#prideandprejudice. Quello che non si dice sull Italia
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- Corinna Grossi
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1 Quello che non si dice sull Italia
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3 L'Italia viene spesso descritta, soprattutto nella comunità internazionale, sulla base di alcuni indicatori negativi: il debito pubblico, la bassa competitività, il deficit nominale di bilancio (che in passato ha determinato l'apertura di una procedura di infrazione da parte della Commissione europea). Tuttavia, accanto a questi dati ci sono grandezze economiche utili a rappresentare l'italia per ciò che è: uno dei paesi principali del mondo sviluppato, il secondo paese per produzione manifatturiera in Europa, la terza economia dell'eurozona. Un paese che negli ultimi venti anni ha saputo tenere i propri conti sotto controllo collocandosi tra i più virtuosi in Europa e nel mondo. Raccogliamo qui alcuni dati economici dell'italia di cui non si parla mai, o non abbastanza, per combattere pregiudizi tanto diffusi quanto privi di basi oggettive e rappresentare adeguatamente un Paese che ha contribuito a fondare l'unione Europea.
4 1/7 avanzo primario L'avanzo primario nei conti pubblici italiani è tra i più alti del mondo e il più stabile negli ultimi 23 anni tra gli Stati Membri dell'unione Europea. Nel 2014 l'avanzo primario in percentuale del Prodotto interno lordo è tra i più alti dei Paesi UE più virtuosi. L avanzo primario di bilancio è la differenza tra le entrate e le uscite della contabilità pubblica nazionale, al netto delle spese per gli interessi sul debito. Fonte: Ameco - Commissione Europea
5 L'avanzo primario del bilancio pubblico italiano è uno dei AVANZO PRIMARIO più alti al mondo ed il più stabile tra quelli dei Paesi Membri UE negli ultimi 23 anni. AVANZO PRIMARIO DEI 5 MAGGIORI PAESI EUROPEI: (% PIL) italia 6,2 6,0 4,0 3,2 2,4 germania 2,2 1,8 1,6 2,0 avanzo 8,0 spagna -2,0-1,5 francia -4,0-6,0 regno unito -5,9-8,0-9,3 ANNO 15 AVANZO PRIMARIO, ANNO 2014 (% pil) 16-0,5 2,1 1,8 1,6 0,4 0,1 0,0 GERMANIA LUSSEMBURGO ITALIA GRECIA IRLANDA BELGIO -1,0-1,4-1,8-2,3-2,5-3,0-5,5 SVEZIA STATI UNITI FRANCIA PORTOGALLO SPAGNA REGNO UNITO GIAPPONE -0,2 UNIONE EUROPEA Fonte: Ameco - Commissione Europea
6 2/7 Incremento della spesa pubblica Il senso di responsabilità nella gestione oculata del bilancio pubblico, già evidente nel saldo primario, è confermato dall'andamento della spesa pubblica. La spesa pubblica dell'italia, al netto degli interessi, è rimasta pressoché costante negli anni della crisi, mentre altri paesi hanno fatto registrare incrementi consistenti, anche a due cifre. Fonte: Ameco, ESA 2010
7 Incremento della spesa pubblica in alcuni paesi Incremento della dell Unione monetaria europea nel periodo spesa pubblica (esclusa la spesa per interessi) Incremento della spesa pubblica ,5 Giappone 5,7 Stati Uniti 30,2 Norvegia 5,7 Regno Unito 17,1 Svezia 21 Finlandia 13,4 Austria 4,2 Paesi Bassi Lussemburgo 27,3 1,4 *Italia 12 Francia 12,1 Germania 18,6 Belgio 9 Unione Europea % *Riclassificando il bonus 80 per i lavoratori dipendenti come uno sgravio del cuneo fiscale anziché come spesa sociale (il dato secondo le statistiche ufficiali è 2,2). Fonte: Ameco, ESA 2010
8 3/7 DEFICIT/pil L'Italia ha registrato un rapporto deficit/pil al di sotto del 3% nel 2013, così come nel Nel confronto con l'eurozona, è evidente che l'italia è ancora uno dei pochi Paesi che rispetta questa regola. Pertanto la Commissione Europea ha sancito la chiusura della procedura d'infrazione per deficit eccessivo aperta in passato. È poi interessante osservare che tra i Paesi estranei all'euro, sono molti quelli che presentano un rapporto deficit/pil superiore a tale soglia. Tra questi il Regno Unito, il Giappone, gli Stati Uniti. Anche nel 2014 le finanze pubbliche italiane hanno rispettato tale requisito, previsto dai Trattati europei per i paesi che hanno aderito all'unione Monetaria e quindi adottato l'euro come valuta e nel 2015 il deficit è sceso al 2,6% del PIL. Fonte: Ameco - Commissione Europea
