Fenomeni di liquefazione per il terremoto della pianura padana-emiliana del maggio 2012

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1 Fenomeni di liquefazione per il terremoto della pianura padana-emiliana del maggio 2012 Descrizione, analisi, dubbi Giovanni Vannucchi Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale Università degli Studi di Firenze

2 INDICE 1. Il terremoto della pianura padana-emiliana del maggio Le carte di scuotimento 2. I fenomeni di liquefazione osservati nell area di San Carlo Mirabello (FE) 3. Fattori predisponenti e fattori scatenanti 4. Indagini geotecniche eseguite e presenti nella banca dati geotecnici della RER 5. Analisi di Risposta Sismica Locale 6. Stima del potenziale di liquefazione da prove CPT nell area di San Carlo Mirabello (FE) 7. Commenti e conclusioni 2

3 GRUPPO DI LAVORO SULLA LIQUEFAZIONE Per una valutazione approfondita degli effetti della liquefazione e per il ripristino della funzionalità degli edifici, della viabilità e delle reti di servizi temporaneamente inagibili, la Regione Emilia-Romagna e il Dipartimento della Protezione Civile hanno istituito un gruppo di lavoro interdisciplinare costituito da geologi, geotecnici e ingegneri strutturisti della RER, del DPC, della Provincia di Ferrara, delle sezioni di geotecnica dei Dipartimenti di Ingegneria Civile delle Università di Ferrara e Firenze, di GeoProCiv (associazione di geologi liberi professionisti volontari) e della federazione degli ordini degli ingegneri dell Emilia-Romagna. Il coordinamento del gruppo di lavoro è stato affidato al Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli RER e all Ufficio Rischio Sismico e Vulcanico del DPC. Il gruppo di lavoro si è avvalso anche del contributo di istituti del CNR e di altri dipartimenti universitari. 3

4 Area del terremoto del a) b) e c) principali strutture attive, d) eventi storici con M 5, e) evento del 2011 con M L =4.8, f) sequenza del maggio-giugno 2012 (in rosso i due eventi principali) (da Emergeo, 2013) 4

5 Istogramma della sequenza sismica emiliana fino al 30 Giugno 2012 e curva cumulata del numero di eventi in funzione del tempo (Fonte: 5

6 Eventi principali del terremoto della pianura padana-emiliana del maggio 2012 Data e ora locale Latitudine Longitudine Profondità (km) Magnitudo ore 04:03: ore 04:07: ore 15:18: ore 09:00: ore 12:55: ore 13:00: ore 21:20:

7 Carte di scuotimento ( Carte di scuotimento dell accelerazione orizzontale di picco (PGA) in superficie per gli eventi del 20 e del 29 maggio

8 Carta dei fenomeni di liquefazione osservati nell area epicentrale dei due eventi principali del 20 e 29 maggio 2012 e traccia dei paleo-canali (secondo Pizzi e Scisciani, 2012) 8

9 Localizzazione degli epicentri e dei fenomeni di liquefazione osservati (da Di Manna et al., 2012) 9

10 Fenomeni di liquefazioni osservati (Facciorusso et al., 2012) 10

11 Fenomeni di liquefazione osservati nell area di San Carlo Mirabello (Di Manna et al., 2012) 11

12 Effetti dei diversi fenomeni di liquefazione Liquefazione in campo libero (LGL = Level Ground Liquefaction) (assenza di sforzi di taglio statici preesistenti, condizioni free field e piano di campagna orizzontale) Effetti: crateri e vulcanelli di sabbia, fuoriuscite di acqua e sabbia Mobilità ciclica (CM = Cyclic Mobility) (deboli sforzi di taglio statici preesistenti, condizioni di pendio lieve o di near field) Effetti: deformazioni permanenti e limitate (lateral spreading) Fluidificazione (FL = Flow Liquefaction) (elevati sforzi di taglio statici preesistenti, condizioni di pendio acclivi o di near field) Effetti: movimenti del terreno elevati e rapidi, anche dopo il terremoto, perdita di capacità portante degli edifici, frane 12

