FENOMENI DI TRASPORTO. I trasporti attraverso le membrane biologiche

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1 FENOMENI DI TRASPORTO I trasporti attraverso le membrane biologiche 1

2 La struttura a doppio strato lipidico delle membrane biologiche condiziona fortemente il movimento di gas, ioni e molecole attraverso le membrane. L interno idrofobico del doppio strato lipidico rende le membrane impermeabili alla maggior parte degli ioni e delle molecole cariche. In generale, mentre i gas come O2, CO2, NO e le molecole lipofiliche permeano facilmente attraverso le membrane, gli ioni e le molecole idrosolubili permeano con molta difficoltà o non permeano affatto attraverso la fase lipidica della membrana. Tuttavia, i movimenti di sostanze cariche sono necessari per il corretto funzionamento cellulare e pertanto tutte le cellule hanno sviluppato e perfezionato adeguati sistemi molecolari per facilitarne il movimento. Anche grosse proteine e particelle possono permeare la membrana cellulare attraverso specifici sistemi di trasporto. 2

3 Sistemi di trasporto di membrana Trasporto passivo Trasporto attivo Diffusione semplice Diffusione facilitata Trasporto Attivo primario Trasporto Attivo secondario Indipendente da un vettore Dipendente da un vettore Canale Carrier Endocitosi Esocitosi Transcitosi I sistemi di trasporto attraverso la membrana possono essere schematizzati come segue: È possibile differenziarli in base al fatto che avvengano secondo gradiente di concentrazione chimica o elettrochimica di una sostanza in cui non vi è dispendio di energia metabolica della cellula, ed in questo caso si parla di trasporto passivo, che viceversa avvengano contro gradiente elettro-chimico e di conseguenza necessitino di energia metabolica, in questo caso si parla di trasporto attivo. Nell ambito del trasporto passivo, ovvero secondo gradiente di concentrazione si possono a loro volta distinguere processi di trasporto che avvengono per diffusione sempl i c e, c i oè senza l ausilio di alcuna proteina trasportatrice, da processi di diffusione facilitata, ancora una volta secondo gradiente elettrochimico, che però richiedono l intervento di vettore, ovvero una specifica proteina di trasporto o di un canale. Nel trasporto attivo che come detto avviene contro gradiente di concentrazione, si possono distinguere 2 modalità: nella prima, denominata trasporto attivo primario, la proteina di membrana utilizza direttamente l energia metabolica fornita dall idrolisi del ATP per creare ad esempio gradienti ionici di Na e K tra l ambiente intra ed extracellulare. Nel secondo caso, ovvero nel trasporto attivo secondario, il trasporto di una sostanza (ione o molecola) contro il proprio gradiente di concentrazione è accoppiato al movimento generalmente di uno ione secondo il proprio gradiente elettrochimico, dipendente a sua volta dall attività di un trasporto attivo primario. Al trasporto attivo appartengono i fenomeni di endo ed esocitosi (internalizzazione o espulsione di proteine ed altre macromolecole o fluidi mediante invaginazione o estroflessione della membrana plasmatica) nonché i processi di transcitosi (attraversamento di un epitelio). 3

4 La diffusione è il processo mediante il quale si mescolano atomi o molecole dotati di moto casuale termico (moto browniano) Tutte le molecole o particelle in soluzione possiedono una energia termica: esse si muovono casualmente, urtano tra loro e cambiano continuamente direzione. Se in un determinato volume le molecole sono più concentrate queste diffonderanno verso zone a più bassa concentrazione fino a che non si distribuiranno uniformemente in ogni parte dello spazio disponibile. Questo processo è noto con il termine di diffusione. La diffusione è un processo passivo estremamente lento a livello macroscopico (tissutale) mentre è rapido a livello microscopico (cellulare). 4

5 È un processo passivo che non richiede fonti di energia. Le molecole diffondono da una zona a maggiore concentrazione verso zone a più bassa concentrazione. La diffusione delle molecole procede fino a quando la concentrazione è uguale in entrambi i lati della membrana. La diffusione è rapida a breve distanza e molto lenta su scala macroscopica. La diffusione è direttamente proporzionale alla temperatura. Ad alte temperature il movimento molecolare è più rapido e la diffusione più veloce. La diffusione è inversamente proporzionale alla dimensione molecolare. La diffusione ha alcune proprietà: È un processo passivo che non richiede fonti di energia. Usa solo l energia termica (c inetic a) del movimento molec olare. 1. le molecole diffondono da una zona a maggiore concentrazione verso zone a più bassa concentrazione. Più grande è la differenza di concentrazione e maggiore è la velocità delle molecole che diffondono per unità di tempo e per area di membrana. 2. la diffusione delle molecole procede fino a quando la concentrazione è uguale in entrambi i lati della membrana. Si raggiunge quindi un equilibrio dinamico e il movimento delle molecole continua senza spostamenti netti. 3. La diffusione è rapida a breve distanza e molto lenta su scala macroscopica. 4. la diffusione è direttamente proporzionale alla temperatura. Ad alte temperature il movimento molecolare è più rapido e la diffusione più veloce. 5. la diffusione è inversamente proporzionale alla dimensione molecolare. 6. La diffusione può verificarsi in un sistema aperto o attraverso una barriera che separa due sistemi. La diffusione attraverso le membrane è un po più complicata rispetto alla diffusione in un sistema aperto. Chiaramente solo le sostanze che possono attraversare il centro lipidido di una membrana possono muoversi per diffusione. 5

6 la velocità di diffusione dipende dalla capacità della molecola che diffonde di sciogliersi nello strato lipidico della membrana il tasso di diffusione attraverso una membrana è direttamente proporzionale all area della superficie della membrana. il tasso di diffusione attraverso una membrana è inversamente proporzionale allo spessore della membrana. Se una membrana cellulare è permeabile a una molecola, tale molecola può entrare o uscire dalla cellula per diffusione. È necessario però che tali molecole siano in grado di passare attraverso il centro lipidico di una membrana cellulare. La diffusione attraverso attraverso il doppio strato lipidico della membrana va sotto il nome di diffusione semplice e possiede, oltre a tutte le proprietà elencate prima anche quelle seguenti: 1. la velocità di diffusione dipende dalla capacità della molecola che diffonde di sc i ogl i ersi nel l o strato l i pi di c o del l a membrana. E c i oè di quanto l a membrana si a permeabile alle molecole che diffondono. Di regola solo i lipidi, gli steroidi e le piccole molecole lipofile possono attraversare le membrane per diffusione sempl i c e. Ci sono però del l e ec c ezi oni c he poi vedremo. 2. il tasso di diffusione attraverso una membrana è direttamente proporzionale all area della superficie della membrana. Quanto più grande è l area della superfic ie della membrana tanto più molec ole possono diffondere attraverso di essa nell unità di tempo. È un concetto che può sembrare ovvio ma che ha profonde implicazioni fisiologiche. Per es. nella malattia polmonare denominata enfisema il tessuto polmonare collassa e viene distrutto questo determina una drastica riduzione dell area della superficie di scambio per la diffusione dell ossigeno e di conseguenza meno ossigeno arriva ai tessuti. 3. il tasso di diffusione attraverso una membrana è inversamente proporzionale allo spessore del l a membrana. Quanto pi ù l a membrana è spessa tanto pi ù l enta e l a velocità alla quale la diffusione ha luogo. 6

