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- Raimondo Capone
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1 Fare clic per modificare lo stile del titolo Fare clic per modificare gli stili del testo dello schema Secondo livello Terzo livello Quarto livello Quinto livello Le Leggi TITOLO Regionali RELAZIONE per la dignità ed il benessere dei cittadini e delle cittadine di Puglia e i servizi per la conciliazione vita lavoro Bruxelles 27 marzo
2 Le nuove leggi regionali: i principi cardine Dignità delle persone Universalità dei diritti Valorizzazione delle potenzialità e delle risorse delle persone e delle famiglie Equità nella distribuzione delle risorse, dei poteri e delle responsabilità tra i sessi Rispetto delle identità e valorizzazione delle differenze di genere, cultura, e religione L.R. 19/2006 Disciplina del sistema integrato dei servizi sociali per la dignità e il benessere dei cittadni e delle cittadine di Puglia L.R. 7/2007 Norme per le politiche di genere e i servizi per la conciliazione vita lavoro in Puglia
3 Lettura del territorio pugliese: la popolazione Progressivo invecchiamento della popolazione Incremento della percentuale delle persone che vivono in condizioni di povertà relativa Progressiva erosione delle reti di assistenza informale Crescente presenza di persone sole all interno dei nuclei familiari Si allunga la permanenza dei figli nelle famiglie di origine Decresce il tasso di natalità e il tasso di occupazione delle donne è tra i più bassi in Italia (progressiva femminilizzazione della povertà) Significativa e costante crescita della domanda di servizi di persone con disabilità permanenti, anche sopraggiunte in età adulta.
4 Lettura del territorio pugliese: il sistema sociale Dotazione di infrastrutture sociali e sociosanitarie insufficiente Insufficienti condizioni di accessibilità alle strutture sociosanitarie ed alle cure per la salute: inesigibili i diritti sociali Frammentazione e variabilità delle risposte assistenziali Insufficiente condizioni di accesso alle politiche di inclusione sociale ed alle politiche della salute degli immigrati, soprattutto extracomunitari Frammentazione e sostanziale debolezza del sistema regionale del Terzo Settore Sostanziale separatezza tra le politiche di inclusione sociale e altre politiche fortemente interconnesse
5 Focus di genere sul mercato del lavoro Nonostante notevoli miglioramenti, permangono problemi di discriminazione in tutti gli aspetti della vita economica e sociale. Nel mercato del lavoro e nel sistema di welfare: Assenza dal mercato del lavoro Difficoltà di accesso Difficoltà di permanenza Contratti deboli Basse qualifiche Presenza in settori poco innovativi Difficoltà di carriera
6 Alcuni dati: il mercato del lavoro Occupati anno 2006 (Fonte Istat) Puglia Italia 10 0 Donne Uomini Totale Disoccupati anno 2006 (Fonte Istat) Donne Uomini Totale Puglia Italia
7 Alcuni dati : i servizi nel % di bambini che frequentano l asilo nido 24% di Comuni che dispongono di asilo nido 80 strutture per la prima infanzia per un totale di 2420 posti nido 5,7 euro pro capite spesa sociale Puglia L assenza o l insufficienza di un adeguato sistema di welfare costituisce non solo un ostacolo al miglioramento delle condizioni di vita e di indipendenza delle donne, ma si configura come vera e propria azione discriminatoria che, di fatto, rende più difficile la loro partecipazione attiva al mercato del lavoro. Infatti, la domanda fondamentale delle donne è quella di una maggiore dotazione, di una maggiore efficienza e qualità e di una maggiore razionalizzazione dei servizi di distribuzione commerciale, di carattere educativo, di integrazione del lavoro di cura e di mobilità PO FESR Puglia
8 Il caso studio La Legge Regionale 21 marzo 2007 n. 7 Norme per le politiche di genere e i servizi per la conciliazione vita lavoro in Puglia Riferimenti normativi: L. 125/1991; L. 53/2000 (azioni positive per le pari opportunità, piani dei tempi e tutela della maternità). L.R, 19/2006 (legge quadro sui servizi sociali in Puglia)
9 Le motivazioni per una nuova legge regionale Gli investimenti realizzati non si sono rivelati sufficienti per l inversione di tendenza La normativa vigente non offre strumenti concreti per l esigibilità dei diritti Interventi sulle politiche di contesto Interventi sui sistemi di governance territoriale Interventi di natura non squisitamente socio- economica e sul mercato del lavoro Nuove parole d ordine d per nuove alleanze tra generi e generazioni
10 Da Dicembre 2006 a marzo 2007: le tappe di una cittadinanza attiva di genere 6 forum: 1 per Provincia. Più di 1000 donne partecipanti Raccolta dei bisogni e delle parole chiave Mailing list e raccolta delle proposte via mail Forum regionale: restituzione della proposta 8 marzo 2007 Discussione in consiglio Regionale e approvazione della legge
