Organizzazione A.I.B. in Regione Lombardia (Piano regionale delle attività di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi )

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1 Organizzazione A.I.B. in Regione Lombardia (Piano regionale delle attività di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi ) BRUNO CHIAPPAROLI

2 LE LEGGI CHE REGOLANO L ATTIVITA A.I.B. LEGGE 21 novembre 2000, n. 353 (GU n. 280 del 30/11/2000) Legge-quadro in materia di incendi boschivi. LEGGE REGIONALE del 28 ottobre 2004 n. 27 Tutela e valorizzazione delle superfici, del paesaggio e dell economia forestale.

3 IL PIANO REGIONALE DELLE ATTIVITA DI PREVISIONE, PREVENZIONE E LOTTA ATTIVA AGLI INCENDI BOSCHIVI revisione anno 2006 Deliberazione della Giunta Regionale della Lombardia n. VIII/ del 27 dicembre 2006

4 PRINCIPALI CONCETTI CHE ESPRIME LA LEGGE 353/2000: Art. 2 Definizione di incendio: Per incendio boschivo si intende un fuoco con suscettività a espandersi su aree boscate, cespugliate o arborate, comprese eventuali strutture e infrastrutture antropizzate poste all'interno delle predette aree, oppure su terreni coltivati o incolti e pascoli limitrofi a dette aree.

5 Art. 3. (Piano regionale di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi) - Il piano, sottoposto a revisione annuale, individua: a) le cause determinanti ed i fattori predisponenti l'incendio; b) le aree percorse dal fuoco nell'anno precedente; c) le aree a rischio di incendio boschivo; d) i periodi a rischio di incendio boschivo; e) gli indici di pericolosità; f) gli interventi per la previsione e la prevenzione degli incendi boschivi; g) la consistenza e la localizzazione dei mezzi, degli strumenti e delle risorse umane nonché le procedure per la lotta attiva contro gli incendi boschivi; h) la consistenza e la localizzazione delle vie di accesso e dei tracciati spartifuoco nonché di adeguate fonti di approvvigionamento idrico, piazzole per elicotteri; Ecc.

6 Art. 10. (Divieti, prescrizioni e sanzioni) DIVIETO CAMBIO DESTINAZIONE D USO PER ALMENO 15 ANNI; RICHIAMO DEL VINCOLO SUGLI ATTI DI COMPRAVENDITA DI AREE PERCORSE DAL FUOCO PENA LA NULLITA DELL ATTO; DIVIETO PER 10 ANNI PER LA REALIZZARE DI EDIFICI, STRUTTURE E INFRASTRUTTURE FINALIZZATE AD INSEDIAMENTI CIVILE ED ATTIVITA PRODUTTIVE (FATTE SALVE AUTORIZZAZIONI RILASCIATE IN DATA PRECEDENTE L INCENDIO; DIVIETO PER 5 ANNI DI REALIZZAZIONE DI RIMBOSCHIMENTO E DI INGEGNERIA AMBIENTALE SOSTENUTE CON RISORSE FINANZIARIE PUBBLICHE, SALVO SPECIFICA AUTORIZZAZIONE CONCESSA DAL MINISTRO DELL'AMBIENTE; DIVIETO PER DIECI ANNI, LIMITATAMENTE AI SOPRASSUOLI DELLE ZONE BOSCATE PERCORSI DAL FUOCO, IL PASCOLO E LA CACCIA OBBLIGO PER I COMUNI ENTRO NOVANTA GIORNI DALLA DATA DI APPROVAZIONE DEL PIANO REGIONALE DI CUI AL COMMA 1 DELL'ARTICOLO 3, A CENSIRE, TRAMITE APPOSITO CATASTO, I SOPRASSUOLI GIÀ PERCORSI DAL FUOCO NELL'ULTIMO QUINQUENNIO, AVVALENDOSI ANCHE DEI RILIEVI EFFETTUATI DAL CORPO FORESTALE DELLO STATO. IL CATASTO È AGGIORNATO ANNUALMENTE.

7 Art. 11. (Modifiche al codice penale) 1. Dopo l'articolo 423 del codice penale è inserito il seguente: "Art. 423-bis. - (Incendio boschivo). - Chiunque cagioni un incendio su boschi, selve o foreste ovvero su vivai forestali destinati al rimboschimento, propri o altrui, è punito con la reclusione da quattro a dieci anni. Se l'incendio di cui al primo comma è cagionato per colpa, la pena è della reclusione da uno a cinque anni. Le pene previste dal primo e dal secondo comma sono aumentate se dall'incendio deriva pericolo per edifici o danno su aree protette. Le pene previste dal primo e dal secondo comma sono aumentate della metà, se dall'incendio deriva un danno grave, esteso e persistente all'ambiente.

