SOMMARIO Introduzione I fatori che originano il carsismo I fattori di dissoluzione delle rocce carbonatiche Il fenomeno del carsismo ipogeo
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- Agnella Ricci
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1 SOMMARIO Introduzione 1 I fatori che originano il carsismo 2 I fattori di dissoluzione delle rocce carbonatiche 4 Il fenomeno del carsismo ipogeo 5 La formazione delle stalattiti 8 Le stalattiti eccentriche 11 La formazione delle vele 12 La formazione delle stalagmiti 13 La formazione delle perle di grotta 14 La storia delle caverne di castellana 15 La genesi delle grotte di castellana 16 Il sistema delle grotte 18 Il percorso nelle grotte di castellana 19 Consigli ai visitatori 27 Contatti 28 Come arrivare 29
2 Introduzione Le grotte di Castellana sono uno dei luoghi naturali più suggestivi e sorprendenti nel cuore della Puglia. Un complesso di cavità naturali affascinante e unico al mondo ubicato nel Comune di Castellana Grotte nella parte sud orientale dell altopiano delle Murge. Le Grotte sono un tipico fenomeno del carsismo, conseguente all erosione operato dall'acqua in rocce calcaree in migliaia di anni. L acqua ha scavato fisicamente e chimicamente lo strato roccioso sotterraneo, dando origine a un fiume e formando dei vuoti che nel tempo sono stati ingranditi creando le grotte carsiche. Visitare le Grotte di Castellana significa vivere un esperienza unica che trasporta il visitatore in un mondo meraviglioso, la cui storia risale a circa cento milioni di anni fa. Il percorso turistico nelle grotte si snoda per una lunghezza di 3348 metri a circa 70 metri di profondità, scendendo sino ad un massimo di 122 metri dalla superficie. Il percorso è costituito da una serie di vaste caverne che si susseguono in senso orizzontale, collegate da passaggi e da cunicoli. Nelle Grotte ovunque, stalattiti, stalagmiti, cortine, colonne, preziosi cristalli. Lungo il percorso il visitatore attraversa caverne dai nomi fantastici: la lupa, la civetta, il precipizio, il corridoio del deserto, la cupola, e la grotta bianca. Attraversa i canyon e profondi abissi, scoprendo fossili, concrezioni dalle forme incredibili e dai colori inaspettati. Nel Museo Speleologico "Franco Anelli, ospitato nell edificio progettato dall arch. Favia e inaugurato nel 2000, al visitatore viene offerta l'opportunità di meglio conoscere la genesi delle grotte, le caratteristiche ambientali che ne hanno determinato la nascita e lo sviluppo, la vita che in esse si sviluppa fin nei suoi più remoti recessi e l'utilizzo che di esse l'uomo ha fatto nel tempo. La struttura museale si sviluppa su più piani. Al livello inferiore in 1
3 Il carsismo ipogeo e le Grotte di Castellana una prima sala vi sono i pannelli illustrativi fotografici con integrazione di testi e immagini, che descrivono il territorio carsico, la storia delle grotte e la vita in grotta. Sul piano superiore sono presenti mostre fotografiche sulle grotte. Nel piano seminterrato vengono svolte attività laboratoriali. All interno del museo è ospitato il Centro di documentazione Franco Orofino che dispone di un ricco repertorio iconografico e una ricchissima biblioteca con volumi anche molto antichi. I fatori che originano il carsismo Il fenomeno carsico è una particolare forma di erosione dovuta all'azione di corrosione e della disgregazione che le acque esercitano nelle rocce solubili sia di superficie che di sottosuolo. In natura, i minerali più solubili sono in ordine decrescente di solubilità: Halite (NaCl), Gesso (CaSO4 2H2O), Calcite (CaCO3), Dolomie (CaMg (CO3)2). La Halite è anche chiamata salgemma. Il fenomeno del carsismo interessa tutte le rocce, ma soprattutto quelle a solubilità maggiore, ovvero le rocce carbonatiche (Calcari e Dolomite) e quelle evaporitiche (Gessi e Salgemma). Questo tipo di rocce costituisce circa il 15% delle terre emerse, pertanto il fenomeno del carsismo è ben diffuso sul pianeta. Sul territorio italiano le rocce costituite da calcite e dolomite sono molto diffuse rispetto a quelle formate da minerali più solubili come il gesso o l halite. Esistono due tipi di carsismo: il carsismo superficiale e il carsismo profondo, quest ultimo detto ipogeo. Entrambi i fenomeni sono conseguenti all'azione delle acque di origine meteorica, definito "classico" in quanto è quello più diffuso sulla superficie terrestre; ma vi sono anche fenomeni di carsismo legati alla presenza di acque di mare in prossimità della linea di costa, oppure là dove si ha la risalita di acque profonde che vengono in contatto 2
