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1 ACQUISTA ONLINE > EUROPA E ASIA CENTRALE 11 CROAZIA DUEMILA

2 RAPPORTO 2011 CROAZIA REPUBBLICA DI CROAZIA Capo di stato: Ivo Josipović (subentrato a Stjepan Mesić a febbraio) Capo del governo: Jadranka Kosor Pena di morte: abolizionista per tutti i reati Popolazione: 4,4 milioni Aspettativa di vita: 76,7 anni Mortalità infantile sotto i 5 anni (m/f): 8/7 Alfabetizzazione adulti: 98,7% Nonostante le pressioni della comunità internazionale, i progressi per perseguire i crimini commessi durante la guerra del hanno continuato a essere lenti. Molti dei reati presumibilmente commessi da membri dell esercito croato e delle forze di polizia sono rimasti irrisolti. Il presidente ha intrapreso alcune iniziative politiche per affrontare ciò che accadde durante la guerra. Tuttavia, né il governo né le autorità giudiziarie sono riuscite a prendere provvedimenti mirati a risolvere la questione dei crimini di guerra. È continuata la discriminazione contro rom, serbo-croati e persone Lgbt. CONTESTO Sono proseguiti i negoziati di adesione all Eu e varie fasi negoziali sono state chiuse con successo. A giugno, sono stati avviati i negoziati in materia di giustizia e diritti fondamentali e l Eu ha fissato parametri specifici. Nella relazione di dicembre al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, il procuratore capo del Tribunale penale internazionale per la ex Iugoslavia (Tribunale) ha affermato che la Croazia ha continuato a non presentare tutti i documenti militari rilevanti connessi all Operazione Tempesta, un azione militare su larga scala condotta dall esercito croato nel SISTEMA GIUDIZIARIO CRIMINI DI DIRITTO INTERNAZIONALE Le azioni giudiziarie per i crimini commessi durante la guerra del sono andate avanti con lentezza. La capacità del sistema giudiziario croato di perseguire i crimini di guerra è rimasta scarsa. In media, ogni anno sono stati portati a termine meno di 18 processi. Non sono stati affrontati centinaia di casi, specialmente quelli in cui le vittime erano serbo-croate e i presunti responsabili erano membri dell esercito croato e delle forze di polizia. 454

3 EUROPA E ASIA CENTRALE I giudici chiamati a decidere in tali casi hanno continuato ad applicare il codice penale minimo del 1993, che non era conforme agli standard internazionali. Il codice mancava di una chiara definizione di concetti penali fondamentali, quali il principio della responsabilità di comando, i crimini di guerra di natura sessuale e i crimini contro l umanità. La sua applicazione ha garantito l impunità in molti casi. Sono proseguite le intimidazioni dei testimoni in aula. Le misure volte a fornire sostegno e protezione alle vittime e ai testimoni sono rimaste inadeguate. Solo quattro tribunali in Croazia hanno avuto le strutture e il personale necessari a fornire supporto ai testimoni. La legge adottata nel 2003, pensata per affrontare i problemi che impediscono l azione giudiziaria per i crimini di guerra, è rimasta in gran parte lettera morta. È largamente mancata la volontà politica di attuare le riforme del sistema giudiziario e di combattere l impunità. Le autorità non sono state in grado di fornire l accesso alla riparazione alle vittime di crimini di guerra e alle loro famiglie. A luglio, la Corte suprema ha confermato la condanna di Branimir Glavaš e altre cinque persone che, nel 2009, erano stati riconosciuti colpevoli dal tribunale distrettuale di Zagabria per crimini commessi contro i serbo-croati a Osijek, durante la guerra. Tuttavia, la Corte suprema ha ridotto la pena facendo ampiamente riferimento a circostanze attenuanti. Alcune di queste, come per esempio il fatto che gli imputati erano in servizio nell esercito croato, hanno violato gli standard internazionali. In precedenza, nel maggio 2009, Branimir Glavaš, che aveva un passaporto bosniaco, era fuggito in Bosnia-Erzegovina (Bih). Nel settembre del 2010, la corte di stato della Bih ha confermato il verdetto di luglio della Corte suprema croata e, il 28 settembre, Glavaš è stato arrestato. A ottobre, l ufficio per la soppressione della corruzione e della criminalità organizzata ha avviato un inchiesta nei confronti di cinque persone, tra cui un membro del parlamento croato. Secondo le accuse, a giugno e luglio, avevano cercato di reclutare persone per corrompere i giudici chiamati a decidere sul caso di Branimir Glavaš, al fine di garantirgli una pena più mite. A marzo, la Corte suprema croata ha confermato la condanna di Mirko Norac e l assoluzione di Rahim Ademi, emesse nel 2008 dal tribunale distrettuale di Zagabria. Gli imputati erano stati entrambi accusati di crimini di guerra, tra cui omicidio, trattamento disumano, saccheggio e distruzione ingiustificata di proprietà, ai danni di civili serbo-croati e prigionieri di guerra durante le operazioni militari nel Nel suo verdetto, la Corte suprema ha ridotto la condanna nei confronti di Mirko Norac da sette a sei anni di reclusione, grazie a circostanze attenuanti, molte delle quali violavano il diritto internazionale. Tra le attenuanti, la corte ha tenuto conto del fatto che i crimini erano stati commessi nel corso di una legittima azione militare dell esercito croato e della partecipazione dell imputato alla guerra per l indipendenza. A giugno, il Commissario per i diritti umani del Consiglio d Europa ha sollecitato le autorità croate a prendere misure efficaci per garantire che i casi relativi a crimini di guerra 455

