TRIBUNALE ECCLESIASTICO REGIONALE FLAMINIO Via del Monte, BOLOGNA

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1 TRIBUNALE ECCLESIASTICO REGIONALE FLAMINIO Via del Monte, BOLOGNA RELAZIONE SULL'ATTIVITÀ DEL TRIBUNALE ECCLESIASTICO REGIONALE FLAMINIO NELL'ANNO 2016 Eminenza ed Eccellenza Reverendissime, Eccellenze, Signore e Signori, Ecclesiastico Regionale Flaminio. benvenuti a questo appuntamento annuale del Tribunale Desidero anzitutto rivolgere un pensiero filiale e riconoscente al Santo Padre Francesco, anche alla luce della riforma dei processi di nullità matrimoniale da Lui promossa e che abbiamo iniziato ad applicare proprio con l anno giudiziario di cui andrò tra poco ad illustrare gli aspetti salienti, e nel quale abbiamo cominciato a sentire beneficamente gli effetti di semplificazione e velocizzazione che derivano dalla riforma. È sicuramente un cammino che richiede ancora approfondimento in vista di una sempre migliore attuazione, e in questo ci sarà di aiuto la relazione che oggi ci verrà offerta da Sua Eminenza il Card. Francesco Coccopalmerio, che ringrazio fin da ora per aver accettato il nostro invito. Saluto con affetto il nostro Moderatore, Mons. Matteo Zuppi, e in lui anche gli altri Vescovi delle Diocesi di competenza del Tribunale. Il 2016 è stato il primo anno in cui essi hanno saputo (o dovuto) trovare il tempo per l attività, per molti di loro inedita, di giudice nelle cause di nullità. A Mons. Zuppi già tre ne sono state sottoposte, e altre gli arriveranno a breve; e altri tre Vescovi della Romagna sono stati giudici in processi più brevi. Questo aspetto della riforma ci aiuta a sentire i nostri Vescovi ancora più vicini e partecipi, e forse aiuta loro a prendere maggiore consapevolezza del lavoro del Tribunale, nel quale peraltro noi esercitiamo in modo vicario la potestà giudiziaria che di per sé nella Chiesa è propria dei Vescovi. Saluto con deferenza e ringrazio della partecipazione le Autorità Civili, Accademiche e Religiose.

2 Saluto con grande cordialità quanti sono venuti in rappresentanza degli altri Tribunali ecclesiastici. Riguardando la relazione dell anno scorso, sono rimasto colpito dall incertezza che c era allora su quali sarebbero stati i collegamenti derivanti dall appello, e pensavamo che non ci sarebbero stati più rapporti organici con i Tribunali Triveneto ed Etrusco. Adesso la situazione è sicuramente chiarita rispetto alle ipotesi avanzate allora, e mi pare anche che proceda proficuamente, al di là della drastica riduzione nel numero delle cause che richiedono un giudizio di secondo grado. Ringrazio dunque della presenza Mons. Adolfo Zambon, Vicario Giudiziale del Tribunale Ecclesiastico Regionale Triveneto, nostra sede di appello; e Mons. Roberto Malpelo, Vicario Giudiziale del Tribunale Ecclesiastico Regionale Etrusco, che appella al nostro Tribunale. Consentitemi qualche parola in più per il Tribunale Emiliano, che pure appella da noi, dove c è appena stato l avvicendamento del Vicario Giudiziale. Sono quindi particolarmente grato della presenza di Mons. Vittorino Tazzioli, che per quasi 50 anni ha presieduto quel Tribunale, e che l altro ieri è stato salutato con tanto affetto e un po di commozione; avrebbe dovuto essere presente il nuovo Vicario Mons. Sergio Casini, ma altri impegni lo hanno trattenuto a Modena; pur se a distanza, a lui rivolgo di cuore i migliori auguri di un sereno e proficuo lavoro. Un cambiamento quasi altrettanto epocale è in realtà avvenuto anche nel nostro Tribunale Flaminio, dove pure c è stato l avvicendamento del Vicario Giudiziale; in questo caso perché, nella riorganizzazione dei suoi più stretti collaboratori in Diocesi, Mons. Zuppi ha voluto Mons. Stefano Ottani come Vicario Generale (uno dei due del nuovo organigramma). Non è possibile dire in poche parole cosa hanno significato i quasi trent anni di presidenza di don Stefano per il Tribunale; mi limito a rilevare perché mi sembra una cifra qualificante del percorso umano