GLI AUTOMATISMI NELLA RIPRESA FOTOGRAFICA DIGITALE COOLPIX

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1 NELLA RIPRESA FOTOGRAFICA DIGITALE COOLPIX A cura di Mauro Minetti Ottobre 2006

2 indice 1) PREMESSA 2) GLI AUTOMATISMI - AUTOFOCUS - NITIDEZZA - CONTRASTO - SATURAZIONE - BILANCIAMENTO DEL BIANCO - SCENE 3) UTILIZZO DEL SOFTWARE IN POST PRODUZIONE - IMPOSTAZIONI - MIGLIORAMENTO IMMAGINI 4) PERSONALIZZAZIONE IN FASE DI RIPRESA - REGOLAZIONE FOTOCAMERA - CONSIGLI SULL UTILIZZO 5) ARGOMENTI CORRELATI 6) CONCLUSIONI Pagina 2

3 PREMESSA Conoscere il comportamento della propria macchina fotografica è fondamentale per poterla gestire al fine dell ottenimento di immagini corrispondenti ai nostri personali gusti. Vista la tendenza dei produttori a rendere sempre più automatici tutti i controlli ed impostazioni in fase di ripresa, è meglio comprendere come questi automatismi si comportano sul campo, dall autofocus alla nitidezza, dal contrasto al bilanciamento del bianco. Ogni automatismo disponibile on-camera possiede i propri requisiti, studiati ed impostati in funzione del tipo di sensore utilizzato dalla macchina, ma anche in base all obiettivo zoom incorporato. Essendo automatismi, potranno generare immagini ben equilibrate sulla cromia, contrasto e nitidezza, soltanto quando la situazione di ripresa, ed il soggetto, saranno compatibili con il tipo di automatismo scelto. Per questo motivo, in alcune circostanze, non sempre potremo ottenere quelle immagini che ci aspettiamo. Tramite l uso di un software, poche azioni mirate in post produzione potranno migliorare ciò che gli automatismi non potevano ottenere al momento dello scatto. Pagina 3

4 Gli automatismi più importanti della fase di ripresa con una macchina fotografica compatta sono i seguenti: - AUTOFOCUS - NITIDEZZA - CONTRASTO - BILANCIAMENTO DEL BIANCO - SCENE Ognuno di loro merita particolare attenzione, a seconda del genere di ripresa, senza la quale non si comprenderebbero i propri errori. Comprendere i propri errori, aiuta anche a migliorare i propri scatti ed evitare di ripeterli. La conoscenza approfondita del loro comportamento ci aiuterà anche a sfruttare meglio le possibilità di ripresa in ogni occasione. Più veloci saremo a scegliere il tipo di automatismo ideale in quel momento e maggiori saranno le possibilità di realizzare ottime foto. Pagina 4

5 AUTOFOCUS Su qualsiasi macchina fotografica dotata di questo automatismo di messa a fuoco (reflex o compatte che siano) si ottiene la messa a fuoco premendo a metà corsa il pulsante di scatto. Chi è abituato ad usare una reflex autofocus (digitale o analogica che sia) troverà nella compatta una certa lentezza operativa in questa fondamentale operazione. Minore velocità di AF non è da confondere con il ritardo di scatto che, sebbene percepibile, non è tale da far perdere l attimo quando il fotografo è pronto. In modalità AF AUTO l autofocus utilizza delle aree sensibili, presenti verso il centro dell inquadratura sotto forma di parentesi quadre, che individuano il punto con maggiore contrasto presente. In modalità AF MANUALE l autofocus utilizza esclusivamente l area scelta dal fotografo disabilitando le altre disponibili. In questa modalità di utilizzo, l automatismo avrà maggiori difficoltà nella messa a fuoco, dovendosi basare esclusivamente sulla lettura di una sola specifica zona. Pagina 5