7 LEGGE DI FICK J = velocità di diffusione (flusso) C1 e C2 = concentrazione della molecola nel compartimento 1 e 2 P = permeabilità di una molecola attraverso la membrana Le regole della diffusione semplice attraverso le membrane possono essere espresse matematicamente da una equazione nota come Legge di Fick sulla diffusione che permette di calcolare la velocità di diffusione J (flusso) quando sono note le concentrazioni iniziali nei due compartimenti (C1 e C2), e la permeabilità di una molecola attraverso la membrana. 7

8 LEGGE DI FICK D = coefficiente di diffusione della molecola A = area della sezione di scambio K = coefficiente di partizione della sostanza tra fase acquosa e la fase lipidica della membrana x = distanza dove le due concentrazioni sono calcolate La permeabilità della molecola influenza chiaramente il flusso di un soluto attraverso la membrana. Maggiore è il valore di P, maggiore è il flusso di soluto tra i due compartimenti 8

9 LEGGE DI FICK La diffusione semplice ha una cinetica di non saturazione La legge di Fick suggerisce che nel caso di una diffusione condizionata esclusivamente da processi termodinamici c è una stretta linearità tra il gradiente di concentrazione del soluto e la velocità di diffusione. 9

10 Per poter abbandonare la fase acquosa ed entrare nella fase lipidica, un soluto deve prima di tutto rompere i legami idrogeno con l acqua e poi deve essere solubile nella fase lipidica (la concentrazione in membrana aumenta all aumentare del coefficiente K di partizione olio/acqua) Per poter abbandonare la fase acquosa ed entrare nella fase lipidica, un soluto deve prima di tutto rompere i legami idrogeno con l acqua (per la rottura di un legame idrogeno si richiedono 5 kcal/mol). Inoltre la molecola di soluto deve essere solubile nella fase lipidica ed il suo grado di solubilità sarà determinante per l attraversamento della membrana. (la concentrazione in membrana aumenta all aumentare del coefficiente di partizione olio/acqua, K) 10

11 Quindi tutte le sostanze che formano pochi legami idrogeno con l acqua possono entrare più facilmente nel doppio strato lipidico mentre gli ioni inorganici non avranno quasi mai la possibilità di farlo. In genere molecole piccole e non polari come Ossigeno (32 dalton) e anidride carbonica (44 dalton) e molecole fortemente idrofobiche (o lipofiliche) diffondono rapidamente attraverso i doppi strati lipidici. Piccole molecole polari come acqua (18 dalton), etanolo (46 dalton) e urea (60 dalton) attraversano rapidamente; il glicerolo (92 dalton) diffonde meno rapidamente mentre il glucosio, che è una grossa molecola polare, praticamente non diffonde. I doppi strati lipidici sono praticamente impermeabili a molecole cariche e a ioni per quanto piccole esse siano; la carica e l alto grado di idratazione di queste molecole ne impedisce l ingresso nella fase idrocarburica del doppio strato. 11

12 ACQUAPORINE Il grado di diffusione di una molecola attraverso una membrana, ovvero la sua permeabilità relativ a, dipenderà dal suo coefficiente di ripartizione olio/acqua (K). Salvo poche eccezione, il grafico dimostra una correlazione quasi lineare tra permeabilità e coefficiente di ripartizione olio/acqua, indipendentemente dal peso molecolare. La permeabilità dell acqua attraverso le membrane cellulari è molto maggiore rispetto a quanto si possa dedurre dal suo coefficiente di ripartizione. Ciò è dovuto al fatto che l acqua può passare attraverso canali selettivi che penetrano il doppio strato l i pi di c o. Canal i denomi nati acquaporine sono stati ri sc ontrati i n mol ti epi tel i e sono responsabi l i del l a permeabi l i tà del l acqua a quel livello. Anche nei doppi strati lipidici artificiali, privi di canali, la permeabilità all acqua è superiore a quanto ci si dovrebbe aspettare in base alla sua solubilità nella fase idrocarburica. La spiegazione risiede nel passaggio di acqua o di altre piccole molecole polari non cariche attraverso dei canali temporanei che si formano tra le molecole lipidiche. Molecole parzialmente cariche come il glicerolo hanno bassi valori di K mentre molecole molto lipofiliche come l uretano hanno alti K. Non dipende invece dalle dimensioni delle molecole in quanto proprio il glicerolo e l uretano hanno dimensioni paragonabili. Gli ioni e altre molecole cariche non diffondono per diffusione semplice 12

13 Non è richiesta energia metabolica. I soluti si muovono lungo un gradiente di potenziale elettrochimico combinati ad una proteina carrier. Proteine canale che formano dei pori attraverso la membrana consentendo il passaggio di ioni della dimensione e carica appropriata. Proteine trasportatrici che traslocano una sostanza da un ambiente all altro Ioni e piccole molecole cariche e molecole polari come zuccheri, amminoacidi ecc non possono attraversare il doppio strato lipidico a causa della loro forte polarità. Il loro trasporto è mediato da proteine di membrana che possono essere di due tipi: le proteine trasportatrici che traslocano una sostanza da un ambiente all altro e le proteine canale che formano dei pori attraverso la membrana consentendo il passaggio di ioni della dimensione e carica appropriata. Nel caso della diffusione facilitata la relazione è lineare a basse concentrazioni per poi saturare in maniera diversa ad alte c onc entrazioni. 13

14 DIFFUSIONE FACILITATA Ioni e piccole molecole cariche diffondono attraverso canali ionici, proteine integrali di membrana (composte da più subunità) Il movimento degli ioni avviene secondo gradiente elettrochimico ed è strettamente condizionato dalla selettività del canale. In assenza di un gradiente elettrochimico un canale ha uguali probabilità di trasportare uno ione in entrambe le direzioni. In particolare gli ioni e le piccole molecole attravesano la membrana plasmatica attraverso canali ionici. Le proteine canale sono costituite da una o più subunità proteiche i cui componenti attraversano ripetutamente il doppio strato lipidico e si distribuiscono in modo da formare un poro acquoso all interno della membrana. Quando il canale è aperto mette in comunicazione diretta il compartimento intra- ed extracellulare e permette il passaggio rapido e senza ostacoli di decine di milioni di ioni al secondo. Il movimento degli ioni avviene secondo gradiente elettrochimico ed è strettamente condizionato dalla selettività del canale. In assenza di un gradiente elettrochimico un canale ha uguali probabilità di trasportare uno ione in entrambe le direzioni. 14

15 DIFFUSIONE FACILITATA VESTIBOLO FILTRO DI SELETTIVITÀ In generale un canale è strutturalmente costituito da un vestibolo piuttosto largo dove lo ione idratato può accedere facilmente per diffusione e da un filtro di selettività, più stretto, che forma il poro vero e proprio e seleziona gli ioni in base alla carica degli aminoacidi che ne rivestono la parete e al diametro dell apertura. Gli ioni devono velocemente deidratarsi per poter permeare e, nel caso di più siti di legame, gli ioni deidratati si spostando saltando da un sito all altro in fila indiana. 15

