Le donne nell economia savonese

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1 Titolo PROVINCIA DI SAVONA SETTORE POLITICHE LAVORO E SOCIALI OSSERVATORIO DEL MERCATO DEL LAVORO DELLA PROVINCIA DI SAVONA Le donne nell economia savonese Novembre

2 L osservazione ed il monitoraggio effettuato su dati oggettivi da fonti ufficiali afferenti le caratteristiche sociali ed economiche dell economia provinciale ha consentito di effettuare alcune riflessioni circa il ruolo assunto dalle donne nei mutamenti economici e sociali della provincia di Savona. La base di partenza è rappresentata dall osservazione della variabile popolazione, modificazioni rilevanti ai fini della comprensione dei mutamenti verificatesi in tutte le altre variabili del sistema economico di riferimento. Nel 2001 si contano in provincia di Savona residenti di cui il 52,72% di sesso femminile. Com è noto la provincia di Savona è interessata a partire dalla seconda metà degli anni 70 da un processo di depauperamento demografico, processo che è continuato anche nel corso degli anni 90 facendo registrare fra il 1991 ed il 2001 una decurtazione del numero dei residenti pari al 10,8%. La diminuzione della popolazione ha, ovviamente interessato anche la componente femminile con una perdita percentuale, sempre nello stesso periodo, pari al 4,5%, valore inferiore rispetto alla variazione negativa registrata in quella maschile, pari a -5,2%. 2

3 Provincia di Savona. Andam enti della popolazione residente. Periodo E ampiamente noto che la diminuzione della popolazione è da imputare alla presenza di bassi tassi di natalità congiuntamente ad elevati tassi di mortalità in presenza di flussi migratori (da e per gli altri comuni e da e/o l estero) positivi, ma decisamente esigui tali da non riuscire a controbilanciare nel corso degli anni la negatività del saldo naturale. Se le donne sono più numerose e se la loro diminuzione è avvenuta in maniera meno consistente, la motivazione risiede nella presenza di saldi naturali meno negativi determinati da un tasso di mortalità meno elevato, come confermano i dati relativi alla popolazione in età 65 anni ed oltre che è per oltre il 60% femminile; inoltre le donne aumentano la loro incidenza sulla popolazione con l aumentare dell età: così se nella fascia di età dai 65 ai 74 anni su 100 anziani 55 sono donne, fra i 75 e gli 84 anni quasi 63 appartengono al sesso femminile e dopo gli 85 anni se ne contano oltre 71. La maggiore longevità delle donne rispetto a quella degli uomini appare, quindi, evidente e la speranza di vita di una donna a sessantacinqueanni di età è del 20,31 contro i 15,94 degli uomini. Un esercizio di proiezione della popolazione residente per sesso al 2024 consente di evidenziare come a quella data le donne savonesi continueranno a rappresentare la componente più numerosa della popolazione savonese: quasi unità contro le di sesso maschile. 3

4 Il decremento della popolazione continua a manifestarsi con particolare intensità nel Savonese in cui si registra complessivamente un 7,32%, anche nel Finalese si registra una diminuzione rilevante (-5,64%), mentre nell Albenganese lo stock dei residenti risulta sostanzialmente stabile (+0,57%). A perdere popolazione sono quasi tutti i comuni localizzati lungo l arco costiero provinciale, con solo tre eccezioni Albenga, Andora, Bergeggi; per contro aumentano i residenti in buona parte dei comuni dell entroterra con eccezione dei comuni della Valle Bormida che registrano, con poche eccezioni (Comuni di Cosseria, Mallare e Plodio) diminuzioni della popolazione. L osservazione dell entità della diminuzione della popolazione per sesso e per comune consente di verificare come, generalmente, laddove sussiste un decremento della popolazione femminile si verifica altresì una contrazione, mediamente in misura maggiore, della popolazione maschile. Per contro i comuni che hanno fatto registrare fra il 1991 ed il 2001 un incremento della popolazione complessiva, l aumento della popolazione femminile risulta inferiore rispetto a quella maschile. In sintesi la minore contrazione della popolazione femminile savonese sembra determinata più che da aumenti anomali verificatesi in alcuni comuni, da diminuzioni che risultano più contenute rispetto alla variazioni negative registrate nella componente maschile. 4

