CREDITO, FINANZA, CONFIDI: FOCUS PER L IMPRENDITORE

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1 CREDITO, FINANZA, CONFIDI: FOCUS PER L IMPRENDITORE Secondo Incontro Impresa sana e affidabile: i 10 comandamenti per ridurre al minimo i rischi di default finanziario Grossi Claudio Mario Mantova, 06 Ottobre 2014 Con la collaborazione di 0

2 Partenza strana.. Lo conoscete, vero? Per la precisione: 1) È uno dei due parametri del cosiddetto PSC, cioè Patto di Stabilità e Crescita. L altro è il noto DEBITO/PIL < 60% 2) Scopo di questo indice? Lo si legge proprio nella relazione della Commissione Europea: «Il Patto di Stabilità e Crescita (PSC) è la concreta risposta dell'ue alle preoccupazioni circa la continuità nel rigore di bilancio nell'unione Economica e Monetaria (UEM).» 1

3 Domanda 1: Qual è la vostra opinione sulla significatività di questo Parametro di Stabilità e Crescita? RISPOSTA È fondamentale per un reale controllo della stabilità finanziaria di un Paese 1 Come sopra, ma da correlare con l altro, quello DEBITO TOTALE/PIL, altrimenti da solo è poco significativo È solo una traccia concettuale ma non è particolarmente significativo della stabilità finanziaria di un Paese È un indice che non serve a niente, in termini di segnalazione di stabilità/instabilità finanziaria di un Paese È un indice dannoso in quanto non solo privo di significato ma, se applicato e rispettato, è capace di creare effetti negativi sulle condizioni finanziarie di un Paese

4 Giusto per ripassare lo stato dell arte sul PSC Deficit (-)/ Surplus (+) Debito pubblico Deficit (-)/ Surplus (+) Debito pubblico Deficit (-)/ Surplus (+) Debito pubblico Deficit (-)/ Surplus (+) Debito pubblico Deficit (-)/ Surplus (+) Debito pubblico Belgio -5,6 96,6-3,8 96,6-3,8 99,2-4,1 101,1-2,6 101,5 Bulgaria 3-4,3 14,6-3,1 16,2-2 16,3-0,8 18,4-1,5 18,9 Repubblica Ceca -5,8 34,6-4,7 38,4-3,2 41,4-4,2 46,2-1,5 46 Danimarca 5-2,7 40,7-2,5 42,8-1,9 46,4-3,8 45,4-0,8 44,5 Germania -3,1 74,6-4,2 82,5-0,8 80 0, ,4 Estonia 5-2 7,1 0,2 6,7 1,1 6,1-0,2 9,8-0,2 10 Irlanda -13,7 64,4-30,6 91,2-13,1 104,1-8,2 117,4-7,2 123,7 Grecia -15,7 129,7-10,9 148,3-9,6 170,3-8,9 157,2-12,7 175,1 Spagna -11,1 54-9,6 61,7-9,6 70,5-10,6 86-7,1 93,9 Francia -7,5 79,2-7 82,7-5,2 86,2-4,9 90,6-4,3 93,5 Croazia -5,4 36,6-6,4 45-7, ,9-4,9 67,1 Italia -5,5 116,4-4,5 119,3-3,7 120, ,6 Cipro -6,1 58,5-5,3 61,3-6,3 71,5-6,4 86,6-5,4 111,7 Lettonia -9,2 36,9-8,2 44,5-3,5 42-1,3 40,8-1 38,1 Lituania -9,4 29,3-7,2 37,8-5,5 38,3-3,2 40,5-2,2 39,4 Valori annui in percentuale rispetto al PIL Fonte: Eurostat ns. elaborazioni 3