16 DIFFUSIONE FACILITATA SELETTIVITÀ 1. Canali con alta selettività: Canali del Na+, Canali del K+, Canali del Ca2+, Canali del Cl- 2. Canali con selettività intermedia: Canali del Na+, K+, Canali del Na+, K+, Ca2+ La selettività di un canale è strettamente determinata dal tipo di cariche nette (positive o negative) che formano le pareti del foro di permeazione. Dal punto di vista funzionale i canali si distinguono in base alla loro selettività e in base alla modalità di attivazione. In base alla selettività si distinguono canali per un solo ione (Na+, K+, Ca2+, Cl-) e canali con selettività intermedia permeabili a Na+ e K+ oppure a Na+, K+ e Ca2+. La selettività di un canale è strettamente determinata dal tipo di cariche nette (positive o negative) che formano le pareti del foro di permeazione. Per quanto riguarda i canali del Na+, K+ e Ca2+, i gruppi carichi delle pareti sono costituiti da gruppi carbossilici (COO-) delle catene laterali dell acido glutammico e aspartico a carica netta negativa, mentre per i canali permeabili a Cl- le pareti sono costituite da gruppi amminici (NH3+) degli aminoacidi arginina e lisina a carica netta positiva. 16

17 DIFFUSIONE FACILITATA MODALITÀ DI ATTIVAZIONE 1. Canali voltaggio dipendenti: la cui probabilità di apertura dipende strettamente dal potenziale elettrico della membrana. 2. Canali attivati dai ligandi: la cui probabilità di apertura e chiusura è determinata dall azione di particolari molecole messaggere. 3. Canali attivati da secondi messaggeri la cui probabilità di apertura è condizionata dalla presenza nel liquido intracellulare di ioni e molecole comunemente indicati come secondi messaggeri intracellulari come Ca2+, ATP, camp, cgmp, IP 3 ). In base alla loro modalità di attivazione i canali si suddividono in tre categorie. In tutti e tre i casi il canale è strutturato in modo tale da avere due conformazioni: una conformazione a canale chiuso (non permeabile) e una a canale aperto (permeabile). Si parla anche di canali a porta (gate) che differiscono in base al meccanismo che determina l apertura o la chiusura del gate: 1. Canali voltaggio dipendenti: la cui probabilità di apertura dipende strettamente dal potenziale elettrico della membrana. Il cambiamento di conformazione del canale da chiuso ad aperto è dovuto allo spostamento di cariche elettriche. 2. canali attivati dai ligandi: la cui probabilità di apertura e chiusura è determinata dall azione di particolari molecole messaggere che agiscono extracellularmente (neurotrasmettitori) e inducono cambi conformazionali capaci di aprire il poro di permeazione. 3. canali attivati da secondi messaggeri la cui probabilità di apertura è condizionata dalla presenza nel liquido intracellulare di ioni e molecole comunenmente indicati come secondi messaggeri intracellulari come Ca2+, ATP, camp, cgmp, IP3). 17

18 Alcune molecole polari come zuccheri, aminoacidi, nucleotidi e alcuni metaboliti diffondono attraverso la membrana utilizzando specifiche proteine trasportatrici (carrier) attraverso una diffusione facilitata DIFFUSIONE FACILITATA TRASPORTO ATTIVO SECONDARIO Alcune molecole polari come zuccheri, aminoacidi, nucleotidi e alcuni metaboliti diffondono attraverso la membrana utilizzando specifiche proteine trasportatrici (carrier) attraverso una diffusione facilitata. Si sviluppa secondo gradiente in entrambe le direzioni. Le proteine carrier si l egano a substrati spec i fi c i e l i trasportano attraverso l a membrana cambiando conformazione. La molecola da trasportare si lega al carrier da un lato della membrana. Questo legame cambia la conformazione del carrier così che il cancello aperto si chiude. Dopo una breve fase di transizione in cui entrambi i cancelli sono chiusi, il lato opposto del carrier si apre dall altro versante della membrana. Il carrier allora rilascia la molecola e il suo rilascio determina una variazione conformazionale che fa ritornare il carrier nella sua conformazione iniziale. La diffusione facilitata mediante carrier ha carattere di uniporto in quanto viene trasportato solo un tipo di molecola e si distingue nettamente dal trasporto accoppiato indicato come cotrasporto che utilizza anche esso proteine trasportatrici ma si tratta di un trasporto attivo secondario. 18

19 PROPRIETÀ DEL TRASPORTO FACILITATO Il trasporto facilitato utilizza il gradiente di potenziale elettrochimico della specie permeante fino al raggiungimento dell equilibrio (trasporto passivo equilibrante) Il flusso unidirezionale o netto cresce secondo una curva iperbolica (cinetica di saturazione) in funzione della concentrazione del substrato che può andare ad occupare tutti i siti di legame del carrier. La velocità di trasporto si riduce in presenza di molecole che possono legarsi allo stesso sito di trasporto (inibizione competitiva) 19

20 DIFFUSIONE FACILITATA Flusso netto J del soluto J MAX K m All aumentare del gradiente di concentrazione, il flusso transmembranario ha un aumento iperbolico, tendendo asintoticamente ad un valore che corrisponde al flusso massimo ½ J MAX Concentrazione esterna del soluto (mm) diffusione facilitata diffusione semplice Equazione di Michaelis e Menten: dove S è la concentrazione del substrato La retta in basso corrisponde alle velocità del trasporto corrispondente ad un processo di diffusione semplice attraverso il doppio strato lipidico. La curva in alto corrisponde ad un processo di diffusione facilitata dalla presenza di un vettore sulla membrana. I due processi (diffusione facilitata e semplice) si distinguono per diverse caratteristiche: 1) Come si può osservare la velocità di trasporto tramite diffusione facilitata è ad ogni concentrazione di substrato notevolmente maggiore di quanto preveda l equazione di Fick. 2) Il processo è altamente specifico in quanto ogni carrier trasporta solo una singola spec i e di mol ec ol e o un si ngol o gruppo di mol ec ol e strettamente affi ni. 3) il processo è saturabile poiché ad elevati gradienti di concentrazione del substrato si raggi unge una Vmax di trasporto che è un valore limite al quale tende la cinetica della reazione di trasporto a valori di concentrazione di substrato infiniti. 4) La cinetica della diffusione facilitata è descritta dall equazione di Michaelis- Menten. Assumendo che una data sostanza S sia inizialmente presente solo all esterno della membrana e che la velocità sia valutata a tempi iniziali tale equazione descrive numericamente la velocità di trasporto V in funzione della velocità massima Vmax che si raggiunge a valori infiniti del substrato in cui tutte le molecole del trasportatore sono legate ad 1 molecola di substrato; Vmax è proporzionale sia al numero di trasportatori per unità di superficie cellulare che alla velocità di trasporto di ogni singolo trasportatore. 20

21 DIFFUSIONE FACILITATA K m (costante di Michaelis-Menten ) corrisponde alla concentrazione della sostanza alla quale si raggiunge la velocità semi-massimale Km corrisponde alla concentrazione della sostanza alla quale si raggiunge la velocità semi -massi mal e; S è l a c onc entrazi one del l a sostanza i n esame. Km, c i oè l a costante di Michaelis-Menten è un indice dell affinità della sostanza in esame per la proteina carrier, ed in particolare è inversamente correlata all affinità di legame substrato-trasportatore; di c onseguenza quanto più basso è il valore di Km tanto maggiore è l affinità del substrato per il trasportatore. Un altra caratteristica dei processi di diffusione facilitata che li differenzia dalla diffusione semplice è che essi possono essere inibiti. Nel caso più semplice cioè l inibizione competitiva si verifica una riduzione del trasporto di una molecola A, es. D-glucosio in presenza di una molecola B, ed. D- galattosio che le somiglia dal punto di vista strutturale e compete con il D-glucosio per il legame al trasportatore. Cineticamente questo tipo di inibizione è facilmente distinguibile da inibizioni di tipo non-competititvo o acompetitivo in quanto si verifica un variazione della costante di Michalis-Menten verso valori maggiori, e di conseguenza in direzione di una riduzione dell affinità enzima-substrato. 21