e ministeriale di don Stefano il suo stile di uomo di pace, sempre attento a valorizzare il positivo e a smorzare le possibili cause di tensione. Personalmente sono molto grato a don Stefano per essersi offerto, nonostante la gravosità del nuovo incarico, di portare a termine le cause in cui fa già parte del Collegio giudicante, e così evitare che per me raddoppiasse di colpo il numero di cause in cui sono coinvolto, in aggiunta all onere della direzione del Tribunale che comporta necessariamente un periodo di apprendistato in tante questioni di cui prima neppure sospettavo l esistenza o che comunque non mi toccavano direttamente. A don Stefano, facendomi interprete dei sentimenti di tutti noi qui presenti, faccio i migliori auguri per lo svolgimento del suo nuovo compito. Prima di proseguire nei saluti, rimango un momento nell ambito che ho aperto parlando di don Stefano, per accennare anche ad altre notizie di famiglia, purtroppo non sempre liete. Nell ultimo anno sono mancati due collaboratori storici del Tribunale: p. Sergio Targon, per 25 anni Giudice del Tribunale e in precedenza Difensore del Vincolo, che fino a due anni fa sosteneva pressoché da solo come preside del Collegio e relatore tutto il carico delle cause affermative che giungevano per l esame di secondo grado; e il perito Dott. Giordano Sgarzi. Ai Confratelli di p. Sergio e ai familiari del Dott. Sgarzi rinnoviamo la nostra fraterna vicinanza. L organico si è assottigliato anche a motivo del passaggio nel marzo scorso di una nostra addetta di cancelleria, la Dott. Silvia Soleschi, alla Cancelleria della Curia diocesana di Bologna. Decisamente lieta è invece la notizia della nascita, lo scorso 14 novembre, di Davide, figlio del Cancelliere Dott. Anna Claudia Mirarchi; un evento tanto più gioioso in quanto a lungo desiderato dai due genitori. Proprio nei giorni scorsi Davide è anche nato alla vita di figlio di Dio con il Battesimo. Un altra notizia positiva dell ultimo anno, che mi sembra giusto segnalare in ordine alla qualificazione del nostro personale, è il conseguimento del dottorato in diritto canonico da parte dell Uditore Dott. Filomena Marullo e del Difensore del Vincolo Dott. Gino Giaquinto. Saluto fraternamente i Giudici di questo Tribunale, e insieme a loro tutto il personale in organico: l Uditore, il Promotore di Giustizia, i Difensori del Vincolo, i Patroni Stabili. Un ringraziamento particolare è doveroso tributarlo alle addette di cancelleria, le quali nell ultimo anno hanno dovuto non solo tradurre in pratica nella quotidianità del nostro lavoro la

3 riforma dei processi, che comporta sotto diversi profili un cambiamento delle procedure; ma hanno anche visto appesantito il carico di ciascuna a motivo dell assenza per maternità del Cancelliere e di una collega passata a lavorare in Curia. Da ultimo, hanno dovuto accompagnare me nell avvio dell esperienza come Vicario Giudiziale, e su tanti aspetti operativi (ma non per questo trascurabili, in quanto comunque essenziali per il buon funzionamento del Tribunale) sono molto più esperte di me. Come vedremo tra poco, si intravede all orizzonte un alleggerimento del lavoro, ma resta il fatto che quest ultimo anno è stato eccezionalmente intenso e che la dedizione del personale di cancelleria in questi frangenti è stata davvero encomiabile. Un ultimo saluto, ma non ultimo per importanza, desidero rivolgerlo a quanti pur non appartenenti all organico a diverso titolo collaborano all ordinato ed efficace svolgimento delle cause di nullità: dagli Avvocati, ai Periti, agli Ufficiali di Curia, al personale ausiliario. Procedo quindi a illustrare l attività del Tribunale Ecclesiastico Regionale Flaminio svolta nello scorso anno 2016, presentandone i dati statistici. CAUSE DI PRIMA ISTANZA Cause pendenti al (163)* Libelli depositati nel (80) Cause introdotte nel (95) Cause riassunte nel (0) Cause trattate 224 (258) Cause decise con sentenza 95 (87) di cui affermative 87 (81) di cui negative 8 (6) Cause passate a via amministrativa 0 (1) Cause archiviate 0 (7) per perenzione 0 (3) per rinuncia 0 (3) per decesso Parte attrice 0 (1) per decesso Parte convenuta 0 (0) Cause espletate 95 (95) Cause pendenti al (163) Altri dati Cause trattate con processo più breve 5 concluse con sentenza affermativa 4 rinviate ad esame ordinario 1 Sentenze affermative per cui c è stato appello 3 Sentenze negative per cui c è stato appello 3 Le cause depositate nel 2016 venivano dalle seguenti diocesi: Bologna 32 (32) Rimini 11 (6) Ravenna 7 (11) Imola 6 (9) Cesena 3 (8) Ferrara 2 (4) Forlì 1 (4) Faenza 0 (6) San Marino-Montefeltro 0 (0) * tra parentesi i dati relativi all anno precedente

4 Se si fa il rapporto tra la popolazione della Regione ( ) e il numero delle cause si ottiene che nell anno c è stata una causa ogni abitanti ( nel 2015). Capi di nullità: i capi esaminati in tutto sono stati 159 (139). Ad essi si è risposto in modo affermativo in 114 (108) casi, negativo in 45 (31). totale % affermativa negativa esclusione dell'indissolubilità 47 (42) 29,6 % 28 (32) 19 (10) incapacità (can 1095, 2-3) 43 (57) 27,0 % 37 (50) 6 (7) esclusione della prole 34 (29) 21,4 % 26 (20) 8 (9) esclusione della fedeltà 11 (11) 6,9 % 9 (3) 2 (1) incapacità (can 1095, 2) 9 (2) 5,7 % 6 (2) 3 (0) incapacità (can 1095, 3) 8 (1) 5,0 % 3 (0) 5 (1) timore 2 (1) 1,3 % 2 (0) 0 (1) dolo 2 (1) 1,3 % 2 (1) 0 (0) condizione de futuro 2 (0) 1,3% 1 (0) 1 (0) esclusione del matrimonio stesso 1 (0) 0,6 % 0 (0) 1 (0) difetto di forma 0 (1) 0,0% 0 (0) 0 (1) errore 0 (1) 0,0 % 0 (0) 0 (1) esclusione della dignità sacramentale 0 (3) 0,0 % 0 (0) 0 (3) simulazione totale 0 (1) 0,0 % 0 (1) 0 (0) violenza morale 0 (1) 0,0 % 0 (1) 0 (0) Nel corso del 2016 abbiamo ricevuto dal Tribunale Triveneto 15 decisioni su nostre cause di primo grado: 10 decreti di ratifica in parte ancora derivanti dal precedente regime di obbligo della doppia conforme e 5 sentenze, tre affermative e due negative (queste cinque cause in primo grado erano state tutte affermative). Nonostante i numeri assai ridotti, poco idonei a fare statistica (il dato comunque vale un 87% di conformità), si rileva una forte convergenza nei giudizi tra il nostro Tribunale e il Tribunale ordinario di appello. Dalla Rota Romana abbiamo ricevuto tre decisioni, tutte e tre affermative, su cause delle quali in primo grado una era affermativa e due negative. Tempo impiegato: Per le cause istruite con processo ordinario: entro 1 anno 0 0,0% entro 18 mesi 22 24,2% entro 2 anni 38 41,8% entro 3 anni 27 29,7% oltre 3 anni 4 4,3% tempo medio mesi 23,5 Per le cause istruite con processo più breve il tempo medio è stato di mesi 3,6. Istruttorie Complessivamente le sessioni istruttorie nell anno sono state 494 (743 nel 2015), così distribuite: raccolte dai Giudici Istruttori: 350 (534) affidate agli Uditori: 144 (209)

5 Patroni stabili I Patroni stabili hanno svolto anche nell anno 2016 un intenso e prezioso lavoro: Colloqui fissati dalla Cancelleria 301 (213) disdetti senza sostituzione 16 (25) effettivamente svolti 285 (188) di cui: primi colloqui 246 (139) secondi colloqui 39 (49) decreti di assegnazione del P.S. 32 (30) decreti di assegnazione respinti 1 (0) libelli depositati 27 (27) attività di Patrono per Pc 1 (2) CAUSE DI SECONDA ISTANZA Affermative in prima istanza ancora bisognose di doppia decisione conforme Cause pendenti al (63) Cause pervenute e introdotte 0 (279) Cause trattate 125 (352) Cause decise con decreto 120 (214) Cause in via ordinaria 1 (3) Cause decise con sentenza 4 (3) di cui affermative 4 (1) di cui negative 0 (2) Cause archiviate 0 (0) per perenzione 0 (0) per rinuncia 0 (0) Cause espletate 124 (217) Cause pendenti al (125) Affermative in prima istanza con appello volontario Cause pervenute 10 Cause non proseguite 2 Cause introdotte 8 Cause trattate 8 Cause decise con decreto 7 Cause in via ordinaria 1 Cause espletate 7 Cause pendenti al 31/12/ Le cause introdotte nel 2016 provenivano dal: Tribunale Emiliano 2 (91) Tribunale Etrusco 8 (188)

