1. INDICATORI SOCIO-DEMOGRAFICI

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1 1. INDICATORI SOCIO-DEMOGRAFICI 1.1. INDICATORI Il presente paragrafo si propone di fornire al lettore una sintetica disamina degli aspetti demografici e socio-economici che connotano la popolazione piemontese. E ormai ben noto, infatti, che le caratteristiche socio-economiche della popolazione includono importanti determinanti di cattiva o di buona salute dell individuo e ne orientano la domanda d assistenza. I meccanismi attraverso cui tali determinanti manifestano i propri effetti sulla mortalità e sulla morbosità di una popolazione possono essere molteplici. Le condizioni sociali familiari influenzano la salute del nascituro fin dal concepimento; altri fattori eziopatogenetici si manifestano nelle condizioni di vita e di lavoro, tramite l adozione di stili di vita insalubri, la presenza di fattori materiali che minacciano igiene e sicurezza e di fattori psicosociali, cioè meccanismi d induzione dello stress cronico correlati alla posizione sociale, l instabilità professionale; infine circostanze di natura socioeconomica sembrano opporsi ad un accesso tempestivo a cure efficaci (Marmot M. & Wilkinson R.G. (ed), Social determinant of Health, Oxford, Oxford University Press, 1999). Tra i fattori demografici, i mutamenti nella struttura per età e le migrazioni della popolazione, oltre che esercitare un influenza diretta sui bisogni di salute e d assistenza, possono avere a loro volta importanti ripercussioni sull organizzazione di un sistema sociale territoriale (Fondazione Giovanni Agnelli, Il futuro di Torino e del Piemonte, Fondazione Giovanni Agnelli, Torino, 1991). Questo paragrafo descrive quindi il territorio piemontese per classi di densità abitativa (popolazione per km 2 ) e zona altimetrica (pianura, collina, montagna), per indice di dipendenza degli anziani (popolazione con 6 anni e oltre/ popolazione con età tra 1 e 64 anni), per quota di famiglie unipersonali (percentuale sul totale delle famiglie), per presenza di stranieri (percentuale per 1 abitanti) e per alcuni indicatori socioeconomici come i tassi di attività (popolazione occupata o disoccupata/popolazione con età tra 1 e 64 anni), di occupazione (popolazione occupata /popolazione con età tra 1 e 64 anni), di disoccupazione (popolazione disoccupata/occupati o disoccupati) e la quota di popolazione con oltre 6 anni con basso titolo di studio (fino alla licenza elementare). Ad eccezione della rappresentazione dei comuni per densità abitativa e zona altimetrica, il paragrafo fornisce, per ciascun indicatore, la rappresentazione cartografica della distribuzione comunale lisciata, i diagrammi dei valori medi per classi di ampiezza demografica (<3, 3-3, >3) e zona altimetrica del comune, i valori medi regionali e torinesi con relativi intervalli di confidenza e test sulla componente di ed infine la rappresentazione cartografica della distribuzione lisciata dei valori medi per zona statistica del comune di Torino. Ogni indicatore è stato costruito e analizzato in base ai dati rilevati ai censimenti 1991 e

