REALIZZAZIONE DI UN IMPIANTO CON SPECIE PIONIERE PER IL RECUPERO DI UNA CAVA IN AREA GOLENALE

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1 VENGONO ILLUSTRATI GLI INTERVENTI ESEGUITI PER IL RECUPERO AMBIENTALE DI UNA CAVA DI GHIAIA IN UN AREA GOLENALE COMPRESA NEL PARCO FLUVIALE DEL PO. LE SPECIE UTILIZZATE, PIOPPO BIANCO, PIOPPO NERO E SALICE BIANCO, HANNO PERMESSO DI OTTENERE UNA FASCIA ARBORATA CON FINALITA PREVA- LENTEMENTE NATURALISTICHE IN TEMPI BREVI E CON INTERVENTI COLTURALI DECISAMENTE RIDOTTI. Nel 1992 prese avvio la coltivazione di una cava di ghiaia in località Rivarossa, in Comune di Frassineto Po (AL). Si trattava di una bonifica agraria eseguita in un appezzamento agricolo di circa 8 ettari, caratterizzato da un terreno eccessivamente ghiaioso e da una superficie irregolare. I lavori eseguiti consistettero nello scotico dello strato superficiale fine del suolo, che fu accantonato, e nella rimozione dello strato ghiaioso sottostante destinato alla commercializzazione; infine il materiale terroso precedentemente accantonato fu ridistribuito sul terreno. L autorizzazione rilasciata dalla Regione Piemonte per la coltivazione della cava prescrisse che, alla conclusione dei lavori, oltre al ripristino del fondo agricolo, si provvedesse alla ricostituzione di una fascia arborata sul lato dell appezzamento prospiciente il canale Rivarossa. Tale fascia, della larghezza di 50 m, doveva essere reimpiantata con specie compatibili con le caratteristiche ecologiche della stazione, in modo da ricostruire l ambiente ripariale tipico. Nel 1996 quindi, al termine dei lavori di cava e di ripristino agricolo, la ditta esecutrice dovette provvedere alla costituzione di questa fascia arborata, per poter chiudere il cantiere. Il progetto fu elaborato in collaborazione tra l Ente di Gestione del Parco Fluviale del Po e dell Orba e l Istituto di Sperimentazione per la Pioppicoltura (ISP), che dista poche centinaia di metri dall area oggetto dell intervento. Il fatto che il suolo fosse stato profondamente rimodellato indusse a proporre l impianto di una formazione forestale con specie pioniere. Allo stesso tempo la ditta, non essendo proprietaria del terreno, non avrebbe potuto garantire nel tempo l esecuzione delle cure colturali necessarie per l affermazione di un impianto costituito da specie definitive più esigenti. Astoni di pioppo bianco, pioppo nero e salice bianco all inizio della prima stagione vegetativa. DESCRIZIONE DELL AREA D INTERVENTO L area destinata a bosco naturale si sviluppa per circa 550 m lungo il canale Rivarossa, che scorre in un paleoalveo del Po, derivando le sue acque dallo scarico del depuratore della città di Casale Monferrato, per confluire nel fiume Po poco più a valle dell area. Occupa una superficie pianeggiante di 2,16 ha ad una quota di circa 100 m s.l.m. L intera zona è compresa all interno del Parco Fluviale del Po e dell Orba, istituito dalla Regione Piemonte nel 1990 e ricade all interno della Fascia A (1) secondo la delimitazione dell Autorità di Bacino nel Piano Stralcio delle Fasce Fluviali (L. 183/89). Si tratta di una tipica area golenale di interesse agro-forestale coltivata principalmente con pioppeti di cloni di pioppo ibrido, talvolta inframmezzati da colture cerealicole (Figura 1). Il contesto territoriale circostante l area risente di una elevata pressione agricola. Sono infatti assenti da anni nuclei di vegetazione di specie autoctone in grado di innescare processi di evoluzione verso il climax. Solo recentemente sono state ricreate siepi campestri all interno dell Azienda sperimentale dell ISP confinante con l'area oggetto d'intervento. I dati climatici riferiti al periodo , raccolti dall'isp riportano una temperatura media annua di 12,6 C e precipitazioni medie del periodo di 656 mm, con 440 mm nel periodo vegetativo. Dalla figura 3, che riporta i dati di temperatura, precipitazione ed evapotraspirazione, si evidenzia che la seconda stagione vegetativa è stata anomala: nell'estate invece dell'usuale periodo secco si è avuto un picco di piovosità e si sono verificati ben due periodi secchi: uno in primavera (febbraio-maggio) e uno in (1) Fascia di deflusso della piena, costituita dalla porzione di alveo, che è sede prevalente del deflusso della corrente della piena ordinaria. 7