11 Da Dicembre 2006 a marzo 2007: le tappe di una cittadinanza attiva di genere Incontri mensili con: Istituzioni regionali e provinciali di parità Associazioni di Enti Locali (ANCI e UPI) Sindacati e Associazioni di Categoria Comitati Pari Opportunità di Enti pubblici e privati Partiti politici
12 Le parole chiave Tempo Servizi Condividere responsabilità e diritti Conciliare Partecipazione e decisione
13 La legge regionale 7/2007 I titoli della legge Coordinamento e amministrazione dei tempi delle città e promozione dell uso del tempo per fini di solidarietà sociale; Interventi a sostegno dell equa distribuzione del lavoro di cura tra i sessi e di promozione del valore sociale della maternità e della paternità Integrazione delle politiche di genere nella Rappresentanza e partecipazione delle donne alla vita politica, economica e sociale Disposizioni finali I pilastri Interventi sui contesti urbani Interventi sui sistemi produttivi Mainstreaming, governance e partecipazione
14 Gli obiettivi integrare la dimensione di genere nella programmazione, gestione e valutazione delle strategie di sviluppo regionale; favorire la qualità della vita attraverso la conciliazione dei tempi di lavoro di relazione, di cura parentale, di formazione e del tempo per sé; promuovere e sostenere iniziative di sensibilizzazione, trasferimento e scambio di buone pratiche per la rimozione di ogni forma di violenza e abuso contro le donne; promuovere il valore sociale della maternità e della paternità e favorire la condivisione delle responsabilità tra i genitori nei confronti dei figli; promuovere la partecipazione delle donne nei luoghi di decisione sia in ambito pubblico che privato, nelle assemblee elettive e nei luoghi di governo, negli enti, negli organi e in tutti gli incarichi di nomina del Consiglio e della Giunta regionale; promuovere l impiego qualificato delle donne nelle Pubbliche amministrazioni e nelle imprese private; promuovere iniziative di sostegno per le donne migranti o appartenenti a minoranze etniche che ne favoriscano l integrazione nella vita economica, sociale, politica, culturale e civile; promuovere e sostenere iniziative volte a superare gli stereotipi di genere; promuovere ricerche, studi e la raccolta sistematica di documentazione sulla condizione femminile, sulle discriminazioni, con particolare riguardo ai fenomeni di discriminazione multipla, nonché sui fenomeni di violenza contro le donne.
15 La legge regionale 7/2007 I pilastro Interventi sui contesti urbani
16 Gli interventi sui contesti di vita: il piano territoriale dei tempi e degli spazi Il piano territoriale degli orari è lo strumento di indirizzo strategico che a livello di ambito territoriale, ovvero a livello comunale, realizza il coordinamento e l amministrazione degli orari e definisce: l ambito territoriale di applicazione; le esigenze e le criticità alle quali si intende dare risposta; le misure previste per raggiungere gli obiettivi; il partenariato attivato e i soggetti coinvolti; gli adempimenti necessari per l attuazione, il cronoprogramma delle attività ed il piano finanziario; i target di destinatari per le singole azioni previste; le modalità di gestione, controllo e monitoraggio sull attuazione delle misure; le azioni di informazione e comunicazione che verranno promosse per diffondere la conoscenza degli strumenti e dei servizi adottati
17 Procedure per l approvazione del Piano degli orari dei tempi e degli spazi Tavolo di concertazione con il partenariato economico e sociale a livello di ambito territoriale Approvazione dei Comuni facenti capo all Ambito territoriale con il parere della Commissione Pari Opportunità Accordi ed Intese per l attuazione Adozione dal Coordinamento Istituzionale di Ambito
18 Priorità ai progetti che: favoriscono l accessibilità delle informazioni e dei servizi della PA, anche attraverso la semplificazione delle procedure e l introduzione di servizi informatizzati; coinvolgano il sistema scolastico e definiscano nuove articolazioni degli orari di apertura e chiusura e di utilizzo degli spazi,; finalizzati alla promozione della partecipazione al recupero di aree urbane periferiche e/o degradate da parte di bambini, anziani, nuclei familiari; siano in grado di promuovere una nuova articolazione degli orari e di utilizzo degli spazi attraverso la valorizzazione delle differenze nelle abilità e nelle culture; prevedano, tra gli altri interventi, la creazione di strutture permanenti per l informazione sulle politiche dei tempi della città/ambito territoriale, e sui servizi per le politiche di pari opportunità quali ad esempio i centri di conciliazione; prevedano interventi a favore di piccoli comuni e territori a rischio di spopolamento; attraverso politiche temporali, contribuiscano alla riduzione delle emissioni di gas inquinanti nel settore dei trasporti.
