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2 Indice 1. Presentazione del progetto 1.1. Premessa 1.2. Dati identificativi dell Azienda 1.3. Localizzazione dell area 2. Quadro di riferimento programmatico 2.1. Vincoli territoriali ambientali Aree naturali protette Rete Natura Vincolo idrogeologico Vincolo Paesaggistico Indicazione derivanti dal Piano stralcio per l Assetto Idrogeologico (P.A.I.) Fasce di rispetto da strade, autostrade, gasdotti, oleodotti, elettrodotti, cimiteri, ferrovie, beni militari Piano Paesaggistico Territoriale Regionale 2.3. Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale 2.4. Piano Regolatore Generale del Comune di Faggiano 2.5. Piano Regionale per la Gestione dei Rifiuti 3. Quadro di riferimento ambientale 3.1. Inquadramento geologico e geomorfologico 3.2. Inquadramento idrologico e idrogeologico Idrologia Idrogeologia 3.3. Inquadramento meteo climatico 4. Quadro di riferimento progettuale 4.1. Descrizione del processo produttivo 4.2. Descrizione dell impianto 4.3. Capacità dell impianto 5. Analisi degli impatti 5.1. Emissioni in atmosfera 5.2. Impatto viabilistico 5.3. Impatto odorigeno 5.4. Impatto acustico 5.5. Gestione delle acque reflue 5.6. Approvvigionamento idrico 5.7. Produzione di rifiuti 5.8. Vibrazioni e radiazioni 5.9. Rischio di incidente rilevante Matrice coassiale degli impatti 6. Conclusioni Allegati

3 1. Presentazione del progetto 1.1. Premessa La Società MIB. S.r.l., in qualità di soggetto proponente, illustra la sua iniziativa imprenditoriale, mediante la presente relazione tecnica preliminare nell ambito della procedura di Verifica di assoggettabilità a VIA del progetto relativo alla realizzazione di un impianto per la produzione di compost, senza l impiego della frazione organica dei rifiuti solidi urbani, ottenuto dalle lavorazioni dei seguenti rifiuti: Rifiuti Verdi costituiti da residui di potatura e manutenzione di parchi, giardini, aree a verde, boschi, ecc ; Pallet non contaminati e non trattati; Fanghi ottenuti dalla depurazione delle acque reflue urbane. Le applicazioni del prodotto stabilizzato e umidificato sono prevalentemente destinate all utilizzo come ammendante organico in agricoltura, e in miscela con altri materiali inorganici di scarto, inoltre può essere utilizzato come un suolo artificiale (tecnosuolo) per scopi agronomici ed interventi di ripristino ambientale oppure ancora come semilavorato per altri tipi di compost per usi specifici. L impianto sarà realizzato nel Comune di Faggiano (zona PIP) in un area di proprietà della stessa Ditta proponente. Il presente studio preliminare ambientale per la verifica dell assoggettabilità viene predisposto ai sensi dell art. 20 del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i., e della L.R. n.11/2001 Norme sulla valutazione dell impatto ambientale Pagina 2 di 22

4 1.2. Dati identificativi dell Azienda Si riportano di seguito i dati identificativi della Società : Sede amministrativa Via Dante n. 114 B Codice Fiscale/Partita IVA Sede dell impianto Comune di Faggiano Area per Insediamenti Produttivi, II Lotto P.I.P. Dati catastali del lotto Foglio n. 1, p.lle 1167 e Localizzazione dell area L area oggetto dell intervento è situata nella zona P.I.P. del Comune di Faggiano. Topograficamente l area ricade nella tavoletta II N.E. San Giorgio Jonico del foglio 202, edito dall I.G.M.. La quota sul livello del mare è di circa mt. s.l.m. L area ha coordinate geografiche di Latitudine N e di Longitudine E. In catasto rientra nel Foglio n.1 p.lle 1167 e Pagina 3 di 22

5 Area oggetto di Studio fig. 1 Stralcio IGM 1:25000 Area oggetto di Studio fig. 2 Ortofoto Individuazione dell area oggetto di intervento Pagina 4 di 22

