Tra il Censimento 2001 e le risultanze anagrafiche 2010, la popolazione della provincia è cresciuta del 13,3%, attestandosi a

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1 realizzato con il contributo di CRESME RICERCHE SPA E.C.O. FOCUS Dinamiche Demografiche a Roma e provincia ECONOMIA COSTRUZIONI OCCUPAZIONE Popolazione provinciale in forte crescita, un dato da interpretare Tra il Censimento 2001 e le risultanze anagrafiche 2010, la popolazione della provincia è cresciuta del 13,3%, attestandosi a abitanti, mentre nel solo Capoluogo la crescita demografica è risultata dell 8,4%, giungendo a abitanti. In poco più di nove anni, con riferimento all intera provincia si è realizzato un aumento netto di quasi 500mila residenti, mentre nel comune di Roma la crescita è stata di quasi 215mila unità. Il tasso di incremento demografico della provincia e del Capoluogo, quindi, è stato nettamente superiore alla media italiana (6,4%). POPOLAZIONE RESIDENTE NELLE REGIONI ITALIANE TRA 2001 E 2010 Popolazione residente Variazione popolazione Valori assoluti Incidenza % Valore assoluto Variazione % Incidenza sul totale LAZIO * ,0% 9,4% ,1% 17,0% Provincia di Roma * ,5% 6,9% ,3% 13,6% Comune di Roma * ,5% 4,6% ,4% 5,9% NORD OVEST ,2% 26,6% ,9% 32,5% NORD EST ,7% 19,2% ,3% 27,3% CENTRO ,1% 19,7% ,7% 29,2% SUD E ISOLE ,0% 34,5% ,9% 10,9% Totale ITALIA % 100% ,4% 100% * A conclusione delle operazioni di verifi ca dei risultati censuari del 2001 l'istat inserisce nel bilancio 2006 della regione Lazio abitanti. Al netto di questa cifra la variazione e' dell'8,8%. Per la provincia di Roma il ritocco è risultato di abitanti in più, mentre per il Capoluogo è risultato di abitanti. Al netto di questo ritocco la variazione si riduce all'8,9 per la provincia ed al 2,6% per il Capoluogo. Tuttavia, per una corretta valutazione delle dinamiche demografiche bisogna considerare il consistente ritocco al rialzo della popolazione operato dall ISTAT nel 2006 a conclusione dell attività di verifica avviata dal Comune di Roma dopo l ultimo Censimento della popolazione (ottobre del 2001). L Ufficio di statistica del Comune di Roma, infatti, conformemente agli obblighi previsti dal Regolamento anagrafico (art. 46 del DPR 223/1989) ha avviato la revisione dell Anagrafe comunale ed a conclusione delle operazioni censuarie e sulla base delle informazioni contenute nei modelli trasmessi dal Comune di Roma, al 21 ottobre 2001 la popolazione legale è risultata pari a individui. Alla stessa data, la popolazione ufficiale del Comune, calcolata dall Istat sulla base dei risultati del Censimento del 1991 e dei bilanci demografici comunicati dal Comune nel corso del decennio intercensuario, risultava pari a individui. La prima fase delle operazioni di revisione anagrafica condotta dal Comune di Roma, conclusasi a settembre del 2006, ha riguardato la verifica delle posizioni di cittadini iscritti in anagrafe ma sfuggiti alla rilevazione censuaria, nonché degli individui conteggiati al Censimento, ma non aventi i requisiti per essere iscritti in anagrafe. Rispetto al calcolo della popolazione residente ufficiale del Comune, il primo tipo di verifica riguardava posizioni da portare in addizione, mentre il secondo riguardava posizioni da portare in sottrazione. Tali operazioni hanno condotto al calcolo di una posta in addizione pari a individui e ad una posta in sottrazione pari a individui, con un saldo positivo di Di conseguenza, con la rilevazione mensile del bilancio demografico relativa al mese di settembre del 2006 l ammontare della popolazione residente nel Comune di Roma è calcolato pari a , giungendo a definire per tutto il 2006 un saldo per altri motivi di unità ed una popolazione residente complessiva di a fine anno, con un incremento del 6,2% rispetto all anno precedente. Al netto dell effetto delle operazioni di verifica post-censuaria, quindi, per la provincia di Roma l incremento demografico si riduce all 8,9%, mentre per il solo Capoluogo risulta del 2,4%. 1

