Le misure del Benessere Equo e Sostenibile (BES) in Puglia: lavoro, benessere economico, istruzione e R&I

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1 Le misure del Benessere Equo e Sostenibile (BES) in Puglia: lavoro, benessere economico, istruzione e R&I 1. Introduzione La presente nota intende fornire talune misure del Benessere Equo e Sostenibile (BES), metodologia sviluppata dall Istat per offrire indicatori sullo stato di salute del Paese che vadano al di là del PIL, attraverso l individuazione di strumenti di valutazione integrativi, in grado di ricomprendere aspetti connessi alle disuguaglianze e alla sostenibilità economica, sociale e ambientale. Il progetto BES s inserisce nel dibattito internazionale 1 sulle modalità di misurazione del progresso di una società, che, come ormai riconosciuto a livello mondiale, non possono essere esclusivamente di carattere economico. Le dimensioni considerate nel BES, che costituiscono una rappresentazione della qualità della vita all interno della società italiana, afferiscono a dodici differenti ambiti: salute, istruzione, lavoro, benessere economico, relazioni sociali, politica e istituzioni, sicurezza, benessere soggettivo, paesaggio, ambiente, ricerca & innovazione e qualità dei servizi. Nello specifico, facendo seguito alle note già pubblicate, la presente analisi prende in considerazione le quattro dimensioni più strettamente connesse al lavoro e al benessere economico, nonché all istruzione e alla ricerca e innovazione (R&I), fornendo una disamina degli indicatori - aggiornati al dato più recente reso disponibile dall Istat - più significativi e funzionali a leggere il contesto della Puglia nello scenario circoscrizionale e nazionale, onde evidenziare la presenza di eventuali divari con le regioni centro-settentrionali. Nella prima sezione si analizza il tema del lavoro, prendendo in considerazione indicatori di benessere, aggiuntivi rispetto a quelli tradizionalmente utilizzati: oltre alla quantificazione del mercato del lavoro, attraverso il tasso occupazione della popolazione, si guarda ad alcuni aspetti qualitativi, quali l incidenza di occupati sovraistruiti, gli infortuni sul lavoro, il lavoro nero e la precarietà. Nella seconda sezione si analizzano alcuni indicatori che tentano di descrivere il benessere economico, quali il 1 Sperimentazioni analoghe al BES vengono sviluppate in Francia, Germania, Regno Unito, Stati Uniti, Australia, Irlanda, Messico, Svizzera e Olanda.

2 Nota tecnica n reddito medio disponibile, il rischio di povertà e il sovraffollamento abitativo. Nella terza sezione, si analizzano i principali indicatori concernenti l istruzione e la formazione, sia quella formale sia quella informale e alle competenze della popolazione. Infine, si fornisce una panoramica dei principali indicatori, che attestano lo sforzo in ricerca e innovazione dei territori considerati. 2. Il lavoro Per quanto concerne il tema lavoro, i dati concernenti il tasso di occupazione della popolazione tra 20 e 64 anni evidenziano un quadro particolarmente critico per il Mezzogiorno (e per la Puglia). In particolare, a partire dalla crisi economica, le regioni meridionali hanno visto ridurre il proprio tasso di occupazione di quasi 5 punti. Specificamente, la Puglia passa dal 50,6% al 45,7% e il Mezzogiorno flette dal 50,1% al 45,3%. Per altro verso, è interessante notare come nell'arco del decennio , a fronte di un Nord ed un Centro del Paese che vedono crescere lievemente la propria occupazione (rispettivamente +0,3 e 0,4%), l'italia perda 1,5 punti, per effetto di un calo di 5 punti nel Mezzogiorno e di una flessione pari a -3,2% rilevata per la Puglia. Fig. 1 - Tasso di occupazione della popolazione in età anni per regione e ripartizione geografica - Anni (valori percentuali) L'incidenza di occupati sovra-istruiti (ovvero, la percentuale di occupati che possiedono un titolo di studio superiore a quello maggiormente posseduto per svolgere

