Tabella 1. Fenomeno dell audizione L organo dell udito trasforma un segnale meccanico in un entità astratta: la sensazione
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- Giada Lentini
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1 45 Il Rumore Considerazioni generali sul fenomeno sonoro I fenomeni sonori possono dividersi in due gruppi: suoni propriamente detti rumori In linea generale possiamo definire i suoni come fenomeni acustici gradevoli, mentre per rumori s intendono quelli che sono fastidiosi o pericolosi. Sia i suoni che i rumori sono prodotti dalle vibrazioni dei corpi (sorgenti sonore), che si trasmettono ad un mezzo elastico e che possono essere rilevate da un ricevitore. Nell uomo la superficie ricevente è la membrana timpanica le cui vibrazioni sono trasmesse al cervello che a sua volta le traduce in sensazione uditiva. Trasmissione del fenomeno sonoro Tutti i corpi, solidi, liquidi o gassosi, possono trasmettere le vibrazioni sonore di una sorgente e la velocità di trasmissione varia al variare della natura del mezzo. Il fenomeno fisico elementare è costituito da onde sinusoidali di oscillazione della pressione atmosferica che si propagano in tutte le direzioni alla velocità di 331,8 m/sec (in aria a 0 C). In condizioni normali il suono si propaga attraverso: Tabella 1 Fenomeno dell audizione L organo dell udito trasforma un segnale meccanico in un entità astratta: la sensazione uditiva. L orecchio umano è costituito da tre parti principali: orecchio esterno, medio ed interno.
2 46 il rumore L orecchio esterno è costituito dal Padiglione Auricolare e dal Meato Uditivo che hanno lo scopo di convogliare le onde sonore sulla membrana timpanica; questa è l elemento di separazione tra orecchio esterno ed orecchio medio ed ha il compito di produrre una vibrazione e di trasmetterla agli ossicini (Martello, Incudine e Staffa). Questi ultimi sono contenuti in una cavità chiusa in modo che la pressione interna si mantenga costante. La pressione è mantenuta uguale a quella statica atmosferica, dalla Tromba di Eustachio che collega l orecchio medio alla faringe. L orecchio interno è fondamentalmente costituito dalla Coclea o Chiocciola che contiene un liquido che viene messo in vibrazione dall incudine che ne trasmette anche la frequenza. Il liquido è a contatto di numerosissime terminazioni nervose, le Cellule Ciliate, che trasformano l impulso meccanico in neuroelettrico e lo inviano al cervello. Le cellule ciliate rispondono al suono in maniera specifica: quelle sensibili ai suoni acuti sono disposte nel giro basale della coclea, quelle per i toni bassi si trovano nel giro più distale. Caratteristiche e misura del suono Il suono è caratterizzato essenzialmente da: intensità o livello sonoro: esprime l entità della variazione di pressione dovuta all onda sonora; si misura in decibel (db), una scala particolare perchè ad ogni aumento di 3 db corrisponde un raddoppio dell intensità sonora e quindi dell energia che arriva all orecchio; frequenza (f): esprime il numero di variazioni di pressione al secondo dell onda sonora e si misura in Hertz (Hz). Si parla di suono puro quando esso è caratterizzato da un unica frequenza; si dice invece suono complesso un suono in cui sono presenti frequenze diverse con un andamento quasi periodico. Affinché un suono possa essere udito dall uomo deve avere due caratteristiche: 1. l energia sonora deve avere un livello d intensità compreso tra un minimo, al quale si da il nome di soglia di udibilità, ed un massimo, oltre il quale la troppa intensità sonora produce una sensazione dolorosa detta: soglia del dolore; 2. la sua frequenza deve essere compresa tra due frequenze limite: quella inferiore pari a 16 Hz e quella superiore di Hz.