5 Var% positive popolazione residente per sesso e per comune. Periodo Vado Ligure Carcare Dego Pallare Albenga Calizzano Balestrino Pontinvrea Andora Giustenice Mallare Urbe Cosseria Rialto Castelbianco Calice Ligure Cisano sul Neva Ortovero Boissano Stella Bergeggi Toirano Stellanello Tovo San Giacomo Villanova Vendone Arnasco Garlenda Vezzi Portio Magliolo -5,00 0,00 5,00 10,00 15,00 20,00 25,00 30,00 35,00 var%f var%m Continua, inoltre, lo spopolamento del capoluogo provinciale che fa registrare 10,8%, decurtazione che risulta in linea con quanto si verifica negli altri capoluoghi provinciali (Genova 11,1%), La Spezia (-10,3%). 5

6 Graduatoria % delle var% negative della popolaz. fem m inile per com une. Periodo Spotorno Massimino Nasino Erli Giusvalla Cengio Castelvecchio di Mioglia Savona Bormida Pietra Ligure Altare Zuccarello Bardineto Laigueglia Casanova Borgio Verezzi Alassio Osiglia Finale Ligure Albisola Superiore Loano Millesimo Varazze Onzo Borghetto Santo Sassello Albissola Marina Plodio Cairo Montenotte Quiliano Roccavignale Noli Testico Murialdo Piana Crixia Celle Ligure Orco Feglino Ceriale var% F Var% M La diminuzione del tasso di natalità e l elevato tasso di mortalità congiunti a flussi migratori da e per altri comuni e/o da e per l estero continuano a produrre modifiche nella struttura della popolazione, modifiche ascrivibili ad una progressiva diminuzione della popolazione in età giovanile ed ad un aumento della popolazione anziana. I dati consento di effettuare un confronto fra la struttura della popolazione al 1991 ed al 1999 (ultimo dato fino ad ora disponibile). Così fatto 100 la popolazione residente nel 1991 si contavano 10 individui in età 0-14 anni, 68 in età anni e 21 con oltre 65 anni di età; nel 1999 su 100 individui, 10 sono quelli compresi fra 0-14 anni, 65 quelli fra 15 e 64 anni e salgono a 25 quelli con oltre 65 anni di età. L osservazione dell incidenza percentuale femminile in tali macro classi di età sul totale della popolazione evidenzia come fra i soggetti residenti in età 0-14 anni le donne rappresentino ben il 48,7%, nella classe di età centrale il loro peso aumenta al 50,39% e fra i soggetti in età oltre 65 anni tale incidenza sale al 59,8%. 6

7 Se l involuzione demografica ed il suo progressivo invecchiamento rappresentano le dimensioni con cui si esplicita la popolazione Savonese, la progressiva parcelizzazzione delle famiglie rappresenta il terzo macro fattore caratterizzante le performance della struttura demografica savonese. Il numero delle famiglie costituitisi fra il 1991 ed il 2001 aumenta del 4% e diminuisce quello del numero dei relativi componenti (- 4,7%): il risultato è, dunque, una diminuzione del numero medio dei componenti per famiglia che passano da 2,3 nel 1991 a 2,1 nel 2001, valori che risultano entrambi inferiori alla media regionale. Fino all introduzione ed all applicazione della riforma dei cicli scolastici il progressivo decremento della popolazione in età giovanile aveva indotto a contrazioni nella popolazione scolastica. In particolare se la popolazione scolastica del primo ciclo aveva fatto registrare, nel corso della seconda metà degli anni 90, un aumento in conseguenza di un lieve aumento del tasso di natalità provinciale, il numero degli alunni delle scuole medie inferiori si contraevano ed anche quelli delle scuole medie superiori, nonostante l elevato tasso di prosecuzione agli studi, (88,6% nel 1999) registravano performance negative. L applicazione della riforma dei cicli scolastici (D. Lgs 257/00) ha, inevitabilmente indotto ad un aumento del numero di iscrizioni nelle scuole medie superiore determinato dall obbligarietà della prosecuzione agli studi che ha, quindi, bilanciato, la negatività delle performance demografiche. Nel complesso la consistenza dei flussi scolastici delle scuole medie superiori risulta, nel corso degli ultimi tre anni scolastici, in crescita (+5,8%) passando da 8715 unità iscritte nell anno scolastico 1999/2000 a 9228 unità iscritte nell anno scolastico 2002/2003. A riprova di ciò si verifica, infatti, un incremento nel numero delle iscrizioni alle classi I, II, III, IV pari rispettivamente a 4,9%, 10,35%, 7,99%,0,97%. Il mercato del lavoro provinciale evidenzia delle profonde modificazione nel corso degli ultimi anni. Le analisi di tipo quantitativo condotte sia sugli aspetti dinamici che su quelli strutturali sono state effettuate prendendo in considerazione diverse fonti di dati, alcune proprie dell Amministrazione Provinciale ed altre di soggetti istituzionali, quali Inps ed Istat. Da una lettura sintetica dei dati afferenti le fonti suaccennate emerge l evidenza di un progressivo miglioramento del mercato del lavoro provinciale. Lo testimoniano, infatti, sia i dati di fonte Inps, relativi all occupazione dipendente ed indipendente sia quelli di fonte 7

