IL MERCATO DEL LAVORO IN PROVINCIA DI BRESCIA Rapporto 2015

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1 IL MERCATO DEL LAVORO IN PROVINCIA DI BRESCIA Rapporto 2015 A cura di Davide Fedreghini e Caterina Perugini Centro Studi AIB Luglio 2016

2 Centro Studi AIB 1

3 Nel presente documento vengono illustrati i risultati più significativi dell indagine sul Mercato del Lavoro in provincia di Brescia (anno 2015), realizzata dal Centro Studi dell Associazione Industriale Bresciana nel periodo tra marzo e maggio L indagine, come è noto, si inserisce in una più ampia iniziativa del CSC (Centro Studi Confindustria), istituita nel 2005, e relativa all Indagine del Sistema Confindustria sul mercato del lavoro, che si è rivelata nel corso degli anni un valido supporto per orientare le politiche associative e meglio mirarle alle esigenze delle imprese. La rete dei Centri Studi di Confindustria Lombardia, da qualche anno, coordina l indagine a livello regionale e contribuisce per circa un terzo al campione nazionale. All indagine relativa al 2015 hanno risposto 235 imprese iscritte all Associazione Industriale Bresciana, all interno delle quali sono occupati poco più di 27 mila addetti. Si tratta di numeri rilevanti, che certificano il valore e la portata dei risultati di seguito discussi. Rispetto all edizione dello scorso anno è significativamente aumentato il numero delle aziende che hanno aderito all iniziativa: pertanto i dati presentati in questa sede non sono perfettamente confrontabili con quelli dell indagine precedente, sebbene vi sia una forte convergenza sulle tendenze di fondo dei fenomeni analizzati. Come auspicato negli anni passati, il documento ha assunto una periodicità annuale e costituisce, al pari di altri report realizzati dal Centro Studi AIB, un momento di stimolo per tutti gli attori (imprese, associazioni di categoria, organizzazioni politiche e sindacali, media, ecc.) interessati a conoscere e a interpretare le dinamiche che caratterizzano il mercato del lavoro in provincia di Brescia. Prima di presentare i risultati dell indagine, appare opportuno fornire, attraverso il ricorso a fonti esterne, un sintetico quadro dei principali elementi che hanno contraddistinto nel 2015 il mondo del lavoro in ambito territoriale. Più in dettaglio, il riferimento va: agli indicatori di performance desunti dalle statistiche ufficiali elaborate dall ISTAT e dall EUROSTAT; alle ore autorizzate di Cassa Integrazione Guadagni (CIG) diffuse dall INPS; ai flussi in entrata e in uscita, tratti dal sistema delle Comunicazioni Obbligatorie. La lettura integrata di questi tre set di informazioni ci fornisce un quadro provinciale che nel 2015 ha espresso un sostanziale miglioramento rispetto agli anni passati. Vanno tuttavia precisati due aspetti: il suddetto rasserenamento non è stato pervasivo (alcune variabili, come il tasso di occupazione e quello di disoccupazione giovanile, sono ulteriormente peggiorate); la distanza dai livelli pre-crisi è, nella maggior parte dei fenomeni indagati, ancora fortemente elevata. Sul versante dell offerta di lavoro, nel 2015 il tasso di occupazione in provincia di Brescia si è attestato al 62,2%, in riduzione dello 0,5% sul L incidenza dell occupazione sul totale della Centro Studi AIB 2

4 popolazione in età lavorativa si conferma inferiore alla media regionale (65,1% nel 2015), ma sensibilmente superiore a quella nazionale (56,3%). Tuttavia, il confronto con alcune delle aree più sviluppate a livello europeo, i cosiddetti Motori d Europa (Baden-Württemberg, Bayern, Cataluña, Rhône-Alpes) indica un notevole ritardo, intensificatosi negli ultimi anni, della provincia di Brescia. Mentre le regioni tedesche e quella francese hanno infatti saputo interamente recuperare quanto perso nella fase più acuta della crisi, la provincia di Brescia e la Cataluña, nel 2015 presentano ancora un forte divario rispetto ai livelli occupazionali del Nel 2015, per la prima volta in sette anni, il tasso di disoccupazione in provincia di Brescia ha segnato una contrazione, attestandosi all 8,7% (dal 9,1% del 2014); esso risulta tuttavia quasi tre volte superiore rispetto ai livelli pre-crisi, quando la disoccupazione poteva essere definita come frizionale (3,2% nel 2007). Dal 2013 si è inoltre venuto a creare un differenziale negativo con la Lombardia, acuitosi nell ultimo biennio, mentre il nostro territorio continua a godere di una situazione relativamente più favorevole rispetto alla media nazionale. Il paragone con le aree tedesche più industrializzate risulta tuttavia particolarmente svantaggioso: Baden-Württemberg e Bayern hanno infatti sperimentato un evoluzione del tutto opposta a quella bresciana, al punto che, per entrambi i Länder, il 2015 ha rappresentato il minimo livello di disoccupazione. La Cataluña ha iniziato nel 2014 un movimento di riduzione, sebbene il tasso nel 2015 risulti circa tre volte superiore a quanto registrato nel Centro Studi AIB 3

5 A una riduzione del tasso di disoccupazione complessivo nel 2015 in provincia di Brescia non è corrisposta un analoga dinamica di quello relativo alla componente giovanile (15-24 anni), che ha invece raggiunto un valore record, pari a 35,9% (quattro volte più elevato rispetto al 2007, 8,9%). Si tratta di un dato particolarmente allarmante (soprattutto se letto insieme al contestuale incremento del tasso di inattività), che pone serie incognite circa la capacità da parte del sistema bresciano di fornire adeguato spazio a una componente vitale del capitale umano a disposizione delle imprese, con le evidenti ripercussioni sulla competitività e sulla capacità prospettica delle stesse di affrontare Centro Studi AIB 4