3 il rumore 47 Tabella 2 Per questo motivo si distinguono: 1. infrasuoni: oscillazioni di pressione con frequenze inferiori a 16 Hz che non danno suoni udibili; 2. ultrasuoni: oscillazioni di pressione con frequenze superiori a Hz per i quali l orecchio umano non è sensibile. Il comportamento dell orecchio umano nei riguardi del suono non è lineare; infatti la sensazione sonora varia con la frequenza con cui il suono viene emesso e la variabilità dipende inoltre dal livello della pressione sonora. Si può affermare che l orecchio umano è meno sensibile ai suoni di basse frequenze (inferiori a 200 Hz) e più sensibile ai suoi di frequenze medie ( Hz). L orecchio umano è sensibilissimo fra 1000 e 3000 Hz, però già oltre i 5000 Hz e al di sotto di 50 Hz distingue poco i due suoni percepiti, ed oltre Hz non ne discerne la diversa altezza.
4 48 il rumore
5 il rumore 49 I rumori vengono classificati secondo le loro caratteristiche di variazioni nel tempo: Rumore stazionario: presenta fluttuazioni trascurabili. Rumore non stazionario: presenta sensibili fluttuazioni. Rumore (non stazionario) fluttuante: vara in modo continuo e non presenta carattere impulsivo. Rumore (non stazionario) intermittente: diminuisce più volte bruscamente fino al valore di fondo; il tempo in cui è superiore al valore di fondo è di uno o più secondi. Rumore (non stazionario) impulsivo: uno o più impulsi di energia sonora di durata inferiore ad un secondo. CLASSIFICAZIONE DEI RUMORI (NORMA STANIMUC 7712) I rumori, anche quelli stazionari, presentano sempre delle fluttuazioni; per tale motivo, al fine di valutare meglio l esposizione al rischio, è stato ricavato il cosiddetto Livello equivalente continuo (Leq), che rappresenta il livello di un ipotetico rumore costante, della stessa durata ed energicamente equivalente al rumore variabile misurato: è in pratica la media del fenomeno complessivo. Poiché l orecchio umano non presenta la stessa sensibilità alle diverse frequenze, occorre correggere le misure mediante delle curve di ponderazione che tengano conto della minore sensibilità alle alte e, soprattutto alle basse frequenze. La curva di risposta A è quella che tiene maggior conto dell impedenza dell orecchio umano e che viene comunemente utilizzata per lo studio dell inquinamento acustico; per tale motivo, i risultati verranno sempre indicati come dba o, talvolta, db(a). Le curve B e C vengono raramente considerate, mentre è ancora in uso la curva D che sovrastima le alte frequenze e che viene applicata nelle misure dei livelli di rumore degli aerei, caratterizzati appunto da alte frequenze. Per poter quantificare la percentuale di rischio di danno acustico cui è sottoposto un lavoratore esposto al rumore, occorre conoscere le varie esposizioni nell arco della giornata lavorativa al fine di calcolare il livello di esposizione quotidiano al rumore (L EP,d ) che rappresenta quindi l esposizione quotidiana professionale di un lavoratore al rumore espressa in db(a) misurata, calcolata e riferita alle 8 ore giornaliere. Qualora l attività lavorativa, e la conseguente esposizione al rumore, varino molto nel corso della settimana, è possibile calcolare il livello settimanale di esposizione al rumore (L EP,w ) che rappresenta l esposizione settimanale professionale di un lavoratore al rumore espressa in db(a) calcolata come media dei valori quotidiani sui