4 con acque di origine meteorica in corrispondenza di importanti faglie. Particolarmente importante nel carsismo è l'azione dell'anidride carbonica (CO2) disciolta nell'acqua. Questa è, almeno in parte, presente sotto forma di acido carbonico (H2CO3) in grado di sciogliere nell acqua (solubilizza) alcuni minerali, in particolare i carbonati di calcio e magnesio, praticamente insolubili in acqua pura. L anidride carbonica è uno dei gas che compone l atmosfera presente con percentuali, però, molto basse appena lo 0,03 atm, cioè rappresenta solo lo 0,03 per cento dei gas presenti in atmosfera. La concentrazione di anidride carbonica conferisce all'acqua un maggiore grado di acidità che le consente di attaccare e corrodere le rocce carbonatiche trasformando il carbonato di calcio, poco solubile, in bicarbonato di calcio, la cui solubilità è tre volte maggiore. Altri minerali, come il quarzo o il salgemma, invece, sono del tutto insensibili alla presenza di CO2 nelle acque con cui vengono a contatto, e la solubilità resta quindi immutata. La CO2 nell'acqua diminuisce notevolmente con l'aumentare della temperatura e questo fa sì che le acque fredde siano di fatto più aggressive nei confronti del calcare rispetto a quelle calde, anche se la minor velocità con cui questa reazione avviene attenua in parte questo effetto. Per tale ragione nell acqua piovana l anidride carbonica si trova in concentrazione maggiore soprattutto se l acqua è fredda e se ristagna in particolari tipi di terreni. L acqua che filtra dal soffitto in ambiente di grotta si libera dell'anidride carbonica formando carbonato neutro. La concentrazione di anidride carbonica aumenta nelle acque che attraversano spessi strati di suoli coperti da abbondante vegetazione, anche a seguito della decomposizione delle sostanze organiche. Vi sono dei terreni che riescono a immagazzinare aria in cui l anidride carbonica si trova fino a cento volte più concentrata che nell atmosfera, rendendo decisamente acide le acque che li pervadono. Per questa 3
5 Il carsismo ipogeo e le Grotte di Castellana ragione acque che filtrano attraverso il suolo si arricchiscono di CO2 e risultano più aggressive di acque che cadono direttamente sulla roccia nuda e si infiltrano rapidamente. Oltre all'acido carbonico, le acque che danno origine al carsismo contengono spesso altri acidi in soluzione che possono essere di origine organica, oppure da emanazioni vulcaniche, come l'acido solfidrico H2S. I fattori di dissoluzione delle rocce carbonatiche Il biossido di carbonio (CO2), anche detta anidride carbonica, è quello che gioca il ruolo più importante nei fenomeni carsici. La solubilità della calcite in acqua pura (quindi senza CO2) a 25 C è intorno a 14 mg/l, solo di Testo poco nascosto superiore al quarzo (ca. 10 mg/l). Con piccole quantità di CO2 disciolto (Pco2 = pressione parziale dell anidride carbonica in acqua = 0,001 bar) e a temperatura di 25 C in 1 litro d acqua si sciolgono 60 mg di calcite, 50 di dolomite, 10 di quarzo, 2400 di gesso e di sale. Quando invece la Pco2 è di 100 volte più alta (0,1 bar) alla stessa temperatura la solubilità dei carbonati aumenta notevolmente (400 mg/l di calcite e 300 mg/l di dolomite), mentre quella degli altri minerali non varia. L anidride carbonica e acqua portano alla formazione di acido carbonico secondo la seguente reazione: CO2 anidride carbonica + H2O acqua H2CO3 acido carbonico A condizioni atmosferiche normali, la CO2 è un gas incolore e inodore. E presente nell aria che respiriamo ed è una componente fondamentale nei processi di respirazione e fotosintesi. In natura la 4