8 LEGGE REGIONALE del 28 ottobre 2004 n. 27 Tutela e valorizzazione delle superfici, del paesaggio e dell economia forestale. Art. 6. Protezione dagli incendi boschivi e difesa fitosanitaria. 1. La Regione attua direttamente o tramite le province, le comunità montane e gli enti gestori dei parchi e riserve regionali, le iniziative di previsione, prevenzione e lotta attiva agli incendi boschivi, nonché le attività di formazione e informazione, avvalendosi anche del supporto del volontariato, specificatamente organizzato, addestrato ed equipaggiato. 2. Per rendere più efficaci le azioni volte a limitare i danni causati dagli incendi boschivi, la Giunta regionale, annualmente, trasferisce risorse alle comunità montane, alle province e agli enti gestori di parchi e riserve regionali per sostenere gli oneri per l equipaggiamento, l addestramento, l assicurazione e il rimborso delle spese delle squadre di volontariato, nonché per le opere e gli interventi necessari per la migliore difesa dal fuoco. 3. In applicazione dell articolo 1 della legge 21 novembre 2000, n. 353 (Legge-quadro in materia di incendi boschivi), redige il piano regionale di previsione, prevenzione e lotta attiva agli incendi boschivi.

9 GLI INCENDI BOSCHIVI IN LOMBARDIA Per la comprensione e l inquadramento del fenomeno degli incendi boschivi è di fondamentale importanza l analisi delle serie storiche degli eventi. La serie storica considerata si riferisce agli anni , ma per l analisi di dettaglio e la classificazione del rischio sono stati esaminati i fenomeni verificatisi negli anni dal 1996 al 2005 compreso. Gli incendi boschivi sono, infatti, un fenomeno molto variabile nel tempo e si è ritenuto che un intervallo di 10 anni fosse sufficiente a descriverne l andamento, al fine di non includere nell analisi un contesto territoriale, ed in particolare socioeconomico, non più rappresentativo della realtà attuale.

10 I dati storici degli incendi boschivi in Lombardia Incendi : frequenze annue numero di incend

11 I dati storici degli incendi boschivi in Lombardia Superfici percorse annue Incendi : superfici percorse annue (ha) Superficie (ha) Boscata Non boscata

12 Mappatura degli incendi dal

13 Frequenze medie mensili gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre Incendi : frequenze medie mensili numero di incendi

14 Superfici medie mensili gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre Incendi : superfici medie mensili (ha) Non boscata Boscata Superfici (ha)

15 Frequenze relative per giorno della settimana Incendi : frequenze relative per giorno della settimana SABATO 15.1% DOMENICA 17.8% VENERDI' 13.9% LUNEDI'ì 13.1% GIOVEDI' 13.6% MERCOLEDI'ì 12.5% MARTEDI'ì 14.0%

16 Le cause degli incendi boschivi Cause naturali : incendi causati da fulmine eruzioni vulcaniche autocombustione Cause accidentali: incendi provocati da scintille Cause involontarie o colpose: Abbandono di mozziconi di sigarette e fiammiferi Attività agricole e forestali Attività ricreative e turistiche, lanci di petardi e razzi, uso di apparecchi di vario genere, bruciature di rifiuti in discariche abusive, cattiva manutenzione di elettrodotti Cause volontarie o dolose Ricerca di un profitto Proteste e risentimenti Motivazioni di ordine patologico o psicologico Cause dubbie

17 La SITUAZIONE DELLA REGIONE LOMBARDIA Incendi : frequenza incendi per cause 1% 9% 0% 16% Cause naturali Cause accidentali Cause colpose Cause dolose Cause dubbie 74%

