DINAMICHE DEI PRINCIPALI INDICATORI MACROECONOMICI: LA PUGLIA NEL CONTESTO EUROPEO
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- Aureliana Federici
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1 DINAMICHE DEI PRINCIPALI INDICATORI MACROECONOMICI: LA PUGLIA NEL CONTESTO EUROPEO Bari, marzo 2015 Utilizzando i dati di fonte Eurostat e Istat, provenienti dai Conti Economici Nazionali (ESA2010) e dai Conti Economici Regionali (ESA95), il presente contributo intende fornire una descrizione della dinamica dei principali indicatori macroeconomici per i quali è disponibile il dettaglio regionale, confrontando la performance della Puglia, prima rispetto al contesto nazionale e dell EU-28, e successivamente, attraverso un analisi interregionale, rispetto ad altre regioni europee incluse nell area della Convergenza nel periodo di programmazione , nonché rispetto ai due aggregati della Zona Euro (19 Paesi) 1 e della Zona Non Euro (9 Paesi) 2. La prima variabile considerata è il PIL a prezzi correnti. Ponendo come anno base il 2000, si osserva un andamento crescente del PIL nei territori considerati, che tendono però a divergere a partire dal Nel 2012, ultimo anno in cui è disponibile il valore del Pil regionale, si evidenzia per la Puglia una crescita di circa 23 punti percentuali rispetto al 2000 a fronte di un valore pari a 30,8 punti percentuali per l Italia e a 40,2 punti percentuali per l EU-28. L andamento crescente del prodotto interno lordo a prezzi correnti nel periodo pre-crisi viene contrastato negli anni della morsa economica, i cui effetti si sono maggiormente sostanziati nel corso del 2009; in particolare, la Puglia sembra affrontare meglio la contrazione del proprio PIL, che tra il 2008 e il 2009 si riduce di 3,2 punti a fronte di un calo pari a 4,6 punti percentuali per l Italia e a -7,9 punti percentuali per l EU-28 (Figura 1). Figura 1 PIL, numeri indici (anno 2000 = 100) Fonte: Eurostat. Istat. Elaborazioni IPRES Tale dinamica emerge distintamente se si considerano le variazioni percentuali del PIL a prezzi correnti rispetto all anno precedente: l andamento della Puglia segue quello nazionale, con la sola eccezione del 2007, anno in cui a livello regionale si manifesta un primo rallentamento. 1 Austria, Belgio, Cipro, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Portogallo, Slovacchia, Slovenia, Spagna. 2 Bulgaria, Croazia, Danimarca, Polonia, Regno Unito, Repubblica Ceca, Romania, Svezia e Ungheria. 1
2 Nel 2008 le variazioni tornano ad essere simili, sebbene in Puglia, si assista ad un tasso negativo pari a -0,5% rispetto all anno precedente. Nel pieno della crisi, la contrazione del PIL pugliese (-2,6% rispetto al 2008) è minore rispetto a quanto verificatosi nel resto del Paese (- 3,5%) e nel resto dell EU-28 (-5,8%). A partire dal 2010, le dinamiche del PIL regionale appaiono pressoché simili a quelle del PIL nazionale (Figura 2). Figura 2 PIL a prezzi correnti - Variazione percentuale rispetto al periodo precedente (%) 8% 6% 4% 2% 0% -2% -4% -6% -8% Fonte: Eurostat. Istat. Elaborazioni IPRES Il tasso di occupazione regionale, nel periodo considerato, rimane in media pari al 44,9%, livello nettamente inferiore rispetto a quello nazionale (56,8%) e dell EU-28 (63,9%): la crescita verificatasi tra il 2000 e il 2008, pari a 3,1 punti percentuali è stata riassorbita dalla crisi, sebbene nel periodo , la contrazione a livello regionale (-1,7 punti percentuali) sia stata inferiore rispetto a quella nazionale (-1,9 punti percentuali). Particolarmente rilevante è, al contrario, la contrazione dell occupazione nel corso del 2013 (42,3%): rispetto all anno precedente, infatti, la Puglia registra una riduzione pari a -2,7 punti percentuali a fronte di un valore nazionale pari a -1,2 punti (55,6%) e un dato dell EU-28 che rimane costante al 64,1% (Errore. L'autoriferimento non è valido per un segnalibro.). 2