8 Istat: nel corso degli ultimi anni i trend occupazionali risultano positivi. Secondo Inps l occupazione dipendente passa da unità nel 2000 a unità nel 2001, con una crescita percentuale del +4%, crescita che appare confermata anche fra il 2001 ed il dato rilevato nel mese di luglio 2002 che evidenzia un +3,1%. Inoltre l osservazione degli analoghi valori nell intervallo di tempo che va dal 1997 al 2001 evidenzia una crescita complessiva del +16,8% con tassi di incremento annuale tutti positivi. I dati forniti da Inps non consentono di evidenziare l andamento dell occupazione dipendente per sesso a livello provinciale; sono, invece, disponibili i trend dell occupazione dipendente per sesso nel periodo dal 1991 al 1997 per l intero territorio ligure, significativi per ipotizzare possibili performance per la provincia di Savona. In particolare supponendo per il nostro territorio la stessa ripartizione di genere per l occupazione dipendente si evince al 1997 un occupazione femminile pari al 32,82% dell occupazione dipendente complessiva rispetto al 28,91% rilevato nel 1991 con una crescita di quasi 4 punti percentuali nel periodo considerato. Anche l occupazione flessibile (gli iscritti alla gestione separata di Inps che esercitano attività di lavoro autonomo o parasubordinato) aumenta nel corso dell anno: i valori assoluti rilevati evidenziano una crescita complessiva del +7,11%, facendo registrare nel 2001 un numero di lavoratori parasubordinati pari a unità complessive sul territorio provinciale. In particolare sono gli iscritti con contratti di collaborazione coordinata e continuativa a far registrare i maggiori incrementi (+7,81%) rispetto ai professionisti (+3,78%). Occorre evidenziare che i dati relativi alla gestione separata di Inps più che indicare il numero reale dei soggetti occupati con contratti di lavoro flessibile, indicano le posizioni aperte nei confronti dell Istituto di Previdenza, indipendentemente se il soggetto è in quel momento in possesso di un rapporto contrattuale. Per tale tipologia di rapporto di lavoro i dati forniscono una distinzione di genere per il periodo 1996 e

9 Provincia di Savona. Iscritti lavoratori parasubordinati per sesso e per anno Maschi Femmine In sintesi emerge come la componente maschile sia più numerosa rispetto a quella femminile (45,1%). L osservazione delle consistenze numeriche per anno di iscrizione fa emergere l incremento più che proporzionale del numero di iscritte donne rispetto agli uomini nel corso del tempo (nel complesso +137,78% per le donne e +100,72% per gli uomini). L occupazione indipendente, costituita da artigiani e commercianti, registra nel corso dell anno una contrazione: nel complesso lavoravano nel 1999 sul territorio provinciale commercianti e artigiani; nel 2001 il numero dei commercianti diminuisce a unità (-2,86%) per effetto di una diminuzione del numero dei titolari e dei collaboratori famigliari ed anche gli artigiani evidenziano un segno negativo (-1,83%) per effetto di una contrazione del numero dei titolari e dei collaboratori famigliari. L incidenza dei lavoratori autonomi di sesso femminile è del 35,5% nel 2001 ed era del 36,4% nel Nel complesso fra il 1997 ed il 2001 i lavoratori autonomi di sesso maschile aumentano del 2,82% e diminuiscono quelli di sesso femminile (-1,30%). 9