6 AUTOFOCUS Quando il sistema autofocus individua il punto ideale di contrasto (tra tutte le aree o in quella prescelta in modo manuale) che le permette di individuare la distanza tra il sensore ed il soggetto inquadrato, si accende una luce verde fissa (visibile sul monitor, ed in alcuni modelli anche all interno del mirino) che segnala il corretto posizionamento dell ottica. La stessa luce verde lampeggiante sta ad indicarci che il sistema AF non ha potuto individuare il contrasto ideale per la messa a fuoco. E qui occorre aprire una parentesi sui motivi per cui, in determinate situazioni di ripresa, ciò diventi difficoltoso. Essenzialmente i motivi di insuccesso del sistema AF si distinguono in: - mancanza di contrasto sull area o le aree AF utilizzate; - scarsità di luce; - mancanza di stabilità da parte del fotografo. Se inquadriamo un soggetto monocromatico, e privo di forme che possano creare un minimo di rilievo (pensiamo ad un muro intonacato, ad esempio) qualsiasi sistema AF (anche quello di una reflex) non è in grado di individuare il punto di messa a fuoco. La stessa difficoltà si incontra in tutte quelle situazioni in cui per la scarsità di luce non vengono create sul soggetto diversità di contrasto. Ma anche in presenza di un buon contrasto l AF potrebbe non riuscire a stabilire un punto di messa a fuoco se la macchina non è tenuta saldamente. Soprattutto utilizzando focali tele, dove la nostra minima vibrazione porta sulla lunga distanza ad un grande movimento del soggetto nell area o nelle aree AF utilizzate. Pagina 6

7 AUTOFOCUS Per la stessa ragione, molte difficoltà di focheggiatura emergono su soggetti in movimento quando le impostazioni AF non sono ideali al genere di ripresa. Il sistema autofocus infatti permette due sostanziali impostazioni : - SINGOLO - CONTINUO Nella prima modalità, l autofocus si metterà in funzione alla pressione a metà corsa del pulsante di scatto. In caso di soggetti statici, il fotografo dovrà esclusivamente scegliere il punto in cui vuole il soggetto a fuoco, attendere il verde, e scattare. In modalità continua, mantenendo premuto il pulsante di scatto a metà corsa, la focheggiatura si adatterà continuamente sull inquadratura del fotografo. Mantenendo premuto a metà corsa il pulsante di scatto sentiremo il movimento delle lenti dell obiettivo spostando la fotocamera. AF CONTINUO è quindi da preferire su soggetti in movimento, utilizzando tutte le aree AF disponibili. In questo modo, mantenendo premuto il pulsante a metà corsa, seguiremo il soggetto in movimento e scatteremo nel momento opportuno. Pagina 7

8 AUTOFOCUS Su soggetti in rapido movimento non sarà certo facile usare una compatta, vuoi per difficoltà nell inquadratura, vuoi per il sistema AF più lento rispetto a quello di una reflex. Tuttavia, in certe situazioni, riusciremo lo stesso nell intento pre-focheggiando il punto in cui si verrà a trovare il soggetto in movimento. Impostata la focale ideale in base alle dimensioni del soggetto, tale tecnica consiste nel mettere anticipatamente a fuoco il punto in cui dovrebbe venirsi a trovare il soggetto principale. In molte discipline sportive infatti, il punto di passaggio degli atleti è sempre lo stesso. Pensiamo allo sci, come al ciclismo, o ad una corsa podistica, come ad una gara di F1, ecc. Certamente non possiamo avere la pretesa di riprendere con una compatta una Ferrari che corre ai 300 Km./ora su un rettilineo, ma all uscita di una curva possiamo provarci. Pagina 8

9 AUTOFOCUS Utilizzando questa tecnica, dobbiamo imparare a seguire il soggetto sin da quando è ancora distante dal nostro punto ideale (preimpostato) di messa a fuoco. La sequenza ideale di ripresa in questa tecnica è: -messa a fuoco nel punto stabilito con la pressione a metà corsa del pulsante di scatto; -mantenendo premuto il pulsante di scatto, inquadriamo l avvicinarsi del soggetto in corsa; -Scattiamo nel punto ideale in cui esso si verrà a trovare, avendo cura di seguire il movimento con la fotocamera (anche se l immagine a monitor sparisce perché in fase di memorizzazione); Se abbiamo rispettato senza commettere errori tale sequenza, otterremo un effetto panning più o meno accentuato in base al tempo d esposizione che avrà utilizzato la fotocamera. Più il tempo sarà lento e maggiore sarà l effetto scia dello sfondo. Pagina 9