2 Fig. 1 Fig. 2 autunno (settembre-ottobre). Il suolo si presenta privo di segni di evoluzione evidenti: si tratta di sabbie medie e fini con ph 8,3 e bassa reazione all effervescenza con HCl provenienti probabilmente, oltre che dallo scotico superficiale eseguito all inizio dei lavori di cava, anche da strati profondi. I rilevamenti condotti in 8 aree differenti rappresentative dell impianto (Figura 2) non hanno messo in evidenza limitazioni allo sviluppo di impianti forestali fino ad una profondità di cm e non hanno permesso di distinguere orizzonti pedologici definiti. La vegetazione potenziale dell area è rappresentata dal Querco-Ulmeto (PEDROTTI e GAFTA 1996), bosco golenale soggetto a brevi e sporadiche inondazioni. Si tratta di un bosco piuttosto ricco di specie legnose: nello strato arboreo accanto a Quercus robur e Ulmus minor, esso comprende Populus alba, Populus nigra, Fraxinus excelsior e Alnus glutinosa, mentre nello strato arbustivo sono presenti varie specie, tra cui Cornus sanguinea, Crataegus monogyna, Corylus avellana, Euonymus europaeus. IMPIANTO Come specie forestali sono state utilizzate Populus alba, Populus nigra e Salix alba, tutte piante pioniere, appartenenti al Querco-Ulmeto potenzialmente in grado di colonizzare in modo spontaneo ed in tempi brevi la zona oggetto di intervento. Queste specie producono ogni anno grandi quantità di semi che vengono facilmente dispersi dal vento: il salice bianco si afferma nelle zone più basse, soggette a frequenti sommersioni, mentre il pioppo bianco e il pioppo nero si insediano nelle zone caratterizzate da allagamenti meno prolungati e da aridità estiva. Le modalità di formazione delle popolazioni autoctone di Salicacee sono ben descritte nei lavori di HERPKA (1979, 1986). Con il ripopolamento artificiale si abbreviano notevolmente i tempi necessari alla colonizzazione evitando anche la formazione di popolazioni di pioppo ibrido (Populus canadensis) e/o dell esotico Populus deltoides. Nel caso in studio sono stati utilizzati una miscela di Figura 1 - Localizzazione dell'area oggetto di intervento (in verde) con il reticolo di coordinate cartografiche UTM. Figura 2 - Localizzazione dei profili pedologici e delle indagini fitosociologiche. C genn 96 mar 96 magg 96 lugl 96 sett 96 nov 96 genn 97 mar 97 magg 97 lugl 97 sett 97 nov 97 genn 98 mar 98 magg 98 lugl 98 sett 98 nov 98 genn 99 mar 99 magg 99 lugl 99 sett 99 nov 99 mesi Temp. media Precipitazioni ETP Periodo secco Figura 3 - Diagramma umbro-termico ed ETP (secondo THORNTHWAITE). SPECIE PIANTE RISARCIMENTI PIANTE ESISTENTI MORTALITA ALL'IMPIANTO (n ) (N ) (N ) (%) Populus alba Populus nigra Salix alba Totale Tabella 1 - Numero di piante messe a dimora e sopravvissute al quarto anno, distinte per specie. SPECIE PIANTE PIANTE DIAMETRO A 1,3 m ALTEZZA MISURATE (n ) MISURATE (%) (cm) (m) MAX MIN MEDIO MAX MIN MEDIA Populus alba ,7 11,5 1,3 7,0 13,0 2,0 7,0 Populus nigra 29 13,8 12,1 1,6 5,4 12,0 2,0 5,5 Salix alba 64 13,5 14,0 1,3 6,4 11,5 2,0 7,0 Totale ,5 Tabella 2 - Caratteristiche delle piante misurate alla fine del quarto anno. Le piante ad altezza minima di due metri sono in genere ricacci, nati al piede delle pioppelle seccate mm pioggia / ETP 8

