CARTOGRAFIA D EMERGENZA NELL ALLUVIONE PORDENONESE

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1 CARTOGRAFIA D EMERGENZA NELL ALLUVIONE PORDENONESE Fabio DI BERNARDO, Claudio GARLATTI, Giancarlo MASSARI, Michele POTLECA, Aldo PRIMIERO Protezione Civile della Regione - Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia Via Natisone 43, Palmanova, Italia Riassunto Nel mese di novembre 2002, il territorio della regione Friuli Venezia Giulia è stato ripetutamente interessato da precipitazioni meteoriche di particolare intensità e persistenza, abbattutesi con effetti rovinosi, colpendo soprattutto i territori della provincia di Pordenone. La successione delle quattro ondate di maltempo ha provocato estesi allagamenti, gravissimi dissesti d alveo, frane, colate detritiche e notevoli danni alle infrastrutture pubbliche ed ai beni mobili ed immobili di privati ed imprese. Al fine di evidenziare in maniera dettagliata le zone della pianura pordenonese interessate dall evento calamitoso e per permettere un successivo adeguato studio pianificatorio degli interventi da attuare sul territorio, la Protezione Civile della Regione ha elaborato in tempi brevissimi una Carta delle aree esondate (in scala 1: su base cartografica 1:5.000) sulla base delle riprese aeree digitali eseguite durante un sorvolo in elicottero effettuato da tecnici del Servizio stesso. Tale carta evidenzia con diversa campitura sia le aree allagate nelle 12 ore precedenti, già riemerse al momento delle riprese ma distintamente riconoscibili, sia le aree ancora allagate al momento del sorvolo. Nella stessa sono inoltre riportati altri elementi di particolare interesse quali la presenza di fontanazzi, tracimazioni con rotte arginali, lesioni del corpo arginale, chiaviche mal funzionanti, filtrazione diffusa, scoscendimenti spondali nonché franchi arginali. Tali elementi risultano da segnalazioni e successive verifiche a terra eseguite non solo al fine di intervenire in maniera corretta per un ripristino del territorio ma anche per creare una cartografia di dettaglio dell evento alluvionale che sia base di analisi e memoria storica dello stesso. Introduzione La Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, tramite la Protezione Civile della Regione, persegue attività di studio e monitoraggio del territorio al fine di prevenire condizioni di pericolosità. Condizioni di pericolosità che proprio a seguito di fenomeni alluvionali si rendono purtroppo tangibili al tecnico chiamato ad identificarle ed a valutarne i limiti spazio - temporali. Di fondamentale importanza, in quest ottica, sono le attività di rilevamento e aggiornamento dei sistemi informativi regionali che, da un lato, permettono in tempi rapidi di quantificare oggettivamente gli effetti ed i processi del fenomeno in termini di gestione dell emergenza, dall altro permettono una successiva elaborazione dei dati raccolti al fine di ottenere non più singole istantanee dei fenomeni calamitosi ma la comprensione dei processi evolutivi del territorio per meglio pianificare le attività di prevenzione e previsione. L evento alluvionale Le forti piogge che hanno interessato il bacino idrogeologico dei torrenti Cellina e Meduna nelle giornate del 24, 25 e 26 novembre hanno determinato un generale innalzamento dei livelli idrici dei