2 1.2. DENSITÀ ABITATIVA E ALTIMETRIA Densità abitativa, 1991 Densità abitativa, 21 Le mappe caratterizzano i comuni del Piemonte in base a due informazioni distinte: ad un primo livello, le caratteristiche morfologiche del territorio piemontese (vedi legenda), secondo la classificazione ISTAT delle zone altimetriche 1 e, ad un secondo livello, la distribuzione della densità della popolazione sul territorio. Riguardo alla prima informazione, si rileva la preponderanza nel Piemonte di aree montane e collinari rispetto a quelle di pianura; riguardo alla seconda, è evidente quanto la morfologia del territorio abbia condizionato le scelte di insediamento della popolazione che si è concentrata nelle aree più urbanizzate di pianura e di collina (quelle di colori più scuri) circonvicine ai capoluoghi di provincia e nelle Langhe, senza variazioni tra il 1991 e il 21. Di converso, è evidente la bassa densità abitativa delle zone montane, fatta eccezione per le aree che hanno vissuto un più recente processo di antropizzazione come le valli Chisone, Susa e Ossola. Una scarsa densità abitativa è anche riscontrabile nel corridoio Nord-Est di pianura posto tra il biellese ed il vercellese. La gran parte della popolazione piemontese vive quindi in sottosistemi sociali propri degli ambienti urbani L INDICE DI DIPENDENZA DEGLI ANZIANI I valori medi di tale indicatore, incrementatisi dal 1991 al 21 sia nella regione, sia, in misura maggiore, nel relativo capoluogo, risultano più elevati nei comuni di piccole dimensioni e in quelli collinari e di montagna, sebbene la variabilità dell indice in base all ampiezza demografica e alla zona altimetrica si sia progressivamente ridotta. Le mappe dei valori nei comuni piemontesi, al 1991 e al 21, mostrano come alle aree montane e collinari scarsamente popolate e con un limitato sviluppo economico corrispondano anche quelle in cui maggiore è la presenza degli anziani e il relativo carico sulla popolazione attiva. Fanno eccezione le aree di confine dell alta Val di Susa e Chisone e della Val d Ossola. La variazione temporale dei valori medi comunali lisciati evidenzia un decremento dell indice, dal 1991 al 21, nel cuneese e nel saluzzese. 1 Pianura (verde) = fino a 3m.s.l.m. Collina (ocra) = da 3 a 6m.s.l.m. Montagna (marrone) = oltre 6m.s.l.m. 12

3 A Torino, valori più elevati dell indice di dipendenza caratterizzano al 1991 le zone del centro, mentre si osserva un progressivo invecchiamento della periferia ad Ovest, Nord-Ovest e a Sud della città FAMIGLIE MONOCOMPONENTE La quota regionale di famiglie unipersonali, sul totale delle famiglie, è aumentata tra il 1991 ed il 21, passando dal 26,3% al 29,8%. La quota di famiglie monocomponente è mediamente più elevata nei comuni piccoli (sotto i 3. abitanti) e in quelli di montagna con prevalenze più elevate nel 21 rispetto al Le differenze per ampiezza demografica e zona altimetrica rimangono però, tra i due periodi, costanti. Le mappe dell indicatore nei comuni piemontesi mostrano una particolare concentrazione delle famiglie monocomponente nelle aree montane e pedemontane, ad eccezione dell Ossola, rispetto a quelle di pianura e di collina, caratterizzando la popolazione anziana, che vi risiede, da condizioni di forte isolamento sociale sia al 1991, sia al 21. La quota di famiglie unipersonali nel capoluogo di regione, costantemente più elevata della media regionale, registra anch essa un incremento dal 1991 al 21. La distribuzione intra cittadina rimane nel decennio relativamente stabile; i livelli più elevati del fenomeno si registrano nelle zone del centro. 1.. STRANIERI PER 1 RESIDENTI La presenza straniera sul territorio regionale, scarsamente apprezzabile nel 1991, è di poco inferiore al 3% al 21 e caratterizzata da alcune aree di elevata concentrazione, che riguarda maggiomente i comuni con oltre 3 abitanti e di pianura. E evidente la particolare densità, al 21, nel cuneese, nelle Langhe e nelle colline a ridosso del confine con la Liguria. E inoltre possibile evidenziare un elevata concentrazione d immigrati nell area compresa tra il biellese, il Nord della provincia di Novara di confine con il Verbano-Cusio-Ossola e con la Lombardia. Un elevata presenza di stranieri si rileva infine nell alta Val di Susa e Val Chisone. Nel 21, gli immigrati rappresentano il 4% della popolazione torinese; la loro concentrazione appare maggiore nelle zone del centro, della collina e nella periferia a Nord-Ovest e a Sud-Ovest della città IL TASSO DI ATTIVITÀ Il tasso di attività a livello regionale si riduce lievemente tra il 1991 e il 21, ma in modo marcato nelle aree dell Ossola e della provincia di Torino. Viceversa, aumenta nel triangolo compreso tra il saluzzese, il cuneese e l albese. Non si registrano particolari differenziazioni sul territorio della sua distribuzione né per ampiezza demografica, né per altimetria del comune di residenza. La situazione al 21, vede una maggiore partecipazione al mercato del lavoro nelle aree prossime a Novara e di confine con la Lombardia e nell ampia zona centrale che si estende dalla provincia di Torino al Sud della regione. Spicca per un alta partecipazione anche la zona di confine con la Francia dell alta Val di Susa e Val Chisone. 13