22 DIFFUSIONE FACILITATA Il trasportatore (uniporto) del glucosio GLUT Sito di glicosilazione Struttura secondaria GLUT Possibile localizzazione del sito di legame esterno del glucosio Possibile localizzazione del sito di legame interno del glucosio I carrier GLUT sono proteine di daltons con 12 domini transmembrana disposti a cerchio all interno della membrana. Sono specifici per la forma D- del glucosio e riconoscono anche D-mannosio e D- galattosio. I trasportatori GLUT sono l esempio più studiato di diffusione facilitata a carattere di uniporto. 22

23 DIFFUSIONE FACILITATA E1 E2 Secondo il modello accettato il trasportatore possiede due stati conformazionali E1 e E2, il primo con i siti leganti il substrato rivolti verso l ambiente esterno, mentre lo stato E2 è caratterizzato dall esposizione dei siti verso l ambiente intracellulare. Nel GLUT1 il D-glucosio si lega al suo sito, che nella conformazione E1 è rivolto verso l ambiente extracellulare. Questo legame comporta una modificazione nella conformazione E2 portando il sito di legame verso il lato citoplasmatico. Nell ambiente intracellulare le concentrazioni di glucosio sono molto inferiori a quelle vigenti all esterno e quindi il substrato si stacca dal suo sito di legame. Le concentrazioni intracellulari di D-glucosio si mantengono a bassi livelli in quanto una esochinasi lo trasforma in glucosio-6-fosfato, che non è riconosciuto dal trasportatore. Di conseguenza il gradiente di concentrazione favorevole all ingresso di D- glucosio rimane inalterato. Una volta che lo zucchero si è staccato il sistema di trasporto scarico può riconvertirsi nella conformazione E2 e riprendere così il ciclo di trasporto. 23

24 DIFFUSIONE FACILITATA Il trasportatore (uniporto) del glucosio GLUT Sistema di trasporto K m (D-glucose) K m (D-Fruct) Localizzazione e funzione GLUT1 20 mm 5 M Costitutivo (eritrociti; > parte dei tessuti) GLUT2 42 mm 66 mm Epiteliale Epatociti e membrana basolaterale epiteli GLUT3 10 mm - Neuronale GLUT4 2 mm - Insulino-dipendente (tessuto adiposo e muscolo) GLUT mm Trasportatore del fruttosio GLUT7 Trasportatore intracellulare (Membrana Ret. endoplasmico) Al momento si conoscono 6 isoforme di trasportatori GLUT con diversa affinità per il glucosio. Con l eccezione di GLUT 5 che trasporta principalmente fruttosio, tutte le altre isoforme trasportano glucosio e sono distribuite eterogeneamente nei vari tessuti. La prima isoforma denominata GLUT1 è presente in molti tessuti, compresa la membrana eritrocitaria, ed è denominato costitutivo; l isoforma 2 è maggiormente espressa negli epiteli intestinale e renale dove facilità il flusso trans-epiteliale del glucosio; l isoforma 3 è caratteristica del tessuto nervoso; mentre la 4 maggiormente espressa negli epatociti è estremamente importante nelle patologia del diabete mellito, in quanto è l isoforma soggetta al controllo dell insulina; infine il GLUT5 espresso a livello intestinale, ha una discreta affinità per il fruttosio favorendo il trasporto trans-membrana di questo zucchero. 24

25 È richiesta energia metabolica (ATP) poiché i soluti si muovono CONTRO gradiente di potenziale elettrochimico Tipi di trasporto attivo Trasporto attivo primario Trasporto attivo secondario A seconda di come viene utilizzato l ATP, il trasporto attivo può essere suddi vi so i n trasporto atti vo pri mari o c he uti l i zza di rettamente l energia che deriva dal legame fosfato dell ATP e il trasporto attivo secondario che utilizza invece l energia di un gradiente di concentrazione che è stato precedentemente creato da un trasporto attivo primario. È ovvio quindi che tutti i trasporti attivi secondari dipendono strettamente dai trasporti attivi primari che utilizzano ATP per mantenere i gradienti di concentrazioni necessari per il trasporto attivo sec ondario. I meccanismi delle proteine responsabili del trasporto attivo assomigliano per alcuni aspetti a quelli della diffusione facilitata. I substrati, ioni o molecole, si legano alla proteina carrier, che cambia conformazione rilasciando il substrato nel lato opposto. Esistono però due sostanziali differenze per quanto riguarda le proteine del trasporto attivo primario: 1) il cambio di conformazione avviene grazie all apporto di energia dell ATP, mentre nel caso della diffusione facilitata non è richiesta alcuna energia metabolica e 2) l affinità della proteina carrier per il ligando si modi fi c a nel passaggi o da un l ato al l altro della membrana. Solo in questo modo possono essere legati e ceduti ioni contro gradiente 25

26 4 classi di proteine di trasporto ATP-dipendenti.. Le pompe della classe P sono costituite da 2 peptidi, α e β, e passano in uno stato fosforilato (subunità α) durante il ciclo di trasporto. Le pompe delle classi F e V non danno origine ad intermedi fosforilati. Hanno strutture e proteine simili, ma le loro subunità non hanno alcuna relazione con quelle delle pompe della classe P Le proteine ABC hanno 4 domini: 2 transmembrana (T) e 2 citosolici leganti ATP (A) che accoppiano l'idrolisi di ATP al trasporto del soluto. In certe ABC, i domini sono presenti come subunità separate mentre in altre risultano fusi in un singolo polipeptide. Il trasporto attivo primario utilizza proteine di membrana che cambiano conformazione utilizzando l energia chimica derivata dall idrolisi dell ATP in ADP e fosfato. In questo senso tali proteine sono dei veri e propri enzimi e vengono comunamente definite ATPasi. Possiamo distinguere quattro classi di proteine di trasporto ATP-dipendenti. Le pompe della classe p (P-type ATPasi) sono costituite da due diversi peptidi, alfa e beta, e passano in uno stato fosforilato durante il ciclo di trasporto. La sequenza attorno al resi duo c he vi ene fosforilato, situato nelle subunità alfa è omologa nelle diverse pompe. Le pompe delle classi F e V non danno origine ad intermedi fosforilati. Le loro strutture sono simili e c ontengono proteine simili, ma le loro subunità non hanno alcuna relazione con quelle delle pompe della classe P. Tutti i membri dell'ampia superfamiglia di proteine ABC (ATP-binding cassette transporter) contengono quattro domini essenziali: due domini transmembrana (T) e due domini citosolici leganti ATP (A) che accoppiano l'idrolisi di ATP al trasporto di un dato soluto. In alcune proteine ABC, questi domini sono presenti come subunità separate (c ome nel caso illustrato) mentre, in altre, risultano fusi in un singolo polipeptide. 26

