CORSO DI LAUREA IN LETTERE A.A Storia delle istituzioni e delle idee politiche LEZIONE 4

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1 CORSO DI LAUREA IN LETTERE A.A Storia delle istituzioni e delle idee politiche LEZIONE 4

2 2 L ASSEMBLEA COSTITUENTE

3 L Assemblea costituente 556 deputati Democrazia Cristiana 207 seggi Partito Socialista Italiano 115 seggi Partito Comunista Italiano 104 seggi Unione Democratica Nazionale (lista liberale) 41 seggi Fronte Uomo Qualunque 30 seggi Partito Repubblicano Italiano 23 seggi Blocco Nazionale Libertà (lista conservatrice) 16 seggi Partito d Azione (lista radicale) 7 seggi

4 4 Composizione dell Assemblea

5 I partiti dell arco costituzionale Dc ha un rapporto ambivalente con l esperienza del disciolto Partito Popolare, in parte compromesso con il fascismo; si riparte in una destra ancora simpatizzante per le forme autoritarie, un centro antifascista (De Gasperi) e una sinistra proiettata verso la democrazia sociale (Dossetti); PSIUP (Partito socialista italiano di unità proletaria), partito antifascista, con una componente massimalista (Nenni) e una moderata (Saragat;) PCI E stata la formazione più precocemente attiva nell antifascismo; Togliatti vuole trasformare il partito da avanguardia rivoluzionaria a partito di massa, capace di operare in via temporanea nel quadro di una democrazia borghese; è una strategia criticata ma che dà risultati; sostiene l alleanza con il PSIUP PLI, non riesce a progettare, ma resta legato all esperienza liberale fra otto e primo novecento; l opinione antifascista lo ritiene responsabile dell avvento del fascismo; Partito d Azione, nato nel 1942, antifascista, discende dall esperienza di Giustizia e libertà, movimento creato da Carlo Rosselli, che vuole proiettarsi oltre il passato prefascista; è emarginato però dall alleanza fra comunisti e socialisti; il PdA si richiama all esperienza della militanza mazziniana; non riesce però ad aggregare e si esaurirà; PRI si ricollega al repubblicanesimo risorgimentale. Molto attivi nella lotta clandestina antifascista; nel 43 restano fuori dall accordo delle forze che fanno capo al CLN perché pongono una pregiudiziale repubblicana; assorbe la destra del partito di azione, quando questo si scioglie (La Malfa, Parri);

6 6 Gruppi parlamentari in Assemblea Costituente NB VARIABILITA Ci sono variazioni significative nei gruppi parlamentari fra l inizio e la fine dei lavori: - alcuni gruppi scompaiono o cambiano nome (v. Partito d Azione, Fronte dell Uomo Qualunque) - altri si formano (v. gruppo Autonomista e gruppo Misto) per fuoruscite da altri gruppi - altri si espandono (Democrazia del Lavoro) - altri si contraggono (Unione Democratica Nazionale) - altri si dividono (Partito Socialista). I gruppi più stabili sono quello Comunista, quello Repubblicano e quello Democristiano. %2F5292%2Fdocumentoxml%2EASP%3FGruppo%3D181

7 Deputate della Costituente 21 elette [4%], di cui: - 9 PCI - 9 DC - 2 PSIUP - 1 Uomo Qualunque 5 siedono nelle Commissione per la Costituzione (7%): Angela Gotelli / Dc Maria Federici / Pci Nilde Iotti / Pci Angelina Merlin / Psi Teresa Noce / Pci [Giulia Pezzella, LE DONNE E L'ASSEMBLEA COSTITUENTE, in

8 Il tema costituzionale il tema costituzionale è tradizionalmente debole in Italia - Il Ministero per la Costituente raccoglie materiali preparatori - Sensibile alla questione e già attivo nel periodo che precede la formazione della Costituente è Giuseppe Dossetti (sinistra democristiana) - il giurista Costantino Mortati sensibilizza l opinione pubblica guardando in particolare al modello costituzionale della Repubblica di Weimar e a quello USA - importante contributo dialettico da Piero Calamandrei, Partito d Azione, giurista, che sostiene modello inglese

9 Il tema costituzionale La Costituente è vincolata: a) alla forma di governo repubblicana dal mandato popolare b) alla forma di Stato democratica dalla precondizione posta dagli Alleati e dal CLN - Il retaggio dell età liberale [e lo Statuto albertino] è stato spazzato via dal fascismo e dalla guerra; - Restano sul campo mattoni prodotti dal crollo dello Stato fascista, che saranno in parte riutilizzati (Pombeni)

