seguente, equivalente, schematizzazione:

29 DI 2.5 Zone di allerta Rischio idrogeologico e idraulico La definizione delle zone di allerta consiste nell individuazione di ambiti territoriali ottimali caratterizzati da una risposta meteorologica e/o idrologica omogenea in occasione dell insorgenza del rischio e si pone alla base dell implementazione del Sistema di Allertamento e delle altre fasi preparatorie. Tali zone sono state individuate in base alle scale spaziali caratteristiche delle previsioni meteorologiche tenendo conto delle caratteristiche pluviometriche e climatiche. Ciò ha reso necessario introdurre una suddivisione di natura orografica con la quale si è cercato di separare aree montuose da quelle di pianura e collinari, non solo per rendere più ottimale la fase previsionale, ma anche per distinguere settori omogenei dal punto di vista degli effetti sul territorio. Per rendere oggettivo il criterio di distinzione dei settori di montagna da quelli di pianura, il limite che suddivide i due ambienti geografici è stato tracciato in corrispondenza dell isoipsa 500 metri per il settore settentrionale e dell isoipsa 600 metri per quello meridionale. In generale la perimetrazione segue i limiti dei bacini idrografici, criterio che consente di individuare aree omogenee dal punto di vista dell evoluzione dei processi di piena, dal momento che la pioggia caduta all interno di un dato bacino genera effetti sul territorio dello stesso ripercuotendosi anche nei settori di pianura, indipendentemente dalla distribuzione delle piogge all interno del bacino. Le aree di allerta sono ritagliate poi sui confini amministrativi regionali e ad esse vengono associate aree di riferimento (che possono comprendere anche territori esterni alla Regione) rispetto alle quali viene effettuata la valutazione del rischio: in questo modo tale valutazione fa riferimento alle precipitazioni previste/osservate sull intero bacino idrografico. ZONA DI ALLERTAMENTO A B C D E F G H I L M DENOMINAZIONE Toce Dora Baltea Sesia Orco Bassa Dora Riparia Sangone Alta Dora Riparia Po Varaita Stura Alto Tanaro Belbo Bormida Scrivia Pianura settentrionale Pianura Torinese Colline Pianura Cuneese

30 DI Con D.G.R del 30 luglio 2007 la denominazione delle zone di allertamento è stata rivista e leggermente modificata come segue, pur restando le singole zone inalterate per numero e perimetrazioni: ZONA DI ALLERTAMENTO A B C D E F G H I L M DENOMINAZIONE Toce Val Sesia, Cervo e Chiusella Valli Orco, Lanzo e Sangone Valli Susa, Chisone, Pellice e Po Valli Varaita, Maira estura Valle Tanaro Belbo e Bormida Scrivia Pianura settentrionale Pianura Torinese e Colline Pianura Cuneese

31 DI I 118 Comuni della Provincia di Asti interessano le zone G, I, L. Più in particolare, la totalità di quelli appartenenti alla ricade all interno della zona di allerta L Rischio valanghe L individuazione delle zone di allerta consiste nell individuazione di ambiti territoriali alpini e prealpini identificati con toponimi geografici tradizionalmente utilizzati nell ambito dei bollettini nivometeorologici. Tale distinzione identifica comunque aree distinte con caratteristiche climatiche e di innevamento sostanzialmente omogenee al loro interno. I limiti delle singole aree sono identificabili con le creste spartiacque e con la isoipsa riferita alla quota di 700 m s.l.m. ZONA DI ALLERTAMENTO DENOMINAZIONE 1 Alpi Lepontine 2 Alpi Pennine 3 Alpi Graie 4 Alpi Cozie centro-settentrionali 5 Alpi Cozie meridionali 6 Alpi Marittime 7 Alpi Liguri

32 DI Con D.G.R del 30 luglio 2007 la denominazione delle zone di allerta per rischio valanghe è stata rivista e leggermente modificata come segue, pur restando le singole zone inalterate per numero e perimetrazioni: ZONA DI ALLERTAMENTO DENOMINAZIONE 1 Alpi Lepontine 2 Alpi Pennine 3 Alpi Graie 4 Alpi Cozie Centro - Nord 5 Alpi Cozie Sud 6 Alpi Marittime 7 Alpi Liguri L elenco dei Comuni facenti parte delle singole zone di allerta comprende quindi tutti i Comuni dell arco alpino piemontese aventi una parte di territorio sviluppata oltre la quota di 700 m s.l.m. Nessuno dei 118 Comuni dell Astigiano (e quindi della ) raggiunge tale altimetria, conseguentemente nessuno di essi risulta ricadere all interno delle suddette zone e non è pertanto interessato dagli avvisi di criticità riportati all interno dei Bollettini Nivologici per Rischio Valanghe

33 DI Ex Rischio ondate di calore Secondo quanto stabilito dalla D.G.R del 23 marzo 2005, le zone di allerta relativamente al rischio calore erano riferite ai capoluoghi di provincia e all area metropolitana di Torino: PROVINCIA ALESSANDRIA ASTI CUNEO NOVARA TORINO VERBANIA VERCELLI COMUNI Alessandria Asti Cuneo Novara Beinasco Borgaro Collegno Grugliasco Moncalieri Nichelino Rivoli San Mauro Settimo Venaria Orbassano Torino Verbania Vercelli I 13 Comuni della facevano pertanto riferimento alla zona associata al Comune di Asti

