Giornata di Studio D.P.I. I DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE NEL MONDO DEL VOLONTARIATO DI PROTEZIONE CIVILE E DEL SOCCORSO

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1 Giornata di Studio D.P.I. I DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE NEL MONDO DEL VOLONTARIATO DI PROTEZIONE CIVILE E DEL SOCCORSO 20 dicembre 2010 CORSO DI FORMAZIONE PER VOLONTARI DI PROTEZIONE CIVILE C.C.V. Provincia di Milano Comune di Lainate (MI) Relatore: Gianluigi De Moliner

2 RISK MANAGEMENT RISK ENGINEERING SERVICE HDI - GERLING INDUSTRIE VERSICHERUNGS A.G. Dipartimento di Risk Management Ispettore Tecnico Risk Manager Analisi chimico-fisiche e batteriologiche Igiene alla produzione degli alimenti Zootecnia e zooiatria Prevenzione Incendio e sicurezza sul lavoro DIRETTORE TECNICO N.O.S. di Squadra Emergenza Operativa P.A

3 LA FORMAZIONE - INFORMAZIONE Perché sia Efficace : 2 Il docente e l associazione - gruppo comunale devono crederci. 2 I volontari devono partecipare alle lezioni attivamente 2 Investimento per l associazione di volontariato o per il Comune 2 Maggiore tutela per la sicurezza dei volontari e per gli stessi utenti 2 Affrontare la propria attività con una nuova filosofia.

4 Altera i rapporti umani Altera il comportamento umano PANICO Modifica la condizione di agibilità degli spazi Coinvolge più persone

5 ELENCO DI ALCUNE TIPOLOGIE DI EMERGENZE INCENDI IN GENERE ALLUVIONI - ALLAGAMENTI EVENTI ATMOSFERICI CROLLI DI FABBRICATI SOCCORSO SANITARIO IN GENERE TERREMOTI La cultura acquisita con esempi è duratura nel tempo

6 SITUAZIONI EMOTIVE Timore Paura Ansia REAZIONI ORGANISMO Accelerazione battiti cardiaci Difficoltà di respiro Vertigini

7 MANIFESTAZIONE DI PANICO Si invoca aiuto Si coinvolgono altre persone Predomina l istinto sulla razionalità D.P.I. COME SUPERARE IL PANICO Prepararsi alle situazioni di emergenza Stimolare la fiducia in sé - autocontrollarsi Reagire coinvolgendo gli altri Essere razionali

8 D.Lgs. 626/94 D.M. 10/03/98 D.Lgs. 81/08 Dlgs 106/ Disposizioni integrative e correttive AZIONE FORMATIVA PREVENZIONE INFORMAZIONE A TUTTI I LAVORATORI E AI PREPOSTI Ma anche ai volontari!

9 Perché le regole si devono rispettare??? Perché le Autorità ci sanzionano. Perché soddisfiamo qualcuno (genitori,moglie, marito, imprenditore, autorità, presidente, ecc.). Perché ci vogliamo apprezziamo la vita bene e

10

11 IL RISCHIO Conoscenza del suo profilo. Il profilo di rischio è la descrizione delle aree pericolose, dei danni eventualmente generati e generabili, per fornire un quadro preciso del fattore rischio. L individuazione dei rischi viene fatta essenzialmente attraverso colloqui con i Responsabili analisi degli scenari possibili esame di documentazione conoscenza delle tecnologie utilizzo di check list

12 I RISCHI che minacciano i volontari sono molteplici e variano in relazione dell evento. Si rende quindi necessario verificare a 360 e con una certa periodicità che le decisioni prese risultino sempre valide a distanza di tempo. SEQUENZA LOGICA DI ANALISI DEL RISCHIO 1. IDENTIFICAZIONE DEGLI EVENTI RISCHIOSI. 2. STIMA DELLA LORO FREQUENZA O PROBABILITA DI ACCADIMENTO. 3. VALUTAZIONE DELLE POSSIBILI CONSEGUENZE PER L UOMO