4 RAPPORTO 2011 fossero perseguiti in modo imparziale, indipendentemente dall origine etnica dei perpetratori o da altri elementi, e in conformità con il divieto generale di discriminazione. Ha concluso che il fatto di aver prestato servizio nell esercito croato o nelle forze di polizia non deve essere utilizzato come circostanza attenuante per gravi violazioni dei diritti umani. A novembre, la Commissione europea, nella sua relazione sui progressi compiuti dalla Croazia, ha osservato che l impunità per i crimini di guerra continuava a essere un problema, soprattutto quando le vittime erano di etnia serba e i presunti colpevoli erano membri dell esercito croato. Il 10 dicembre, Tomislav Merčep è stato arrestato a Zagabria. In un rapporto pubblicato il giorno precedente, Amnesty International lo aveva identificato come uno dei numerosi individui di alto profilo sospettati di crimini di guerra. L inchiesta su di lui riguardava anche la sua presunta responsabilità di comando nell omicidio indiscriminato e nella sparizione forzata di 43 persone a Zagabria e nel campo di Pakračka Poljana, durante la guerra del GIUSTIZIA INTERNAZIONALE Diversi casi relativi a crimini di diritto internazionale commessi in territorio croato durante la guerra del erano pendenti dinanzi alla Corte dell Aia. Tra luglio e settembre, il procuratore della Corte e i collegi difensivi hanno presentato le arringhe finali nel processo contro tre generali croati in pensione, Ante Gotovina, Ivan Čermak e Mladen Markač. A loro carico vi erano nove capi di imputazione per crimini contro l umanità e violazioni delle leggi o delle usanze di guerra, commessi contro la popolazione serba in 14 comuni, nella parte meridionale della Croazia durante l Operazione Tempesta del La sentenza era prevista per il Sono continuate le controversie sulla disponibilità della Croazia a collaborare con l ufficio del procuratore capo della Corte. A luglio, la camera di prima istanza ha sottolineato che le autorità croate erano obbligate a collaborare, malgrado la camera avesse respinto la richiesta del procuratore della Corte di ottenere un ordine che imponesse alle autorità di produrre prove relative al caso. La camera di prima istanza ha osservato che, a causa della natura del procedimento, non era in grado di stabilire se le autorità fossero in condizione di rispettare l ordine qualora fosse stato emesso e si è anche astenuta dal decidere sull esistenza dei documenti richiesti. È proseguito il procedimento giudiziario contro Vojislav Šešelj, accusato di crimini in Bosnia-Erzegovina, Croazia e Serbia (Vojvodina). È stato incriminato per vari capi d accusa relativi a crimini contro l umanità, quali persecuzioni per motivi politici, razziali o religiosi, deportazione e atti disumani. L atto d accusa comprendeva violazioni delle leggi o delle usanze di guerra quali omicidio, tortura, trattamento crudele, distruzione ingiustificata di villaggi o devastazione non giustificata da necessità militari, distruzione o 456