13 Liquefazione in campo libero (LGL = Level Ground Liquefaction) Mobilità ciclica (CM = Cyclic Mobility) (Niigata, Japan, 1964) Motagua River (Guatemala, 1976) Fluidificazione (FL = Flow Liquefaction) Turnagain Heights landslide (Anchorage, 1964) 13

14 Rotture di tubazioni (CM3) Fessure nel terreno (LGL3) Cedimenti di fondazioni (CM2) Vulcanelli (LGL2) Lateral spreading (CM1) Crateri (LGL1) Manifestazioni di liquefazione a San Carlo di S. Agostino (Facciorusso et al., 2014) 14

15 Effetti di liquefazione osservati dopo il terremoto della pianura padana-emiliana Crateri e vulcanelli (LGL) Fessure nel terreno (LGL) 15

16 Fuoriuscite di acqua e sabbia (LGL) San Carlo, via Morandi 4 16

17 Fuoriuscite di acqua e sabbia (LGL) Cimitero di S. Agostino San Carlo, via Morandi 17

18 Crepe, fessure nel terreno e dislocazioni (LGL) 18

19 Crepe, fessure nel terreno e dislocazioni (LGL) San Carlo, via De Gasperi Zona industriale di Mirabello, via del lavoro 19

20 Abbassamenti e sollevamenti del terreno (CM) 20

21 Abbassamenti e sollevamenti del terreno (CM) San Carlo, via Risorgimento San Carlo, Corso Italia 21

22 Movimenti orizzontali (lateral spreading, CM) 22

23 FLUDIFICAZIONE (FL) Non si sono verificati fenomeni di fluidificazione (movimenti di grandi masse di terreno, laterali o di pendio, collasso di pendio, perdita di capacità portante, ecc.) 23

24 MEMENTO FATTORI STORICI (la liquefazione tende a riproporsi negli stessi siti) La liquefazione avviene (di norma) se sono verificate simultaneamente le seguenti condizioni: FATTORI PREDISPONENTI depositi recenti di natura sedimentaria, riporti antropici, colmate, aree di bonifica, etc FATTORI SCATENANTI Magnitudo M > 5.5 PGA H > 0.15g Durata > sec terreni granulari sotto falda, granulometria uniforme e particelle arrotondate, terreni poco addensati superficiali, 24

25 FATTORI STORICI (la liquefazione tende a riproporsi negli stessi siti ove si è manifestata in passato) Dalle Cronache del terremoto di Ferrara del 1570 (Baratta, 1901) [442] 17 Novembre 1570 Ferrara Fra gli effetti prodotti da questo terremoto devonsi notare i rombi sotterranei, i bagliori repentini nell atmosfera, il gonfiamento improvviso delle acque del Po, certe elevazioni ed avallamenti del suolo fuori Porta S. Pietro e S. Paolo, alla torre della Fossa ed altrove nei Polesini di S. Giorgio e di S. Giovanni Battista, ove avvennero pure emissioni violente di acqua nerastra e di arena. 25

26 FATTORI PREDISPONENTI depositi recenti di natura sedimentaria, riporti antropici, colmate, aree di bonifica, etc Carta geologica e geomorfologica della pianura Ferrarese (Fioravante et al., 2013) 26

27 FATTORI PREDISPONENTI depositi recenti di natura sedimentaria, riporti antropici, colmate, aree di bonifica, etc Oggi Nel XVII secolo il Reno fu deviato di alcuni chilometri a sud di San Carlo 27

28 FATTORI PREDISPONENTI depositi recenti di natura sedimentaria, riporti antropici, colmate, aree di bonifica, etc Nell area di San Carlo Mirabello il sottosuolo può essere suddiviso in tre unità principali, dall alto stratigrafico al basso: 1) unità dei canali fluviali (paleo argini costituiti da sabbie fini e limi sabbiosi passanti lateralmente a limi sabbiosi e argillosi); 2) unità delle paludi (argille e limi con abbondante frazione organica e livelli di torbe); 3) unità della piana alluvionale pleistocenica (alternanza di limi sabbiosi e sabbie limose). 28

29 FATTORI PREDISPONENTI depositi recenti di natura sedimentaria, riporti antropici, colmate, aree di bonifica, etc Mirabello Da Martelli,