18 DEFINIZIONE DEL PERIODO A RISCHIO DI INCENDIO BOSCHIVO La modalità e i tempi per l identificazione del periodo a rischio di incendio boschivo, come definito dall art. 3 della Legge quadro in materia di incendi boschivi n. 353/2000, avviene in prima istanza definendo il periodo in cui è possibile lo sviluppo d incendi, derivante dall analisi del dato statistico degli incendi pregressi. Dall elaborazione delle frequenze medie mensili degli incendi della serie storica si evince che i mesi con il maggior grado di pericolosità sono: dicembre, gennaio, febbraio, marzo ed aprile. Nell imminenza di tale periodo, quando si evidenziano situazioni di crisi la Regione Lombardia, per il tramite della Direzione Generale Protezione Civile, Prevenzione e Polizia Locale e sentito il Corpo Forestale dello Stato, rende noto lo stato di rischio di incendi boschivi, con una apposita comunicazione, indirizzata al Dipartimento della Protezione Civile, al Corpo Forestale dello Stato, alla Direzione Regionale dei Vigili del Fuoco, alle Sedi Territoriali Regionali, alle Province, alle Comunità Montane, ai Parchi ed alle Riserve Naturali Regionali, all ERSAF, alle Prefetture, alle Questure, al Comando Militare Territoriale, al Comando Regionale dell Arma Carabinieri, al Comando Regionale della Guardia di Finanza, all Associazione Nazionale Alpini. La comunicazione identifica: i periodi e le aree, identificate a livello comunale, a rischio di incendio; le azioni determinanti, anche solo potenzialmente, l innesco degli incendi vietate nei territori boscati e nei terreni coltivati o incolti e nei pascoli limitrofi alle aree boscate; le sanzioni previste per la violazione dei divieti.

19 CAPACITÀ OPERATIVE DEL SISTEMA ANTINCENDIO BOSCHIVO IN LOMBARDIA La capacità operativa di un sistema antincendi boschivi consiste nella possibilità di far fronte al problema degli incendi attuando idonei interventi di prevenzione, estinzione e ricostituzione. Nella Regione Lombardia il sistema antincendio boschivo, gestito a livello regionale, presenta una buona capacità operativa e gestionale, soprattutto a livello di estinzione.

20 PUNTI DI FORZA DEL SISTEMA AIB IN LOMBARDIA la diffusione ed il consolidamento di squadre di volontariato antincendio boschivo, organizzate, formate ed equipaggiate; il supporto aereo, strutturato in elicotteri bombardieri ed aerei ricognitori, fornito dalla Regione Lombardia; il rapporto di collaborazione esistente tra Regione Lombardia e Corpo Forestale dello Stato, regolato da specifico atto; il rapporto di collaborazione tra la Regione Lombardia ed i Vigili del Fuoco, regolato da specifico atto; la disponibilità di una rete radio basata su maglie provinciali che copre l intera regione a cui è sovrapposta una dorsale radio a microonde per la trasmissione a grande distanza; l integrazione funzionale tra la Sala Operativa regionale di Protezione Civile e la Sala Operativa del Corpo Forestale dello Stato, in costante collegamento reciproco, che consente nei momenti di crisi di coordinare gli interventi e la gestione dell emergenza; l attività formativa offerta dalla Regione Lombardia al Corpo Forestale dello Stato, ai Responsabili degli Enti locali e ai singoli volontari; l esistenza di una forte propensione all utilizzo delle tecnologie più innovative e all avanguardia, sia per quanto riguarda il monitoraggio e l avvistamento, sia per le operazioni a terra delle squadre AIB; l integrazione tra tutti i soggetti istituzionali coinvolti nelle attività di previsione, prevenzione e lotta attiva; la disponibilità, in tempo reale, di informazioni sugli incendi in atto, disponibili anche sul sito internet: il decollo immediato, ad avvenuta verifica della segnalazione di incendio, degli elicotteri messi a disposizione dalla Regione Lombardia; l impiego, nel periodo di maggior rischio per gli incendi boschivi, delle squadre AIB elitrasportate presenti presso le basi operative degli elicotteri e delle squadre di secondo livello, appositamente formate, per interventi di supporto alle squadre locali; lo svolgimento di attività investigative effettuate dal Corpo Forestale dello Stato sui luoghi di innesco degli incendi.