6 2. Quadro di riferimento programmatico Il quadro di riferimento programmatico fornisce gli elementi conoscitivi sulle relazioni tra l opera progettata e gli atti di pianificazione e programmazione territoriale e settoriale. Finalità del Quadro di Riferimento Programmatico, all interno dello Studio di Impatto Ambientale, è quello di inquadrare l opera progettuale nel contesto complessivo delle previsioni programmatiche e della pianificazione territoriale alle diverse scale di riferimento: da quella generale a quella di area vasta a quella locale. Al suo interno vengono individuate le relazioni e le interferenze che l opera stabilisce e determina con i diversi livelli della programmazione e della pianificazione sia sotto il profilo formale, ovvero la coincidenza con le indicazioni vigenti delle diverse strumentazioni attive, sia sotto quello sostanziale, cioè la congruenza delle finalità e degli obiettivi dell opera con le strategie generali e locali Vincoli territoriali ambientali Aree naturali protette Parchi Nazionali Nel Comune di Faggiano non sono presenti Parchi Nazionali. Parchi Naturali Regionali e Interregionali Nel Comune di Faggiano non sono presenti Parchi Regionali e Interregionali Parchi Naturali Provinciali Nel Comune di Faggiano non sono presenti Parchi Provinciali Pagina 5 di 22

7 Riserve naturali Nel Comune di Faggiano non sono presenti Riserve Naturali Rete Natura 2000 Il sito in esame non ricade in S.I.C. Siti di Interesse Comunitario e Z.P.S. Zone di Protezione Speciale. Il medesimo sito non è neanche nelle vicinanze di uno dei siti di cui sopra Vincolo idrogeologico Il Sito in esame non è sottoposto a vincoli idrogeologici Vincolo Paesaggistico L area in esame non è sottoposta ad ex Vincolo Galasso L. 431/85 Lett.C Indicazione derivanti dal Piano stralcio per l Assetto Idrogeologico (P.A.I.) Come illustrato nella figura successiva, il sito è al di fuori della vincolistica del PAI e comunque non ci rischi per eventuali esondazioni provenienti da aree esterne. Pagina 6 di 22

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9 Fasce di rispetto da strade, autostrade, gasdotti, oleodotti, elettrodotti, cimiteri, ferrovie, beni militari. La conformità urbanistica tra l attività da porre in essere e il sito è abbastanza acclarata e vi è il rispetto di tutte le fasce di rispetto Piano Paesaggistico Territoriale Regionale Il PPTR è stato adottato dalla Giunta Regionale con delibera n del 2 agosto 2013 ed il sito è al di fuori degli ambiti di competenza di detto piano Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale Il sito non rientra nei cardini del PTCP Piano Regolatore Generale del Comune di Faggiano Il sito è inquadrato, secondo il vigente strumento urbanistico del Comune di Faggiano come zona industriale di tipo D. In tale zona sono permesse diverse attività tra cui quelle oggetto della presente iniziativa Piano per gli Insediamenti Produttivi Il comune di Faggiano è dotato, da diversi anni, di piano di insediamento produttivo concretizzatosi con la costruzione di un area PIP dove sarà localizzata l iniziativa Piano Regionale per la Gestione dei Rifiuti L attività non è in contrasto con il piano regionale Puglia per la gestione dei rifiuti. Pagina 8 di 22

10 3. Quadro di riferimento ambientale 3.1. Inquadramento geologico e geomorfologico L area di studio dal punto di vista geologico è caratterizzata, dalla presenza di formazioni sedimentarie di deposizione in ambiente prevalentemente marino. Entrando nel dettaglio è possibile distinguere le seguenti formazioni geologiche affioranti (dal più antico al più recente): Depositi alluvionali recenti o attuali (Olocene) Depositi Marini Terrazzati (Pleistocene Medio Superiore); Argille Subappennine (Pleistocene Inferiore con passaggi al Pliocene Superiore) Calcareniti di Gravina (Pliocene Superiore con passaggi al Pleistocene Inferiore); Calcare di Altamura (Cretaceo: attribuibili al Senoniano Turoniano). Depositi alluvionali recenti e attuali (Olocene); Questi sono depositi the si individuano lungo le lineazioni dei corsi d'acqua, avvallamenti naturali del terreno ove c è un recapito delle acque di scorrimento superficiale e lungo la fascia costiera, a fronte di aree alluvionali. Sono costituite da sedimenti alluvionali composti da ciottoli calcarei e calcarenitici di piccole e medie dimensioni immersi in una matrice terrosa grossolana e fine, a volte organica di colore scuro; Depositi Marini Terrazzati (Pleistocene Medio Superiore); Sono costituite da sabbie calcaree con conglomerati e ghiaie, poco cementate con intercalati banchi di panchina; Sabbie argillose grigio azzurre. Gli spessori sono mediamente di alcuni metri; Pagina 9 di 22

