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1 Future Forum Udine (1-5 febbraio 2016) Alberto Magnaghi Il Manifesto dei territorialisti: la lunga marcia del ritorno al territorio bene comune

2 Il cambio di paradigma Superiorità del principio territoriale (che richiama la sintesi, il principio olistico, in una visione sinottica) sul principio funzionale (che richiama l analisi, la scomposizione per parti, l azione per settori e funzioni separate). Dal paradigma funzionale al paradigma territoriale Da Olivetti (L ordine politico della comunità) a Becattini (La coscienza dei luoghi, La metafora del lago) Il territorio fornisce le basi per il cambio di paradigma (Ferragina, lo studio territoriale integrato ) Definizione di territorio: non esiste in natura: l ambiente dell uomo è esito di processi di coevoluzione di lunga durata fra insediamento umano e ambiente. Massa territoriale (Turco): accumulo di atti territorializzanti di più civilizzazioni: beni materiali e immateriali: il territorio bene comune per eccellenza, in quanto patrimonio collettivo Il territorio neoecosistema vivente ad alta complessità: nasce cresce, si ammala, muore, rinasce.

3 L evoluzione del concetto di patrimonio Unesco 1972, Convenzione del patrimonio mondiale, naturale e culturale Consiglio d Europa -Patrimonio naturale (biotopi, bellezze naturali, parchi, reti ecologiche) -Patrimonio culturale (monumenti, siti archeologici, centri storici, beni paesaggistici) Dal patrimonio culturale e naturale al patrimonio territoriale (Choay, Convenzione europea, Codice dei beni culturali e del paesaggio.) -Dal museo all ecomuseo (Lévi-Strauss, Rivière, Maggi ) -Dalle bellezze naturali al territorio regionale (Convenzione europea del paesaggio, Codice dei beni culturali e del paesaggio) -Dal sito al contesto topografico stratificato (Volpe, Brugiolo.) -Dalle aree naturali protette (parchi, biotopi) alle reti ecoterritoriali (bioregioni) (Gambino, Malcevschi..) -Dai monumenti al centro storico, al territorio storico (Gubbio, ANCSA, ) -Dalla tutela/conservazione del patrimonio al progetto di territorio (Gambino, Dematteis, Magnaghi..) Il patrimonio da bene pubblico a bene comune

4 Il ruolo del patrimonio territoriale nel nuovo paradigma il territorio da supporto delle funzioni economiche a patrimonio generativo di ricchezza durevole e autosostenibile; L approccio territorialista si distingue dagli altri perché considera il territorio- nella sua materialità e nella sua evoluzione naturale e storica- come dimensione costitutiva dello sviluppo (Dematteis). Una nuovo concezione unitaria del patrimonio territoriale : -sedimenti materiali: ambiente, insediamenti, infrastrutture, paesaggio; -sedimenti cognitivi: modelli socioculturali, milieu, saperi e sapienze; Patrimonio e identità locale: - differenziazione /unicità dei paesaggi come esito del processo coevolutivo storico: -peculiarità dei prodotti, contro omologazione, scambi tra eccellenze di carattere solidale equalitario. Differenza fra patrimonio (valore di esistenza ) e risorsa ( capitale territoriale-valore d uso); dinamicità del concetto di risorse in relazione alla mediance culturale (Berque), alle tecnologie a disposizione. (esempio: risorse energetiche rinnovabili); esempio Slot: rapporto fra capacità autorganizzativa dei soggetti e milieu (il patrimonio come incontro fra capitale fisso, dotazione di risorse immobili e soggetti)

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6 La definizione di patrimonio territoriale nella nuova legge di governo del territorio della Regione Toscana (65/2014) 1. Con la presente legge, la Regione promuove e garantisce la riproduzione del patrimonio territoriale in quanto bene comune costitutivo dell identità collettiva regionale con le modalità di cui all articolo 5. Per patrimonio territoriale si intende l insieme delle strutture di lunga durata prodotte dalla coevoluzione fra ambiente naturale e insediamenti umani, di cui è riconosciuto il valore per le generazioni presenti e future. Il riconoscimento di tale valore richiede la garanzia di esistenza del patrimonio territoriale quale risorsa per la produzione di ricchezza per la comunità. 2. Il patrimonio territoriale di cui al comma 1 è riferito all intero territorio regionale ed è costituito da: a) la struttura idro-geomorfologica, che comprende i caratteri geologici, morfologici, pedologici, idrologici e idraulici; b) la struttura ecosistemica, che comprende le risorse naturali aria, acqua, suolo ed ecosistemi della fauna e della flora; c) la struttura insediativa, che comprende città e insediamenti minori, sistemi infrastrutturali, artigianali, industriali e tecnologici; d) la struttura agro-forestale, che comprende boschi, pascoli, campi e relative sistemazioni nonché i manufatti dell edilizia rurale. 3. Le componenti di cui al comma 2 e le relative risorse non possono essere ridotte in modo irreversibile. Le azioni di trasformazione del territorio devono essere considerate in base ad un bilancio complessivo degli effetti su tutte le componenti.