9 DEFICIT/pil Il rapporto deficit/pil nel 2015 è ancora in discesa rispetto agli anni precedenti. GIAPPONE SPAGNA GRECIA REGNO UNITO STATI UNITI FRANCIA DANIMARCA PORTOGALLO Slovenia BELGIO ITALIA UNIONE EUROPEA IRLANDA PAESI BASSI eurozona Austria SVEZIA Romania LUSSEMBURGO % GERMANIA DEFICIT/PIL ANNO Fonte: Ameco - Commissione Europea
10 4/7 debito pubblico Molti paesi hanno reagito alla crisi che si è manifestata a partire dal 2008 con l'espansione del bilancio pubblico. Tra il 2008 e il 2014 l'ampliamento del deficit si è tradotto nella crescita del debito. Grazie alla crescita e al piano di cessioni di proprietà dello Stato già in corso di attuazione, dal 2016 il rapporto debito/pil comincerà a declinare. E' evidente che la dinamica del debito italiano è stata molto più contenuta di altri Paesi. Nonostante la crescita modesta che ha caratterizzato gli anni della crisi, l'italia infatti registra un aumento ben al di sotto sia della media dei Paesi dell'unione Europea, sia dei Paesi dell'eurozona. Fonte: Ameco - Commissione Europea
11 debito pubblico Dall'inizio della crisi economica il debito pubblico italiano è cresciuto meno rispetto a molti altri paesi dell'unione Europea e agli Stati Uniti. debito pubblico SI BAS ESI 22,94% P GIA 23% IA AN GER M 9% 15,1 8% 4% 15,3 E PON 25, 28,4 81,63% 21,82% PA GIO BEL PORTOG ALLO SVEZIA % PIL ITALIA 29,32% VARIAZIONE PERCENTUALE 70,48% 35,13% DANIM ARCA O REGNO UNIT 37, 86% 2% Eur ozo 63,3 40,4 2% FRA 44,43% CIA GRE 45,33% NCI 73% 59, EUROPE UNIONE SEM BUR GO A A legenda Aumento del debito pubblico NITI STATI U LUS na Fonte: Ameco - Commissione Europea
12 5/7 andamento debito pubblico Dopo otto anni di crescita ininterrotta il rapporto tra debito pubblico e PIL si è sostanzialmente stabilizzato nel 2015 e diminuirà a partire dal A partire dal 2019 scenderà al di sotto della soglia del 120 per cento. L'inversione di rotta della dinamica del debito pubblico, centrale nella strategia del Governo, si deve alla gestione responsabile del bilancio statale, con il saldo primario positivo, e alla crescita del PIL. Fonte: MEF/Banca d Italia
13 andamento debito pubblico Dopo otto anni di crescita ininterrotta, il rapporto tra debito pubblico e PIL scenderà nel 2016, ed è previsto in continuo calo negli anni successivi: si porterà al di sotto del 120 per cento a partire dal Stime , , , ,8 120 % PIL 112, , ANNO Fonte: MEF/Banca d Italia
14 6/7 rischio di sostenibilita L'analisi della Commissione europea sulla 1 sostenibilità delle economie dei Paesi aderenti all Unione Monetaria stima che nel breve, nel medio e nel lungo periodo il rischio dell Italia è al di sotto della media dell area euro2 nonché dei 27 Paesi aderenti all'unione Europea. Secondo l'analisi della Commissione il debito pubblico italiano è tra i più sostenibili nel lungo periodo in Europa. L'indice S2 (lungo periodo) è pari a -2,1 a fronte di una media UE di 1,7 e di una media dell'area euro di 0, Per rischio di sostenibilità viene inteso il divario tra la posizione strutturale di bilancio ed una posizione di bilancio sostenibile. 2. L'analisi illustrata nel grafico riguarda 17 Paesi essendo precedente all'ingresso della Lettonia e della Lituania. 3. Per leggere correttamente gli indici è bene ricordare che maggiore è il valore, maggiore è l'aggiustamento fiscale necessario a ridurre il rischio di sostenibilità. Un valore negativo dell'indice S2, come nel caso italiano, indica la sostenibilità delle finanze pubbliche negli scenari dati anche senza aggiustamenti ulteriori. Anche gli indicatori di sostenibilità di breve e medio periodo danno l Italia tra i paesi con le finanze pubbliche più sostenibili. Fonte: The 2015 Stability and Convergence Programmes Commissione Europea