6 CO2 si trova anche disciolta nell acqua dolce, nei mari e nel sottosuolo. Non è infiammabile, non esplode e fino ad elevate concentrazioni non è tossica. Il processo di scioglimento della calcite e dolomite in acqua con CO2, che prende il nome di corrosione, è il seguente: CaCO3 carbonato di calcio (calcite) + CO2 + anidride carbonica H2O acqua Ca (HCO3)2 bicarbonato di calcio Per la dolomite, la reazione è molto simile: CaMg(CO 3 ) 2 + 2CO 2 + 2H 2 O CaMg(HCO 3 ) 2 carbonato doppio di magnesio e calcio anidride carbonica acqua bicarbonato di calcio Nelle formule sopra menzionate la reazione del carbonato di calcio (CaCO 3) è una reazione reversibile, cioè dal bicarbonato si può formare nuovamente il carbonato. La componente H 2 CO 3 è acida, mentre il il carbonato di calcio è un solido bianco e poco solubile in acqua. Quello che li differenzia le reazioni è la velocità con cui questo processo ha luogo che è nettamente inferiore per la dolomite. Il fenomeno del carsismo ipogeo L'acqua d infiltrazione esercita la sua azione mediante processi sia di corrosione chimica, sia di erosione meccanica. Con il passare del tempo la pioggia buca la roccia e si insinua sempre di più nelle spaccature e tra i massi, facendovi scivolare anche la poca terra disponibile con la conseguenza che più copiosa anidride carbonica si 5
7 Il carsismo ipogeo e le Grotte di Castellana Il colore delle concrezioni dipende dai minerali in esse contenuti, dalla la struttura del reticolo cristallino (grossi cristalli tendono ad essere più colorati dei microcristalli) e dalla presenza di materiali e/o contaminanti organici. I diversi minerali colorano le concrezioni come indicato nella seguente tabella: Minerali e colorazione delle concrezioni Carbonato di calcio Ferro Manganese Piombo Rame Nichel Zinco Argilla bianco giallo, rosso bruno, marrone blu, grigio, nero grigio verde, blu giallo scuro (calcite) verde chiaro (aragonite) rosso, marrone, nero marrone Il minerale di cui sono formate le concrezioni calcaree, detto alabastro, si origina per deposizione di calcite da acque carsiche o da acque termali calcarifere. Si presenta traslucida e a seguito dei diversi tipi di sali contenuti nell'acqua percolante assume colori variabili molto diversi e di diverse tonalità bianco, giallo, bruno, rossiccio. La formazione delle stalattiti Le stalattiti si formano in seguito a continui e prolungati depositi di minerali trasportati da acque percolanti nella grotte con il passare del tempo e in milioni di anni. La loro crescita avviene per il lento deposito di carbonato di calcio da parte di acque ricche di bicarbonato. L'acqua che esce dalla volta forma una goccia che per 8
8 le forze di coesione e adesione in assenza di ventilazione resta appesa fino a che non raggiunge una dimensione sufficiente affinché la gravità ne provochi il distacco. Quando l'acqua raggiunge una cavità non più completamente occupata da acqua o addirittura svuotata, la brusca diminuzione di pressione provoca uno squilibrio della CO2 fra la goccia e l'aria, cosicché l'anidride carbonica si diffonde nell'aria con conseguente deposito del calcare lungo il cerchio di contatto fra la goccia e la roccia, a causa della tensione superficiale, formando un anello di calcare. La stalattite cresce accumulando calcare su questo anello di calcare e formando cosi un canalicolo interno del diametro di 5-10 mm attraverso il quale filtra l'acqua responsabile del loro accrescimento. La stalattite si sviluppa verso il basso alimentato internamente. Il processo, chiamato stillicidio, continua con l accrescimento delle stalattiti in tempi lunghissimi e con velocità di circa 2 mm ogni dieci anni. Se il tubo viene otturato, per esempio da sostanze solide trasportate dall'acqua, oppure il carico d acqua supera la capacità di scorrimento di questo canale, una parte d acqua scorre all esterno nella forma di un velo che ricopre la concrezione e il calcare si deposita sulla superficie esterna, la stalattite si inspessisce formando una concrezione di forma conica. L'evoluzione della concrezione dipende dalla intensità del flusso d'acqua. Le stalattiti si distinguono dalle tubolari per la loro forma: le tubolari hanno forma cilindrica, mentre le stalattiti sonno coniche. 9
9 La formazione delle stalagmiti Le stalagmiti si accrescono in altezza dal pavimento delle cavità carsiche verso l alto. Quando la velocità di caduta delle gocce dal soffitto è molto elevata, la calcite non si deposita totalmente sul soffitto, ma cristallizza attorno al punto di caduta sul pavimento, formando una stalagmite, che si accresce dal basso verso l alto. La cui forma cilindrica con l'apice ogivale è dovuta al deposito di calcare presso il punto di caduta che avviene con intensità decrescete in modo radiale. Fgura 5 - Stalagmiti e colonne Si forma così una deposizione arrotondata a cupola su cui poi cresce la stalagmite per deposizione di successivi strati emisferici. Vista in sezione una stalagmite presenta anelli concentrici di spessore decrescente. In queste condizioni tutto il soluto si deposita sulla superficie a cupola della stalagmite con spessore uniforme, formandosi così una successione di cupole una sopra l'altra. Le stalagmiti hanno una forma arrotondata, più tozza rispetto alle stalattiti. La forma della stalagmite dipende oltre che dalla velocità di caduta (e quindi dall altezza), dalla quantità d'acqua e dal suo regime. Non essendo limitate dalla gravità arrivano a dimensione 13