6 50 il rumore giorni lavorativi della settimana. La misura dei livelli di rumore si effettua con l impiego del fonometro il quale è un misuratore di livello sonoro che, tramite un microfono ed una serie di circuiti amplificatori elettronici, trasforma il segnale acustico in segnale elettrico ed esprime il livello di rumore direttamente in decibel. La gamma di misura di un fonometro di precisione è compresa di solito fra 24 db e 140 db per un intervallo di frequenza compreso tra 16 e Hz. Il fonometro deve presentare delle caratteristiche che corrispondano alle norme internazionali Classe 1, IEC 651 e IEC 804 (come citate dal D.Lgs 277/91), per cui vengono distinti in quattro classi in base alle prestazioni, e cioè: classe 0 (strumenti da laboratorio, di riferimento); classe 1 (fonometro di precisione, per la determinazione dei livelli di esposizione personale); classe 2 (fonometro di uso generale, per misure sul campo o dosimetriche); classe 3 (fonometro per misurazioni preliminari o puramente indicative). Il fonometro consente la possibilità di misurare nel tempo il rumore istantaneo e quello medio ponderato, Leq ( in tal caso viene definito integratore). Per indagini negli ambienti di lavoro, si possono utilizzare dei dosimetri di rumore che (applicati sul lavoratore) rendono possibile la registrazione del fenomeno per tutto un turno lavorativo. Tale sistema è particolarmente indicato nel caso in cui l operatore compia una mansione che comporti frequenti spostamenti nell ambito lavorativo e quindi sia soggetto ad una variabilità spazio-temporale dell energia ricevuta dall apparato uditivo; tale apparecchio infatti riesce a campionare tutta l energia sonora cui è esposto e di conseguenza dare l esatta esposizione durante un turno di lavoro. Se si vogliono raggiungere quindi entrambi gli obiettivi di prevenzione e di valutazione del rischio da esposizione al rumore in ambiente lavorativo, è indispensabile l uso integrato del dosimetro e del fonometro. Patologia da rumore: effetti uditivi ed extrauditivi L esposizione ad elevate intensità rumorose e per lunghi tempi provoca ipoacusia o
7 il rumore 51 sordità perché distrugge i recettori acustici, cellule nervose capaci di trasformare le vibrazioni meccaniche sonore in impulsi nervosi che, giunti al cervello, determinano la sensazione uditiva.tali recettori sono insostituibili, se distrutti, e il danno che ne consegue è progressivo e irreversibile: l ipoacusia peggiora se continua l esposizione al rumore e non migliora neppure se questa termina. È inoltre bilaterale e può essere accompagnata da fastidiose percezioni di ronzii e fischi (acufeni) e da intolleranza ai rumori forti (recruitment). Si tratta di un danno insidioso perché si instaura lentamente e inavvertitamente; nelle fasi iniziali, è limitato alle alte frequenze ( Hz) e quindi si ha una diminuita capacità di sentire suoni acuti (musica, campanelli) o la voce parlata in presenza di rumore di fondo; il deficit uditivo si evidenzia solo con l esame audiometrico che mostra una curva tipica da trauma acustico cronico. I rumori impulsivi, di brevissima durata e di grande intensità, sono ancora più lesivi in quanto l orecchio non fa in tempo ad attuare i meccanismi protettivi fisiologici. L ipoacusia da rumore insorge in genere dopo diversi anni di esposizioni e dipende dal L EP,d (rischio pressochè nullo sotto gli 80 dba) e da caratteristiche individuali; è una malattia incurabile: l unica arma efficace è la prevenzione. Il rumore non determina solo sensazione uditiva ma, già per livelli superiori a 70 dba, tramite i centri di integrazione cerebrale, causa stress e determina una reazione neurovegetativa aspecifica responsabile di effetti che predispongono a malattie che colpiscono vari organi ed apparati: sistema nervoso: disturbi dell equilibrio e del tono psicomotorio, disturbi dell attenzione e della concentrazione; organo della vista: disturbi del visus legati anche ad uno stato di dilatazione della pupilla; apparato gastrointestinale: aumento della motilità gastrointestinale e possibili fenomeni spastici, aumento dell incidenza di gastroduodeniti ed ulcere; apparato cardiocircolatorio: aumento della frequenza cardiaca, costrizione