15 L'analisi della Commissione europea sui programmi di stabilità e Analisi di sostenibilita convergenza delle economie dei Paesi aderenti all'unione Monetaria nei Paesi Membri riconosce all'italia un rischio, nel breve, nel medio e nel lungo dell Unione Monetaria periodo, sempre al di sotto della media dei Paesi dell'area euro nonché di quella dei Paesi aderenti all'unione Europea. Europea CLASSIFICA DI RISCHIO NELL ANALISI 2015 Rischio di sostenibilita a lungo termine nell ipotesi di politiche invariate svezia 2,3 danimarca 1,4 germania FINLANDIA 1,5 5,0 paesi bassi regno unito 1,3 3,3 4,2 lettonia 1,4 polonia belgio lituania 2,7 4,3 3,2 repubblica ceca 3,5 irlanda slovacchia 2,5 legenda 3,2 ungheria lussemburgo 3,9 1,1 classificazione del rischio 5 SO ME DIO AL TO O lo va BA S ga tiv ne re BA SS francia 0,0 o 2,3 2,8 UNIONE EUROPEA RISCHIO BASSO (1.7) 6,5 grecia portogallo cipro 0,4 spagna -0,3 italia -2,1 EUROZONA RISCHIO BASSO (0.8) croazia -0,1 4,6 Fonte: The 2015 Stability and Convergence Programmes Commissione Europea
16 7/7 aiuti di stato alle banche Nel periodo della crisi economica ( ) i sistemi bancari e finanziari nazionali di 17 paesi dell'area euro hanno ricevuto aiuti dai Governi nazionali con importi molto differenti. In un anno, l'ammontare complessivo degli aiuti nell'unione Europea, calcolato da Eurostat, è passato da circa 681 miliardi a 656. Di questi, gli aiuti concessi nell area euro sono calati da 511,7 miliardi a 492,4. Durante gli anni della crisi, le banche italiane hanno ottenuto sostegni dal Governo per circa 4 miliardi di euro, a fronte dei quasi 262 miliardi di euro percepiti da quelle tedesche e dei 207 miliardi da quelle britanniche. In particolare, l Italia oggi registra un esposizione ridotta da circa 4 miliardi a 1,1. Fonte: Eurostat
17 AIUTI di Stato ALLE BANCHE Durante la crisi economica ( ) i Governi nazionali dell'area euro hanno fornito aiuti ai sistemi bancari e finanziari in misura molto diversa. L'Italia, che ha dato aiuti per circa 4 miliardi di euro, è oggi esposta per circa 1 miliardo di euro, a fronte dei quasi 239 del governo tedesco e dei 162 del governo britannico. IMPATTO DEGLI INTERVENTI PUBBLICI SUI SISTEMI BANCARI E FINANZIARI 2014 (milioni di euro) ITA LIA RCA IMA DAN FRA ia Slo ven GIO BEL NCIA O ALL TOG POR Aus tri a SSI SI B A PAE CIA GRE nda irla NA SPA G UNIT NO REG GER M ANI A O Fonte: Eurostat
18 L Italia ha dimostrato di eccellere in molti campi, dalle rinomate tre A (alimentazione, abbigliamento, arredo) alla produzione meccanica ma anche nell ingegneria civile e nella ricerca scientifica. Ha registrato momenti di sviluppo economico impetuoso, durante i quali la ricchezza prodotta è stata ampiamente redistribuita, con il risultato di migliorare la qualità di vita di milioni di cittadini. Ma ha anche sprecato molte occasioni per migliorare la propria competitività e per modernizzare la pubblica amministrazione. La manifestazione più evidente di queste occasioni sprecate è l elevato livello di debito pubblico. La comunità nazionale ha fatto fronte a questo imponente fardello con pesanti sacrifici, di cui si trova evidenza nella lunga serie di bilanci pubblici primari chiusi in attivo. Il Governo italiano è impegnato a modernizzare e rinnovare il Paese per premiare questi sforzi comuni attraverso un ambizioso programma di riforme che procede speditamente e con determinazione. Per smontare con i fatti antichi e diffusi pregiudizi su una nazione che vuole poter parlare di sé con meritato orgoglio.
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