2 SALDO NATURALE POSITIVO IN PROVINCIA E NEGATIVO NEL CAPOLUOGO Nella provincia il sostenuto incremento demografico dei primi anni Duemila è dovuto essenzialmente all afflusso netto di migranti (sia dall estero sia da altre regioni d Italia), che ha originato un saldo migratorio positivo di residenti. Tuttavia anche il bilancio naturale ha fornito un contributo alla crescita demografica, con un numero di nascite che ha superato le morti di unità. Come ampiamente illustrato in precedenza, anche le attività di verifica post-censuaria dei registri anagrafici comunali hanno fatto registrare un forte incremento dei residenti ( in più nell intero periodo). Con riferimento al solo comune di Roma, invece, emerge con forza il bilancio negativo tra nati e morti, ( unità nell intero periodo), da attribuire ai consistenti flussi di popolazione giovane in uscita dal Capoluogo, con l effetto di una netta accelerazione dei fenomeni di invecchiamento strutturale, la riduzione delle nascite e l aumento delle morti. L aumento demografico, infatti, è da attribuire principalmente ai movimenti migratori ( unità in più) che in parte hanno scontato l effetto emersione indotto dalla sanatoria delle presenze straniere irregolari del 2002 e dell inclusione di Romania e Bulgaria nell area di libera circolazione UE (2006) ma soprattutto al consistente ritocco operato alle statistiche ufficiali con le attività di verifica dei registri anagrafici a seguito delle rilevazioni censuarie ( unità in più). POPOLAZIONE RESIDENTE AI CENSIMENTI E BILANCIO DEMOGRAFICO TRA 2002 E 2010 Saldo naturale Saldo migratorio Saldo per altri motivi PROVINCIA DI ROMA Popolazione residente Variazione % 2001 * ** ** ,52% 2003 ** ,92% 2004 ** ,33% 2005 ** ,63% 2006 ** ,73% 2007 ** ,21% 2008 ** ,19% 2009 ** ,09% 2010 ** ,95% Differenziale ,22% Ripartizione % 6% 63% 31% 100% COMUNE DI ROMA 2001 * ** ** ,20% 2003 ** ,05% 2004 ** ,47% 2005 ** ,24% 2006 ** ,20% 2007 ** ,49% 2008 ** ,21% 2009 ** ,71% 2010 ** ,64% Differenziale ,47% Ripartizione % -1% 42% 59% 100% * Alla data del Censimento (fine ottobre di ogni anno) ** Al 31 dicembre di ogni anno IL CONTRIBUTO DELL IMMIGRAZIONE DALL ESTERO Le serie storiche sulla presenza straniera suggeriscono che, nonostante l esistenza di una significativa e consolidata migrazione interna da altre regioni italiane economicamente meno dinamiche, il maggior contributo all accelerazione della crescita demografica è stato fornito dall immigrazione straniera. 2

3 Nella provincia la popolazione straniera tra 2001 e 2010 è aumentata di quasi 4 volte, passando da circa 131mila a quasi 443mila unità, con un tasso di variazione del 237%. Di contro l aumento della popolazione italiana è risultato di 178mila residenti, pari in termini relativi ad un incremento del 5%, ma considerando le acquisizioni di cittadinanza, l incremento effettivo si riduce al 4,3%. La dinamica differenziata ha portato l incidenza dei cittadini stranieri sul totale dei residenti dal 3,5% all 10,6%. Il fenomeno risulta ancora più marcato nel solo Capoluogo, dove la popolazione italiana tra il 2001 ed il 2010 aumenta di sole unità, segnando un incremento dello 0,8% che giunge allo 0,1% al netto delle acquisizioni di cittadinanza da parte di stranieri. Il numero di stranieri residenti invece passa da a , con una incidenza sulla popolazione complessiva che dal 3,9% giunge al 10,7%. DINAMICA DELLA POPOLAZIONE RESIDENTE PER PROVENIENZA Popolazione Italiana Acquisizione di cittadinanza Popolazione straniera Popolazione complessiva Incidenza % popolazione straniera PROVINCIA DI ROMA ,5% ,8% ,5% ,4% ,0% ,9% ,9% ,9% ,8% ,6% Differenziale ,6% Variazione % 5,0% 237,6% 13,2% Senza acquisizioni di cittadinanza 4,3% COMUNE DI ROMA ,9% ,2% ,8% ,7% ,2% ,4% ,0% ,9% ,8% ,7% Differenziale ,5% Variazione % 0,8% 196,0% 8,5% Senza acquisizioni di cittadinanza 0,1% L INCREMENTO DELLE FAMIGLIE È PIÙ INTENSO DI QUELLO DELLA POPOLAZIONE La crescita demografica trova riscontro in un ancora più forte crescita del numero delle famiglie, indicatore di riferimento per la stima della domanda abitativa primaria che definisce in maniera abbastanza precisa i contorni delle dinamiche del mercato residenziale. Nella provincia di Roma, come nel resto d Italia, nei primi anni Duemila la crescita del numero di famiglie è stata più sostenuta rispetto alla crescita della popolazione. Il numero di famiglie, infatti, è aumentato del 18,2% contro un incremento demografico del 13,3%, mentre, al netto degli effetti delle operazioni di revisione dei registri anagrafici, l incremento risulta del 12,7% per le famiglie e dell 8,9% per la popolazione. Nel Capoluogo invece la crescita delle famiglie è risultata assai modesta, segnando un 8,4% complessivo che si riduce al 2,4% al netto delle operazioni di verifica. 3