13 RISCHIO EVENTUALITA Il RISCHIO è direttamente proporzionale alla frequenza ed alla gravità delle conseguenze. La MAGNITUDO Grandezza che serve a rappresentare numericamente l entità di un sisma PREVENZIONE Se si tende a controllare la frequenza di accadimento PROTEZIONE Se si tende ad abbassare la gravità delle conseguenze (MAGNITUDO)

14 RISCHIO??? MAGNITUDO??? Frequenza di accadimento Alta o bassa frequenza di accadimento Gravità delle conseguenze Cosa può accadere Grandezza di alcuni fenomeni fisici; a seconda del contesto il termine assume diversi significati; es. un urto di 100 Kg e un urto di 1000 Kg.

15 CONOSCERE LE TECNOLOGIE E I RISCHI CONNESSI ALLA PROPRIA ATTIVITA DI VOLONTARIO Nessun professionista e/o lavoratore può chiamarsi fuori da tale importante conoscenza (dal medico.. al muratore).

16 LA FILOSOFIA DELLA PREVENZIONE E DELLA SICUREZZA, QUINDI ANCHE L UTILIZZO DEI D.P.I: DEVE ESSERE UNA MATURITA EUROPEA DELLA SOCIETA E NON LIMITARSI A RISPETTARE UN OBBLIGO DI LEGGE. VOLONTARIATO DEL SOCCORSO

17 RICORDARSI SEMPRE IGNORARE UN RISCHIO NON CI AIUTA AD EVITARLO, MA CI AIUTA A FARCI MALE E/O A FAR MALE AD ALTRI IN ASSOLUTA TRANQUILLITA PERICOLO

18 Quali sono i pericoli?

19 ATTIVITA DEI VOLONTARI

20 ATTENZIONE!

21 INFEZIONI

22 APPARECCHIATURE UTILIZZATE MAGGIORMENTE

23 Esempio di attività lavorativa svolta dai volontari

24 ATTIVITA DEI VOLONTARI

25 ATTIVITA DEI VOLONTARI

26 ATTIVITA DEI VOLONTARI

27 ATTIVITA DEI VOLONTARI

28 Decreto Legislativo 14 agosto 1996 n.494 Prescrizioni minime di sicurezza e di salute da attuare nei cantieri temporanei o mobili

29 MANI OCCHI VIE RESPIRATORIE GAMBE D.P.I. Dispositivi Individuali Di Protezione PIEDI TESTA ORECCHIE BRACCIA CORPO GENITALI

30 D.P.I. Con tale sigla si intendono i prodotti che hanno la funzione di salvaguardare l incolumità della persona che li indossa o comunque li porti con sé per l utilizzo, da rischi la sicurezza e per la salute. LA SALUTE E UN BENE PREZIOSO VIVRAI FELICE CONSERVALA

31 D.P.I. Con tale sigla si intendono i prodotti che hanno la funzione di salvaguardare la persona che l indossi o comunque li porti con sé, da rischi per la salute e la sicurezza Direttive della Comunità Europea sui Dispositivi di Protezione Individuale Dir. 89/686/CEE Armonizzazione delle leggi sui DPI* Dir. 89/656/CEE Utilizzo dei DPI nell ambiente di lavoro* Dlgs. 04/12/92 n. 475* e successive modifiche e integrazioni Dlgs. 19/09/94 n. 626 e successive modifiche e integrazioni D.M. 14/06/99 n. 450* e successive modifiche e integrazioni D.M. 2 maggio 2001 Individuazione e uso dei D.P.I. Dlgs. 00/00/08 n.81 Testo unico della sicurezza

32 IMPORTANTE SUI D.P.I. Fornitura ai lavoratori Manutenzione e pulizia Corretto utilizzo Obbligo di uso per rischi inevitabili. Adozione di misure igieniche per l utilizzo Formazione e addestramento.