10 Provincia di Savona. Lavoratori autonom i per sesso e per anno Donne Uomini Le modifiche suaccennate non hanno indotte a modifiche profonde nella struttura dell occupazione provinciale. Fatta 100 l occupazione nel 2000 sul territorio provinciale 56 sono i lavoratori dipendenti, 36 i lavoratori autonomi ed 8 i professionisti ed i collaboratori; nel 2001 aumentano di un solo punto l incidenza dei lavoratori dipendenti che passa, quindi, a 57 e diminuisce di un punto quella dei lavoratori autonomi che assume il peso di 35, mentre rimane invariata la quota percentuale dei professionisti e dei collaboratori. L aumento dell occupazione dipendente appare correlata, così come si rileva sempre dai dati Inps, ad un aumento del numero di imprese (+15,79%) evidenziando l elevata elasticità dell occupazione dipendente nei confronti del tessuto produttivo locale, in cui, cioè, le performance positive o negative delle imprese producono quasi immediatamente una dilatazione od una contrazione della base occupazionale dipendente. L osservazione delle dinamiche occupazionali per macro settore di attività economica consente di evidenziare performance positive nell industria manifatturiera, nel terziario e nell edilizia, anche se le intensità con cui si sono verificati, fra il 1997 ed il 2001, gli incrementi occupazionali sono diverse: così il comparto manifatturiero è quello che fa registrare i maggiori incrementi occupazionali (29,73%), seguito dall edilizia (16,23%) e dal terziario (8,87%). 10

11 Gli aumenti occupazionali nel manifatturiero si sono verificati principalmente nel metalmeccanico e nelle altre manifatture; nel terziario gli incrementi maggiori si registrano nel terziario, nei trasporti e nei servizi alle persona,e mentre diminuisce nel credito e nei servizi alle imprese. Nell edilizia l incremento registrato nelle imprese è di gran lunga superiore rispetto a quello evidenziato nell occupazione, a testimonianza del rapido proliferare delle aziende in tale comparto, ploriferazione che, secondo dati certi, si decurta in maniera rapida, dando origine ad una frequente alternanza di ingressi e di uscite di imprese dal comparto. Anche secondo i dati Istat rilevati attraverso le note Rilevazioni trimestrali della forza di lavoro si assiste, nel corso del tempo ad un miglioramento dei livelli occupazionali provinciali: il tasso di occupazione complessivo passa, infatti, da 43 rilevato nel 1993 a 43,7 rilevato nel 2001, con valori annuali che oscillano annualmente all interno di tale intervallo numerico. L aumento dell occupazione complessiva è il risultato di performance differenziate fra le due componenti di genere del mercato del lavoro: mentre, infatti, la componente maschile registra una complessiva diminuzione del tasso di occupazione che passa da un valore di 57,2 nel 1993 a 52,9 nel 2001, quella femminile fa, all opposto, registrare un miglioramento dello stesso con valori che passano da 30,4 nel 1993 a 35,5 nel 2001 evidenziando come fra il 1999 ed il 2001 si sia verificato il miglior andamento di crescita determinato sia da un aumento del numero di occupate che da una diminuzione della popolazione attiva. 11

12 provincia di Savona. Andam ento tasso di occupazione per sesso. Periodo tasso occupazione femminile tasso occupazione maschile L osservazione dei tassi di occupazione per classi di età evidenzia come il miglioramento si sia verificato in maniera particolare fra il 1999 ed il

13 provincia di Savona. tasso di occupazione fem inile per classi di età tasso occupazione femminile tasso occupazione femminile tasso occupazione femminile tasso occupazione femminile Da un lettura dei dati Istat la struttura occupazionale sembra spostarsi su due assi: la femminilizzazione dell occupazione provinciale e la terziarizzazione dell occupazione. L osservazione dei tassi di occupazione per settore di attività economica e per sesso consente di evidenziare la maggiore partecipazione femminile all occupazione nel terziario (commercio ed altro) rispetto a quella maschile 13