30 Sezioni litostratigrafiche di Mirabello (esagerazione verticale 12,5X) FATTORI PREDISPONENTI depositi recenti di natura sedimentaria, riporti antropici, colmate, aree di bonifica, etc Da Martelli,

31 Sezioni litostratigrafiche di S. Carlo (esagerazione verticale 12,5X) Da Martelli,

32 FATTORE PREDISPONENTE terreni granulari sotto falda Sezione litostratigrafica schematica a San Carlo 32

33 FATTORE PREDISPONENTE terreni granulari sotto falda Monitoraggio della falda a San Carlo Profondità da p.c. (8 Giugno 2012) 33

34 FATTORE PREDISPONENTE terreni granulari sotto falda Monitoraggio della falda a Mirabello Profondità da p.c. (23 Luglio 2012) 34

35 FATTORE PREDISPONENTE granulometria uniforme e particelle arrotondate Fuso granulometrico dei terreni liquefacibili 35

36 In corrispondenza delle località di San Carlo e Mirabello non erano presenti stazioni accelerometriche al momento del mainshock e quindi non è stato possibile acquisire dati diretti di accelerazione al suolo per l evento del 20 maggio. Di contro, nella data del secondo evento (29 maggio), erano state collocate nell area numerose stazioni temporanee accelerometriche e sismometriche che hanno registrato l evento e hanno fornito dati di interesse. Se si utilizzano le classiche relazioni di attenuazione per il territorio italiano (Sabetta e Pugliese, 1996 e Faccioli e Cauzzi, 2006), la PGA ottenuta per il sito di interesse è di g. Questo risultato è confermato da simulazioni numeriche preliminari che forniscono, per la PGA, lo stesso ordine di grandezza (Naso e Sabetta, 2013). Evento Dist. epic. (km) Prof. ipoc. (km) PGA H (g) misurata PGA H (g) Calcolata con legge di attenuazione (SP) 0.12 (FC) (SP) 0.06 (FC) PGA H nel sito di S. Agostino. PGA H (g) Calcolata con simulazione numerica

37 Dalla carta di scuotimento dell INGV si stima per l area di San Carlo Mirabello PGA H = 0.16g Evento Stazione PGAH (g) MRN 0.26 SAG0 (0.16) stima MRN 0.29 SAG MRN = Stazione di Mirandola SAG0 = Stazione di S. Agostino 37

38 Nell area di San Carlo e Mirabello la liquefazione si è manifestata durante la scossa del 20 maggio 2012 I fattori storici e predisponenti sono tutti presenti FATTORI SCATENANTI Magnitudo M > 5.5 PGA H > 0.15g Durata > sec Evento del 20 maggio 2012 ore 04:03:52 a San Carlo e Mirabello M L = 5.9 PGA H = g (valori stimati, non vi sono registrazioni) Durata = 7.98 sec I fattori scatenanti non sono tutti presenti 38

39 Le indagini geotecniche in sito eseguite e la banca dati geotecnici della Regione Emilia-Romagna Numerosità, tipologia e provenienza delle indagini geotecniche in sito disponibili per i Comuni di Sant Agostino e di Mirabello Origine BH / Pozzi CPT DH RER-DPC RER-DB CIS Legenda: BH = Sondaggi stratigrafici e/o geotecnici CPT = Prove penetrometriche statiche meccaniche(cptm), elettriche (CPTe) e con punta piezometrica (CPTu) DH = Prove Down Hole e prove con cono sismico (SCPTu) 39

40 Ubicazione delle verticali d indagine e delle sezioni stratigrafiche per l area di San Carlo 40

41 Ubicazione delle verticali d indagine e delle sezioni stratigrafiche per l area di Mirabello 41

42 Sezione stratigrafica A1-A2 nell area di San Carlo (FE) 42

43 Sample Depth (m) USCS γ [kn/m 3 ] CF [%] PI [%] w [%] ϕ' [ ] c' [kpa] ϕ' r [ ] c' r [kpa] K [cm/s] OCR [-] LU1 S2-C1 2.3 SM < (ML) S3-C1 2.3 M(L) < S4-C1 2.3 C(M)L E-08 7 S1-C1 3.8 C(M)L S3-C2 6.3 SM < LU2 M1-C1 4.9 C(M)L E-10 3 S1-C2 6.3 M(L) < S2-C2 6.3 M(L) < S2-C SM (SP) S3-C SM LU3 S9-C2 7.3 CH E-08 2 M1-C OH E-10 2 S10-C CH E-09 2 M1-C CH S10-C C(M)L LU4 M1-C C(M)L S10-C C(M)L Principali proprietà fisiche e meccaniche dei terreni di fondazione nell area di San Carlo Mirabello (FE) 43