27 ATPasi per il trasporto ionico sono le fonti principali e anche i maggiori utilizzatori di ATP H + /K + ATPasi: Ghiandole gastriche; Dotti collettori; Secrezione HCl (stomaco); Riassorbimento bicarbonato rene K + /H + ATPasi : Colon distale; sensibile a ouabaina e omeprazolo; Assorbimento di K + ed escrezione di H + H + Ca 2+ -ATPasi (plasmalemma) PMCA Ca 2+ K + Na + Na + K + ATPasi Inibitore: ouabaina ubiquitaria; funzione housekeeping Ca 2+ - ATPasi (reticolo endosarcoplasmatico) SERCA Trasportatori ABC (MDR, CFTR) App. gastro-enterico e renale; cellule tumorali; epitelio polmonare Escrezione di farmaci e sostanze idrofobiche (MDR), di ioni cloro (CFTR) Ca 2+ ER H + ADP+P ATP ADP ATP K + H + AA + V-type ATPasi Lisosomi; endosomi; granuli di deposito; acidificazione intravescicolare F-type ATPasi Membrana mitocondriale interna Produzione di ATP 27

28 TRASPORTO ATTIVO PRIMARIO Na + /K + ATPasi P-Type ATPasi La pompa Na + /K + ATPasi consiste di 4 subunità principali (2 α e 2 β) subunità α = 1000 aa; 110 KDa, 10 segmenti transmembrana. contiene i siti di legame per Na + e ATP e un sito di fosforilazione nel dominio citoplasmatico; nel dominio extracellulare ha i siti di legame per il K + e la ouabaina subunità β = 300 aa; ~45 KDa, 1 segmento transmembrana, senza attività enzimatica e di trasporto. La sua associazione con la α-subunità è necessaria per l attività della pompa in quanto stabilizza la subunità α all interno della membrana La pompa Na + /K + ATPasi è stata la prima pompa ad essere studiata. 28

29 TRASPORTO ATTIVO PRIMARIO Na + /K + ATPasi P-Type ATPasi K + [Na + ] = 9,2 mm [K + ] = 145 mm Na + [K + ] = 2,5 mm [Na + ] = 140 mm La Na + /K + -ATPasi mantiene i gradienti di Na + e K + tra l ambiente intra e quello extra-cellulare Ha il compito principale di mantenere stabili i gradienti di concentrazione di sodio e potassio ai lati della membrana. Oltre a possedere tutti i requisiti dei sistemi di trasporto facilitato precedentemente analizzati (velocità, specificità, saturabilità, etc..), in analogia a tutti i sistemi di trasporto attivo primario è caratterizzata funzionalmente dal lavorare contro gradiente di concentrazione sia dello ione sodio che del potassio in quanto trasporta il Na dall ambiente interno dove è meno concentrato a quello esterno dove è più concentrato; viceversa il potassio viene traslocato dall ambiente extracellulare a minor concentrazione a quello intracellulare a concentrazione maggiore. 29

30 TRASPORTO ATTIVO PRIMARIO P-Type ATPasi Na + /K + ATPasi La pompa dal versante intracellulare ha un alta affinità per il Na e una bassa affinità per il K. Ciò facilita l attacco degli ioni Na ai propri siti di legame a discapito della loro bassa concentrazione all interno della cellula (circa 9 mm). Si legano quindi 3 ioni Na. A questo punto avviene la fosforilazione dei siti di legame intracellulari dell ATP (step 2) che induce il cambio di conformazione necessario per permettere il cambio di direzione della pompa e la liberazione del Na nel liquido extracellulare (step 3 e 4). Nello stato fosforilato, la pompa ha un alta affinità per il K e una bassa affinità per il Na sul lato extracellulare. Quindi il Na viene rilasciato, nonostante la sua concentrazione all esterno della cellula sia elevata (145 mm) mentre si legano due ioni K pur essendo bassa la loro concentrazione che è intorno a 4 mm (step 5). L attacco degli ioni K sul lato extracellulare attiva la liberazione del gruppo fosfato (step 6) che fa variare la conformazione della pompa (step 7) con il rilascio degli ioni K nel lato intracellulare contro gradiente di concentrazione (140 mm). 30

31 TRASPORTO ATTIVO PRIMARIO P-Type ATPasi In questo modo il ripetersi del ciclo permette di mantenere bassi i livelli di Na e alti i livelli di K all interno della cellula e una situazione opposta all esterno. L 31

32 TRASPORTO ATTIVO PRIMARIO Na + /K + ATPasi P-Type ATPasi La Na + /K + -ATPasi mantiene i gradienti di Na + e K + tra l ambiente intra e quello extra-cellulare Caratteristiche funzionali: contro gradiente di Ouabaina concentrazione elevata selettività ATP-dipendente inibito da veleni metabolici e da agenti specifici (ouabaina) elettrogenico parametri cinetici (Km Na = 0.2 mm; Km K = 0.05 mm) E un processo ATP-dipendente, di conseguenza è soggetto all inibizione da parte di v eleni del metabolismo che limitano la disponibilità di ATP (disaccoppianti respirazione mitocondriale, etc..) o da agenti specif ici, come il glicoside cardiaco ouabaina. Il sito di legame per l ouabaina (strofantina G), un glicoside vegetale si trova nelle immediate vicinanze dei siti per il potassio. Il legame della ouabaina porta all arresto della pompa quando questa passa dalla configurazione E 2 a quella E 1. Ciò comporta sia l inibizione del trasporto ionico che dell idrolisi dell ATP. L inibizione è reversibile, l affinità dell inibitore per la pompa è variabile sia tra specie diverse che, nell ambito della stessa specie, a livello di tessuti diversi. Infine la > parte dei trasporti attivi primari traslocano cariche elettriche attraverso la membrana determinando una separazione di cariche tra i due lati della membrana; in questo modo la Na-K- ATP-asi incide direttamente sul potenziale elettrico esistente f isiologicamente a cav allo delle membrane plasmatiche oltre a contribuirv i indirettamente creando la distribuzione asimmetrica del sodio e del potassio tra l ambiente intra ed extra-cellulare. La costante di legame per il Na è di 0,2 mm; la Km per il K è di 0,05 mm. 32

33 TRASPORTO ATTIVO PRIMARIO Ruolo della Na + /K + ATPasi Crea gradienti per Na + e K + necessari per: Potenziali d azione Potenziali graduati P-Type ATPasi I gradienti del Na + sono importanti per i trasporti attivi secondari di soluti organici (glucosio, aminoacidi), Ca 2+, Cl -, H + 33

34 TRASPORTO ATTIVO PRIMARIO Ca 2+ ATPasi: PMCA e SERCA Trasporti attivi primari Idrolisi di ATP accoppiata al movimento del Ca 2+ PMCA (Plasma Membrane Calcium ATPase): utilizzata per espellere all esterno della cellula il Ca 2+ attraverso la membrana cellulare SERCA (Smooth Endoplasmic Reticulum Calcium ATPase): Importante per sequestrare il Ca 2+ nel reticolo sarcoplasmatico/ endoplasmatico P-Type ATPasi La pompa Ca 2+ ATPasi è una proteina integrale di membrana (PM 100 kda) con 10 domini transmembrana. Ha le caratteristiche di un uniporto e trasporta fuori dalla cellula 2 ioni Ca per ogni molecola di ATP utilizzata in ogni ciclo. È elettrogenica ed ha l importante ruolo di mantenere bassa la concentrazione del Ca intracellulare che è una condizione vitale per la sopravvivenza e la funzionalità cellulare. La pompa del Ca è presente non solo a livello del plasmalemma ma è attiv a anche sulla membrana del reticolo endoplasmatico e sarcoplasmatico e nei mitocondri e aiuta a mantenere bassi i liv elli di Ca citoplasmatico trasportabto lo ione all interno di questi organuli contro un forte gradiente di concentrazione. Le due isoforme hanno div erse caratteristiche molecolari. La PMCA ha una maggiore affinità per il Ca ed è praticamente sempre in funzione per mantenere a liv ello basale la concentrazione di ca intracellulare. La serca entra in funzione solo quando la concentrazione di Ca aumenta di un ordine di grandezza. Non si conoscono ancora inibitori specifici per la PMCA mentre la SERCA è inibita dalla tapsigargina. 34