3 Nota tecnica n quella professione sul totale degli occupati) vede trend chiaramente crescenti per tutti i territori oggetto di analisi. Nel dettaglio, però, spicca il dato delle regioni centrali del Paese che passano dal 18,3% al 25,7%. La Puglia, sebbene faccia notare un divario col Mezzogiorno proprio negli anni della crisi, mostra, anche a partire dal 2014, una flessione rispetto alle quote circoscrizionali, facendo registrare un rapporto di 1 occupato sovra-istruito ogni 5 unità lavorative. Fig. 2 Incidenza di occupati sovra-istruiti per regione e ripartizione geografica - Anni (valori percentuali) Il tasso di infortuni mortali e inabilità permanente (inteso come numero di infortuni mortali e inabilità permanente - al netto delle forze armate - per occupati) mostra un virtuoso calo per tutti i territori osservati. La Puglia evidenzia un indice pari a 12 nel 2013, ben al di sotto del dato meridionale complessivo (13,7) e appena un punto sopra la quota del Nord del Paese (11). Se a livello nazionale il guadagno in termini di infortuni e inabilità è pari 2,8, è il Centro del Paese a far registrare il maggior decremento (-3,3). In merito all'incidenza di occupati non regolari (ovvero, alla percentuale di occupati che non rispettano la normativa vigente in materia lavoristica, fiscale e contributiva sul totale degli occupati), la Puglia evidenzia un significativo gap, in crescita tra il 2004 e il 2013, pari a quasi 3 punti (passando dal 14,6% a l 17,4%). Tale incremento è ampiamente superiore rispetto a quanto osservato a livello circoscrizionale, nel Mezzogiorno (+0,7) e nelle regioni settentrionali del Paese (+0,5).

4 Nota tecnica n Fig. 3 - Tasso di infortuni mortali e inabilità permanente per regione e ripartizione geografica - Anni (per occupati) ,9 15,4 15,1 14,3 14,3 13,7 13,5 12,0 11, ,3 Fig. 4 - Incidenza di occupati non regolari per regione e ripartizione geografica - Anni (valori percentuali) ,4 19,2 18, ,6 12,3 12,4 12,4 12,8 10 8,9 9, La percezione di insicurezza dell occupazione, intesa come percentuale di occupati che nei successivi 6 mesi ritengono sia probabile perdere il lavoro attuale e sia poco o per nulla probabile trovarne un altro simile, mostra lievi miglioramenti tra il 2013 e il 2 Per il 2013 il dato è provvisorio.

5 Nota tecnica n Il senso di maggiore fiducia si denota dal decremento di tale indicatore: -2,5 per la Puglia (dal 15,2% al 12,7%) e -2,4 per il Mezzogiorno (dal 15,9% al 13,5%). Notevole è il divario con le regioni settentrionali, allorquando la quota 2014 risulta pari all 8,9%. Fig. 5 - Percezione di insicurezza dell'occupazione 3 per regione e ripartizione geografica - Anno (per 100 occupati) ,2 12,7 15,9 13,5 12,3 Al fine di fornire una descrizione sintetica del benessere lavorativo in Italia, l'indice composito di qualità e soddisfazione del lavoro offre importanti spunti di riflessione. In particolare, per l intero periodo della crisi, il trend è chiaramente in flessione per tutti i territori oggetto di analisi. L Italia settentrionale evidenzia la serie più elevata, che passa, comunque, da 110 (2008) a 103,4 (2014). La Puglia, invece, mostra una curva più favorevole rispetto al Mezzogiorno, segnando, nel 2014, 82,2 a fronte di 79,7 delle regioni meridionali. Resta, però, un dato di particolare interesse: la variazione più bassa è quella della Puglia, che segna un -4,1% a fronte di un -8,5% registrato per le regioni dell Italia centrale e di -6,7% rilevato per il Nord. 9,4 11,1 8,9 12, ,2 3 Occupati che nei successivi 6 mesi ritengono sia probabile perdere il lavoro attuale e sia poco o per nulla probabile trovarne un altro simile.