4 Anche nel capoluogo di regione si è verificata una riduzione contenuta del tasso di attività che ha colpito principalmente le zone periferiche e popolari a Nord, a Ovest e a Sud della città, mentre si è verificato un aumento nelle zone più ricche del centro e della collina IL TASSO DI OCCUPAZIONE Il tasso di occupazione mostra un discreto aumento a livello regionale che si concentra in modo particolare nell area Sud (Saluzzo, Alba, Bra, Cuneo e versante occidentale delle Langhe) rispetto ad una situazione pressoché stazionaria nella provincia torinese e ad un calo nel capoluogo. Anche in questo caso, sia l ampiezza demografica, sia l altimetria del comune di residenza non influiscono in modo particolare sulla distribuzione dell indicatore. Nel 21, la distribuzione più elevata dell occupazione si sovrappone alle aree con un elevata partecipazione al mercato del lavoro. Il tasso di occupazione aumenta anche a Torino dove è però possibile considerare che la variazione sia stata influenzata in particolare da una riduzione della popolazione più consistente rispetto alla riduzione in valori assoluti del numero degli occupati. L aumento nominale del tasso si è verificato nelle aree centrali della città a discapito delle periferie Nord e Sud. Anche a livello cittadino, le aree ad alta occupazione si sovrappongono a quelle ad alta partecipazione al mercato del lavoro IL TASSO DI DISOCCUPAZIONE Il tasso di disoccupazione si riduce in modo consistente a livello medio regionale. E più elevato nei comuni di grandi dimensioni rispetto a quelli di piccole dimensioni, senza variazioni in questa differenza fra 1991 e 21. La distribuzione dell indicatore per altimetria vede una preponderanza della disoccupazione nelle aree di pianura rispetto alla montagna e alla collina. Proporzionalmente, la riduzione della disoccupazione ha interessato maggiormente le aree di montagna i cui valori, nel 21, si sono allineati a quelli della collina. Anche a Torino il tasso di disoccupazione si è ridotto in modo consistente fra il 1991 e il 21. Questa riduzione si è distribuita in modo uniforme sul territorio di modo che la mappa del 1991 coincide con quella del 21, con una concentrazione della disoccupazione nelle periferie a Nord e Sud della città. Per una corretta interpretazione delle dinamiche del mercato a livello del territorio è opportuno trattare congiuntamente i principali indicatori del mercato del lavoro. L area che si estende tra il Nord del saluzzese e la montagna a Sud del cuneese presenta contestualmente i livelli più elevati di attività, di occupazione e quelli più bassi di disoccupazione. L elevato livello di attività potrebbe quindi essere principalmente condizionato dall elevato livello dell occupazione, così come il basso livello di disoccupazione potrebbe dipendere da un elevata domanda di lavoro in grado di assorbire quasi tutta l offerta. In posizione lievemente meno favorevole è l area del biellese, probabilmente a causa di una minor quota di popolazione in età attiva. 14

