VARIAZIONI DI DENSITÀ PER POROSITÀ (BACINO SEDIMENTARIO DEL FIUME ARNO) E FRATTURAZIONE (AREA METAMORFICA KTB) EVIDENZIATE DA RILIEVI DI GRAVITÀ

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1 P. Cantini (1), G. Pinna (2), G.P. Pinna (3) e E. Pinna (1) (1) Dipartimento di Scienze della Terra dell Università di Pisa (2) Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale, Sgonico (TS) (3) Petroltecnica Italiana S.r.l. VARIAZIONI DI DENSITÀ PER POROSITÀ (BACINO SEDIMENTARIO DEL FIUME ARNO) E FRATTURAZIONE (AREA METAMORFICA KTB) EVIDENZIATE DA RILIEVI DI GRAVITÀ Riassunto. Nel bacino sedimentario neogenico della foce dell Arno presso Tombolo, dove la Società Petrolifera Italiana ha scoperto un giacimento a gas, è evidente la presenza di un minimo gravimetrico che delimita l area interessata dalla perforazione e che può essere ben interpretato mediante inversione integrata essendo in possesso di una notevole massa di informazioni complementari. Importanti risultano le informazioni geologiche fornite dalle linee sismiche note in letteratura (Mariani e Prato, 1988), che hanno suggerito l ubicazione delle perforazioni e dei pozzi perforati che hanno fornito il master log, la stratigrafia su base paleontologica e la determinazione dei parametri fisici in base ai logs elettrici. L esame delle anomalie di Bouguer, ottenute attraverso un rilevamento di dettaglio della zona, fornisce elementi singolari in quanto il quadro delle anomalie residue presenta dei minimi a bassa intensità (1-2 mgal) nell area maggiormente attraversata dalle perforazioni. È possibile che tali anomalie risultino connesse a diffusi livelli porosi saturi di gas e pertanto una tale definizione del quadro gravimetrico consente in definitiva di delimitare l area del giacimento che risulta estendersi più ampiamente verso N. Relativamente all area KTB, dove sono stati perforati 2 pozzi profondi (4000 m e 9101 m) nel basamento cristallino del massiccio boemo, è disponibile in letteratura una notevole quantità di informazioni. In tale area sono stati condotti diversi rilievi geofisici: in particolare ci si riferisce alla campagna di sismica a riflessione 3D (Harjes et al., 1997) e al rilievo gravimetrico e magnetico di dettaglio riportato da Bosum et al. (1997). L analisi sismica ha messo in evidenza la presenza di importanti riflettori fortemente inclinati, che sono stati interpretati come originati da fratture sature di fluidi e fasce di frattura cataclastica, piuttosto che come limiti litologici. Esaminando le anomalie di gravità in alta frequenza lungo la direzione dei profili sismici, e la loro eventuale correlazione con le strutture tettonizzate, è particolarmente evidente un area di minimo di oltre 1 mgal, che non risulta giustificabile dalla presenza di un corpo sedimentario che si spinga ad una profondità di 1500 m (Bosum et al., 1997), mentre pare più plausibile la presenza di una zona diffusamente fratturata, già messa in evidenza dalla sismica a riflessione. Anche altri effetti residui di intensità non superiore a 2 mgal, possono essere messi in relazione con sistemi di faglie presenti nell area. DENSITY VARIATION CAUSED BY POROSITY (SEDIMENTARY BASIN OF ARNO RIVER) AND BY FRACTURATION (METAMORPHIC AREA OF KTB) AS EMPHASIZED FROM GRAVITY DATA Abstract. In the sedimentary alluvial plain of the mouth of Arno river, a relevant gravity anomaly minimum is evident and centred on the drilled field by Società Petrolifera Italiana. This anomaly is well interpreted by integrated inversion of geophysical data available in the investigated area. Geological constrains derive from seismic lines, cited in literature (Mariani and Prato, 1988). According to these lines a few wells were located and drilled in the area providing master log, geological stratigraphy by paleontological data and determining physical parameters by electrical logs. Considering a detailed study of Bouguer gravity anomalies and residual anomalies it is possible to emphasise data (minimum) at low intensity (1-2 mgal) in correspondence of the drilled field. These anomalies could be connected to porous levels with gas and permit to delineate the reservoir extension northward. With reference to KTB field, where two deep wells (4000 m and 9101 m, respectively) have been drilled in the basement of Bohemian Massif, a lot of information are available in literature. Several geophysical surveys were performed : particularly referring to a 3D seismic survey (Harjes et al., 1997) and a detailed gravity and magnetic survey (Bosum et al. 1997). Seismic analysis put in evidence important reflectors strongly sloping, interpreted as fractures filled with fluids and cataclastic zones rather than lithological changes. Examining the gravity anomalies at high