3 Figura 3 - Tasso di occupazione (15-64 anni, %) Al contrario, il tasso di disoccupazione regionale, in flessione tra il 2000 e il 2007 di 6,1 punti percentuali, a fronte dei -4,7 punti a livello nazionale, ha ripreso a crescere, registrando tra il 2007 e il 2013 una variazione positiva pari a 8,6 punti percentuali, a causa della quale il valore dell indicatore ha raggiunto il 19,8%, superiore rispetto al dato nazionale (12,2% con un +6,1 punti rispetto al 2007) e dell EU-28 (10,8% pari a +3,6 punti percentuali rispetto al 2007) (Figura 4Errore. L'autoriferimento non è valido per un segnalibro.). Figura 4 - Tasso di disoccupazione (15 anni e oltre, %) Particolarmente critico è l andamento della disoccupazione di lunga durata, che rappresenta nel 2013 l 11,9% della popolazione attiva totale (+5,7 punti percentuali tra il 2013 e il 2007). Considerando la quota sui disoccupati totali, si osserva un valore pari a circa il 57%: un disoccupato su due è senza lavoro da più di 24 mesi. Anche il dato nazionale è in crescita (6,9% pari a +4 punti nel periodo ), sebbene con valori più contenuti e in linea con 3
4 l andamento medio dell EU-28 (5,1% pari a +2 punti tra 2007 e 2013) (Figura 5Errore. L'autoriferimento non è valido per un segnalibro.). Figura 5 - Tasso di disoccupazione di lunga durata (% di disoccupati di lungo periodo su popolazione attiva) Con riferimento alla diffusione della povertà e dell inclusione sociale, a fronte di un andamento nazionale pressoché costante nel corso del periodo considerato, la Puglia era riuscita a ridurre la quota di persone a rischio di povertà e di esclusione sociale passando dal 46,5% del 2006 al 35,4% del 2010 (-11,1 punti percentuali). Nel 2010, a seguito del manifestarsi della crisi economica, l andamento della variabile in questione si è invertito: il numero delle persone a rischio di povertà è aumentato drasticamente raggiungendo un picco nel 2012 con un valore pari al 49,6% della popolazione (Figura 6). Figura 6 - Persone a rischio di povertà o di esclusione sociale (%) Passiamo, ora, al confronto tra la Puglia e alcune regioni, che nel periodo di programmazione facevano parte della Convergenza : la Tabella 1 riporta il PIL a prezzi correnti 4
5 della regione tedesca della Turingia, della regione spagnola di Estremadura, della regione gallese del West Wales and the Valleys, della regione polacca di Dolnoslaskie e delle aggregazioni Area Euro e Area Non Euro. Come è possibile notare, la Puglia registra i maggiori valori in termini assoluti; la classifica tende, però, a ridimensionarsi se prendiamo in considerazione il Pil procapite (Passando all analisi del PIL procapite, osserviamo come con la sola eccezione di Estremadura e Dolnoslaskie, le regioni considerate partivano nel 2000 da una situazione pressoché simile, registrando un PIL pro capite pari a circa 15 mila euro annui. Il dinamismo delle regioni nel decennio successivo è stato eterogeneo: emerge un percorso di convergenza della regione di Dolnoslaskie, che registra la performance migliore, con un incremento del PIL tra il 2000 e il 2011 pari al 118%, nettamente superiore rispetto alla variazione registrata nel complesso dell Area Euro (+32,61%) e dell Area Non Euro (+31,12%); anche l Estremadura presenta una crescita consistente, pari a +58,59%. In linea con la crescita dell Area Euro è, invece, la Turingia, che registra un +39,24%, mentre inferiore è la crescita del PIL pro capite in Puglia, dove si raggiunge un +21,28%. Non particolarmente dinamica è stata invece la regione del West Wales, che nell intero arco temporale registra un +4,88% (Figura 9). Figura 9), dal quale emerge come la Puglia presenti un valore crescente ma inferiore rispetto a quello registrato dalla Turingia, che nel corso del decennio è riuscita a distaccarsi dal gruppo delle Regioni Convergenza passando, per il ciclo di programmazione , nel gruppo delle regioni in Transizione. Rimangono, invece, nel gruppo delle meno sviluppate le altre tre regioni considerate. Tabella 1 Confronto interregionale del PIL a prezzi correnti e pro-capite PIL a prezzi correnti (miliardi di euro) Turingia 38,7 39,6 40,0 40,6 41,8 42,0 43,5 45,6 46,0 44,1 46,7 48,9 - - Estremadura 10,5 11,1 11,9 12,7 13,6 14,8 15,9 17,0 17,6 17,1 17,2 17,0 - - Puglia 56,7 58,9 60,7 62,2 64,4 65,6 68,4 70,1 69,7 67,9 69,0 70,0 - - West Wales and The Valleys 30,5 30,4 32,3 30,8 33,8 35,8 37,8 39,3 33,9 29,8 32,2 33,0 - - Dolnoslaskie 14,5 16,3 16,4 14,8 15,7 19,1 22,0 25,5 29,4 25,5 30,1 31,8 Euro Area 6.804, , , , , , , , , , , , , ,4 Non Euro Area 2.439, , , , , , , , , , , , , ,4 