3 cloni di Salix alba e suoi ibridi con S. fragilis, il clone di P. alba Villafranca e la sua progenie derivata da impollinazione naturale nell azienda sperimentale Mezzi dell'isp, e infine genotipi di P. nigra raccolti in diverse località dell Italia Settentrionale. Sono stati impiegati astoni di un anno da talea di P. alba e S. alba e di un anno da ceduo di P. nigra. Gli astoni, privati di apparato radicale e di rami, sono stati idratati per una settimana prima della messa a dimora. L immersione in acqua della parte basale dell astone, che verrà successivamente interrata, serve a favorire la radicazione. Questo materiale, grazie a un altezza di 2,5 metri e alla prontezza di accrescimento, riesce a vincere la competizione con le erbe infestanti anche se le operazioni colturali sono estremamente limitate. La preparazione del terreno è stata ridotta a una sola lavorazione superficiale con erpice a dischi poiché il suolo era già stato sufficientemente rimaneggiato durante le operazioni di ripristino. La disposizione degli astoni all impianto segue l andamento curvilineo del canale Rivarossa (Figura 4), dove la distanza tra le piante è di circa 3 m per ottenere in tempi brevi la chiusura delle chiome e ridurre la competizione con le infestanti erbacee. Il tracciamento è stato effettuato manualmente. La distribuzione delle specie ha seguito un criterio d impianto a gruppi alternati di salice e pioppo. Il salice era volutamente piantato a fasce al fine di costituire un filtro per i materiali galleggianti (paglia, legno, ecc.) in caso di esondazione. L apertura delle buche è stata effettuata fino ad una profondità di circa 70 cm con trivella di 25 cm di diametro portata da trattrice 2 RM di 80 Hp di potenza. Tale profondità di impianto favorisce lo sviluppo dell apparato radicale grazie alla presenza di orizzonti profondi più freschi. Sono state messe a dimora piante in 170 file disposte perpendicolarmente alla Rivarossa. L impianto è stato realizzato nella seconda metà del mese di Marzo del Poiché le operazioni si sono protratte fino all inizio di aprile, quando le temperature erano già elevate, per gli ultimi astoni messi a dimora si è dovuto procedere al taglio del cimale. Con questa operazione è stata eliminata la parte apicale di fusto che presentava le gemme già sbocciate, ciò per ritardare la formazione della chioma che sarebbe avvenuta troppo precocemente rispetto alla formazione dell apparato radicale e avrebbe determinato la cosiddetta crisi da trapianto, con successiva probabile morte della pianta. CURE COLTURALI Nel corso della prima stagione vegetativa sono state effettuate due lavorazioni del suolo con erpice a dischi nelle interfile parallele al canale, al fine di contenere lo sviluppo della flora erbacea; nel mese di agosto è stata effettuata un irrigazione di soccorso localizzata con carro botte. Al termine della prima stagione vegetativa sono state rilevate 750 fallanze, pari al 30% delle piante messe a dimora. Il risarcimento è stato limitato a 200 astoni di P. alba posti a dimora nelle aree dove le fallanze erano più numerose. La primavera molto arida non ha favorito l attecchimento delle rimesse che è perciò risultato molto scarso (circa 35%). Infatti il 1997 è stato caratterizzato da un lungo periodo secco: dopo le piogge di gennaio (59,6 mm), per lo più concentrate nella prima decade, non si sono avute piogge consistenti fino a giugno (225,2 mm); da febbraio a tutto maggio sono caduti complessivamente solo 6,6 mm (Figura 3). Successivamente non sono più stati effettuati interventi colturali, se si esclude lo spianamento della spalletta di terra prossima al canale dove il proprietario ha ripristinato una sorta di passaggio. Questo viene regolarmente discato una o due volte l anno per evitare il diffondersi all interno dell area riforestata di infestanti esogene quali Sicyos angulatus (zucchino selvatico) e Humulus scandens (luppolo selvatico), molto diffuse lungo la riva del canale Rivarossa L area, ripresa dall alto, si presenta come una fascia di vegetazione naturaliforme inserita tra pioppeti specializzati, sul lato sinistro, non visibile scorre il canale Rivarossa. 2 - Pioppo bianco, salice e pioppo nero si alternano e formano una struttura compatta. 3 - Nei nuclei di popolamenti affermati il denso strato erbaceo raggiunge un altezza pari a 2 m anche se il bosco è già chiuso. RISULTATI Alla fine del quarto anno è stata rilevata su tutta l area la sopravvivenza delle piante e con campionamento sistematico sono state misurate (diametro a petto d uomo e altezza totale) il 12,5% delle piante vive. La sopravvivenza (Tabella 1) è risultata complessivamente accettabile con il 65% di piante vive, migliore per il P. alba (73%) e inferiore per le altre due specie S. alba (59%) e P. nigra (52%) (Tabella 2). Date le caratteristiche del substrato (ghiaia e sabbia), la scarsa disponibilità di acqua nel periodo estivo e la totale assenza di trattamenti colturali, fin dalla progettazione era atteso un attecchimenn.62/dicembre