19 Le banche dei tempi La Regione sostiene la promozione da parte dei Comuni di associazioni denominate banche dei tempi ed operanti nel territorio regionale. I contributi sono concessi ai Comuni che: promuovono e sostengono la costituzione di banche dei tempi disponendo a loro favore locali e strumenti in comodato d'uso, ovvero, servizi; organizzano una costante attività di promozione e informazione dell'attività svolta dalle banche dei tempi, anche mediante l'inserimento di spazi su siti on-line o su altri mezzi di comunicazione; organizzano la formazione dei soggetti aderenti alle associazioni banche dei tempi.
20 La legge regionale 7/2007 II pilastro Interventi sui sistemi produttivi
21 Interventi sui contesti produttivi I Patti Sociali di Genere: Accordi territoriali nell ambito del percorso di attuazione del Piano Sociale di Zona; Sono sottoscritti da Province, Comuni, sistema scolastico, organizzazioni sindacali e imprenditoriali; Promuovono sperimentazioni per introdurre formule di organizzazione del lavoro che favoriscano la conciliazione vita lavoro e l equa distribuzione del lavoro di cura tra i sessi (part time, figure di sostituzione, micronidi, ecc.)
22 La finalità dei Patti Sociali di Genere Promuovere e divulgare con azioni mirate la cultura della conciliazione e la corresponsabilizzazione dei padri nella cura e nella crescita dei figli e nei lavori di cura; Promuovere e diffondere l utilizzo dei congedi di maternità e parentali in una logica territoriale di equilibrio tra la fruizione dei congedi e la disponibilità di servizi di cura; Incrementare la quantità e la qualità dei servizi alla persona; Garantire il valore sociale della maternità e della paternità e sostenere la genitorialità come scelta consapevole; Promuovere processi di contrattazione decentrata per estendere alle lavoratrici e ai lavoratori precari le tutele riconosciute ai lavoratori a tempo indeterminato; Promuovere corsi di aggiornamento per donne e uomini che rientrano dopo il congedo obbligatorio e facoltativo di maternità e parentale; Favorire l utilizzo del part-time per motivi parentali anche attraverso l attivazione di meccanismi di incentivazione economica; Favorire l inserimento lavorativo delle donne in particolari condizioni di disagio, quali madri sole con figli minori di tre anni, donne immigrate, famiglie monoparentali con carichi di cura; Realizzare progetti di formazione dei lavoratori che, sulla base di accordi contrattuali, prevedano quote di riduzione dell'orario di lavoro
23 Il marchio di genere Piani per l uguaglianza di genere nelle imprese, in grado di declinare il principio di responsabilità sociale secondo principi di pari opportunità, per: favorire l inserimento delle donne nel mercato del lavoro il sostegno ai percorsi di carriera, favorendo in particolare coloro che rientrano dopo il congedo di maternità e di paternità Politiche premiali della Regione Marchi di genere
24 La legge regionale 7/2007 III pilastro Mainstreaming, Governance e Partecipazione
25 Mainstreaming di genere e Sistema di Governance Sistema di Governo Regionale per il mainstreaming di genere: Presidenza della Giunta - Gruppo di Lavoro Interassessorile Tavolo Permanente di Partenariato sulle politiche di genere Ufficio Garante di Genere Lettura di genere e valutazione di merito di tutti gli atti di governo Formazione delle politiche e raccordo con il territorio Centro Risorse Regionale per le donne (luogo di raccordo degli organismi di parità regionali)
26 Strumenti per il mainstreaming di genere Piani di Azioni Positive triennali per le pari Opportunità nella Pubblica Amministrazione Bilancio di genere Statistiche di genere Rapporto annuale sulla condizione delle donne Albo delle associazioni e dei movimenti femminili Comunicazione istituzionale orientata al genere
27 Albo delle associazioni e dei movimenti femminili Possono iscriversi all albo le associazioni, i movimenti, le organizzazioni femminili e le cooperative non profit di genere che abbiano sede operativa nel territorio pugliese e il cui statuto o atto costitutivo preveda attività finalizzate a contribuire all'effettiva attuazione del principio di parità e di pari opportunità tra uomo e donna. L iscrizione avviene annualmente previa pubblicazione di un bando regionale, ed è condizione necessaria per: ottenere contributi e/o finanziamenti regionali, in caso di associazioni regolarmente costituite; usufruire di iniziative e progetti d'informazione, di formazione e di ricerca. Monitoraggio delle esperienze locali A Cosa Serve Partecipazione alla formazione delle politiche