4 POPOLAZIONE RESIDENTE NELLE REGIONI ITALIANE TRA 2001 E 2010 Famiglie residenti Variazione famiglie Valore assoluto Variazione % Incidenza sul totale LAZIO * ,1% 9,3% ,2% 10,7% Provincia di Roma * ,7% 6,8% ,3% 7,6% Comune di Roma * ,8% 4,5% ,4% 2,6% NORD OVEST ,5 28, ,3% 28,2% NORD EST ,4 19, ,9% 22,5% CENTRO ,5 19, ,5% 22,1% SUD E ISOLE ,6 31, ,8% 27,1% Totale ITALIA % 100% ,4% 100% * Al netto dei abitanti inseriti dall'istat nel bilancio 2006, pari a circa 60mila famiglie, la variazione si riduce al 14,7% per la regione, al 12,7% per la provincia ed al 2,4% per Roma. La crescita del numero di famiglie è risultata in generale maggiore dell incremento demografico, proprio perché è stata alimentata da due fattori principali: il raggiungimento dell età della fuoriuscita dalla famiglia di origine del folto contingente dei nati nel corso del babyboom degli anni 60 (30/35 anni) e, soprattutto, l incremento dei flussi migratori con l estero. In base ai dati ufficiali infatti, tra il 2007 ed il 2009 nell intera provincia l incremento delle famiglie con capofamiglia straniero è risultato pari al 77% dell incremento complessivo. Una quota consistente, quindi, che ha toccato valori assai rilevanti soprattutto nel Capoluogo, dove la crescita del numero di famiglie scaturisce dall aumento della sola componente straniera, famiglie tra il 2007 e il 2009 contro una crescita complessiva di 26mila. VARIAZIONE MEDIA ANNUA DEL NUMERO DI FAMIGLIE PROVINCIA DI ROMA COMUNE DI ROMA

5 Il boom demografico scaturito dall effetto combinato dei due fattori cui si è accennato è all origine di un forte incremento in tutte le regioni italiane, anche in quelle a popolazione stabile, dove è stato generato dall evoluzione strutturale della popolazione italiana che, quando associato a flussi migratori in crescita, come nel caso della provincia di Roma, ha prodotto tassi di incremento delle famiglie ancora più consistenti. In termini percentuali, infatti, l incremento delle famiglie ha toccato valori di picco in Umbria (20,8%), Emilia (19,3%), Veneto (18,4%), Lombardia, Lazio, Abruzzo (18%) e Marche (15,9%), superando il 17% nella provincia di Roma, tutte aree destinatarie di intensi flussi migratori, ma, seppur con minore intensità, ha segnato valori positivi anche in Campania (18,2%) ed in tutte le regioni del Mezzogiorno, dove gli effetti legati all evoluzione della struttura per età della popolazione sono risultati i più importanti. Nel Comune di Roma, invece, il consistente flusso di popolazione in uscita, principalmente costituito da giovani coppie in cerca di una sistemazione alloggiativa a prezzi accessibili, ha notevolmente ridotto il potenziale di crescita. DINAMICA DEL NUMERO DI FAMIGLIE Famiglie Numero medio componenti Famiglie con capofamiglia straniero Incidenza stranieri sulla crescita complessiva 2001 * , , , , ,48 PROVINCIA DI ROMA , , % , % , * , , , , ,49 COMUNE DI ROMA , , % , % ,41 * Dato censuario LO SCENARIO PREVISIONALE Nell ultimo decennio si è verificata un intensa crescita demografica, in gran parte dovuta alla capacità di attrarre flussi migratori, in particolar modo dall estero. Da ciò s intuisce quanto gli scenari demografici dipendano dal futuro andamento dei flussi migratori. Si tratta quindi di un esercizio assai difficile, esposto a numerosi elementi d incertezza, soprattutto in una fase di transizione come quella attuale, in cui è ancora difficile valutare gli effetti indotti sulle dinamiche migratorie dalla crisi economica e dall attuazione delle nuove politiche restrittive. 5

6 L esercizio previsionale elaborato dal CRESME, quindi, per la provincia ed il comune di Roma assume due ipotesi di flusso migratorio per la popolazione italiana e straniera, l ipotesi massima (MAX) definisce uno scenario di mantenimento dei flussi migratori ai livelli attuali, mentre l ipotesi minima (MIN) uno scenario di riduzione all 80% dei livelli attuali per gli italiani e stranieri. SALDO MIGRATORIO E IPOTESI DI SCENARIO PROVINCIA DI ROMA ITALIANI STRANIERI Ipotesi massima Ipotesi minima COMUNE DI ROMA ITALIANI STRANIERI Ipotesi massima Ipotesi minima Il risultato della simulazione mostra con chiarezza gli effetti indotti dalle diverse ipotesi di flusso migratorio sulle dinamiche generali. Nelle due ipotesi di scenario, infatti, per la provincia di Roma la popolazione residente prevista al 2020 varierebbe tra un minimo di abitanti ed un massimo di abitanti. In definitiva, secondo le due ipotesi di scenario, nel periodo la popolazione residente nella provincia di Roma confermerà le dinamiche di crescita, che a seconda delle ipotesi di saldo migratorio sarà compresa tra le e le unità, pari in termini relativi ad un incremento compreso tra il 5,6% dell ipotesi minima ed il 9,3% dell ipotesi massima. Per il Capoluogo invece il saldo previsto è compreso tra le e le unità, pari in termini relativi ad un incremento compreso tra il 2,8% e il 0,3%. Nella provincia quindi la crescita della popolazione continuerà ad essere sostenuta, con tassi simili a quelli registrati negli ultimi dieci anni (13,3% tra 2001 e 2010 che si riduce al 9% circa al netto degli aggiustamenti post-censuari). 6

