Nell ambito del SSN si hanno 3 tipologie di presidi ospedalieri

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1 Nell ambito del SSN si hanno 3 tipologie di presidi ospedalieri Presidi ospedalieri appartenenti a ASL Pres. Osp. diventati Aziende Ospedaliere Presidi Equiparati a osp. pubblici: gestiti da Organi Religiosi o Cavallereschi

2 perché un ospedale possa diventare azienda i) deve avere unità operative di Alta Specialità (oltre a specialità di base come Ginecologia, Cardiologia, Chirurgia Generale e Medicina Generale): cardiochirurgia, neurochirurgia, medicina nucleare, emodinamica, terapia intensiva, centro trapianti. ii) specialità di base nel cui ambito offrono prestazioni di Alta Complessità: ogni prestazione ha un peso nazionale; ogni prestazione erogata deve avere un peso medio almeno superiore al 20% della media della Regione (ad esempio non può fare tutte appendicectomie ma deve fare anche interventi di carcinoma)

3 perché un ospedale possa diventare azienda iii) deve avere un DEA (Dipartimento di Emergenza) di secondo livello iv) elevata mobilità: attirare i pazienti da tutta Italia v) altre caratteristiche non fondamentali (disponibilità di un proprio patrimonio immobiliare adeguato e sufficiente per consentire lo svolgimento delle attività istituzionali di tutela della salute e di erogazione di prestazioni sanitarie; ruolo di ospedale di riferimento in programmi integrati di assistenza su base regionale e interregionale, così come previsto dal Piano sanitario regionale ed in considerazione della mobilità infraregionale e della frequenza dei trasferimenti da presidi ospedalieri regionali di minore complessità; )

4 La Bindi nel 99 ha imposto l Organizzazione Dipartimentale: ogni unità operativa deve fare parte di Dipartimento/i; ogni ASL e ogni ASO deve organizzarsi in dipartimenti. Questi in realtà sono nati nel 69 (era consigliato organizzarsi in Dipartimenti), quando c era ancora l epoca mutualistica, ma sono diventati obbligatori nel 99, secondo l art. 17 bis della 229.

5 Il Dipartimento Il Dipartimento può essere definito come una aggregazione di unità operative ciascuna delle quali mantiene l autonomia professionale ma che sono aggregate per adottare un comportamento comune nei confronti del trattamento del paziente.

6 I Dipartimenti possono essere letti/definiti/ qualificati secondo 5 criteri di lettura Per Tipologia di Accorpamento delle unità operative (sottocriteri) Per Profilo istituzionale (se è aziendale o interaziendale) Per Ubicazione delle unità operative (territoriale, ospedaliero, transmurale) Per Consistenza di aggregazione (se è funzionale o strutturale) Per Tipo di governo (se il Dir. di Dip. o il Comitato è forte gerarca o se è debole coordinatore)

7 1) il primo criterio di lettura: quello secondo cui sono accorpate le unità operative 1.1 Primo criterio di accorpamento delle unità operative: per area nosologica, in riferimento alla stessa tipologia di malattia. Nell ambito del presidio ospedaliero: se ho una chirurgia generale, un oncologia e una radioterapia, se accorpo queste 3 unità operative, e faccio il Dipartiemnto oncologico, questo Dipartimento è stato aggregato in funzione di chi tratta quella malattia 1.2 Per area specialistica: a) in senso vero ad es. Dipartimento dell area chirurgica in cui Dir. Gen. Accorpa tutte le discipline unità operative a valenza chirurgica, come chirurgia, urologia, ginecologia, ortopedia tutte accorpate in un unico Dipartimento; come anche il criterio di area diagnostica in stessa logica: laboratorio analisi, radiologia, medicina nucleare, anatomia patologica; b) in senso stretto: di Specialità: in quelle ASL dove 2 Presidi Ospedalieri: in quali rispettivamente ho Ginecologia 1 e 2 accorpate quindi tutte e 2 nel dipartimento ginecologico.

8 1) il primo criterio di lettura: quello secondo cui sono accorpate le unità operative 1.3 Criterio per organo o apparato e aggrego tutte le unità operative che trattano le patologie relative a quell organo o apparato: ad esempio il dipartimento di Gastro enterologia 1.4 Criterio delle classi di età di aggregazione delle unità operative che trattano tutte le patologie relativamente a qualunque organo ma solo in riferimento a una fascia di età di popolazione: Dipartimento materno infantile (da 9 mesi (al concepimento) a 18 anni). 1.5 Criterio delle intensità delle cure. Ad esempio logica di aggregazione per il dipartimento di Emergenza: l intensità è letta o come intensità (acuzie o post-acuzie) o come livello di emergenza con cui sono erogate le cure.