2 corsi d acqua con disastrosi effetti in particolar modo fra la città di Pordenone e la confluenza Meduna Livenza. L evento più grave è rappresentato senza dubbio dall avvenuta tracimazione e rottura dell argine sinistro del Fiume Noncello a Pordenone. Il fenomeno, avvenuto a seguito del sormonto delle opere arginali, intorno alle 21:30 del giorno 26, ha determinato l allagamento di un quartiere cittadino con altezza delle acque esondate superiore ai 4 metri di altezza nei punti maggiormente depressi. La rottura degli argini è stata invece provvidenzialmente evitata in riva destra del Meduna- Sentirone, in prossimità della loro confluenza, dove per circa 12 ore, dalle 20:00 del giorno 26 alle 8:00 del mattino seguente, il livello di piena si è mantenuto in fase di stanca sopra la quota della sommità arginale (17,30 17,50 m slmm), contenuto solo dai sacchetti di sabbia posizionati dalle squadre di protezione civile. Le ampie golene esistenti e le condizioni idrauliche favorevoli del Livenza, che per tutta la notte tra il 26 e il 27 ha ricevuto ottimamente le portate del Meduna, hanno consentito di controllare con relativa sicurezza il passaggio della piena nella parte terminale del Meduna. Non sono mancati fenomeni d infiltrazione quali fontanazzi ed allagamenti dovuti alla scarsa tenuta di alcune chiaviche. Interventi immediati sono stati necessari per realizzare coronelle di contrasto nei punti di maggiore filtrazione individuati con Figura 1 Inquadramento dell area l apposita simbologia nella planimetria a scala 1: Superata la fase d emergenza ed i timori colpita per la tenuta dei corpi arginali, nella successiva fase di esaurimento della piena altri dissesti hanno interessato le sponde dell alveo principale, indicati in cartografia come scoscendimenti spondali, elementi che possono rappresentare fonte di pericolo qualora prossimi agli argini o ad altri manufatti. La produzione cartografica Fra le principali necessità nel post-alluvione vi è l individuazione speditiva delle aree interessate dalle esondazioni, necessaria sia per una corretta valutazione del grado d eccezionalità del fenomeno, sia per poter fare una prima approssimata stima dell estensione del territorio colpito e quindi dei relativi danni. A tal scopo la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia ha provveduto ad un analisi dell evento con una metodologia volta al rilevamento mediante fotointerpretazione, lavoro in campagna e raccolta di dati documentari. Nel corso del rilevamento, condotto alla scala 1:5000 su basi della Carta Tecnica Regionale Numerica (CTRN), si è data particolare importanza all acquisizione degli elementi utili alla dinamica dell evento ed alla funzionalità dei sistemi arginali, ponendo attenzione su: effetti verificatosi entro e fuori i canali di deflusso condizionamento operato dalle morfologie fluviali e antropiche individuazione e stato di funzionamento delle opere idriche individuazione dei danni

3 rilevazione delle altezze raggiunte dall acqua su terreni posti al di fuori del canale di deflusso A 12 ore dalla fase di massima piena (dalle 13 alle 14 del 27 novembre) è stato effettuato un sorvolo mediante elicottero dai tecnici della Protezione Civile della Regione sul territorio colpito. Con macchine fotografiche digitali è stato possibile collezionare, in meno di un ora, oltre 300 fotogrammi Truecolor ad una risoluzione 1600 x 1200 pixel, andando a coprire interamente la zona interessata dall alluvione. Vista l impossibilità con questo tipo di strumentazione di ottenere ortofoto, si sono privilegiate le inquadrature con almeno un elemento riconoscibile sulla CTRN in tal modo è stato possibile georeferenziare manualmente i limiti dell esondazione, ben evidenziati dalle immagini a colori. Figura 2 - Stralcio della Carta zona Cecchini Villanova Oltre a definire il perimetro delle acque ne l istante 27 novembre ore 13, è stato possibile riconoscere il massimo avanzamento dalla piena nelle ore precedenti dalle differenti tonalità cromatiche dei terreni. Nei giorni successivi sono iniziate le attività di studio e di rilevamento sui processi e sugli effetti esplicatisi sull intera area colpita. Un attenzione particolare è stata dedicata a successive verifiche sia con l ausilio dell elicottero con sorvolo a bassa quota sia con il rilevamento sul terreno di fontanazzi, lesioni del corpo arginale, chiaviche mal funzionanti, filtrazione diffusa, scoscendimenti spondali e franchi arginali, direttamente inseriti nel sistema informativo tramite palmare con modulo GPS. Preziosi, inoltre, sono stati i fotogrammi in bianco e nero prodotti con volo 28 novembre 2003 dalla Compagnia Generale di Riprese Aeree di Parma alla scala 1:8.000, messi a disposizione dall Autorità di Bacino dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Livenza, Piave, Brenta - Bacchiglione, per lettura e l analisi delle caratteristiche morfologiche del corso d acqua.