21 PUNTI DI DEBOLEZZA DEL SISTEMA AIB IN LOMBARDIA permangono aree del territorio regionale nelle quali l organizzazione del sistema antincendio boschivo degli Enti locali e delle squadre antincendio è ancora insoddisfacente; manca una procedura di analisi dell andamento delle operazioni di spegnimento che permetta, in occasione degli incendi di maggiori dimensioni, di spiegare le cause e di analizzare e commentare le strategie di intervento adottate (come indicato al capitolo 2); i rapporti di collaborazione operativa tra Vigili del Fuoco, Enti locali competenti per territorio e squadre di volontariato risultano, in alcune aree, ancora deficitari; non è ancora stato impostato un programma integrato di lavori selvicolturali ed interventi strutturali finalizzato alla prevenzione del fenomeno degli incendi boschivi nell ambito dei comprensori a maggiore rischio; la formazione del personale deve essere ulteriormente affinata insistendo in modo particolare sulla integrazione operativa tra personale del Corpo Forestale dello Stato, i Vigili del Fuoco e i volontari; assenza di un sistema di previsione dinamica del rischio di incendio boschivo sulla base di parametri meteo climatici; mancanza, per il territorio regionale lombardo, di mappe della distribuzione dei combustibili e di modelli di propagazione del fuoco utili per la pianificazione degli interventi di spegnimento; mancanza di alta formazione di qualificazione professionale dei Direttori delle operazioni di spegnimento degli incendi boschivi e dei Responsabili di Sala Operativa.

22 COSA DEVE CONTENERE UN BUON PIANO A.I.B. Sono elementi fondamentali del piano antincendio boschivo: lo studio e l analisi delle cause e dei rischi di incendio nelle diverse situazioni e contesti territoriali (attività di previsione); le azioni e la programmazione di azioni volte alla diminuzione dei valori di intensità con cui si verificano gli incendi boschivi (prevenzione); Le azioni di lotta attiva (estinzione); le attività di ricostituzione delle aree percorse del fuoco.

23 INQUADRAMENTO TERRITORIALE Descrizione del territorio L Appennino Pavese: è caratterizzato da un clima con un periodo estivo arido molto marcato. La vegetazione dominante è rappresentata dai boschi di faggio, con sottobosco scarso o addirittura assente in condizioni di bosco fitto. L Insubria: indica i territori che circondano, da est a ovest, i laghi prealpini. Tale zona, per l influenza mitigatrice esercitata dai laghi stessi, risulta caratterizzata da una vegetazione costituita da specie tipiche della regione mediterranea, quali il leccio, l olivo e la ginestra. Le Prealpi: rappresentano la fascia di montagne localizzate a sud dell arco alpino. Sono caratterizzate da frequenti precipitazioni estive favorite dalle correnti caldo-umide provenienti dalla pianura padana. La vegetazione altamente specializzata per tali condizioni presenta numerosi endemismi. Le Alpi: l arco alpino presenta una vegetazione molto varia a seconda della quota. Nel piano montano dominano le pinete di pino silvestre, con sottobosco a calluna e bromus, e le faggete, molto simili a quelle descritte per l Appennino Pavese. È possibile inoltre trovare boschi misti di latifoglie, con presenza di ciliegio selvatico, tiglio e acero e sottobosco fitto.

24 CARTOGRAFIA DI BASE Limiti Amministrativi: identificano tramite copertura poligonale i confini comunali, provinciali, e regionale della Regione Lombardia oltre alle Comunità Montane. Ad ogni comune è associato il dato relativo al codice ISTAT. Idrografia: è rappresentata dalla rete idrografica, una copertura lineare che identifica l idrografia interna ed esterna al territorio regionale, e dalle aree idriche, copertura poligonale che identifica i corpi idrici dei laghi e dei principali fiumi. Altimetria: è stata utilizzata la copertura lineare che identifica le curve di livello con un equidistanza di 10 metri. Viabilità: individua la rete stradale e quella ferroviaria. Tali coperture lineari identificano le diverse tipologie di strade (autostrade, statali, provinciali e comunali) e tutte le tratte ferroviarie. ostacoli Individuazione delle Aree protette: Parchi Regionali Riserve Naturali Monumenti Naturali Zone di particolare rilevanza naturale e ambientale

25 CARTOGRAFIA TEMATICA Carta delle Destinazioni d uso dei suoli Agricoli e Forestali identifica 32 tipologie differenti di uso del suolo: Prati permanenti di pianura Prati e pascoli Boschi di latifoglie Boschi di conifere Boschi misti di conifere e di latifoglie Rimboschimenti recenti Vegetazione palustre e delle torbiere Vegetazione rupestre e dei detriti Vegetazione dei greti Vegetazione arbustiva e cespuglieti