6 Negative in prima Cause pendenti al (5) Cause pervenute 13 (8) Cause introdotte 16 (6) Cause riassunte 1 (1) Cause trattate 23 (12) Dilata 0 (1) Cause decise con sentenza 3 (6) di cui affermative 3 (5) di cui negative 0 (1) Cause archiviate 0 (0) per perenzione 0 (0) per rinuncia 1 (0) Cause espletate 4 (6) Cause pendenti al (6) Le cause pervenute nel 2016 provenivano dal: Tribunale Emiliano 1 (2) Tribunale Etrusco 12 (6) Capi di nullità: i capi di accusa esaminati in appello sono stati 220 (328), così suddivisi totale % esclusione della prole 62 (111) 28,2 % esclusione dell'indissolubilità 56 (78) 25,5 % incapacità (can 1095, 2) 41 (63) 18,6 % incapacità (can 1095, 3) 22 (32) 10,0 % incapacità (can 1095, 2-3) 29 (31) 13,2 % esclusione della fedeltà 5 (11) 2,3 % errore 2 (1) 0,9 % timore 1 (3) 0,5 % simulazione totale 1 (1) 0,5 % dolo 1 (1) 0,5 % condizione apposta 0 (1) 0,0 % esclusione del matrimonio stesso 0 (1) 0,0 %

7 OSSERVAZIONI Non intendo ovviamente fare un esame dettagliato dei dati, che avete sottomano, ma solo proporre alcune osservazioni. Può essere utile partire dal secondo grado, che ha visto esaurirsi nel corso del 2016 non senza fatica le cause risalenti al precedente regime di obbligo della doppia decisione conforme, e che mi è sembrato opportuno tenere separato nel quadro dei dati offerti. Soprattutto a causa della cessazione dell attività di p. Targon (comprensibilmente: era già ultranovantenne!), i dati evidenziano come già nel 2015 la pendenza era raddoppiata, e se pure nel 2016 avessimo avuto oltre 200 nuove cause la situazione sarebbe diventata ingestibile. Già solo per smaltire il pregresso Mons. Ottani aveva deciso di dedicare le sessioni decisorie di maggio, giugno e luglio esclusivamente al secondo grado, e questo ha finalmente consentito di esaurire l arretrato. Sotto questo profilo, è indubitabile che per il nostro Tribunale l abolizione dell obbligo della doppia decisione conforme ha consentito di evitare una mole di lavoro che non sarebbe stato affrontabile con l organico attuale. Residuale è invece il numero delle cause di appello pervenute a seguito di appello volontario (con sentenza di prima istanza sia affermativa sia negativa). Le cause originariamente affermative non hanno pendenza, anche perché sette su otto sono state decise con decreto di ratifica. La situazione delle cause originariamente negative si è solo apparentemente aggravata: in realtà molte di esse erano state temporaneamente accantonate per dare priorità ad altre urgenze, ma sono state comunque istruite nel corso del 2016 sebbene non siano poi giunte a sentenza nel corso dell anno. Sembra inoltre opportuno segnalare che, sebbene in tutte e tre le cause decise nel 2016 alla sentenza negativa in primo grado è seguita una decisione affermativa in secondo grado, in due casi su tre non si tratta di decisioni contrarie a quelle del primo grado, ma di cause risultate affermative in secondo grado in riferimento a capi di nullità introdotti ex novo: per cui i capi giudicati negativamente in primo grado sono stati confermati come tali, mentre la sentenza è stata emessa pro nullitate in riferimento ai capi aggiunti. Si conferma dunque la notevole convergenza di valutazione tra i diversi tribunali. Passando invece all esame delle cause di primo grado, si può rilevare in primo luogo un certo calo nel numero delle cause introdotte: 62 nel 2016, contro le 80 del Il dato è sicuramente inatteso nel senso che dopo la riforma ci si sarebbe aspettati un incremento delle domande; in realtà, anche dai riscontri avuti dai Patroni stabili e dagli avvocati, la riforma forse anche per il modo non sempre corretto con cui è stata presentata dagli organi di informazione ha suscitato un certo interesse, e quindi ha mosso le acque, ma con aspettative non sempre realistiche, come se ora il riconoscimento della nullità fosse immediato, concesso a tutti e totalmente gratuito. Non è quindi