9 2) Il secondo criterio con cui leggere i dipartimenti è quello che va sotto il nome di Profilo Istituzionale: guarda ai dip. secondo il numero di aziende sanitarie coinvolte. Ci possono essere dip. interaziendali che aggregano unità operative di aziende diverse. es. dip. di salute mentale: deve avere al suo interno un reparto di psichiatria Un dipartimento aziendale mette insieme unità operative di stessa azienda ma di presidi diversi. Un dipartimento interaziendale invece aggrega unità operative di aziende diverse: ad esempio il Dipartimento di Salute Mentale, che deve avere al suo interno il Reparto di Psichiatria di una AO

10 3) Il terzo modo di leggere i dipartimenti guarda a dove sono allocate le unità operative (Collocazione delle unità operative): si possono avere dip. ospedalieri se costituiti solo da unità operative ospedaliere anche di presidi diversi anche appartenenti a aziende diverse (ma pur sempre dell ospedale). E si possono avere dipartimenti territoriali aggregano unità operative che lavorano sul territorio: nei distretti ho un SerT e i SerT sono aggregati in un unico dip. chiamato dip. delle tossicodipendenze; per ogni distretto ad esempio ho un suo SerT che afferisce al Dipartimento di Tossicodipendenze. Il terzo tipo di Dip. è quello misto detto transmurale: accorpa unità operative del territorio e dell ospedale

11 4) Quarta logica organizzativaè secondo la consistenza di aggregazioni: dip Strutturale e dip Funzionale Dipartimento Strutturale è quello in cui le unità operative che lo compongono mettono in comune almeno una risorsa (la caposala, il blocco operatorio, lo staff infermieristico, i posti letto, una o più risorse che diventano del dipartimento (non più della singola unità operativa) e sono gestite dal capo dipartimento che è uno dei due o più primari delle UO che compongono il Dipartimento

12 Nel Diparimento Funzionale si accorpa senza mettere alcunché in comune (ma vengono accorpate ad esempio le due chirurgie 1 e 2 per raggiungere un obiettivo comune senza condividere alcuna risorsa). Nota: La norma dice che ogni unità operativa fa parte di un solo dipartimento strutturale ma può appartenere a più dipartimenti funzionali.

13 5) Quinto criterio: la forza del governo Chi governa il dipartimento? Il direttore di dip. e/o il comitato di dip.! Direttore di dip.: uno dei primari delle unità operative che lo compongono secondo la 229 ma somma le due cariche (direttore di dipartimento e dirigente di struttura complessa). Alle Regioni la 229 demanda il compito di stabilire cosa fa il direttore, cosa fa il comitato di dip. e da chi è composto quest ultimo

14 5) Quinto criterio: la forza del governo Le Regioni hanno normato in modo non omogeneo: alcune Regioni hanno preso alla lettera la definizione di dip. ritenuto una somma di unità operative e pertanto chi decide è un comitato di dip. in cui devono esserci i primari delle unità operative che lo compongono altre Regioni, come ad esempio il Piemonte, hanno assegnato il governo al direttore che decide e il comitato propone o è consultato (organo propositivo o consultivo mentre decide il direttore di dip.): in questo caso il comitato è costituito da primari e da rappresentanti di varie figure professionali: logopedista, dietista, infermiere, tecnico

15 L organizzazione dei dipartimenti rientra nell autonomia dell azienda. In ogni dipartimento può inserire poche o tante unità operative. Ma 4 Dipartimenti devono esistere per forza di cose: DSM Dip Salute Mentale (introdotto nel 94, DPR 7 aprile 1994) Dip.Emergenza Sanitaria Dip.Materno Infantile Dip.Prevenzione (unico dei 4 previsto dalla 229)

16 Il Dip. Salute Mentale nasce con decreto del Presidente della Repubblica, che stabilisce che in ogni ASL deve esistere questo dip che deve avere come organizzazione minima: - centro salute mentale - servizio psichiatrico diagnosi e cura - strutture semiresidenziali (Day Hospital e Centro diurno)

17 Il Dip Emergenza secondo dipartimento introdotto nel 96 presente in aziende con presidio ospedaliero: Dip. Emergenza Accettazione (DEA), previsto in duplice forma: di primo livello di secondo livello Quello di primo livello si caratterizza per il fatto che presuppone che nel presidio ospedaliero di riferimento in cui è collocato sono presenti specialità di base (laboratorio analisi, radiologia, cardiologia, Anat. Pat., ortopedia, ) cioè quelle specialità che permettono di fare la diagnosi e accoglie pazienti che non hanno un elevato livello di emergenza.

18 Invece il DEA di secondo livello presuppone nel presidio ospedaliero la presenza delle più alte Specialità: emodinamica, medicina nucleare non solo la radiologia, neurochirurgia, laboratorio analisi che fanno certi tipi di prestazioni oltre a quelli di base, centro traumatologico, cardiochirurgia, Il DEA di II livello è tarato per una popolazione di oltre abitanti: è sovrazonale, sovraasl. Il DEA di II livello è sempre presente nelle ASO (uno dei requisiti per essere ASO è di avere un DEA di secondo livello) ma può essere presente anche in una ASL.

19 Il Dip Materno Infantile nasce nel 94. Obbligatorio in ogni ASL e ne esiste uno per ogni ASL. Dà supporto assistenziale e sociale a fascia di popolazione infantile e materna. Il DPR 94 stabilisce che questo deve essere l aggregazione di unità operative del distretto (pediatra di libera scelta, consultori) cioè territoriali e di unità operative ospedaliere (unità operative di neonatologia, pediatria, ginecologia, neuropsichiatria). Sempre aziendale (mai interaziendale) per definizione transmurale perché mette insieme territorio e presidio ospedaliero. Ha una logica di aggregazione per fasce di età. La valenza di questo dip è che essendo obbligatori di legge i consultori di comunità supporta madri tossicodipendenti, psichiche, socio-economicamente disagiate.

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