2 frequencies along the direction of seismic profiles and its correlation to the tectonic structures, it is evident a minimum at 1 mgal unjustified by the presence of a sedimentary body deepening to 1500 m (Bosum et al., 1997), while it is more plausible the presence of a fractured zone as the seismic reflection interpretation put in evidence. Other residual effects of intensity (< 2 mgal) could be also related to systems of faults existing in the area. INTRODUZIONE Le variazioni di densità derivate da rilevamenti di gravità sono tradizionalmente interpretate come dovute a variazioni litologiche. D altra parte, se è pur vero che la composizione mineralogica gioca un ruolo predominante nel determinare i valori di densità, sono molti i casi in cui la densità di un corpo geologico è legata a parametri petrofisici che riflettono le differenti condizioni ambientali ed in ultima analisi la sua storia geologica. Sono state prese in esame due aree con differenti caratteristiche geologiche evolutive; una zona che si colloca all interno di uno dei bacini distensivi (bacino della foce dell Arno-Val di Fine), sviluppatisi a partire dal Miocene superiore in seguito alla migrazione verso l esterno del fronte tettonico dell Appennino, ed un altra area localizzata nel massiccio boemo della Germania sud-orientale, in cui il basamento metamorfico ercinico è stato attraversato dal programma di perforazione profonda KTB. L esame delle anomalie di gravità residua, ottenute con diverse tecniche di elaborazione, permette di individuare, in entrambi i casi, la presenza di contributi di alta frequenza, di intensità dell ordine del mgal, giustificabili ammettendo significative variazioni di porosità in un caso, o fratturazione nel secondo. Affrontando lo studio dei bacini sedimentari Gardner et al. (1974) affermano, sulla base di considerazioni teoriche, che a piccole profondità sono prevedibili importanti variazioni di velocità Vp e di densità connesse a porosità e saturazione di fluidi quali acqua, gas e idrocarburi. In letteratura sono pochi i casi sperimentali che riferiscono di variazioni di densità per porosità o fratturazione. Nel caso dell area geotermica del Monte Amiata, Bernabini et al. (1995) hanno riscontrato due anomalie residue negative a carattere locale di intensità di -4 mgal presso Piancastagnaio e -6 mgal presso Vallerona e che sono state interpretate come dovute ad aumento di porosità nella formazione carbonatica Toscana associata ad attività geotermica in corpi anomali presenti nell intervallo di profondità m e m rispettivamente. Anche nel caso dell altra importante area geotermica toscana di Larderello-Travale, Batini et al. (1999) hanno messo in evidenza strutture geologiche la cui caratterizzazione geofisica, oltre a dipendere dalla loro natura litologica, è grandemente condizionata dai parametri ambientali in situ quali temperatura, pressione dei fluidi e fratturazione connessa. In particolare minimi gravimetrici di alta frequenza, che hanno origine episuperficiale (intervallo di profondità 1-3 km) possono essere giustificati da processi di idrotermalismo e fenomeni di alterazione. VARIAZIONI DELLE PROPRIETÀ FISICHE PER FRATTURAZIONE NELL AREA KTB Il Programma Tedesco di Perforazione Continentale (KTB) eseguì nel periodo due pozzi profondi 4000 m e 9101 m, nel basamento cristallino del massiccio Boemo nella Germania sud-orientale. Tali perforazioni furono eseguite per la comprensione dell architettura, composizione ed evoluzione della crosta