5 Riguardo ai tassi di attività e di occupazione, si presenta invece opposta la situazione che si riscontra nelle aree di montagna al Sud del vercellese e della provincia di Alessandria. E questo un contesto caratterizzato da livelli d attività e d occupazione bassi o molto bassi, mentre si diversifica la distribuzione della disoccupazione. L Ossola, il vercellese, l alessandrino e il Centro-Ovest presentano alti livelli di disoccupazione che sembrano indicare la ricerca di lavoro in un contesto che offre scarse opportunità. Il versante orientale delle Langhe e il Sud-Est dell alessandrino, nella zona di confine con la Liguria, presentano invece una situazione estrema di mancanza di risorse: si riscontano infatti i più bassi livelli di attività, i più bassi livelli di occupazione e i più bassi livelli di disoccupazione: ciò potrebbe significare che la poca popolazione che abita il territorio è collocata al di fuori delle forze di lavoro; e in effetti sappiamo essere questa una zona abitata prevalentemente da anziani POPOLAZIONE DI OLTRE 6 ANNI CON BASSO TITOLO DI STUDIO Nel decennio la popolazione di bassa istruzione si è ridotta in modo consistente a livello regionale, con una variazione che ha interessato in modo uniforme il territorio sia per dimensioni dei comuni, sia per altimetria degli stessi. Si può notare la maggiore quota di popolazione senza istruzione obbligatoria nelle aree che sono rimaste legate all economia agricola, dall Ossola, alla pianura del novarese e del vercellese, alla collina dell astigiano, alla pianura e alla montagna del cuneese. E da notare che questa distribuzione corrisponde solo in parte ad una maggior presenza d anziani, che potrebbero essere più comprensibilmente detentori di titoli di studio più bassi. Titoli di studio mediamente più elevati sembrano invece concentrarsi nei capoluoghi di provincia: spiccano l area torinese compresa delle sue valli di montagna, l eporediese CONCLUSIONI La gran parte della popolazione piemontese vive in contesti urbani, più densamente popolati, in grado di offrire una maggiore prossimità dei servizi, ma anche una maggiore esposizione a rischi per la salute di tipo ambientale e una maggiore vulnerabilità delle reti di supporto sociale. Le aree di montagna appaiono scarsamente popolate, con un limitato sviluppo economico, e una forte presenza di anziani in famiglie monocomponente, quindi in condizioni di potenziale fragilità e forte limitazione nel supporto sociale, oltre che nell accesso ai servizi. Dal punto di vista economico, sembrano inoltre esistere alcune aree, o meglio, dei sottosistemi sociali territoriali nei quali si cumula una serie di svantaggi in grado di influenzare negativamente i livelli qualitativi della salute della popolazione residente: queste in generale potrebbero corrispondere alle aree montane, pedemontane e collinari ad economia tradizionale. Viceversa, la distribuzione degli indicatori sembra dare ragione alle nuove tendenze della geografia economica che sottolineano l importanza delle dinamiche economiche endogene, innestate nei tessuti socioculturali locali che più sanno valorizzare nel senso del mercato il patrimonio identitario. E questo il 1

6 caso dell area Sud-Occidentale della regione che interessa il territorio delle Langhe e della provincia di Cuneo, più in generale, nei quali l organizzazione della società locale sembra manifestare capacità di sviluppo demografico, anche attraendo la popolazione sul territorio, economico e livelli elevati di qualità di vita. 16

7 Indice di DIPENDENZA ANZIANI (%) % Bayesiana, 1991 % Bayesiana, 21 % secondo l ampiezza demografica e il periodo % secondo la zona altimetrica e il periodo 4 4 indice dipendenza anziani < >3. indice dipendenza anziani pianura 2.collina 3.montagna % Bayesiana,1991 % Bayesiana, Legenda: +: valore statisticamente significativo nel 9% di probabilità. ++: valore statisticamente significativo nel 99% di probabilità. -: valore non statisticamente significativo 17