34 DI A seguito della D.G.R del 30 luglio 2007, tale tipologia di rischio non risulta più inclusa all interno del Sistema di Allertamento regionale ai fini di protezione civile, risultando ora di competenza della Direzione regionale Sanità. 2.6 Livelli e scenari di rischio Rischio Meteorologico Piogge (Avviso meteo di previsione) Prende in considerazione eventi di precipitazione intensa prolungata e diffusa, tali da coinvolgere ambiti territoriali estesi corrispondenti a bacini idrografici principali con estensione superiore ad alcune centinaia di chilometri quadrati. La previsione adotta una scala di intensità articolata in tre livelli: Piogge Assenti Piogge Deboli Piogge Forti (Avviso Meteo) Il terzo livello, al cui raggiungimento viene emesso apposito avviso nell ambito del Bollettino di Allerta Meteoidrologica nella parte relativa alla Vigilanza Meteorologica (prima della D.G.R. del 30 luglio 2007 veniva emesso, invece, all interno del Bollettino di Vigilanza Meteorologica Piogge), è associato all avvicinamento o al superamento dei livelli pluviometrici critici e dei livelli idrometrici sui corsi d acqua, con conseguente possibile sviluppo di fenomeni di dissesto (meglio specificati, prima delle D.G.R. del 30 luglio 2007, nell apposito ex Bollettino Idrogeologico e Idraulico e ora, invece, nell ambito dello stesso Bollettino di Allerta Meteoidrologica nella parte relativa alle Criticità Idrogeologiche e Idrauliche)

35 DI Schematicamente, cioè, prima della D.G.R del 30 luglio 2007: Ad oggi invece, a seguito della stessa D.G.R.: Rischio Idrogeologico (Avviso di criticità) Corrisponde agli effetti indotti sul territorio dal superamento dei livelli pluviometrici critici sui territori montuosi e collinari, dei livelli idrometrici critici lungo i corsi d acqua a regime torrentizio e lungo la rete idrografica minore e di smaltimento delle acque piovane

36 DI Per gli scenari di rischio conseguenti è stata adottata una scala di criticità articolata in due livelli: Moderata Criticità (Livello 2) Elevata Criticità (Livello 3) oltre a un livello base di Situazione Ordinaria (Livello 1) in cui le criticità possibili sono ritenute comunemente e usualmente accettabili dalle popolazioni: tale situazione ordinaria può caratterizzarsi come criticità ordinaria quando è previsto un avvicinamento a condizioni di criticità moderata. La previsione dell insorgenza del rischio idrogeologico può riferirsi sia all intera zona di allerta nel caso in cui la situazione critica sia determinata da precipitazioni di media e lunga durata (Rischio Idrogeologico Diffuso), sia a una o più parti della zona nel caso che la situazione critica sia determinata da precipitazioni di breve durata (Rischio Idrogeologico Localizzato). Può inoltre essere riferita sia alle precipitazioni che cadono all interno della zona stessa, sia alle precipitazioni che cadono all interno di una o più zone immediatamente a monte di quella per la quale si esprime la previsione di criticità (caso, quest ultimo, di grande importanza soprattutto per le zone di pianura, attraversate da corsi d acqua che vengono alimentati principalmente dalle precipitazioni dei settori montani). Nell ambito di ciascuno dei due rischi, caratterizzati da fenomenologie simili, la distinzione tra le situazioni da Livello 2 e quelle da Livello 3 si basa sul numero di fenomeni di dissesto e sull estensione di territorio coinvolto da ciascun fenomeno, mentre le situazioni da Ordinaria Criticità (Livello 1) si riferiscono a condizioni in cui non si generano fenomeni rilevanti perché determinate da precipitazioni previste o monitorate a cui in generale è associata una bassa probabilità che si verifichino dissesti (alla cui evoluzione, tuttavia, è necessario prestare attenzione). Tali distinzioni si riflettono automaticamente in un diverso impatto dell evento sul territorio e sulle attività e le opere di origine antropica. MODERATA CRITICITÀ LIVELLO 2 PRECIPITAZIONI EFFETTO DEI FENOMENI PREVISTE/MONITORATE VERSANTI Limitati fenomeni di instabilità; possibile attivazione di singoli fenomeni di instabilità di grandi dimensioni, in aree note, legati a contesti geologici particolarmente critici. VERSANTI Danni a singoli edifici e limitate interruzioni della viabilità (in particolare sulle strade a moderata percorrenza)