10 AUTOFOCUS La stessa tecnica è applicabile utilizzando l AF AUTO in modalità CONTINUO dal momento che, seguendo il soggetto, esso sarà l unico punto fermo (e ben contrastato) sulla scena inquadrata. Tuttavia, non avendo la possibilità di un inquadratura agevole come su una reflex, l automatismo AF in questi casi potrebbe non essere sufficientemente veloce a garantire la precisione necessaria. Dipenderà ovviamente dalla situazione di ripresa, dall intensità della luce, come dalla propria abilità. Grazie ad un sensore molto piccolo (sulle compatte) che aumenta notevolmente la resa della profondità di campo (zona nitida) anche con le focali tele, non dovremo preoccuparci di dover utilizzare un diaframma molto chiuso, perché già a tutta apertura avremo sufficiente profondità di campo sul soggetto. Così come non dovremo preoccuparci nel caso in cui la fotocamera non ci permetta di impostare il diaframma. Un buon allenamento, anche solo a riprendere le auto che passano in una strada qualsiasi, può essere utile a farci imparare questa tecnica del panning. Pagina 10

11 AUTOFOCUS Tra le difficoltà di focheggiatura nella ripresa con una macchina fotografica compatta dobbiamo tenere in considerazione la scarsità di luce sulla scena e la fermezza del fotografo. Ma tali aspetti vincolerebbero molto anche la ripresa con una fotocamera reflex, seppur in misura minore per quanto riguarda l intensità di luce, ma non altrettanto possiamo dire per la stabilità della macchina fotografica. L effetto micromosso causato da un tempo d esposizione troppo lento rispetto alla stabilità è quasi sempre la causa della generale mancanza di nitidezza. L insufficiente luminosità sulla scena ci impedisce di eseguire la messa a fuoco a causa del basso contrasto rilevato. Sotto certi valori di EV, solo una macchina reflex potrebbe utilizzare con precisione il sistema autofocus, ma anch essa fino ad un certo limite. In certe situazioni, non resta che impostare una messa a fuoco manuale (se nel modello compatto viene offerta la possibilità) che in ogni caso non ci potrà permettere la precisione tipica di una reflex essendo sprovvista di una scala delle distanze (la valutazione è solo visibile nel piccolo monitor, con una difficile e lenta valutazione). Pagina 11

12 NITIDEZZA Nella fotografia digitale è uno degli argomenti più difficili da comprendere, visto che tale parametro è da valutare (ed eventualmente regolare) in base al supporto di visualizzazione (monitor o carta). La percezione della nitidezza, oltre ad essere determinata della propria vista, è stabilita anche dalla distanza di osservazione dell immagine nel caso sia stampata su carta, così come da altre componenti nel caso sia osservata in un monitor (scheda video e tipo di monitor). Senza addentrarci in argomenti troppo tecnici, impariamo invece a capire quale sia il livello di nitidezza che ci offre la nostra compatta. Tale livello sarà determinato non solo dal tipo di ottica incorporata ma anche dal software che elabora l immagine in fase di acquisizione (scatto). Il risultato potrà essere anche molto diverso se confrontato alle diverse modalità utilizzabili. La nitidezza impostata in AUTO sulla fotocamera offrirà un risultato che potremo definire ottimale in qualsiasi situazione di ripresa, senza raggiungere mai il livello massimo ottenibile con un impostazione manuale. Oltre all impostazione AUTOMATICA, qualsiasi compatta permette di ridurre o aumentare anche di 2 livelli tale regolazione per permettere all utilizzatore di stabilire quale deve essere il grado di percezione sulla scena. Pagina 12

13 NITIDEZZA Non sarà difficile, dopo alcuni scatti di prova sullo stesso soggetto, stabilire quale sia il nostro indice di gradimento sulle varie impostazioni adottate. Per capire correttamente il comportamento della nostra compatta, sarà sufficiente scattare alcune immagini sullo stesso soggetto utilizzando le diverse regolazioni possibili oltre l AUTOMATICA. Tale confronto dovrà essere eseguito esclusivamente sulle stampe che non abbiano una dimensione troppo contenuta. Diciamo che l deale sarebbe un analisi su una carta fotografica del formato di circa cm. 20x30 stampata ovviamente da un buon laboratorio (meglio se quello dove poi andremo sempre a stampare, che non uno occasionale). Basare l analisi su delle stampe fatte da una stampante ink-jet ci porterebbe ad avere ancora più confusione, dal momento che si sommerebbero altre variabili al risultato finale ad iniziare dal tipo di carta utilizzata (oltre al contrasto, spazio colore, risoluzione, ecc.). La nitidezza, fortunatamente, è ben controllabile in post produzione, dove qualsiasi software è in grado di migliorarla tramite una regolazione chiamata maschera di contrasto. L errore iniziale però, è sempre quello di abusarne. Mentre per la pubblicazione di un immagine sul web è praticamente d obbligo un aumento, altrettanto non possiamo dire nel caso in cui vogliamo stamparla. Il più delle volte, l impostazione AUTOMATICA O MEDIO ALTA è più che sufficiente a restituire il giusto grado di nitidezza (anche se la visione a monitor ci invoglierebbe ad aumentarla). Pagina 13