5 EUROPA E ASIA CENTRALE danneggiamento intenzionale di istituzioni dedicate al culto o all educazione e saccheggio di proprietà pubblica o privata. Dinanzi alla camera di prima istanza della Corte è proseguito il processo di Momčilo Perišić accusato, tra l altro, del bombardamento di Zagabria nel maggio A novembre, la camera di prima istanza ha autorizzato la richiesta del procuratore per la presentazione di nuove prove. È continuato il procedimento giudiziario contro Jovica Stanišić e Franko Simatović. Le accuse a loro carico comprendevano persecuzione razziale e religiosa, omicidio, deportazione e atti disumani contro la popolazione non serba nelle zone della Croazia controllate dai serbi durante la guerra del A ottobre, sono state aggiunte nuove prove al caso. Nel corso dell anno, la camera di prima istanza ha modificato il calendario del processo tenendo conto delle cattive condizioni di salute di Jovica Stanišić. Anche il decesso del principale avvocato difensore di Franko Simatović nel 2009 è stato motivo di ritardo. A dicembre, la camera d appello della Corte ha riesaminato la condanna di Veselin Šljivančanin per favoreggiamento nell omicidio di 194 prigionieri di guerra, dopo la caduta di Vukovar nel novembre 1991, riducendone la pena da 17 a 10 anni di reclusione. LIBERTÀ DI RIUNIONE Sono state espresse preoccupazioni circa il diritto alla libertà di riunione, dopo che almeno 140 persone sono state detenute per un breve periodo nel contesto di una manifestazione pacifica svoltasi a Zagabria il 15 luglio. Le proteste erano state organizzate dal movimento della società civile Diritto a una città (Pravo na grad) per proteggere via Varšavska, nella parte antica di Zagabria, dalla parziale distruzione dovuta alla costruzione di una rampa di accesso a un centro commerciale. I lavori prevedevano l abbattimento di alcuni alberi e la trasformazione di un passaggio pubblico in un ingresso per una proprietà privata. DISCRIMINAZIONE MINORANZE ETNICHE I rom hanno continuato a essere discriminati nell accesso ai diritti economici e sociali, tra cui l istruzione, l occupazione e l alloggio. Le misure adottate dalle autorità sono rimaste insufficienti. A marzo, la Grande camera della Corte europea dei diritti umani ha reso noto il verdetto sul caso Oršuš e altri vs Croazia. La Grande camera ha concluso che l inserimento, nel 2002, di 14 alunni rom in classi separate, basato sulla loro padronanza della lingua croata, costituiva una discriminazione motivata dall origine etnica. In particolare, la Grande camera ha concluso che, invece di valutare le competenze lin- 457

6 RAPPORTO 2011 guistiche, come il governo aveva sostenuto, le prove che avrebbero dovuto determinare l inserimento dei bambini in classi di soli rom valutavano soltanto le loro condizioni psicofisiche generali. Una volta inseriti in classi di soli rom, ai bambini non è stato fornito alcun mezzo per affrontare la loro presunta mancanza di conoscenza della lingua croata. Inoltre, non è stato messo in atto alcun sistema per controllare i progressi dei bambini nell apprendimento del croato. Il programma di studi nei corsi per soli rom era significativamente ridotto e aveva un programma ridotto al 30 per cento rispetto a quello seguito nelle classi ordinarie. A giugno, il Commissario per i diritti umani del Consiglio d Europa, ha riferito che la segregazione di fatto degli alunni rom persisteva in alcune scuole del paese. A luglio, la Relatrice speciale delle Nazioni Unite sull alloggio adeguato ha visitato la Croazia e ha concluso che l attuale situazione abitativa era stata fortemente influenzata dal retaggio del conflitto armato e dal passaggio da un modello di alloggi di edilizia popolare pubblica al mercato privato. Ciò ha avuto ripercussioni per i gruppi più vulnerabili, tra cui i rom e i serbo-croati. La Relatrice ha anche espresso preoccupazione per le condizioni di vita negli insediamenti rom. Inoltre, ha osservato che più di serbocroati erano ancora rifugiati in paesi limitrofi, di cui almeno in Serbia. DIRITTI DI PERSONE LESBICHE, GAY, BISESSUALI E TRANSGENDER Il 19 giugno si è svolto il Pride di Zagabria. Hanno partecipato circa 500 persone protette dalla polizia e non si sono registrati incidenti di rilievo. Tuttavia, quando l evento principale era finito, due partecipanti sono stati aggrediti da un gruppo di giovani. È stata aperta un inchiesta per individuare i responsabili ma, a fine anno, non aveva ancora dato risultati. MISSIONI E RAPPORTI DI AMNESTY INTERNATIONAL Delegati di Amnesty International hanno visitato la Croazia a gennaio, tra marzo e aprile e a dicembre. Croatia: Briefing to the United Nations Committee against Torture (EUR 64/001/2010) Briefing to the European Commission and member states of the European Union (EU) on the progress made by the Republic of Croatia in prosecution of war crimes (EUR 64/002/2010) Behind a wall of silence: Prosecution of war crimes in Croatia (EUR 64/003/2010) Croatia: Authorities must guarantee freedom of assembly (EUR 64/004/2010) Croatian war crimes suspect arrested, 10 dicembre

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