14 Provicnia di Savona. Occupati per settore di attività econom ica totale occupati - agricoltura totale occupati - tot industria totale occupati - trasformazione totale occupati - costruzioni totale occupati - tot altro totale occupati - commercio Le performance succitate consentono di evidenziare come la struttura occupazionale sembra spostarsi su due assi: la femminilizzazione dell occupazione provinciale e la terziarizzazione dell occupazione, evidente sia dal maggior ingresso femminile nel mercato del lavoro e dalla progressiva crescita di importanza dell occupazione terziaria sul totale dell economia, in parte determinata anche dal maggior ingresso femminile nel mondo del lavoro. 14

15 Provincia di Savona. Donne occupate per settore di attività econom ica. periodo totale femmine occupate - agricoltura totale femmine occupate - tot industria totale femmine occupate - trasformazione totale femmine occupate - costruzioni totale femmine occupate - tot altro totale femmine occupate - commercio 70 Le considerazioni fino ad ora effettuate trovano parziale rispondenza dall osservazione dei dati relativi agli iscritti alle liste di disoccupazione provinciale di fonte propria dell Amministrazione Provinciale. Il numero degli iscritti alle liste di disoccupazione appare, infatti, nel corso dell anno 2001, in crescita attestandosi a dicembre a unità. In realtà una tale entità di offerta di lavoro ha puramente un carattere fittizio, definendosi, infatti, come offerta nominale di lavoro che si distingue dall offerta reale per almeno tre considerazioni. La prima attiene all applicazione del cosidetto sistema misto di rilevazione e gestione amministrativa del numero dei disoccupati che, in attesa della piena applicazione dei disposti del D. Lgs 181/00, ha attualmente gonfiato lo stock dell offerta complessiva non procedendo, così come avveniva in passato, alla cancellazione annuale dei disoccupati per mancata conferma, ovvero di tutti quei soggetti che non sono realmente alla ricerca attiva di un occupazione. 15

16 Il secondo attiene alla crescita continua dell occupazione precaria, ovvero di quei soggetti che, pur essendo temporaneamente occupati (con contratti a part time inferiori alle venti ore settimanali o a tempo determinato inferiore ai quattro mesi) continuano a mantenere l iscrizione alla disoccupazione. Il terzo aspetto discende dall ampio ricorso alle forme contrattuali di rapporti di lavoro a tempo determinato effettuato dalle aziende locali dando origine a trend ciclici nelle performance disoccupazionali in connessione al carattere stagionale di alcune attività produttive con la conseguenza che a fine anno si registra un incremento disoccupazionale connesso al termine dei contratti di lavoro a tempo determinato. Pertanto la non cancellazione di quei soggetti che non sono alla ricerca attiva di un lavoro unitamente al mantenimento nelle liste di disoccupazione di quei soggetti temporaneamente occupati sia perchè ascrivibili alla categoria dei precari e sia anche perchè iscritti in maniera ciclica alle liste di disoccupazione, induce al sovradimensionamento dell offerta di lavoro provinciale, dando origine, appunto, ad un offerta di carattere nominale. Inoltre l elevata incidenza dell occupazione precaria produce effetti negativi sulla disoccupazione di lunga durata, nel senso di un aumento dell incidenza di coloro che stanziano nelle liste di disoccupazione per un periodo superiore all anno. Appare importante evidenziare come, a fronte di un aumento dello stock disoccupazionale, i dati di flusso, ovvero i nuovi ingressi mensili nella disoccupazione presentano, nel corso del 2001, valori mensili decisamente più contenuti rispetto a quelli rilevati nell anno precedente. Nel complesso l aumento dell occupazione complessiva in provincia di Savona trova la propria rispondenza in un minor numero di nuovi iscritti mensili alla disoccupazione. Più che nel numero della disoccupazione provinciale la lettura dei dati di stock fornisce, quindi, utili informazioni in merito alle caratteristiche strutturali dell offerta complessiva di lavoro. Così una lettura dei dati incrociati per condizione nella disoccupazione, per sesso, per classe di età, per qualifica di iscrizione alle liste di disoccupazione ha consentito di definire quelle che sono le dimensioni dell offerta di lavoro provinciale che possono venir così riassunte. In primo luogo la maggior parte dei soggetti iscritti alle liste è rappresentata da disoccupati con precedenza esperienza lavorativa: su 100 iscritti oltre 70 sono alla ricerca di nuova occupazione. Ciò anche in conseguenza del diffuso utilizzo di contratti a tempo 16

