Restauro delle facciate interne ed esterne, finalizzato alla fruizione in sicurezza e alla valorizzazione del complesso vanvitelliano

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1 Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Campania SOPRINTENDENZA PER I BENI ARCHITETTONICI E PAESAGGISTICI, STORICI, ARTISTICI ED ETNOANTROPOLOGICI PER LE PROVINCE DI CASERTA E BENEVENTO Restauro delle facciate interne ed esterne, finalizzato alla fruizione in sicurezza e alla valorizzazione del complesso vanvitelliano PRIMO LOTTO FUNZIONALE

2 La Reggia di Caserta, riconosciuta nel 1997 Patrimonio dell umanità dall UNESCO, rappresenta secondo una classifica stilata dal Touring Club l ottavo museo italiano e uno dei trenta siti più visitati in Italia. Maestoso ed elegante, il Palazzo Reale di Caserta unisce ai prodigi scenografici di una tipica Reggia settecentesca un impianto severo caratterizzato da una pianta rettangolare (m 247 x 190) con l'area interna divisa in quattro cortili per mezzo di due corpi di fabbrica intersecantisi ad angolo retto. Le facciate, realizzate in pietra di Bellona, marmo di Carrara e laterizi, si sviluppano su di uno schema composto da un basamento bugnato e da un maestoso ordine composito cui fa da chiusura, in alto, un attico scandito da piccole finestre e ombreggiato da un cornicione sormontato da una balaustrata. Le facciate coprono una superficie complessiva di circa mq di cui : mq riguardano le superfici esterne e mq quelle interne dei quattro cortili. Tra la fine di settembre e l inizio di ottobre 2012 due crolli, avvenuti uno a distanza di dieci giorni dall altro, hanno acceso i riflettori sullo stato di degrado della decorazione architettonica delle facciate. Un primo distacco del 24 settembre ha riguardato l elemento terminale del timpano triangolare in pietra di una finestra della facciata ovest, lato in uso all Aeronautica Militare. Alle ore del 5 ottobre scorso un mensolone in pietra del cornicione della facciata sud si è staccato rovinando a terra su piazza Carlo III gremita di visitatori. Dopo gli opportuni accertamenti dei Vigili del Fuoco, tutte le facciate esterne ad eccezione di quella lato parco e quelle interne dei cortili sono state completamente transennate per evitare problemi alla pubblica incolumità I sopralluoghi dei Vigili del Fuoco e dei tecnici hanno evidenziato l esistenza di diverse situazioni di pericolosità tuttora esistenti. D altra parte fenomeni analoghi di distacco, pur se di minore entità, avevano indotto, già nel 2010, la Soprintendenza di Caserta a commissionare al Centro Regionale di competenza per i Beni Culturali della Seconda Università degli Studi di Napoli, indagini non invasive a campione sulle facciate per indagare le cause del degrado. 1

3 Su porzioni della Facciata Nord e del paramento nord del cortile sud-ovest sono state effettuate indagini GEORADAR o G.P.R., prove pacometriche, termografia infrarossi, endoscopia, analisi petrografiche. Gli studi a campione condotti hanno consentito di analizzare in dettaglio la tipologia del rivestimento, il suo stato di conservazione, la presenza di eventuali anomalie e di elementi metallici. Le scansioni georadar hanno rilevato diverse anomalie a diverse profondità e importanti criticità quali: la mancanza di una specifica regola di disposizione degli elementi in ferro di sostegno del materiale lapideo, alcuni dei quali probabilmente inseriti in occasione di interventi di restauro; l ossidazione delle grappe metalliche Le indagini termografiche condotte con termocamera ad infrarossi hanno rilevato: in primo luogo i diversi materiali impiegati per gli interventi di manutenzione e restauro nei diversi secoli; la presenza di diversi elementi metallici impiegati nei ricorsi dei giunti verticali e orizzontali per pareggiare i dislivelli tra i blocchi uno stato di degrado molto accentuato in corrispondenza dei blocchi e tra di essi, evidenziato dai diversi colori delle immagini termografiche. L analisi minero-petrografica ha ulteriormente evidenziato criticità particolarmente importanti, riassunte di seguito: la presenza diffusa di microfratture della pietra calcarea consente la penetrazione delle acque battenti con conseguente cristallizzazione di sali e determina la perdita di coesione del materiale anche a causa del susseguirsi di fenomeni di dilatazione e contrazione nei periodi di insolazione e di abbassamento delle temperature; la perdita di legante da parte delle malte causa la sconnessione del piano di appoggio dei blocchi; 2