6 importanti sfide, come la competizione globale e la quarta rivoluzione industriale. In tale contesto, il dato provinciale risulta estremamente lontano dalle eccellenze sperimentate in Baden-Württemberg e Bayern, dove un modello particolarmente efficiente di alternanza scuola-lavoro contribuisce a facilitare l inserimento dei giovani nel mondo del lavoro. Relativamente più confortante è la dinamica provinciale della Cassa Integrazione Guadagni (CIG): nel 2015 le ore autorizzate sono state 34,9 milioni rispetto ai 45,2 del 2014 (-22,8%). La componente ordinaria (9,8 milioni di ore) è diminuita del 18,6% sul 2014; problematiche amministrative sorte negli ultimi mesi del 2015 (e poi protrattesi nei primi del 2016), legate al recepimento del d.lgs. n. 148/2015, hanno tuttavia determinato un rallentamento nell autorizzazione delle ore di CIGO. Pertanto il suddetto calo appare come la sintesi di due effetti (uno riferito al miglioramento del contesto ciclico, l altro al blocco delle procedure di autorizzazione) difficilmente scindibili. La componente straordinaria (pari a 23,0 milioni di ore) è diminuita del 7,2% rispetto al 2014, mentre quella in deroga, finanziata a carico del bilancio pubblico, ed estesa a comparti produttivi e categorie di lavoratori altrimenti esclusi dalla CIG (2,1 milioni di ore), è risultata in forte flessione (-74,5%), sebbene parte di tale dinamica sia imputabile al più ridotto perimetro di applicazione di questo istituto. Nonostante gli innegabili ed evidenti miglioramenti, nel 2015 il ricorso alla CIG è apparso ancora significativamente elevato, se confrontato con i livelli pre-crisi; rispetto al 2007 (6,0 milioni di ore autorizzate), l incremento complessivo è del 482,2%. Centro Studi AIB 5

7 Dall analisi congiunta delle ore autorizzate di Cassa Integrazione Guadagni e delle informazioni desumibili dall Indagine ISTAT sulle Forze di Lavoro è possibile ottenere il cosiddetto tasso di disoccupazione implicita, ovvero quella sottesa al ricorso alla CIG 1. Nel 2015 i lavoratori equivalenti a tempo pieno coinvolti nella CIG sono stati pari a 10 mila (circa 3 mila in meno del 2014, ma ben 7 mila in più nei confronti del 2008), corrispondenti a un tasso di disoccupazione implicita del 10,5% (nel 2014 aveva raggiunto il valore massimo di 11,5%). Nel 2015 il differenziale con la disoccupazione ufficiale si è pertanto attestato all 1,8%, vale a dire al livello minimo dal 2008; tale risultato è imputabile allo sgonfiamento delle ore autorizzate e al contestuale minor utilizzo da parte delle imprese. L evoluzione relativa ai flussi occupazionali è anch essa positiva: nel 2015 gli avviamenti al lavoro con contratti alle dipendenze in provincia di Brescia sono stati oltre 134 mila (+8,9% sul 2014). La crescita è stata trascinata dal contratto a tempo indeterminato (+47,2%), sulla cui dinamica sembrano aver influito, almeno in parte, i provvedimenti approvati dal Governo: quello riferito agli sgravi contributivi (in vigore da gennaio 2015) e quello sul contratto a tutele crescenti (in vigore da marzo 2015). Nel contempo, l apprendistato e il tempo determinato sono stati protagonisti di decrementi significativi (rispettivamente -20,0% e -4,8%). Nonostante il vero e proprio boom che ha caratterizzato il tempo indeterminato, la composizione delle assunzioni per tipo di contratto è ancora contraddistinta dalla netta prevalenza dei contratti a termine (che rappresentano il 59,2% del totale) e dall incidenza marginale dell apprendistato (3,3%). La quota delle assunzioni a tempo 1 Tale tasso viene stimato sulla base delle ore di CIG effettivamente utilizzate dalle imprese, trasformate in lavoratori equivalenti a tempo pieno. Centro Studi AIB 6

8 indeterminato ha raggiunto il 37,4% (in salita dal 27,7% nel 2014): tale espansione è avvenuta a spese sia del tempo determinato, sia dell apprendistato 2. Le cessazioni nel 2015 sono state poco più di 132 mila (+3,8% sul 2014). Il contratto a tempo indeterminato ha guidato la crescita dei flussi in uscita (+14,6%), mentre l apprendistato (-9,8%) e il tempo determinato (-1,0%) hanno evidenziato una riduzione. 2 Va tuttavia precisato che, con riferimento alla sola industria in senso stretto, nel 2015 le assunzioni a tempo indeterminato sono divenute maggioritarie (52,8% del totale, rispetto al 37,1% registrato nel 2014). Centro Studi AIB 7

9 La composizione delle cessazioni per contratto ha privilegiato il tempo determinato (61,3% nel 2015), seguito a distanza dall indeterminato (35,8%) e dall apprendistato (2,9%). Nel 2015 il saldo netto in provincia di Brescia fra avviamenti e cessazioni è risultato positivo (+2.096); il valore misura l incremento dello stock di contratti di lavoro alle dipendenze intervenuto rispetto alla situazione a fine Il 2015 ha pertanto sperimentato un miglioramento occupazionale rispetto all anno precedente, che invece si era caratterizzato per un saldo significativamente negativo (-4.060). Il valore complessivo è la risultante di un saldo positivo nel tempo indeterminato (+2.994, il primo da quando è disponibile la serie storica) e nell apprendistato (+651) e di una forte riduzione nel tempo determinato (-1.549). Dopo questa panoramica, che ha messo in luce alcune delle evidenze caratterizzanti il mercato del lavoro in provincia di Brescia dal lato dell offerta, è possibile sintetizzare i principali risultati dell indagine AIB, che offre un analisi al 2015 dal lato della domanda, in particolare quella di un campione di aziende bresciane. Il lavoro è suddiviso i due sezioni: Struttura e dinamica dell occupazione; Orari e assenze dal lavoro. A queste, si aggiunge un approfondimento sul giudizio espresso dalle imprese in merito ai provvedimenti emanati dal Governo nel 2015, a sostegno delle assunzioni a tempo indeterminato. Il Centro Studi AIB 8