dei vasi periferici, aumento della pressione arteriosa; apparato respiratorio: aumento della frequenza respiratoria; apparato endocrino: modificazioni nella produzione di ormoni, particolarmente a carico di ipofisi e surrene; altri organi ed apparati: disturbi del carattere, eccitazione, depressione, nevrosi, disturbi sessuali. Come conseguenza degli effetti sopra citati, uditivi ed extrauditivi, si determinano dei disturbi nella vita di relazione con conseguenze negative sull attività lavorativa e con notevole incremento del rischio di infortunio. Non bisogna trascurare inoltre che un lavoratore ipoacusico può avere difficoltà di comunicazione verbale e può essere più esposto a rischi di varia natura per l impossibilità di udire segnali di avvertimento o di
8 52 il rumore allarme. Sorveglianza sanitaria Consente di individuare in fase precoce gli effetti dannosi del rumore e di adottare provvedimenti di tutela dei lavoratori. Le modalità del controllo sanitario sono indicate nel D.Lgs 277/91 (art.44) che prevede una visita medica ed un controllo della funzione uditiva (otoscopia ed esame audiometrico) per esposizione giornaliera a L EP,d superiori ad 85 dba.tale controllo obbligatorio deve essere effettuato, a cura e spese del Datore di lavoro e ad opera di un Medico Competente, prima dell esposizione a rumore e dopo un anno di esposizione; successivamente dovrà essere almeno annuale, in caso di L EP,d superiore a 90 dba e almeno biennale, in caso di L EP,d inferiore a 90 dba. Il controllo sanitario è comunque opportuno anche per L EP,d compreso tra 80 e 85 dba; in questo caso diventa, inoltre, necessario su esplicita richiesta dei lavoratori con conferma dell opportunità da parte del Medico Competente. Riduzione dell esposizione al rumore Per ridurre l esposizione al rumore si deve intervenire a diversi livelli: FONTI DI RUMORE Utilizzare macchine costruite con criteri atti a renderne più silenzioso il funzionamento. Allontanare dall ambiente di lavoro le macchine la cui presenza non è strettamente necessaria. Utilizzare utensili meno rumorosi. Provvedere alla regolare manutenzione delle macchine e sostituzione delle parti deteriorate. PROPAGAZIONE DEL RUMORE Appoggiare le macchine su supporti antivibranti. Trattare pareti, pavimenti e soffitto con materiale fonoassorbente e fono-isolante. Isolare le sorgenti più rumorose con schermi, cabine fonoisolanti-fonoassorbenti o con la loro segregazione in altro locale separato. ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO Alternare i lavoratori sulle varie macchine o lavorazioni al fine di ridurne l esposizione. Predisporre cabine fonoisolanti-fonoassorbenti per lo stazionamento degli operatori.
9 il rumore 53 Eseguire le lavorazioni più rumorose in frazioni di orario giornaliero per più giorni, piuttosto che per giorni interi e, se possibile, durante la notte o quando sono presenti meno lavoratori. INFORMAZIONE/FORMAZIONE DEI LAVORATORI Informare e formare i lavoratori sul corretto utilizzo delle macchine e sull adeguata conduzione delle lavorazioni al fine di evitare emissioni sonore superflue. Dispositivi di protezione individuale Servono ad attenuare l energia sonora trasmessa all orecchio per via aerea. Vanno utilizzati quando non è possibile evitare in altro modo un esposizione dannosa. Ne esistono di diversi tipi con differenti capacità di attenuazione: caschi: db; cuffie: db; inserti: 8-30 db. I caschi e le cuffie offrono l attenuazione maggiore ma sono ingombranti e fastidiosi per cui sono utili per esposizioni a livelli di rumorosità elevati, ma di breve durata, massimo 2 ore. Gli inserti si inseriscono direttamente nel condotto uditivo esterno e possono essere sagomati come il condotto, non sagomati (tipo espansibile) e selettivi, che attenuando soprattutto