LE CURE COLTURALI PRIMAVERILI ALLA BARBABIETOLA DA ZUCCHERO

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1 LE CURE COLTURALI PRIMAVERILI ALLA BARBABIETOLA DA ZUCCHERO Diserbo di post-emergenza, concimazione azotata in copertura, difesa dagli insetti e avvio dell irrigazione nei comprensori meridionali sono le tecniche colturali tipiche dei mesi primaverili. I consigli per conseguire i migliori risultati Nel periodo che va da aprile a fine giugno si compie una buona parte del ciclo di crescita della barbabietola da zucchero. Questo periodo, infatti, inizia con l emergenza delle piccole piantine le quali, crescendo, arrivano alla copertura del terreno e poi sviluppano un apparato fogliare che raggiunge la massima espansione alla fine del periodo e nel successivo mese di luglio. In questi mesi primaverili l agricoltore segue l accrescimento della coltura, intervenendo con sarchiatrici e frese per rimuovere ed arieggiare il terreno nell interfila, opera inoltre con attrezzature irroranti per eliminare le erbe infestanti e controllare gli insetti dannosi, con Foto 1 - Adulto di Cleono e caratteristica erosione a mezzaluna (cerchiata) distributori di fertilizzanti per apportare gli elementi nutritivi necessari alla pianta e, se l andamento stagionale lo richiede, inizia l irrigazione della coltura. Una razionale gestione di queste tecniche riveste un importanza fondamentale e si riflette positivamente sullo sviluppo della pianta, sui risultati produttivi e qualitativi a decisivo vantaggio del conto economico aziendale. LA PROTEZIONE DELLA PIANTA La difesa dagli insetti inizia al momento della semina, utilizzando varietà trattate con insetticidi specifici nel confetto oppure distribuendo in localizzazione, con la seminatrice, geoinsetticidi. In tal modo si proteggono le piantine dagli attacchi dei principali insetti terricoli quali elateridi (volgarmente conosciuti come ferretti), blaniuli, scutigerelle, atomaria e, grazie all attività sistemica di molti principi attivi, anche da insetti fogliari come l altica. Nel periodo che va dall emergenza della coltura alla raccolta, diversi insetti possono interessare i bietolai. Tra questi ricordiamo i coleotteri cleono, lisso, cassida, le larve di lepidotteri che si nutrono del colletto nottue terricole e delle foglie nottue defogliatrici, l afide verde e quello nero. CLEONO Il Cleono (Conorrhynchus mendicus - foto 1) è comparso con forti infestazioni nei primi anni novanta ma, da alcune annate, le sue popolazioni si sono fortemente ridotte. A questo hanno contribuito alcune primavere con forte e prolungata piovosità che hanno causato elevatissimi tassi di mortalità delle giovani larve. Considerando la dannosità dell insetto, nelle aree bieticole ove sono stati riscontrati danni durante la decorsa annata agraria, è opportuno controllare l entità della popolazione adulta del cleono e l andamento delle fuoriuscite. Infatti la sua scalare fuoriuscita dai luoghi di svernamento alla ricerca delle bietole, che avviene da marzo fino ai primi di giugno, richiede una strategia di difesa che presupponga il monitoraggio dell insetto, onde evitare di trattare inutilmente. Il controllo sulla presenza dell insetto può avvenire attraverso osservazioni visive nelle colture di bietola, rilevando la presenza di adulti e/o delle caratteristiche erosioni a mezza luna sui lembi fogliari. Il monitoraggio può essere effettuato mediante dislocazione di vasetti lungo le aree perimetrali

2 dei campi seminati con bietola (vedi box di approfondimento). In questo caso al superamento della soglia di intervento (presenza 2 adulti di cleono catturati in una settimana per ogni vasetto) occorre trattare con Piretroidi (miscibili con gli erbicidi) o altri insetticidi. Inizialmente è possibile limitare le applicazioni sulle fasce perimetrali degli appezzamenti, mentre successivamente, se continuano le catture, occorre intervenire a pieno campo. Come Monitorare la presenza del Cleono Si possono utilizzare, ogni 50 metri, delle batterie formate da 5 vasetti di plastica di circa 20 cm di diametro, interrati fino al bordo e distanziati di circa 3 metri l uno dall altro. Le batterie devono essere poste sulla fascia perimetrale della coltivazione, nel lato di provenienza degli adulti che fuoriescono dagli appezzamenti contigui investiti a bietola l anno precedente. Sempre