10 riferimento va alle norme sugli sgravi contributivi e sul cosiddetto contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti, inserito nella riforma del Jobs Act. L analisi ricalca quella presentata nella precedente edizione del Rapporto, ma si differenzia perché, mentre l anno scorso erano state raccolte valutazioni necessariamente provvisorie, ora le opinioni delle imprese riguardano il consuntivo sull intero 2015 e le intenzioni per il STRUTTURA E DINAMICA DELL OCCUPAZIONE Il lavoro a tempo indeterminato (full-time e part-time) è nettamente il contratto prevalente all interno delle imprese bresciane: coinvolge il 97,0% dei lavoratori alle dipendenze. Il tempo determinato (fulltime e part-time) e il contratto di apprendistato, interessano solo il rimanente 3,0% dei dipendenti (rispettivamente, 2,1% e 0,9%). Con riferimento alla qualifica, tra i lavoratori con contratto a tempo indeterminato, il 65,6% è operaio, il 29,5% è impiegato; i quadri sono il 3,2% e i dirigenti rappresentano il rimanente 1,7%. L occupazione femminile, sul totale dei lavoratori a tempo indeterminato, rappresenta solo il 19,7%. La scarsa partecipazione delle donne al mercato del lavoro locale trova giustificazione soprattutto nella forte specializzazione dell industria bresciana sbilanciata verso i comparti metalmeccanici, i cui organici vedono la netta prevalenza di forza lavoro maschile. Al di là delle considerazioni relative al settore di attività, la presenza femminile evidenzia dei ritardi: le donne rappresentano soltanto il 7,9% dei dirigenti e il 17,0% dei quadri. Dal punto di vista dell organizzazione dell orario di lavoro settimanale, il part-time (sia a tempo indeterminato, sia a tempo determinato) è utilizzato dall 86,0% delle imprese bresciane, mentre la sua incidenza sul totale dei lavoratori alle dipendenze è pari al 5,1%. La composizione dell occupazione part-time per genere e per durata del contratto esprime la netta prevalenza di femmine (86,3%) e di addetti a tempo indeterminato (97,2%). Il part-time si rivela quindi come strumento prezioso per incrementare il tasso di partecipazione femminile al mercato del lavoro. Il bilancio complessivo dell occupazione, derivante dalla differenza tra i flussi in entrata e quelli in uscita, è positivo (+1,9%). Si tratta di una dinamica incoraggiante, dopo anni di ridimensionamenti più o meno intensi degli organici. La crescita dei dipendenti sarebbe stata favorita dalla ripresa dell attività produttiva e dall entrata in vigore delle nuove norme in materia di contratti di lavoro (sgravi contributivi e contratto a tutele crescenti ). Il contratto a tempo indeterminato registra un incremento netto degli occupati (+2,9%), a fronte di saldi negativi per i profili lavorativi a termine (-24,2% per il determinato e -13,9% per l apprendistato). Per quanto riguarda la sola dinamica inerente il tempo indeterminato, la crescita del numero dei lavoratori ha interessato tutte le qualifiche (+1,8% i dirigenti, +3,4% i quadri, + 3,6% gli impiegati, + 2,6% gli operai). Centro Studi AIB 9

11 ORARI E ASSENZE DAL LAVORO Le ore lavorabili sono risultate mediamente pari a 1.635, nei maschi e nelle femmine. Il valore, calcolato al netto delle ore di CIG effettivamente utilizzate, tende a diminuire al decrescere del livello di inquadramento professionale: per i quadri è pari a 1.694, per gli impiegati a e per gli operai si attesta a Le ore lavorate, invece, ammontano mediamente a 1.526, frutto di una significativa differenza di genere (1.538 nei maschi e nelle femmine) e sono caratterizzate da una relazione positiva con l inquadramento professionale: per i quadri, per gli impiegati, per gli operai. La combinazione operaio-femmina è quella che si caratterizza per il minor numero di ore lavorate (1.375), mentre quella quadro-maschio per il valore più elevato (1.652). Le ore di assenza sono risultate mediamente pari a 108, con un elevata eterogeneità per genere e inquadramento del lavoratore. L addetto medio maschio ha effettuato 97 ore di assenza, contro le 170 di quello femmina; allo stesso tempo, i quadri sperimentano un valore significativamente più basso (51) rispetto a quello che caratterizza gli impiegati (74) e gli operai (126). La composizione per causale delle ore di assenza per l addetto medio evidenzia la netta predominanza delle malattie non professionali, a cui viene addebitato il 57,8% delle ore perdute. Il tasso di assenza, inteso come rapporto tra le ore perdute e quelle lavorabili, è pari, per l addetto medio, al 6,6%. Il valore tende a crescere al diminuire della qualifica (è pari al 3,0% per i quadri, al 4,4% per gli impiegati e al 7,9% per gli operai). Tale tasso è inoltre funzione del genere dell addetto: nelle femmine, per le quali si registrano più ore perdute, si attesta al 10,3%, a fronte del 5,9% che caratterizza l occupazione maschile; le donne operaie esprimono il valore più alto (pari al 13,0%), mentre i quadri maschi quello più basso (2,4%). L utilizzo della Cassa Integrazione Guadagni (CIG), riferito alle ore effettive e non a quelle richieste, ha riguardato mediamente il 35,3% delle imprese del campione. Le ore di CIG effettuate dall addetto medio sono 58 (22 dai quadri, 31 dagli impiegati e 72 dagli operai); le procedure hanno maggiormente coinvolto i maschi (59 ore) rispetto alle femmine (53); il picco è stato raggiunto dalla categoria operaio-donna (83 ore). Le ore di CIG rappresentano, a livello complessivo, il 3,6% delle ore lavorabili; il tasso di incidenza della CIG è funzione dell inquadramento del lavoratore e cresce al diminuire della qualifica (1,3% nei quadri, 1,8% negli impiegati e 4,5% negli operai). Il fenomeno degli straordinari ha riguardato l 82,6% delle imprese bresciane. L addetto medio ha svolto 79 ore di straordinario (99 fra gli impiegati e 70 fra gli operai). L incidenza sul totale delle ore lavorabili è stata in media del 4,8% (5,9% per gli impiegati e 4,3% per gli operai). Infine, nell edizione di quest anno è stato inserito un approfondimento che riguarda il giudizio a consuntivo delle imprese in merito ai provvedimenti emanati nel corso del 2015 dal Governo a sostegno delle assunzioni a tempo indeterminato. Il riferimento va alle norme sugli sgravi contributivi e sul cosiddetto contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti, inserito nella riforma del Jobs Act. Centro Studi AIB 10

12 Dai risultati emerge che ben il 79,1% degli operatori intervistati ha effettuato nel 2015 assunzioni e/o trasformazioni a tempo indeterminato. Tra le imprese che hanno dichiarato di aver fatto assunzioni, il 79,0% ha affermato che le norme sugli sgravi contributivi e/o quelle sul contratto a tutele crescenti hanno giocato un ruolo importante nella scelta a favore delle assunzioni. Il rimanente 21,0% delle aziende ha invece dichiarato di non essere stato influenzato dalla nuova normativa. Tra le imprese che hanno riconosciuto di essere state influenzate dai provvedimenti del Governo, il grado di incisività delle singole norme è stato così valutato: gli sgravi contributivi hanno ricevuto una valutazione positiva nell 87,8% dei casi (39,5% giudizio molto, 48,3% abbastanza ), mentre il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti ha ricevuto consensi favorevoli, sebbene relativamente più tiepidi: 18,8% giudizio molto, 36,1% abbastanza, ma anche 35,4% poco e 9,7% per niente. Come è noto, infine, nel 2016 gli sgravi contributivi sono stati confermati, sebbene per importi e durata inferiori: qual è stato l orientamento delle imprese, in particolare, per quanto riguarda l impatto atteso sugli under 29? Dall analisi effettuata risulta che il contratto a tempo indeterminato è ritenuto preferibile per l assunzione di un under 29 solamente dal 22,5% delle imprese, mentre quelli a termine emergono come i maggiormente indicati (39,6% il tempo determinato e 37,9% l apprendistato). Centro Studi AIB 11