4 N. RILIEVO Superficie (m 2 ) Copertura arborea % Copertura erbacea % Altezza strato arboreo (cm) Altezza strato erbaceo (cm) N. specie rilevate Specie legnose introdotte Populus alba Salix alba Populus nigra Classe Artemisietea Erigeron annuus Solidago gigantea (+) Artemisia verlotorum Silene alba Artemisia vulgaris Tanacetum vulgare Urtica dioica Cirsium vulgare Ordine Onopordetalia acanthii e unità subordinate Oenothera suaveolens Oenothera pedemontana Anchusa officinalis Bromus squarrosus Daucus carota Melilotus albus Reseda lutea Sottoclasse Galio-Urticenea e unità subordinate Galium aparine Rubus caesius Lapsana communis Classe Chenopodietea e unità subordinate Ambrosia artemisiifolia Conyza canadensis Oxalis fontana. (+) Chenopodium album Arabidopsis thaliana Classe Agropyretea intermedii-repentis Agropyron repens Saponaria officinalis Convolvulus arvensis Diplotaxis tenuifolia Classe Trifolio-Geranietea e ordine Origanetalia Hypericum perforatum Astragalus glycyphyllos Verbascum lychnitis Classe Agrostietea stoloniferae Verbena officinalis Agrostis stolonifera Ranunculus repens Classe Festuco-Brometea e ordine Brometalia Euphorbia cyparissias Medicago lupulina Leucanthemum vulgare Specie arbustive spontanee Sambucus nigra segue

5 N. RILIEVO Compagne Sorghum halepense Agrostis tenuis Humulus scandens Rumex obtusifolius Typhoides arundinacea Xanthium italicum N. RILIEVO Poa pratensis Populus alba (polloni radicali) Myosotis arvensis Sicyos angulatus Silene dioica Helianthus tuberosus. +.. (+)... Poa trivialis Arctium sp Galium album Symphytum officinale Duchesnea indica Torilis arvensis Crepis vesicaria Trifolium campestre Determinazione delle specie secondo PIGNATTI (1992) e, per il genere Oenothera, SOLDANO (1992). Copertura dei rilievi secondo la scala di Braun-Blanquet. Inquadramento fitosociologico con riferimento principale ad OBERDORFER (1990). Tabella 3 - Rilievi fitosociologici. to non elevato. Anche per questo motivo è stata scelta una spaziatura fitta e sono state impiegate più piante di pioppo bianco (più resistente alla siccità) delle altre due specie. I migliori risultati sono stati ottenuti dal pioppo bianco: in media 7 cm di diametro a petto d uomo e 7 m di altezza totale probabilmente per la capacità di adattarsi ai terreni sabbiosi e a sopportare discretamente limitate condizioni di stress idrico estivo. Il salice è riuscito a crescere sufficientemente bene ed ha raggiunto in media 6,4 cm di diametro e 7 m di altezza. Deludente è stata invece la performance del pioppo nero che ha fatto rilevare i minori accrescimenti sia in diametro (5,4 cm) che in altezza (5,5 m) ed una mortalità piuttosto elevata (48%); questa potrebbe essere dovuta alla maggior sensibilità, rispetto alle altre specie impiegate, al fungo Discosporium populeum favorito dalla disidratazione degli astoni a causa dell avanzata stagione vegetativa nella quale è stato effettuato l impianto. Il grado di copertura delle chiome, come si può vedere dalle fotografie, è buono e solo alcune aree poste nella parte più lontana dal canale sono rimaste scoperte. EVOLUZIONE DELLA VEGETAZIONE Al fine di interpretare la dinamica evolutiva della vegetazione spontanea all interno dell area imboschita, sono stati eseguiti 8 rilievi fitosociologici. MESE FASE UNITA DI MISURA QUANTITA PREZZO UNITARIO COSTO VOCE DI COSTO Mar. 96 Preparazione terreno Discatura ha 2,16 L L Tracciamento numero L. 350 L Apertura buche numero L. 500 L Apr. 96 Impianto Fornitura pioppelle numero L L Trasporto e messa a dimora numero L. 900 L Lavorazioni 1 anno Giu. 96 Discatura ha 2,16 L L Ago. 96 Discatura ha 2,16 L L Irrigazione a botte (soccorso) ha 2,16 L L Totale L Totale / ha L Mar. 97 Sostituzione fallanze Apertura buche numero 200 L. 500 L Fornitura pioppelle numero 200 L L Trasporto e messa a dimora numero 200 L. 900 L Totale costi di manutenzione 1 anno L Totale L TOTALE / ha L Tabella 4 - Costi di realizzazione dell'intervento di recupero. 11