11 Argille Subappennine (Pleistocene Inferiore); La formazione e costituita da argille marnose e siltose, marne argillose, talora decisamente sabbiose. Il colore è grigio azzurro o grigio verdino; in superficie la colorazione e bianco giallastra. Generalmente i litotipi pia marnosi e sabbiosi si rinvengono nei livelli superiori, mentre nei livelli basali si rinvengono le argille grigio azzurre. Gli spessori di argilla in questa area possono superare anche i mt; Calcareniti di Gravina (Pliocene Superiore); Le Calcareniti di Gravina rappresentano il livello basale del ciclo sedimentario della Fossa Bradanica. Si tratta di calcareniti organogene, variamente cementate, porose, biancastre, grigie e giallognole, costituiti da clasti derivanti dalla degradazione dei calcari cretacei nonché da frammenti di Briozoi, Echinoidi, Crostacei e Molluschi. Talvolta la parte basale della formazione a contatto con il calcare, si ha un conglomerato ciottoli calcari più o meno arrotondati, con matrice calcarea bianca, gialla o rossastra. A volte al contatto con la formazione dei calcari vi è intercalato un banco di spessore a volte inferiore al metro di sabbia calcarenitica argillosa; Calcare di Altamura (Cretaceo: attribuibile al Senoniano Turoniano); E' la formazione più antica che affiora in questa parte della provincia ionica. Questa e costituita da calcari compatti, coroidi, grigio nocciola, grigio rossastri in superficie ed a frattura concoide, nonché di calcari più o meno compatti bianchi, grigiastri in superficie, con frattura irregolare. Sono spesso associati calcari cristallini vacuolari, rosati, biancastri per alterazione ed a frattura irregolare. La stratificazione è sempre evidente, di solito in banchi fino a 2 metri, ma nei livelli inferiori, la stratificazione è varia e la roccia appare talora laminata. Pagina 10 di 22

12 Entrando nel dettaglio l area di studio dal punto di vista geologico è caratterizzata, in affioramento, dalla presenza di depositi marini sedimentari riferibili al Pleistocene Superiore. Per la precisione sono presenti sedimenti calcarenitici, deposti in ambiente di mare tidale e subaereo. Questa formazione costituita da arenarie calcaree mediamente cementate, presenta una colorazione giallastra, nella parte fresca, e grigio scura in quella esposta agli agenti atmosferici, con elementi granulometrici variabili da fini a medie. Può presentarsi con l'aspetto tipico di depositi di panchina, più spesso è caratterizzato con la tipica laminazione incrociata, evidente segno di deposizione eolica. La formazione è mediamente compatta con piccole o medie fratture dovuto sia allo scarico tensionale che a stress tettonici. Sono individuabili nella formazione numerosi resti fossili, prevalentemente conchiglie e molluschi, indici di sicura formazione marina. Questa formazione poggia in trasgressione, attraverso un livello di sabbia calcarenitica di modesto spessore, sulle Argille Subappennine, riferibili al Pleistocene Inferiore, di colore grigio azzurre, che nell'area presenta spessori, superiori ai metri. Le Argille Subappennine poggiano a loro volta sulle Calcareniti di Gravina. Le due formazioni succitate rappresentano il termine superiore e inferiore del ciclo sedimentario noto in letteratura con il nome di "Serie della Fossa Bradanica" databile tra il Pliocene Superiore e il Pleistocene Medio Inferiore. I depositi della serie bradanica poggiano sui Calcari di Altamura, del Cretaceo Superiore, che costituisce il basamento rigido dell'intera penisola salentina. Questa formazione è dissecata da numerose faglie ed è visibile in affioramento presso i rilievi delle serre tarantine. Pagina 11 di 22

