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1 Network Sviluppo Sostenibile Case history: lo studio sulla quantità di rifiuti plastici avviati a riciclo da Operatoti Indipendenti Gianluca Bertazzoli Responsabile Rapporti con i Consorziati, le Associazioni e gli Organismi regionali Corso di formazione MUD 2008: il modello unico di dichiarazione ambientale come strumento di monitoraggio nella gestione dei rifiuti

2 Storia e obiettivi (I ) COREPLA dal 2005 (quindi a partire dai dati 2003) commissiona un analisi e un elaborazione dettagliata dei dati quantitativi desunti dai MUD relativi ai rifiuti d imballaggio in plastica prodotti in Italia ed avviati a riciclo sul territorio nazionale al di fuori del circuito operato da COREPLA stesso, al fine della verifica del raggiungimento degli obiettivi di recupero/riciclo posti dalla normativa vigente Tale lavoro è stato svolto per gli anni 2003 e 2004 da Ecocerved, mentre per il 2005 (ultimo disponibile) dalla Camera di Commercio di Milano in collaborazione con la sua società di gestione informatica CED Camera La scelta del MUD deriva dalla constatazione che, sebbene tale strumento non si presenti concepito in maniera specifica e quindi ottimale per un simile scopo, esso costituisce comunque la sola fonte ufficiale disponibile

3 Storia e obiettivi(ii ) Oggetto della ricerca è unicamente la quantificazione e l analisi del circuito di riciclo di rifiuti d imballaggio in plastica esterno al circuito COREPLA, ossia quello dei c.d. Operatori indipendenti. Poiché tuttavia l universo dei soggetti che operano all interno del circuito COREPLA è dettagliatamente conosciuto mentre quello degli Operatori indipendenti si presenta a geometria variabile, per determinare il secondo si è reso necessario prima individuare il quantitativo complessivamente riciclato in base ai parametri dati (codici CER ed operazioni di recupero in primis). A tale quantitativo si è poi sottratto il dato del riciclo COREPLA, ottenendo quindi il dato di riciclo netto degli Operatori indipendenti

4 Le Lefonti Il IlMUD Fonte dei dati è stato il Modello Unico di Dichiarazione Ambientale (nel seguito denominato MUD), presentato alla Camera di Commercio, Industria ed Artigianato e Agricoltura (di seguito denominata Camera di Commercio o C.C.I.A.A.) competente per territorio. La Legge 70/94 prevede infatti che tutti gli obblighi di dichiarazione, di comunicazione, di denuncia, di notificazione, previsti dalle leggi, dai decreti, e dalle relative norme di attuazione in materia ambientale, sanitaria e di sicurezza pubblica, siano soddisfatti attraverso la presentazione di un modello unico di dichiarazione, alla Camera di Commercio competente per territorio, ossia quella della provincia in cui ha sede l'unità locale cui si riferisce la dichiarazione. Executive Summary Studio Ecocerved MUD 2004

5 L ambito della ricerca I codici CER (I ) Sulla scorta dell esperienza accumulata nei primi due anni di lavoro, dal analisi relativa ai dati 2005 i rifiuti oggetto della ricerca e per i quale è stata effettuata la distinzione tra circuito COREPLA e circuito Operatori indipendenti sono stati limitati alle seguenti categorie: Imballaggi in plastica Plastica e gomma da trattamento meccanico dei rifiuti Plastica (da raccolta di rifiuti urbani) Per quanto concerne il CER , al fine di distinguere la quantità di rifiuto effettivamente attribuibile alla plastica da quella relativa alla gomma si è convenuto che, presupposto che chi ricicla plastica non ricicla gomma, il codice sia attribuito alla sola componente plastica quando: l impianto riceve sia sia l impianto svolge un'attività di recupero "finale" R3 o R5 sul rifiuto nel 2002 e nel 2003 il codice è il e nel 2004 subentra il

6 L ambito della ricerca I codici CER (II ) Al fine di definire meglio la componente plastica degli imballaggi misti (150106), questi ultimi sono stati attribuiti alla sola componente plastica se si verificavano tutte le seguenti condizioni, e quindi l impianto: ha svolto un'attività di recupero "finale" R3 o R5 sul rifiuto ; non ha dichiarato un conferimento di altre tipologie di imballaggi (in particolare legno e metallo ) tipicamente derivanti dall attività di selezione di un imballaggio misto; ha dichiarato di svolgere un'attività di recupero "finale" R3 o R5 sul rifiuto Non sono stati quindi attribuiti alla componente plastica quelle quantità di imballaggi misti riciclate presso impianti che non sottopongono ad attività di recupero R3 o R5 i rifiuti plastici Sulla base dei criteri sopra esposti, i rifiuti misti non hanno potuto in alcun caso essere attribuiti alla plastica, in quanto gli impianti di riciclo finale non svolgono tale attività sul rifiuto I rifiuti misti, infatti, prima del riciclo vengono sottoposti ad attività di selezione e cernita.