26 LE AREE A RISCHIO DI INCENDI BOSCHIVI CLASSI DI RISCHIO DEI COMUNI DELLA REGIONE LOMBARDIA Classe 1: Incendi boschivi sporadici e di piccole dimensioni. In questa classe si raggruppano 454 comuni caratterizzati da eventi con frequenza rara e superficie ridotta. Tali condizioni sono tipiche della frazione fisiologica del fenomeno e richiedono prevalentemente attività di controllo. Classe 2: Incendi di grande estensione, con frequenza molto ridotta. Si raggruppano in questa classe di rischio alcuni comuni caratterizzati da eventi di frequenza ridotta, ma di dimensioni elevate. Classe 3: Incendi di media frequenza e di estensione contenuta. Si raggruppano nella terza classe di rischio comuni con eventi di media frequenza, ma la cui estensione ed incidenza sul territorio richiedono il massimo collegamento di tutte le tappe della pianificazione antincendio boschivo. Classe 4: Incendi di media frequenza, e di incidenza sul territorio medio-alta. La frequenza e continuità di incendio nei comuni della classe 4 è comparabile a quella della classe precedente. Tuttavia in questo caso le superfici percorse per anno assumono più spesso valori considerevoli, arrivando quasi a toccare le massime espressioni del fenomeno nella regione che caratterizzano la classe 5. L incidenza sul territorio del fenomeno in questa classe impone dunque attenzione. Classe 5: Incendi di alta frequenza, continuità temporale e incidenza territoriale. In questa classe si raggruppano i comuni con il maggior numero di grandi eventi, nonché caratterizzati da alta frequenza e sistematicità nel tempo. A questi eventi deve essere rivolta la massima attenzione per la loro incidenza territoriale. Le attività preventive, previsionali e di ricostiuzione dovranno essere massimizzate.

27 LE AREE A RISCHIO DI INCENDI BOSCHIVI CLASSI DI RISCHIO PER AREE OMOGENEE Classe 1: Incendi di limitata superficie e relativamente episodici. Si raggruppano in questa classe di rischio le Aree di Base in cui il problema degli incendi è contenuto. Classe 2: Incendi frequenti, alcuni di grande estensione. Si raggruppano le Aree di Base caratterizzate da eventi che si verificano con frequenza e che per la loro estensione possono talvolta rappresentare un problema per le operazioni di estinzione. Classe 3: Incendi numerosi, elevata frequenza e massima incidenza territoriale. Rientrano in tale classe di rischio le Aree di Base con eventi che, pur non raggiungendo le superfici medie percorse della classe di rischio 2, devono essere contrastati per la loro forte incidenza territoriale e per la frequenza con la quale superano la soglia del grande incendio.

28 LA PREVISIONE DEL PERICOLO D INCENDIO L analisi delle probabilità che si verifichino e si diffondano gli incendi boschivi consente di stabilire, per una determinata zona, se le condizioni generali di clima, territorio e vegetazione sono tali da far presupporre maggior suscettibilità al verificarsi di un incendio boschivo e quindi di ottimizzare l organizzazione di un adeguato servizio AIB. Indici di Pericolo sono basati su variabili per lo più meteorologiche. Nella stagione in cui si verificano gli incendi boschivi il calcolo del pericolo di incendio avviene generalmente con frequenza giornaliera, anche se l ormai sempre maggiore impiego di stazioni meteorologiche automatiche permetterebbe una maggiore frequenza di calcolo. Per effettuare il calcolo degli indici di percolo di incendio occorre effettuare misure puntuali con stazioni meteorologiche sparse sul territorio dotate di sensori necessari all implementazione degli algoritmi.

29 INDICI DI PREVISIONE DEL PERICOLO DI INCENDIO (INDICE FWI) Nel corso degli anni sono stati studiati e realizzati numerosi indici di previsione del pericolo di incendio, ciascuno con caratteristiche specifiche e adatto a determinate realtà ambientali. In Lombardia, attualmente, per la previsione del pericolo di incendio viene utilizzato l Indice Foresta Meteo, brevemente indicato dalla sigla FWI, acronimo di Fire Weather Index. Tale metodo, sviluppato in Canada, si basa sulla teoria del disseccamento dei diversi tipi di combustibile e consente di stimare il grado di pericolo di incendi boschivi in funzione dello stato dei diversi combustibili forestali. Si tratta di un metodo cumulativo basato sulla determinazione quotidiana, a mezzogiorno, delle seguenti variabili meteorologiche: temperatura, umidità relativa, velocità del vento e pioggia durante le ultime 24 ore.