10 10 Umberto TERRACINI PCI Presidente della AC feb 1947 gen 1948

11 11 Giuseppe Dossetti Genova DC

12 12 Piero Calamandrei Firenze P d A

13 Costantino Mortati Calabria DC 13

14 I lavori dell Assemblea Costituente / 1 L Assemblea Costituente: inizia i lavori il 25 giugno 1946 delega l elaborazione della bozza a una COMMISSIONE DEI 75, presieduta da Meuccio Ruini Commissione dei 75 si divide in 3 sottocommissioni (odg Dossetti): a) I sottocommissione: diritti e doveri dei cittadini b) II sottocommissione: organizzazione dello Stato c) III sottocommissione: diritti e doveri economico-sociali Le sottocommissioni lavorano nella seconda metà 1946 Dicembre 1946: comitato di revisione (dei 18) redige il testo Il testo viene votato dai 75 e proposto all Assemblea

15 I lavori dell Assemblea Costituente Comitato dei 18, che redige il testo: Ruini, Terracini, Tupini, Ghidini, Grassi, Marinaro, Perassi [ufficio di presidenza della commissione dei 75]; Ambrosini, Dossetti, Fanfani, Fuschini, Moro [DC]; Canevari, Paolo Rossi [Psi]; Grieco, Togliatti [Pci]; Calamandrei [PdA] Cevolotto [Democrazia del Lavoro]. E sempre presente Costantino Mortati.

16 16 Articolo 1 Prima versione (progetto di Costituzione approvato dalla Commissione dei 75 e presentato alla AC il 31 gennaio 1947 L Italia è una Repubblica democratica. La Repubblica italiana ha per fondamento il lavoro e la partecipazione effettiva di tutti i lavoratori all organizzazione politica, economia e sociale del Paese. La sovranità emana dal popolo ed è esercitata nelle forme e nei limiti della Costituzione e delle leggi

17 I lavori dell Assemblea Costituente / 3 Discussione in Assemblea (marzo-dicembre 1947) Il 22 dicembre 1947 il testo emendato viene messo ai voti. L Assemblea lo approva con voti favorevoli - 62 contrari - 49 assenti e astenuti La Costituzione della Repubblica italiana - è promulgata il 27 dicembre entra in vigore il 1 gennaio 1948

18 Il capo dello Stato Enrico De Nicola firma il testo della Costituzione appena approvato dall Assemblea, 22 dicembre

19 STRUTTURA DELLA COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA PRINCIPI FONDAMENTALI art PARTE I - Diritti e doveri dei cittadini Titolo I: Rapporti civili art Titolo II: Rapporti etico-sociali art Titolo III: Rapporti economici art Titolo IV: Rapporti politici art PARTE II - Ordinamento della Repubblica Titolo I: Il Parlamento art Sezione I: Le Camere Sezione II: La formazione delle leggi Titolo II: Il Presidente della Repubblica art Titolo III: Il Governo art Sezione I: Il Consiglio dei Ministri Sezione II: La pubblica amministrazione Sezione III: Gli organi ausiliari Titolo IV: La Magistratura art Sezione I: Ordinamento giurisdizionale Sezione II: Norme sulla giurisdizione Titolo V: Le Regioni, le Province, i Comuni art Titolo VI:Garanzie costituzionali art Sezione I: La Corte costituzionale Sezione II: Revisione della Costituzione. Leggi costituzionali DISPOSIZIONI TRANSITORIE E FINALI disp. I-XVIII

20 Scelte fondamentali dell Assemblea Costituente: I PRINCIPI FONDAMENTALI A PREMESSA 1. Volontà maggioritaria di attribuire un carattere anche programmatico alla Costituzione, che istituisca una serie di obbligazioni a procedere a carico del legislatore, e non soltanto dei limiti all azione di questo e degli altri poteri dello Stato; 2. La carta deve prefigurare lo Stato non solo nelle sue linee giuridiche, ma anche in ordine a principi, indirizzi e fini. 3. Questa scelta, sostenuta tanto dalla sinistra DC (Dossetti), quanto dal PC (Togliatti) e dai socialisti, è avversata da azionisti (Calamandrei) e liberali (Lucifero), che la accusano di costruttivismo e di genericità, preferendo l essenzialità e l adozione di norme esclusivamente azionabili in sede giudiziale.