6 Nota tecnica n Fig. 6 Indice composito di Qualità e soddisfazione del lavoro per regione e ripartizione geografica - Anni (Metodo AMPI, Italia 2010=100) Il benessere economico Il reddito medio disponibile pro capite, inteso come rapporto tra il reddito disponibile delle famiglie, inclusivo del valore dei servizi in natura forniti dalle istituzioni pubbliche e senza fini di lucro, e il numero totale di persone residenti (in euro), mostra segnali molto positivi per la Puglia. Infatti, rispetto al Mezzogiorno e al Centro-Nord del Paese, la regione evidenzia l'incremento più alto non solo nel periodo (+9,6%), passando da a euro, ma anche nel periodo della crisi (+458 euro pari a +3,6%). Il dato non è da sottovalutare, se confrontato con quelli rinvenienti dal resto d Italia, allorquando il Nord cresce, in dieci anni, del 3,4% e il Centro del 2%, a fronte di un calo rilevato nel quinquennio (rispettivamente pari a -1,7% e -3,8%). Per quanto attiene il livello di povertà, l'incidenza di persone a rischio evidenzia un chiaro divario tra il Sud e il Nord del Paese. Nell'ultimo decennio, infatti, se nel Mezzogiorno (in media) un residente su tre è indigente, nelle regioni sette ntrionali il rapporto scende a 1 su 10. La Puglia, con il 25,8%, marca una posizione di chiaro vantaggio rispetto all'intero Mezzogiorno, che nel 2014 raggiunge il 33,2%. Altrettanto interessante è il trend in flessione che il territorio pugliese fa evidenziare, rispetto alle ripartizioni in oggetto, proprio durante la coda della crisi.

7 Nota tecnica n Fig. 7 Reddito medio disponibile (pro capite) delle famiglie consumatrici - Anni Fig. 8 Persone a rischio di povertà per regione e ripartizione geografica - Anni (valori percentuali) Lo scenario cambia un po se si osservano le persone che vivono in famiglie con grave deprivazione materiale, ovvero, con difficoltà a svolgere almeno 4 tra le seguenti attività: non riuscire a sostenere spese impreviste, avere arretrati nei pagamenti (mutuo, affitto, bollette, debiti diversi dal mutuo), non potersi permettere una settimana di ferie

8 Nota tecnica n lontano da casa in un anno, un pasto adeguato (proteico) almeno ogni due giorni, di riscaldare adeguatamente l abitazione; l acquisto di una lavatrice, di una televisione a colori, di un telefono o di un automobile. In questo caso, la Puglia manifesta un chiaro picco nel 2012 (34%), allorquando fa registrare un impennata di ben 14 punti percentuali rispetto a due anni prima. Molto marcato, in questo caso è il divario con il Nord del Paese, che nel 2014 mostra un incidenza (7,1%) pari a un terzo della quota rilevata in Puglia (23%). Fig. 9 Persone che vivono in famiglie con grave deprivazione materiale 4 per regione e ripartizione geografica - Anni (valori percentuali) Con riferimento alle persone che vivono in situazioni di sovraffollamento abitativo, in abitazioni prive di alcuni servizi e con problemi strutturali, la Puglia fa registrare un virtuoso calo nel periodo pre-crisi (-4,8% passando dal 10,8% al 6% della popolazione tra il 2004 e il 2009) e si colloca in una posizione di chiaro vantaggio comparato nello scenario meridionale (-3,5%). Purtroppo, il periodo della crisi riporta la regione in una situazione critica: nel 2014, il 12,5% della popolazione denuncia, infatti, un preoccupante problema abitativo, a fronte di un incidenza di poco inferiore al 12% nel Mezzogiorno e al 7,7% osservato nelle regioni settentrionali del Paese. È proprio il 4 Con almeno 4 di 9 problemi considerati: 1) non riuscire a sostenere spese impreviste, 2) avere arretrati nei pagamenti (mutuo, affitto, bollette, debiti di versi dal mutuo); non potersi permettere: 3) una settimana di ferie lontano da casa in un anno, 4) un pasto adeguato (proteico) almeno ogni due giorni, 5) di riscaldare adeguatamente l abitazione; non potersi permettere l acquisto di: 6) una lavatrice, 7) una televisione a colori, 8) un telefono o 9) un automobile.