30 LA PREVENZIONE INDIRETTA Insieme di attività di divulgazione e di educazione rivolte alla popolazione e finalizzate sia alla riduzione delle occasioni di incendio sia al comportamento da tenere in caso di incendio boschivo. Grande importanza rivestono i programmi di sensibilizzazione presso le scuole di ogni livello.

31 LA PREVENZIONE DIRETTA La prevenzione diretta comprende le attività di prevenzione che agiscono sui fattori predisponenti e su tutti quei fattori che possono favorire il controllo del fronte di fiamma entro limiti accettabili. Questa avviene principalmente attraverso: Selvicoltura preventiva Interventi di miglioramento forestale. Diradamenti. Tagli a scelta e tagli di preparazione. Cure colturali. Conversioni. Rimboschimenti e rinfoltimenti. Per accelerare i processi di riequilibrio forestale nelle situazioni caratterizzate da forte monospecificità e nelle aree sottoposte utilizzazione intensiva. Interventi di bonifica forestale. Attuati in soprassuoli colpiti dal fuoco per allontanare la vegetazione secca rimasta al suolo.

32 APPROVVIGIONAMENTO IDRICO E importante prevedere la localizzazione di punti di rifornimento idrico per rifornire mezzi terrestri ed elicotteri di tipo leggero medio. Nel territorio della Regione Lombardia si ritiene opportuno prevedere numerosi invasi di piccole dimensioni, piuttosto che un numero ridotto di invasi di grande capacità, al fine di agevolare le operazioni di estinzione. In Lombardia, considerando la tipologia dell incendio medio, si ritiene che un invaso, per poter rifornire le attrezzature individuali delle squadre, un autobotte leggera, un elicottero leggero con benna al gancio, debba avere una capacità compresa tra 100 e 200 m 3. Tipologie di invasi: gli invasi fissi quelli mobili

33 PIAZZOLE TEMPORANEE D EMERGENZA PER L ATTERRAGGIO DEGLI ELICOTTERI. Le piazzole d emergenza sono infrastrutture collocate in aree di probabile passaggio di incendio. La progettazione di tali infrastrutture nella Regione Lombardia deve seguire alcune regole tecniche, di seguito descritte. Caratteristiche delle piazzole Debbano avere dimensione proporzionata all elicottero che opera nella zona considerata e comunque lato non inferiore a 30 m. Deve prevedere la presenza di un corridoio di ingresso e di uscita in volo, possibilmente a sbalzo per consentire condizioni di sicurezza nelle fasi di decollo, anche in caso di perdita di quota. È necessario che le piazzole siano collegate alla viabilità di servizio forestale e raggiungibili anche dalle autobotti di piccole dimensioni usate per il rifornimento.

34 VIABILITÀ OPERATIVA La disponibilità di una adeguata rete di strutture di viabilità in grado di consentire la migliore percorribilità in condizioni di sicurezza dei versanti, costituisce un elemento fondamentale per la migliore gestione delle emergenze AIB. La d.g.r. VII/14016 dell 8 agosto 2003 Direttiva per la viabilità agrosilvo-pastorale, definisce gli aspetti relativi alla programmazione e gestione del sistema viabilità in Lombardia; valorizza il potenziamento e miglioramento della viabilità anche in funzione delle esigenze AIB (piazzole di scambio, punti di approvvigionamento idrico, aumento delle classi di transitabilità, ecc.).

35 VIALI TAGLIAFUOCO I viali tagliafuoco sono opere di prevenzione finalizzate a contenere l avanzamento degli incendi creando una discontinuità nella copertura vegetale. Sulla base delle loro finalità specifiche e delle caratteristiche progettuali è possibile distinguere le seguenti tipologie: Viali Passivi: hanno lo scopo di arrestare in modo definitivo l avanzata dell incendio. Viali Attivi: hanno lo scopo di rallentare il fronte di fiamma e facilitare il lavoro delle squadre di estinzione, riducendo l intensità dell incendio. Gli interventi di manutenzione dovranno essere realizzati con una periodicità non superiore ai 3 anni.