5 5 Deficit (-)/ Surplus (+) Valori annui in percentuale rispetto al PIL Debito pubblico Deficit (-)/ Surplus (+) Debito pubblico Deficit (-)/ Surplus (+) Perché sono partito da qui? 4 Debito pubblico Deficit (-)/ Surplus (+) Debito pubblico Deficit (-)/ Surplus (+) Fonte: Eurostat ns. elaborazioni A cosa corrisponderebbe, per un impresa, questo indice di Stabilità e Crescita? Debito pubblico Lussemburgo -0,7 15,5-0,8 19,5 0,2 18,7 0 21,7 0,1 23,1 Ungheria -4,6 79,8-4,3 82,2 4,3 82,1-2,1 79,8-2,2 79,2 Malta -3,7 66,5-3,5 66-2,7 68,8-3,3 70,8-2,8 73 Olanda -5,6 60,8-5,1 63,4-4,3 65,7-4,1 71,3-2,5 73,5 Austria -4,1 69,2-4,5 72,5-2,5 73,1-2,6 74,4-1,5 74,5 Polonia -7,5 50,9-7,8 54,9-5,1 56,2-3,9 55,6-4,3 57 Portogallo -10,2 83,7-9,8 94-4,3 108,2-6,4 124,1-4,9 129 Romania -9 23,6-6,8 30,5-5,5 34, ,3 38,4 Slovenia -6,3 35,2-5,9 38,7-6,4 47,1-4 54,4-14,7 71,7 Slovacchia -8 35,6-7,5 41-4,8 43,6-4,5 52,7-2,8 55,4 Finlandia 5-2,5 43,5-2,5 48,8-0,7 49,3-1,8 53,6-2,1 57 Svezia -0,7 42,6 0,3 39,4 0,2 38,6-0,6 38,3-1,1 40,6 Regno Unito -11,4 67, ,4-7,6 84,3-6,1 89,1-5,8 90,6 Islanda -9,9 87,9-10,1 93-5,6 99,1-3,8 96,4 Norvegia 5 10,5 42,8 11,1 42,5 13,6 27,8 13,9 29,1 11,1 29,5 Turchia -7 46,1-2,6 42,4

6 Premessa fondamentale 1 NON ESISTE UNA TEORIA DELL EQUILIBRIO D IMPRESA UNICA E UNIVERSALMENTE RICONOSCIUTA. 2 SE CI FOSSE, TUTTI SAPREBBERO COSA FARE 3 UNA COSA E CERTA: LE IMPRESE FALLISCONO QUANDO NON HANNO I SOLDI PER PAGARE I DEBITI, OPPURE (casistica assai più rara) PER L IMPOSSIBILITA DI RICOSTITUIRE IL CAPITALE EROSO DALLE PERDITE 5

7 Premessa fondamentale 4 DA DOVE PROVENGONO, IN UN AZIENDA, I SOLDI PER PAGARE I DEBITI? 5 IN UN PAESE IN CUI I MERCATI FOSSERO CULTURALMENTE ED ETICAMENTE CIVILI E INTELLIGENTI, LE CRISI DI LIQUIDITA DELLE IMPRESE SAREBBERO CAUSATE SOLO DA EVENTI IMPONDERABILI O DA ERRORI GRAVI NELLE SCELTE DI GESTIONE. 6 NEL NOSTRO PAESE. (meglio a voce.. ) 6

8 7

9 8

10 TMP ai privati - settore sanità Classifica dei peggiori pagatori (Regioni) Regions Variation CALABRIA MOLISE CAMPANIA LAZIO APULIA PIEDMONT EMILIA ROMAGNA SARDINIA VENETO SICILY ITALIAN AVERAGE Research based on data from Assobiomedica by the Association of CGIA of Mestre 9

11 TMP ai privati - settore sanità Classifica dei migliori pagatori (Regioni) Regions Variation TUSCANY LIGURIA ABRUZZO UMBRIA MARCHES BASILICATA LOMBARDY VALLE D'AOSTA FRIULI VENEZIA GIULIA TRENTINO ALTO ADIGE ITALIAN AVERAGE Research based on data from Assobiomedica by the Association of CGIA of Mestre 10

12 Morale? CREDITO, FINANZA, CONFIDI: FOCUS PER L IMPRENDITORE Secondo Incontro Impresa sana e affidabile: i 10 comandamenti per ridurre al minimo i rischi di default finanziario Sulla base di queste premesse, facciamo il caso che Grossi Claudio Mario Mantova, 06 Ottobre 2014 Con la collaborazione di 0 Viviamo tutti sotto il medesimo cielo, ma non abbiamo tutti lo stesso orizzonte. (Konrad Adenauer) 11

13 Facciamo il caso Tacchi Dadi & Datteri SpA - STATO PATRIMONIALE INIZIALE anno T IMPIEGHI FONTI Banche Altro

14 Facciamo il caso Tacchi Dadi & Datteri SpA FATTURATO = FATTURATO (100%) COSTI MONETARI (86%) (acquisti, lavoro, servizi) COSTI NON MONETARI (6%) (ammortamenti e accantonamenti) R.O. (Reddito Operativo) (8%) 13