35 TRASPORTO ATTIVO PRIMARIO Ca 2+ ATPasi: PMCA P-Type ATPasi PMCA SERCA Ca M reticolo endoplasmico 10-3 M 10-7 M Pompa del calcio della membrana plasmatica (PMCA) Ne esistono diverse isoforme e sono attivate dalla calmodulina; ha il compito di pompare uno ione calcio dal citosol all esterno. PMCA 1: ubiquitaria, ha la funzione di mantenere costante la concentrazione intracellulare di calcio. Presenta un sito per la fosforilazione da parte di proteinchinasi A e C (PKA e PKC) (che serve ad aumentare la velocità della pompa). PMCA 2: neuroni. PMCA 3: muscolo scheletrico e cervello. PMCA 4: in fase di studio 35

36 TRASPORTO ATTIVO PRIMARIO Ca 2+ ATPasi: SERCA PMCA SERCA Ca M reticolo endoplasmico 10-3 M 10-7 M P-Type ATPasi Pompa del calcio del reticolo sarcoplasmatico (SERCA). Ne esistono diverse isoforme e ha lo scopo di rimuovere il calcio dal citoplasma facendolo entrare nel reticolo endoplasmatico e nel reticolo sarcoplasmatico. A differenza di PMCA, pompa 2 ioni Ca ++ per ogni ATP idrolizzato. SERCA 1: muscolo veloce. SERCA 2: muscolo cardiaco e in molti altri tipi cellulari; serve a mantenere costante la concentrazione di calcio intracellulare. È regolata dalla calmodulina e dal fosfolambano. SERCA 3: piastrine, eritroblasti, endoteli, epiteli. SERCA 4: inibita da tapsigargina e dall acido ciclopiazonico. 36

37 TRASPORTO ATTIVO PRIMARIO H + /K + ATPasi P-Type ATPasi Strutturalmente molto simile alla Na + /K + ATPasi che trasporta 4 H + fuori dalla cellula e 4 ioni K + all interno della cellula. Si trova maggiormente sulle cellule parietali gastriche ma è anche riscontrabile nel dotto collettore e sulla mucosa del colon responsabile della secrezione acida nello stomaco. La sua importanza è anche legata alla recente scoperta che derivati dell omeprazolo si legano alla subunità α della pompa e ne bloccano l attività. Questi farmaci sono attualmente ampiamente utilizzati come antiulcerosi e per la cura di diverse disfunzioni gastriche. La pompa H + /K + ATPasi o pompa protonica è un trasportatore strutturalmente molto simile alla Na + /K + ATPasi che trasporta 4 H+ fuori dalla cellula e 4 ioni K+ all interno della cellula con stechiometria di 1:1 (quindi non è elettrogenica). In questo modo permette l acidificazione del liquido extracellulare pur essendo bassi i livelli di H+ citoplasmatici (ph 7,4, [H+] = 4*10-8 M). La pompa è localizzata sulla parete delle cellule ossintiche (o parietali) delle ghiandole gastriche e sv olge un ruolo centrale nella produzione dell HCl del succo gastrico. Permette la produzione di acido a concentrazioni massime di 100 mm (ph=1) ed è quindi in grado di mantenere elev atissimi gradienti di H+ tra l interno e l esterno della cellula. La sua importanza è anche legata alla recente scoperta che deriv ati dell omeprazolo si legano alla subunità α della pompa e ne bloccano l attività. Questi farmaci sono attualmente ampiamente utilizzati come antiulcerosi e per la cura di div erse disfunzioni gastriche. Il lansoprazolo, come tutti gli inibitori di pompa, inibisce questo processo con conseguente immediato blocco della produzione di acido cloridrico, indipendentemente dallo stimolo che l'ha prodotto. Nel lume gastrico il ph viene mantenuto forzatamente al di di sopra di 3-4. La H + -K + -ATPasi ha una struttura molto simile alla pompa sodio-potassio: anche qui si riconoscono due subunità α e due β con la α che è responsabile della funzionalità della pompa protonica contenendo i siti di legame degli ioni, di fosforilazione e di attività ATPasica. 37

38 TRASPORTO ATTIVO PRIMARIO CFTR TRASPORTATORI ABC Si tratta di un canale del Cl regolato, che risulta alterato nella fibrosi cistica. La funzione di questo canale è quella di trasportare il cloro attraverso le membrane cellulari a livello della membrana apicale delle cellule epiteliali delle vie aeree, del pancreas, dell intestino, delle ghiandole sudoripare, delle ghiandole salivari e dei vasi deferenti. 38

39 Sono definiti attivi perché avvengono contro gradiente di concentrazione Sono definiti secondari perché non utilizzano direttamente energia metabolica Spessissimo utilizzano il gradiente elettrochimico del Na + come fonte energetica. Cotrasporti e controtrasporti Il Substrato si muove contro il suo gradiente Il Na + si muove secondo gradiente Il trasporto attivo secondario sfrutta l energia cinetica di uno ione che si muove passivamente secondo il suo gradiente di concentrazione per trasportare una molecola o un altro ione contro gradiente. Le molecole o gli ioni cotrasportati possono muoversi nella stessa direzione (simporto) oppure in direzione opposta (antiporto). I più comuni sistemi di trasporto attivo secondario sono mediati da proteine transmembrana che sfruttano il gradiente di concentrazione del Na+ creato dalla Na+- K+ ATPasi. In tal caso, l alta concentrazione extracellulare di Na+ favorisce il legame dello ione sul lato esterno del trasportatore, che a sua volta è facilitato a legare una molecola o un altro ione e a trasportarli dal lato opposto a quello in cui si trovano, senza ulteriore spesa di energia. 39

40 intracel 2Na + glucosio Na + I - Na + extracel Trasporti attivi secondari basati sul gradiente del Na + alcuni esempi: Ca 2+ 3HCO - 3 Na + HPO - 4 3Na + H + Na + Na + K + 2Cl - 40

41 TRASPORTO ATTIVO SECONDARIO Antiporto Na + /Ca 2+ L antiporto Na + /Ca 2+ ha un ruolo chiave nel controllo del Ca 2+ intracellulare in tutte le cellule, dove è costantemente attivato. È di particolare importanza nelle cellule cardiache quando la concentrazione di Ca 2+, che aumenta durante la contrazione sistolica, deve essere velocemente riportata al suo livello normale per permettere il rilasciamento ventricolare L antiporto Na + /Ca 2+ ha un ruolo chiave nel controllo del Ca intracellulare in tutte le cellule, dove è costantemente attivato. Trasporta 3 ioni Na dentro la cellula e 1 ione Ca fuori ed è quindi elettrogenico. È di particolare importanza nelle cellule cardiache quando la concentrazione di Ca, che aumenta durante la contrazione sistolica, deve essere velocemente riportata al suo livello normale per permettere il rilasciamento ventricolare 41