21 Scelte fondamentali dell Assemblea Costituente: LA PRIORITA DEI DIRITTI DEI CITTADINI enfasi sulla Carta dei diritti, concepita come fondamento della costituzione; centralità dell individuo pensato come persona e affermazione della natura originaria dei diritti della persona; non si tratta però di riproposizione dell individualismo liberale: la persona è socializzata valorizzazione della dimensione relazionale della vita umana e della responsabilità.

22 PRINCIPI FONDAMENTALI / 1 STABILISCONO: - rispetto allo Stato: la forma di Stato e di governo (art.1); - rispetto alla persona: il riconoscimento di una sfera di diritti inviolabili dell uomo, che ha come corrispettivo l adempimento di doveri inderogabili (art.2); - rispetto alla persona: il principio di eguaglianza giuridica e l obbligazione della repubblica a perseguire l eguaglianza sostanziale (art.3); - rispetto alla persona e alla collettività: il riconoscimento speciale del diritto al lavoro (art.4); - rispetto al territorio: l unità e l indivisibilità; il riconoscimento delle autonomie locali; il decentramento dei servizi (art.5); - rispetto alle etnie: la tutela delle minoranze linguistiche (art.6);

23 PRINCIPI FONDAMENTALI/2 STABILISCONO: - rispetto ai rapporti fra Stato e Chiesa cattolica: l indipendenza dei 2 soggetti e il riconoscimento dei Patti lateranensi [non costituzionalizzati però] (art.7); - rispetto alle altre confessioni religiose: il riconoscimento della libertà e dell eguaglianza delle confessioni (art.8); - rispetto ai valori culturali: l impegno a promuovere e a tutelare (art.9); - rispetto alle persone straniere: il riconoscimento delle norme del diritto internazionale; la garanzia del diritto d asilo (art. 10); - rispetto alle relazioni internazionali: il riconoscimento delle norme del diritto internazionale; l impegno a non ricorrere alla guerra offensiva; l impegno a contribuire alla costruzione di un ordinamento sovrastatuale a presidio della pace (art.11); - rispetto all emblema dello Stato: l adozione del tricolore (art.12).

24 Ordine del giorno Dossetti, 9 settembre 1946, sui principi ispiratori "La sottocommissione [prima], esaminate le possibili impostazioni sistematiche di una dichiarazione dei diritti dell'uomo; "esclusa quella che si ispira ad una visione soltanto individualistica; esclusa quella che si ispiri ad una visione totalitaria, la quale faccia risalire allo Stato l'attribuzione dei diritti dei singoli e delle comunità fondamentali; "ritiene che la sola impostazione veramente conforme alle esigenze storiche, cui il nuovo statuto dell'italia democratica deve soddisfare, è quella che: a) riconosca la precedenza sostanziale della persona umana (intesa nella completezza dei suoi valori e dei suoi bisogni non solo materiali, ma anche spirituali) rispetto allo Stato e la destinazione di questo al servizio di quella; b) riconosca ad un tempo la necessaria socialità di tutte le persone, le quali sono destinate a completarsi e perfezionarsi a vicenda mediante una reciproca solidarietà economica e spirituale; anzitutto in varie comunità intermedie disposte secondo una naturale gradualità (comunità famigliari, territoriali, professionali, religiose, ecc) e quindi, per tutto ciò in cui quelle comunità non bastino, nello Stato; c) che per ciò affermi l'esistenza sia dei diritti fondamentali delle persone, sia dei diritti delle comunità anteriormente ad ogni concessione da parte dello Stato".

25 Togliatti sul valore storico-programmatico della Costituzione repubblicana e sulla sua funzione di garanzia del futuro nazionale Si afferma in questo momento il principio della responsabilità dei popoli per la loro storia e per il loro destino Tenendo conto di quello che è accaduto, cioè tirando le somme di un processo storico e politico che si è concluso con una catastrofe nazionale in pari tempo del fallimento di una classe dirigente come classe non più nazionale, perché nazionale è soltanto quella classe che quando difende le proprie posizioni e afferma se stessa, difende e afferma gli interessi di tutti gli uomini Garanzie per l avvenire. Vogliamo che quello che è avvenuto una volta non possa più ripetersi. [in Pombeni, La Costituente, p. 132]