13 IL CAMPIONE Il campione dell indagine è costituito da 235 imprese (50 in più di quelle dello scorso anno), per un totale di oltre 27 mila addetti (erano poco più di 24 mila nell edizione precedente). La segmentazione del panel per settore di attività, ancora una volta, riflette fedelmente la base associativa di AIB: 187 aziende (79,6%) appartengono all industria, mentre le rimanenti 48 (20,4%) fanno parte dei servizi. All interno dell industria, le imprese della meccanica sono le più numerose (71), seguite da quelle della metallurgia (30). I due comparti contribuiscono per il 43,0% del campione, coerentemente con la specializzazione produttiva del made in Brescia, prevalentemente orientato verso i settori del metalmeccanico. All interno della meccanica, le aziende del campione si distinguono tra quelle appartenenti a: prodotti in metallo (32 imprese; 13,6%), elettromeccanica (7; 3,0%), macchine e apparecchi meccanici (19; 8,1%), mezzi di trasporto (13; 5,5%). Tra gli altri comparti, seguono: gomma e materie plastiche (17 aziende; 7,2%), sistema moda (14; 6,0%), minerali non metalliferi (13; 5,5%), alimentare (9; 3,8%), chimico-farmaceutico (6; 2,6%). Si rilevano, infine, due categorie residuali: altri comparti manifatturieri (12 imprese; 5,1%), in cui rientrano legno, carta e stampa, ecc. e altri comparti industriali (15; 6,4%), che comprende costruzioni, fornitura di energia elettrica e acqua, attività di smaltimento dei rifiuti. Gli addetti complessivamente coinvolti nell indagine sono , di cui (23,1%) appartenenti al settore della metallurgia e (42,9%) alla meccanica. Questi due comparti, sommati insieme, contribuiscono al 66,0% del campione. All interno della meccanica, il 13,7% degli addetti del campione appartiene a prodotti in metallo, il 2,7% a elettromeccanica, l 11,7% a macchine e Centro Studi AIB 12

14 apparecchi meccanici, il 14,8% a mezzi di trasporto. Seguono: gomma e materie plastiche (6,9%), minerali non metalliferi (3,5%), sistema moda (3,2%), alimentare (3,0%), chimico-farmaceutico (2,4%). Gli altri comparti manifatturieri pesa in termini di addetti per il 5,1%, altri comparti industriali per il 2,4% e i servizi per il 7,4%. La dimensione media delle aziende che hanno partecipato al questionario è relativamente elevata (116 addetti), a testimonianza della forte partecipazione da parte delle più importanti realtà produttive locali. Centro Studi AIB 13

15 A livello settoriale, le imprese più strutturate appartengono al comparto dei mezzi di trasporto (312 addetti medi), seguite da quelle della metallurgia (210) e di macchine e apparecchi meccanici (168). Elevata è inoltre la dimensione media nei prodotti in metallo (117), nel chimico-farmaceutico (111) e nel gomma e materie plastiche (111). Dal punto di vista della suddivisione delle imprese per classe dimensionale, il campione risulta, come nelle edizioni passate, ancora una volta sbilanciato a favore di quelle di media e grande dimensione, che insieme ne coprono il 51,9%: all indagine hanno infatti partecipato quasi tutte le aziende più grandi del tessuto imprenditoriale bresciano. Nel dettaglio, 52 (22,1%) imprese appartengono alle micro (1-15 addetti), 61 (26,0%) alle piccole (16-49), 90 (38,3%) alle medie (50-249) e le rimanenti 32 (13,6%) alle grandi (oltre 250). Relativamente al Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) applicato dalle imprese del campione, risulta che 121 (51,5%) fanno riferimento al metalmeccanico, 22 (9,4%) al commercio, 21 (8,9%) agli altri industriali (categoria residuale in cui sono stati inseriti alcuni CCNL relativamente meno diffusi nel territorio provinciale), 20 (8,5%) al gomma-plastica, 18 (7,7%) agli altri servizi, 14 (6,0%) al tessile, 10 (4,3%) all alimentare, 9 (3,8%) al chimico-farmaceutico. Centro Studi AIB 14

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17 STRUTTURA E DINAMICA DELL OCCUPAZIONE Struttura per contratto Il lavoro a tempo indeterminato (full-time e part-time) è nettamente il contratto prevalente all interno delle imprese bresciane: coinvolge il 97,0% dei lavoratori alle dipendenze. Le cosiddette forme di flessibilità interna, ovvero tempo determinato (full-time e part-time) e contratto di apprendistato 3, interessano solamente il rimanente 3,0% dei dipendenti (2,1% il determinato e lo 0,9% l apprendistato). Struttura per qualifica Con riferimento ai soli lavoratori a tempo indeterminato, gli operai 4 sono la maggioranza (65,6%); il personale impiegatizio costituisce il 29,5%, i quadri il 3,2% e i dirigenti l 1,7%. Il tasso di terziarizzazione implicita, inteso come quota percentuale di dipendenti con qualifica diversa da quella operaia, nel 2015 è pertanto pari al 34,4%. 3 Dal punto di vista giuridico l apprendistato è un contratto a tempo indeterminato. Tuttavia, date le caratteristiche di flessibilità che in questa sede, per comodità espositiva, consideriamo prevalenti, viene incluso fra le forme contrattuali flessibili. 4 Nella presente sezione dell indagine, vengono conteggiati insieme agli operai anche gli intermedi, che in questo contesto presentano significative analogie professionali con il personale operaio. Centro Studi AIB 16

18 Qual è la diffusione delle forme contrattuali dirigente e quadro all interno della realtà provinciale? Che caratteristiche hanno le imprese che ne fanno ricorso? A livello complessivo, il 48,9% delle aziende ha al proprio interno almeno un dirigente, mentre una quota relativamente più alta (57,4%) ha a libro paga uno o più quadri. Si tratta di valori che certificano un livello di managerializzazione delle imprese tutt altro che esaltante. La diffusione delle qualifiche più elevate è funzione crescente della dimensione aziendale: fra le realtà al di sotto dei 15 dipendenti, solo l 11,5% impiega dirigenti e quadri; fra le imprese piccole (16- Centro Studi AIB 17