4 L analisi del territorio L osservazione dell evento mediante sorvolo ha permesso una ben dettagliata ricostruzione delle aree coinvolte, nell ambito di un territorio vasto e caratterizzato da minime differenze di quota, ma con zone particolarmente critiche sia a causa dell antropizzazione sia per caratteristiche naturali. Le zone in destra idrografica del Meduna, a valle della S.S. 13, sono risultate allagate in maniera particolarmente estesa; infatti blandi ed incerti terrazzi alluvionali costituiscono le uniche difese idrauliche del territorio antropizzato. D altro canto, sulla sinistra idrografica la linea di demarcazione delle aree esondate è ben evidenziata dalla presenza del corpo arginale che si sviluppa a partire da circa 1,5 km a monte dall autostrada fino alla confluenza nel Fiume Livenza, per un estensione complessiva di circa 20 km. Al momento delle riprese le aree occupate dalle acque del Meduna in corrispondenza del ponte autostradale, già calate di circa un metro e mezzo rispetto ai massimi della notte, hanno mantenuto un ampiezza d alveo di circa 700 m occupando interamente la fascia di pertinenza dei meandri naturali che caratterizzano il corso del fiume. Le condizioni prossimonaturali appaiono Figura 3 - Area allagata nei pressi di Pordenone notevolmente manomesse nelle tratte a valle ove si sono evidenziati forti restringimenti delle sezioni di pertinenza idraulica causati da riporti artificiali di terreno all interno delle aree golenali con ripercussioni idrauliche negative sul deflusso delle acque. Bisogna, infatti, tenere conto che mentre in regime di magra e morbida le portate del fiume rimangono confinate nel canale meandriforme (in virtù dell incisione di questo nel piano golenale), durante le piene risultano di notevole importanza i flussi lungo le depressioni naturali esistenti nelle aree golenali ed in particolare lungo i cosiddetti canali di taglio (che uniscono due meandri contigui anticipando il fenomeno del salto di meandro), i quali consentono al corso d acqua di accrescere l efficienza idraulica al sopraggiungere delle portate di piena. La naturale attivazione dei canali di taglio comporta, infatti, una riduzione della sinuosità, un aumento della pendenza ed un assetto medio della corrente in direzione parallela ai corpi arginali. Le foto aeree scattate per conto dell Autorità di bacino, successive di 24 ore rispetto alle riprese scattate dalla Protezione Civile della Regione, hanno messo in luce come le acque, ormai ritiratesi all interno dell alveo unicursale, occupassero ancora le depressioni utilizzate durante il passaggio della piena, evidenziandone la presenza. Generalmente l alterazione delle naturali condizioni degli alvei fluviali è la principale causa della diminuzione di autoregolazione delle portate, tutto ciò avviene a seguito di variazioni morfologiche quali innalzamenti dei piani golenali con riporti di terreno o formazione di rilevati trasversali non dotati di adeguati manufatti per il passaggio per le acque. L esame ed il confronto delle aree esondate nelle riprese aeree dei giorni 27 e 28 hanno messo in luce le alterazioni morfologiche ed i riporti di terreno realizzati nelle aree golenali in destra

5 idrografica che costringono le acque a concentrarsi nello stretto passaggio presso il ponte di Corva a ridosso dell argine sinistro in una larghezza inferiore a 50 m. Anche in questo caso le alterazioni apportate alla continuità della fascia di pertinenza idraulica hanno avuto gravi ripercussioni specie sulla riva destra fortemente urbanizzata con estesi allagamenti che hanno interessato aree abitate e zone industriali e le depressioni costituite dai rii di drenaggio come il Rio Becus e il Rio Boal. Il rincollo della corrente ha determinato ampi allagamenti nella zona a monte raggiungendo ed oltrepassando la strada provinciale per una larghezza complessiva di otre 1200 m. I livelli di rigurgito hanno consentito alle acque di raggiungere ed occupare depressioni naturali, incanalandole verso la valle del Noncello. Di particolare importanza è risultata quella che conduce le acque del Meduna al Noncello lungo il Rugo di Valle, comportando l interruzione del traffico sulla strada provinciale e gravi allagamenti nel centro abitato di Vallenoncello. Va sottolineata la particolare pericolosità del fenomeno stante il dislivello tra i peli liberi dei due corsi d acqua e la relativa brevità del percorso. Figura 4 Confluenza Meduna, Noncello e Sentirone L ultimo forte restringimento è posto a valle della zona di confluenza Meduna-Noncello-Sentirone: corpi arginali, presenti su entrambe le sponde, si stringono ad imbuto ove la fascia fluviale si riduce a 140 m di larghezza. A monte di questa strettoia il rigurgito delle acque ha dato luogo al completo allagamento delle valli del Noncello e del Sentirone con la formazione, dalla mattina del 26 a quella del 28, di un unico piano d acqua esteso per 8 km lungo il Noncello, da Prata di Sopra a Pordenone e per 3 chilometri lungo il Rio Sentirone, da Prata di Sopra a Tamai, in comune di Brugnera. Le foto aeree a colori mostrano in tutta evidenza la consistenza degli apporti di risorgiva delle acque occupanti, come in un grande lago, le valli del Noncello e del Sentirone, nettamente distinguibili per colorazione da quelle torrentizie del Meduna. Interessante risulta il confronto con analoghe immagini aeree a colori scattate durante la piena del 7 giugno che evidenziano al contrario la

