0-013 disgregazione del rivestimento
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- Fabiano Petrucci
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1 0-013 disgregazione del rivestimento DISGREGAZIONE DEL RIVESTIMENTO ESTERNO IN MATERIALE POROSO (PIETRA NATURALE O ARTIFICIALE) PER APPORTI IDRICI DA SUPERFICI ORIZZONTALI Quasi mai, quando si formano delle efflorescenze o delle criptoefflorescenze, su di una facciata, non si verificano altri effetti. Nella maggior parte dei casi, il trasporto di sali non si limita ad interessare la superficie esterna e la formazione di precipitati interessa l interno della struttura porosa del materiale. Anche se si tratta di sali innocui, ovvero ragionevolmente inerti nei confronti dei materiali che li ospitano, alcuni di questi cristallizzano inglobando diverse molecole d acqua e, così facendo, aumentano di molto il loro volume. Questo è uno dei motivi per i quali il trasporto d acqua all interno dei materiali porosi è spesso altamente distruttivo, anche se il processo si sviluppa secondo tempi anche molto lunghi. L immagine in figura è caratterizzata da dei deboli aloni biancastri poco al di sopra e al di sotto delle fasce in laterizio faccia a vista e delle scanalature orizzontali di ornato. In entrambi i casi, benché non si possa parlare di casi patologici (è abbastanza evidente che l edificio, presumibilmente dell inizio del secolo scorso, non è stato oggetto di recenti interventi di manutenzione), è in atto un meccanismo di alterazione legato al trasporto di sali causato dall assorbimento idrico differenziato, proprio in corrispondenza della fascia facciaivista e della scanalatura. In entrambi i casi (ma per ragioni diverse: la fascia in laterizio faccia a vista è caratterizzata da una maggiore porosità ed un maggiore assorbimento idrico, la scanalatura, invece, genera un maggior ristagno in corrispondenza della pur modesta porzione orizzontale), l apporto idrico sposta sali solubili verso le zone più asciutte (quelle che assorbono meno), dove questi si depositano attivando il processo di polverizzazione degli intonaci. Premesso che lo stato della facciata dell edificio in oggetto è modesto, considerata la sua evidente età, da un analisi chimica delle formazioni biancastre, conosciuta la tipologia di sali che si formano, si può comprendere quanto il degrado sia dovuto all interazione meccanica tra il sale e la matrice porosa e quanto ad una modificazione chimica dei materiali che lo costituiscono. In particolare l evidenza della presenza di composti gessosi (solfati di calcio e magnesio) conferma l azione corrosiva di solfati. Il secondo motivo che genera la disgregazione o la polverizzazione del rivestimento (o della parete stessa, quando non vi è soluzione di continuità tra materiale di rivestimento e supporto in materiale poroso), è l azione dei solfati. Piogge acide (che contengono sufficienti quantità di anidridi solforose o solforiche in soluzione) o solfati (di potassio o sodio, per esempio, solubili) possono interagire con i componenti della struttura delle pietre naturali o degli intonaci (l allumina, la calcite e la magnesite ) trasformandoli in solfati o solfoalluminati, sali debolmente solubili che hanno la caratteristica di formare cristalli pluri idrati, aumentando di gran lunga il volume delle parti solide e producendo effetti disastrosi in termini di degrado per polverizzazione dei materiali porosi.
2 La disgregazione dell intonaco di finitura è evidentemente causata dal ristagno d acqua in corrispondenza della modanatura orizzontale, in entrambi i casi, in pietra naturale. Nel primo caso l intonaco si sbriciola solamente, nel secondo, oltre alla polverizzazione diffusa, si formano distacchi evidenti di strati o lamine di intonaco. Si consideri, infine, che, spesso, la polverizzazione del rivestimento, specie per gli intonaci, si presenta in concomitanza con altre anomalie quali l esfoliazione della pitturazione (soprattutto se questa è del tipo a pellicola sintetica, vedi MdG ) o di strati di intonaco che posseggono caratteristiche meccaniche, di diffusione del vapore e di assorbimento idrico sensibilmente diverse dal supporto.