7 4. 4. L ambito della ricerca Le Leattività di direcupero (I ) In ragione delle diverse prassi seguite dalla Pubblica Amministrazione nel rilascio delle autorizzazioni, le attività di recupero considerate al fine della quantificazione del recupero sono state: R3 (riciclo recupero delle sostanze organiche non utilizzate come solventi); R5 riciclo recupero di altre sostanze inorganiche. Sono stati considerati come gestori finali gli impianti che dichiarano di aver svolto le seguenti attività: DISCARICA: D1 - Deposito sul suolo TERMOVALORIZZAZIONE + REC. ENERGIA: 7 D10 Incenerimento a terra R1 Utilizzo come combustibile ATTIVITA DI RECUPERO: R3 Riciclo/recupero delle sostanze organiche non utilizzate come solventi R5 Riciclo/recupero di altre sostanze inorganiche

8 La Labonifica dei dati (I ) I MUD sono dichiarazioni rese dall universo dei produttori, dei gestori di rifiuti e dei comuni. Essendo abbastanza articolati, è fisiologico che presentino errori di compilazione di vario tipo, ascrivibili a due categorie (prescindendo dal dolo): errori sistematici errori casuali. Gli errori sistematici possono essersi originati: dall utilizzo di tracciati su supporto magnetico non conformi dalla compilazione errata di tutti i MUD, relativamente ad un area territoriale o ad una tipologia di dichiaranti Gli errori sistematici, una volta individuati, vengono corretti massivamente mettendo a punto appositi programmi di rettifica. Gli errori casuali possono essere più o meno facilmente identificati a seconda che riguardino quantità o unità di misura. Per la correzione si sviluppano analisi statistiche, che identificano gli scostamenti ingiustificati dai dati medi

9 La Labonifica dei dati (II ) I dati derivanti dall attività di bonifica sono stati successivamente sottoposti ad un ulteriore processo di analisi, mirato ad evidenziare anomalie e incongruenze nelle dichiarazioni relative all universo di aziende del settore considerato. Sono state ad esempio sviluppate procedure che hanno consentito di: ricostruire, a partire dalle dichiarazioni dei produttori, le dichiarazioni mancanti di impianti che, negli anni precedenti, hanno svolto attività di riciclo di rifiuti plastici; individuare eventuali incongruenze nella classificazione dell attività di recupero, in relazione al rifiuto gestito. I casi sono stati individuati sulla base dell analisi della dichiarazione nel suo insieme con riferimento al bilancio complessivo di rifiuti in entrata e in uscita dall impianto; individuare dal confronto con la dichiarazione del medesimo impianto nell anno precedente, i casi in cui è stata modificata la logica di compilazione

10 La Lametodologia Le Lelinee generali (I ) Si è proceduto a quantificare, per i codici oggetto della ricerca, i rifiuti che vengono complessivamente ricevuti dagli impianti che svolgono le attività di gestione finale A partire da questo dato è stata definita la quantità complessivamente sottoposta ad attività di recupero nell anno solare di riferimento La quantità di rifiuti avviati a recupero o smaltimento nell anno di riferimento è stata computata in base alle quantità che i soggetti che svolgono attività di gestione (recupero o smaltimento) hanno dichiarato di aver ricevuto. Per i soli impianti che hanno dichiarato di aver svolto attività di gestione finale, sono state classificate le attività di gestione intermedia svolte (impianti che ricevono i rifiuti, talvolta li sottopongono a trattamenti intermedi e poi li conferiscono al gestore finale)