6 1 2 Figura 4: 1- Impianto ad andamento curvilineo, dove la spaziatura tra le piante è di circa 3 m. 2- Disposizione delle specie, in rosso il pioppo nero, in giallo il Salice e nelle restanti aree pioppo bianco. La vegetazione rilevata può essere ricondotta alla classe Artemisietea, caratterizzata da formazioni erbacee perennanti con impronta nitrofila, che crescono in aree ruderali oppure ai margini del bosco in condizioni di disturbo. Nelle golene gli aggruppamenti pertinenti a tale classe sono particolarmente favoriti dalle condizioni di elevata trofia delle acque, dall abbondante concimazione praticata nei terreni agrari e dall azione di continuo rimodellamento geomorfologico operato dal corso d acqua, che agisce con decapitazioni del profilo pedologico e sovrasedimentazioni durante gli eventi di piena. In tabella 3 sono ben rappresentate le specie dell ordine Onopordetalia, appartenente alla classe Artemisietea, che comprende associazioni vegetali ruderali relativamente termoxerofile, tipiche di terreni oggetto di azioni di disturbo e successivamente abbandonati. I rilievi ricchi delle specie di questo ordine, tutte piuttosto eliofile, sono quelli con copertura arborea nulla o scarsa, ove cioè le fallanze sono state maggiori (ril. 1, 2, 7 e 6). Si osserva, inoltre, la presenza significativa di specie della classe Chenopodietea e delle sue unità subordinate, che comprende infestanti delle colture sarchiate e piante degli ambienti ruderali effimeri. Via via che i gruppi arborei affermati tendono a chiudere la strato delle chiome, il numero di specie erbacee diminuisce poiché da una parte non penetrano specie dell ambiente forestale e dall altra, tra quelle ruderali, resistono solo più quelle tolleranti l ombreggiamento. Inoltre si osserva la tendenza alla formazione di gruppi quasi monofitici, come nel caso dei ril. 5 e 6 per Solidago gigantea e dei ril. 1 e 4 per Artemisia verlotorum. Le aree scoperte a causa 12 Nelle aree dove l attecchimento è stato scarso si sono formati ambienti prativi in evoluzione. delle fallanze, di fatto, si configurano come radure all interno del consorzio vegetazionale e quindi, alla luce delle finalità naturalistiche dell impianto, non assumono carattere di negatività. In questi ambienti prativi sono rappresentate in maniera significativa le specie della classe Agropyretea intermedii-repentis, in particolare Agropyron repens, graminacea tipica delle praterie semiruderali piuttosto xerofile. Sono invece scarse le piante esigenti in umidità del suolo. Il processo di naturalizzazione spontanea dell impianto procede con lentezza. Per ora, l unico arbusto che inizia ad inserirsi nel consorzio vegetale è Sambucus nigra, mentre, a causa dell isolamento ecologico, sono scarse sia le specie di margine boschivo fresco della sottoclasse Galio-Urticenea che quelle di margine più termoxerofilo della classe Trifolio-Geranietea. L elevata componente esotica della flora, pari al 25% delle specie presenti, rispecchia la situazione di alterazione ambientale della golena del Po. Ciò nonostante la presenza delle dannose neofite tappezzanti Humulus scandens e Sicyos angulatus non si manifesta come infestazione. Questo fatto è risultato fondamentale per la riuscita dell impianto. COSTI Sono stati rilevati i costi delle operazioni necessarie per l intervento al fine di valutarne l economicità e di dare indicazioni per eventuali altri interventi simili. I risultati sono riportati nella Tabella 4. Complessivamente gli interventi di preparazione del terreno, messa a dimora delle piante, cure colturali effettuate esclusivamente nel primo anno e sostituzione delle fallanze ha comportato un costo unitario di Lire per ettaro. Tale valore risulta decisamente contenuto ed interessante a fronte dei risultati ottenuti.