PIL pro capite (migliaia di euro) Turingia 15,80 16,30 16,70 17,10 17,70 17,90 18,70 19,80 20,20 19,60 20,80 22, Estremadura 9,90 10,50 11,20 12,00 12,80 13,90 14,80 15,80 16,30 15,90 15,90 15, Puglia 14,1 14,6 15,1 15,4 15,9 16,1 16,8 17,2 17,1 16,6 16,9 17,1 - - West Wales and The Valleys 16,40 16,40 17,40 16,50 18,00 19,00 20,00 20,70 17,80 15,60 16,80 17, Dolnoslaskie 5,00 5,60 5,60 5,10 5,40 6,60 7,60 8,80 10,20 8,80 10,30 10, Euro Area 21,26 22,12 22,78 23,33 24,17 24,92 26,09 27,41 27,90 26,80 27,48 28,19 28,31 28,55 Non Euro Area 14,62 15,12 15,82 15,52 16,65 17,71 18,94 20,31 19,44 17,00 18,59 19,17 20,22 20,23 Osservando, nell'ultimo decennio, le variazioni percentuali annuali del PIL corrente, si evince subito che le serie regionali e della Zona Euro subiscono oscillazioni inferiori rispetto a quelle registrate per l'area Non Euro. Questo per effetto di una maggiore elasticità di queste ultime agli effetti della crisi: se per un verso, infatti, la Zona Non Euro perde oltre 15 punti dal 2006 al 2008, altrettanto rapidamente, e più che proporzionalmente, li riacquista negli anni successivi, per poi convergere, negli anni più recenti, con la serie dell'area Euro. In tal senso, 5
6 la Puglia è la regione, tra quelle osservate, che segue più da vicino l'andamento medio dell'area Euro, nonostante, in termini assoluti, registri un PIL corrente quadruplo rispetto a quello della regione spagnola di Estremadura, più che doppio rispetto al West Wales e alla regione di Dolnoslaskie e di un quarto superiore a quello della Turingia. Interessanti indicazioni provengono, altresì, dall'osservazione - separatamente delle due serie (Zona Euro, Zona Non Euro) nei periodi pre e post crisi; in particolare, l'area Euro segna nel settennio una crescita del PIL corrente pari al 33,4% a fronte di una quota del 39,1% rilevabile nell Area Non Euro. Parimenti, nell'arco temporale della crisi ( ) i Paesi di Eurolandia segnano un delta positivo del 3,6% rispetto al +5,5% registrato nella Zona Non Euro (Figura 7). Figura 7 - PIL a prezzi correnti - Variazione percentuale rispetto al periodo precedente 25% 20% 15% 10% 5% 0% -5% -10% -15% -20% Variazione Zona Euro: 33,4 % Zona Non Euro: 39,1 % Variazione Zona Euro: 3,6 % Zona Non Euro: 5,5 % Dolnoslaskie Euro Area Non Euro Area Turingia Estremadura Puglia West Wales and The Valleys Appare inoltre interessante il confronto per numeri indice del PIL a prezzi correnti rilevato nel decennio della qui presente analisi. Posto pari a 100 il dato riferito al 2000 si evince che la curva più virtuosa è quella della regione polacca di Dolnoslaskie, che, in constante crescita dal 2003, ha raggiunto nel 2011 un +219 punti rispetto al 2000, nonostante la contrazione verificatasi nel 2009 (-27 punti rispetto al 2008). Emerge con chiarezza l impatto positivo avuto sull economia della regione polacca l ingresso nell Unione Europea, avvenuto nel Per altro verso è singolare verificare che, sebbene oggi il PIL corrente della zona Euro sia triplo rispetto a quello della zona non Euro (circa 9,5 a fronte di 3,4 miliardi di euro), le curve indicizzate negli ultimi due anni osservati ( ) si allineino, a differenza di quanto osservato nel triennio più critico della crisi ( ), quando il differenziale oscillava intorno ai 10 punti a vantaggio della zona Euro. Circa il contesto della Puglia, degna di nota è la propria tendenza a rimanere allineata al trend della Turingia. Per altro verso, sembrerebbe perdere in termini di punti indicizzati la regione gallese (zona Non Euro) del West Walles and The Valleys che in un decennio incrementa il proprio PIL di circa 10 punti, ovvero, ben 30 punti in meno rispetto alla media di competenza () Figura 8) Figura 8 - PIL, numeri indici (Anno base = 2000) 6