15 Facciamo il caso Tacchi Dadi & Datteri SpA Circolante e Fabbisogni Finanziari IL FABBISOGNO DA CAPITALE CIRCOLANTE x ~90 gg 365 gg = GLI ONERI FINANZIARI A BREVE x 8% = (Ipotesi TAEG: 8%) Centrale Rischi a Breve Termine ACCORD. CASSA ACCORD. SBF TOTALE

16 Facciamo il caso Tacchi Dadi & Datteri SpA CONTO ECONOMICO FINALE anno T FATTURATO (100%) COSTI MONETARI (86%) (acquisti, lavoro, servizi) COSTI NON MONETARI (6%) (ammortamenti e accantonamenti) R.O. (Reddito Operativo) (8%) ONERI FINANZIARI (da finanziamenti a breve) (1,7%) (da finanziamenti a medio/lungo; TAEG 6,25%) (1,5%) UTILE ANTE IMPOSTE (4,8%) Imposte (2.0%) UTILE NETTO (2,8%) 15

17 Facciamo il caso Tacchi Dadi & Datteri SpA - STATO PATRIMONIALE FINALE anno T IMPIEGHI Clienti Altro FONTI Banche Altro Banche Fornitori Altro 0 16

18 Facciamo il caso RATIOS 1 (Debiti finanziari totali / Fatturato)*100 41,20% Insufficiente 2 Centrale Rischi: (Utilizzi / Accordati a BT)*100 62,37% Buono 3 (Debiti finanziari totali / Totale Attivo)*100 68,67% Insufficiente 4 (Circolante Netto Commerciale / PFN a bt)* ,62% Ottimo 5 (Margine Operativo Netto/ Totale Attivo)*100 13,33% Ottimo 6 (Margine Operativo Netto / Oneri Finanziari) 2,50 Buono 7 (Margine Operativo Lordo / Oneri Finanziari) 4,38 Buono 8 (Variazione Scorte / Fatturato)*100 0,00% Ottimo 9 Mezzi Propri / Capitale Fisso 0,46 Sufficiente 10 Mezzi di Terzi / Mezzi Propri 4,46 Buono 17

19 Facciamo il caso FATTURATO +30%, per un 20% grazie alla nuova linea di prodotti per il nuovo segmento di clienti x, sul mercato nazionale Strategie per l anno T+1 NUOVI INVESTIMENTI NECESSARI = INCIDENZA COSTI TOTALI STIMATA UGUALE (percentuale di redditività invariata) NUOVO MUTUO PER FINANZIARE L INVESTIMENTO ROTAZIONE SCORTE + 10 GIORNI, per conservare elevata capacità di risposta ad eventuali improvvise richieste di prodotti 18

20 Facciamo il caso RISULTATO OPERATIVO DEL PROGETTO FATTURATO (100%) COSTI MONETARI (90,46%) (acquisti, lavoro, servizi) + incremento scorte = [4,46%] Incidenza netta costi (86%) COSTI NON MONETARI (6%) (ammortamenti e accantonamenti) R.O. (Reddito Operativo) (8%) 19

21 Facciamo il caso EFFETTI FINANZIARI DEL PROGETTO IL FABBISOGNO DA CAPITALE CIRCOLANTE x 100 gg 365 gg = Autofinanziamento (cash flow gestionale) FABBISOGNO REALE AL NETTO circa AUTOFINANZIAMENTO = GLI ONERI FINANZIARI A BREVE (Ipotesi TAEG: 8%) x 8% =

22 Tacchi Dadi & Datteri SpA CONTO ECONOMICO FINALE anno T+1 FATTURATO (100%) +30% Incidenza costi al netto variazione scorte (86%) COSTI NON MONETARI (6%) (ammortamenti e accantonamenti) R.O. (Reddito Operativo) (8%) ONERI FINANZIARI (da finanziamenti a breve) (1,96%) (da finanziamenti a medio/lungo) (1,38%) UTILE ANTE IMPOSTE (4,66%) Imposte (2,0%) UTILE NETTO (2,65%) +30% +50% +20% +26% +25% 21

23 Facciamo il caso Tacchi Dadi & Datteri SpA - STATO PATRIMONIALE FINALE anno T+1 IMPIEGHI Clienti Altro FONTI Banche Altro Banche Fornitori Altro 0 22