14 NITIDEZZA Nel caso in cui volessimo aumentare la nitidezza non dobbiamo dimenticarci di elaborare l immagine ingrandendo la stessa al 100% Sotto tali ingrandimenti non potremo valutare l effettivo risultato ottenuto dall applicazione dalla maschera di contrasto, rischiando di esagerare. Non esistono valori standard di applicazione. Ogni immagine dovrà essere trattata in base allo scopo prefissato. Un immagine destinata alla pubblicazione web potrà essere trattata con più vigore rispetto alla stessa destinata alla stampa. Anche in funzione del soggetto, tali valori dovranno essere dosati accuratamente. Pagina 14

15 NITIDEZZA Il controllo della nitidezza in forma AUTOMATICA ci offrirà dunque un compromesso ideale, ma comunque mai ai limiti estremi dei valori utilizzabili. Utilizzando le scene pre-impostate, per ognuna di esse riscontreremo un grado specifico di applicazione. Utilizzando una scena ritratto ad esempio, sarà applicata in modo più contenuto, mentre in una ripresa macro noteremo una maggiore intensità. L applicazione del grado di nitidezza considera inoltre altre variabili, come il tipo di sensore e l ottica incorporata. Per questo motivo, non potremo ottenere gli stessi valori di nitidezza tra macchine fotografiche differenti per modello. Ma anche perché ogni nuovo prodotto è gestito da un software ad hoc le cui impostazioni di default possono essere differenti rispetto l analogo modello precedente. Pagina 15

16 CONTRASTO Anche l impostazione AUTOMATICA del contrasto tiene in considerazione molti aspetti per determinare il grado di applicazione. Come qualsiasi controllo automatico, restituisce dei valori ottimali in base alla situazione di ripresa, che non sempre possono soddisfare le nostre esigenze. Teniamo in considerazione la moltitudine delle situazioni per comprendere come un automatismo non possa leggerci nel pensiero. Il contrasto, come la nitidezza, è consigliabile dosarlo in post produzione adattandolo al soggetto. Se le impostazioni CONTASTO E NITIDEZZA di default fossero tarate in forma più marcata otterremo certamente immagini più pronte in certe situazioni, ma non certo per tutte le situazioni di ripresa. Pagina 16

17 CONTRASTO GLI AUTOMATISMI Anche in questo caso, conoscere bene il comportamento della propria compatta aiuta ad impostarla al meglio per le nostre necessità o gusti. Una prova di stampa, impostando il contrasto in forma AUTOMATICA, e con dei valori superiori ed inferiori, ci potrà indirizzare all impostazione più gradita. I post produzione si varia il contrasto dell immagine con il controllo curve di livello disponibile in qualsiasi programma di fotoritocco. Impostando il grafico come da illustrazione otterremo delle ombre più scure ed una maggiore luminosità sulle alte luci. Pagina 17

18 CONTRASTO Ma il contrasto non si basa solo su alte e basse luci, ma anche sulle tonalità medie. Lo stesso controllo delle curve ci permette quindi di aumentare o diminuire la luminosità delle zone a valore medio presenti nell immagine. Spostando il grafico, dal centro verso l alto, andremo ad aumentare il valore delle tonalità medie, ottenendo come risultato un immagine più chiara. Spostando il grafico, dal centro verso il basso, andremo ad diminuire il valore delle tonalità medie, ottenendo come risultato un immagine più scura. Pagina 18

19 CONTRASTO Come ordine di correzione, si dovrebbe agire prima sul controllo delle tonalità medie, e quindi sull incremento di contrasto delle ombre ed alte luci. Il pericolo nell apportare tali correzioni consiste nel superare la soglia visibile nelle porzioni dell immagine sulle quali si andrà ad influire con i nuovi valori. Soprattutto nelle alte luci, dove rischiamo di bruciare (non rendere più leggibili) le zone più chiare dell immagine acquisita, ma anche nelle ombre, dove troppo contrasto non ci permetterà più di distinguere i particolari con basso valore EV (valore di luminosità). Quando l esposizione è corretta, sarà sufficiente anche solo controllare le ombre (vedi figura sopra) per ottenere il sufficiente contrasto non ottenibile in forma automatica. Pagina 19