10 Il carsismo ipogeo e le Grotte di Castellana enormi, fino a metri di altezza. Quando una stalattite si congiunge a una stalagmite si ha la formazione di una colonna. La formazione delle perle di grotta Queste strutture, dette anche pisoliti, sono corpi di forma sferica o ellittica, più o meno regolare, di dimensione variabile tra alcuni millimetri e qualche centimetro. Le pisoliti sono costituiti da strati successivi di calcite originati attorno ad un microscopico nucleo di materiale estraneo (granellino di sabbia, frammento di roccia o addirittura un osso). Si formano per precipitazione di carbonato di calcio nelle conchette sui pavimenti percorsi da un velo d acqua in rapido movimento, o nelle pozzette in cui l acqua è perennemente rimescolata dallo stillicidio. Figura 6 - Perle d'acqua 14
11 Il carsismo ipogeo e le Grotte di Castellana caverne e corridoi percorribili da speleologi e alcune in fase di allestimento. La genesi delle Grotte di Castellana Le origini delle grotte risalgono al periodo geologico chiamato Cretaceo superiore, quando la Puglia era sommersa da un antico mare nel quale vivevano vaste colonie di molluschi e vegetali marini. Il periodo Cretaceo, la cui durata è stata di 79 milioni di anni, si estende nel tempo geologico tra 145 e 66 milioni di anni fa. Figura 7 - Scala delle ere geologiche Il periodo è il terzo e ultimo dei 3 periodi nei quali è divisa l era Mesozoica. Il nome del periodo Cretaceo deriva dal nome dei depositi di calcare bianco, friabile e terroso, costituito in gran parte da resti di microrganismi e utilizzato per formare la creta. Nel Cretaceo continuò la deriva dei continenti con l allontanamento del Nord America dall'eurasia, la distanza in quel periodo era la metà di oggi, mentre l'antartide si avvicinava al Polo Sud e l'australia si spostava verso Nord. Le lente modificazioni geografiche diedero inizio a sempre più percettibili alternarsi delle stagioni. Durante il Cretaceo, per le alte temperature in quasi tutte le regioni della Terra non esistevano ghiacciai perenni, per cui le 16
12 acque dei mari raggiunsero il massimo livello di tutta la storia del nostro Pianeta. Tra l'inizio del Giurassico medio e la fine del Cretaceo l'area mediterranea e l'italia erano occupati dall'oceano Ligure-Piemontese. Nel Cretaceo buona parte della Puglia era sommersa dal mare, la parte emersa della regione si presentava come un arcipelago. Il clia sulla regione era tropicale, mare piatto e una vegetazione rigogliosissima. Nel mare vivevano vaste colonie di molluschi e vegetali marini. Per milioni di anni queste forme di vita morendo lasciarono i loro gusci svuotati e le loro carcasse sul fondo del mare che accumulandosi formarono un gigantesco deposito di fango e di sabbia, il cui lento ma continuo accrescimento si era con il tempo compresso, fino a formare uno strato di calcare dello spessore di diversi chilometri. L evoluzione geologica della tettonica a zolle di 130 milioni di anni fa, ha cominciato a spingere con estrema e impercettibile lentezza verso la superficie i fondali del calmo mare che ricopriva la Puglia. Questo processo, tutt oggi in atto, ha fatto sì che strati carbonatici, formatisi dall accumulo stratificato di organismi marini morti, emergessero seguendo la direttiva del già emerso Appennino, di cui il Gargano, la Murgia e il Salento altro non sono che la diretta continuazione. Sessantacinque milioni di anni fa, la fine del Cretaceo è stata caratterizzata da cataclismi globali, cambiamenti climatici, con abbassamento delle temperature durato alcuni decenni e il progressivo innalzamento delle terre. Al quel tempo la Puglia ancora unita ai Balcani e alla Turchia, era una terra emersa che assumeva gradualmente il suo aspetto attuale. A seguito di queste condizioni ambientali, numerose sono i resti dei fossili nella roccia delle Grotte di Castellana che testimoniano la loro origine marina. A seguito delle sollecitazioni tettoniche, i banchi di calcare, poiché fragili, furono soggetti a numerose fratturazioni attraverso le quali si infiltravano le acque meteoritiche e superficiali. Nella zona di Castellana l'acqua 17