9 Nota tecnica n periodo ad assegnare alla Puglia la variazione peggiore tra i territori in oggetto, con +6,4%, a fronte di un incremento medio nazionale di +2 punti percentuali. Fig. 10 Persone che vivono in situazioni di sovraffollamento abitativo, in abitazioni prive di alcuni servizi e con problemi strutturali per regione e ripartizione geografica - Anni (valori percentuali) ,8 6,0 12,5 13,1 9,6 11,8 7,3 Infine, l'indice di valutazione soggettiva di difficoltà economica, inteso come percentuale di persone in famiglie che riescono ad arrivare alla fine del mese con grande difficoltà, mostra, nell ultimo decennio, un contesto pugliese sempre inferiore rispetto a quello del Mezzogiorno, e abbastanza critico se confrontato con lo scenario nazionale. Nel 2014 un pugliese su quattro si considera in difficoltà economiche a fronte di una quota del 10,4% registrata nelle regioni settentrionali. L indice composito di reddito e disuguaglianza, in crescita fino al 2008 in tutte le ripartizioni considerate (+6,3 punti in Puglia a fronte di un +5,7 per Mezzogiorno e Italia rispetto al 2004), evidenzia successivamente un andamento stazionario per la Puglia, che nel 2014 raggiunge l 88% del valore base (Italia 2010=100), a fronte di una contrazione nelle altre ripartizioni. In particolare, il Mezzogiorno registra l 82,3% del valore nazionale del 2010, mentre la media italiana si attesta al 97,7% del valore del 2010 (entrambe le ripartizioni registrano -4,5 punti percentuali rispetto al 2008). 7,5 9, ,9 5,9 7,7 8,8 7,5 9,5

10 Nota tecnica n Fig. 11 Indice di valutazione soggettiva di difficoltà economica 5 per regione e ripartizione geografica - Anni Fig Indice composito di reddito e disuguaglianza per regione e ripartizione geografica - Anni (Metodo AMPI, Italia 2010=100) Percentuale di persone in famiglie che riescono ad arrivare alla fine del mese con grande difficoltà.

11 Nota tecnica n L istruzione L'istruzione, la formazione e il livello di competenze contribuiscono al benessere personale e collettivo. Al fine di analizzare il dominio in oggetto, è stata presa in considerazione sia l istruzione formale, conseguita attraverso la frequenza di corsi scolastici e universitari, sia la formazione continua, intesa come l acquisizione di competenze durante tutto l'arco della vita, sia al lavoro sia attraverso le attività svolte nel tempo libero: la partecipazione degli adulti ad attività formative è un elemento importante di miglioramento delle competenze. Si fa, inoltre, riferimento alla partecipazione culturale, che costituisce un ulteriore fonte di apprendimento. Nell ultimo decennio, la percentuale di persone con età compresa tra 25 e 64 anni che hanno completato la scuola secondaria di secondo grado ha registrato in Puglia un incremento di 8,3 punti percentuali (dal 40,5% al 48,8%), superiore rispetto alla variazione meridionale (+7,7 punti) e prossimo alla variazione nazionale (+9,9 punti). Ancora lontane sono le performance del Centro e del Nord, che nel 2014 raggiungono percentuali del 65,9% (+10,5 punti rispetto al 2004) e del 62,5% (+11,3 punti). Fig. 13 Persone di che hanno completato almeno la scuola secondaria di II grado (scuola media superiore) per regione e ripartizione geografica - Anni (valori percentuali) Molto positiva risulta la performance regionale nell ambito della formazione universitaria. Infatti, tra il 2004 e il 2014, la percentuale di 30-34enni che ha conseguito un titolo universitario è cresciuta di 9,7 punti percentuali (dall 11,5% al 21,2%), superando dal 2011 la corrispondente quota meridionale, che nel 2014 si attesta al 19,7% (+6,8 punti rispetto al 2004). Sebbene la percentuale di laureati sia ancora