4 la presenza di croste nere sulla superficie, costituite prevalentemente da gesso, può favorire l aumento della microfessurazione della parte più esterna della pietra con conseguente aumento della permeabilità e della possibilità di infiltrazioni. In conclusione, gli esiti delle indagini e l osservazione diretta hanno permesso di evidenziare l esistenza di criticità che potrebbero essere causa, anche imminente, di nuovi distacchi con gravi rischi per la pubblica incolumità e per la conservazione del monumento. Tra queste le più pericolose riguardano: l ossidazione degli elementi metallici di sostegno degli elementi lapidei, che provoca scagliamento e/o espulsione del materiale calcareo; la mancata manutenzione degli impianti di regimazione e smaltimento delle acque piovane che causa dilavamento lungo le superfici lapidee, con infiltrazione delle acque meteoriche; la perdita di legante da parte delle malte e dei conglomerati di allettamento degli elementi lapidei del cornicione, che provoca instabilità del paramento e la mancanza diffusa delle stuccature dei giunti tra gli elementi lapidei; la presenza di lesioni dei blocchi che costituiscono gli stipiti delle finestre e le sovrastanti piattabande; l attacco biologico delle superfici da parte di muschi, licheni e microrganismi; la vegetazione infestante, presente sul coronamento superiore e sulle parti più aggettanti, che con il suo apparato radicale sono causa di fratture. La consulenza dei funzionari dell Istituto Centrale per la Conservazione e il Restauro ha permesso di individuare le operazioni preliminari alla redazione del progetto di intervento conservativo sulle facciate interne ed esterne dell edificio. I sopralluoghi effettuati dalle sopracitate restauratrici hanno evidenziato che: lo stato di conservazione delle facciate presenta differenze legate soprattutto all esposizione; la presenza di croste nere, alghe, licheni e piante infestanti, è visibile, soprattutto, nelle ristrette zone non sottoposte a dilavamento; il degrado degli elementi lapidei, si riscontra in particolare in corrispondenza delle parti aggettanti e dei frammenti giuntati, ancorati alla muratura con staffe in ferro molto ossidate che hanno provocato fratturazioni e caduta di materiale; 3

5 i danni sono causati da infiltrazioni di acqua piovana, soprattutto nelle parti superiori, dove le cattive condizioni della copertura in tegole e la mancanza di sigillatura nei giunti tra i diversi elementi hanno provocato anche estese macchie di umidità e caduta di considerevoli porzioni di intonaco; i danni riscontrati a carico della cortina laterizia sono apparentemente pochi, e riguardano scagliature superficiali in zone circoscritte. Sulla base degli esiti delle indagini e dei sopralluoghi condotti, sono stati individuati per la mappatura del degrado, anche in funzione del ponteggio mobile esistente, due settori campioni sul fronte ovest, in uso all Aeronautica Militare, rappresentativi dei diversi materiali costitutivi e delle relative forme di alterazione: il settore 1 dell ampiezza di ml 6.20, in cui prevale la cortina laterizia e il settore 2, che con una larghezza di ml 9.30, consente l analisi del degrado del materiale lapideo in corrispondenza dell avancorpo centrale. Nei due settori individuati è stato eseguito un esame dei materiali costitutivi e delle relative forme di alterazione. Ogni dato è stato riportato su un rilievo informatizzato in formato Autocad nel quale sono state registrate minuziosamente le tipologie del degrado, distinte sia per materiali (mediante diversi colori) che per strato di ubicazione (ogni livello stratigrafico è rappresentato da un diverso layer del file grafico). La base-dati così articolata viene utilizzata per la quantificazione elettronica delle aree di incidenza di ogni fenomeno, partendo da un calcolo eseguito per ognuno dei livelli stratigrafici ed approdando ad una stima di ogni tipologia di degrado, atta ad essere correlata alle operazioni di restauro, sintetizzate sulle tavole di intervento. I sopralluoghi condotti dai consulenti dell I.S.C.R. hanno consentito di individuare tre diversi stati di conservazione dei materiali in funzione dei quali sono state individuate differenti tipologie di intervento. Per i fronti sui quali sono state riscontrate cattive condizioni di conservazione e allarmanti criticità sono state previste le sottoelencate operazioni di restauro conservativo: per il paramento lapideo: disinfezione da colonie di microrganismi mediante applicazione di biocida (tipo Biotin N o settimana rimozione di depositi superficiali coerenti, concrezioni, incrostazioni e macchie solubili mediante accurato lavaggio delle superfici con acqua e tensioattivo (Tween 20), spazzolini e spazzole di saggina, irroratori, spugne 4