20 CONTRASTO Nel caso in cui l esposizione restituisca un immagine troppo scura (sottoesposta) possiamo portarla al giusto valore mediante la - correzione dei valori medi immagine originale Dopo la correzione dei valori medi applicazione del controllo curve sulle tonalità medie con un programma di fotoritocco (in questo caso di schiarita) Pagina 20

21 CONTRASTO La correzione dei valori medi provocherà una schiarita generale dell immagine senza eccessivo rischio di perdere il dettaglio sulle alte luci, ma ci costringerà a recuperare il contrasto mediante la - correzione delle ombre Dopo la correzione dei valori medi (schiarita) Dopo la correzione delle tonalità a basso valore (ombre) applicazione del controllo curve sulle ombre con un programma di fotoritocco (in questo caso per scurirle al fine di aumentare il contrasto) Pagina 21

22 CONTRASTO Come possiamo notare, abbiamo ottenuto una maggiore dinamica alla gamma dei colori e, grazie alla correzione del contrasto anche una maggiore tridimensionalità all immagine. Naturalmente, questo è un esempio che non può essere applicato su qualsiasi immagine. Ognuna dovrà essere valutata in modo adeguato anche in base al soggetto, oltre ai propri gusti. In ogni caso, mai eccedere in queste regolazioni, soprattutto se l intenzione è quella di far stampare l immagine da un laboratorio. Meglio, anche in questo caso, fare delle prove comparative per comprendere la quantità sufficiente da applicare. immagine originale Stessa immagine, dopo le correzioni apportate alle tonalità medie e basse (ombre) Pagina 22

23 SATURAZIONE E l unico controllo che non richiede fiumi di parole per essere spiegato. Nelle impostazioni di set-up della macchina troviamo delle regolazioni per la sua intensità che ci permettono di ottenere dei colori più o meno vivaci nel caso non volessimo utilizzarlo diversamente dal valore di default. Personalmente ritengo ideale un impostazione NORMALE in modo da poter controllare e regolare (se il caso) in post produzione in base al soggetto. Anche in questo caso però, meglio non eccedere in post produzione. Quello che vedremo attraverso il nostro monitor potrebbe essere ben diverso dal risultato in stampa, vuoi per l imprecisa calibrazione come per il tipo di monitor stesso, ma anche per lo spazio colore, come già trattato nello specifico experience sulla gestione del colore. Anche per questo controllo, non esistono valori standard da applicare. Ogni immagine dovrà essere trattata in base al soggetto e soprattutto i propri gusti. Non dimentichiamo però che un fiore sarà ancor più bello con un incremento della saturazione dei suoi colori, così come il ritratto sarà più naturale togliendone un po. Pagina 23

24 BILANCIAMENTO DEL BIANCO (WB) Per capire il comportamento di questo controllo, dovremo avere presente la variabilità della temperatura della luce a seconda dell ora in cui fotografiamo, che influirà sulla dominante fredda o calda dell immagine in base al WB prescelto. La luce, dal mattino alla sera, ci restituisce una gamma di colori che passano dal freddo al caldo nelle loro tonalità. Tali differenze ci consentono di scegliere il momento ideale per un paesaggio, per un ritratto, come per un tramonto. Ma come possiamo far capire tutto questo al sensore, che deve acquisire l immagine così come la vediamo? Per ottenere la fedeltà dei colori in fase di ripresa, dobbiamo imparare ad utilizzare questo controllo presente in qualsiasi macchina fotografica digitale. L impostazione AUTOMATICA (WB AUTO) se è vero che viene consigliata per qualsiasi situazione di ripresa (grazie anche al notevole miglioramento della resa rispetto alle prime digitali), è altrettanto vero che non può essere utilizzato in quelle condizioni in cui vogliamo ottenere quella specifica dominante di colore che caratterizza il momento in cui fotografiamo (pensiamo ad esempio al tramonto). Pagina 24