19 49 dipendenti) la quota raggiunge rispettivamente il 32,8% e il 47,5%; fra le medie ( dipendenti) è pari al 65,6% e al 77,8%; nelle grandi (oltre 250 dipendenti) dirigenti e quadri sono presenti nel 93,8% delle imprese. Struttura per genere L occupazione femminile, sul totale dei lavoratori a tempo indeterminato, rappresenta nel 2015 solamente il 19,7%. La scarsa partecipazione delle donne al mercato del lavoro locale trova giustificazione in primo luogo nella segmentazione settoriale delle imprese bresciane, fortemente sbilanciata verso i comparti metalmeccanici, i cui organici notoriamente vedono la netta prevalenza di forza lavoro maschile. Al di là delle considerazioni relative al settore di attività, la presenza femminile nell industria bresciana evidenzia dei ritardi: le donne rappresentano soltanto il 7,9% dei dirigenti e il 17,0% dei quadri, mentre raggiungono il 33,2% negli impiegati e si fermano al 14,0% negli operai. Il part-time Espressione della cosiddetta flessibilità organizzativa, ovvero quella attinente l organizzazione dell orario di lavoro settimanale, il part-time (sia a tempo indeterminato, sia a tempo determinato) è utilizzato dall 86,0% delle imprese bresciane, mentre la sua incidenza sul totale dei lavoratori alle dipendenze è pari al 5,1%. La composizione dell occupazione part-time per genere e per durata del contratto esprime la netta prevalenza di femmine (86,3%) e di addetti a tempo indeterminato (97,2%). Centro Studi AIB 18

20 Il part-time si rivela quindi uno strumento assolutamente prezioso per incrementare il tasso di partecipazione femminile al mercato del lavoro, una forma di flessibilità che permette di conciliare le esigenze lavorative con quelle familiari. Allo stesso tempo, le imprese possono beneficiare della possibilità di trattenere personale già formato e operativo. Centro Studi AIB 19

21 Saldo occupazionale L indagine ha consentito di raccogliere, oltre ai dati di stock con i quali è stato possibile descrivere nelle pagine precedenti la struttura degli organici in provincia di Brescia, informazioni sui flussi occupazionali, con cui si è in grado di determinare il saldo occupazionale sperimentato nel Il bilancio complessivo, derivante dalla somma algebrica dei flussi in entrata e di quelli in uscita, è positivo (+1,9%). Si tratta di una dinamica assolutamente incoraggiante, dopo anni di ridimensionamenti più o meno intensi degli organici. La crescita dei dipendenti sarebbe stata favorita dalla ripresa dell attività produttiva e dall entrata in vigore di alcuni provvedimenti del Governo (quelli relativi agli sgravi contributivi e al cosiddetto contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti, inserito nella più ampia riforma del mercato del lavoro, meglio nota come Jobs Act ), volti a sostenere le assunzioni a tempo indeterminato. Tale forma contrattuale (a cui fa riferimento il 97,0% dei lavoratori a libro paga ) è l unica a sperimentare un incremento netto degli occupati (+2,9%), a fronte di saldi estremamente negativi per i profili lavorativi a termine (-24,2% per il determinato e -13,9% per l apprendistato). I dati evidenzierebbero quindi una decisa inversione rispetto al recente passato, certificata da un incremento degli organici aziendali ottenuto attraverso un generalizzato miglioramento della qualità dell occupazione alle dipendenze. Per quanto riguarda la sola dinamica inerente il tempo indeterminato, appare significativo evidenziare che la crescita del numero dei lavoratori ha interessato tutte le qualifiche (+1,8% i dirigenti, +3,4% i quadri, + 3,6% gli impiegati, + 2,6% gli operai). Centro Studi AIB 20

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23 ORARI E ASSENZE DAL LAVORO Le informazioni riguardo agli orari e alle assenze dal lavoro sono state raccolte su 190 imprese delle 235 che hanno partecipato all indagine (80,9%) e si riferiscono a addetti a tempo pieno e indeterminato. Dal punto di vista della qualifica, sono operai, sono impiegati e 743 sono quadri. E opportuno evidenziare che, nella presente sezione, diversamente da quanto realizzato in precedenza, i dati degli intermedi sono aggregati a quelli degli impiegati, viste, sulle tematiche qui affrontate, le forti analogie fra le due categorie; inoltre i dirigenti sono esclusi da questa statistica. Con riferimento al genere, sono maschi e femmine; il sotto-campione qui considerato evidenzia quindi specificità del tutto coerenti con la struttura occupazionale che caratterizza l universo delle imprese bresciane. Ore lavorabili Nel corso del 2015, le ore lavorabili sono risultate mediamente pari a 1.635, nei maschi e nelle femmine. Tale valore tende a diminuire al decrescere del livello di inquadramento professionale: per i quadri è pari a 1.694, per gli impiegati a e per gli operai si attesta a Le differenze all interno delle qualifiche dipendono primariamente dalle ore di Cassa Integrazione Guadagni (CIG) effettivamente utilizzate da ogni addetto: le ore di CIG, sottratte dal calcolo delle ore lavorabili, hanno infatti maggiormente coinvolto, come sarà evidenziato successivamente, gli operai, categoria che quindi si caratterizza per un minore valore della variabile qui presentata. Centro Studi AIB 22

24 Ore lavorate Nel 2015 le ore lavorate ammontano mediamente a 1.526, frutto di una significativa differenza di genere (1.538 nei maschi e nelle femmine). Si evidenzia inoltre una relazione positiva fra inquadramento professionale e ore lavorate, così come precedentemente riscontrato per le ore lavorabili: i quadri si caratterizzano per un numero maggiore di ore lavorate (1.644), seguiti dagli impiegati (1.617) e dagli operai (1.481). La combinazione operaio-femmina è quella che si caratterizza per il minor numero di ore lavorate (1.375), mentre quella quadro-maschio per il valore più elevato (1.652). Ore di assenza Nell anno 2015 le ore di assenza rilevate nelle imprese bresciane sono risultate mediamente pari a 108, con un elevata eterogeneità per genere e inquadramento del lavoratore. L addetto medio maschio ha effettuato 97 ore di assenza, contro le 170 di quello femmina; allo stesso tempo, i quadri sperimentano un valore significativamente più basso (51) rispetto a quello che caratterizza gli impiegati (74) e gli operai (126). Centro Studi AIB 23