28 Rappresentanza e partecipazione delle donne La Regione al fine di sostenere attivamente il principio della partecipazione democratica tra i sessi nella vita politica e sociale, sia nelle competizioni elettorali che nell assegnazione degli incarichi di propria competenza, promuove: l adozione, da parte dei partiti politici, di Piani di Azione che includano le misure e le azioni per garantire il rispetto delle pari opportunità finanziati con le risorse versate dai partiti e dai movimenti politici in ragione del mancato rispetto della previsione di cui al comma 3 dell art. 3 della Legge elettorale regionale; l adozione da parte delle Pubbliche Amministrazioni delle Commissioni Permanenti per le Pari Opportunità in seno agli organi legislativi di ciascun ente; la costituzione di una banca dati di curriculum delle donne, presso l ufficio dell Ufficio garante di genere, per facilitare l individuazione delle professionalità più idonee a ricoprire gli incarichi di direzione di competenza della Giunta Regionale
29 Le donne immigrate nel mondo del lavoro La Regione si impegna a promuovere l integrazione e le pari opportunità per le donne immigrate mediante la creazione di centri interculturali che ne contrastino l isolamento sociale e culturale e stabilisce politiche premiali per iniziative private che ne promuovano l occupazione.
30 I frutti della legislazione regionale: gli strumenti di attuazione Le modalità: Forum Pari Opportunità (settembre giornate di studio sui piani dei tempi, bilancio di genere, patti sociali di genere) Incontri periodici del Gruppo di Lavoro Interassessorile e del Tavolo Permanente sulle Politiche di Genere Forum Salute e Benessere delle donne Iniziative territoriali promosse dalle istituzioni locali di parità, dagli Enti Locali, dalle organizzazioni sindacali e associazioni di categoria Gli Interventi Piano Straordinario Asili Nido e Servizi per la Prima Infanzia (asili nido pubblici e privati, sezioni primavera, asili nido aziendali, servizi sperimentali) Piano regionale per la non autosufficienza Progetto R.O.S.A. Rete occupazione servizi assistenziali Interventi straordinari e sperimentali per l infrastrutturazione del territorio Programma Triennale per prevenire e contrastare la violenza di genere Linee Guida e Studi di Fattibilità per i Piani dei tempi Linee di Indirizzo per la Rete regionale dei consultori
31 I frutti della legislazione regionale: gli strumenti di attuazione Gli Interventi Piano Straordinario Asili Nido e Servizi per la Prima Infanzia (asili nido pubblici e privati, sezioni primavera, asili nido aziendali, prima dote per i nuovi nati) Piano regionale per la non autosufficienza Progetto R.O.S.A. Rete occupazione servizi assistenziali Interventi straordinari e sperimentali per l infrastrutturazione del territorio Programma Triennale per prevenire e contrastare la violenza di genere Linee Guida e Studi di Fattibilità per i Piani dei tempi Linee di Indirizzo per la Rete regionale dei consultori Le risorse 80 meuro per i servizi per l infanzia 20 meuro per la non autosufficienza 30 meuro per migliorare e innovare la rete dei servizi sociali 5 meuro per contrastare la violenza di genere 2 meuro per i piani dei tempi 5 meuro per il nuovo modello consultoriale (con servizi aggiuntivi per le migranti e le famiglie) 4 meuro per favorire servizi di incontro domanda offerta di servizi di cura per le famiglie
32 I servizi nel 2005 I servizi nel 2008 Fonte: Report Osservatorio Politiche Sociali 4% di bambini che frequentano l asilo nido 24% di Comuni che dispongono di asilo nido 80 strutture per la prima infanzia per un totale di 2420 posti nido 5,7 euro pro capite spesa sociale Puglia + 185% 6% di bambini che frequentano l asilo nido 30% di Comuni che dispongono di asilo nido 228 strutture per la prima infanzia per un totale di posti nido 20,5 euro pro capite spesa sociale Puglia
33 Il Monitoraggio e la valutazione delle politiche regionali Gli Organismi della concertazione: Consulta regionale delle Famiglie Centro Risorse regionale per le donne Tavoli Permanenti di partenariato Rete regionale degli Osservatori per le Politiche Sociali SISR Sistema Informativo Sociale Regionale
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