37 DI CORSI D ACQUA A REGIME TORRENTIZIO Limitati fenomeni di trasporto in massa con parziale riattivazione di conoidi, contenuta attività erosiva e modesti fenomeni di inondazione e alluvionamento; possibile attivazione di singoli fenomeni di grandi dimensioni. AMBITO URBANO: RETE IDROGRAFICA MINORE, CANALI IRRIGUI, RETE DI SMALTIMENTO DELLE ACQUE SOTTERRANEE Allagamenti ad opera dei canali e dei rii e fenomeni di rigurgito del sistema di smaltimento delle acqua piovane, con coinvolgimento delle aree urbane più depresse. CORSI D ACQUA A REGIME TORRENTIZIO Danni a singoli edifici e interruzione delle vie di comunicazione limitatamente alle aree prossimali alle incisioni e agli sbocchi vallivi; danneggiamento di modeste opere di attraversamento (ponti minori e passerelle) e fenomeni di occlusione parziali o totali delle rispettive luci; danni modesti alle opere di regimazione dei corsi d acqua. AMBITO URBANO: RETE IDROGRAFICA MINORE, CANALI IRRIGUI, RETE DI SMALTIMENTO DELLE ACQUE SOTTERRANEE Allagamenti e danni ai locali interrati, provvisoria interruzione della viabilità specie nelle zone più depresse. ELEVATA CRITICITÀ LIVELLO 3 PRECIPITAZIONI EFFETTO DEI FENOMENI PREVISTE/MONITORATE VERSANTI Numerosi ed estesi fenomeni di instabilità; VERSANTI possibile attivazione di singoli fenomeni di Danni a interi centri abitati e numerose instabilità di grandi dimensioni; probabile interruzioni della viabilità minore e principale. riattivazione di singoli fenomeni di instabilità di grandi dimensioni in aree note. CORSI D ACQUA A REGIME TORRENTIZIO Numerosi e marcati fenomeni di trasporto in massa con riattivazione di estesi settori di conoide e notevoli fenomeni di inondazione e alluvionamento. CORSI D ACQUA A REGIME TORRENTIZIO Danni a interi centri abitati e numerose interruzioni delle vie di comunicazione nelle aree attraversate dal corso d acqua e in corrispondenza degli sbocchi vallivi; danneggiamento o completa distruzione di opere di attraversamento e fenomeni di occlusione parziali o totali delle luci dei ponti; danni marcati alle opere di regimazione dei corsi d acqua

38 DI AMBITO URBANO: RETE IDROGRAFICA MINORE, CANALI IRRIGUI, RETE DI SMALTIMENTO DELLE ACQUE SOTTERRANEE Estesi allagamenti ad opera dei canali e dei rii e rilevanti fenomeni di rigurgito del sistema di smaltimento delle acque piovane, con coinvolgimento di aree urbane estese. AMBITO URBANO: RETE IDROGRAFICA MINORE, CANALI IRRIGUI, RETE DI SMALTIMENTO DELLE ACQUE SOTTERRANEE Estesi allagamenti e danni rilevanti e diffusi ai locali interrati, interruzione della viabilità in aree urbane estese Rischio Idraulico (Avviso di criticità) Corrisponde agli effetti indotti sul territorio dal superamento dei livelli idrometrici critici lungo i corsi d acqua a regime fluviale. Come per gli scenari di rischio conseguenti al rischio idrogeologico, anche per il rischio idraulico è stata adottata una scala di criticità articolata in due livelli: Moderata Criticità (Livello 2) Elevata Criticità (Livello 3) oltre a un livello base di Situazione Ordinaria (Livello 1) in cui le criticità possibili sono ritenute comunemente e usualmente accettabili dalle popolazioni: tale situazione ordinaria può caratterizzarsi come criticità ordinaria quando è previsto un avvicinamento a condizioni di criticità moderata. La previsione dell insorgenza del rischio idraulico può riferirsi sia alle precipitazioni che cadono all interno della zona stessa, sia alle precipitazioni che cadono all interno di una o più zone immediatamente a monte di quella per la quale si esprime la previsione di criticità. Analogamente, nell ambito di ciascuno dei due rischi, caratterizzati da fenomenologie simili, la distinzione tra le situazioni da Livello 2 e quelle da Livello 3 si basa sul numero di fenomeni di dissesto e sull estensione di territorio coinvolto da ciascun fenomeno, mentre le situazioni da Ordinaria Criticità (Livello 1) si riferiscono a condizioni in cui non si generano fenomeni rilevanti perché associate a precipitazioni previste o monitorate in grado di generare portate che occupano l intera larghezza del corso d acqua (portate di morbida) alle quali corrispondono basse probabilità di accadimento (pur tuttavia, devono essere sospesi tutti i lavori in alveo ed è necessario prestare attenzione all evoluzione degli eventi). Tali distinzioni si riflettono automaticamente in un diverso impatto dell evento sul territorio e sulle attività e le opere di origine antropica. MODERATA CRITICITÀ LIVELLO 2 PRECIPITAZIONI EFFETTO DEI FENOMENI PREVISTE/MONITORATE CORSI D ACQUA A REGIME FLUVIALE CORSI D ACQUA A REGIME FLUVIALE Limitati fenomeni di inondazione connessi al Modesti danni alle attività agricole prossimali al passaggio della piena con coinvolgimento delle corso d acqua, ai cantieri di lavoro presenti lungo aree prossimali al corso d acqua e moderati le sponde, alle opere di contenimento, fenomeni di erosione. regimazione e attraversamento. Livello di Piena Ordinaria

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