7 SERIE STORICA POPOLAZIONE RESIDENTE E SCENARIO PREVISIONALE PROVINCIA DI ROMA COMUNE DI ROMA SCENARIO DELLE FAMIGLIE E DOMANDA PRIMARIA La previsione dello scenario demografico costituisce la base di calcolo per la definizione della dinamica delle famiglie/alloggio 1, il vero obiettivo per la valutazione dell andamento della domanda primaria e lo studio delle dinamiche urbane. La stima del numero di famiglie/alloggio, infatti, muove dai risultati dell ipotesi previsionale sulla popolazione residente per classe di età ed in base ai dati censuari ed alle successive pubblicazioni dei dati anagrafici annuali, definisce sia la quota di popolazione residente in famiglia, sia la percentuale di residenti in famiglia membri di riferimento di una famiglia, giungendo a calcolare dei coefficienti di propensione alla formazione di una famiglia per classe di età decennale che, applicati ai risultati dello scenario demografico, definiscono l andamento del numero di famiglie/alloggio nello scenario previsionale. Partendo dal dato di base, il risultato dell esercizio previsionale al 2020 per la provincia di Roma giunge a definire un numero di famiglie/ alloggio oscillante tra gli 1,78 milioni dell ipotesi minima e gli 1,84 milioni dell ipotesi massima. Il risultato dell esercizio previsionale, quindi, nell intero periodo di stima definisce una crescita netta del numero di famiglie che va dalle 115mila unità dell ipotesi minima ( famiglie all anno) alle 178mila dell ipotesi massima ( famiglie all anno). 1 La stima del CRESME considera la famiglia/alloggio cioè un gruppo di individui stabilmente residenti nella stessa abitazione, una definizione in linea con quella censuaria e più adatta a descrivere le dinamiche della domanda abitativa. Il dato ISTAT, invece, derivando da dati di fonte anagrafica, è condizionato sia dalle operazioni di verifica post censuaria, sia dal consistente numero di iscrizioni di popolazione straniera, in gran parte contabilizzata come famiglia monocomponente indipendentemente dalla reale condizione alloggiativa. 7

8 PROVINCIA DI ROMA - DINAMICA DELLE FAMIGLIE IN SERIE STORICA E NELLO SCENARIO PREVISIONALE ( ) VARIAZIONE MEDIA ANNUA NEI PERIODI * * Serie censuaria Serie anagrafica Famiglie/alloggio (Ip. ALTA) Famiglie/alloggio (Ip. BASSA) * Al netto delle verifiche post censuarie Dal punto di vista della consistenza della domanda quindi, anche nell ipotesi massima il ritmo di crescita del numero di famiglie è previsto in frenata rispetto alle oltre famiglie/alloggio in più all anno fatte registrare nel primo decennio degli anni Duemila. In definitiva, nell ipotesi alta lo scenario previsionale definisce un livello di domanda assai prossimo ai valori degli anni 90. Nel confronto storico infatti occorre valutare opportunamente gli effetti delle verifiche dei risultati censuari e le rettifiche apportate alle statistiche demografiche con la pubblicazione dei dati In particolare, i circa 150mila abitanti in più frutto delle operazioni di verifica si possono considerare già presenti alle rilevazioni censuarie del 2001, circostanza che determina un sensibile ritocco al rialzo della variazione media annua , che da famiglie/ alloggio all anno passa a Il rallentamento della crescita del numero di famiglie sarà determinato dal processo evolutivo della struttura per età della popolazione autoctona, caratterizzato da una forte consistenza delle generazioni nate durante il baby boom degli anni 60. Giungendo all età di 30/35 anni tra la fine degli anni 90 ed i primi anni Duemila, questo folto contingente ha dato origine, insieme al forte intensificarsi dei fenomeni migratori, all eccezionale incremento del numero di nuove famiglie che ha caratterizzato l ultima fase espansiva. Lo scenario dei prossimi anni, invece, da un lato vedrà il defluire dell onda dei 35/40enni, con conseguente attenuazione della crescita del numero di famiglie autoctone, dall altro, il perdurare della crisi economica sta già riducendo anche il potenziale di crescita indotto dai fenomeni migratori. Il fenomeno sarà ancora più marcato nel Capoluogo, dove il processo di invecchiamento strutturale è stato accentuato dal consistente flusso di giovani in uscita verificatosi nell ultimo decennio. Lo scenario generale potrebbe subire un significativo ulteriore rallentamento per effetto della crisi economica e le crescenti incertezze sul piano della stabilità occupazionale e di inserimento lavorativo, difficoltà che indubbiamente potrebbero ostacolare il percorso di fuoriuscita dalle famiglie di origine da parte delle giovani coppie. LA FORTE CRESCITA DELLA CINTURA METROPOLITANA L analisi delle dinamiche territoriali mostra con chiarezza che l ultima fase espansiva ha interessato prevalentemente l area metropolitana. L 8,5% di crescita demografica registrata dal comune di Roma tra 2001 e 2010, infatti, al netto degli effetti del ritocco alle statistiche demografiche operato a seguito delle verifiche dei risultati censuari, si riduce ad un più modesto 2,4%. Il fenomeno ha investito in maniera massiccia prevalentemente i comuni della prima, della seconda e della terza cintura metropolitana, in grado di intercettare sia i consistenti flussi migratori internazionali, sia una significativa quota dell onda di giovani coppie che dal Capoluogo si sono spostate in provincia in cerca di una sistemazione alloggiativa a prezzi abbordabili. 8