3 dell Europa centrale, principalmente formatasi durante l orogenesi Variscica ( Ma) e interessata quindi, a più riprese, da processi compressionali e tensionali (Emmermann e Lauterjung, 1997). Successivamente, durante l orogenesi alpina ( Ma) la regione fu interessata da fenomeni di tettonica compressionale e transpressionale che furono seguiti nel Terziario da ulteriori fasi di formazione di Rift e Graben. Questi eventi furono accompagnati a loro volta da magmatismo ed intensa attività idrotermale con mineralizzazioni a larga scala. In definitiva sebbene la crosta preservi le impronte di tutti gli episodi tettonici succedutesi, in realtà l evento più giovane risulta essere quello dominante. La crosta dell Europa centrale pertanto, con spessore di circa 30 km, risulta estremamente eterogenea ed è caratterizzata generalmente da elevati valori del flusso di calore, da una situazione gravimetrica e magnetica complessa, da alta riflettività sismica, dalla presenza di strati ad alta e bassa velocità e da zone di alta conduttività elettrica a differenti profondità. Il sito per la perforazione KTB fu scelto nell area di affioramento di una piccola e isolata unità tettono-metamorfica conosciuta come ZEV (Zona di Ehrbendorf-Vohenstrauß), che rappresenta un associazione variegata di paragneiss e metabasiti. La perforazione condotta nell ambito del programma KTB sorprendentemente attraversò una crosta permeabile caratterizzata da diffuse fratturazioni, alterazione e contenuto in fluidi raggiungendo la considerevole temperatura di 265 C circa alla profondità di 9101 m (Huenges et al., 1997; Pechnig et al., 1997). Fig. 1 - Anomalie gravimetriche nell area KTB. Equidistanza 2 mgal. È riportata la traccia del modello gravimetrico di Fig. 2. Il pozzo perforato si trova all intersezione di due profili sismici, DEKORP-4 e KTB-8502; inoltre un rilievo di sismica 3D (ISO 89) ha coperto un area di ca.19x19 km (Harjes et al., 1997). Le indagini sismiche hanno evidenziato la presenza di due principali gruppi di riflettori, di cui uno è planare ed altamente inclinato (con elementi inclinati a SE) mentre il secondo è sub-orizzontale (corpo di Ehrbendorf). I riflettori inclinati non sono causati da variazioni litologiche, ma connessi al contrasto di

4 impedenza tra pareti di roccia e zone fratturate permeabili contenenti fluidi. I rilievi elettrici (ELEKTB Group, 1997), magnetici e gravimetrici (Bosum et al., 1997) hanno a loro volta fornito informazioni complementari. Mentre la geoelettrica principalmente riflette le caratteristiche tettoniche e la gravità fornisce informazioni litologiche, il geomagnetismo fornisce informazioni su entrambi gli aspetti (Emmermann e Lauterjung, 1997). In merito al rilievo di gravità un anomalia positiva di circa 20 mgal, presente presso il pozzo KTB, è giustificata dal corpo ZEV costituito da formazioni di paragneiss e metabasiti ad alta densità. In particolare, i dati di gravità di dettaglio sono interpretati da Bosum et al. (1997), trascurando gli effetti di breve lunghezza d onda. In realtà la nostra analisi degli effetti di gravità in alta frequenza (1km < λ < 4 km) rivela la presenza di anomalie negative con ampiezza di -1, -2 mgal, in corrispondenza delle zone fratturate (SE) nei pressi della perforazione KTB (Fig. 1). Fig. 2 - Modello gravimetrico nell area KTB. Il campo di anomalia di gravità è stato filtrato secondo un procedimento passaalto e risulta in ottimo accordo con la carta residua ottenuta da un polinomio di grado superiore e con le differenze tra campo misurato e modello derivato presenti nell interpretazione di Bosum et al. (1997). Il campo di anomalia passa-alto consente di ottenere un modello 2.5-D, che mostra le fasce fratturate a SE e che interessano in modo prevalente la formazione degli gneiss (Fig. 2). Tale interpretazione in chiave petrofisica dimostra che la fratturazione e la permeabilità in zone cataclastiche contenenti fluidi possono produrre anomalie dell entità di 1 2 mgal. Queste anomalie sono messe in evidenza da rilievi di gravità di buon dettaglio e ad alta risoluzione.