17 determinato che riversano nelle liste di disoccupazione, in maniera ciclica a seconda della stagionalità dei settori produttivi di riferimento, un afflusso di offerta di lavoro che ha alle spalle una precedenza esperienza lavorativa. Secondariamente risulta rilevante la partecipazione femminile all offerta di lavoro, resa manifesta da un incidenza percentuale di oltre il 60%. La componente femminile dell offerta di lavoro entra massicciamente nel mercato del lavoro nel corso degli anni 80 in conseguenza dei diffusi processi di scolarizzazione che non ha, però, trovato, in connessione alle performance negative dell economia locale che si stavano manifestando in quegli anni, una domanda di lavoro in grado di assorbire il maggior afflusso di offerta femminile. La terza dimensione dell offerta di lavoro è costituita dall affermarsi di un lento e continuo processo di invecchiamento dei disoccupati: cresce, infatti, progressivamente la percentuale degli ultratrentenni sul totale (59,17% sul totale), quale conseguenza non solo degli elevati tassi di scolarizzazione che inducono alla ricerca di un occupazione solo alla fine del ciclo scolastico, ma anche dell applicazione diffusa, come si è precedentemente accennato, dei contratti a tempo determinato che abbassano solo temporaneamente il numero dei disoccupati complessivi. Il tasso di scolarizzazione dell offerta di lavoro risulta nel complesso medio alto: la percentuale dei soggetti che hanno conseguito un diploma di scuola media superiore è del 32,4%. E tale incidenza di diplomati incide in termini di aspettative lavorative, facendo, cioè aumentare il numero di coloro che sarebbero disponibili a svolgere un attività di tipo impiegatizio. Ciò si traduce in uno sbilanciamento delle propensioni lavorative dell offerta di lavoro verso attività di tipo intellettuale a scapito di quelle manuali che peraltro sono quelle che, come emerge dall analisi dei dati relativi alla domanda di lavoro complessiva, vengono maggiormente richieste dal mercato di riferimento. Infine, per quanto riguarda le scelte di ingresso o reingresso nel mercato del lavoro, in termini di settori economici emerge l esistenza di una bipolarizzazzione degli iscritti in due categorie: quella del terziario e quella generica qualsiasi settore di attività economica. L elevato numero degli iscritti nel primo settore economico è da imputare alla dinamicità della domanda di lavoro che proviene proprio da tale settore, con particolare riferimento al comparto alberghiero ed al commercio. Più problematica risulta, invece, l interpretazione dei dati relativi all elevato numero dei disoccupati iscritti nella categoria dei non classificabili in alcun settore. Le riflessioni possibili sembrano essere almeno due. La prima connessa al fatto che le precedenti esperienza lavorative non sono state o non sono state percepite come formative inducendo il soggetto a rimettersi in gioco in qualsiasi attività lavorativa. La seconda induce a pensare in termini di flessibilità di un offerta di lavoro che pur di lavorare è disponibile a svolgere un attività in qualsiasi settore di attività economica. 17