facile, tante volte, spiegare che i capi di nullità rimangono gli stessi di prima, o che i mezzi di prova siano a loro volta rimasti invariati (qualcuno percepisce come abusiva la richiesta di indicare dei testimoni!). Questo forse può spiegare come mai, ad un accresciuto numero di persone che manifestano interesse per il procedimento di nullità e richiedono informazioni, non corrisponda un incremento nel numero dei libelli che vengono concretamente presentati. Il dato è eloquentemente attestato dal numero di colloqui svolti dai Patroni stabili, che sono stati nel 2016 il 50% in più rispetto al 2015; e approfitto di questa constatazione per rinnovare a loro il ringraziamento per l intenso lavoro svolto. Quanto al numero delle cause presentate, comunque, queste prime settimane del 2017 (per quanto possono fare tendenza) sembrano indicare che ci stiamo attestando almeno sullo stesso numero di libelli dell anno precedente, se non leggermente superiore. Positivo è il fatto che siano state decise più cause rispetto all anno precedente (95 contro 87), con un equilibrio sostanzialmente invariato tra le decisioni affermative e negative: queste ultime sono poco meno del 10% del totale. Il numero di cause decise è particolarmente importante se si rammenta che, come già prima richiamato, in primavera è stato deciso di dedicare tre mesi di sessioni decisorie esclusivamente allo smaltimento del pregresso di secondo grado, e questo ha fatto sì che non poche cause di primo grado siano giunte a decisione più tardi di quanto sarebbe stato teoricamente possibile, essendosi creata una lista di attesa che solo oggi, con la sessione di

8 febbraio 2017, è stata esaurita. Interessante è perciò anche il dato della durata media delle cause. Il prospetto, come vedete, non indica un confronto con l anno precedente perché mi è sembrato doveroso, in ossequio a quanto previsto dal can. 1517, computare il tempo a partire dall ammissione del libello e non dalla formulazione del dubbio, come fatto finora. Se però rifacessimo i calcoli dell anno precedente secondo questo stesso criterio, troveremmo una durata media di 22,6 mesi; il dato di quest anno, di soli 0,9 mesi superiore nonostante la lista d attesa di cui ho appena detto, segnala di fatto un miglioramento. Esso è ancora più evidente se rileviamo che nel 2016, su 91 cause di processo ordinario giunte a sentenza, 22 erano state espletate entro i 18 mesi e nessuna entro l anno; nelle due prime sessioni mensili del 2017, su 23 cause complessivamente decise, 11 hanno avuto una durata inferiore ai 18 mesi e una di esse addirittura si colloca entro l anno. L altra grande novità apportata dalla riforma dei processi, oltre all abolizione dell obbligo della doppia conforme, è l introduzione di una procedura più snella, il cosiddetto processo più breve. Nel 2016 hanno chiuso il loro iter cinque cause di questo tipo, quattro con sentenza affermativa e una con rinvio al processo ordinario; altre quattro cause sono state fino ad oggi istruite, e di esse due sono state decise nel 2017 e due sono ancora in attesa di decisione; di un altra infine è imminente l istruttoria. Certamente si tratta di un innovazione interessante, e lo dimostra il fatto che queste cause hanno avuto una durata media di 3,6 mesi. Direi però che l esperienza di questi primi casi finora tutti istruiti dal Vicario Giudiziale: i primi tre da don Stefano e i successivi da me, tranne un caso istruito a Rimini da don Giorgio Zannoni evidenzi anche come si tratti di un percorso abbastanza delicato, da richiedere non superficialmente ma con attenta e prudente valutazione, anche in considerazione di una certa rigidità di procedura (per esempio la sessione istruttoria unica; l impossibilità di aggiungere dopo la sessione nuove prove o richiedere in corso di causa l introduzione di capi di nullità più pertinenti; il fatto che, salvo errata interpretazione, l Istruttore non possa bloccare l iter se non emergono sufficienti elementi, ma si debba