33 IMPORTANTE SUI D.P.I. Istruzioni comprensibili ai lavoratori. Informazione preliminare sui tipi di rischio dai quali ciascun dispositivo protegge. Disponibilità in azienda dei documenti contenenti le informazioni su ogni dispositivo. Addestramento all utilizzo di D.P.I. di 3a categoria. Fornitura ai lavoratori di necessari e idonei D.P.I., sentito il responsabile del S.P.P. Cura, pulizia e divieto di modifiche.

34 CATEGORIE DI D.P.I. 1a categoria: D.P.I. di progettazione semplice destinati a salvaguardare la persona da rischi di danni fisici di lieve entità. 2a categoria: D.P.I. che non rientrano nelle altre due categorie. 3a categoria: D.P.I. di progettazione complessa destinati a salvaguardare da rischi di morte o di lesioni gravi e di carattere permanente.

35 AUTORESPIRATORE MASCHERA FILTRO

36 ABBIGLIAMENTO IDONEO

37 PROTEZIONE DELLA TESTA

38 PROTEZIONE OCCHI PROTEZIONI MANI PROTEZIONE UDITO

39 PROTEZIONE PIEDI ALTA VISIBILITA

40 IMBRACATURE

41 Piccoli suggerimenti e non esaurienti

42 Resistenza all'inquinamento batteriologico EN 374 Indumento alta visibilità EN 471 Indumento protettivo per motoseghisti e apicultura EN 381/5 Protezione da taglio EN Indumento protettivo per pronto intervento, incendio, boschivo, fonderia, saldatori e per propagazione limitata alla fiamma EN TABELLA PITTOGRAMMI E NORMATIVA SUGLI INDUMENTI esempi

43 NEGLIGENZE

44 ATTIVITA DEI VOLONTARI

45 QUEI TERRIBILI PRIMI MINUTI PER UN SOCCORRITORE Forse è meglio essere prudenti!

46 I D.P.I. DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE Ricordiamoci che i D.P.I. aiutano il soccorritore a prestare la propria opera nel tempo e in salute; se un soccorritore si vuole bene e vuole operare con professionalità verso chi necessita di aiuto, non deve ignorare i D.P.I LA FILOSOFIA DEVE ESSERE COERENTE CON L ATTIVITA CHE UN SOGGETTO SVOLGE E PERTANTO E MOLTO IMPORTANTE ANCHE IL MESSAGGIO CHE TRASMETTIAMO ALLA POPOLAZIONE NON POSSIAMO CHIAMARCI FUORI DA QUESTA FILOSOFIA

47 ASSOCIAZIONE di VOLONTARIATO ONLUS GRUPPO COMUNALE ATTENTA La prevenzione diventa il denominatore comune dell attività svolta. Tutti si impegnano a far crescere la piantina della filosofia della prevenzione. Un proporzionato impegno finanziario, un analisi dei rischi e un adeguata formazione, aiutano sicuramente i volontari e i responsabili, offrendo un servizio qualitativamente più valido al cittadino SUPERFICIALE Considerando che la normativa vigente non obbliga i volontari a certi adempimenti, si preferisce impegnare le finanze per acquistare attrezzature e mezzi. Eventualmente, si provvederà a soddisfare alcune carenze molto apparenti.

48 In caso di grave infortunio, oppure in caso di morte di un volontario, la Legge cosa dice???? Ogni evento viene valutato dai Giudici e pertanto si possono solamente dare dei suggerimenti da buon padre di famiglia, senza lasciare NULLA AL CASO

49 QUANDO UN VOLONTARIO SI SENTE FURBO OPPURE RAMBO D.P.I.

50

51

52 Imbracatura dei lavoratori Verifica pulizia Assistenza esterna Assistenza esterna

53 Spesso eliminare un RISCHIO non è possibile, ma sarà possibile limitarne le conseguenze. Questo è il nostro obiettivo importante!!

54 Grazie per l attenzione prestata a questa lezione; spero che questo mio impegno possa fattivamente aiutarvi nel vostro cammino come volontari del soccorso e della protezione civile. Auguri, buon lavoro e buona protezione!

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