26 ORDINAMENTO DELLA REPUBBLICA / 0 PARLAMENTO E POTERE LEGISLATIVO Bicameralismo: scelta di continuità, ricerca di equilibro e di ponderazione Referendum: inteso a bilanciare il ruolo rilevante dei partiti, con il rilancio della sovranità popolare rappresentato dall esercizio della democrazia diretta

27 ORDINAMENTO DELLA REPUBBLICA / 1 GOVERNO PARLAMENTARE La scelta della forma di governo è combattuta: - si temono gli eccessi del parlamentarismo, che rendono il governo ostaggio del legislativo, - si teme la possibile deriva autoritaria di un governo forte, [per esempio a legittimazione popolare diretta tramite elezione, oppure protetto da tempi fissi di durata della legislatura]; In II sottocommissione dopo lunga discussione si adotta l odg Perassi PRI [05/09/1946] con 22 voti e 6 astensioni: - si accoglie il REGIME PARLAMENTARE ma - da disciplinarsi tuttavia con dispositivi costituzionali idonei a tutelare le esigenze di stabilità dell azione di governo Il dispositivo è la funzione arbitrale affidata al Presidente della Repubblica.

28 ORDINAMENTO DELLA REPUBBLICA / 3 GOVERNO PARLAMENTARE 3) Discorso di Meuccio Ruini, presidente della Commissione dei 75, in assemblea plenaria: Si sono evitati due opposti sistemi. Innanzitutto: il primato dell esecutivo che ebbe nel fascismo l espressione più spinta. Non si può dire che appartenga a questo tipo il sistema presidenziale, che fa buona prova negli Stati Uniti d America, con un capo dello Stato che è anche capo del governo ed ha ampi poteri, ma non sembra poter essere trasferito da noi, che non abbiamo la forma federale, né altri elementi d equilibrio col Congresso, d avvicendamento di due grandi partiti che accompagnano quel sistema nella repubblica dalla bandiera stellata. Vi è in Europa una resistenza irreducibile al governo presidenziale, per il temuto aspetto del cesarismo, ed anche per il convincimento (noi non dobbiamo abbandonarlo, ma valorizzarlo) che il governo di gabinetto abbia diretta radice nel governo parlamentare. [prosegue]

29 ORDINAMENTO DELLA REPUBBLICA / 4 GOVERNO PARLAMENTARE [Ruini in assemblea plenaria]: Si è d altra parte evitato il pericolo di mettersi sul piano inclinato del governo di Assemblea. Ha l apparenza di un sillogismo la tesi che, poiché la sorgente di sovranità è unica nel popolo, ed unica deve esserne la delegazione, ogni potere si concentra nel parlamento, e gli altri organi, il governo, il capo dello Stato, la magistratura, ne sono il comitato o i commessi ed agenti d esecuzione. Si nega con ciò la possibilità di forme molteplici e diverse di espressione della sovranità popolare; e si lascia cadere quel tessuto costituzionale di ripartizione ed equilibrio dei poteri, che anche se la formula di Montesquieu è in parte superata ha costituito una conquista ed un presidio di libertà. [Pombeni, 152]

30 ORDINAMENTO DELLA REPUBBLICA / 6 PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA [Mortati] - necessità di un potere neutrale e moderatore, - compito: accertare la corrispondenza degli orientamenti popolari con quelli degli organi rappresentativi e di questi ultimi fra loro, onde mantenere una costante armonia (Pombeni 150). In questo senso il Presidente della Repubblica diventa la CHIAVE DEL SISTEMA DEMOCRATICO missione: trovare un equilibrio fra il parlamentarismo classico (con il suo deficit di governabilità) e un sistema a governo forte (con rischio di deriva autoritaria) Critiche: Orlando lo giudica un fannullone ; inoltre scarsamente legittimato: dovrebbe essere eletto dal popolo; Ruini lo difende, ritiene che l elezione popolare lo renderebbe più adeguato, ma capisce che Vi è contro, precisa lo stesso Ruini facendo eco a un collega, lo spettro di Cesare, di Bonaparte, di Hitler, ed è una preoccupazione che in molti prevale su ogni altra (137).