appartenente alla famiglia dei Curculionidi, in alcune aree bieticole del Centro e Sud Italia è presente il Lisso (Lixus junci - foto 2). Gli adulti compaiono a partire da aprile e le sue larve scavano gallerie verticali nelle coste fogliari e nei tessuti del colletto e della radice. Con infestazioni di rilevante entità si hanno significativi rallentamenti vegetativi. Foto 2 - Adulto di Lisso CASSIDA Le infestazioni delle Casside (Cassida vittata e C. nobilis) interessano prevalentemente alcune aree bieticole del Centro e Sud Italia. L insetto inizialmente si localizza sulle parti perimetrali o su aree circoscritte delle coltivazioni per poi estendersi a macchia d olio. Le larve (foto 4) e gli adulti (foto 5) di Cassida nobilis e di Cassida vittata si nutrono di foglie, dove causano numerose erosioni circolari arrivando a di- struggere buona parte dell apparato fogliare (foto 3). E molto importante individuare tempestivamente l infestazione, ciò permette un più facile controllo dell insetto con interventi, a seconda dei casi, limitati alla zona colpita o generalizzati a pieno campo. AFIDI Le infestazioni di afidi sono comuni a tutte le coltivazioni. L Afide nero (Aphis fabae foto 6) è il Foto 3 - Erosioni fogliari dovute a Cassida Foto 4 - Larva di Cassida Foto 5 - Adulto di Cassida

3 più tardivo mentre l Afide verde (Myzus persicae) compare più precocemente. Sono presenti nei bietolai in colonie e causano focolai con ingiallimenti e accartocciamenti fogliari. Trasmettono virosi quali mosaico e giallume. Lo sviluppo delle popolazioni è tuttavia fortemente condizionato dall andamento stagionale, dall - attività predatoria di coccinellidi e da funghi entomopatogeni che riescono spesso a causare elevati tassi di mortalità. Prima di ricorrere ad un intervento aficida è pertanto necessario valutare se esistono condizioni o antagonisti che ostacolano in maniera significativa lo sviluppo delle colonie. La difesa può essere realizzata quando si rileva la presenza di colonie iniziali o in rapido accrescimento, non ostacolate da predatori o agenti infettivi, su almeno 3-4 piante/mq. NOTTUE DEFOGLIATRICI Le nottue defogliatrici, iniziano Foto 6 - Afide nero la loro attività trofica a partire dalla fine del mese di maggio e continuano ad alimentarsi per tutta la campagna di raccolta. Il danno è causato dalle larve che si nutrono delle foglie. L apparato fogliare, inizialmente, si presenta con diverse rosure e, successivamente, si può arrivare alla completa distruzione dei lembi fogliari dove vengono lasciate intatte le sole nervature. Il controllo delle nottue si attua intervenendo sulle larve con insetticidi, distribuiti da soli oppure miscelati ai fungicidi utilizzati per la difesa anticercosporica. Il riconoscimento del tipo di nottue presente nel bietolaio è importante in quanto con alcune di esse è possibile arrivare ad una soglia di danno del 10% prima dell intervento, mentre con Spodoptera exigua occorre trattare alla prima comparsa. Foto 7 - Afide verde Autographa gamma (foto 1): colore verde indipendentemente dallo stadio di sviluppo con linee longitudinali biancastre. Normalmente presente nei bietolai; intervenire se le erosioni superano la soglia di intervento (1). Come distinguere le nottue defogliatrici 1 3 Mamestra oleracea (foto 3): colore verde o rosa/ nocciola con punteggiatura nera simmetrica e 2 linee gialle laterali. Poco presente nei bietolai; trattare se le erosioni superano la soglia di intervento (1). Mamestra brassicae (foto 2): ampia variabilità cromatica; negli stadi giovanili di colore verde, poi da nocciola a nero (tipico delle popolazioni numerose) con 2 linee gialle laterali. Normalmente presente nei bietolai, storicamente la larva più dannosa per la coltura, intervenire se le erosioni superano la soglia di intervento (1). (1) La soglia è superata quando le erosioni interessano oltre il 10% della superficie fogliare. 2 4 Spodoptera exigua (foto 4): 3 aspetti cromatici (verde con bande longitudinali/laterali verde più scuro; verde scuro con bande longitudinali/laterali nere; rosa/nocciola con bande longitudinali/laterali marroni), sono presenti 2 linee gialle laterali. In questi ultimi anni, in coincidenza di lunghi periodi con temperature elevate si sono registrate numerose presenze di larve nei bietolai; intervenire alle prime comparse delle colonie.