44 Valori sperimentali del modulo di taglio G e del rapporto di smorzamento D con la deformazione di taglio γ dei terreni provenienti dall area di San Carlo Mirabello ottenuti da prove RC e TXC 44

45 Profili di velocità delle onde di taglio, V s, da prove SCPTU e DH per le aree di San Carlo (a) e Mirabello (b) (da Facciorusso et al., 2012) 45

46 Analisi di Risposta Sismica Locale a San Carlo (FE) Schema: monodimensionale Modello numerico: lineare-equivalente Programma di calcolo: PROSHAKE 2 Situazioni stratigrafiche: A dalla sommità dell argine, B dal piede dell argine Dati: Sperimentali (fino a 40 m da p.c.) e di letteratura (Pergalani et al. 2012) Input sismico: 3 registrazioni accelerometriche (I1, I2 e I3) spettrocompatibili con a g = 0.153g come da linee guida regionali per la MS (DAL 12/2007) 46

47 17.7 m s.l.m. (A) Rilevato di paleoargine, sabbia fine alternata a limi EC1 (B) Unità dei canali fluviali (riempimento del paleolaveo): limi sabbiosi alternati a sabbie limose con corpo lenticolare di sabbie fini (C) Unità delle paludi (depositi di piana): argille e limi con abbondante frazione organica (D) Unità delle piana alluvionale: limi sabbiosi e sabbie limose con intercalazione di orizzonte di sabbie fini e medie (E) Sabbie prevalenti (F) Argille e limi prevalenti Substrato -106 m s.l.m. m M1C1 EC1 M1C2 S10C1 M1C3 EC1 S10C2 EC2 EC2 EC3 EC4 0 m 4 m 6.5 m 12.3 m 14.3 m 20 m 26.3 m 34 m 40.2 m Profondità (m) 79 m 124 m Vs (m/s) γ (kn/m3) Stratigrafia di dettaglio, profilo della velocità delle onde S e del peso di volume utilizzate per l analisi RSL del profilo rappresentativo A di sommità dell argine Le curve di decadimento del modulo di taglio normalizzato e di variazione del rapporto di smorzamento utilizzate nel calcolo sono indicate nelle etichette presenti su ciascun litotipo 47

48 (B) Unità dei canali fluviali (riempimento del paleolaveo): limi sabbiosi alternati a sabbie limose con corpo lenticolare di sabbie fini (C) Unità delle paludi (depositi di piana): argille e limi con abbondante frazione organica (D) Unità delle piana alluvionale: limi sabbiosi e sabbie limose con intercalazione di orizzonte di sabbie fini e medie (E) Sabbie prevalenti (F) Argille e limi prevalenti Substrato 13.3 m s.l.m m s.l.m. M1C1 EC1 M1C2 S10C1 M1C3 EC1 S10C2 EC2 EC2 EC3 EC4 Vs (m/s) γ (kn/m3) m m m 9.4 m m m m m 40 Profondità (m) m m Stratigrafia di dettaglio, profilo della velocità delle onde S e del peso di volume utilizzate per l analisi RSL del profilo rappresentativo B di base dell argine Le curve di decadimento del modulo di taglio normalizzato e di variazione del rapporto di smorzamento utilizzate nel calcolo sono indicate nelle etichette presenti su ciascun litotipo 48