24 Facciamo il caso Siamo riusciti a migliorare l utile ante imposte ( , pari a +26,11%) grazie alla crescita di fatturato che ci eravamo prefissati (+30%). L incremento del carico fiscale (IRAP) ha poi ridotto a +24,82% l incremento di utile netto. CONSIDERAZIONI DELL IMPRENDITORE/ MANAGEMENT Siamo riusciti ad ottenere questa performance grazie alla capacità di tenere ferma all 8% la redditività delle vendite, quindi senza cali di efficienza ed efficacia di gestione La posizione di immagine della società e la gamma dei prodotti hanno ottenuto forti benefici dal nuovo progetto, aprendo a ulteriori sviluppi positivi per il prossimo anno. I maggiori oneri finanziari (le solite banche!) hanno assorbito una piccola parte dell incremento di reddito operativo Al riguardo, sarà opportuno negoziare migliori condizioni con le banche, per ridurre il più possibile l incidenza del costo del denaro 23

25 Facciamo il caso CONCLUSIONI DELL IMPRENDITORE/ MANAGEMENT NEL COMPLESSO, L AZIENDA E SULLA BUONA STRADA E L OBIETTIVO PER L ANNO PROSSIMO E DI UN ULTERIORE INCREMENTO DEL FATTURATO PARI AL 20%, CHE PENSIAMO DI OTTENERE ANCHE GRAZIE ALL INGRESSO SU NUOVI MERCATI, A CUI DOVREMO CONCEDERE QUALCHE MAGGIORE DILAZIONE NEI PAGAMENTI PER CERCARE DI ACQUISIRE UNA PICCOLA QUOTA INIZIALE DI QUEI MERCATI, A DISCAPITO DEI CONCORRENTI. 24

26 Fermiamoci un attimo Domanda 2: Qual è la vostra opinione sulle performance ottenute dall impresa? RISPOSTA Pienamente d accordo con quanto espresso dall impresa, che dovrebbe anche averne beneficiato in termini di analisi quantitativa globale (bilancio, RATIOS, eventuale rating, ecc ) D accordo con quanto espresso dall impresa, anche se per caso qualche indicatore fosse singolarmente meno buono D accordo con quanto espresso dall impresa, ma ci sono anche risultati meno positivi da considerare Non condivido la visione positiva dell impresa, anche se non ha certo peggiorato la sua situazione rispetto all anno precedente Non condivido la visione positiva dell impresa, che a mio avviso ha anche peggiorato la sua situazione globale rispetto all anno precedente

27 Giudicare rispetto a cosa? RATIOS ANNO T ANNO T+1 1 (Debiti finanziari totali / Fatturato)*100 41,20% Buono 2 Centrale Rischi: (Utilizzi / Accordati a BT)*100 62,37% Buono 3 (Debiti finanziari totali / Totale Attivo)*100 68,67% Insufficiente 4 (Circolante Netto Commerciale / PFN a bt)* ,62% Ottimo 5 (Margine Operativo / Totale Attivo)*100 13,33% Ottimo 6 (Margine Operativo Netto / Oneri Finanziari) 2,50 Buono 7 (Margine Operativo Lordo / Oneri Finanziari) 4,38 Buono 8 (Variazione Scorte / Fatturato)*100 0,00% Ottimo 9 Mezzi Propri / Capitale Fisso 0,46 Sufficiente 10 Mezzi di Terzi / Mezzi Propri 4,46 Buono 26

28 Torniamo al caso Progressivo appesantimento della posizione finanziaria (leva finanziaria, indici a breve termine, utilizzo di credito a breve rispetto all accordato) Anche gli indicatori di redditività, pur se ancora positivi, denotano minore capacità di sostegno dei costi finanziari connessi con il suddetto appesantimento. CONSIDERAZIONI DELLA BANCA Se peggiorasse la qualità dei crediti (tempi di incasso, insoluti), la struttura e la sostenibilità finanziaria andrebbero in crisi, essendo già vicine al limite. Se la concorrenza obbligasse a ulteriori investimenti e innovazioni (in processi produttivi, in ricerca, ecc...) al fine di sostenere i margini, come vi farebbe fronte l azienda? Se il fatturato calasse, come sosterrebbe gli oneri finanziari e soprattutto il rimborso dei debiti finanziari? 27