9 I dati parlano chiaro, la popolazione residente nei comuni di prima cintura è passata dai 578mila abitanti del 2001 ai 730mila del 2010, un incremento del 26% in nove anni e nei comuni di seconda cintura invece, la popolazione residente è passata da 243mila a 315mila abitanti, pari ad un incremento che giunge a sfiorare il 30%. Ma l espansione urbana ha investito anche i comuni di terza cintura, dove la popolazione residente è passata da 232mila a 278mila abitanti, segnando un incremento di poco inferiore al 20%. Assai più modesti gli effetti nei comuni più interni, dove la popolazione residente, passando da 104mila a 109mila abitanti, ha segnato un incremento del 4,8%, mentre in alcuni piccoli comuni più esterni della prima fascia montana (Vallepietra, Jenne, Vivaro Romano) l andamento demografico è risultato addirittura negativo. POPOLAZIONE RESIDENTE NELLA SERIE STORICA E NELL IPOTESI ALTA DELLO SCENARIO PREVISIONALE Roma * Prima cintura Seconda cintura Terza cintura Resto provincia Totale Variazione percentuale Roma * 8,5% 1,7% 1,1% 2,8% Prima cintura 26,2% 11,7% 10,2% 23,0% Seconda cintura 29,7% 13,6% 11,9% 27,1% Terza cintura 19,5% 9,4% 8,0% 18,2% Resto provincia 4,8% 6,0% 3,5% 9,7% Totale 13,2% 5,0% 4,2% 9,4% Totale * 8,8% 5,0% 4,2% 9,4% * Al netto degli effetti delle operazioni di verifica dei dati censuari la variazione si riduce al 2,4%. Sebbene con una sensibile attenuazione nell intensità dei fenomeni, lo scenario previsionale per prossimo decennio definisce un ulteriore rafforzamento della funzione residenziale dell area metropolitana, propagando progressivamente gli effetti dell espansione urbana anche ai comuni della fascia più esterna. Per il Capoluogo, infatti, tra il 2010 ed il 2020 l incremento demografico previsto nell ipotesi alta è del 2,8%, sostanzialmente identico al 2,4% del periodo Nei comuni della prima cintura invece, l incremento previsto è del 23%, del 27% in quelli della seconda cintura e del 18% in quelli della terza, mentre nel resto della provincia l incremento previsto giungerà a sfiorare il 10%, confermando però la debolezza dei comuni della prima fascia montana del quadrante Est e concentrando le dinamiche di crescita nei comuni del settore Nord. Tra i comuni a più intensa crescita si distingue Fiano Romano che, rafforzando il suo ruolo di centralità economica, da meno di 8mila residenti nel 2001, al 2010 conta quasi 14mila abitanti e potrebbero arrivare a quasi 21mila nel Ma una crescita altrettanto intensa è prevista anche per Capena, Labico, Percile e Marcellina, mentre in termini di consistenza l aumento di popolazione più rilevante è previsto per Fiumicino, Guidonia, Ardea, Pomezia ed Anzio. 9

