RIQUALIFICAZIONE DI PIAZZA SANT ANTONINO RELAZIONE STORICA
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1 RIQUALIFICAZIONE DI PIAZZA SANT ANTONINO RELAZIONE STORICA La storia della Piazza Sant Antonino ha inizio con l avvento del periodo medioevale. Caratteristica di tale periodo è, infatti, l espansione dell abitato oltre i confini della città romana governata da principi di regolarità geometrica immutati e riconoscibili fino al XII sec. circa. Se la città di fondazione romana non poteva prescindere che da una polarizzazione centralistica, quella medioevale al contrario si configura come una realtà eterogenea nella quale coesistono differenti centri insediativi. Nuovi agglomerati nascono alle porte e nella prima periferia della città, più precisamente in quelle aree interessate dai percorsi attraverso i quali si delineano la rete di relazioni tra città e contado. Questi nuovi insediamenti, a forte connotazione collettiva, sorgono principalmente presso i nuclei ecclesiastici. Il nuovo potere riconosciuto alla Chiesa dai re longobardi, ottenuto attraverso la cessione di privilegi a scapito del pubblicum, nell 819 confermò alla chiesa episcopale piacentina il diritto del mercato annuale che si svolgeva davanti alla basilica dei santi Antonino e Vittore (appunto l odierna Piazza Sant Antonino). La basilica dei santi Antonino e Vittore, fuori le mura e provvista di castrum difensivo, attorno al quale nel frattempo si era creato un suburbio, formava con gli edifici culturali più prossimi ad essa (siti all interno delle mura e da queste separati, un grande complesso ecclesiastico che la storiografia individua come la possibile prima matrice di cattedrale. Ma se il ruolo di ecclesia maior rimane una questione aperta, è al contrario fuori dubbio l importanza che la chiesa avesse nella realtà piacentina. Importanti interventi d ampliamento e di consolidamento in epoca tardo medioevale trasformano la costruzione paleocristiana nella basilica che ancora oggi domina l omonima piazza (foto 01). Foto 01: Ricostruzione assonometrica della basilica di Sant Antonino prima e dopo gli interventi tardomedievali La nuova basilica di Sant Antonino ed il relativo borgo, insistevano e dominavano l asse sud/sud est, nuova via di collegamento e di comunicazione. Non si dimentichi, infatti, che numerosi erano i possessi del vescovo (terrae, Relazione storica 1
2 curtes ecclesiae) giuridicamente privilegiati e costituenti zone di rispetto e d asilo immunitario. I poteri ecclesiastici si spartiscono così le aree urbane intensificando i loro sforzi per garantirsi il controllo delle porte e dei mercati. Foto 02: Ricostruzione di una formazione esterna alle porte del castrum. Il periodo carolingio a Piacenza è caratterizzato pertanto dall incremento degli scambi commerciali fluviali organizzati lungo il Po e di terra lungo l asse della via Francigena (antica via anche di pellegrinaggio sulla quale si insediarono una serie di servizi pubblici direttamente gestiti dalla chiesa locale). Il vescovo per tutto il IX secolo, vede aumentare i propri possedimenti e di conseguenza il proprio potere politico ed economico. E dell 808 il diritto per la festa patronale di S.Antonino. Le invasioni ungare della prima metà del X secolo, distruggono gli insediamenti esterni tra i quali, nel 924, anche quello di Sant Antonino. Conseguenza di tutto ciò fu il declino definitivo della figura del conte a favore del vescovo che in questi anni stabilisce la propria autorità sulla città e sulla periferia esterna fino ad un miglio dalle mura. E del periodo dei comuni, la definitiva separazione tra città e territorio che porterà allo sviluppo dei borghi ai margini della città murata (borgo di S.Brigida, di S.Lorenzo, di S.Antonino, di S.Paolo), ricettacoli di coloro che, dalla campagna, cercano e qui trovano l occasione di un lavoro o la possibilità ad esercitare altre attività. I borghi sopraccitati di S.Brigida, S.Paolo, S.Lorenzo e S.Antonino, furono i primi riconosciuti a Piacenza, si trovano tutti allineati sulla via Francigena. In essi, attorno ad uno spazio comune, si concentrava la maggior parte delle funzioni pubbliche quali fiere, mercati, ospizi, ecc.: nasce il concetto di piazza. Relazione storica 2