12 Nota tecnica n inferiore in termini assoluti al dato registrato nell ultimo anno disponibile per il Centro (28,7%), per il Nord (25,3%) e per il Paese nel complesso (23,9%), la crescita osservata a livello regionale risulta superiore sia a quella media nazionale (+8,3 punti) sia a quella delle regioni settentrionali (+8,9 punti) e in linea con quella delle regioni centrali (+10 punti). Particolarmente critica appare la dimensione del fenomeno Neet ( Not in employment, education and training ), ovvero dei 15-29enni che non lavorano, non studiano e non seguono percorsi di formazione. A fronte di un trend decrescente tra il 2004 e il 2008, che ha consentito alla Puglia di ridurre di 2,3 punti il fenomeno, a seguito della crisi economica, l indicatore ha invertito il suo andamento, raggiungendo nel 2014 una quota del 33,4%, seconda solo all omologo dato meridionale (35,8%) e nettamente superiore alla media nazionale (26,2%). La crescita rilevata tra il 2008 e il 2014 a livello regionale (+6,6 pu nti) risulta, comunque, inferiore rispetto alla medesima variazione osservata nelle altre ripartizioni: si passa, infatti, da un incremento di 6,8 punti nel Mezzogiorno a +8,6 punti del Centro, con un valore intermedio, pari a +7 punti per Nord e l Italia nel complesso. Fig. 14 Persone di anni che hanno conseguito un titolo universitario per regione e ripartizione geografica - Anni (valori percentuali)

13 Nota tecnica n Fig Persone di anni che non lavorano e non studiano (Neet) per regione e ripartizione geografica - Anni (valori percentuali). 37,5 35,0 32,5 30,0 27,5 25,0 22,5 20,0 17,5 15,0 12,5 10, Con riferimento alle persone di anni, che hanno partecipato a una qualche attività di istruzione e formazione nelle 4 settimane precedenti l'intervista, il panorama dell ultimo decennio sembra evidenziare a livello regionale tre andamenti: il primo, che continua sino al 2008, vede una lieve crescita (+0, 5 punti) del valore percentuale in oggetto, cui segue, tra il 2008 e il 2013 un trend lievemente decrescente (-0,9 punti), che riporta la quota regionale (4,8% nel 2013) al di sotto del dato del 2004 (5,2%). Nell ultimo anno sembra profilarsi un buon incremento delle persone in formazione (+1,4 punti), che raggiungono il 6,2% della popolazione di riferimento. Andamenti analoghi, sebbene per quote più elevate, si rilevano per le altre ripartizioni. A livello meridionale, a seguito della contrazione di 0,6 punti tra il 2004 e il 2013, si registra una crescita di 1,1 punti nell ultimo anno, mentre a livello nazionale, la crescita raggiunge +1,8 punti, grazie all effetto traino delle regioni settentrionali (+2,4 punti nel 2014). Con riferimento alle competenze, dalle valutazioni INVALSI emerge che gli studenti pugliesi delle classi II della scuola secondaria di secondo grado hanno raggiunto un buon livello (192) nelle competenze alfabetiche, superiore rispetto al dato del Mezzogiorno (191) e prossimo a quello medio nazionale (200). Ancora limitate sono, al contrario, le competenze numeriche (186) sia in confronto con quelle degli altri studenti meridionali (189) sia, e ancor più, in confronto con il resto del Paese (200).