25 BILANCIAMENTO DEL BIANCO (WB) Utilizzando il bilanciamento AUTOMATICO lasciamo la valutazione alla macchina che doserà i colori in base a ciò che vede. Ed è proprio qui che potrebbe apportare degli sfalsamenti alla gamma RGB non potendo capire il soggetto. Per meglio comprendere, immaginiamo di fotografare un soggetto monocromatico che riempie l intera inquadratura. Se il sensore leggesse le informazioni solo su uno specifico colore, automaticamente andrebbe a ridurre lo stesso, provocando quindi una differente interpretazione rispetto a ciò che noi vediamo. Esempio tipico è proprio il tramonto, dove con un WB AUTO difficilmente potremo restituire all immagine quella dominante tipica, ottenibile invece con un impostazione WB LUCE DIURNA (o PIENO SOLE). Ma anche in altre situazioni, come sulla neve ad esempio, non potremo ottenere la corretta fedeltà fidandoci di questo automatismo. Di conseguenza, il WB AUTO è ideale quando nell inquadratura sono presenti il maggior numero dei colori, e che non siano illuminati da luce diversa da quella naturale. A maggior ragione, non è da utilizzare il WB AUTO quando anteponiamo un filtro creativo davanti all obiettivo. Il risultato sarebbe nullo, in quanto compensato per difetto. Pagina 25

26 BILANCIAMENTO DEL BIANCO (WB) Per mantenere la temperatura della luce fedele all attimo della ripresa non ci resta quindi che scegliere il WB appropriato. I WB utilizzabili in presenza di luci artificiali si distinguono in: - Incandescenza - Fluorescenza (per luci al neon) Il WB luce diurna, o sole diretto, è l unico in grado di mantenere la massima fedeltà dei colori in quanto li regola ad una specifica temperatura di colore (5200 ). Tale impostazione ci potrebbe consentire di ottenere anche ottime immagini durante la notte se la presenza dell illuminazione artificiale non è troppo invasiva. Grazie alla visione attraverso il monitor, su una compatta possiamo percepire già prima dello scatto quale WB adottare in presenza di luci artificiali. Dovranno essere scelti valutando a monitor quale dei due ci restituirà più fedelmente ciò che i nostri occhi percepiscono sulla scena inquadrata. Pagina 26

27 SCENE Per agevolare e velocizzare la ripresa, le scene impostabili sulla fotocamera aiutano a risparmiare tempo nelle impostazioni dei parametri di scatto. Ognuna è specifica per soggetto o situazione di luce: Conseguentemente apportano dei valori specifici alla nitidezza, al contrasto, alla saturazione, al tipo di autofocus e lettura esposimetrica. Se ciò può essere un vantaggio, non dobbiamo sottovalutare l errore più comune al quale incapperemo se ci dimenticassimo di adeguare l impostazione della scena a seconda della situazione di ripresa. Dal momento che una compatta utilizza il formato JPG per memorizzare più velocemente i file, tale errore nella maggior parte dei casi non ci consentirà di recuperare il risultato in post produzione, come invece sarebbe possibile su un file grezzo (NEF) utilizzabile con le reflex digitali. Alcune di esse impostano specifici WB, disabilitano o attivano l uso del flash incorporato, (inclusa la limitazione dell effetto occhi rossi nel ritratto), regolano una differente nitidezza e contrasto, nonché i tempi di scatto (sport) ed autofocus (da singolo a continuo). Essendo regolazioni impostate dal produttore, si definiscono automatismi per il motivo che tali impostazioni non sono state studiate non per la nostra situazione di ripresa ma basate su un campione generalizzato, seppur in tema. Utilizzando questi automatismi potremo sempre personalizzare la regolazione del contrasto, della nitidezza, ed i colori (entro un ovvio limite), con un software adatto. Pagina 27

28 IMPOSTAZIONI UTILIZZO DEL SOFTWARE E ormai chiara l importanza dell utilizzo di un software sull immagine digitale. In molti casi addirittura l arma vincente sul risultato finale, indipendentemente dall attrezzatura utilizzata. Anche il software, come la macchina fotografica, dispone di automatismi che agevolano alcuni controlli, come ad esempio il contrasto, il colore, la luminosità, ecc. Tali automatismi devono avere a loro volta delle impostazioni per non applicare con troppo vigore le regolazioni richieste. Nel controllo delle preferenze di qualsiasi software troviamo le impostazioni da assegnare che determineranno la precisione delle varie correzioni automatiche. In particolar modo dovremmo impostare la percentuale di autocontrasto ad un valore che non dovrebbe essere superiore all 0,1% per non determinare eccessiva regolazione all immagine. Finestra delle preferenze di Capture NX Pagina 28

29 IMPOSTAZIONI UTILIZZO DEL SOFTWARE Ogni software permetterà lo stesso tipo d impostazione, seppure attraverso menù diversi come nel caso di Photoshop che rende possibile il controllo dalle OPZIONI della finestra delle curve. Per qualsiasi software esistono poi altri controlli sugli algoritmi che calcoleranno le modifiche richieste. Controlli che potremo utilizzare con l esperienza e per la necessità del caso. Finestra delle CURVE con Photoshop Finestra delle OPZIONI impostata per il miglioramento del contrasto per canale in misura del 0,05% Pagina 29