comunque arrivare a sottoporre gli atti al Vescovo); inoltre sembra corretto ritenere che, a seguito di un eventuale rinvio al processo ordinario, non c è solo un allungamento dei tempi rispetto all adire direttamente la via ordinaria, ma la causa si ritrova anche con il peso di una valutazione preliminare di non evidenza del capo di nullità proposto. Credo, insomma, che l esperienza debba ancora farci fare della strada prima di poter dire di padroneggiare adeguatamente questo nuovo strumento che ci è stato offerto. Per concludere questo rapido sguardo sui processi più brevi, si può segnalare che circa un quarto, se non un terzo, delle domande avanzate sono state respinte e quindi la causa è stata fin da subito indirizzata al processo ordinario non rinvenendo sussistenti i presupposti previsti dal can Sostanzialmente conforme ai dati dell anno precedente è la distribuzione percentuale di ricorrenza dei capi di nullità, e quindi su questo non è necessario soffermarsi. Azzardo invece uno sguardo d insieme sul Tribunale e sul lavoro svolto. Certamente abbiamo attraversato, e in qualche misura stiamo ancora attraversando, un periodo di fatica nell espletare le cause che vengono sottoposte al vaglio del nostro Tribunale. Tuttavia molteplici elementi, in parte conseguenti all introduzione della riforma (non si richiede più necessariamente la doppia decisione conforme; i processi più brevi, percorrendo una corsia preferenziale, alleggeriscono il carico del processo ordinario) e in parte contingenti (il minor numero di libelli introdotti nel 2016) hanno consentito di ridurre sensibilmente l arretrato. Attualmente tra il deposito del libello e l avvio dell istruttoria passano solo i tempi tecnici necessari per assicurare alla Parte convenuta il diritto di difesa e per notificare con sufficiente anticipo le citazioni a deporre, in quanto i calendari istruttori non richiedono tempi di attesa. La cancelleria ha a sua volta risolto alcuni punti di intasamento della procedura, pur avendo dovuto supplire dalla primavera l assenza del cancelliere per la maternità; il suo rientro, fra un po di mesi, fa prevedere che il lavoro potrà svolgersi ancora più fluidamente. Qualche ritardo è ancora presente nella stesura delle sentenze (e quindi nei tempi che intercorrono tra la decisione della causa e la pubblicazione del dispositivo e delle motivazioni), e qui si può solo sperare nell abnegazione dei giudici incaricati di redigerle, e magari in una maggiore attenzione

9 nell attribuzione di questo incarico a chi riesce più efficacemente svolgerlo (pur se l assegnazione si fa ad avvio della causa, mentre l eventuale carico eccessivo dei singoli giudici emerge quando le cause giungono alla fine, e per qualcuno si determinano cumuli prima non prevedibili). Tutto questo fa ritenere che, se il numero di cause rimarrà anche per il futuro nell ordine di quelle attuali, l organico di cui oggi il Tribunale dispone è proporzionato al lavoro da svolgere, e questo almeno per l immediato ci dà serenità. Credo però che la situazione vada tenuta sotto osservazione, quanto meno secondo due profili. Il primo è la lungimiranza circa gli sviluppi futuri. Al netto del Vicario giudiziale e di due religiosi (questi ultimi passibili in ogni momento di trasferimento al di fuori del territorio di competenza del Tribunale), i giudici sacerdoti sono cinque, di questi due sono ultrasettantenni e gli altri tre hanno incarichi rilevanti nelle Curie delle rispettive Diocesi di appartenenza. Quanto ai giudici laici siamo già oltre le previsioni CEI (si ammetterebbero a busta paga perché il problema è sostanzialmente economico fino a due giudici laici, noi abbiamo chiesto e ottenuto dispensa per averne tre). Sarebbe dunque importante poter ampliare il numero dei giudici sacerdoti, e i possibili candidati dotati delle necessarie competenze ci sarebbero; si tratta di capire se i loro Vescovi accettano di metterli a disposizione, e se loro stessi accettano di assumersi un