6 prevalenza di acque limacciose provenienti dal Meduna all interno delle valli del Noncello e del Sentirone A valle della strettoia tra Visinale e Borgo Passo, il corso del Meduna riprende il proprio carattere meandriforme all interno della fascia arginata, con gli argini che seguono l andamento delle anse secondo un assetto planimetrico regolare, mantenendo una larghezza media della fascia interarginale di circa 500 m se si esclude il breve restringimento all altezza dell abitato di Cecchini. La situazione è descritta nella Carta del campo di inondazione che mostra la completa e regolare occupazione delle golene negli 8 km di fiume che precedono la confluenza nel Livenza. Le aree allagate rispecchiano, in quest ultima tratta, i massimi livelli raggiunti dalla piena che ha riprenso a defluire con maggior velocità grazie ad una pendenza media del profilo del pelo libero dello 0,5. Considerazioni finali L evento alluvionale del novembre 2002 ha messo in luce come le precipitazioni meteorologiche possano avere un notevole impatto sul territorio regionale: l antropizzazione di vaste aree di pianura, concomitante con la spesso carente cura delle opere quali argini, chiaviche, aree golenali, può rappresentare un elemento d impatto che può andare in crisi anche per il susseguirsi di violente precipitazioni pur dilazionate in diverse giornate. Appare evidente, specialmente in situazioni d emergenza e di veloce evoluzione, come l integrazione delle metodologie di rilievo speditive possa essere uno strumento utile per la creazione di strategie applicative efficaci. La possibilità di avere delle istantanee che descrivano la fase di piena e successivamente di trasportare le informazioni in un sistema GIS, contenente le informazioni riguardanti le aree coinvolte dall emergenza alluvionale, si rivela quindi di estrema utilità per la caratterizzazione del territorio, ma soprattutto per la migliore pianificazione gli interventi necessari sia al ripristino delle strutture colpite sia alla programmazione della gestione del territorio stesso. Il disporre del sistema informativo territoriale ha notevolmente accelerato quindi non solo la fase del ristoro danni ma anche la tempestiva realizzazione delle opere di pronto intervento eseguite dalla Protezione Civile della Regione, di concerto con gli enti locali competenti. Sulla base dei dati osservati, dei rilievi effettuati e della documentazione cartografica precedentemente illustrata sono stati individuati diversi punti di crisi del bacino del basso Meduna, comprendente i sottobacini del Noncello, del Sentirone e di diversi rii minori. Al fine di migliorare il deflusso lungo l asta, ed in particolare nelle diverse strette individuate, nonché per proteggere le arginature dei tratti più sollecitati, sono stati quindi avviati diversi interventi di taglio della vegetazione sulle sponde, di sistemazione di erosioni, di spurgo e riprofilatura di rii minori, di diaframmatura degli argini e di difesa di infrastrutture ad alto rischio. Bibliografia Direzione Servizi Tecnici di Prevenzione - Regione Piemonte (1998) Eventi alluvionali in Piemonte - Regione Piemonte Torino Di Bernardo F., Garlatti C., Massari G., Potleca M., Primiero A. (2003) - Gli eventi alluvionali nell area pordenonese del novembre 2002: cartografia d emergenza e primi interventi di protezione civile Atti del convegno La difesa Idraulica del territorio 2003, settembre 2003, Trieste in corso di stampa

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