3 La genesi urbanistica della piazza S.Antonino è quindi strettamente legata all omonimo borgo; in essa era riconosciuto il luogo d attività collettive legate sia al commercio (mercati e fiere) che alla vita pubblica e religiosa, facendone non più elemento di risulta ma ordinatore del reticolo viario dell isolato su cui insiste. Foto 03: La basilica di Sant Antonino, la piazza e gli isolati circostanti in una pianta prospettica del Il periodo rinascimentale è caratterizzato dal dibattito achitettonicourbanistico della città ideale nel quale il tema della piazza si afferma come evento architettonico legato alla presenza di un edificio-monumento dal quale costruire la scena urbana. Fino alla fine del Quattrocento la città conserva il visconteo recinto di mura interne (via Garibaldi, del Cavalletto, Mentana, Mandelli, San Marco, Romagnosi, Carducci, Frasi e Sant Antonino) alla quale successivamente in quegli anni, andranno ad aggiungersi bastioni, fortificazioni ed il castello. L età barocca, con l avvento della famiglia dei Farnese e dei Borbone, vede come sua massima espressione il palazzo nobiliare. Questo rispetto al modello rinascimentale ora si apre verso l esterno, si appropria della città, dà vita a nuovi slarghi, nuovi prospetti a nuovi isolati. E nel corso del Sei Settecento che piazza S.Antonino si qualifica in virtù dei monumenti innalzati ex novo o ristrutturati. I palazzi e le residenze dei conti Marazzani Visconti, Zanardi Landi ed Anguissola di Cimafava delimitano ora il profilo irregolare della piazza, mentre nelle vicinanze quelle degli Scotti da Vigoleno (piazzetta Tempio), degli Scotti da Sarmato (via S. Siro), dei Malvicini Fontana da Nibbiano (via Verdi), dei Landi Pietra (demolito) e degli Scotti di S.Giorgio ne fanno uno dei quartieri più ricchi della città. Alla piazza pubblica si contrappongono una molteplicità di piccole piazze private ricavate all interno dei cortili d onore dei palazzi sempre più luoghi per riunioni o feste. Relazione storica 3
4 Foto 04: Planimetria della Piazza di Sant Antonino (catasto napoleonico). In questo nuovo assetto, la basilica di S.Antonino assume un ruolo minore, come di cappella nobiliare. L austera eleganza architettonica della piazza, delineata dai prospetti dei palazzi gentilizi e dall imponenza della basilica, è riconosciuta quale paradigma di riferimento per tutti gli interventi che riguardano la piazza ed i suoi dintorni, riservando sfarzo e decori esclusivamente negli interni. La costruzione del teatro Municipale (foto 05), edificato nel 1804 sul luogo dove sorgeva il palazzo dei conti Landi Pietra e su progetto di Lotario Tomba, promuove a ruolo monumentale la piazza, fino ad allora non ricompresa nei percorsi di cerimonia, facendone un polo alternativo a quello del Duomo. Foto 05: Lotario Tomba, sezione e prospetto del teatro Municipale Piazza S.Antonino subisce nell arco di tutto il XIX secolo grandi trasformazioni: nel 1804 si costruisce il teatro Municipale e conseguentemente si rettifica la via Verdi (1861), si restaura la chiesa di S.Antonino e nel 1911 si Relazione storica 4
5 erige la Banca Cattolica di Sant Antonino (palazzo che riprende le fattezze di quello dei Diamanti a Ferrara). Nel 1865 una delibera consigliare suddivide i percorsi della città in tre categorie, stabilendo una gerarchia dei tracciati urbani (foto 06); S.Antonino rientra nella prima categoria grazie alla presenza non solo della basilica ma anche e soprattutto della nuova fabbrica del teatro Municipale. In essa gli interventi sono finalizzati ad ottenere uno spazio rappresentativo della città. Foto 06: Planimetria di Piacenza (1834) con l individuazione dei tracciati delle strade di prima categoria (azzurre), di seconda (arancioni) e di terza (senza colore). Gli strumenti urbanistici dei primi anni del 1900, definiscono linee programmatiche nelle quali piazze e monumenti giocano un ruolo primario: l isolamento dei fabbricati e l utilizzo del verde sono la soluzione alla volontà di valorizzazione di tali luoghi. Anche per il complesso di Sant Antonino uno studio promosso da G.Manfredi proponeva la creazione di un sistema piazza-chiostro, in cui il portico fungeva da collegamento fra lo spazio a verde, interno all antico chiostro e la piazza stessa. Relazione storica 5
6 Foto 07: Disegno di G.Manfredi per il progetto di riqualificazione dell area di piazza Sant Antonino. Relazione storica 6
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