49 Pseudo-accelerazione (g) Input 1 Input 2 Input 3 Output1 (sommità) Output 2 (sommità) Output 3 (sommità) Output 1 (base) Output 2 (base) Output 3 (base) Terreno-C Terreno-D Periodo (s) Spettri di risposta in pseudo-accelerazione (smorzamento del 5%) per gli accelerogrammi di input e di output ottenuti in superficie da analisi di RSL per il profilo A (sommità dell argine) e B (base dell argine) confrontati con gli spettri forniti dalle NTC08 per i terreni di categoria C e D. 49

50 I1 I2 I3 O1-A O2-A O3-A O1-B O2-B O3-B PGA (g) Ia (cm/s) T0 (s) HI (g 2 ) Dur (s) FA(PGA) FA(HI) Principali parametri sismici dei segnali di input (I1, I2 e I3) e di output (O1, O2 e O3) ottenuti in superficie da analisi di RSL per il profilo A (sommità dell argine) e B (base dell argine) e corrispondenti fattori di amplificazione in termini di PGA e di intensità di Housner 50

51 a max = 0.228g M w = 6.14 V s12 = 144 m/s r d z (m) Confronto fra i profili di r d da RSL e di letteratura Cetin et al. Liao & W. Golesorkhi Blake Kishida et al. (D) Kishida et al. (C) Input 1 Input 2 Input 3 51

52 Stima del potenziale di liquefazione con metodi semplificati da prove CPT nell area di San Carlo (FE) Richiami Analisi 1-D, condizioni free-field (liquefazione in campo libero) FSL(z) = CRR(z) CSR(z) CRR, CSR FSL(z) = Fattore di sicurezza nei confronti della liquefazione CRR(z) = Resistenza normalizzata del terreno alla liquefazione CSR(z) = Tensione ciclica normalizzata indotta dal terremoto 1 FSL LPI CR CSR ZONA DI LIQUEFAZIONE z cr 52

53 CRR = f(q c, f s, σ v0, σ v0 ) CSR = f(m, a max /g, σ v0, σ v0, r d, MSF, K σ ) Per tenere conto dell effetto cumulativo della liquefazione degli strati sottostanti, si calcola l indice del potenziale di liquefazione LPI (Iwasaki et al., 1982): LPI con = 0 F(z) W(z) dz 20 F (z) = 0 per FSL 1 F(z) W(z) = 1 FSL per FSL < 1 = z 20 LPI Rischio 0 nullo 0 < LPI 2 basso 2 < LPI 5 moderato 5 < LPI 15 alto LPI > 15 molto alto 53

54 Con riferimento ad una prova CPTu a San Carlo di esempio: Fra i vari metodi esistenti si è utilizzato quello di Idriss e Boulanger (2008) 0 CSR, CRR FSL LPI z (m) z (m) z (m) Pericolosità bassa Pericolosità moderata Pericolosità alta Pericolosità molto alta

55 sisma del 20 maggio scossa Rischio Classe Frequenza % cumulativa % % nullo % 4.9% basso % 90.1% Numerosità M w = 5.9 a max = 0.16g 80% 60% 40% moderato % 4.9% alto % 0.0% molto alto Altro % 0.0% I risultati ottenuti applicando il metodo 20 20% semplificato di analisi della pericolosità di liquefazione alle prove CPT 0 nullo basso moderato Rischio alto molto alto 0% eseguite nell area di San Carlo non giustificano l estensione e la gravità dei fenomeni osservati. Frequenza Rischio % cumulativa Perché? 55

56 Possibile spiegazione Effetti cumulativi di eventi ravvicinati La scossa principale del 20 maggio 2012 di magnitudo M w = 5.9 è stata seguita: - nei primi 3.5 minuti da 2 scosse di M w = 4.8 e 5.1 rispettivamente, - nella prima ora da 9 scosse di M w > 4 Nei metodi semplificati la magnitudo è correlata con la durata e quindi con il numero di cicli equivalenti. 56

57 Poiché il fenomeno della liquefazione consegue al prodursi nei terreni sabbiosi saturi di una sovra-pressione interstiziale la cui dissipazione richiede un tempo variabile in funzione delle condizioni stratigrafiche e geotecniche ma comunque superiore a qualche minuto, la sequenza particolarmente ravvicinata di eventi successivi alla scossa principale potrebbe avere determinato un accumulo di sovra pressioni interstiziali, il cui valore finale corrisponde ad un unico evento di magnitudo equivalente maggiore. Sono state proposte diverse correlazioni per la determinazione del numero di cicli equivalente N in funzione della magnitudo, M w, e talvolta anche della distanza ipocentrale. 57