13 La formazione è costituita da calcari micritici disposti in sottili lamine tenute insieme da cemento calcitico. A causa della elevata diagenesi che ha subito la roccia, questa risulta essere piuttosto tenace, dalla tipica frattura concoide. Il rilevamento geologico non ha messo in evidenza nessun tipo di dislocazione tettonica (Faglie). Sono bensì presenti delle fratture che dissecano la roccia in senso sia verticale, che orizzontale. La frequenza di tali fratture è piuttosto bassa. Le fratture presenti sono per la quasi totalità riempite di materiale calcitico di ricristalizzazione, di media bassa durezza. Non si è evinto la presenza di possibili forme dovute a fenomeni carsici (cavità, etc.) di un qualche interesse, anche se non è possibile escludere la loro presenza in profondità. E da menzionare che, comunque, nella roccia calcarenitica si formano principalmente cavità paracarsiche di piccole dimensioni. Non sono presenti corpi di frana o di erosione; l'area non è ubicata lungo alvei fluviali. Non vi sono evidenze d'instabilità idrogeologiche nell'area, grazie sia alla consistenza lapidea dei terreni affioranti. Dal punto di vista geomorfologico, l'area si trova lungo un debole versante di un antico cordone dunare fossile, con pendenze attorno al 1 2 % in direzione Ovest Inquadramento idrologico e idrogeologico Idrologia Nell'area di studio manca un'attiva circolazione superficiale di acqua. Difatti non si individua nessun tipo di fiume, torrente o corso d'acqua che interessa direttamente il sito in studio. In compenso il sito si trova a circa 130 metri a Est di un importante corso d'acqua che prende il nome di Canale Maestro. Il canale raccoglie le acque che cadono nel suo bacino idrografico che presenta una forma piuttosto allungata protesa verso i rilievi ove si posizione l'abitato di Faggiano. Pagina 12 di 22

14 Le acque che ivi scorrono sono prevalentemente di origine meteorica e si attivano in concomitanza di piogge o temporali. Nei periodi più umidi il corso d'acqua drena una parte delle falde acquifere superficiali poste nel settore settentrionale, e confinate nei depositi marini terrazzati. II letto del corso d'acqua, infatti, intercetta il letto dell'acquifero superficiale. L'area ove si ubica il sito non ricade in nessuna classificazione da parte dell'autorità di Bacino con Delibera del C.I. del , che ha approvato l'adozione del Piano Stralcio di Assetto Idrogeologico e delle relative misure di salvaguardia Idrogeologia Le calcareniti del deposito marino terrazzato, grazie alla permeabilità sia primaria che secondaria, sono sede di una falda acquifera superficiale,che è più ricca Ià dove lo spessore del deposito marino terrazzato è maggiore. La superficie piezometrica presenta fluttuazioni tra periodo secco e umido, indotte principalmente a fenomeni di evapotraspirazione e a quelli di capillarità, oltre che a emungimenti da pozzi che intercettano tale acquifero. La profondità di rinvenimento della falda acquifera dovrebbe assestarsi normalmente attorno ai 4,0 metri di profondità dal piano campagna nel livello di massima escursione. Nell'area questa falda acquifera può avere delle discrete potenzialità. Si rinviene, anche una ricca falda di base confinata nei Calcari di Altamura. Questa falda si trova ad una pressione maggiore di quell'atmosferica, a causa della copertura argillosa sovrastante, ed è alimentata dalle acque meteoriche che cadono, sui rilievi posti a Nord. La piezometrica si stabilizza ad una profondità di circa 4 5 metri s.l.m.; La falda acquifera di base non interesserà i terreni in superficie, in quanto lo strato di argilla impedisce all'acqua di risalire attraverso essa. L'acquifero calcareo è caratterizzato da una circolazione di acqua, che avviene lungo le fratture createsi per sforzi meccanici e per fenomeni di dissoluzione chimica. La base di quest'acquifero non è definita, ed è data da una zona di Pagina 13 di 22

15 transizione, in cui si ha il passaggio tra le acque relativamente dolci della parte superiore (1,5 ± 2,5 g/1) a quelle salate di intrusione marina ( 37 g/1) Inquadramento meteo climatico Il clima dell'area è tipico mediterraneo con estati secche e calde e inverni miti e piovosi. La stagione piovosa corrisponde con il periodo Novembre Febbraio, mentre la stagione secca corrisponde al periodo Giugno Settembre. La piovosità non è elevata con valori attorno ai 600 mm di pioggia annui. Bisogna considerare che nell'ultimo ventennio tale valore è diminuito (con un calo anche del 15 %), con un cambiamento anche nella distribuzione delle piogge, che si concentrano in periodi sempre pin brevi. La temperatura media annuale varia tra 16 e 17 C. La temperatura media minima del periodo invernale primaverile è di circa 13 C. I venti dominanti sono di direzione NE SW (Tramontana) e S N (Scirocco). I dati fanno riferimento a quelli normalmente reperibili sul sito cartografico della Regione Puglia. Pagina 14 di 22