4 Principio Attivo PIRETROIDI Alfacipermetrina Bifentrin Ciflutrin Cipermetrina Deltametrina Zetacipermetrina Lambdacialotrina Fluvalinate ALTRI Clorpirifos Bacillus th. Dimetoato Pirimicarb MISCELE Clorpirifos + cipermetrina Clorpirifos + deltametrina Imidacloprid + ciflutrin INSETTICIDI CONSIGLIATI Nome Commerciale * Dose l o kg/ha Cl. toss. Int. Sic. Insetti controllati Afidi Cassida Cleono Lisso Contest 0.3 Xn N 24 Brigata flo 1-7 Hunter 0.35 N 3 Nurelle Xn N 21 Decis Jet 0.8 Xn N 3 Fury 1.7 N 21 Karate Zeon 0.2 Xn N 7 Klartan 20 EW 0.3 N 7 Dursban 1 Xn N 60 vari 1** Rogor L 40 1 Xn 30 Pirimor 17,5 1 Xn N 14 Nurelle D 0.8 Xn N 60 Pyrinex quick 1.3 N 60 Kohinor plus 1 N 30 * in commercio sono reperibili altri prodotti analoghi ** valore indicativo, verificare in etichetta IL CONTROLLO DELLE INFESTANTI La pulizia dei bietolai dalle erbe infestanti si ottiene con specifici interventi di diserbo posizionati in pre ed in post-emergenza. In particolare il post-emergenza va attuato in modo razionale valutando: la flora infestante presente ed il suo stadio di accrescimento; il grado di sviluppo delle bietole; i prodotti erbicidi già usati in precedenza e la loro quantità; le condizioni climatiche al momento dell intervento, in particolare temperatura ed umidità. Inoltre, ricordiamo sempre di o- perare con attrezzature irroranti in perfetta efficienza e di essere tempestivi negli interventi in quanto molte malerbe sono controllabili con una certa facilità solo se colpite ai primi stadi di sviluppo. La tecnica del diserbo in postemergenza propone l impiego di più principi attivi miscelati assieme con bassi volumi di acqua, in genere dai 180 ai 200 litri per ettaro (tecnica DMR - Dosi Molto Ridotte). Queste miscele vengono distribuite, di norma, due volte sulla coltura, la prima con bietole ai cotiledoni-due foglie vere e la seconda a circa giorni di distanza. Intervenendo su infestanti più sviluppate occorre impiegare quantità più elevate dei vari componenti della miscela. Nottue Nella tabella 1 riportiamo alcune miscele di erbicidi consigliate per il controllo in post-emergenza delle principali infestanti dicotiledoni, mentre nella successiva tabella 2 sono indicati i prodotti attivi sulle infestanti monocotiledoni più presenti nei bacini bieticoli. CUSCUTA Un attenzione particolare deve essere riservata alla cuscuta, infestante che compare in un ampio periodo di tempo, da fine marzo a maggio, in diversi areali della Pianura Padana. Nei terreni coltivati a bietola, dove negli anni precedenti era presente la cuscuta, occorre impostare una strategia di contenimento basata su rotazioni agronomiche con specie non ospiti (frumento, soia, sorgo, mais), sul controllo delle infestanti nelle colture avvicendate e su interventi chimici diretti. Il controllo della cuscuta sulla bietola si basa sull impiego frazionato di propizamide (es. Kerb Flo), a partire preferibilmente dallo stadio di circa 2 foglie delle bietole per raggiungere una dose complessiva in 2 interventi di 1,5-2 litri/ha di formulato (tab. 3). Va ricordato inoltre che, per evitare fenomeni di fitotossicità, l utilizzo della propizamide in miscela con altri erbicidi, nelle applicazioni di post-deve seguire alcune precauzioni : limitare le dosi degli altri erbicidi posti in miscela (soprattutto i prodotti contenenti fenmedifam e desmedifam), eventualmente escludendo l olio in particolare nelle condizioni più critiche (elevate temperature e giornate soleggiate); Foto 8 - Intervento erbicida in post-emergenza a microdosi