7 Passando all analisi del PIL procapite, osserviamo come con la sola eccezione di Estremadura e Dolnoslaskie, le regioni considerate partivano nel 2000 da una situazione pressoché simile, registrando un PIL pro capite pari a circa 15 mila euro annui. Il dinamismo delle regioni nel decennio successivo è stato eterogeneo: emerge un percorso di convergenza della regione di Dolnoslaskie, che registra la performance migliore, con un incremento del PIL tra il 2000 e il 2011 pari al 118%, nettamente superiore rispetto alla variazione registrata nel complesso dell Area Euro (+32,61%) e dell Area Non Euro (+31,12%); anche l Estremadura presenta una crescita consistente, pari a +58,59%. In linea con la crescita dell Area Euro è, invece, la Turingia, che registra un +39,24%, mentre inferiore è la crescita del PIL pro capite in Puglia, dove si raggiunge un +21,28%. Non particolarmente dinamica è stata invece la regione del West Wales, che nell intero arco temporale registra un +4,88% (Figura 9). Figura 9 PIL pro capite ( ) Dolnoslaskie Euro Area Non Euro Area Turingia Estremadura Puglia West Wales and The Valleys Variazione Zona Euro: 38,92 % Zona Non Euro: 38,93 % Variazione Zona Euro: 2,31% Zona Non Euro: 4,09% 0 Euro Area Non Euro Area Turingia Estremadura Puglia West Wales and The Valleys Dolnoslaskie 7
8 Come già osservato per il Pil a prezzi correnti, anche per il PIL pro capite, si osserva una maggiore variabilità dell Area Non Euro e delle regioni del West Wales e soprattutto di Dolnoslaskie, rispetto alle altre regioni appartenenti all Area Euro, sebbene si assista ad una convergenza tra le due aggregazioni nel corso degli ultimi due anni considerati. Emergono più chiaramente anche gli effetti della crisi economica: la crescita del Pil pro capite comincia a contrarsi già a partire dal 2007, per poi diventare negativa nel 2008 e nel 2009, quando si assiste alla débâcle dell Area Non Euro e della regione del West Wales (-12% circa tra il 2008 e il 2009) a fronte di un meno 4% circa registrato nell Area Euro. Figura 10 PIL pro capite - Variazione percentuale rispetto al periodo precedente (%) Dolnoslaskie Euro Area Non Euro Area Turingia Estremadura Puglia West Wales and The Valleys Confrontiamo, infine, il tasso di occupazione registrato nelle cinque regioni prese in esame e nelle due aggregazioni territoriali: la Puglia presenta il livello di occupazione più basso nell intero arco temporale considerato, pari in media al 44,9 % a fronte di un dato dell Eurozona coincidente con quello dell Area Non Euro pari in media al 63%. Particolarmente positiva è la performance della Turingia, il cui tasso di occupazione non sembra aver risentito della crisi economica, rimanendo sempre positivo a partire dal Positivo è anche il dato di Dolnoslaskie, che a seguito dell ingresso nell UE, nel 2004, ha registrato un tasso di occupazione crescente fino al 2009 (+11,8 punti nel quinquennio) e costante anche durante gli anni della crisi (+0,3 punti tra il 2009 e il 2011). 8
9 Figura 11 - Tasso di occupazione (15-64 anni, %) Euro Area Turingia Puglia Non Euro Area Estremadura West Wales and The Valleys L analisi dei valori espressi in numeri indici consente di apprezzare meglio l andamento che ha caratterizzato il tasso di occupazione nelle diverse aree considerate. Si nota, in particolare la consistente crescita registrata da Estremadura fino al 2007 pari a 17,8 punti, nettamente superiore sia rispetto alle altre quattro regioni sia rispetto alle aggregazioni territoriali. Anche il dato della Puglia (+7,1 punti) è migliore rispetto a quello dell Area Euro (+6,9 punti) e dell Area Non Euro (+1,2 punti). Consistente è la crescita di Dolnoslaskie, che sebbene abbia subito una contrazione tra il 2000 e il 2004, successivamente ha registrano una crescita di 23 punti percentuali, raggiungendo nel 2013, un valore prossimo a quello della Turingia. Il verificarsi della crisi economica nel 2008 neutralizza i risultati conseguiti nel periodo precedente, per gran parte delle regioni: il tasso di occupazione in Estremadura, infatti, perde 22,3 punti percentuali tra il 2007 e il 2013, mentre la Puglia riesce a contenerne in parte gli effetti, registrando una contrazione di 10 punti percentuali. La Turingia e la Dolnoslaskie sono le uniche regioni a registrare una crescita del tasso di occupazione, pari rispettivamente a 11,7 e a 6,3 punti percentuali tra il 2007 e il 2013, nonostante l acuirsi della crisi economica. Figura 12 - Tasso di occupazione anni (numeri indici, anno base = 2000) Euro Area Turingia Puglia 9 Non Euro Area Estremadura West Wales and The Valleys
10 A cura di Nunzio Mastrorocco Elisa Calò 10
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