16 4. Quadro di riferimento progettuale 4.1. Descrizione del processo produttivo Il processo è molto semplice poiché non utilizza materiali putrescibili come la frazione organica dei rifiuti solidi urbani. Essa si basa sul conferimento di circa un autoespurgo al giorno (circa 30 ton) di fanghi di depurazione palabili e/o pompabili. Il mezzo entra in un area filtro con chiusure automatiche (saracinesche) che non consentono l emissione degli odori verso l interno e l esterno. Tale area è già in depressione. Successivamente, il mezzo scarica il materiale in serbatoio e vasche i cui accessi, stagni, avvengono dall interno del capannone. Durante lo scarico, l area è ancora in depressione rispetto alla pressione esterna. Si fa presente che prima di scaricare i fanghi, verrà prelevato un campione per una procedura di omologa. In caso negativo, la merce viene respinta. Il mezzo esce come si evince dalla planimetria successiva a questa pagina. I fanghi cosi scaricati vengono inviati ad una filtrapressa per una opportuna disidratazione, cioè quanto basti per far mantenere agli stessi, il necessario livello di umidità. Dal disidratatore, i fanghi vengono inviati alla miscelazione e biossidazione accelerata in opportune celle chiuse. A dette celle vengono aggiunti degli sfalci deferrizzati e triturati che sono stati stoccati all aperto e sotto tettoia. Ci sarà un processo di controllo dell azoto e del carbonio che sono necessari alla produzione del compost. Il prodotto siffatto, dopo un certo tempo, che in alcuni casi può durante qualche giorno, diventa compost e viene insaccato. Anche questa parte del processo sarà sempre in depressione con un controllo mediante nasi elettronici. Non ci saranno odori molesti. Sono previste delle aree per la manutenzione per conto terzi di filtropresse. Le acque residue dal processo di filtropressatura saranno trattate secondo lo schema indicato nelle tavole allegate. Anche le acque le acque meteoriche saranno trattate. L aria estratta verrà anch essa trattata. Pagina 15 di 22

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18 4.2. Descrizione dell impianto L impianto di produzione di compost sorgerà su un lotto recintato di circa mq. Nonostante l area non ricada nel Vincolo paesaggistico, è stato adeguatamente considerato l inserimento paesistico e architettonico dello stabilimento, ciò al fine di ridurre il pur modesto impatto visivo della proposta e fare in modo che questo risulti il più possibile inserito in modo armonico nel paesaggio preesistente. In particolare è stata prevista la realizzazione di una barriera a verde, lungo tutto il perimetro, al fine di mascherare le componenti dell impianto e sono state adottate soluzioni architettoniche caratterizzate da linee morbide e armoniose. L accesso all area è garantito da un cancello posto a nord ed uno posto a sud est. Il personale accederà separatamente da un ulteriore cancello posto a nord del lotto. Nei pressi del cancello posto a nord, destinato all ingresso degli automezzi, è prevista la realizzazione di una pesa e l installazione di un box ad uso ufficio per l accettazione dei materiali e per le pratiche amministrative. Nell area in esame è prevista: l individuazione di un area esterna destinata allo stoccaggio e al trattamento (interno) di deferrizzazione e triturazione dei rifiuti verdi e dei pallet che una volta lavorati, verranno di volta in volta, secondo necessità, portati nel capannone dove saranno miscelati con i fanghi di depurazione; la realizzazione di una palazzina di 2 piani, destinata ad accogliere al piano terra i laboratori di ricerca e di analisi e al primo piano gli uffici amministrativi; la realizzazione di una camera filtro per l accesso dei mezzi auto spurgo all interno del capannone provvisto di portoni industriali automatici a chiusura rapida. la realizzazione di un capannone in c.a. prefabbricato di 1000 mq, posto in depressione, all interno del quale sono individuate le seguenti aree: Pagina 17 di 22

19 o area per lo scarico dei mezzi auto spurgo / area di scarico dei rifiuti verdi e dei pallet pretrattati; o camera filtro per l uscita degli automezzi dal capannone, dotata di portoni industriali automatici a chiusura rapida; o area destinata alla installazione della Filtropressa per la disidratazione dei fanghi; o area destinata all impianto di Miscelazione (fanghi rifiuto verde pallet) e Biossidazione accelerata. o Area destinata all insacchettamento del compost. o Area destinata al magazzino e servizi tecnici. l installazione di 3 vasche per lo stoccaggio di 60 mc di fanghi di depurazione, all esterno del capannone; l installazione di un impianto di trattamento delle acque provenienti dalla Filtropressa Capacità dell impianto L impianto di compostaggio in progetto, presenta le seguenti capacità: Fanghi ottenuti dalla depurazione delle acque reflue urbane ottenuti dalla depurazione delle acque reflue urbane. Stoccaggio: 30 t/giorno Processo: t/giorno 2 veicoli/giorno auto spurgo. Rifiuti Verdi e Pallet non contaminati. Stoccaggio: 5 t/giorno Processo: 3 t/giorno Pagina 18 di 22