25 La composizione per causale delle ore di assenza per l addetto medio evidenzia la netta predominanza delle malattie non professionali 5, a cui viene addebitato il 57,8% delle ore perdute, seguita dai congedi retribuiti 6 (16,5%) e dagli altri permessi retribuiti 7 (11,9%). 5 Prendono in considerazione, fra l altro, gli infortuni extra-lavorativi, le cure termali non in conto ferie, i casi di malattia che determinano un anticipazione o prolungamento del periodo di gravidanza o puerperio. 6 Comprendono sia i congedi parentali (come la maternità obbligatoria e facoltativa), sia quelli matrimoniali. 7 Includono i permessi sindacali aziendali, le agevolazioni ex Legge 104/92 e tutti i permessi per visite mediche e altri motivi retribuiti. Centro Studi AIB 24

26 Il peso delle assenze per infortuni sul lavoro e malattie professionali si attesta al 5,5%, mentre quello delle assenze per motivi sindacali (sciopero e assemblee) rappresenta solamente il 2,7%. Con riferimento al genere dell addetto medio, il maggior numero di ore di assenza delle femmine è in primo luogo imputabile, come nelle attese, ai congedi retribuiti (72 ore, contro le 8 dei maschi) e in particolare ai congedi parentali, istituto giuridico a tutela della gravidanza e della maternità delle lavoratrici dipendenti; al netto di tale voce, il differenziale di genere si riduce fortemente, pur penalizzando ancora la componente rosa. Le femmine si caratterizzano inoltre per un più elevato valore delle ore perdute a causa di malattie non professionali (68, rispetto alle 62 dei maschi) e delle altre assenze non retribuite 8 (9, contro 5). Al di là delle specificità sopra indicate, non si segnalano ulteriori significative difformità. Tassi di assenza Alle 108 ore complessivamente perdute da un addetto medio corrisponde un tasso di assenza del 6,6%, inteso come rapporto fra le ore perdute e quelle lavorabili. Tale valore tende a crescere al diminuire della qualifica (è pari al 3,0% per i quadri, al 4,4% per gli impiegati e al 7,9% per gli operai). Il tasso di assenza è inoltre funzione del genere dell addetto: nelle femmine, per le quali si registrano più ore perdute, si attesta al 10,3%, a fronte del 5,9% che caratterizza l occupazione maschile; le donne operaie esprimono il più alto valore di assenteismo, pari al 13,0% delle ore lavorabili, mentre i quadri maschi quello più basso (2,4%). 8 Accolgono, fra l altro, i congedi parentali non retribuiti, i permessi non retribuiti, le astensioni facoltative per maternità non retribuite. Centro Studi AIB 25

27 Con riferimento al CCNL metalmeccanico, contratto collettivo più diffuso sia nel panel qui considerato, sia nell industria bresciana, il tasso di assenza si è attestato mediamente al 6,6% (ovvero assolutamente in linea col valore complessivo a livello provinciale) e non sembra presentare specifiche peculiarità rispetto a quanto riscontrato per l intero campione osservato 9. 9 I dati sulle assenze nel CCNL metalmeccanico fanno riferimento a 104 imprese e a addetti, di cui operai, impiegati e 367 quadri. Centro Studi AIB 26

28 Cassa Integrazione Guadagni (CIG) e straordinari L utilizzo della Cassa Integrazione Guadagni (CIG) ha riguardato mediamente il 35,3% delle imprese del campione. Appare opportuno precisare che il dato qui calcolato, a differenza di quanto avviene nelle statistiche ufficiali fornite dall INPS (che considerano il totale delle ore utilizzate e delle ore richieste dalle aziende), è riferito esclusivamente alle ore di CIG effettivamente utilizzate. Le ore di CIG effettuate dall addetto medio sono 58 (22 dai quadri, 31 dagli impiegati e 72 dagli operai), mentre, con riferimento al genere del lavoratore, la CIG ha maggiormente coinvolto i maschi (59 ore) rispetto alle femmine (53), sebbene il picco sia stato sperimentato dalla categoria operaiodonna (83 ore). Le ore di CIG rappresentano, a livello complessivo, il 3,6% delle ore lavorabili; il tasso di incidenza della CIG è funzione dell inquadramento del lavoratore e cresce al diminuire della qualifica (1,3% nei quadri, 1,8% negli impiegati e 4,5% negli operai). Centro Studi AIB 27

29 Con riferimento alla diffusione degli straordinari, il fenomeno ha riguardato l 82,6% delle imprese bresciane; il ricorso a tale istituto risulta essere l unico strumento di gestione del tempo di lavoro aggiuntivo per incrementare i livelli di produttività, a fronte di picchi di domanda di beni e servizi. L addetto medio ha svolto 79 ore di straordinario nel 2015 (99 fra gli impiegati e 70 fra gli operai). L incidenza sul totale delle ore lavorabili è stata in media del 4,8% (5,9% per gli impiegati e 4,3% per gli operai). Centro Studi AIB 28

30 Centro Studi AIB 29

31 APPROFONDIMENTO I GIUDIZI DELLE IMPRESE SUI PROVVEDIMENTI APPROVATI DAL GOVERNO A SOSTEGNO DELLE ASSUNZIONI A TEMPO INDETERMINATO L indagine ha consentito di valutare, attraverso una rilevazione condotta fra marzo e maggio con un approccio esclusivamente qualitativo, il giudizio delle imprese in merito ai provvedimenti emanati nel corso del 2015 dal Governo a sostegno delle assunzioni a tempo indeterminato. Il riferimento va alle norme sugli sgravi contributivi 10 e sul cosiddetto contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti, inserito nella più ampia riforma del mercato del lavoro, meglio nota come Jobs Act 11. Tale analisi ricalca in qualche modo quella effettuata nella precedente edizione del Rapporto, ma con una profonda differenza: l anno scorso si faceva riferimento a valutazioni necessariamente provvisorie, mentre ora le opinioni riguardano il consuntivo sull intero L obiettivo perseguito è stato raggiunto attraverso una serie di passaggi. Dapprima si è chiesto alle imprese del campione se avessero effettuato nel 2015 assunzioni e/o trasformazioni a tempo indeterminato. I risultati qui presentati sono nel complesso incoraggianti perché ben il 79,1% degli operatori intervistati ha risposto positivamente alla domanda. Vi è quindi una considerevole quota dell industria bresciana che, sulla scia della positiva fase ciclica sperimentata nel corso del 2015, ha effettuato assunzioni e/o trasformazioni a tempo indeterminato. 10 Commi dell art. 1 della Legge n. 190/2014 (Legge di Stabilità 2015). Tale disposizione specifica che, per ogni nuova assunzione a tempo indeterminato effettuata nel 2015, i datori di lavoro privati saranno esonerati, per un periodo massimo di 36 mesi e nel limite massimo di euro su base annua per ciascun lavoratore assunto, dal versamento dei contributi previdenziali a loro carico, con esclusione dei premi e contributi dovuti all INAIL. Tale bonus non si applica, fra l altro, alle assunzioni relative a lavoratori che nei sei mesi precedenti siano risultati occupati a tempo indeterminato presso qualsiasi datore di lavoro. 11 Decreto Legislativo n. 23 del 4 marzo La norma specifica che, per i lavoratori assunti a tempo indeterminato, per i trasformati da tempo determinato a tempo indeterminato e per gli apprendisti che sono stati qualificati, dal 7 marzo 2015, sia in vigore un nuovo regime di tutela per i licenziamenti illegittimi che toglie ogni discrezionalità al giudice e prevede un indennità risarcitoria crescente in ragione dell anzianità di servizio in azienda. Centro Studi AIB 30