14 Nota tecnica n Fig. 16 Persone di anni che hanno partecipato ad attività di istruzione e formazione nelle 4 settimane precedenti l'intervista per regione e ripartizione geografica - Anni (valori percentuali). 9,0 8,5 8,0 7,5 7,0 6,5 6,0 5,5 5,0 4,5 4, Fig. 17 Livello di competenza alfabetica e numerica degli studenti delle classi II della scuola secondaria di secondo grado (scuola media superiore) per regione e ripartizione geografica - Anno scolastico 2014/ Competenza alfabetica Competenza numerica In linea con il dato ripartizionale risulta il valore regionale relativo alla percentuale di persone di 16 anni e più che sanno svolgere almeno 5 operazioni al computer tra le 6

15 Nota tecnica n elencate nell indagine 6 (19,1% in Puglia a fronte del 19,5% nel Mezzogiorno). Più alte sono le quote del Centro (25,8%) e del Nord (23,6%), che consentono al valore nazionale di raggiungere quota 22,6%. La performance individuale della Puglia risulta comunque positiva: la variazione del periodo (+7,7 punti) è superiore a quella rilevata per il Mezzogiorno (+7,6) e per il Nord (+6,4) e in linea con il dato nazionale (+7,4%). Fig. 18 Persone di 16 anni e più con alti livelli di competenza informatica per regione e ripartizione geografica - Anni (valori percentuali) L andamento dei consumi culturali, analogo per le cinque ripartizioni territoriali considerate, nonostante il gap tra Mezzogiorno e Centro Nord del Paese, che si mantiene pressoché costante (circa 13 punti in media tra il 2006 e il 2013), evidenzia gli effetti negativi della crisi economica con un certo ritardo: tra il 2008 e il 2011, la Puglia registra un incremento dei consumi culturali di 2,2 punti, superiore rispetto al Mezzogiorno (+0,7 punti) e all Italia nel complesso (+1,4 punti). In seguito, tutte le ripartizioni registrano una forte contrazione sino al 2013: -2,5 punti in Puglia a fronte di -4,3 punti nel meridione e -5,1 a livello nazionale rispetto al Nell ultimo anno disponibile (2014), solo il Centro riesce a recuperare il terreno perso (+2,7 punti), mentre la Puglia non riesce ancora a invertire il trend negativo, registrando una lieve contrazione dell indicatore (-0,5 punti rispetto al 2013). 6 Persone di 16 anni e più che sanno svolgere almeno 5 operazioni al computer tra: copiare o muovere un file o una cartella; usare "copia e incolla" per copiare o muovere informazioni all'interno di un documento; usare formule aritmetiche di base in un foglio elettronico (Excel, ecc.); comprimere (o zippare) file; connettere e istallare periferiche (stampanti, modem, ecc.); scrivere un programma per computer utilizzando un linguaggio di programmazione.

16 Nota tecnica n Fig Persone di 6 anni e più che hanno praticato 3 o più attività culturali 7 nei 12 mesi precedenti l intervista per regione e ripartizione geografica - Anni (valori percentuali). 37,5 35,0 32,5 30,0 27,5 25,0 22,5 20,0 17,5 15,0 L osservazione dell indice composito di istruzione e formazione evidenzia come la Puglia abbia intrapreso un percorso positivo: il valore conseguito nel 2014 (95,2), superiore all omologo meridionale (94,7), ma ancora inferiore rispetto a quello nazionale (105,3), evidenzia, comunque, la crescita più consistente tra le ripartizioni, rispetto al dato del La Puglia fa crescere il suo indice di 9,2 punti, a fronte di un incremento di circa 7,5 punti per il Mezzogiorno e l Italia nel complesso. Fig. 20 Indice composito di istruzione e formazione per regione e ripartizione geografica - Anni (Metodo AMPI. Italia 2010 = 100) Si sono recate almeno quattro volte al cinema; almeno una volta a teatro, musei e/o mostre, siti archeologici, monumenti, concerti di musica classica, opera, concerti di altra musica; hanno letto un quotidiano almeno tre volte a settimana; hanno letto almeno quattro libri.