5 VARIAZIONI DELLE PROPRIETÀ FISICHE PER POROSITÀ NELL AREA ALLA FOCE DEL FIUME ARNO Il bacino del Fiume Arno è un bacino neogenico costiero on-shore del bordo tirrenico, inserito nel complesso sistema dei bacini marginali di retro-arco dell area tirrenica settentrionale. Il rinvenimento di gas in livelli sabbiosi della serie neogenica-quaternaria toscana da parte dell AGIP avviò, a partire dal 1980, una fase di esplorazione sistematica di questi bacini che è tuttora in corso. Il bacino superiore dell Arno, delimitato a N dall off-shore ligure e a S dagli alti strutturali dei Monti Livornesi, si formò nel Miocene inferiore unitamente ai bacini dell Era e dell Elsa per poi costituire un elemento a sé stante nel Miocene medio-superiore. La zona di Tombolo, in un area prossimale alla foce dell Arno, è stata esplorata per la ricerca di giacimenti a gas e a questo scopo è stata eseguita una dettagliata copertura di linee sismiche a riflessione negli anni (Fig. 3). Fig. 3 - Linee sismiche condotte nell area di Tombolo. L interpretazione delle sequenze sismiche mostra una serie completa di sedimenti neogenici-pleistocenici, con potenza massima dei depositi di ca ms TWT equivalenti a uno spessore di circa 3800 m (Mariani e Prato, 1988). Dal punto di vista strutturale il bacino è delimitato da una serie di faglie dirette che sbloccano il sub-strato Pre-miocenico, rappresentato talora dalla serie Oligocenica del Macigno, talora dalla serie carbonatica bacinale toscana.

6 Fig. 4 - Master log del pozzo Tombolo 4 DIR. Fig. 5 - Stratigrafia del pozzo Tombolo 4 DIR. La Società Petrolifera Italiana (SPI), negli anni , perforò nell area della Concessione Tombolo i pozzi Tombolo 1, Tombolo 2 DIR e Tombolo 3 presso