7 CONCLUSIONI Le specie utilizzate hanno permesso di raggiungere un recupero ambientale della cava in tempi brevi e costi decisamente contenuti. Le infestanti erbacee e lianose non hanno creato particolari problemi. Attualmente, a 4 anni dall impianto, la copertura delle chiome è molto buona e solo poche aree sono rimaste scoperte. Il principale ostacolo alla naturalizzazione definitiva del popolamento è rappresentato dall isolamento ecologico del sito d impianto rispetto non solo ad altre formazioni forestali ma anche a singole piante portaseme. In futuro andranno valutate la necessità di eventuali diradamenti e l opportunità di inserire artificialmente specie forestali arboree (Quercus robur e Ulmus minor), arbustive ed anche erbacee per guidare la cenosi verso condizioni di maggiore stabilità ecosistemica. Fra qualche anno sarà inoltre interessante verificare se la fruttificazione delle siepi campestri recentemente introdotte nell Az. sperimentale dell ISP riuscirà ad innescare processi di evoluzione naturale. In conclusione si ritiene comunque che questo modello colturale sia efficace per la ricostruzione rapida ed economica di impianti naturaliformi in aree golenali. Risulta però necessario che la dinamica vegetazionale sia costantemente seguita e, se necessario, favorita con successive introduzioni. Bibliografia HERPKA I., Bioloske i ekolske osnove autohtonih topola i vrba u ritskim shumama Podunavlja (Ecologic and biologic characteristics of autochthonous poplars and willows in swamp forests of the Danube basin). Radovi Institut za topolarstvo, Knjiga 7, pp HERPKA I., A survey on development and possibilities of growing natural forest of poplars and willows. In: Poplar Res. Inst. (ed.) Poplar and Willows, Novi Sad Yugoslavia, pp OBERDORFER E., Pflanzensoziologische exkursions flora. Ulmer. Stuttgart. PEDROTTI F., GAFTA D., Ecologia delle foreste ripariali e paludose dell Italia. Università degli Studi di Camerino. PIGNATTI S., Flora d Italia. Edagricole. Bologna. SOLDANO A., Il genere Oenothera L., subsect. Oenothera, in Italia (Onagranaceae). Natura bresciana, Annali Museo Civico Scienze Naturali, Brescia, 28. AGGIORNAMENTO SULLA SITUAZIONE DELL IMPIANTO DOPO LA RECENTE ALLUVIONE DEL PO Aree danneggiate dalla piena del ottobre 2000 Direzione della corrente Il 15 ottobre 2000 il fiume Po (distante 200 metri a nord dell impianto) ha iniziato ad esondare invadendo completamente l area in questione, rimasta sommersa per tre giorni. Durante il sopralluogo, effettuato il 10 novembre, si sono riscontrati residui (paglia, plastica, ) sul pioppeto limitrofo fino a 4 m di altezza, quindi si presume che l acqua abbia raggiunto tale livello. L impianto è stato danneggiato in due punti (vedi figura). In queste aree circa l 85% delle piante risulta piegato, in alcuni casi, fino a terra. Nelle altre aree il danno riguarda solo il 15% delle piante. Sul suolo non sono presenti segni di erosione ad eccezione delle sponde del canale Rivarossa, mentre si è depositato uno strato di spessore variabile fino a 30 cm di sabbia grossa, fine e limo, secondo la velocità raggiunta dalla corrente. Info.Articolo Autori Pier Mario Chiarabaglio, Dottore in Scienze Forestali, è ricercatore del Settore di Economia e Statistica dell Istituto di Sperimentazione per la Pioppicoltura di Casale Monferrato. Luca Cristaldi, Dottore in Scienze Forestali, è tecnico del Parco Fluviale del Po e dell Orba della Regione Piemonte. Gianni Facciotto, Dottore in Scienze Agrarie, è responsabile del Settore di Tecnologie di Produzione e di Trasformazione dell Istituto di Sperimentazione per la Pioppicoltura di Casale Monferrato. Franco Picco, Perito Agrario, è tecnico di ricerca del Settore di Difesa dalle Avversità dell Istituto di Sperimentazione per la Pioppicoltura di Casale Monferrato. Parole Chiave Recupero cava; pioppo nero; pioppo bianco; salice bianco, aree golenali. Abstract Environmental recovery of a gravel quarry located in a flood plain area. The article shows the environmental recovery of a gravel quarry located in a typical flood plain area within the Fluvial Park of Po river. Populus alba, Populus nigra and Salix alba are used to obtain a natural forests in short time, with low level cultural practices and low costs. 13

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