58 Sommando il numero di cicli equivalenti ai tre eventi ravvicinati del , stimati mediante correlazioni di letteratura, si ottiene un numero di cicli equivalente totale N tot. Invertendo poi le medesime correlazioni dal valore stimato di N tot si stimano i valori di magnitudo equivalente M eq indicati in Tabella. Correlazione N tot M eq Seed e Idriss (1982) Idriss (1999) Valera e Donovan (1977) Haldar e Tang (1981) Liu et al. (2001)

59 Ripetendo il calcolo dell indice del potenziale di liquefazione per le 81 prove CPT eseguite nell area di San Carlo, ma utilizzando il valore della magnitudo equivalente si ottiene un risultato molto più aderente agli effetti osservati: sisma del 20 maggio scosse consecutive % Rischio Classe Frequenza % cumulativa % nullo % 3.7% basso % 49.4% moderato % 44.4% Numerosità M w = 6.7 a max = 0.16g 80% 60% 40% alto % 2.5% 20 20% molto alto Altro % 0.0% 0 0% nullo basso moderato Rischio alto molto alto Frequenza Rischio % cumulativa 59

60 RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI Baratta M. (1901) I terremoti d Italia. Saggio di Storia, Geografia e Bibliografia Sismica Italiana con 136 sismo-cartogrammi Arnaldo Forni Editore Blake T.F. (1996) Personal communication, reported in Youd et al. (2001) Cetin K.O., Seed R.B., Der Kiureghian A., Tokimatsu K., Harder L.F. Jr, Kayen R.E., Moss R.E.S. (2004) Standard Penetration Test-based probabilistic and deterministic assessment of seismic soil liquefaction potential. J. Geotech. Geoenviron. Eng., 130(12), DAL 112/2007. Deliberazione dell'assemblea Legislativa della Regione Emilia Romagna n.112 del 2/5/2007: Approvazione dell atto di indirizzo e coordinamento tecnico ai sensi dell art.16 comma 1, della L.R. 20/2000 per Indirizzi per gli studi di microzonazione sismica in Emilia Romagna per la pianificazione territoriale e urbanistica. Boll. Uff. Reg. Emilia Romagna n. 64 del 17/05/ romagna.it/ Di Manna P., Guerrieri L., Piccardi L., Vittori E., Castaldini D., Berlusconi A., Bonadeo L., Comerci V., Ferrario F., Gambillara R., Livio F., Lucarini M., Michetti A,M. (2012) Ground effects induced by the 2012 seismic sequence in Emilia: implications for seismic hazard assessment in the Po Plain Annals of Geophysics, 55(4), EMERGEO Working Group (2013) Liquefaction phenomena associated with the Emilia earthquake sequence of May June 2012 (Northern Italy). Nat Hazards Earth Syst Sci 13:1 13. continua 60

61 RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI continua Faccioli E., Cauzzi C. (2006) Macroseismic intensities for seismic scenarios estimated from Instrumentally based correlation. Proc. First European Conference on Earthquake Engineering and Seismology, n. 569 Facciorusso J., Madiai C., Vannucchi G. (2012) Risposta sismica locale e pericolosità sismica di liquefazione a San Carlo e Mirabello (FE) Facciorusso J., Madiai C., Vannucchi G. (2014) Effetti di liquefazione osservati a San Carlo (FE) durante il terremoto del 20 maggio 2012 e stima del rischio di liquefazione Atti del XXV Convegno Nazionale di Geotecnica, Baveno Fioravante V., Giretti D., Abate G., Aversa S., Boldini D., CapilleriP.P., Cavallaro A., Chamlagain D., Crespellani T., Dezi F., Facciorusso J., Ghinelli A., Grasso S., Lanzo G., Madiai C., Massimino M.R., Maugeri M., Pagliaroli A., Ranieri C., Tropeano G., Santucci de Magistris F., Sica S., Silvestri F., Vannucchi G. (2013) Earthquake geotechnical engineering aspects: the 2012 Emilia-Romagna earthquake (Italy). 7th Int. Conf. on Case Histories in Geotechnical Engineering, Paper No EQ-5, April 29 May 4, Chicago Golesorkhi R. (1989) Factors influencing the computational determination of earthquakeinduced shear stresses in sandy soils. PhD Dissertation, University of California at Berkeley continua 61