7 Le nuove forme di rappresentazi one identitaria del patrimonio territoriale: Gli atlanti del Patrimonio: Il PTCP della Provincia di Prato (Magnaghi 2003)

8 Il patrimonio territoriale della Toscana centrale (Magnaghi 2007)

9 La rimozione del territorio: concentrazione, centralizzazione, deterritorializzazione Espropriazione e privatizzazione dei beni comuni naturali e territoriali; allontanamento dei sistemi decisionali: da abitanti e produttori a clienti e consumatori. neocentralismo statale e riduzione dei poteri delle Regioni sul governo del territorio e dell energia (Riforma costituzionale); verticalizzazione del sistema partitico; investimenti concentrati sulle città metropolitane, megaregioni, megainfrastrutture, concentrazioni di impresa e finanziarie; riferimenti globali: megacities, mega corridors, megaregions; conseguenze territoriali in Italia: -un movimento centripeto, di gerarchizzazione dei territori regionali verso sei o sette centri metropolitani, nodi competitivi di immani corridoi globali; -un movimento che risucchia, concentra e gerarchizza nelle città metropolitane piccoli comuni (da eliminare e fondere), regioni (da accorpare), uffici postali, tribunali, ospedali (da centralizzare), piccole imprese e banche locali (da ingrandire e centralizzare), università (megadipartimenti), residuando territori regionali svuotati, impoveriti e sottomessi.

10 Un processo in controtendenza : il ritorno al territorio riappropriazione attiva del patrimonio territoriale, attraverso forme di neoradicamento che si stanno praticando dal basso attraverso: il ritorno alla terra : -ripopolamento rurale; -ricostruzione di relazioni di reciprocità fra città e campagna per rigenerare il metabolismo urbano (chiusura dei cicli dell alimentazione, dell energia, dei rifiuti, dell acqua, ecc), -riduzione dell impronta ecologica, il riequilibrio idrogeologico e la qualità delle reti ecologiche, l elevamento della qualità della vita rurale; il ritorno all urbanità: -riconquista degli spazi collettivi, della convivialità, della prossimità urbane -produzione e gestione sociale dei servizi e dei beni comuni il ritorno ai sistemi economici locali, -valorizzazione delle risorse patrimoniali (ambientali, territoriali, culturali, paesaggistiche) -attivazione di processi pattizi e contrattuali fra attori incentrati sulla valorizzazione dei beni comuni territoriali

11 Nuove forme e strumenti di sviluppo locale autosostenibile e di autogoverno Diffusione di vertenze conflittuali contro processi esogeni omologanti della globalizzazione economico-finanziaria espropriativi di beni comuni territoriali; crescita di coscienza di luogo, ovvero di forme collettive di autoriconoscimento degli abitanti /produttori dei valori patrimoniali del proprio territorio; radicamento dei progetti e degli strumenti di azione a processi di riconoscimento e gestione sociale dei beni comuni patrimoniali; diffusione di progetti e strumenti di azione locale top down o bottom up finalizzati a forme di sviluppo place-based Propongo una descrizione sintetica delle principali tipologie di esperienze di azione locale che sono alla base del ritorno al territorio attraverso la crescita di cittadinanza attiva:

12 I piani paesaggistici regionali di nuova generazione Visione patrimoniale e strutturale identitaria dell intero territorio regionale; dai vincoli alle regole di buon governo, finalizzate all elevamento della qualità dei mondi di vita delle popolazioni; Osservatori regionali del paesaggio Osservatori locali: -strutture associative promosse dal basso, composte da singoli, associazioni locali, ecomusei, unioni di comuni: -promozione culturale e della conoscenza/coscienza delle identità paesaggistiche locali; -promozione di azioni di valorizzazione di beni paesaggistici e di buone pratiche di recupero urbano, di valorizzazione dei paesaggi rurali e dei loro attori innovativi.