17 Nota tecnica n Ricerca & innovazione La ricerca e l innovazione sono determinanti indirette del benessere, in quanto contribuiscono al progresso sociale ed economico. Le dimensioni considerate per la rappresentazione del dominio afferiscono alla creazione di conoscenza e all applicazione e diffusione della stessa. La produzione di nuova conoscenza dipende strettamente dall intensità della ricerca (percentuale di spesa in ricerca e sviluppo in rapporto al PIL), ovvero, da quanto un territorio investe in ricerca rispetto alla sua ricchezza. L indicatore in oggetto evidenzia una netta separazione tra Mezzogiorno (e Puglia) e resto del Paese: nonostante la crescita registrata tra il 2004 e il 2013 in Puglia (+0,21 punti) sia analoga alla variazione nazionale, in termini assoluti, la percentuale di risorse destinate alla ricerca a livello regionale risulta ancora troppo bassa (0,8%), se confrontata con l 1,3% nazionale e soprattutto con l obiettivo del 3% fissato a livello europeo per il Fig. 21 Intensità di ricerca 8 per regione e ripartizione geografica - Anni (valori percentuali). 1,5 1,4 1,3 1,2 1,1 1,0 0,9 0,8 0,7 0, Molto contenuto risulta il numero di brevetti registrati all'ufficio Europeo dei Brevetti (Epo) ogni milione di abitanti: nel 2011, la Puglia ha registrato 13,2 brevetti a fronte dei 10,1 del Mezzogiorno, dei 46,2 del Centro e dei 106,8 del Nord, che evidentemente ha trainato il dato nazionale sino a 62,2 registrazioni. L analisi della serie 8 Spesa sostenuta per attività di ricerca e sviluppo intra muros della Pubblica Amministrazione, dell'università e delle imprese pubbliche e private sul Pil. Le variazioni tra il nella spesa per R&S, oltre ad essere influenzate da occasionali modifiche nella classificazione istituzionale di alcuni soggetti interessati alla rilevazione (in genere, imprese che hanno assunto una natura giuridica pubblica o non profit o, al contrario, soggetti non profit trasformati in imprese), possono risentire anche dell effetto di crescita della spesa per R&S indotto dalla diffusione delle richieste di deduzione dal reddito imponibile a fini IRAP delle spese sostenute per il personale di R&S, inclusi consulenti e collaboratori (art.1, comma 347, legge n.311/ Legge Finanziaria 2005).

18 Nota tecnica n storica evidenzia un andamento decrescente sin dal 2006, anno nel quale si raggiunge il massimo nazionale con 85,3 registrazioni, ben prima, quindi, dell esplodere della crisi economica. Fig. 22 Numero di brevetti registrati all'ufficio Europeo dei Brevetti (Epo) per regione e ripartizione geografica - Anni (valori per milioni di abitanti) Al contrario dell indicatore precedente, un processo di convergenza ha interessato gli occupati con istruzione universitaria in professioni scientifico-tecniche, che nel 2014, presentano valori percentuali prossimi alla media nazionale (15,5%) in tutte le ripartizioni territoriali considerate. I trend crescenti si sono interrotti tra il 2008 e il 2011, periodo nel quale si registra un andamento stazionario in tutte le ripartizioni, a seguito del quale i tassi di crescita sono tornati positivi. La Puglia, in particolare registra, tra il 2011 e il 2014, la crescita maggiore, pari a +3,1 punti, a fronte di +1,7 punti per il Mezzogiorno e +2,0 punti per il Paese nel complesso. 9 I dati sono disaggregati territorialmente in base al codice postale della residenza dell'inventore. Se l'invenzione è opera di più autori, il brevetto è suddiviso equamente tra tutti loro e quindi tra i rispettivi luoghi di residenza. Gli indicatori, in alcuni casi, potrebbero leggermente discostarsi da quelli pubblicati da Eurostat, poiché questi ultimi usano al denominatore la popolazione al 1 gennaio. La popolazione ai confini dell'epoca è il risultato di un'operazione statistica ottenuta tramite una ricostruzione tra i due censimenti del 2001 e del 2011 e non è frutto di osservazione continua, come avviene per la popolazione calcolata correntemente. L'unità di analisi territoriale alla base della ricostruzione è il comune e i risultati a livello sovra comunale, dal provinciale al nazionale, si determinano per aggregazione. La popolazione ai confini dell'epoca, a differenza di quella ai confini attuali (che nello specifico, attualmente, si riferisce ai confini esistenti al Censimento del 2011), tiene conto dell'evoluzione del territorio nel tempo (nascita e morte dei comuni per fusione o per disaggregazione, passaggi dei comuni da una provincia o da una regione all'altra). Il totale Italia contiene le voci non ripartibili per regione e l'extra regio, ovvero la parte di un territorio economico che non può essere direttamente attribuita a una singola regione (es. acque territoriali, ambasciate all'estero, etc...).