32 Il secondo step è consistito nel chiedere alle imprese che hanno dichiarato assunzioni, se tale decisione fosse in qualche modo stata influenzata dalle misure approvate dal Governo a sostegno del contratto a tempo indeterminato. Le imprese bresciane hanno manifestato un giudizio sostanzialmente favorevole: il 79,0% ha infatti espresso che gli sgravi contributivi e/o il contratto a tutele crescenti hanno giocato un ruolo importante nella propria scelta, mentre il restante 21,0% non ne è stato influenzato. Viene quindi Centro Studi AIB 31

33 certificata l efficacia delle norme introdotte nel 2015, in quanto hanno complessivamente facilitato le assunzioni a tempo indeterminato da parte delle imprese bresciane. Si è poi domandato alle imprese che hanno manifestato un influenza dei provvedimenti del Governo sulle proprie politiche di assunzione, di esprimere un vero e proprio giudizio sulla reale incisività delle suddette norme. Ne emerge un quadro nel complesso piuttosto confortante: gli sgravi contributivi hanno ricevuto una valutazione positiva nell 87,8% dei casi (39,5% giudizio molto, 48,3% abbastanza ), mentre il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti ha ricevuto consensi favorevoli, sebbene relativamente più tiepidi: 18,8% giudizio molto, 36,1% abbastanza, ma anche 35,4% poco e 9,7% per niente. Tali risultati confermano i pareri espressi nella primavera del 2015 ed evidenzierebbero un generalizzato gradimento delle imprese bresciane nei confronti delle azioni messe in campo dal Governo a sostegno delle assunzioni a tempo indeterminato, con una chiara preferenza per l istituto degli sgravi contributivi. Nel 2016 gli sgravi contributivi sono stati confermati, sebbene per importi e durata inferiori 12. È apparso quindi opportuno conoscere l orientamento delle imprese in merito alla norma in questione, 12 Comma 178 dell art. 1 della Legge n. 208/2015 (Legge di Stabilità 2016). Tale disposizione specifica che, per ogni nuova assunzione a tempo indeterminato effettuata nel 2016, i datori di lavoro privati saranno esonerati, per un periodo massimo di 24 mesi e nel limite massimo di euro su base annua per ciascun lavoratore assunto, dal versamento dei contributi previdenziali a loro carico, con esclusione dei premi e contributi dovuti all INAIL. Tale bonus non si applica, fra l altro, alle assunzioni relative a lavoratori che nei sei mesi precedenti siano risultati occupati a tempo indeterminato presso qualsiasi datore di lavoro. Centro Studi AIB 32

34 in particolare per quanto riguarda l impatto atteso su una specifica categoria di lavoratori, gli under 29. L interesse è capire se la suddetta riduzione possa comportare una ricomposizione dei contratti di assunzione, dopo che nel 2015 gli avviamenti a termine (tempo determinato e apprendistato) avevano subito significative contrazioni, a vantaggio di quelle a tempo indeterminato. I risultati confermerebbero l ipotesi della ricomposizione: il contratto a tempo indeterminato è ritenuto come preferibile per l assunzione di un under 29 solamente dal 22,5% delle imprese, mentre quelli a termine emergono come i maggiormente indicati (39,6% il tempo determinato e 37,9% l apprendistato). Quest ultimo contratto tornerebbe quindi di interesse per le aziende, fermi restando i limiti di gradimento di tale forma contrattuale già evidenziati negli anni precedenti. Centro Studi AIB 33

35 APPENDICE A I CONTRATTI DI LAVORO ALLE DIPENDENZE NON STANDARD Apprendistato: rapporto di lavoro alle dipendenze finalizzato alla formazione professionale e all inserimento del lavoratore nel mercato del lavoro. In senso stretto è un contratto a tempo indeterminato, ma in questo documento è convenzionalmente considerato a termine. Tempo determinato: rapporto di lavoro alle dipendenze che prevede un termine finale. Può essere concluso tra un datore di lavoro o utilizzatore e un lavoratore per lo svolgimento di qualunque tipo di mansione, per una durata massima di 36 mesi. Centro Studi AIB 34

36 APPENDICE B METODOLOGIA DI CALCOLO DEL TASSO DI ASSENZA Per il calcolo del dato sull orario e sulle assenze nel mercato del lavoro, sono stati utilizzati i dati relativi al solo personale a tempo indeterminato full-time. La sezione dedicata del questionario chiedeva di indicare, distintamente per quadri, impiegati/intermedi e operai: il numero di giorni lavorativi di ferie, di recupero ex festività, di riduzione dell orario di lavoro goduti per dipendente nel corso del 2015; l orario del personale a tempo pieno e le pause retribuite applicati in azienda; il totale delle ore non lavorate nel 2015 per intervento CIG (ordinaria e straordinaria), distintamente per il personale maschile e per quello femminile, nonché per qualifica; il numero di ore perdute dai lavoratori nel corso del 2015, precisando la causale di assenza: - infortunio e malattia professionale; - malattia non professionale; - congedi retribuiti; - altri permessi retribuiti; - altre assenze non retribuite; - sciopero; - ore di assemblea; le ore di lavoro straordinario. Per determinare le ore lavorabili, ai 365 giorni del 2015 sono stati sottratti: i sabati e le domeniche (104 giorni) e le festività infrasettimanali (8 giorni nell anno considerato) 13 ; il dato aziendale dei giorni di ferie, quelli di P.A.R. (ex festività e riduzione orario di lavoro) e quelli di permesso per banca e conto ore. Il risultato, ricondotto su base settimanale dividendo per 5, è stato moltiplicato per l orario settimanale applicato in azienda, al netto delle pause retribuite. Sono state infine sottratte le ore pro-capite di Cassa Integrazione Guadagni eventualmente utilizzate nel corso dell anno. 13 Le festività stabilite per legge sono le seguenti: 1 gennaio (Capodanno), 6 gennaio (Epifania), Lunedì di Pasqua, 25 aprile (Liberazione dal nazifascismo), 1 maggio (Festa del Lavoro), 2 giugno (Festa della Repubblica), 15 agosto (Assunzione di Maria), 1 novembre (Ognissanti), 8 dicembre (Immacolata Concezione), 25 dicembre (Natale di Gesù), 26 dicembre (Santo Stefano), Festa del Patrono. Ai fini del calcolo delle ore lavorabili nel 2015 sono state conteggiate otto delle dodici festività sopra elencate: quattro sono infatti coincise con sabati o domeniche (25 aprile, 15 agosto, 1 novembre e 26 dicembre). Centro Studi AIB 35