13 Il carsismo ipogeo e le Grotte di Castellana fluviale delle intense precipitazioni percolando nel sottosuolo aveva formato un'estesa falda acquifera sotterranea. Le acque hanno occupano pian piano tutte le cavità del terreno, riempiendo i microscopici spazi presenti tra i granuli delle rocce e disciogliendo gradualmente il calcare. Il fenomeno di generale infiltrazione e percolazione ha consentito alle acque di falda di scorrere nelle fratture e all'interno di cavità e formare condotti carsici. Nel tempo l azione delle acque profonde ha provocato l allargamento delle fratture e crolli trasformando progressivamente i condotti in ambienti sempre più ampi che unendosi hanno datovita a veri e propri corsi d acqua Figura 8 Resti fossili nella roccia sotterranei scavando gallerie e caverne. L azione dell acqua freatica verso l'alto, ha ridotto gradualmente lo spessore di roccia che separava la cavità dall'esterno, finché lo strato residuo, ormai assottigliato, è crollato creando nella superficie profonde voragini. Il sistema delle grotte Le grotte di Castellana sono un insieme di cavità carsiche sotterranee poco ramificate, originate dal corso di un antico fiume sotterraneo. Il percorso inizia sotto la torre panoramica, alta 28 metri, dove sono due ascensori che in 25 secondi percorrono il tratto dalla superficie al fondo della Grave, grandiosa voragine a campana che nel fondo misura circa 100 metri x 50 e alta 62 metri, 18
14 con un imboccatura di metri 12x14 alla sommità della volta. Il complesso carsico è composto da cavernoni, di dimensioni e forme diverse collegati da passaggi naturali e artificiali. Lateralmente al percorso principale si diramano in più punti grotte minori, cunicoli e caverne in alcune delle quali sono presenti ricchissime decorazioni stalattitiche e stalagmitiche. Il percorso nelle Grotte di Castellana Il percorso prende inizio dalla prima caverna chiamata La Grave, nome che le deriva dalla voragine profonda 62 metri detta grave nel dialetto locale. Da questa voragine si è calato il geologo Franco Anelli scopritore delle grotte. La grotta viene utilizzata, per la sua perfetta acustica naturale, quale sede di spettacoli teatrali e concerti. Nel corso dei millenni le acque meteoriche, penetrando nelle fessure della massa rocciosa insieme dallo scorrere di un fiume sotterraneo hanno provocato l'erosione ed il lento sfaldamento della Figura 9 - La Grave e il gruppo dei Ciclopi crosta rocciosa che costituiva l'arco naturale della volta, facendolo crollare, ecco perché oggi dall'interno si può ammirare l'azzurro del cielo. La grotta ha una base vastissima, sulla 19
15 Il carsismo ipogeo e le Grotte di Castellana caratterizzato da un soffitto del Corridoio è abbondante di concrezioni disposte ad angolo retto con le pareti che scendono al suolo. La volta piena, di concrezioni alabastrine disposte a falda, é ricca di stalattiti di modeste dimensioni. La parete sinistra é segnata dal distacco provocato dalle infiltrazioni di acqua su una estesa falda di roccia. La parete destra che non ha subito scrostamenti si presenta nella sua naturale integrità ricca di concrezioni cristalline e alabastrine. Il corridoio è ricco di guglie e pinnacoli che danno all ambiente le sembianze di Figura 12 - Corridoio dell'angelo una navata di una cattedrale Gotica. Le concrezioni ovunque hanno dato origine a numerose decorazioni in stile Barocco. Il percorso prosegue nella Caverna della Civetta dove si ammarino fastose decorazioni di alabastro, una ha forma di uccello notturno e un'altra di medusa. Alzando gli occhi verso l alto si osservano pendere dal Figura 13 - Concrezione della Civetta 22 soffitto una serie di stalattiti a