il passaggio delle alte frequenze, non impediscono la comprensione dei messaggi verbali. Gli inserti sono generalmente meglio tollerati e possono essere portati anche per tutta la durata dell orario di lavoro; sono utili in caso di esposizioni prolungate a rumore di intensità meno elevata; è necessario comunque un certo grado di addestramento all uso e una corretta igiene, pena l insorgenza di fastidiose irritazioni o di infezioni del condotto uditivo. La normativa sul rumore prescrive al Datore di lavoro di: informare i lavoratori sui mezzi di protezione per L EP,d compresi tra dba; di formarli sul corretto uso di tali dispositivi e di fornirglieli, dopo averli consultati per la scelta dei modelli, per L EP,d maggiori di 85 dba. I lavoratori sono invece obbligati ad utilizzarli per L EP,d
10 54 il rumore superiori ai 90 dba. Aspetti normativi Il capo IV del D.Lgs 277/91 costituisce la prima normativa specifica sul rumore in ambiente di lavoro della legislazione italiana. Essa è finalizzata esclusivamente alla protezione contro i rischi per l udito; rimane comunque valida la precedente normativa per gli aspetti che esulano dal danno uditivo (art. 24, DPR 303/56). I suoi aspetti più qualificanti sono: La responsabilizzazione del Datore di lavoro in merito alla valutazione del rumore durante il lavoro (art. 40) ed alla successiva adozione di misure tecniche, organizzative e procedurali concretamente attuabili, volte a ridurre al minimo i rischi derivanti dalla esposizione a rumore, privilegiando gli interventi alla fonte (art. 41). La responsabilizzazione di chiunque produca, commercializzi e/o installi impianti, macchine od utensili rumorosi, senza corredarli di adeguata informazione acustica (art. 46 e 54). L obbligo di informazione e formazione dei lavoratori (art. 42 e altri). Il D.Lgs 277/91 non definisce alcun valore limite di esposizione, ma vari livelli (L EP,d 80, 85, 90 dba), al superamento dei quali le varie figure coinvolte devono adottare adeguati provvedimenti di tutela. Obblighi dell Azienda Il Datore di lavoro, i dirigenti e/o i preposti, oltre a valutare il rischio ed attuare le misure tecniche, organizzative e procedurali di cui si è detto, devono: per L EP,d, maggiore di 80 dba: Effettuare i rilievi dei livelli secondo le norme tecniche allegate al D.Lgs (che prescrivono metodiche e strumentazione adeguata) e ripeterli ad intervalli opportuni. Informare i lavoratori sui rischi derivanti all udito dall esposizione a rumore, sulle misure e gli interventi adottati, sulla funzione dei mezzi individuali di protezione, sul significato e ruolo del controllo sanitario, nonché sui risultati dei rilievi effettuati. Prevedere l eventuale controllo sanitario.
11 il rumore 55 per L EP,d maggiore di 85 dba: formare adeguatamente i lavoratori sull uso corretto dei protettori personali, delle macchine, degli utensili ed attrezzature al fine di ridurre al minimo i rischi per l udito; fornire ai lavoratori i mezzi individuali di protezione; effettuare il controllo sanitario. per L EP,d maggiore di 90 dba: comunicare all organo di vigilanza ed ai lavoratori le misure tecniche ed organizzative applicate o che si intendono adottare al fine di ridurre al minimo i rischi per l udito; segnalare appropriatamente i luoghi che potrebbero comportare un esposizione superiore a 90 dba, perimetrarli e limitarne l accesso; disporre ed esigere l uso corretto dei mezzi individuali di protezione dell udito; effettuare il controllo sanitario; istituire ed aggiornare il registro nominativo degli esposti ed inoltrarne copia all ASL e all ISPESL. In ogni caso, indipendentemente dai livelli di rumorosità, nell acquisto di nuove macchine dovranno essere preferite quelle a minore rumorosità.
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