7 l omonima stazione ferroviaria e il pozzo Montenevoso 1 DIR presso S. Piero a Grado, che risultarono tutti mineralizzati a gas. Successivamente, nel è stato perforato il pozzo Tombolo 4 DIR avente come obiettivo alcuni livelli porosi Pliocenici presumibilmente a gas e con eventuale utilizzo di stoccaggio. Di quest ultimo pozzo sono stati forniti il master log, le misure di verticalità del pozzo, la stratigrafia ed il relativo profilo biostratigrafico. Dal Master Log (Fig. 4) sono stati estratti i dati litologici e le quantità di gas presente in pozzo. La successione litologica è costituita da: argille con alternanza di ghiaie ed arenarie a cemento calcareo da 1240 m a 1510 m, argille con intercalazioni di sabbie quarzose fini e talvolta di arenarie debolmente cementate da cemento calcareo. Il gas (metano) è presente a diverse profondità ed in concentrazione variabili (a 949 m 19 %, 994 m 7%, 1305 m 11%, 1485 m 27%, 1585 m 8%, 1850 m. 4%). Tutte le profondità finora menzionate corrispondono a quelle effettivamente misurate durante la perforazione del pozzo deviato (indicate con f.p.) e in Fig. 4 vengono riportate anche le corrispondenti profondità reali (corrette sulla base delle misure di verticalità), la stratigrafia e gli ambienti deposizionali. La stratigrafia, basata prevalentemente sull analisi dei foraminiferi contenuti nei cuttings di perforazione, ha permesso di datare la serie di sedimenti perforati e di ricostruire i relativi ambienti di sedimentazione. I sedimenti più profondi (fondo pozzo pari a 2228 m corrispondente a 1800 m di profondità reale) sono datati al Pliocene inferiore e passano al Pliocene medio e superiore rispettivamente a 1700 e 1250 metri. Il passaggio Plio-Pleistocene è alla profondità di 750 metri (equivalente a 500 m sulla verticale). Per quanto riguarda gli ambienti di deposizione si passa gradualmente da sedimenti marini delpliocene inferiore abbastanza profondi (neritico inferiore) a quelli del Pliocene superiore poco profondi del (neritico superiore) fino ad arrivare ai sedimenti pleistocenici di ambiente litorale. La Fig. 5 prende in considerazione tutti i dati descritti. Tra le numerose linee sismiche indicate in Fig. 3 sono state prese in esame due linee particolarmente vantaggiose per la nostra analisi in quanto si incrociano presso il pozzo Tombolo 4 DIR: sono la PI V, con orientazione SW-NE e la PI con orientazione NW-SE. Quest ultima linea sismica (Fig. 6) risulta molto utile in quanto è stata interessata dai pozzi Tombolo1, Tombolo 2 DIR, Tombolo 4 DIR e Tombolo 3 e consente di poter effettuare delle correlazioni tra dati del sottosuolo e riflettori sismici. Prendendo in considerazione la linea PI sono stati utilizzati gli andamenti tempi-velocità di stack relativi all area del pozzo Tombolo 4 DIR. La sezione stack è stata presa come modello iniziale di velocità-tempi e pertanto risultano solo le velocità indicative. Detto modello presenta un progressivo aumento di velocità per motivi di aumento di compattazione dovuta al carico litostatico e a variazioni litologiche, tralasciando eventuali zone di inversione di velocità per la presenza di gas. Pertanto risultano importanti gli incrementi di velocità km/s, km/s, km/s, km/s e km/s che potrebbero indicare le transizioni Miocene med.-miocene inf., Miocene inf.-messiniano e quindi i passaggi successivi alle Formazioni del Macigno, Calcari ed infine al basamento metamorfico. La sezione sismica di Fig. 6, appare caratterizzata dalla presenza di diversi riflettori pianoparalleli con buona ampiezza e continuità nell intervallo ms TWT, che indicano successivamente le sequenze di orizzonti riflettivi presenti tra il tetto del Pliocene sup. e la base del Pliocene inf.; poco chiare risultano le riflessioni più profonde fino al basamento sismico che si presenta prevalentemente sordo e, solo talora, con scarso segnale.

8 Fig. 6 - Sezione sismica lungo la linea PI Sono stati evidenziati in giallo i riflettori produttivi. Fig. 7 - Ricostruzione delle sequenze sismiche per la linea PI V. Per quanto riguarda la seconda linea, PI V, è stata presentata la sezione migrata in Fig. 7 che, potendo utilizzare i dati di sottosuolo del pozzo Tombolo 4 DIR, presenta la ricostruzione delle sequenze sismiche. Da osservare che il passaggio di età è indicato dalle biozone a foraminiferi e non sempre corrisponde a cambi litologici. Appaiono anche due livelli A e C, che non hanno una diffusione regionale, ma sembrano legati alla variazione di impedenza al tetto dei serbatoi di gas. Le correlazioni stratigrafiche tra i pozzi di Tombolo, effettuate anche con l utilizzo dei dati sismici, è riportata in Fig. 8. Dall esame delle sezioni riportate nelle