29 Torniamo al caso RATIOS ANNO T ANNO T+1 1 (Debiti finanziari totali / Fatturato)*100 41,20% insufficiente 2 Centrale Rischi: (Utilizzi / Accordati a BT)*100 62,37% Buono 3 (Debiti finanziari totali / Totale Attivo)*100 68,67% Insufficiente 4 (Circolante Netto Commerciale / PFN a bt)* ,62% Ottimo 5 (Margine Operativo Netto / Totale Attivo)*100 13,33% Ottimo 6 (Margine Operativo Netto / Oneri Finanziari) 2,50 Buono 7 (Margine Operativo Lordo / Oneri Finanziari) 4,38 Buono 8 (Variazione Scorte / Fatturato)*100 0,00% Ottimo 9 Mezzi Propri / Capitale Fisso 0,46 Sufficiente 10 Mezzi di Terzi / Mezzi Propri 4,46 Buono 40,60% insufficiente 93,47% Insufficiente 69,69% Insufficiente 137,42% Ottimo = 13,99% Ottimo 2,39 Buono 4,19 Buono 6,46% Insufficiente 0,49 Sufficiente 5,36 sufficiente RATING? BB+ B + 28

30 Torniamo al caso CONCLUSIONI DELLA BANCA NEL COMPLESSO, LA SITUAZIONE APPARE PIU INCERTA, SOPRATTUTTO IN TERMINI FINANZIARI, E SICURAMENTE PEGGIORATA, COME DENOTA IL RATING DEL CLIENTE. QUINDI. 29

31 Morale? CREDITO, FINANZA, CONFIDI: FOCUS PER L IMPRENDITORE Secondo Incontro Impresa sana e affidabile: i 10 comandamenti per ridurre al minimo i rischi di default finanziario Basta un solo comandamento: Grossi Claudio Mario Mantova, 06 Ottobre 2014 Con la collaborazione di 0 Una banca ti presta volentieri del denaro se puoi dimostrare in modo convincente che, in fondo, non ne avresti bisogno. (Bob Hope) 30

32 Morale? CREDITO, FINANZA, CONFIDI: FOCUS PER L IMPRENDITORE Scherzi a parte. Secondo Incontro Impresa sana e affidabile: i 10 comandamenti per ridurre al minimo i rischi di default finanziario 0 Grossi Claudio Mario Mantova, 06 Ottobre 2014 Con la collaborazione di Prima dei 10 Comandamenti Tecnici, Vi propongo 10 regole d oro 31

33 Il giusto approccio con le banche 1. Le banche non sono un vostro fornitore (di denaro) ma il vostro cliente più difficile. Le strategie di gestione dei rapporti con loro devono partire da questo presupposto, altrimenti tutto è più difficile. 2. Fatti e numeri che da voi sono considerati positivi e simbolo di successo dell impresa, non sono affatto gli stessi usati dalle banche per lo stesso scopo; anzi!. Cresce la produzione, assumo, cresce il fatturato, ho nuovi clienti/mercati, ecc... sono argomenti positivi per voi ma di scarso appeal per le banche!. Loro guardano ogni cosa in termini di rischio di credito e di capitali impiegati, per cui per loro conta... sei capitalizzato?, sei poco indebitato?, quanto sei capace di garantire?, se rivoglio i soldi, da dove li prendi per ridarmeli? 3. le banche... o anche... la banca... sono concetti senza significato, se non riferiti a due cose importanti: a) Organizzazione del processo valutativo e decisionale di ogni banca b) Cultura e ruolo dell interlocutore 32

34 Il giusto approccio con le banche 4. Tuttavia, anche l interlocutore più evoluto o potente, poco o nulla può fare davanti alle norme interne (che dipendono dal rating) relative a: a) Affidabile o no b) Di quanto e con quali forme tecniche (rischio) c) A che tassi/condizioni 5. Commettere un passo falso su ciò che influenza il rating, significa giocarsi il rapporto. Nessuna banca può salvare un impresa che si trova in cattive acque di rating. Non è cattiva volontà dei bancari o dei decisori; è la perversa logica del rating e del correlato concetto di rischio di default sposato dalla normativa di Basilea 2. Pertanto, prevenire situazioni di basso rating è, oggi, l unica forma di garanzia di sopravvivenza nei rapporti con le banche 6. Ne consegue che la prima regola per vivere bene e quella di non perdere la fiducia di chi i soldi ce li presta per far funzionare l impresa. 33