13 Gli atlanti del patrimonio territoriale e paesaggistico: il PPTR della Regione Puglia: l identità dei paesaggi regionali

14 Morfotipologie territoriali Reti di città Piano Paesaggistico territoriale della regione Puglia (Magnaghi 2010

15 Piano Paesaggistico territoriale della regione Puglia (Magnaghi 2010) Morfotipologie territoriali (reti di città) erritoriali dei sistemi urbani e infrastrutturali: legenda 2

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18 Le società locali del cibo: sistemi agroalimentari fondati sulla identità dei patrimoni locali -Dai distretti industriali, alla filiera multisettoriale e integrata agricolturaartigianato-turismo-cultura: la qualità ambientale e la preservazione del terroir come prerequisito della produzione - la materia prima ambiente (intesa come mezzo di produzione) produce qualità, eccellenza e unicità del cibo locale -valenza ecologica di forme di agricoltura che curano in forme innovative le relazioni fra insediamento umano e ambiente. - crescita di una nuova società locale agroterziaria: giovane, complessa, colta, creativa, solidale, ospitale, connessa in rete che, riscoprendo le profondità del patrimonio, progetta e inizia a realizzare, alternative socieconomiche e culturali; -attivazione di nuove relazioni fra sviluppo della produzione e sviluppo della società locale, che finalizzano la crescita della prima al benessere della seconda, considerando il territorio come bene comune. Gli esempi di Mezzago, Gandino, Teglio, Gerola, Corna Imagna, Val d Ultimo, Venaus, Castel del Giudice, Valle del Saggittario, Cerreto dell Alpi (vedi Osservatorio della Società dei territorialisti)

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20 I patti città-campagna: parchi agricoli multifunzionali e distretti rurali parchi agricoli multifunzionali: si sviluppano nelle aree agricole periurbane, con soggetti neorurali e imprese tradizionali convertite ecologicamente. Finalità principali : -nutrire le città (in primo luogo mense pubbliche, scuole, ospedali, carceri) con filiere di prossimità, riattivando cultivar locali storiche e prodotti tipici; -promuovere mercati locali, orti urbani e periurbani; -riattivare terre incolte con il ripopolamento rurale; - produrre servizi ecosistemici, cura del territorio, delle acque, del paesaggio; - riqualificare le periferie (fronti urbani, standard agricolo per abitante, fruizione del territorio agricolo periurbano)

21 Produrre cibo: come patto città-campagna per lo sviluppo locale Sviluppo socio-economico Controllo del mercato locale e redditività per l impresa agr. Sovranità e sicurezza alimentare Diversificazione economica campagna Bioregional Foodshed: sistema Agro alimentare locale città (Fanfani 2013) Qualità produttiva Buone pratiche agronomiche Biodiv. autoctona Salubrità alimentare e dell ambiente urbano Qualità ecosistemica e salute umana

22 2. IL PATTO CITTA - CAMPAGNA Piano paesaggistico della Regione Puglia: il patto città campagna A partire dalle criticità delle urbanizzazioni contemporanee e dai processi di degrado dei paesaggi rurali, il Patto Città-Campagna cerca di elevare la qualità dell abitare sia urbana che rurale con un progetto integrato fra politiche insediative e agro-silvo-pastorali, relativo: alla riqualificazione dei paesaggi degradati delle periferie e delle urbanizzazioni diffuse; alla ricostruzione dei margini urbani; alla progettazione di cinture verdi periurbane e di parchi agricoli multifunzionali; a interventi di riforestazione urbana. Gli elementi costitutivi del Patto sono: - La campagna del ristretto: una fascia di territorio agricolo intorno alla città che inviluppa le sue frange periferiche dove si prevede la ricostruzione degli antichi ristretti (ricollocandoli ai limiti delle attuali periferie) I parchi agricoli di valorizzazione: territori che conservano aree agricole di pregio da tutelare e salvaguardare in relazione alle città di prossimità. I parchi agricoli di riqualificazione: territori compromessi e degradati, in particolare nelle periferie metropolitane. - I parchi CO2: aree di riforestazione periurbana a fini di compensazione di zone industriali ad elevato degrado ambientale.

23 2. IL PATTO CITTA - CAMPAGNA

24 Parco agricolo «Coltivare con l Arno» Campagna: territorio perifluviale di scarsa qualità, scarsa sicurezza idrogeologica, scarsa abitabilità Quale ruolo per il territorio perifluviale fra le città? Città: Periferie degradate, margini urbani sfrangiati, consumo di suolo Domanda di loisir, alimantazione sana, nuovi bisogni di ruralità.