11 11 r La Lametodologia Le Lelinee generali (II ) La quantità di rifiuti effettivamente sottoposta ad attività di gestione dagli impianti per l anno in corso è stata computata a partire dalle quantità che l impianto ha dichiarato di aver sottoposto ad attività di gestione R3 o R5. A queste quantità sono aggiunte le giacenze dell anno precedente relative ai medesimi rifiuti. E infatti ipotizzabile che parte dei rifiuti entrati all impianto siano stati messi a deposito e lavorati l anno successivo, mentre che siano stati invece sottoposti a trattamento rifiuti ricevuti l anno precedente. Per tutti i gestori finali, e per i soli rifiuti oggetto dell indagine, è stata estratta anche la quantità conferita, ovvero la quantità che l impianto ha, nel corso dell anno, conferito a terzi per ulteriori attività di gestione. In questa quantità non sono stati compresi i materiali derivanti dall attività di riciclo, che non sono ovviamente soggetti a MUD in quanto non più rifiuti Tale indicazione può essere utilizzata per valutare alcuni elementi: quantificare lo scarto (rifiuti che escono con codice ) quantificare la quantità non recuperata presso l impianto e conferita ad altri quantificare la quantità conferita all estero

12 La Lametodologia I flussi da dae verso l estero E necessario in primo luogo escludere dai dati sul recupero complessivo la percentuale relativa ai rifiuti importati dall estero. A questo fine, ed in relazione ai soli rifiuti , e , la metodologia prevede: quantificazione della quantità complessivamente ricevuta dall estero a partire dai relativi specifici dati MUD; calcolo della percentuale di rifiuto ricevuto dall estero in rapporto al totale del rifiuto ricevuto applicazione alla quantità sottoposta a attività R3 + R5 di tale coefficiente Considerato che il dato sopra riportato è significativo a livello di macro aggregazione, l analisi è stata svolta unicamente sui dati nazionali. Tramite il modulo DR (destinazione del rifiuto) è possibile conoscere le quantità che i produttori hanno conferito all estero.

13 La Lametodologia L attribuzione delle quantità (I ) (Circuito (CircuitoCOREPLA/Circuito Operatori Operatoriindipendenti ) CIRCUITO COREPLA I dati contenuti nelle dichiarazioni dei gestori presenti nell elenco dei riciclatori COREPLA vengono incrociati con i dati anagrafici dei Centri di Selezione e delle Piattaforme per II/III COREPLA. La somma delle quantità che i riciclatori COREPLA ricevono appartiene quindi al circuito COREPLA Si è stabilito di assumere come valore del Riciclato COREPLA quello che nel MUD viene indicato complessivamente come Quantità ricevuta al fine di svincolarsi dalle specificità locali (p.es. attività di recupero autorizzate con codifiche diverse) e di non entrare in una valutazione delle effettive attività di recupero svolte dall impianto e della loro corrispondenza con quanto dichiarato in sede di MUD

14 La Lametodologia L attribuzione delle quantità (II ) (Circuito (CircuitoCOREPLA/Circuito Operatori Operatoriindipendenti ) La quantità complessivamente attribuibile al circuito degli Operatori indipendenti, è data dalla somma dei quantitativi avviati effettivamente a recupero (R3 o R5) nell anno in corso (al netto delle giacenze, dei conferimenti e dell import/export) da parte di due tipologie di soggetti: RICICLATORI DEL CIRCUITO COREPLA COME OPERATORI INDIPENDENTI Sono presi in considerazione i quantitativi di provenienza nazionale, ricevuti da soggetti diversi dai Centri di Selezione/Piattaforme COREPLA, che i riciclatori COREPLA sottopongono ad operazioni R3 o R5 Per determinare la quantità recuperata per ogni circuito viene applicata al dato R3 o R5 totale la percentuale di ricezione da ciascun circuito OPERATORI INDIPENDENTI TOTALMENTE ESTRANEI AL CIRCUITO COREPLA Sono presi in considerazione i quantitativi di provenienza nazionale che tutti i gestori finali che non ricevono alcun materiale da COREPLA sottopongono ad operazioni R3 o R5

15 Le Lecriticità La metodologia permette di registrare ciò che i MUD dicono, per cui, ferma restando l attività di bonifica, non può registrare omissioni o errori non rilevabili Il MUD non permette di distinguere con sicurezza tra le varie fasi di trattamento di un rifiuto (problema dell R13) e si basa su di una definizione dell attività di recupero (R3) spesso non univoca e universalmente condivisa In ogni caso il MUD registra solo i passaggi relativi ai rifiuti, per cui nulla dice circa i prodotti derivanti da un attività di recupero che non sono più rifiuti (ricavabili solo per differenza) E necessaria un attività di controllo incrociata che preveda almeno a campione una verifica sul campo?

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