9 Figg. 7 e 8, si può ragionevolmente supporre come il campo a gas di Tombolo sia dovuto ad una trappola strutturale tipo horst. Fig. 8 - Sezione geologica ricostruita sulla base delle sezioni sismiche interpretate. Ulteriori informazioni sul quadro geofisico dell area di Tombolo, sono fornite da dati di anomalia di gravità. Recentemente è stato eseguito un rilievo di gravità di dettaglio (densità dei punti stazione di 5 staz./km 2 ) nella piana meridionale del fiume Arno. Si sono ottenuti 402 valori con l utilizzo di un gravimetro LCR. È stata realizzata anche una campagna topografica di livellazione che ha consentito la misura delle quote dei punti stazione con una precisione del cm. Tutti i valori sono stati corretti, oltre che per errori di deriva strumentale (ca. il 25% delle stazioni sono state rioccupate più volte nel corso del rilevamento), per l aria libera, la piastra e la Terrain correction, estesa fino a 50 km dal punto stazione. Il valore di densità per le riduzione alla piastra è stato di 1.95 g/cm 3. I valori di anomalia sono stati riferiti alla International Gravity Formula del Sulla base della metodologia utilizzata nell esecuzione del rilievo e della stima d errore eseguita su ogni tipo di riduzione si può affermare che il massimo errore commesso non superi i ±0.03 mgal. La carta di anomalia di Bouguer così ottenuta è mostrata in Fig. 9. I valori di anomalia variano dai mgal nella parte più orientale dell area fino ai valori più bassi di mgal ai bordi del fiume Arno a nord. Il quadro della carta di anomalia di Bouguer presenta un area di minimo centrale, che ipotizza una struttura del basamento, su cui appoggiano i sedimenti neogenici e pleistocenici, immergente circa a nord-ovest con una morfologia che potremmo definire a cucchiaio, in cui la risalita è situata a sud est, verso le colline livornesi. È evidente un forte gradiente dei valori di anomalia nell area a E, con orientazione delle isoanomale di Bouguer N-S, a indicare un probabile repentino abbassamento della struttura profonda in direzione del mare. Tale brusca discontinuità a livello del basamento carbonatico arenaceo potrebbe

10 essere imputata alla presenza di una master-fault sub-parallela alle direttrici appenniniche, immergente verso SW (Bellani et al., 1994; Cantini et al., 2001). Fig. 9 - Mappa delle anomalie gravimetriche nella zona di Pisa sud. Il campo osservato di anomalia di Bouguer è stato analiticamente trattato mediante residuazione polinomiale. La gravità residua di origine superficiale, corrispondente alla residua polinomiale di 5 ordine (Fig. 10) mostra un area di minimo di circa -1 mgal nella zona ove sono stati perforati i diversi pozzi del giacimento di Tombolo. Il rinvenimento di gas a vari livelli, suggerisce un modello interpretativo 2.5 D come suggerito in Fig. 11. CONCLUSIONI Sensibili anomalie gravimetriche negative di alta frequenza, con ampiezza da -4 a -6 mgal ed estensione di 8-15 km, sono state riscontrate nell area geotermica toscana. Nella zona del Monte Amiata, Bernabini et al. (1995) attribuiscono i minimi di gravità residua a variazioni di porosità dovute a processi di dissoluzione dei carbonati, mentre Batini et al. (1999) imputano a fenomeni di intensa fratturazione, che si rinvengono nelle metamorfiti, la causa di minimi di gravità a piccola lunghezza d onda nella zona di Larderello-Travale. Anomalie gravimetriche negative più modeste, con ampiezza di circa 2 mgal ed estensione inferiore a 3-4 km sono state messe in evidenza con rilevamenti di gravità di dettaglio. Nell area KTB le anomalie di gravità residue appaiono connesse con zone di alta fratturazione, mentre nell area alluvionale della pianura di Pisa anomalie di gravità in alta frequenza trovano