36 Fuoco prescritto Il fuoco prescritto è una tecnica di prevenzione che consiste nel far transitare in condizioni di sicurezza un fronte di fiamma, al fine di ridurre la biomassa bruciabile e quindi di modificare il modello di combustibile. Le finalità principali che si intendono ottenere con l applicazione del fuoco prescritto sono: 1. diminuzione dell'intensità degli incendi boschivi nelle coperture forestali 2. diminuzione della diffusibilità degli incendi boschivi nelle coperture forestali 3. diminuzione del tempo di residenza degli incendi boschivi nelle coperture forestali 4. manutenzione dei viali tagliafuoco 5. conservazione di specifici habitat, biotopi e/o di specie vegetali la cui esistenza è favorita dal fuoco periodico.

37 LA FORMAZIONE, INFORMAZIONE E SICUREZZA Una corretta pianificazione antincendio boschivo deve considerare basilari e di estrema importanza sia la completa formazione degli operatori AIB, sia la corretta applicazione dei dispositivi di sicurezza al fine di rendere maggiormente efficaci le attività di estinzione e di ridurre il pericolo di incidenti agli operatori.

38 CORSI DI FORMAZIONE La Regione Lombardia, in armonia con quanto previsto dalla Legge 353/2000 organizza, per il tramite della Scuola Superiore di Protezione Civile istituita presso l Istituto regionale di Formazione della Regione Lombardia (IREF) corsi di formazione teorico-pratici per la preparazione dei soggetti impiegati nelle attività di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi.

39 ARGOMENTI caratteristiche dell ambiente forestale o naturale da difendere caratteristiche del comportamento dell incendio uso dei Dispositivi di Protezione Individuale (D.P.I.) utilizzo di attrezzature individuali e di squadra tecniche e procedure di intervento e di comunicazione aereocooperazione con mezzi aerei ed elicotteri tecniche di primo soccorso aspetti di psicologia dell emergenza

40 TIPOLOGIA DEI CORSI corsi di formazione di base: rappresenta la prima base formativa in materia di antincendio boschivo ed è rivolto a tutti gli operatori e ai volontari. corsi di formazione specialistica: è indirizzato a coloro che hanno già effettuato il corso di base ed intendono maggiormente approfondire aspetti e tematiche proprie dell antincendio boschivo, quali la direzione delle operazioni di spegnimento corsi di alta specializzazione in materia antincendio boschivo rivolti a personale che svolge nel settore attività di: direzione delle operazioni di spegnimento degli incendi boschivi; presidio delle sale operative ; formazione di personale di protezione civile/antincendio boschivo.

41 L ORGANIZZAZIONE ANTINCENDIO DELLA REGIONE LOMBARDIA SALA OPERATIVA REGIONE LOMBARDIA SALA OPERATIVA DEL CORPO FORESTALE PROVINCE COMUNITA MONTANE COORDIN. PROVINCIALI PARCHI COMANDI STAZIONE VOLONTARIATO

42 L ORGANIZZAZIONE E LA GESTIONE DELLE SQUADRE DI VOLONTARIATO ANTINCENDIO BOSCHIVO Con legge regionale questa competenza è stata trasferita a: PROVINCE COMUNITA MONTANE PARCHI E RISERVE NATURALI

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45 NUOVA CONFIGURAZIONE RADIO ALTA FREQUENZA STAZZONA MOSSINI ( nodo prov. ) APRICA POIRA EDOLO A. GIUMELLO CAMPO DEI FIORI M. BISBINO M. CORNIZZOLO M. GREMALTO MALGA TAMBIONE PASPARDO ( transito ) M. BARRO C. O. CURNO PIRELLI VIGNATE C. O. MILANO M. MADDALENA LODI ( nodo prov. ) PAVIA S. COLOMBANO AL LAMBRO CREMONA TRATTE A 2.4 GHz MANTOVA ( nodo prov. ) TRATTE A 17 GHz

46 UN SISTEMA INTEGRATO: L OSSERVAZIONE AEREA

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48 LA MAPPATURA DELLE SUPERFICI BRUCIATE

49 LE NUOVE PROCEDURE OPERATIVE SEGNALAZIONE DI INCENDIO VERIFICA DELLA SEGNALAZIONE PROCEDURA DI INTERVENTO CATENA DI COMANDO E CONTROLLO

50 SEGNALAZIONE DI INCENDIO CHIAMATA GENERICA (attraverso una telefonata fatta al 1515, 115, 113, 112 oppure al numero della Regione, del Corpo Forestale dello Stato, della Comunità Montana ) CHIAMATA SPECIFICA (effettuata da Enti, Istituzioni, volontariato.. PRIORITARIAMENTE a: 1 - Centro Operativo AIB del CFS (Curno); 2 - Sala Operativa Regionale di Protezione Civile (h.24) numero verde: (da cellulare: con il 12 davanti a 800)