5 Tab. 1 - Programmi di post-emergenza con microdosi (DMR) per il controllo delle infestanti dicotiledoni INFESTAZIONE PREVALENTE Polygonum aviculare** Polygonum persicaria** Polygonum lapathifolium Crucifere** Veronica persica Fallopia convolvolus Galium aparine Chenopodium spp. MISCELE CONSIGLIATE Programmare almeno 2 interventi a distanza di giorni (*) Betanal Expert Goltix Venzar olio minerale Betanal Expert Pyramin DF Venzar olio minerale seconda e terza microdose (DMR) Betanal Expert Goltix Safari olio minerale Betanal Expert Goltix Pyramin olio minerale Abutilon theophrasti seconda microdose (DMR) Betanal Expert Safari olio Ammi majus minerale Matricaria chamomilla terza microdose (DMR) Safari olio minerale Bidens spp. Xanthium strumarium seconda e terza microdose (DMR) Cirsium arvense** Betanal Expert Lontrel 75G Erba medica*** Note: la dose inferiore di olio minerale va impiegata in caso di elevate temperature o forti escursioni termiche. (*) = vengono indicati i prodotti con i nomi commerciali più comuni, ma possono essere utilizzati anche altri erbicidi similari. (**) = Per il controllo di crucifere molto sviluppate o aviculare, persicaria, amaranto alle 2-4 foglie sostituire il Venzar con il Safari a 40 g/ha. (***) = in trattamenti mirati è opportuno intervenire su infestanti sviluppate, con dosi proporzionali di clopiralid (Lontrel 75G). ridurre le dosi durante le prime fasi di sviluppo della bietola e in previsione di pioggia; evitare quantità elevate di propizamide (massimo 0,75 litri/ ha di Kerb Flo) in miscela con triflusulfuron-metile (Safari); impiegare il Safari preferibilmente a dosi di 30 g anziché di 40 g, in considerazione del fatto che Safari necessita dell - addizione di olio; non superare le dosi di 3 litri/ ha per non riscontrare problemi di fitotossicità per le colture in successione come ad e- sempio il frumento, in particolare se seminato su sodo o con minime lavorazioni. Foto 9 - Cuscuta Tab. 2 - Graminicidi di post-emergenza: dosi per intervento unico e spettro d'azione. Prodotto Principio attivo Dosi l/ha Echinochloa c. g. Avena spp Sorghum h. Alopecurus m. Lolium spp STRATOS (a) Cycloxydim *** *** ** *** *** STRATOS ULTRA Cycloxydim *** *** ** *** *** WHIP S Fenoxaprop-ethyl *** *** *** *** * FUSILADE MAX Fluazifop-p-butyl ** *** *** *** *** LEOPARD 5 EC Quizalofop-ethyl *** ** *** *** *** TARGA GOLD Quizalofop-ethyl isomero *** ** *** *** *** AGIL Propaquizafop 1 *** ** *** *** ** (a) = Occorre miscelare un olio bianco minerale registrato per la coltura. Efficacia: *** = buona; ** = media; * = nulla

6 Tab. 3 - Dosi totali di Kerb Flo (l/ha) applicate in interventi frazionati in funzione dell'epoca di distribuzione e del presumibile grado di attacco di cuscuta Strategia Foto 10 - Bietolaio con diffusa infestazione di Cuscuta LA CONCIMAZIONE AZOTATA IN COPERTURA cotiledoni 2 foglie 4 foglie 6 foglie 1 0,25-0,3 0,5-0,75 0,5-0,75 2 0,5-0,75 1-1, ,25 1-1,25 Ogni anno, al momento della semina, occorre gestire la fertilizzazione azotata. L azoto è un fertilizzante importante ai fini produttivi; da un lato svolge un azione importante per l accrescimento e lo sviluppo della coltura, dall altro, se presente in eccesso è causa di riduzioni di titolo e di scadimenti qualitativi. Trovare un equilibrio non è facile; infatti l azoto presenta una disponibilità estremamente variabile in funzione dei processi di mineralizzazione della sostanza organica e una elevata mobilità nel terreno. La conoscenza dei livelli pluriennali di azoto alfa-amminico nelle bietole aziendali conferite negli Stadio di sviluppo delle bietole stabilimenti, unitamente ad altri elementi climatici ed agronomici quali ad esempio le piogge cadute nel periodo autunno-vernino, le colture in precessione alla barbabietola, sono parametri che permettono di modulare al meglio la dose di azoto da apportare alla bietola. Ovviamente la disponibilità di un analisi fisico-chimica del terreno, in particolare con estrazione dell