6 rimozione di crosta nera e depositi superficiali coerenti, concrezioni, incrostazioni, mediante compresse imbevute di soluzione di ammonio carbonato e rimozione dei residui con strumenti meccanici di precisione rimozione di depositi coerenti di notevole spessore, quali strati carbonatati, croste nere su superfici in materiale resistente ed in buono stato di conservazione mediante micro sabbiatrice di precisione a bassa pressione (massimo 2 atm.) con ugello 0,2-0,3 ristabilimento della coesione nei casi di disgregazione mediante impregnazione con silicato di etile eseguita a pennello fino a rifiuto Rimozione meccanica di tutti gli elementi metallici non originali quali perni, grappe, staffe, cerchiature, chiodi etc. che per condizioni e ossidazione risultino non idonei asportabili senza compromettere le condizioni del materiale circostante Trattamento per l arresto dell ossidazione o per la protezione di elementi metallici quali perni, grappe, staffe, cerchiature che per condizione oppure per locazione non necessitino oppure non permettano la rimozione o la sostituzione, da effettuarsi con convertitore di ruggine (ferro) o inibitore di corrosione (leghe di rame) a pennello e verniciatura con vernice al teflon antiruggine effetto metallo nudo Rimozione o assorbimento di ossidi metallici mediante applicazione di sostanze complessanti a tampone, pennello o impacco; rimozione meccanica di stuccature eseguite durante interventi precedenti con materiali non idonei stuccature e stilature dei giunti eseguite con malta a base di calce idraulica a basso contenuto salino (tipo St.Astier) e inerte polvere di pietra nella proporzione di 1:2 protezione finale eseguita con polisilossano o altro adeguato idrorepellente applicato a pennello su tutta la superficie trattamento finale mediante applicazioni di biocida a lento rilascio per la cortina laterizia: disinfezione da colonie di microrganismi mediante applicazione di biocida (tipo Biotin N o settimana rimozione di depositi superficiali coerenti, concrezioni, incrostazioni e macchie solubili mediante accurato lavaggio delle superfici con acqua e tensioattivo (Tween 20), spazzolini e spazzole di saggina, irroratori, spugne rimozione di crosta nera e depositi superficiali coerenti, concrezioni, incrostazioni, mediante compresse imbevute di soluzione di ammonio carbonato e rimozione dei residui con strumenti meccanici di precisione Rimozione meccanica di stuccature eseguite durante interventi precedenti con materiali non idonei 5

7 Ristabilimento strutturale dell adesione da eseguirsi nelle zone con fenomeno di scagliatura mediante infiltrazione di malta idraulica fluida (tipo PLM, Ledan TB1), con eventuale creazione di piccoli ponti in resina epossidica fino a saturazione del distacco Microstuccatura con malta a base di calce idraulica a basso contenuto salino (tipo St.Astier) e inerte polvere di laterizio nella proporzione di 1:2 per impedire o rallentare l accesso dell acqua piovana e/o dell umidità atmosferica all interno del materiale degradato Revisione cromatica per eliminare gli squilibri eccessivi del tono generale del paramento murario e delle integrazioni, da eseguirsi mediante velatura con acqua di calce pigmentata Protezione finale dei paramenti murari per rallentarne il degrado, eseguita con polisilossano o altro adeguato idrorepellente applicato a pennello su tutta la superficie trattamento finale mediante applicazioni di biocida a lento rilascio per le parti intonacate: disinfezione da colonie di microrganismi mediante applicazione di biocida (tipo Biotin N o settimana rimozione di depositi superficiali coerenti, concrezioni, incrostazioni e macchie solubili mediante accurato lavaggio delle superfici con acqua e tensioattivo (Tween 20), spazzolini e spazzole di saggina, irroratori, spugne rimozione di piccoli tratti degradati di paramento antico, di cui non sia possibile il consolidamento, da eseguire manualmente in modo graduale consolidamento mediante iniezioni di malta idraulica fluida premiscelata a basso contenuto salino (tipo PLM, Ledan TB1)attraverso discontinuità dalla superficie o microfori eseguiti allo scopo ricostruzione delle parti mancanti con materiali e tecniche conformi a quelle originarie e adeguato ammorsamento al nucleo retrostante stuccature di fratturazioni e microfratturazioni eseguite con malta a base di calce idraulica a basso contenuto salino (tipo St.Astier) e inerte polvere di pietra nella proporzione di 1:2 Tinteggiatura delle superfici a intonaco con tinte minerali di coloritura simile all originale trattamento finale mediante applicazioni di biocida a lento rilascio Per il paramento in condizioni medie sono state previste le stesse operazioni ma con una riduzione delle ore impiegate per la rimozione di depositi superficiali coerenti, concrezioni e incrostazioni. In particolare i trattamenti previsti sono: 6