8 FAMIGLIE MONOCOMPONENTE (%) % Bayesiana, 1991 % Bayesiana, 21 % secondo l ampiezza demografica e il periodo % secondo la zona altimetrica e il periodo 3 4 % famiglie con un componente % famiglie con un componente < >3. 1.pianura 2.collina 3.montagna % Bayesiana, 1991 % Bayesiana, Legenda: +: valore statisticamente significativo nel 9% di probabilità. ++: valore statisticamente significativo nel 99% di probabilità. -: valore non statisticamente significativo 18

9 STRANIERI PER 1 RESIDENTI (%) % Bayesiana, 1991 % Bayesiana, 21 % secondo l ampiezza demografica e il periodo % secondo la zona altimetrica e il periodo stranieri per 1 abitanti < >3. stranieri per 1 abitanti pianura 2.collina 3.montagna % Bayesiana, 1991 % Bayesiana, Legenda: +: valore statisticamente significativo nel 9% di probabilità. ++: valore statisticamente significativo nel 99% di probabilità. -: valore non statisticamente significativo 19

10 TASSO DI ATTIVITÀ (%) % Bayesiana, 1991 % Bayesiana, 21 % secondo l ampiezza demografica e il periodo % secondo la zona altimetrica e il periodo Tasso di attività < >3. Tasso di attività pianura 2.collina 3.montagna % Bayesiana, 1991 % Bayesiana, Legenda: +: valore statisticamente significativo nel 9% di probabilità. ++: valore statisticamente significativo nel 99% di probabilità. -: valore non statisticamente significativo 2

11 TASSO DI OCCUPAZIONE (%) % Bayesiana, 1991 % Bayesiana, 21 % secondo l ampiezza demografica e il periodo % secondo la zona altimetrica e il periodo Tasso di occupazione < >3. Tasso di occupazione pianura 2.collina 3.montagna % Bayesiana, 1991 % Bayesiana, Legenda: +: valore statisticamente significativo nel 9% di probabilità. ++: valore statisticamente significativo nel 99% di probabilità. -: valore non statisticamente significativo 21

12 TASSO DI DISOCCUPAZIONE (%) % Bayesiana, 1991 % Bayesiana 21 % secondo l ampiezza demografica e il periodo % secondo la zona altimetrica e il periodo Tasso di disoccupazione < >3. Tasso di disoccupazione pianura 2.collina 3.montagna % Bayesiana, 1991 % Bayesiana, 21 Legenda: +: valore statisticamente significativo nel 9% di probabilità. ++: valore statisticamente significativo nel 99% di probabilità. -: valore non statisticamente significativo

13 POPOLAZIONE DI OLTRE 6 ANNI CON BASSO TITOLO DI STUDIO (%) % Bayesiana, 1991 % Bayesiana, 21 % secondo l ampiezza demografica e il periodo % secondo la zona altimetrica e il periodo % popolazione con titolo di studio basso < >3. % popolazione con titolo di studio bass pianura 2.collina 3.montagna % Bayesiana, 1991 % Bayesiana, Legenda: +: valore statisticamente significativo nel 9% di probabilità. ++: valore statisticamente significativo nel 99% di probabilità. : valore non statisticamente significativo 23

14 1.11. APPENDICE: DEFINIZIONI UTILIZZATE PER IL CALCOLO DEGLI INDICATORI. Indicatore Numeratore Denominatore Sesso Densità abitativa Popolazione Kmq U e D Indice di dipendenza anziani Popolazione 6 anni Popolazione 1-64 anni U e D % Famiglie monocomponente Famiglie con un componente Famiglie U e D Stranieri per 1 residenti Popolazione straniera Popolazione U e D Tasso di attività Popolazione 1 anni appartenente alle forze lavoro Popolazione 1 anni U e D Tasso di occupazione Popolazione 1 anni occupata Popolazione 1 anni U e D Tasso di disoccupazione Popolazione 1 anni in cerca di occupazione Popolazione 1 anni appartenente alle forze lavoro U e D % Popolazione con basso titolo di studio Popolazione 6 anni con licenza elementare Popolazione 6 anni U e D 24

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