Il trattamento fisioterapico della persona affetta da SLA
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- Raffaela Russo
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1 Il trattamento fisioterapico della persona affetta da SLA Meglio aggiungere vita ai giorni che non giorni alla vita. Rita Levi Montalcini Ogni paziente è diverso, non esiste quindi un trattamento standard. La soluzione va personalizzata per QUEL paziente. SLA La diagnosi è spesso difficile e tardiva. Il tipo di esordio (spinale o bulbare) e lo stadio della malattia determinano molto ciò che è necessario e che è possibile fare. Tenere presenti 2 caratteristiche: - Malattia neurodegenerativa - Determina la perdita dell autonomia Cure palliative: - Sollievo dalla sofferenza - Attenuare la disabilità - Impostazione della cura che mette al centro il malato, il quale con la propria impostazione etica, culturale e affettiva, orienta i bisogni da soddisfare. - sono il CONTESTO all'interno del quale la fisioterapia deve necessariamente inserirsi. La fisioterapia si fa CON la persona e non sulla persona. Il malato non è mai quindi un soggetto passivo ma è una persona che viene coinvolta attivamente. Bisogna quindi creare un rapporto di fiducia. Questo implica capire a che punto è la persona rispetto all'elaborazione della propria condizione. Fasi del "lutto" nell'accettazione della malattia (Kübler-Ross, 1970). Fase della negazione E una risposta normale se temporanea (anche se ci può essere il rischio che si sclerotizzi). Rappresenta un utile meccanismo di difesa che permette di attenuare l intensa angoscia iniziale. Fase della rabbia E' l'emozione che permette di cominciare a pensare quanto sta accadendo.
2 La persona non è ancora pronta ad affrontare dolore ed angoscia quindi utilizza la rabbia come unico mezzo a sua disposizione per esprimere le proprie emozioni. Fase della contrattazione o del patteggiamento La persona cerca di riprendere il controllo della propria vita. Riesce a pensare la malattia tramite la convinzione magica che qualcosa possa portare alla guarigione. Fase della depressione Il paziente inizia a prendere consapevolezza della situazione che sta affrontando: perdita dell'autonomia e angoscia per l'esito della malattia. Fase dell accettazione La persona arriva ad un accettazione della propria condizione ed a una consapevolezza di quanto sta per accadere (non tutti riescono a raggiungere questa fase). È il momento dei saluti e della restituzione a chi è stato vicino al paziente. Bisogna quindi interpretare le risposte e le reazioni della persona per poterla aiutare nel modo più efficace. FISIOTERAPIA MOTORIA Paziente è una persona, quindi la fisioterapia si fa CON il paziente non sul paziente. La riabilitazione motoria ha, a seconda degli stadi della patologia, l'obiettivo di: - Rallentare la perdita dei attività funzionali - Sviluppare strategie alternative - Prevenire patologie secondarie Tre aspetti: Mobilizzazioni Trasferimenti Posizionamenti Mobilizzazioni Stadio della malattia -> personalizzazione della terapia (adeguamento al malato) Non bisogna fare troppo né troppo poco. Fase iniziale: moderata attività fisica ed esercizi di stretching. Successivamente: esercizi attivi con un minimo di assistenza. L'aiuto, progressivamente, aumenterà. Infine la mobilizzazione sarà passiva, mirata a mantenere la mobilità articolare allo scopo di ridurre irrigidimenti. Precauzioni: NON mobilizzare il paziente se non si è sicuri. L assistenza nei movimenti deve essere delicata e lenta, adeguata al livello di autonomia residua della persona. Se insorge dolore, il movimento deve essere interrotto. In generale, in presenza di spasticità va EVITATA la mobilizzazione passiva brusca che tende, paradossalmente, a stimolare una ancora maggiore contrazione dei muscoli.
3 Posizionamenti La posizione della persona va cambiata ogni 2/4 ore. OBIETTIVI Prevenzione dei decubiti e degli edemi. Evitare le retrazioni muscolo-scheletriche. Variare la qualità delle informazioni propriocettive. Posizionamento a letto Vi sono due posizioni di base in un letto standard: supina e sul fianco. Cuscini e asciugamani/teli servono per mantenere un corretto allineamento delle articolazioni e/o sostenere la persona. Posizionamento in carrozzina Nel posizionamento in carrozzina valutiamo: - l assetto del tronco; - allineamento dei cingoli scapolare e pelvico; - bacino centrato sul sedile, con l osso sacro nell angolo tra sedile e schienale (con uso degli appositi cuscini nel caso di piaga sacrale); - capo, con l ausilio del poggiatesta posizionato in sede nucale, equidistante dalle due spalle; - arti superiori posizionati sugli appositi sostegni; - piedi posizionati sull'appoggiapiedi, possibilmente mantenedo l'articolazione del ginocchio a 90. Quando è in carrozzina è utile lasciare un tavolino davanti alla persona. Offre maggiore sicurezza e può presentare maggiori stimoli all'autonomia della persona. Trasferimenti Ci sono due aspetti: il paziente il caregiver Il paziente La sensibilità, di norma, è conservata. Attenzione al rischio di causare danni.