19 Nota tecnica n Fig. 23 Occupati con istruzione universitaria in professioni Scientifico-Tecnologiche per regione e ripartizione geografica - Anni (per 100 occupati) A differenza degli occupati laureati, gli occupati nei settori manifatturieri e dei servizi ad alta intensità di conoscenza non mostrano variazioni di rilievo tra il 2008 e il 2013: a livello regionale assommano a circa l 1,5% medio della popolazione di riferimento, a fronte di un dato di poco superiore per il Mezzogiorno (1,9% in media tra il 2008 e il 2013). Più del doppio sono, invece, gli occupati in oggetto a livello nazionale (3,3% in media) e nelle regioni settentrionali (3,6% in media) e centrali (4,4% in media), che raggiungono i valori più elevati. Fig. 24 Occupati nei settori manifatturieri ad alta tecnologia e in quelli dei servizi ad elevata intensità di conoscenza per regione e ripartizione geografica - Anni (valori percentuali). 5,0 4,5 4,0 3,5 3,0 2,5 2,0 1,5 1, (a) Con riferimento all applicazione della ricerca, la percentuale di imprese che, nell ultimo anno disponibile (2012), hanno introdotto innovazioni tecnologiche (di

20 Nota tecnica n prodotto e processo), organizzative e di marketing nel triennio di riferimento sul totale delle imprese con almeno 10 addetti, vede la Puglia (46,9%) in una situazione di svantaggio rispetto alla media nazionale (51,9%) sebbene il valore regionale sia maggiore dell omologo ripartizionale (45,1%). Inferiore è la quota di imprese che ha introdotto innovazioni di prodotto-servizio: la Puglia (17,8% nel 2012) si posiziona ancora tra il Mezzogiorno (14,5%) e la media nazionale (20,4%), che risente dei maggiori valori raggiunti dalle regioni settentrionali (22,7%). Fig. 25 Imprese che hanno introdotto innovazioni tecnologiche (di prodotto e processo), organizzative e di marketing e Imprese che hanno introdotto innovazioni di prodotto-servizio nell arco di un triennio per regione e ripartizione geografica - Anni 2004, 2008, 2010 e 2012 (per 100 imprese con almeno 10 addetti) ,3 40,5 44,6 51,5 48,0 46,2 39,1 43,6 48,9 45,7 41,0 43,6 44,1 54,6 50,3 46,9 45,1 51,2 54,2 51,9 13,0 10,4 12,9 17,4 15,1 20,3 16,9 19,3 25,0 22,1 13,5 16,6 19,2 27,7 23,6 17,8 14,5 19, Imprese che hanno introdotto innovazioni tecnologiche, organizzative e di marketing 22,7 20,4 Imprese che hanno introdotto innovazioni di prodottoservizio 10 I dati utilizzati per questo indicatore fanno riferimento a una sottopopolazione di imprese con almeno 10 addetti attive nei seguenti settori: industria, commercio all'ingrosso; trasporto e magazzinaggio; attività editoriali; telecomunicazioni; produzione di software, consulenza informatica e attività connesse; altri servizi informatici; attività finanziarie e assicurative; attività degli studi di architettura e d ingegneria; collaudi e analisi tecniche.

21 Fonti e sitografia ISTAT (2015), Rapporto BES 2015: il benessere equo e sostenibile in Italia. A cura di Nunzio Mastrorocco (nunzio.mastrorocco@ipres.it) Elisa Calò (elisa.calo@ipres.it)

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