8 per il paramento lapideo: Disinfezione da colonie di microrganismi mediante applicazione di biocida (tipo Biotin N o settimana; Rimozione di depositi superficiali coerenti, concrezioni, incrostazioni e macchie solubili mediante accurato lavaggio delle superfici con acqua e tensioattivo tipo (Tween 20), spazzolini e spazzole di saggina, irroratori, spugne; Rimozione meccanica di tutti gli elementi metallici non originali quali perni, grappe, staffe, cerchiature, chiodi etc. che per condizioni e ossidazione risultino non idonei asportabili senza compromettere le condizioni del materiale circostante; Trattamento per l arresto dell ossidazione o per la protezione di elementi metallici quali perni, grappe, staffe, cerchiature che per condizione oppure per locazione non necessitino oppure non permettano la rimozione o la sostituzione, da effettuarsi con convertitore di ruggine (ferro) o inibitore di corrosione (leghe di rame) a pennello e verniciatura con vernice al teflon antiruggine effetto metallo nudo; Rimozione o assorbimento di ossidi metallici mediante applicazione di sostanze complessanti a tampone, pennello o impacco; Rimozione meccanica di stuccature eseguite durante interventi precedenti con materiali non idonei; Reintegrazioni di piccole lacune eseguite con malta a base di calce idraulica a basso contenuto salino (tipo St.Astier) e inerte polvere di pietra nella proporzione di 1:2; Stuccature e stilature dei giunti eseguite con malta a base di calce idraulica a basso contenuto salino (tipo St.Astier) e inerte polvere di pietra nella proporzione di 1:2; Protezione finale eseguita con polisilossano o altro adeguato idrorepellente applicato a pennello su tutta la superficie; Trattamento finale mediante applicazioni di biocida a lento rilascio. per la cortina laterizia: Disinfezione da colonie di microrganismi mediante applicazione di biocida (tipo Biotin N o settimana; Rimozione di depositi superficiali coerenti, concrezioni, incrostazioni e macchie solubili mediante accurato lavaggio delle superfici con acqua e tensioattivo tipo (Tween 20), spazzolini e spazzole di saggina, irroratori, spugne; Stuccature di fratturazioni e microfratturazioni eseguite con malta a base di calce idraulica a basso contenuto salino (tipo St.Astier) e inerte polvere di cocciopesto nella proporzione di 1:2; 7