42 TRASPORTO ATTIVO SECONDARIO Antiporto Na + /Ca 2+ e insufficienza cardiaca Un paziente con insufficienza cardiaca possiede un cuore ipodinamico caratterizzato da una bassa gittata cardiaca (volume di sangue espulso dai ventricoli al minuto) insufficiente a sostenere le richieste metaboliche del suo corpo. Il metodo più efficace per migliorare l attività cardiaca consiste nell aumentare la contrattilità miocardica che è marcatamente Ca2+ dipendente. Un aumento del Ca citoplasmatico produce un aumentata contrattilità cardiaca che a sua volta produce un aumento del volume sistolic o (volume di sangue espulso durante un singolo battito c ardiac o) e della gittata cardiaca. I glicosidi cardiaci come la digitossina, la digossina e l ouabaina, sono usati da moltissimi anni per la cura dell insufficienza cardiaca. Questi farmaci si legano sel etti vamente e i ni bi sc ono l a Na+/K+-ATPasi della membrana delle cellule del miocardio. In tal modo il Na+ si accumula in cellula riducendo notevolmente l attività dello scambiatore Na+/Ca2. Come risultato finale il livello citoplasmatico di Ca aumenta e aumenta di conseguenza la contrattilità miocardica, il volume sistolic o e la gittata cardiaca. 42

43 TRASPORTO ATTIVO SECONDARIO L antiporto Na + /H + (NHE1 - NHE6) Svolge un ruolo determinante nel controllo del ph intracellulare di tutte le cellule L antiporto Na+/H+ è particolarmente importante a livello renale. La sua localizzazione sull orletto a spazzola delle cellule epiteliale del tubulo contorto prossimale permette, infatti, di arricchire il liquido del lume tubulare di ioni H+ e di acidificare le urine. L antiporto Na + /H + è svolge un ruolo determinante nel controllo del ph intracellulare di tutte le cellule in quanto trasporta ioni H+ fuori dalla cellula e ioni Na dentro in rapporto 1:1. L antiporto Na + /H + è particolarmente importante a livello renale. La sua localizzazione sull orletto a spazzola delle cellule epiteliale del tubulo contorto prossimale permette, infatti, di arricchire il liquido del lume tubulare di ioni H+ e di acidificare le urine. 43

44 TRASPORTO ATTIVO SECONDARIO Il trasporto dei dipeptidi/tripeptidi è accoppiato a quello dei H + nell intestino (PepT1) e nel rene (PepT2) peptidi Dipeptiditripeptidi aminoacidi H + K + ATP Na + H + Na + sangue Lume Trasportatori per gli oligopeptidi dipendenti dai protoni sono stati identificati in batteri, funghi, piante, e cellule epiteliali intestinali e renali dei mammiferi. Essi rappresentano una famiglia denominata POPT conservata nel corso dell evoluzione. Il carattere distintivo di questa classe di trasportatori è di utilizzare come driving force il gradiente elettrochimico dei protoni per trasportare peptidi in cellula contro gradiente di concentrazione. A livello intestinale e renale esiste un microambiente acido a livello luminale creato principalmente dall attività del contro-trasporto Na/H. Questo gradiente viene sfruttato dai sistemi di trasporto per dipeptidi che riconoscono inoltre altri substrati come antibiotici beta lattamici; inibitori dell enzima convertitore di angiotensina (ACE). Dal punto di vista strutturale PepT1 presenta 12 domini trans-membrana e regioni extracellulari di glicosilazione; dal lato citosolico presenta siti di fosforilazione da parte della protein chinasi C e della protein chinasi A. Per quel che riguarda il funzionamento è stato suggerito che la formazione del complesso ternario è ottenuta grazie ad un legame dipendente dal potenziale elettrico di H + e del substrato ai siti proteici del trasportatore. Nel sito proteico è stato possi bi l e ri c onosc ere. Il c ompl esso va i nc ontro ad un c ambi o conformazionale permettendo la traslocazione della molecola di peptide, di una molecola d acqua e un carica positiva. In questo meccanismo il potenziale di membrana (Vm) determina la velocità massima di trasporto e l affinità di legame per i soluti. Dal punto di vista delle richieste steric he per il riconoscimento del substrato, il trasportatore può riconoscere di e tri-peptidi e substrati si mi l i a peptidi, R denota la catena laterale di amino acidi con preferenza per residui idrofobici. P1; P2; P3 indicano le tasche idrofobiche proposte essere presenti nel domino di legame del substrato del trasportatore. 44

45 TRASPORTO ATTIVO SECONDARIO Na + Na + aa neutri ASC aa polari A diffusione sangue Il trasporto degli amino acidi NBB imino PHE X y + aa neutri Na + Prolina e OHprol Na + Fenilalanina metionina Na + Glu - aspartato Na + aa basici L aa neutri L aa neutri 45

46 TRASPORTO ATTIVO SECONDARIO il cotrasporto Na + -D-glucosio Il cotrasporto Na + -D-glucosio determina l assorbimento intestinale ed il riassorbimento renale del glucosio Il cotrasporto Na-D-glucosio è un esempio classico di trasporto attiv o secondario. La sua f unzione principale è quella di mediare sia l assorbimento di glucosio a liv ello intestinale che il riassorbimento dello zucchero a liv ello renale. 46

47 TRASPORTO ATTIVO SECONDARIO il cotrasporto Na + -D-glucosio Il meccanismo di traslocazione è simile a quelli riportati sino ad ora. Anche in questo caso si ha un oscillazione tra due stati conformazionali E1 e E2 con i siti rivolti alternativamente verso l ambiente extra ed intra-cellulare. In questo caso tuttavia l elemento aggiuntivo è rappresentato dal legame dello ione sodio al trasportatore che induce un cambio conformazionale nella tasca di legame per lo zucchero, aumentandone l affinità nei confronti del substrato. Una volta che il D-glucosio si è legato, si ha una traslocazione dei due substrati in direzione dell ambiente intracellulare, dove il sodio si stacca dal suo sito di legame poiché le sue concentrazioni intracellulari sono basse, il distacco del sodio determina una riduzione dell affinità per il D-glucosio che si stacca dalla sua tasca di legame, pur essendo le sue concentrazioni citosoliche abbastanza elevate. 47