51 LA SEGNALAZIONE DI UN INCENDIO DEVE RIPORTARE: IL NOMINATIVO DEL CHIAMANTE LA LOCALITA DELL INCENDIO UNA PRIMISSIMA VALUTAZIONE DELL INCENDIO (se di bosco, di pascolo, se sono presenti abitazioni, altro ) SE QUALCUNO SI STA GIA RECANDO SULL INCENDIO IL NUMERO TELEFONICO DEL CHIAMANTE Alla telefonata di segnalazione di incendio i Responsabili di Enti, Istituzioni, volontariato dovranno far seguire (appena possibile) un messaggio a mezzo fax al CFS di Curno (come da allegato)

52 VERIFICA DELLA SEGNALAZIONE chi la effettua? L ENTE TERRITORIALE COMPETENTE, cioè - PROVINCIA - COMUNITA MONTANA - PARCO O RISERVA NATURALE attraverso la propria organizzazione Intanto il CFS DISPONE L IMMEDIATO INVIO DI PROPRIO PERSONALE SUL LUOGO DELLA SEGNALAZIONE

53 IMPORTANTE!!! In questa primissima fase ATTENZIONE a: TEMPESTIVITA DELLA SEGNALAZIONE FATTA AL CFS TEMPESTIVITA DELLE OPERAZIONI DI VERIFICA TEMPESTIVITA DELLE COMUNICAZIONI, ANCHE RADIO, TRA IL RESPONSABILE A.I.B. DELL ENTE E IL PERSONALE DEL CFS

54 a chi spetta la direzione delle operazioni di spegnimento degli incendi? AL CORPO FORESTALE DELLO STATO di chi si avvale il CFS per dette operazioni? DELLE PROVINCE, DELLE COMUNITA MONTANE, DEI PARCHI, DEL VOLONTARIATO NONCHE DELLE COMPONENTI STATALI (VIGILI DEL FUOCO, CARABINIERI, ) IMPORTANTE!!! IL RUOLO DEL RESPONSABILE DELL ENTE A FIANCO DEL DIRETTORE DELLE OPERAZIONI DI SPEGNIMENTO

55 a chi spetta la direzione delle operazioni di spegnimento degli incendi boschivi quando è previsto l impiego dei mezzi aerei (sia della Regione che dello Stato)? E DI ESCLUSIVA COMPETENZA DEL CORPO FORESTALE DELLO STATO SOLO ED ESCLUSIVAMENTE nel caso in cui non fosse disponibile sull incendio personale del CFS la direzione delle operazioni di spegnimento dell incendio boschivo verrà assunta dall Autorità competente per territorio (Provincia, Comunità Montana, Parco) o Responsabile A.I.B. dell Ente all uopo delegato

56 LE ESERCITAZIONI A.I.B. devono avere un obiettivo ben definito devono coinvolgere tutte le Componenti a.i.b. meglio se organizzate per fare PREVENZIONE

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58 PAROLA D ORDINE: COORDINAMENTO

59 massima importanza a.. S = SAFETY (SICUREZZA) L = TO LOOK (OSSERVARE) E = ESCAPE (VIE DI FUGA) C = COMMUNICATION

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62 per non fare la fine.

63 INCENDI DI NOTTE??? vale a dire: intervento di spegnimento diretto sulle fiamme?? NO, GRAZIE!

64 COSA POSSIAMO FARE??? INCENDI DI NOTTE UN PRESIDIO IN CONDIZIONI DI SICUREZZA ATTIVITA DI CONTENIMENTO (SE POSSIBILE) IN CONDIZIONI SI SICUREZZA (AZIONI DI RALLENTAMENTO DELL AVANZARE DEL FUOCO) MA, SOPRATTUTTO, CI PREPARIAMO PER ESSERE OPERATIVI ALLE PRIME LUCI DELL ALBA.

65 I PUNTI DI FORZA DEL SISTEMA AIB LOMBARDO LE SQUADRE VOLONTARIE LE SQUADRE ELITRASPORTATE LA SINERGIA ED IL COORDINAMENTO TRA REGIONE LOMBARDIA CORPO FORESTALE DELLO STATO ENTI LOCALI E VIGILI DEL FUOCO

66 Apertura periodo di massima pericolosità: 31 gennaio

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