25 Gli ecomusei: dalla conoscenza alla valorizzazione del patrimonio territoriale il Manifesto nazionale degli ecomusei: nuove forme di autorappresentazione sociale del patrimoniomappe di comunità- e di mobilitazione di cittadinanza attiva, fra memoria storica e futuro; -attivazione di nuovi modelli di economie integrate, fondati sulla valorizzazione del patrimonio culturale, ambientale, territoriale e paesaggistico. -In alcune regioni, come la Puglia e il Veneto il Friuli Venezia Giulia, essi sono regolati da leggi regionali e assolvono funzioni di osservatori locali dell Osservatorio regionale del paesaggio. -La rete nazionale Mondi locali interlocutore del Mibact per proposta di legge di riconoscimento degli ecomusei a livello nazionale. (

26 Parish maps: coscienza dei luoghi e paesaggio

27 Piano Paesaggistico Territoriale della regione Puglia (Magnaghi2010) Ecomuseo e mappe di comunità

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30 Mappa della Comunità di Godo (Gemona)

31 I contratti di fiume, di foce, di falda, di lago, di montagna, di paesaggio Il decimo Tavolo Nazionale dei Contratti di fiume (Milano il15/16 ottobre 2015) ha evidenziato la crescita costante negli ultimi anni di questi strumenti pattizi partecipati, con il loro riconoscimento nel Codice dell Ambiente. Il Manifesto nazionale e il Documento dei requisiti di base: -evoluzione dei contratti da politiche settoriali a progetti integrati e partecipati sulla riqualificazione della fruizione delle riviere fluviali; -estensione delle politiche di bacino e di sottobacino, delle politiche agricole multifunzionali perifluviali: -sviluppo di una nuova civilizzazione idraulica fondata sulla cura e progettazione integrata e partecipata da parte delle comunità di bacino e la trasmissione verso l alto degli indirizzi, politiche e finanziamenti settoriali.

32 Alberto Magnaghi : GESTIONE, PIANIFICAZIONE STRATEGICA DEI BACINI IDRICI E INCLUSIONE PROGETTUALE: IL CASO PO

33 La reinterpretazione sociale dei paesaggi del fiume A new-old form of planning: exploring the Arno river on horses, bikes and boats to define objectives for action

34 Progetto aree interne del Ministero per lo Sviluppo Economico: rimessa in valore e ripopolamento dei luoghi dell esodo Abruzzo: Basso Sangro - Trigno; Val Fino - Vestina; Valle Roveto; Valle Subequana Basilicata: Alto Bradano; Montagna Materana; Marmo Platano; Mercure Alto Sinni Val Sarmento Calabria: Grecanica; Ionico Serre; Sila e Pre Sila; Reventivo Savuto Campania: Alta Irpinia; Cilento Interno; Tammaro - Titerno; Vallo Di Diano Emilia Romagna Friuli Venezia Giulia: Alta Carnia; Dolomiti Friulane; Val Canale-Valli di Fella Lazio: Alta Tuscia; Monti Reatini; Monti Simbruini; Valle Del Comino Liguria: Valle Arroscia; Beigua e Unione Sol; Val Di Vara; Antola-Tigullio Lombardia: Valchiavenna; Alta Valtellina Marche: Appennino Basso Pesarese e Anconetano; Ascoli Piceno; Nuovo Maceratese Molise: Alto Medio Sannio; Matese; Fortore; Mainarde Piemonte: Val Bormida; Val d'ossola; Val di Lanzo; Valli Maira e Grana Puglia: Monti Dauni Sardegna: Alta Marmilla; Gennargentu-Mandrolisai Siciliana: Val Simeto; Calatino; Madonie; Nebrodi; Sicane Toscana: Garfagnana; Bisenzio-Mugello-Valdisieve; Casentino-Valtiberina Umbria: Sud-Ovest Orvietano; Nord-Est; Val Nerina Valle d'aosta: Bassa Valle; Gran Paradis Veneto: Agordina; Sappada; Spettabile Reggenza; Contratto Di Foce Provincia autonoma di Bolzano Provincia autonoma di Trento: Alto Tesino

35 La gestione sociale dei beni comuni -esperienze di riuso sociale di edifici o spazi rurali dismessi per attività produttive, artistiche. sociali, culturali autogestite; -esempi: Nuovo Cinema Palazzo, Teatro Valle, Officine Zero a Roma; Ex colorificio a Pisa; Mondeggi a Firenze; esperienze di cohousing, esperienze di autorecupero delle periferie; sperimentazione di forme collettive di gestione dei beni comuni; esemplificazioni puntuali della ricerca di forme di gestione collettiva dei beni comuni ambientali, territoriali e paesaggistici all interno degli altri strumenti pattizi di autogoverno dal basso del territorio che ho elencato.