62 RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI continua Haldar A., Tang. W.H. (1981). Statistical study on uniform cycles in earthquake. Journal of the Geotechnical Engineering Division, ASCE, Vol. 107(GT5), pp Idriss, I. M. (1999). An update to the Seed Idriss simplified procedure for evaluating liquefaction potential. Presentation Notes, Proc. Workshop, New Approaches to Liquefaction Analysis, Transportation Research Board, Washington, D.C. Idriss, I.M., Boulanger, R.W. (2008) - Soil liquefaction during earthquakes. Monograph MNO-12, Earthquake Engineering Research Institute, Oakland, CA, 261 pp Iwasaki T., Tokida K., Tatsuoka F., Watanabe S., Yasuda S., Sato H. (1982) Microzonation for soil liquefaction potential using simplified methods vol 3. Proc. of the 3rd Int. Conf. on Microzonation, Seattle, pp Liu, A.H., Stewart J.P., Abrhamson N.A., Moriwaki Y. (2001). Equivalent number of Uniform stress cycle for soil liquefaction analysis. Journal of Geotechnical and Geoenvironmental Engineering, Vol. 127, no.12, pp Naso G., Sabetta F. ( 2013) Definizione della PGA al substrato rigido e in superficie per le aree soggette a liquefazione. Posizione del problema. in Dati e risultati preliminari per la mitigazione degli effetti della liquefazione nella prima fase dell emergenza degli eventi emiliani del 20 e 29 maggio Rapporto del Dipartimento della Protezione Civile (DPC) a cura di G. Naso, C. Fortunato e V. Sciotti continua 62

63 RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI continua Pergalani F., Compagnoni M. (2012). Studio dell amplificazione e degli inputs sismici nei comuni classificati in zona sismica 3 lungo la sponda destra del Fiume Po delle Province di Reggio Emilia e Mantova Relazione finale. Pizzi A., Scisciani V. (2012) The May 2012 Emilia (Italy) earthquakes: preliminary interpretations on the seismogenic source and the origin of the coseismic ground effects Annals of Geophysics, 55(4), Sabetta F., Pugliese A. (1996) Estimation of response spectra and simulation of nonstationarity earthquake ground motion. Bulletin of the Seismological Society of America 86, Seed, H. B., and Idriss, I. M. (1982). Ground motions and soil liquefaction during earthquakes. Earthquake Engineering Research Institute Monograph, Oakland, Calif. Valera J.E., Donovan N. C. (1977). Soil liquefaction procedures A review. Journal of Geotechnical Engineering Divisions, ASCE, Vol. 103, no. GT6, pp , Vannucchi G., Crespellani T., Facciorusso J., Ghinelli A., Madiai C., Puliti A., Renzi S. (2012). Soil liquefaction phenomena observed in recent seismic events in Emilia Romagna Region, Italy International Journal of Earthquake Engineering, Vol. 2-3, Pàtron Editore, Bologna. continua 63

64 RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI continua Youd T.L., Idriss I.M., Andrus R.D., Arango I., Castro G., Christian J. T., Dobry R., Liam Finn W. D., Harder L. F. Jr., Hynes M.E., Ishihara K., Koester J.P., Laio S.S.C., Marcuson Iii W.F., Martin G.R., Mitchell J.K., Moriwaki Y., Power M S., Robertson P.K., Seed R.B., Stokoe Ii K.H. (2001) - Liquefaction resistance of soils: Summary report from the 1996 NCEER and 1998 NCEER/NSF workshops on evaluation of liquefaction resistance of soils. Jour. Geotech. Geoenviron. Eng., 127(10), pp

65 Grazie per l attenzione Sant Emidio, vescovo e martire Protettore dai terremoti 65

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