3 A sinistra, edificio realizzato recentemente, utilizzando un intonaco isolante realizzato con alleggerimenti sintetici, rivestimento che possiamo considerare particolarmente sensibile all acqua. La colorazione evidenzia la posizione in cui l acqua viene assorbita di più sulla facciata, durante una pioggia. A destra, edificio recentemente oggetto di un intervento di reintonacatura e ridipintura delle facciate: i fenomeni di alterazione attivi confermano che l intervento di manutenzione non ha eliminato i problemi che lo avevano portato nelle condizioni di degrado. La lesena in figura è realizzata in pietra naturale (arenaria), a rinforzo dei setti murari dell edificio, un ambiente unico di grande altezza, coperto con ampie capriate, a integrazione della resistenza meccanica della muratura in laterizio. Il primo concio di pietra al di sopra dell allargamento dell attacco a terra, si trova in un avanzato stato di degrado, a differenza di quello sottostante e di quello superiore. Gli effetti del processo di degrado (l esfoliazione e la polverizzazione della pietra) si concentrano in corrispondenza della riduzione della sezione, dove la superficie d appoggio permette all acqua meteorica di penetrare all interno del giunto ed attivare meccanismi di degrado che possono essere imputati sia all azione meccanica e chimica dei sali, sia a quella del gelo.
4 Avanzato stato di degrado del rivestimento in intonaco di un pilastro in muratura. L intonaco, che simula lastre in pietra è stato realizzato con malte di qualità modesta e, probabilmente, contenenti abbondanti sali di varia origine, che non mantengono l assorbimento idrico entro valori sostenibili per un opera di esposta all ambiente esterno come quella in figura. La pioggia è assorbita in corrispondenza del finto giunto tra le lastre nonostante la pendenza di tale giunto e l acqua assorbita attiva processi di trasporto dei sali che disgregano l intonaco ed esfoliano gli strati superficiali.
5 La pensilina che ripara l ingresso di questa casa popolare milanese della prima metà del secolo XX non è stata realizzata in maniera tale da impedire che l acqua raccolta (espulsa attraverso i due piccoli troppopieno che si intravedono sui lati) non infiltri anche nella parete perimetrale in cui si incastra e attivi un processo di polverizzazione dell intonaco ed esfoliazione della pittura di rivestimento. Effetti della risalita capillare sulla finitura esterna di un edificio: in entrambe le immagini, oltre alla disgregazione dell intonaco, si possono notare gli effetti di una modesta delaminazione o esfoliazione delle pitture.
6 Due altri casi di effetti della risalita capillare dal terreno: a sinistra, i sali si formano al di sopra del rivestimento (impermeabile e sciarpa) a destra le cripto efflorescenze, sufficientemente uniformi da produrre il distacco completo per esfoliazione della pittura acrilica, per poi concentrarsi in prossimità delle fessure presenti nella malta sottostante, che attraversano il sottile strato di rasatura realizzato recentemente. Le cripto efflorescenze possono essere devastanti. In entrambe le figure sopra, esse disgregano gli intonaci di rivestimento ed esfoliano la pittura utilizzata per loro protezione. Nell immagine di sinistra il degrado si concentra in corrispondenza delle cavillature del supporto (il vecchio intonaco originale).
7 Immagini tratta da DAMAGEATLAS: nel primo caso la polverizzazione interessa i laterizi ed è causata dal deposito di sali nel secondo, invece, è la malta dei giunti tra i mattoni a degradare, per l esposizione diretta all acqua che asporta, in quantità minime, il legante» [ erosion, p.57]. Immagine tratta da GIACALONE 1997, «singolare esempio di patologia dovuta ad umiità di risalita: l acqua di stravento si incanala nella scanalatura dell arco, fermandosi in corrispondenza del pulvino. Da lì inizia la risalita per capillarità, favorita dalla porosità del laterizio e della malta» [Fig di pag.73].
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