4 Evitare di TIRARE per le braccia il paziente. Sostenere il busto ed il capo. Il caregiver Postura corretta, gambe leggermente divaricate. Non piegare la schiena. Indossare calzature e indumenti adatti. Afferrare bene il paziente. MASSIMA ATTENZIONE alla SICUREZZA
5 I trasferimenti si effettuano con tecniche diverse, a seconda se il paziente sia parzialmente collaborante o non collaborante. PAZIENTE PARZIALMENTE COLLABORANTE Trasferimento dal letto alla sedia. PAZIENTE NON COLLABORANTE I trasferimenti del paziente non in grado di collaborare vengono effettuati da almeno due persone. Alzare il paziente dal letto
6 Trasferimento letto-carrozzina Trasferimento carrozzina-letto
7 UTILIZZO del SOLLEVATORE Anche per questa manovra sono necessari due operatori. L'imbragatura va posizionata sotto il paziente (disteso a letto o seduto in carrozzina) ponendo attenzione al fatto che sia centrata in modo da avvolgere simmetricamente la persona. In senso longitudinale deve invece sostenere adeguatamente la persona dal capo al bacino. Gli arti superiori del paziente devono essere addotti e flessi (braccia incrociate). Il braccio del sollevatore viene abbassato e l'imbragatura viene agganciata saldamente. Importante incrociare le fasce che vanno sotto gli arti inferiori in modo da contenere adeguatamente il bacino, infatti il bacino, ossia la base del tronco stesso, riveste un ruolo chiave nell assetto del torace, degli arti e del capo, nel momento in cui il paziente viene trasferito sulla carrozzina col sollevatore. FISIOTERAPIA RESPIRATORIA Obiettivi della fisioterapia respiratoria: - limitare il deterioramento della funzionalità polmonare - prevenire le infezioni respiratorie Gli interventi che vengono effettuati mirano quindi a: - Aiutare i meccanismi fisiologici di pulizia delle vie respiratorie, quindi favorire il drenaggio del muco e la disostruzione delle vie respiratorie. - Riespandere zone atelettasiche (collassate). - Migliorare la distribuzione dell aria inspirata. - Mantenere la mobilità della gabbia toracica. Cenni sulla fisiologia e la meccanica respiratoria Oltre all'apporto di O 2 il flusso di aria che circola nei polmoni ha un ruolo anche nel drenaggio delle secrezioni. Cosa succede nella SLA Diminuzione della mobilità della gabbia toracica Rischio di accumulo secrezioni Utilizzo della macchina della tosse e dell'aspiratore Meccanismo della Tosse Meccanismo di difesa di tipo riflesso Tre fasi: una fase inspiratoria, una compressiva ed una espulsiva. L'efficacia della tosse è tanto maggiore quanto più alto è il volume inspirato. Il veloce movimento di aria prodotto dall'in-exsufflator mobilizza le secrezioni e ne facilita la risalita e l'espulsione autonoma da parte del paziente (stimola il riflesso della tosse, se ancora elicitabile) o la rimozione con l'aspiratore. NON va utilizzata dopo mangiato! Sì dopo aerosol.
8 Ausili ed ortesi Sono strumenti che facilitano l'esecuzione di determinati movimenti consentendo: - risparmio di energie - prolungamento dell'autonomia Alcuni esempi: Molla di codivilla Bastone tripode Deambulatore Sicurezza in casa In considerazione delle difficoltà motorie crescenti della persona è importante predisporre anche un ambiente domestico che agevoli gli spostamenti e sia il più possibile esente da pericoli. Questo vuol dire apportare modifiche alle proprie abitudini, tuttavia porsi di fronte a tali cambiamenti accogliendoli come una possibilità invece che come un peggioramento aiuta ad integrarli funzionalmente nella propria quotidianeità. Anche qui è necessario un lavoro di tipo psicologico che aiuti ad assumere un atteggiamento propositivo verso le difficoltà che inevitabilmente si incontrano. La presenza di tappeti, ad esempio, rende più alta la probabilità di inciampare. Anche l'abitudine di dare la cera ai pavimenti (abitudine meno diffusa ora che in passato, ma ancora presente in molte famiglie) può rendere più facile scivolare. Fa parte della sicurezza anche l'igiene. Anche se può essere un compito estremamente noioso è importante seguire le regole di detersione per i singoli presidi. Una maschera che non viene lavata dopo ogni utilizzo accumula una carica batterica che per noi può sembrare non importante ma per il paziente, che magari è già indebolito a causa di tutti i fattori che sappiamo (malnutrizione, disidratazione, infezioni di varia natura, fisiologico indebolimento del sistema immunitario secondario a stress ed inattività, etc...) può risultare estremamente dannosa. IN CASO DI CADUTA CADUTA A TERRA DI PAZIENTE PARZIALMENTE AUTONOMO - Il paziente assume la posizione sul fianco - Si spinge col gomito del lato appoggiato a terra e con l altra mano per alzare il busto - Assume la posizione inginocchiata - Assume la posizione del cavalier servente (dalla posizione in ginocchio, solleva una gamba appoggiando il piede a terra fino ad avere il ginocchio a 90 ) - Spinge con entrambe le mani sul ginocchio e si solleva, oppure si appoggia ad un sostegno e si solleva - L operatore coadiuva il paziente nei vari movimenti.
9 CADUTA A TERRA DI PAZIENTE NON AUTONOMO Servono almeno due persone. Portare il paziente in posizione seduta. Anche in questo caso bisogna usare i muscoli delle gambe invece di piegare la schiena. Durante il trasferimento dal pavimento alla sedia, spostare il proprio peso da un lato all'altro mantenendo dritta la schiena. Chiedere all assistito (se possibile) di piegare le articolazioni. I movimenti dei due operatori devono essere sincronizzati mentre si esegue il trasferimento del paziente. La comunicazione tra i due operatori è, ovviamente, importantissima.
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