18 In estrema sintesi dall osservazione dei numeri che quantificano la disoccupazione in provincia di Savona è possibile ricostruire il profilo del soggetto alla ricerca di un occupazione che è essenzialmente donna, di età superiore ai trent anni, ed ha conseguito un titolo di studio medio alto ed ha aspettative lavorative connesse a qualifiche impiegatizie generalmente in qualsiasi settore di attività economica. L osservazione dei dati afferenti le assunzioni effettuate dalle aziende locali ha consentito di indagare non solo la dinamica della domanda di lavoro registrata nel corso dell anno, ma anche di meglio comprendere le caratteristiche quanti-qualitative della domanda di lavoro effettuata dalle aziende che operano sul territorio provinciale. Il primo elemento informativo è rappresentato dal fatto che a fine dell anno scorso risultavano censite in provincia di Savona assunzioni. Il numero delle assunzioni è risultato oscillante nel corso dei dodici mesi in conseguenza della maggiore o minore dinamicità della domanda di lavoro stagionale. In particolare sono i mesi di Giugno e di Luglio quelli che evidenziano flessi positivi più elevati, ovvero i mesi in cui la richiesta di forza lavoro in campo turistico risulta maggiore. Inoltre il saldo fra le assunzioni e le cessazioni di rapporti di lavoro risulta positivo e pari a unità. La differenza fra assunzioni e cessazioni effettuate da aziende locali nei confronti dei lavoratori residenti nell area è stata positiva e pari a unità. Il tasso di copertura delle aziende locali, ovvero la quantità di offerta di lavoro assorbita dalle aziende che operano sul territorio provinciale, testimonia come una quota della stessa, mediamente attorno al 20%, sia residente al di fuori dell area provinciale. Tale percentuale di domanda soddisfatta da personale al di fuori dell area provinciale è da assimilare ad una domanda di lavoro di tipo frizionale, ovvero connaturata ai naturali gap di incontro fra domanda ed offerta di lavoro. In termini di forme contrattuali la domanda locale sembra prediligere il contratto a tempo determinato anche se l incidenza percentuale della forma contrattuale a tempo indeterminato sul totale risulta rilevante: 36,1% a tempo indeterminato contro il 50,2% a tempo determinato. La domanda di lavoro locale espressa nel corso del 2001 si è particolarmente rivolta verso figure professionali ad elevato contenuto manualistico ed a basso contenuto professionalizzante. Le figure professionali maggiormente richieste sono state, in ordine decrescente, quelle dell operatore generico di produzione, del bracciante agricolo, del commesso di vendita, del cameriere ai piani e di sala. I settori economici più dinamici dal punto di vista delle assunzioni sono stati quelli dell alberghiero e della ristorazione (26,29% delle assunzioni complessive), del commercio (14,54%), dei servizi alle imprese (12,62%). 18

19 Dal confronto delle caratteristiche dell offerta e della domanda di lavoro appare evidente l esistenza di un divario fra le aspettative e le esigenze della prima ed i requisiti della seconda. Ed il gap si configura sia carattere strutturale, ovvero connaturato alle caratteristiche della domanda e dell offerta di lavoro locale e sia di tipo frizionale, ovvero coesistente al mercato stesso. Il divario strutturale fra domanda ed offerta di lavoro appare evidente dal fatto che la prima si esprime con caratteristiche quantitative, qualitative e temporali diverse rispetto alla seconda. I numeri delle assunzioni, ancorchè elevati, risultano, però, inferiori alla disponibilità dell offerta e le qualifiche professionali richieste sono, generalmente, a basso valore professionalizzante ed ad elevata capacità manualistica ed, ancora i tempi della domanda sono caratterizzati da un elevata stagionalità. Per contro l offerta di lavoro evidenzia requisiti culturali (titolo di studio medio alto), professionali ed aspirazioni lavorative a maggiore contenuto professionalizzante con mansioni di tipo impiegatizio. Inoltre se la domanda di lavoro si connatura per un evidente carattere di flessibilità (concentrazione in un certo periodo dell anno, privilegio delle assunzioni a tempo determinato) è, però, altrettanto evidente la flessibilità assunta nel corso del tempo dall offerta la quale privilegia, rispetto alle proprie aspettative di intraprendere percorsi professionalizzanti ed adeguasti alla propria formazione nel mercato del lavoro, la possibile occupabilità in mestieri e mansioni non consoni, dimostrata anche dalla crescita continua dell occupazione precaria. Il gap frizionale, ovvero di natura fisiologica nel mercato del lavoro, appare evidente dal fatto che una quota parte della domanda e dell offerta locale (per entrambe circa il 20%) trova rispondenza al di fuori del proprio ambito di riferimento. Com è noto l universo disoccupazionale è rappresentato per la maggior parte da donne: su 100 iscritti a dicembre 2001, oltre 61 sono donne. Una breve analisi temporale condotta sui numeri della partecipazione femminile all offerta di lavoro condotta nel corso degli ultimi quindici anni ha consentito di evidenziare come la percentuale di donne disoccupate si sia sempre attestata su valori superiori al 50% in crescita progressiva nel corso degli anni, talchè tale incidenza a dicembre del 2001 si attesta sul 61%. L elevata partecipazione femminile all offerta di lavoro non può venir interamente spiegata dalla maggiore numerosità della forza lavoro femminile rispetto a quella maschile che, già nel 1998, faceva registrare 1000 unità in più. Appare, invece, più probabile ipotizzare un massiccio ingresso delle donne nel mercato del lavoro, avvenuto nel corso degli anni 80, in conseguenza anche degli elevati livelli di scolarizzazione che non ha, però, trovato in connessione alle performance negative dell economia locale che si stavano manifestando in quegli anni, una domanda di lavoro in grado di assorbire il maggior afflusso di offerta. 19