37 Esempio: a. lavoratori al (dato aziendale) 9 b. lavoratori al (dato aziendale) 11 c. numero medio lavoratori nel d. giorni dell'anno 365 gg. e. sabati e domeniche 104 gg. f. festività infrasettimanali nel gg. g. giorni di ferie e P.A.R. 33 gg. h. orario settimanale (dato aziendale) 40 ore i. pause retribuite per settimana (dato aziendale) 60 min. j. ore di CIG pro-capite (dato aziendale) 50 ore La formula per il calcolo delle ore lavorabili pro-capite è quindi la seguente: ore lavorabili = (d-e-f-g)/5*(h-i/60)-j ore lavorabili = ( )/5*(40-60/60)-50 = Per il calcolo delle ore di assenza e dei relativi tassi di incidenza per causale sono state innanzitutto determinate le ore perdute per addetto: ore perdute = ore totali di assenza / numero medio di dipendenti nel 2015 I tassi assenza sono stati così ottenuti: tasso di assenza = ore perdute / ore lavorabili per addetto * 100 Centro Studi AIB 36

38 APPENDICE C ORE PERDUTE E TASSO DI ASSENZA PER QUALIFICA, GENERE E CAUSALE Addetto medio Ore perdute Tasso di assenza Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale Infortuni sul lavoro e malattie professionali ,4% 0,2% 0,3% Malattie non professionali ,8% 4,1% 3,9% Congedi retribuiti ,5% 4,4% 1,1% Altri permessi retribuiti ,8% 0,9% 0,8% Assenze per sciopero ,1% 0,0% 0,0% Altre assenze non retribuite ,3% 0,6% 0,4% Ore di assemblea ,1% 0,1% 0,1% Totale ,9% 10,3% 6,6% Quadri Ore perdute Tasso di assenza Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale Infortuni sul lavoro e malattie professionali ,1% 0,0% 0,1% Malattie non professionali ,5% 2,0% 1,5% Congedi retribuiti ,1% 2,7% 0,5% Altri permessi retribuiti ,7% 1,1% 0,8% Assenze per sciopero ,0% 0,0% 0,0% Altre assenze non retribuite ,1% 0,1% 0,1% Ore di assemblea ,0% 0,0% 0,0% Totale ,4% 5,9% 3,0% Impiegati Ore perdute Tasso di assenza Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale Infortuni sul lavoro e malattie professionali ,1% 0,2% 0,1% Malattie non professionali ,9% 2,3% 2,0% Congedi retribuiti ,4% 4,4% 1,5% Altri permessi retribuiti ,5% 0,7% 0,6% Assenze per sciopero ,0% 0,0% 0,0% Altre assenze non retribuite ,1% 0,4% 0,2% Ore di assemblea ,0% 0,0% 0,0% Totale ,1% 8,0% 4,4% Operai Ore perdute Tasso di assenza Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale Infortuni sul lavoro e malattie professionali ,5% 0,3% 0,5% Malattie non professionali ,7% 6,2% 4,9% Congedi retribuiti ,5% 4,4% 1,0% Altri permessi retribuiti ,8% 1,1% 0,9% Assenze per sciopero ,1% 0,1% 0,1% Altre assenze non retribuite ,4% 0,8% 0,5% Ore di assemblea ,2% 0,2% 0,2% Totale ,2% 13,0% 7,9% Centro Studi AIB 37

39 APPENDICE D ORE PERDUTE E TASSO DI ASSENZA PER QUALIFICA, GENERE E CAUSALE NEL CONTRATTO METALMECCANICO Addetto medio Ore perdute Tasso di assenza Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale Infortuni sul lavoro e malattie professionali ,4% 0,2% 0,4% Malattie non professionali ,9% 4,1% 3,9% Congedi retribuiti ,5% 4,2% 1,0% Altri permessi retribuiti ,8% 0,9% 0,8% Assenze per sciopero ,1% 0,0% 0,1% Altre assenze non retribuite ,3% 0,6% 0,4% Ore di assemblea ,2% 0,1% 0,2% Totale ,1% 10,1% 6,6% Quadri Ore perdute Tasso di assenza Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale Infortuni sul lavoro e malattie professionali ,0% 0,0% 0,0% Malattie non professionali ,3% 2,3% 1,4% Congedi retribuiti ,1% 5,1% 0,6% Altri permessi retribuiti ,5% 0,8% 0,5% Assenze per sciopero ,0% 0,0% 0,0% Altre assenze non retribuite ,0% 0,0% 0,0% Ore di assemblea ,0% 0,0% 0,0% Totale ,9% 8,2% 2,5% Impiegati Ore perdute Tasso di assenza Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale Infortuni sul lavoro e malattie professionali ,1% 0,1% 0,1% Malattie non professionali ,8% 2,3% 1,9% Congedi retribuiti ,5% 4,0% 1,2% Altri permessi retribuiti ,6% 0,8% 0,6% Assenze per sciopero ,0% 0,0% 0,0% Altre assenze non retribuite ,1% 0,4% 0,1% Ore di assemblea ,0% 0,0% 0,0% Totale ,1% 7,6% 4,1% Operai Ore perdute Tasso di assenza Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale Infortuni sul lavoro e malattie professionali ,5% 0,2% 0,5% Malattie non professionali ,8% 5,9% 4,9% Congedi retribuiti ,6% 4,3% 0,9% Altri permessi retribuiti ,9% 1,1% 0,9% Assenze per sciopero ,1% 0,1% 0,1% Altre assenze non retribuite ,4% 0,8% 0,5% Ore di assemblea ,2% 0,2% 0,2% Totale ,4% 12,7% 7,9% Centro Studi AIB 38

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