30 UTILIZZO DEL SOFTWARE IMPOSTAZIONI Oltre alle impostazioni per le regolazioni automatiche, non dobbiamo dimenticare di impostare (sempre nelle preferenze del software utilizzato) lo spazio colore necessario. L errata impostazione non potrà mantenere la fedeltà dei colori all immagine da elaborare. Con Photoshop, nelle impostazioni colore dovremo assegnare (prima di aprire l immagine) lo spazio di lavoro srgb o Adobe RGB (1998) a seconda dei file sui quali intendiamo lavorare. Useremo quindi Adobe RGB (1998) sui file che saranno acquisiti con tale spazio colore, oppure srgb per quelli che avranno tale spazio colore. In queste due immagini possiamo notare le due differenti impostazioni del colore in funzione delle necessità di lavorazione Pagina 30

31 UTILIZZO DEL SOFTWARE MIGLIORAMENTO IMMAGINI Fatto questo, siamo pronti per iniziare ad elaborare la nostra immagine. Normalmente, da una ripresa eseguita in completo automatismo noteremo che la resa generale non sempre ci soddisfa, vuoi per un contrasto troppo morbido, vuoi per dominanti indesiderate di colore, vuoi per mancanza di nitidezza. Tutto questo, nella maggior parte dei casi è risolvibile con una sola operazione di fotoritocco, tramite il controllo AUTOMATICO delle curve. In queste due immagini possiamo notare come il controllo automatico delle curve abbia incrementato la saturazione ed il contrasto creando l effetto tipico del polarizzatore. Tale effetto è stato generato dall impostazione MIGLIORA CONTRASTO PER CANALE presente nelle opzioni. Ideale per eliminare eventuali dominanti di colore generate da un WB non appropriato in fase di ripresa Pagina 31

32 UTILIZZO DEL SOFTWARE MIGLIORAMENTO IMMAGINI Piccole regolazioni che a seconda delle impostazioni opzionali, possono contribuire a migliorare l immagine, incrementando il contrasto e riequilibrando i colori a seconda dell impostazione prescelta. Utilizzando l opzione relativa all intervento sul contrasto monocromatico otterremo un immagine più contrastata ma senza modificare la gamma dei colori presenti che ci daranno l impressione di essere solo più saturi. Tale effetto è stato generato dall impostazione MIGLIORA CONTRASTO MONOCROMATICO presente nelle opzioni impostando l effetto allo 0,5% per le ombre come per le luci A seconda delle impostazioni ozionali possiamo ottenere un effetto specifico Pagina 32

33 UTILIZZO DEL SOFTWARE MIGLIORAMENTO IMMAGINI Dopo aver corretto il contrasto, possiamo controllare la nitidezza dell immagine ingrandendo la stessa al 100% L applicazione del grado di nitidezza deve tenere in considerazione un raggio molto contenuto, ed altrettanto per il livello. Un buon risultato in stampa, si può ottenere con l impostazione illustrata, ma teniamo sempre presente che tali valori sono da analizzare e provare sullo specifico file. Sia per il tipo di fotocamera (ognuna ha delle specifiche tarature) quanto per le impostazione adottate in fase di ripresa. Con 2 soli passaggi (contrasto e nitidezza) abbiamo migliorato la nostra immagine in modo efficace rendendola pronta per la stampa. Immagine originale Pagina 33

34 UTILIZZO DEL SOFTWARE MIGLIORAMENTO IMMAGINI Il controllo AUTOMATICO delle curve può funzionare egregiamente nella maggior parte delle nostre immagini, altrettanto se per correggere le dominanti di colore generate da un illuminazione del soggetto in luce mista. L eliminazione delle dominanti indesiderate può avvenire tramite la correzione automatica CONTRASTO PER CANALE Immagine originale Non sempre è possibile in fase di ripresa applicare il corretto bilanciamento del bianco (WB), soprattutto in presenza di luce mista Immagine corretta Con la correzione del contrasto per canale possiamo ottenere l eliminazione di dominanti indesiderate Pagina 34