48 TRASPORTO ATTIVO SECONDARIO Il cotrasporto Na + -D-glucosio localizzazione Km D-glucose stechiometria SGLT-1 Intestino tenue 0.35 mm 2:1 Tubulo contorto prossimale (S2 e S3) SGLT-2 Tubulo contorto prossimale (S1) 3 mm 1:1 Struttura secondaria del SGLT-1 PKC PKC PKA PKC Al momento sono conosciute due isof orme SGLT-1 e SGLT-2 del trasportatore Na-dipendente di D- glucosio. Il primo è presente sia sulle membrane apicali dell intestino tenue che nella seconda parte del tubulo contorto prossimale, è caratterizzato da una Km di circa 0.1 mm per il D-glucosio, una stechiometria di cotrasporto Na-D-glucosio di 2 ioni sodio per molecola di D-glucosio trasportata; è un trasporto elettrogenico. SGLT-2 è stato riscontrato nelle prime porzioni del tubulo contorto prossimale e si distingue cineticamente da SGLT-1 in quanto ha un af f inità molto inf eriore ma una v elocità di trasporto molto più elev ata rispetto a SGLT-1. Questa distribuzione regionale delle due isof orme di SGLT nel tubulo contorto prossimale assicura il riassorbimento totale del D-glucosio. Infatti nelle regioni adiacenti alla capsula di bowman dov e predomina SGLT-2 questo trasporto capta ef f icientemente il D-glucosio ultrafiltrato ad alta concentrazione, grazie alla sua Km che è vicina alle concentrazioni di glucosio e alla sua alta velocità di trasporto. Allorquando le concentrazioni di D-glucosio nell ultraf iltrato si riducono, man mano che questo scorre nel tubulo prossimale, questo sistema non sarebbe più efficiente a continuare il processo di riassorbimento a causa della sua bassa affinità per il D-glucosio e di conseguenza interviene l isof orma SGLT-1 localizzata più a v alle, che opera ef f icientemente a basse concentrazioni di D-glucosio a causa della sua elev ata af f inità per lo zucchero. SGLT1 è costituito da 664 residui aacidici. La struttura secondaria del trasportatore si articola in 14 alf a-eliche trans-membrana (al contrario dei trasporti f acilitati del glucosio che possiedono solo 12 eliche) con dei domini citosolici. La regione del trasportatore che lega e trasloca sodio, identificati tramite studi con trasportatori chimerici, comprendono la regione N-terminale sino a loop extracellulare che connette i domini trans-membrana 4 e 5; le regioni di legame e di traslocazione includono domini TM da 10 a 13. SGLT1, al contrario di altre proteine carrier manca di un grande dominio citosolico, il chè suggerisce l esistenza di addizionali sub-unità regolatorie. Recentemente è stato proposto da Rehiardt ed altri che una proteina denominata RS1, ancorata alle membrana plasmatiche apicali aumenti la v elocità massima di uptake di D-glucosio e v ada a modulare l attiv ità di altri sistemi di trasporto. Un altro tipo di regolazione sembra essere effettuata dalla protein chinasi C e protein kinasi A dato che domini citosolici del trasportatore contengono regioni suscettibili a fosforilazione da parte di queste protein chinasi. Di conseguenza è un sistema di trasporto sottoposto sia a regolazione tramite AMPc, diacil-glicerolo e calcio. Lav ori recenti suggeriscono che PKA e PKC aumentino l attiv ità del cotrasporto mediante una maggiore espressione di questo a livello delle membrane plasmatiche apicali. Il meccanismo di questa regolazione è mediato da endocitosi o esocitosi di 48

49 Trasporto di glucosio nell epitelio intestinale Sia il glucosio che gli aacidi sono trasportati dal lume intestinale o dei tubuli renali all interno delle cellule assorbenti rappresentate in figura e da queste al sangue. I due stadi di questo processo coinvolgono due distinti processi di trasporto: uno localizzato a livello apicale, l altro a livello basolaterale. Per quel che riguarda il trasporto basolaterale, si tratta di un sistema di trasporto facilitato per il glucosio appartenente alla famiglia GlUT, precedentemente descritta. A livello apicale è invece presente il trasportatore che sfrutta il gradiente elettrochimico favorevole allo ione sodio per traslocare in cellula, il D-glucosio contro elevati gradienti di concentrazione. Si può calcolare che un gradiente elettrochimico per il sodio esistente possa generare una concentrazione di glucosio in cellula 100 volte superiore. Il potenziale elettrochimico favorevole all ingresso del sodio è mantenuto dal trasporto attivo Na-K-dipendente localizzato sulla membrana basolaterale. Di conseguenza si parla di trasporto attivo in quanto lavora contro gradiente di concentrazione del D- glucosio, secondario perché sfrutta secondariamente l energia fornita dall ATP tramite il lavoro svolto da un trasporto attivo primario, in questo caso, la Na + /K + -ATPasi basolaterale. 49

50 DIFFUSIONE FACILITATA Scambiatore Cl - /HCO 3 - Cl - L antiporto Cl - /HCO 3 - (proteina della banda 3) è importante nel controllo dell equilibrio acido-base a livello cellulare. Trasporta ioni HCO 3 - fuori dalla cellula e ioni Cl - dentro in un rapporto 1:1. HCO 3 - Oltre al trasporto attivo secondario Na-dipendente esistono anche svariati trasportatori che non sono Na dipendenti. Tra questi, il più importante per il suo ruolo nel controllo dell equilibrio acido-base a livello cellulare è l antiporto Cl - /HCO 3 - che trasporta ioni bicarbonato fuori dalla cellula e ioni Cl- dentro in un rapporto 1:1. La fuoriuscita di bicarbonato dalla cellula av v iene secondo gradiente ed è accoppiata all ingresso di cloro, che può avvenire anche controgradiente. 50

51 DIFFUSIONE FACILITATA Scambiatore Cl-/HCO3Lo scambio anionico Cl-/HCO3- o proteina della banda 3 è presente in notevole quantità nella membrana eritrocitaria. A livello tissutale, si ha una elevata tensione parziale di CO2 e questo determina l ingresso del gas nell eritrocita. La CO2 viene idratata ad opera della anidrasi carbonica con formazione di HCO3- e H+. Il bicarbonato viene liberato verso l esterno del globulo rosso, ad opera della banda 3. Lo scambiatore sv olge un ruolo fondamentale a liv ello degli eritrociti dov e contribuisce all arricchimento di bicarbonato nel plasma e più in generale al trasporto della CO2 e alla regolazione della respirazione. 51

52 DIFFUSIONE FACILITATA Scambiatore Cl - /HCO 3 - Lo scambio anionico Cl - /HCO 3 - o proteina della banda 3 è presente in notevole quantità nella membrana eritrocitaria. A livello dei polmoni c è una bassa tensione parziale di CO 2 e si verifica l effetto opposto, cioè il flusso di bicarbonato è diretto all interno mentre il Cl - esce dall eritrocita. 52

53 DIFFUSIONE FACILITATA Scambiatore Cl - /HCO 3 - Il trasportatore Cl/HCO3 è particolarmente importante anche in altri distretti dove svolge importanti funzioni come: Il riassorbimento di bicarbonato a livello della membrana basolaterale del digiuno e del tubulo contorto prossimale e distale del rene L ingresso di Cl esterno nelle cellule ossintiche dell epitelio gastrico, che rappresenta la riserva di ioni Cl- utilizzati per la produzione di HCl del succo gastrico. La produzione di bicarbonato del succo pancreatico che serve per mantenere il ph del succo pancreatico a valori basici (ph 8-9) che aiuta a controbilanciare il basso ph del chimo nel lume duodenale e a ottenere ph ottimali per il funzionamento degli enzimi pancreatici. 53

54 Endocitosi recettore-mediata ed esocitosi Anche l endocitosi è un meccanismo attraverso il quale grandi molecole o particelle entrano nella cellula. L endocitosi mediata da recettore avviene in regioni specifiche della membrana cellulare note come fossette rivestite da clatrina che sono degli incavi in cui il lato citoplasmatico della membrana ha un alta concentrazione della proteina clatrina. Nella prima tappa del processo i substrati extracellulari che devono essere protati all interno della cellula si legano a specifici recettori di membrana. Il complesso recettore-ligando migra lungo la superficie cellilare fino ad incontrare una fossetta rivestita. A questo punto la membrana si ritira verso l interno (si invagina) si stacca quindi dalla membrana e diventa una vescicola citoplasmatica. Le molecole di clatrina vengono rilasciate e ritornano sulla membrana, nella vescicola il recettore e il ligano si separano, lasc iano il ligando in un endosoma che viene portato a livello di un lisosoma se il ligando deve essere distrutto, oppure a livello dellapparato del Gllgi se i l ligando deve essere elaborato. Nel frattempo i recettori possono essere riutilizzati e riportati sulla membrana mediante un meccanismo noto come esocitosi. In questo modo vengono trasportati: ormoni proteici, fattori di crescita e proteine plasmatiche che funzionano come carrier per il ferro e il colesterolo. 54

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