azoto in calcio-cloruro (CaCl 2 ), rende più precisa questa valutazione. Il dato di azoto determinato con l analisi in CaCl 2 può essere elaborato con il software N.I.B. (in dotazione a Beta e ai tecnici bieticoli) per definire le quantità di concime da distribuire oppure, in assenza del software, è possibile ottenere un giudizio sulla disponibilità dell elemento nel terreno consultando la tabella 4. Per coloro che non sono in possesso di un analisi aziendale sull - azoto, Beta, assieme ai tecnici della filiera, realizza da diverso tempo un attività di monitoraggio nei comprensori bieticoli al fine di valutare il livello di dotazione azotata nei terreni, rispetto all anno precedente. Questi dati, correlati con le piogge che cadono nei mesi invernali e con altri parametri (precessione colturale, eventuale concimazione IRRIGAZIONE DOTAZIONE AZOTATA DEL TERRENO (Prelievo autunnale e analisi in CaCl 2 ) organica ecc.) permettono di definire un consiglio orientativo sui quantitativi medi di concime azotato da distribuire nei diversi bacini bieticoli (tabella 5). Le quantità consigliate sono totali, includendo sia le distribuzioni di pre-semina che di copertura. Apporti azotati superiori alle unità vanno frazionati, distribuendo i 2/3 di tale quota in presemina e il restante 1/3 in copertura L apporto in copertura non deve superare le unità fertilizzanti per ettaro, intervenendo non oltre la sarchiatura (entro lo stadio di 6-8 foglie) per evitare distribuzioni in epoca di sviluppo troppo avanzata e utilizzando nitrato ammonico. Infine si ricorda che nelle zone definite vulnerabili occorre attenersi all apposita Direttiva nitrati. Con l aumento delle temperature, tipico del mese di maggio, negli ambienti dell Italia Meridionale è necessario procedere a turni irrigui per non perdere produzione. L avvio delle irrigazione è condizionato dall andamento stagionale, tuttavia occorre evitare, in assoluto, di porre la coltura in condizioni di stress anche durante questi mesi primaverili. Nelle colture della Valle Padana i primi sintomi di stress idrico, in genere, sono collocabili tra fine maggio ed inizio giugno. In assenza di piogge, anche in questi areali, è necessario provvedere ad un intervento irriguo. Tabella 4 - Giudizio sulla dotazione di azoto nei terreni N totale mg/kg (o ppm) BASSA <10 MEDIO-BASSA MEDIA MEDIO-ALTA ALTA >35

7 Per consentire ai bieticoltori di individuare più facilmente le condizioni climatiche e pedologiche che portano a deficit idrici sulle colture di bietola, Beta assieme ai tecnici della filiera, esegue specifici monitoraggi nei diversi comprensori bieticoli rilevando alcuni parametri quali: entità delle precipitazioni, dell evapotraspirazione, profondità di falda. Questi Tabella 5 - Monitoraggio azoto: indicazioni concimazione azotata campagna 2009 Foto 11 - Copertina di AcquaFacile Plus dati, opportunamente elaborati, sono utilizzati per informare i bieticoltori sullo stato idrico dei terreni ed allertarli, in genere tramite Sms, sulla comparsa di situazioni di crisi idrica. Per le aziende che intendono gestire l irrigazione attraverso la predisposizione un proprio bilancio idrico è disponibile gratuitamente un software appositamente realizzato da Beta: AcquaFacile plus scaricabile dal sito ZONA OMOGENEA PIOGGIA Ott '07 Gen '08 (mm) (**) CONSIGLIO 2008 N kg/ha N campioni 2009 AZOTO DISPONIBILE mg/kg Camp (*) PIOGGIA Ott '08 Gen '09 (mm) (**) CONSIGLIO 2009 N kg/ha Valle Padana Centro-settentrionale (CR, MN) Valle Padana Centro-meridionale (MO, PC, PR, RE) Valle Padana Nord-orientale (PD, VE, VR) Delta del Po (FE, RO) Romagna (RA) Bolognese (*) = estrazione in CaCl 2 da campione autunnale. (**) = Precipitazioni effettive

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