20 5. Analisi degli impatti 5.1. Emissioni in atmosfera L impianto di compostaggio proposto, in relazione alla quantità, alla tipologia dei rifiuti attesi in entrata (scarti verdi e fanghi) e al luogo in cui verranno processati, comporterà un impatto minimo sull atmosfera. I rifiuti verdi e i pallet, miscelati ai fanghi di depurazione, comporteranno processi ossidativi le cui emissioni gassose di anidride carbonica, ossidi di azoto, anidride solforosa ed altre sostanze accessorie risulteranno controllate così come l'aspetto olfattivo, in quanto il processo avverrà all interno del capannone Impatto viabilistico Le principali direttrici infrastrutturali viarie su gomme per giungere all impianto sono rappresentate dalla SP 110 e dalla SP 109 entrambi intersecanti con la SS 7 Taranto S. Giorgio J. e dalla SP 106. Riguardo ai quantitativi stimati come capacità complessiva dell impianto, è possibile stimare un traffico medio di circa 1 3 viaggi al giorno. Da questa semplice analisi è possibile definire l impatto ridotto. Pagina 19 di 22

21 fig. 3 Individuazione delle principali direttrici infrastrutturali Fonte: Impatto odorigeno L impianto di compostaggio proposto, comporterà un impatto minimo in termini di emissioni odorigene, in quanto lo scarico dei fanghi ed il processo di compostaggio avverranno all interno del capannone mantenuto in depressione e dotato di zone filtro le cui aperture di accesso saranno a chiusura rapida e automatica. Verranno installati i seguenti sistemi: sistema di biofiltrazione, sistema di naso elettronico per il monitoraggio delle emissioni odorigene; un sistema di deodorizzazione. Pagina 20 di 22

22 5.4. Impatto acustico Le operazioni di triturazione e vagliatura, producono essenzialmente un impatto episodico Gestione delle acque reflue Le acque in uscita dalla filtropressa verranno convogliate in un impianto di trattamento acque caratterizzato dalle seguenti fasi: grigliatura; dissabbiatura; stoccaggio acque; filtraggio con carboni attivi Approvvigionamento idrico Lo stabilimento progettato non necessiterà di grande apporto idrico da acquedotto poiché recupera internamente l intera quantità di reflui depurati. L approvvigionamento idrico avviene direttamente dall acquedotto e l acqua viene impiegata per lo spazzamento delle aree esterne, per l eventuale esecuzione di nuove opere, nelle manutenzioni, nel ricevimento dei rifiuti all impianto di compostaggio, negli impianti di refrigerazione, nelle pulizie e nella cura delle aree verdi, nonché per l uso igienico e civile Produzione di rifiuti E previsto un impatto positivo in quanto il materiale in entrata, classificato come rifiuto, con il processo verrà trasformato e interamente reimpiegato come compost. L impianto risponde al tema della riduzione dei rifiuti e del riutilizzo virtuoso. Pagina 21 di 22

23 Si prevede il recupero anche della frazione inorganica di scarto estranea al trattamento dell impianto, come ad esempio metalli ecc.., che sarà comunque raccolto in contenitori dedicati debitamente identificati dal relativo codice CER esposto Vibrazioni e radiazioni Impatti assenti 5.9. Rischio di incidente rilevante Impatto assente Matrice coassiale degli impatti Essendo il processo abbastanza semplice non vi è necessità di utilizzare una matrice coassiale. 6. Conclusioni L impianto cosi descritto, a parere del tecnici del proponente, non abbisogna di valutazione d impatto ambientale poiché è escluso l uso dei materiali putrescibili anche se i fanghi di depurazione utilizzati siano pompabili in alcuni casi però essi saranno stoccati in vasche chiuse e collegate alla filtropressa mediante collegamenti stagni. Non ci sono grandi traffici di automezzi da 1 a 3 al giorno. Tutto il processo sarà in depressione. Allegati: Tav.1 Inquadramento generale e pianificazione Tav.2 Impianti e processi Tav.3 Sintesi ambientale Piano per un eventuale studio d impatto ambientale Pagina 22 di 22

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