20 Nel mese di dicembre 2001 le donne complessivamente iscritte alle liste di disoccupazione erano pari a unità, pari al 60,7% degli iscritti totali. Rispetto ai dati rilevati nello stesso mese dell anno precedente si registra un incremento complessivo del 9,56%, valore che risulta superiore rispetto a quello registrato dalla componente maschile (+8,19%). La maggiore crescita della componente femminile rispetto a quella maschile non rappresenta l unico elemento di differenziazione fra le due componenti dell offerta di lavoro. L analisi dei dati ha consentito, infatti, di evidenziare come: al momento dell iscrizione alle liste di disoccupazione le donne dichiarano una predilizione per lo svolgimento di un attività di tipo impiegatizio: il 60,9% delle donne complessivamente iscritte a fronte del 43,6% dichiarato dalla componente maschile; l offerta di lavoro femminile presenta un età generalmente più elevata rispetto a quella maschile: le ultratrentenni rappresentano ben il 61,4% del totale delle iscritte a fronte del 57,5% registrato per gli ultratrentenni di sesso maschile; le donne disoccupate dichiarano, generalmente, un titolo di studio più elevato rispetto agli uomini: le diplomate sono il 27,3% delle iscritte complessive a fronte dell incidenza del 22,5% registrata per gli uomini; le laureata pesano sull offerta complessiva femminile per il 5,5% a fronte del 3,7% registrato per la componente maschile; l occupazione precaria, ovvero coloro che sono impiegati temporaneamente per un periodo di tempo inferiori ai quattro mesi o a part time non superiore alle 20 ore settimanali, è principalmente femminile (il 65,3% del totale) ed in particolare l occupazione precaria a part time è quasi esclusivamente femminile (83,2% del totale). Anche per quanto riguarda la domanda di lavoro proveniente dall insieme del sistema produttivo che si rivolge all area si notano delle difformità di genere. Così ad esempio il numero delle assunzioni complessive è decisamente superiore per la componente maschile (56% del totale) rispetto a quella femminile. Per contro la domanda di lavoro proveniente dalle aziende locali non sembra aver privilegiato la componente maschile dell offerta che registra, infatti, solo il 51% delle assunzioni complessive. Le donne vengono generalmente assunte con forme contrattuali a tempo determinato: il 53,51% delle assunzioni femminili, rispetto al 47,29% delle assunzioni maschili e la percentuale di contratti a tempo parziale risulta superiore per le donne (31,3% dei contratti complessivi) rispetto agli uomini (8,2% del totale). La componente femminile dell offerta di lavoro viene generalmente assunta nei seguenti settori economici: istruzione, sanità, industria abbigliamento, credito ed assicurazioni, pubblica amministrazione, alberghiero e ristorazione e commercio. Inoltre il maggior numero di assunzioni della componente femminile si verifica nell alberghiero ristorazione (30,28% del totale), servizi alle imprese (19,24%) e commercio (16,51%). La componente maschile trova, invece, un maggior assorbimento nel mercato del lavoro nel settore delle costruzioni (18,31%), dell alberghiero e ristorazione (17,23%) e nei servizi alle imprese (13,43%). 20

21 Anche i saldi fra assunzioni e cessazioni, pur essendo tutti positivi, sono maggiori per la componente maschile dell offerta rispetto a quella femminile: rispettivamente rispetto a Provincia di Savona. Saldi assunzioni e cessazioni per forme contrattuali e per sesso. Anno apprendistato 2 Contr. Form. Lavoro3 tempo determinato 4 tempo indeterminato maschi femmine totale 21

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