31 ORDINAMENTO DELLA REPUBBLICA CORTE COSTITUZIONALE - guarda al modello USA (sindacato di costituzionalità diffuso ) e a quello austriaco (sindacato accentrato con istanza di giudizio unica) - proposta in origine da Calamandrei, voluta dai democristiani (Leone), - avversata da molti liberali (Einaudi, Orlando, Nitti), dai socialisti (Nenni), dai comunisti (Togliatti), - precisata nei suoi poteri e nella forma dal contributo determinante del giurista liberale Perassi, e da vari interventi dei democristiani Mortati e Leone - Ruini la definisce un organo tecnico, necessario a chiudere il circolo della natura rigida della costituzione, che implica l esistenza di un istanza di giudizio in ordine alla conformità delle leggi ordinarie alla legge costituzionale (Pombeni, p. 137).

32 Togliatti sulla CC, 11 marzo 1947 [Assemblea plenaria] 32 Perché si sono introdotte queste norme? Tutte queste norme sono state ispirate dal timore: si teme che domani vi possa essere una maggioranza che sia espressione libera e diretta di quelle classi lavoratrici, le quali vogliono profondamente innovare la struttura politica, economica, sociale del paese: e per questa eventualità si vogliono prendere garanzie, si vogliono mettere delle remore: di qui la pesantezza e lentezza nell elaborazione legislativa, e tutto il resto; e di qui anche quella bizzarria della Corte costituzionale, organo che non si sa che cosa sia e grazie alla istituzione del quale degli illustri cittadini verrebbero ad essere collocati al di sopra di tutte le Assemblee e di tutto il sistema del Parlamento e della democrazia, per esserne i giudici. Ma chi sono costoro? Da che parte trarrebbero essi il loro potere se il popolo non è chiamato a sceglierli? Bisogna lasciare che la volontà popolare si possa esprimere attraverso gli istituti parlamentari, attraverso le istituzioni democratiche, sulla base costituzionale. Guai invece se la Costituzione fosse fatta in modo da opporre artificiosamente barriere a questa espressione. [cit. in F. Bonini, Storia della Corte costituzionale, p. 45]

33 Corte costituzionale: scelte definitive 33 - organo accentrato e speciale [modello Austria 1920] - pronunce efficaci erga omnes [c.s.] - accesso per rilievo incidentale da parte del giudice impegnato in un procedimento [L. cost. 1/1948 // modello americano del judicial review of legislation] - nomina dei giudici da parte dei diversi ordini [soluzione originale] Corte organo di garanzia, collocato a metà strada fra legislazione e giurisdizione

34 ASSETTI TERRITORIALI a) La questione più controversa è l adozione dell istituto della REGIONE. Poi persona viene a significare: sostanza - essa è avversata individuale di natura dai liberali razionale (Boezio) (cfr. i discorsi in Assemblea plenaria di Nitti e di Orlando), dai socialisti (Nenni), dai comunisti (Togliatti). - voluta dai democristiani; già nei programmi del Partito popolare di Sturzo b) principio di sussidiarietà

35 Alcuni rilievi critici alla Costituzione 35 Massimo Severo Giannini: «Costituzione splendida nella prima parte banale nella seconda»

36 BIBLIOGRAFIA P. Pombeni, La Costituente, Bologna, Il Mulino, 1995 La Costituzione della Repubblica nei lavori preparatori dell Assemblea Costituente, a cura di S.M. Cicconetti, M. Cortese, G. Torcolini, S. Traversa, 8 voll., Camera dei Deputati Segretariato generale, Roma, Edigraf, 1970 Le donne e la Costituzione: atti del convegno promosso dall'associazione degli ex-parlamentari, Roma, marzo 1988, Roma: Camera dei deputati, c1989

37 37 Esempio di schema-questionario. Tema: il referendum nei lavori della AC Che cos è il referendum? Che significato e che funzione ha? Come funziona il dispositivo referendario? Alternative possibili Da dove viene (la storia)? Che tipo di presupposti ideologici ha il referendum? A quale concezione della democrazia va riferito? Cronologia: a che punto dei lavori è stata introdotta la proposta? In quali fasi del lavoro costituente si è discusso del referendum? Chi ne ha proposto e sostenuto l adozione in AC? [singoli deputati e forze politiche] Chi l ha avversato e perché? Quali sono stati i nodi della discussione? Perché è stato adottato il referendum abrogativo e scartate altre opzioni? L applicazione del referendum nella storia della repubblica: casi di maggior rilievo La vicenda delle leggi dopo il referendum. Un caso esemplare Il destino della opzione perdente. Un caso esemplare

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