9 Revisione cromatica per eliminare gli squilibri eccessivi del tono generale del paramento murario e delle integrazioni, da eseguirsi mediante velatura con acqua di calce pigmentata; Trattamento finale mediante applicazioni di biocida a lento rilascio. per le parti intonacate: Disinfezione da colonie di microrganismi mediante applicazione di biocida (tipo Biotin N o settimana; Rimozione di depositi superficiali coerenti, concrezioni, incrostazioni e macchie solubili mediante accurato lavaggio delle superfici con acqua e tensioattivo tipo (Tween 20), spazzolini e spazzole di saggina, irroratori, spugne; Stuccature di fratturazioni e microfratturazioni eseguite con malta a base di calce idraulica a basso contenuto salino (tipo St.Astier) e inerte polvere di pietra nella proporzione di 1:2; Tinteggiatura delle superfici a intonaco con tinte a latte di calce e pigmenti di terre naturali; Trattamento finale mediante applicazioni di biocida a lento rilascio. Per le superfici dove non è stata riscontrata la presenza di tali alterazioni (condizioni conservative discrete ) sono stati esclusi trattamenti a bisturi e con impacchi. In particolare, sono state previste le sottoelencate operazioni di restauro conservativo: per il paramento lapideo: Disinfezione da colonie di microrganismi mediante applicazione di biocida (tipo Biotin N o settimana; Rimozione di depositi superficiali coerenti, concrezioni, incrostazioni e macchie solubili mediante accurato lavaggio delle superfici con acqua e tensioattivo tipo (Tween 20), spazzolini e spazzole di saggina, irroratori, spugne; Rimozione meccanica di stuccature eseguite durante interventi precedenti con materiali non idonei; Reintegrazioni di piccole lacune eseguite con malta a base di calce idraulica a basso contenuto salino (tipo St.Astier) e inerte polvere di pietra nella proporzione di 1:2; Stuccature e stilature dei giunti eseguite con malta a base di calce idraulica a basso contenuto salino (tipo St.Astier) e inerte polvere di pietra nella proporzione di 1:2; Protezione finale eseguita con polisilossano o altro adeguato idrorepellente applicato a pennello su tutta la superficie; Trattamento finale mediante applicazioni di biocida a lento rilascio. 8

10 per la cortina laterizia: Disinfezione da colonie di microrganismi mediante applicazione di biocida (tipo Biotin N o settimana; Rimozione di depositi superficiali coerenti, concrezioni, incrostazioni e macchie solubili mediante accurato lavaggio delle superfici con acqua e tensioattivo tipo (Tween 20), spazzolini e spazzole di saggina, irroratori, spugne; Stuccature di fratturazioni e microfratturazioni eseguite con malta a base di calce idraulica a basso contenuto salino (tipo St.Astier) e inerte polvere di cocciopesto nella proporzione di 1:2; Revisione cromatica per eliminare gli squilibri eccessivi del tono generale del paramento murario e delle integrazioni, da eseguirsi mediante velatura con acqua di calce pigmentata; Trattamento finale mediante applicazioni di biocida a lento rilascio. Al fine di eliminare le cause del degrado e dei recenti dissesti sono state incluse nel progetto di restauro conservativo opere di risanamento dell intero sistema di allontanamento delle acque meteoriche. Nel progetto sono stati ancora previsti trattamenti di restauro o di rifacimento degli infissi caratterizzati da marcescenza diffusa, che possono costituire un ulteriore fonte di pericolo per la pubblica incolumità, nonché la bonifica delle facciate dai cavi elettrici presenti sugli aggetti dei cornicioni attraverso la rimozione sia di quelli dismessi che di quelli ancora funzionati. Per le linee ancora funzionanti, saranno preliminarmente ripristinati i collegamenti mediante la posa in opera di cavi lungo i cavidotti in PVC già esistenti nei quattro cortili. Nella perizia di spesa allegata al presente progetto sono incluse le analisi fisico-chimiche previste, ad estensione di quelle effettuate a campione dal Centro Regionale di competenza per i Beni Culturali della Seconda Università degli Studi di Napoli sulla Facciata Nord e sul paramento nord del cortile sud-ovest, per indirizzare in maniera puntuale gli interventi di consolidamento in funzione delle anomalie e degli elementi metallici riscontrati in fase diagnostica. 9

11 Sulla base del progetto generale Restauro delle facciate interne ed esterne, finalizzato alla fruizione in sicurezza e alla valorizzazione del complesso vanvitelliano è stato redatto il progetto del Primo Lotto Funzionale per l importo complessivo di ,00 nel quale sono stati inseriti gli interventi prioritari relativi al fronte ovest, lato in uso all Aeronautica Militare, sul quale il 24 settembre 2012 si è verificato il distacco di un elemento lapideo della decorazione architettonica e sul quale in fase di indagine preliminare sono state riscontrate cattive condizioni di conservazione dei materiali costitutivi e allarmanti criticità; fronte sud, comprensivo dell avancorpo della cortina est, che rappresenta il fronte principale prospiciente piazza Carlo III interessato il 5 ottobre 2012 dal distacco di un mensolone in pietra del cornicione, il cui trattamento risulta indispensabile per l eliminazione delle transenne, posizionate in fase di emergenza per assicurare la pubblica incolumità, che deturpano l immagine stessa del monumento; le cortine sud ed est del IV cortile, il cui restauro è essenziale per la messa in sicurezza del percorso di accesso dei turisti al complesso. 10

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