35 Il giusto approccio con le banche 7. La seconda regola, tipica del sistema - Italia, e quella di avere linee di credito sempre capienti e nelle forme adeguate alla natura dei propri fabbisogni: la tensione finanziaria nei rapporti bancari e quanto di peggio possa esserci per perdere la fiducia delle banche 8. Il numero delle banche con cui lavorare, quindi, è una diretta conseguenza del rispetto della seconda regola. 9. È invece il caso di chiedersi con quali banche ha senso lavorare, perché la loro mentalità, preparazione, approccio alla valutazione dell azienda, deve essere in sintonia con il nostro modo di intendere la nostra azienda. 10. Se non ce ne sono, perdonate la franchezza: è il caso di cambiare il nostro modo di pensare la nostra azienda, oppure di non aver più bisogno del sistema bancario, altrimenti il rischio che si affaccia è grande. 34

36 Morale? CREDITO, FINANZA, CONFIDI: FOCUS PER L IMPRENDITORE Secondo Incontro Impresa sana e affidabile: i 10 comandamenti per ridurre al minimo i rischi di default finanziario Penultimo passaggio: Grossi Claudio Mario Mantova, 06 Ottobre 2014 Con la collaborazione di 0 Cosa conta e cosa non conta, in generale, per le banche 35

37 Cosa conta e cosa non conta Indici di bilancio formula Buono se... importanza ROA MON/CI > Costo del debito Bassa LEVA GLOBALE MT/MP < 7 (soggettivo) Alta LEVA FINANZIARIA DFT/MP < 5 (soggettivo) Molto alta?? PFN/MOL < 7 Piuttosto alta COPERTURA ONERI FINANZ. MOL/OF Un tot di volte... (soggettivo) Media INDICE DI CASH FLOW CF/FATTURATO > 8% (soggettivo) Media Sconfinamenti in centrale rischi LETALE Percentuale insoluti < 5% del ptf MOLTO ALTA Livello utilizzo C.R. Elasticità utilizzo C.R. UT/ACC Variazione UT/ACC < 70-80% (soggettivo) Oscillante ALTISSIMA ALTA 36

38 Morale? CREDITO, FINANZA, CONFIDI: FOCUS PER L IMPRENDITORE Infine, i miei consigli Secondo Incontro Impresa sana e affidabile: i 10 comandamenti per ridurre al minimo i rischi di default finanziario Grossi Claudio Mario Mantova, 06 Ottobre 2014 Con la collaborazione di 0 I 10 Comandamenti Tecnici per ridurre al minimo i rischi di default finanziario 37

39 I 10 comandamenti tecnici 1 R.O. > OF di almeno 2,5 volte (equilibrio reddituale statico) 2 ROS > TAEG (equilibrio reddituale dinamico) 3 Qualità del reddito operativo buona, cioe: variazione scorte non significativa o comunque, se positiva, spiegata dal normale ciclo di produzione; ammortamenti e accantonamenti ai fondi rischi adeguati; ecc ) 4 Corretta correlazione tra natura e durata dei fabbisogni e natura e durata delle fonti 38

40 I 10 comandamenti tecnici 5 Accordati di centrale rischi > utilizzi (rapporto utilizzi/accordati < 80%) 6 Qualità degli accordati buona (correlazione tra quantità e tipologia delle linee di credito rispetto alla natura dei fabbisogni) 7 Posizione finanziaria netta a breve termine minore del capitale circolante netto commerciale 8 Debiti finanziari totali inferiori al 40% del fatturato 39

41 I 10 comandamenti tecnici 9 Leva finanziaria pura (cioè solo i debiti finanziari), inferiore a 5 volte i mezzi propri 10 Saper argomentare con le banche circa il rispetto di questi comandamenti, dimostrando un affidabile sistema di analisi previsionale e un raffinato sistema di reporting. 40

42 Domanda 4: Dei dieci comandamenti tecnici, posso dire: RISPOSTA Li seguo da sempre pressoché tutti, e li reputo utili per ridurre i rischi di default finanziario Ne seguo solo alcuni, ma credo che possa essere utile seguirli tutti, per ridurre i rischi di default finanziario TASTO Non li avevo considerati se non marginalmente, ma credo sia opportuno farlo 3 Ne seguo già alcuni ma non li reputo, nel complesso, utili a ridurre i rischi di default finanziario Non li seguo e non li seguirei in quanto non li ritengo utili a ridurre i rischi di default finanziario

43 GRAZIE * Nota: Questo materiale è stato redatto come supporto scritto ad una presentazione orale; non può e non deve quindi essere considerato esaustivo, completo e preciso senza i commenti che lo hanno accompagnato e tenuto conto dei destinatari e degli scopi dell intervento. 42

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