16 raggiera che somigliano a trine e bellissimi merletti. Queste concrezioni sono posti nello stesso asse di orientamento lungo il quale si sviluppa tutto il sistema delle grotte. Alla base di alcune concrezioni stalagmitiche si riconosce una civetta che dà il nome alla caverna. Sulla parete sinistra vi sono evidenti segni di antichi crolli, i massi caduti sono al centro della grotta dividendola quasi in due. Il percorso prosegue attraverso uno stretto passaggio tra colonne e stalagmiti sino ad entrare in una piccola caverna, detta Figura 14 - Concrezione della Madonnina Cavernetta del Presepe, all interno della quale si può ammirare una concrezione a forma di Madonnina che prega. All estremità della caverna si percorre il Corridoio del Serpente nel quale ci si imbatte in un serpente calcareo che spunta da una cavità della parete. Oltre passando il bivio del Piccolo Paradiso si viene alla Caverna dell Altare dove campeggiano alte e sottilissime concrezioni stalattitiche e stalagmitiche simili a trasparenti ceri disposti attorno ad un altare. Questo è il punto di ricongiunzione dei due antichi corsi d'acqua del fiume sotterraneo. Andando con lo sguardo dall alto verso il basso di osservano i passaggi scavati dalle acque, la più antica è quella scavata più in alto, quella più recente sul fondo della caverna. Successivamente, si percorre il Corridoio Nuovo, un piccolo passaggio ricco di concrezioni, che conduce alla Caverna del 23
17 che assomigliano ad un ricco Baldacchino. Il percorso continua attraversando la profondità dell Inferno, si tratta di un pozzo dalla vertiginosa profondità 15 metri che viene superato grazie ad un ponte sospeso, oltre superata il quale si entra nella caverna della Colonna Rovesciata. La caverna è anche detta della Colonna rovesciata, nella quale domina un enorme monolito stalagmitico caduto e inclinato la cui sommità giace sul pavimento al centro della caverna che testimonia un remoto assestamento roccioso. Nella caverna sono possibili ammirare numerose stalattiti eccentriche e una concrezione che ricorda un altro monumento nazionale la Torre di Pisa. Dietro la concrezione si trova una breve diramazione laterale delle grotte, ricca di laghetti di cristalli e una grande varietà di stalattiti a e cortine. L'incantevole Laghetto dei Cristalli, un bacino di acque di stillicidio limpidissime caduta dalle stalattiti, che permane sul fondo impermeabile del piccolo bacino, sulle pareti si possono ammirare grandi cristalli scalenoedrici di calcite, cioè cristalli di forma semplice costituita da otto facce triangolari scalene in cui cristallizza tipicamente la calcite. Nelle acque del laghetto si riflettono le numerose stalattiti eccentriche. Figura 16 - Laghetto dei Cristalli 25
18 Il colore bianco domina in tutte le sue sfumature, dall avorio a cereo, al niveo. Ma, la vera protagonista di uno spettacolo davvero unico al mondo è la splendida colonna centrale, unica al mondo nel suo splendore. Lo scenario fantastico della Grotta Bianca è di incredibile bellezza e splendore per il quale la Grotta Bianca è definita «la più bella e splendente grotta del mondo». Consigli ai visitatori La visita alle Grotte di Castellana si snoda su due diversi itinerari, pensati in base alle diverse esigenze e capacità dei visitatori, sono previste soste, è consigliato portare una bottiglietta d'acqua. Alla base della panoramica torre, alta 28 metri, sono sistemati gli ascensori per la discesa al fondo della voragine. Si può scendere alla prima voragine, la Grave, anche per una comoda scalinata di 110 gradini, ricavata da una galleria artificiale. All'interno delle grotte è possibile organizzare tour anche in lingua straniera. L itinerario completo lungo 3 chilometri, durata 120 minuti circa; l itinerario parziale, lungo 1 chilometro, dura 50 minuti circa più indicato anche per i bambini. Non è possibile scendere con passeggini ed attrezzature varie, ma per i bimbi fino a 10kg vengono forniti dei marsupi ai genitori direttamente all acquisto dei biglietti. Il percorso è agevolmente percorribile e con la presenza esperta di guide multilingue. Le grotte sono illuminate con grande sapienza. La temperatura degli ambienti sottorranei scende tra i 14 e i 18, il tasso di umidità è superiore al 90% è consigliabile una giacca a vento, non solo per la temperatura ma anche e sopratutto per l umidità. Stesso consiglio vale per le scarpe che devono essere da ginnastica o con suola piatta di gomma. Alcuni passaggi sono davvero stretti e scivolosi anche se tutto è adeguatamente illuminato e messo in sicurezza. Le grotte, infatti continuano a 27
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