ministero che almeno a prima vista può apparire poco gratificante. Come, detto, al momento non ne abbiamo bisogno. Però a me parrebbe più saggio avere un numero di giudici più elevato, ciascuno dei quali con un carico ridotto, piuttosto che attestarsi sul minimo sufficiente e, a fronte di un qualsiasi imprevisto, trovarsi in difficoltà Il secondo profilo, in parte collegato, è maturato in me quasi casualmente riflettendo che io ero l ultimo prete a fare sistematicamente istruttorie, poi con la partenza di don Stefano e senza la nomina di un Vicario aggiunto ho cessato quasi completamente questa attività, tranne i processi più brevi e qualche rara istruttoria di secondo grado: adesso quindi le istruttorie sono totalmente espletate da laici. Ho voluto allora fare una verifica sulla fase decisoria: le sentenze del 2016 sono state redatte: 35 dal Vicario o dall Aggiunto, 27 da altri giudici chierici, 45 dai giudici laici; i decreti (di ratifica o di rinvio a esame ordinario) sono stati 18 con estensore chierico e 112 con estensore laico. E questo sebbene non sia stata ancora attuata la possibilità, introdotta dalla riforma, dei collegi con due giudici laici e il solo preside chierico, ma non è escluso che ci arriveremo. Mi sono allora chiesto se non sia il caso di fare una riflessione sulla fisionomia che si ritiene opportuna per il Tribunale, quanto all equilibrio tra le componenti clericale e laicale, con quest ultima che da noi è già sviluppata molto più di quanto non accada negli altri Tribunali regionali quanto meno del Nord Italia, ma penso anche del Centro forse con l esclusione dei Tribunali del Vicariato di Roma. Sia chiaro, i nostri giudici e uditore laici sono davvero bravi, e ce ne fossero tanti di operatori così; ma credo che sia importante almeno porsi le domande: dal punto di vista ecclesiologico, e anche dal punto di vista pastorale, è ininfluente che a interrogare, o a redigere una sentenza, sia un chierico o un laico? E in ogni caso, possiamo lasciare che tutto questo avvenga per caso o per necessità, o è bene che alle spalle ci sia una scelta consapevole? Il fatto che la riforma abbia stabilito che alcune cause, in vista di una maggiore tutela della dottrina cattolica sul matrimonio, debbano essere necessariamente decise dal Vescovo diocesano, può suggerirci qualcosa su questo tema? Non mi dilungo oltre, e depongo queste riflessioni nelle mani e nel cuore del nostro Moderatore, e per suo tramite di tutti i Vescovi delle nostre nove Diocesi, disponibile anche a riflettervi insieme con loro se e quando ce ne sarà la possibilità. Più volte in questa relazione ho accennato alla riforma dei processi matrimoniali, alle potenzialità che essa contiene e che vanno sempre più approfondite, e alle cautele che presumibilmente richiede perché possa portare davvero frutto. In questa prospettiva, è opportuno che la prolusione di quest anno, come già quella dell anno scorso, verta ancora sulla riforma. È anche giusto segnalare che, quando mi confrontai sulla giornata di oggi con il Moderatore due mesi fa, direi provvidenzialmente (perché avvenne casualmente: ci trovammo entrambi a una cena comunitaria in una parrocchia!), fu lui a suggerirmi di puntare in alto e interpellare il Card. Coccopalmerio; il quale ha accolto subito e volentieri il nostro invito, e lo ringrazio di cuore.

10 Sua Eminenza non ha bisogno di presentazioni, conosciamo tutti la sua competenza canonistica e l importanza dei ruoli che ha ricoperto, fino all attuale di Presidente del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi. Con riferimento alla nostra tematica è però importante sottolineare che è stato membro della commissione che ha elaborato la proposta di riforma, e questo lo rende particolarmente idoneo ad offrirci degli approfondimenti. Non aggiungo altro, e cedo a lui la parola. Grazie a tutti dell attenzione che mi avete riservato! Bologna, 16 febbraio 2017 Massimo Mingardi

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