10 POPOLAZIONE RESIDENTE NELLA SERIE STORICA E NELL IPOTESI ALTA DELLO SCENARIO PREVISIONALE Variazione % Valore assoluto Variazione % I comuni con incremento relativo più rilevante Fiano Romano ,7% ,0% Capena ,3% ,9% Labico ,2% ,3% Percile ,7% ,4% Marcellina ,8% ,1% I comuni con maggiore crescita di popolazione Fiumicino ,3% Guidonia Montecelio ,9% Ardea ,1% Pomezia ,8% Anzio ,9% I comuni in calo demografico Vallepietra ,6% ,1% Jenne ,9% ,3% Vivaro Romano ,9% -15-7,8% Carpineto Romano ,2% -43-0,9% L ultima fase espansiva che ha investito l area metropolitana romana ha determinato profonde trasformazioni nella struttura insediativa, riducendo il peso demografico del Capoluogo a vantaggio soprattutto dei comuni di prima e seconda cintura. In meno di un decennio la popolazione residente nella città di Roma è passata dal 70% al 66% del totale provinciale, mentre il peso demografico dei comuni della prima cintura è passato dal 15% al 17,4%, mentre per quelli della seconda cintura si è passati dal 6,3% al 7,5%. Questa tendenza trova conferma nello scenario previsionale, che nell ipotesi più favorevole consente di stimare un peso demografico del Capoluogo che si riduce a meno del 62%, mentre quello dei comuni della prima cintura giungerebbe a sfiorare il 20% ed il 9% quello della seconda cintura. PESO DEMOGRAFICO DEI DIVERSI CONTESTI METROPOLITANI Roma * 69,9% 65,8% 63,8% 61,9% Prima cintura 15,0% 17,4% 18,5% 19,6% Seconda cintura 6,3% 7,5% 8,1% 8,7% Terza cintura 6,0% 6,6% 6,9% 7,2% Resto provincia 2,7% 2,6% 2,6% 2,6% Totale * 100% 100% 100% 100% * Al netto degli effetti delle operazioni di verifica dei dati censuari. 10

11 VARIAZIONE DELLA POPOLAZIONE NELLO SCENARIO PREVISIONALE SPOPOLAMENTO DEI COMUNI ESTERNI E CONCENTRAZIONE DI STRANIERI Le trasformazioni della struttura per età della popolazione italiana e la progressiva fuoriuscita dalla classe dei trentenni delle generazioni nate durante il baby-boom degli anni 60, determinerà una sempre più consistente riduzione del numero di nascite da genitori italiani, mentre l incremento della popolazione più anziana farà aumentare il numero delle morti, definendo uno scenario di progressivo peggioramento del bilancio naturale. Le previsioni per la popolazione italiana quindi, tracciano un bilancio negativo, e se tra il 2001 ed il 2010, anche grazie alle acquisizioni di cittadinanza ( nel periodo), si è registrata ancora una modesta crescita (1,5% e 0,9% al netto delle acquisizioni di cittadinanza), nello scenario previsionale si segnala una contrazione che nell ipotesi più favorevole toccherà i 48mila abitanti (-1%). Ma il fenomeno si presenterà con maggiore intensità nel Capoluogo, dove la popolazione italiana, al netto delle verifiche post-censuarie, ha segnato oltre 102mila unità in meno già tra 2001 e 2010 (-4%) e sarebbero quasi 120mila eliminando dal conteggio le 17mila acquisizioni di cittadinanza da parte di stranieri (-4,9%). Per il comune di Roma, infatti, lo scenario previsionale consente di stimare per il 2020 una riduzione di circa 180mila residenti italiani. VARIAZIONE DELLA POPOLAZIONE PER PROVENIENZA NELLO SCENARIO PREVISIONALE ITALIANI Roma * * 0,8% -3,4% -4,1% -7,3% Prima cintura 15,9% 5,8% 5,0% 11,1% Seconda cintura 18,2% 7,1% 6,5% 14,0% Terza cintura 11,2% 4,4% 3,3% 7,8% Resto provincia -0,1% 2,0% -0,4% 1,7% Totale * *5,0% -0,1% -0,9% -1,3% STRANIERI Roma * * 196,0% 44,3% 30,2% 87,9% Prima cintura 362,9% 59,4% 38,4% 120,5% Seconda cintura 364,6% 61,8% 38,9% 124,8% Terza cintura 380,3% 59,8% 39,2% 122,4% Resto provincia 412,2% 69,0% 41,0% 138,3% Totale * * 237,6% 48,0% 33,1% 99,4% Al netto degli effetti della revisione della statistica demografica la variazione della popolazione italiana tra 2001 e 2010 è del -4% mentre per la popolazione straniera si riduce al 132,9%,con riferimento alla provincia invece la variazione si riduce all'1,5% per gli italiani ed al 180% per gli stranieri. 11

12 INCIDENZA STRANIERI SUL TOTALE NELLO SCENARIO PREVISIONALE INCIDENZA STRANIERI / TOTALE Roma 3,9% 10,7% 14,9% 19,5% Prima cintura 3,0% 10,9% 15,5% 19,7% Seconda cintura 3,3% 11,8% 16,9% 21,3% Terza cintura 2,3% 9,0% 13,2% 17,2% Resto provincia 1,2% 5,9% 9,3% 12,9% Totale 3,5% 10,6% 14,9% 19,3% La popolazione straniera invece, per i consistenti flussi in ingresso e per il bilancio naturale positivo determinato da una struttura per età assai giovane (al 2010 nella provincia l età media della popolazione straniera era di 33,3 anni contro i 44 anni degli italiani), segnerà un forte incremento, giungendo, nell ipotesi più favorevole, dagli attuali residenti, agli 880mila del Il differenziale di crescita tra popolazione straniera e italiana, quindi, porterà l incidenza degli stranieri dall attuale 10,6%, al 19% del 2020, sebbene con evidenti caratterizzazioni territoriali. In particolare, con un aumento di poco inferiore ai 260mila residenti, a Roma la popolazione straniera giungerà ad oltre 553mila unità, con un tasso di incidenza sulla popolazione complessiva del 19,5%. Nei comuni della prima cintura, invece, con un aumento decennale di circa 95mila unità, al 2020 i residenti stranieri saranno poco meno di 175mila, giungendo ad un tasso di incidenza del 19,7%. Ma il valore di incidenza più rilevante si realizzerà nei comuni della seconda cintura urbana, nei quali, segnando un incremento di circa 46mila unità, i residenti stranieri saranno poco meno di 84mila, con un incidenza sulla popolazione complessiva del 21,3%. INCIDENZA STRANIERI SULLA POPOLAZIONE COMPLESSIVA LEGENDA 2020 N.B. dati al netto degli effetti delle operazioni di verifica post censuaria 12