11 spiegazione nella presenza di livelli sabbiosi a rilevante componente di gas del giacimento di Tombolo. Analogo comportamento è stato verificato anche in altri casi di trappole di giacimenti a gas (Pinna et al., 2001). È da non trascurare quindi come l osservazione del segnale gravimetrico, anche nelle sue componenti più ridotte, possa fornire elementi utili a una corretta interpretazione dei livelli superficiali del sottosuolo in chiave geologica prima e, eventualmente, in chiave industriale poi, come si è cercato di mettere in evidenza in questa breve nota. Fig Anomalia gravimetrica residua del 5 ordine nella zona di Pisa sud. In definitiva, la presenza di settori fortemente fratturati in aree con litologie ben definite e/o livelli sedimentari con notevole percentuale di porosità sono una non trascurabile causa di anomalia, per quanto riguarda certe metodologie di prospezione geofisica. Una particolare attenzione sia in fase di acquisizione che in fase di elaborazione e analisi, oltre all esame di diverse informazioni complementari, permette di formulare interpretazioni più realistiche sulla natura delle strutture geologiche confinate ai livelli più superficiali della crosta. Ringraziamenti. Si desiderano vivamente ringraziare S. Mezzi e P. Arecco, della Società Petrolifera Italiana, per le preziose informazioni fornite sulle caratteristiche del giacimento a gas di Tombolo, fondamentali per lo sviluppo del lavoro. Si ringraziano anche il Servizio Geologico di Hannover, il Prof. W. Bosum e i suoi collaboratori per la disponibilità dei dati del rilievo di gravità nell area della perforazione KTB. Testo controllato dai Proff. Aldo Vesnaver e Fabio Rocca, che qui si ringraziano.

12 Fig Modello gravimetrico interpretativo 2.5D dei livelli a gas del campo di Tombolo (PI). BIBLIOGRAFIA Batini F., Cantini P., Pinna E., Pinna G.P.; 1999: La petrofisica applicata alla definizione della natura geologica delle strutture crostali. Atti 18 Convegno Naz.le CNR-G.N.G.T.S., Roma 9-11 nov. 1999, 05.02, ISBN Bellani S., Grassi S., Squarci P.; 1994: Valutazione di dettaglio delle strutture profonde nella pianura del fiume Arno nella provincia di Pisa. Rapporto interno per il Ministero dell Industria. CNR-IIRG, Pisa, 16 pp. Bernabini M, Bertini G., Cameli G.M., Dini I., Orlando L.; 1995: Gravity interpretation of Mt. Amiata geothermal area (Central Italy). Proceeding of World Geothermal Congress, Firenze, vol. 2, Bosum W., Casten U., Fieberg F.C., Heyde I., Soffel H.C.; 1997: Three dimensional interpretation of the KTB gravity and magnetic anomalies. J. Geoph. Res., 102, B8, Cantini P., Testa G., Zanchetta G., Cavallini R.; 2001: The Plio-Pleistocene evolution of extensional tectonics in northern Tuscany, as constrained by new gravimetric data from the Montecarlo basin (lower Arno valley, Italy). Tectonophysics, 330, ELEKTB Group; 1997: KTB and the electrical conductivity of the crust. J. Geoph. Res., 102, B8, Emmermann R., Lauterjung J.; 1997: The German continental deep drilling program KTB: Overview and major results. J. Geoph. Res., 102, B8,

13 Gardner G.H.F., Gardner L.W., Gregory R.; 1974: Formation velocity and density. The diagnostic basis for stratigraphic traps. Geophysics, 39, Harjes H.P., Bram K., Dürbaum H.J., Gebrande H., Hirschmann G., Janik M., Klöckner M., Lüschen E., Rabbel W., Simon M., Thomas R., Tormann J., Wenzel F.; 1997: Origin and nature of crustal reflection: Results from integrated seismic measurements at the KTB super-deep drilling site. J. Geoph. Res., 102, B8, Huenges E., Engeser B., Erzinger J, Kessel S.W., Kück J.; 1997: The permeable crust: Geohydraulic properties down to 9100 m depth. J. Geoph. Res., 102, B8, Mariani M., Prato R.; 1988: I bacini neogenici costieri del margine tirrenico: approccio sismicostratigrafico. Mem. Soc. Geol. It., 41, Pechnig R., Hauerkamp S., Wohlenberg J.; 1997: Integrated log interpretation in the German continental deep drilling program: Lithology, porosity and fractured zones. J. Geoph. Res., 102, B8, Pinna G., Cantini P., Pinna E.; 2001: Trappole di giacimenti a gas: variazioni di densità connesse a porosità in bacini sedimentari e indicate da anomalie di gravità. Atti del 20 Conv. GNGTS, CNR, Roma, novembre 2001; in corso di pubbl.ne su Atti del Convegno.

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