36 Limite dei nuovi strumenti: settorialità dei riferimenti istituzionali Le esperienze richiamate tendono a organizzarsi in reti nazionali e internazionali di settore : -contratti di fiume (Tavolo nazionale dei contratti di fiume riferito al Ministero dell ambiente); -ecomusei (rete nazionale degli ecomusei, legge degli ecomusei riferita al Mibact); -osservatori locali del paesaggio (rete degli Osservatori locali piemontesi del paesaggio, Osservatori regionali e nazionale del paesaggio riferiti al Mibact); - progetti pilota per le aree interne a MiSE; -parchi agricoli e local food e GAL (riferimento alla Pac e ai Piani di sviluppo rurale regionali PSR), -azioni di riuso sociale di luoghi urbani(politiche comunali di settore);

37 Verso l integrazione degli strumenti di autogoverno locale per il cambio di paradigma convergenze tematiche e olistiche fra la Carta nazionale dei Contratti di fiume, la Carta di Siena Musei e paesaggi culturali, L Agenda ecomusei 2016, i Manifesti degli osservatori locali per il paesaggio, gli statuti degli Osservatori locali del paesaggio, ecc.) progetti sociali di territorio simili per: -obiettivi e proposte strategiche; -forme di conoscenza e riappropriazione dei saperi locali; -forme di reidentificazione con i patrimoni e le identità locali; -valenze olistiche, multisettoriali, multiscalari, sulla conoscenza, la patrimonializzazione e il trattamento condiviso dei beni comuni territoriali; rovesciamento del sistema decisionale: dal progetto di territorio socialmente prodotto, ai settori regionali e nazionali di decisione e finanziamento: nuove forme di impresa territoriale; avvicinamento dei i mezzi ai fini della produzione, nel patto fra abitanti, associazioni culturali e ambientali, produttori, artigiani, ricerca scientifica, verso economie integrate di sviluppo locale: sperimentazione di forme di commoning: espansione, fra pubblico e privato, di forme innovative di gestione collettiva dei beni comuni territoriali

38 Verso una nuova geografia economica regionale Lo sviluppo dei nuovi strumenti di autogoverno e la loro integrazione tende a modificare radicalmente il ruolo strategico delle diverse polarità regionali: contrazione e riqualificazione funzionale del polo metropolitano: -implosione/ripolarizzazione dei processi espansivi (blocco del consumo di suolo, ridefinizione dei limiti e della misura), -valorizzazione delle potenziali funzioni di centro di sevizio del sistema policentrico regionale. -finalizzazione dei corridoi infrastrutturali di cui è nodo centrale (nodi di interscambio, ferrovie, reti stradali, vie d acqua, mobilità dolce) all innervamento e servizio della complessità policentrica dei sistemi insediativi regionali; espansione della civilizzazione delle aree interne (sistemi montani e alto collinari, vallivi, collinari e entroterra costieri) -prerequisiti del riequilibrio idrogeologico e della qualità delle reti ecologiche (civilizzazione idraulica e ambientale) -patrimonializzazione del territorio e ripopolamento rurale -costruzione di filiere integrate agricoltura/ /artigianato/turismo/cultura (civilizzazione del cibo dell energia locale e dell ospitalità); Sviluppo del ruolo delle reti di piccole e medie città (storiche), come potenziale valore alternativo ai modelli metropolitani e dell urbanizzazione diffusa contemporanea: da non ancora metropoli a future centralità urbane alternative.

39 La Società dei territorialisti e delle territorialiste La riflessione sui nuovi paradigmi di sviluppo socioeconomico (alla cui base sta la fondazione di una Scienza del territorio); l attivazione/denotazione delle buone pratiche (attraverso un Osservatorio); la comunicazione delle esperienze teoriche e di ricerca/azione (attraverso la Rivista di Scienze del territorio) Costituiscono i campi di impegno dal 2010 della Società dei territorialisti e delle territorialiste

40 Grazie per la vostra attenzione

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