13 LA DISTRIBUZIONE PER ETÀ I fenomeni demografici attuali, nella loro componente strutturale, rappresentano il processo evolutivo di vicende che hanno radici nel passato, la cui interazione con i fenomeni contingenti determina gli scenari futuri. È in quest ottica che va letto e interpretato il processo di invecchiamento strutturale della popolazione, che solo in parte scaturisce dal consistente incremento delle prospettive di sopravvivenza degli anziani. L analisi della struttura per età della popolazione italiana al 2002 mostra con chiarezza sia la forte consistenza delle generazioni dei trentenni e dei quarantenni, cioè le generazioni nate durante il baby-boom degli anno 60, sia la forte consistenza delle generazioni con età compresa tra 65 e 74 anni, cioè delle generazioni nate tra il primo ed il secondo conflitto mondiale. Questo assetto strutturale spiega sia l incremento del numero delle nuove famiglie che ha caratterizzato l ultima fase espansiva, sia il crescente peso delle generazioni anziane, che tra il 2002 ed il 2010 ha segnato una forte accelerazione in relazione all avanzamento nella classe di età successiva delle generazioni nate durante le due guerre. Il processo evolutivo della struttura per età della popolazione italiana residente nella provincia di Roma emerge con chiarezza dall analisi di alcuni indicatori, che segnano un aumento dell età media della popolazione passato dai 42 anni del 2002 ai 44 del 2010, mentre l indice di dipendenza degli anziani, che rappresenta l incidenza della popolazione con oltre 64 anni su quella in età lavorativa (15-64 anni), passa dal 28% al 34,3%. L indice di dipendenza dei giovani invece, che rappresenta l incidenza della popolazione con meno di 15 anni su quella in età lavorativa (15-64 anni), tra il 2002 ed il 2010, per l effetto combinato del calo delle nascite e dell aumento della popolazione in età riproduttiva si riduce considerevolmente, passando dal 20,2% al 21,9%. Lo scenario previsionale peraltro dimostra che nei prossimi anni la situazione rischia un netto peggioramento. Tra il 2010 ed il 2020 infatti, nell intera provincia ci saranno oltre 84mila italiani anziani in più, mentre i residenti in età lavorativa saranno oltre 92mila in meno, con una ulteriore riduzione di giovani al di sotto dei 15 anni di quasi 36mila unità. L età media della popolazione italiana quindi passerà dagli attuali 44 anni ai 45,7 del 2020, con un indice di dipendenza degli anziani che giungerà al 39,2% ed un indice di dipendenza generale del 60,5%. Questo spiega la crescente preoccupazione sulla sostenibilità del sistema previdenziale, sanitario e del welfare in generale, soprattutto se valutati in un contesto di perdurante stagnazione economica e riduzione della capacità occupazionale del sistema produttivo. Il consistente apporto di popolazione straniera, quindi, prevalentemente costituita da giovani in età lavorativa, rappresenta un elemento imprescindibile nell ottica del riequilibrio dei vuoti generazionali che caratterizzano la popolazione italiana. Già tra il 2002 ed il 2010 i fenomeni migratori hanno operato un sostanziale riequilibrio in tal senso, quasi 250mila degli oltre 300mila stranieri in più residenti nella provincia di Roma, infatti, avevano un età compresa tra 15 e 64 anni ed altri 45mila una età inferiore ai 15 anni. L età media della popolazione straniera residente era di 32,8 anni nel 2002 e di 33,3 nel 2010, con un indice di dipendenza strutturale generale che dal 25,8% del 2002 è passato al 22,3% nel 2010 ed un indice di dipendenza degli anziani che dal 5,2% è passato al 3,3%. Con riferimento allo scenario previsionale, nell ipotesi alta l apporto di popolazione straniera in età lavorativa tra 2011 e 2020 ammonterebbe a poco meno di 340mila individui e altri 75mila avrebbero una età inferiore a 15 anni, mentre l incremento degli anziani con più di 64 anni ammonterebbe a circa 26mila unità. Secondo tale ipotesi l età media della popolazione passerebbe dagli attuali 33,3 anni ai 35,1 anni del 2020, mentre l indice di dipendenza strutturale passerebbe al 25,9% e quello di dipendenza degli anziani al 5,3%. Sebbene la progressiva permanenza determini anche per la popolazione straniera una tendenza all innalzamento dell età media, il differenziale rispetto alle cifre che caratterizzano la popolazione italiana resta ben evidente e la cifra di 30mila stranieri in più all anno sembra sufficiente a garantire un sostanziale equilibrio generazionale. L età media della popolazione complessiva, infatti, che tra 2002 e 2010 è passata da 41,8 a 42,8 anni, al 2020 passerebbe a 43,7 anni, 2 anni in meno dell età media calcolata sulla sola popolazione italiana, mentre l indice di dipendenza strutturale generale giungerebbe al 52,4% contro l attuale 51,8% e l indice di dipendenza degli anziani, dall attuale 30,3% passerebbe al 31,3% del