35 UTILIZZO DEL SOFTWARE MIGLIORAMENTO IMMAGINI Come avviene per l automatismo on-camera, anche tramite software non potremo ottenere la corretta interpretazione quando ci troveremo di fronte ad immagini che non dispongono della più ampia gamma di informazioni della gamma RGB, tipo le immagini monocromatiche o soggetti che presentino nella maggior parte dell inquadratura un solo colore predominante. Immagine originale Sfalsamento della gamma RGB a causa dell applicazione del contrasto per canale, anziché monocromatico Immagine corretta con l applicazione del contrasto monocromatico Pagina 35

36 PERSONALIZZAZIONE IN FASE DI RIPRESA REGOLAZIONE FOTOCAMERA Come abbiamo visto, non è poi così difficile trattare le nostre immagini per ottenere un risultato più preciso e personale sfruttando anche solo gli AUTOMATISMI, sia della macchina fotografica, quanto con l utilizzo di un software in post produzione. In realtà cosa abbiamo fatto per migliorarle? Nient altro che un incremento di contrasto e nitidezza. Regolazioni che sarebbe possibile assegnare già in fase di ripresa se modificassimo le impostazioni di default anche solo di un valore (+1). Tuttavia, ritengo che sia sempre meglio decidere dopo lo scatto quanto e come modificare tali parametri, non fosse altro per il fatto di lavorare su un monitor decisamente più grande di quello incorporato su una compatta, che sebbene ormai abbia raggiunto i 2,5 non ci consente di valutare attentamente il risultato. Non trascuriamo poi le variabili del caso (pensiamo anche solo alla temperatura della luce), che da sole dovrebbero farci capire quanto sia importante mantenere le impostazioni su dei valori medi. L unica impostazione da non sbagliare nell acquisizione delle immagini JPG è esclusivamente il bilanciamento del bianco, l unico aspetto che può sfalsare anche in modo irreparabile i colori che invece vorremmo mantenere fedeli. Pagina 36

37 PERSONALIZZAZIONE IN FASE DI RIPRESA CONSIGLI SULL UTILIZZO Tra le difficoltà che riscontriamo nell uso di una piccola macchina fotografica dobbiamo ammettere quella di riuscire a tenerla ferma al momento dello scatto. Le dimensioni, il tipo di impugnatura, e la stessa visione tramite il suo monitor che ci impedisce quindi un appoggio sul viso (come con una reflex o una macchina dotata di mirino ottico) costringendoci a tenere una posizione alquanto instabile, sono la causa tipica dell effetto MICROMOSSO, che come peggiore conseguenza ha quella di restituire immagini prive di nitidezza. Il consiglio è quello di prestare sempre la massima attenzione in questo, cercando ove possibile un appoggio soprattutto quando le condizioni di luce (scarsa) sono tali da giustificare tempi d esposizione lenti. Altra particolare attenzione è nella messa a fuoco alla pressione a metà corsa del pulsante di scatto: non abbiamo tra le mani una videocamera, ma una macchina fotografica che richiede per prima cosa massima fermezza anche in questa prima importante operazione. Ma sarà anche importante leggere il manuale d uso in dotazione per conoscere ogni bottone e menù della fotocamera. Pagina 37

38 ARGOMENTI CORRELATI Certamente gli argomenti, le regolazioni, le tecniche di elaborazione e correzione di un immagine digitale sono infinite. Ulteriori approfondimenti sugli argomenti trattati si potranno leggere nei seguenti experience già realizzati: Pagina 38

39 CONCLUSIONI Difficile riuscire a sintetizzare argomenti che richiederebbero molti approfondimenti. Lo scopo era quello di spiegare, in modo molto semplice, i dubbi o le difficoltà riscontrate in fase di ripresa con una macchina fotografica digitale compatta, come tutte le Coolpix. Gli argomenti trattati, e le spiegazioni, sarebbero identiche se avessi dedicato questo experience alle reflex digitali, con l unica variabile del formato di registrazione grezzo RAW (NEF) che consente più margine di errore in fase di ripresa rispetto ad una compatta che utilizza il formato JPG. Anche per questa ragione, chi avrà la possibilità di imparare ad utilizzare bene una Coolpix si troverà molto avvantaggiato nel passaggio ad un sistema digitale reflex. Conoscere il comportamento di un automatismo ci aiuterà a comprendere il risultato, e di conseguenza ci insegnerà ad impostare le opportune modifiche in post produzione, così come ad assegnare già in fase di ripresa le impostazioni che ci faranno ritrovare un immagine sempre più pronta per la stampa o per la visione tramite il web. Il resto, lo insegnerà come sempre l esperienza maturata sul campo. Mauro Minetti Pagina 39

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