14 POPOLAZIONE GIOVANE NELLA SERIE STORICA E NELLO SCENARIO PREVISIONALE (Popolazione con età inferiore a 15 anni) Incidenza sulla popolazione complessiva Roma 13,0% 13,7% 13,7% 13,3% Prima cintura 15,7% 15,8% 15,6% 15,1% Seconda cintura 15,8% 15,2% 15,1% 14,8% Terza cintura 14,8% 14,4% 14,8% 14,7% Resto provincia 13,5% 13,0% 13,3% 13,7% Totale 13,7% 14,2% 14,2% 13,8% Indice di dipendenza dei giovani (giovani su popolazione in età lavorativa) Roma 19,3% 21,1% 21,5% 20,6% Prima cintura 24,3% 24,9% 24,8% 24,2% Seconda cintura 24,9% 23,7% 23,6% 23,3% Terza cintura 23,6% 22,9% 23,7% 23,9% Resto provincia 22,0% 21,1% 22,2% 22,8% Totale 20,2% 21,5% 21,8% 21,1% N.B. dati al netto degli effetti delle operazioni di verifica post censuaria INDICE DI DIPENDENZA DEI GIOVANI incidenza popolazione di età inferiore a 15 anni / popolazione in età lavorativa (15-64 anni) LEGENDA 2020 N.B. dati al netto degli effetti delle operazioni di verifica post censuaria 14

15 POPOLAZIONE IN ETÀ LAVORATIVA NELLA SERIE STORICA E NELLO SCENARIO PREVISIONALE (Popolazione con età compresa tra 15 e 64 anni) Incidenza sulla popolazione complessiva Roma 67,5% 64,7% 63,9% 64,4% Prima cintura 69,6% 68,4% 67,7% 67,9% Seconda cintura 69,1% 69,0% 68,7% 68,8% Terza cintura 68,3% 68,0% 66,9% 66,7% Resto provincia 66,9% 66,3% 65,2% 64,7% Totale 67,9% 65,9% 65,2% 65,6% Indice di dipendenza dei giovani (giovani su popolazione in età lavorativa) Roma 48,2% 54,6% 56,5% 55,2% Prima cintura 43,6% 46,2% 47,6% 47,4% Seconda cintura 44,7% 44,9% 45,6% 45,3% Terza cintura 46,5% 47,0% 49,4% 49,9% Resto provincia 49,5% 50,7% 53,3% 54,5% Totale 47,2% 51,8% 53,4% 52,4% N.B. dati al netto degli effetti delle operazioni di verifica post censuaria INCIDENZA DELLA POPOLAZIONE IN ETÀ LAVORATIVA (15-64 ANNI) SUL TOTALE LEGENDA 2020 N.B. dati al netto degli effetti delle operazioni di verifica post censuaria 15

16 POPOLAZIONE ANZIANA NELLA SERIE STORICA E NELLO SCENARIO PREVISIONALE (Popolazione con età compresa superiore ai 64 anni) Incidenza sulla popolazione complessiva Roma 19,5% 21,7% 22,4% 22,3% Prima cintura 14,7% 15,8% 16,7% 17,0% Seconda cintura 15,1% 15,8% 16,3% 16,4% Terza cintura 16,9% 17,5% 18,3% 18,5% Resto provincia 19,6% 20,6% 20,6% 21,6% Totale 18,3% 19,9% 20,6% 20,5% Indice di dipendenza dei giovani (giovani su popolazione in età lavorativa) Roma 29,0% 33,5% 35,0% 34,6% Prima cintura 21,1% 23,1% 24,7% 25,1% Seconda cintura 21,9% 22,8% 23,7% 23,8% Terza cintura 24,8% 25,8% 27,3% 27,8% Resto provincia 29,3% 31,1% 32,9% 33,4% Totale 26,9% 30,3% 31,5% 31,3% N.B. dati al netto degli effetti delle operazioni di verifica post censuaria INDICE DI DIPENDENZA DEGLI ANZIANI incidenza popolazione di età superiore a 64 anni / popolazione in età lavorativa (15-64 anni) LEGENDA 2020 N.B. dati al netto degli effetti delle operazioni di verifica post censuaria 16

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