Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo"

Transcript

1 2017 Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo ai sensi del D.Lgs. n. 231 del 2001 PARTE GENERALE Approvato dal Consiglio di Amministrazione dell EPPI con delibera n. 575 del 21 dicembre 2017 Revisione Contenuto della modifica Data 1 Aggiornamento ex D.Lgs. 38/2017 e determinazione ANAC n. 1134/ dicembre Prima Emissione 28 aprile 2016

2 SOMMARIO 1. Il Decreto Legislativo n. 231 dell 8 giugno Tipologia di reati contemplati Sanzioni applicabili Azioni da parte dell Ente che il Decreto considera esimenti dalla responsabilità amministrativa Modello di Organizzazione e Gestione Articolazione del modello Finalità del modello Regole per l approvazione del modello e suoi aggiornamenti Organismo di Vigilanza Codice etico Struttura organizzativa Procedure aziendali Sistema delle deleghe e dei poteri Formazione e informativa Personale con poteri di rappresentanza Altro personale Informativa a collaboratori esterni e fornitori Sistema sanzionatorio Reati nei rapporti con la Pubblica Amministrazione Reati societari Reati informatici Reati in tema di salute e di sicurezza sul lavoro Reati in materia di violazione del diritto d autore Reati in materia di ricettazione, riciclaggio, impiego di denaro, beni o altre utilità di provenienza illecita e autoriciclaggio Delitti di criminalità organizzata e terrorismo Reati ambientali Abuso di informazioni privilegiate e manipolazione del mercato Reati di falso nummario Reati contro la personalità individuale e impiego di personale irregolare Adempimenti in tema di Prevenzione della Corruzione e Trasparenza

3 1. IL DECRETO LEGISLATIVO N. 231 DELL 8 GIUGNO 2001 Con il Decreto Legislativo n. 231 dell 8 giugno 2001, (di seguito il Decreto) recante la Disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica, a norma dell articolo 11 della legge 29 settembre 2000, n. 300 (di seguito il Decreto ), entrato in vigore il 4 luglio successivo, si è inteso adeguare la normativa italiana, in materia di responsabilità delle persone giuridiche, alle convenzioni internazionali sottoscritte da tempo dall Italia, in particolare: - la convenzione di Bruxelles del 26 luglio 1995 sulla tutela degli interessi finanziari della Comunità Europea; - la convenzione di Bruxelles del 26 maggio 1997 sulla lotta alla corruzione di funzionari pubblici sia della Comunità Europea che degli Stati membri; - la convenzione OCSE del 17 dicembre 1997 sulla lotta alla corruzione di pubblici ufficiali stranieri nelle operazioni economiche ed internazionali. Con tale Decreto è stato introdotto nel nostro ordinamento, a carico delle persone giuridiche (di seguito ente ), un regime di responsabilità amministrativa (equiparabile sostanzialmente alla responsabilità penale), che va ad aggiungersi alla responsabilità della persona fisica che ha materialmente commesso determinati fatti illeciti e che mira a coinvolgere, nella punizione degli stessi, gli Enti nel cui interesse o vantaggio i reati in discorso siano stati compiuti. È una responsabilità però del tutto autonoma rispetto a quella della persona fisica che commette il reato; tanto è vero che, ai sensi dell art. 8 del Decreto in parola, l ente può essere dichiarato responsabile anche se l autore materiale del reato non è imputabile o non è stato individuato. Perché si configuri in capo all ente tale responsabilità, occorre che: - il reato commesso rientri tra quelli previsti agli artt. 24, 24 bis, 24 ter, 25, 25 bis, 25 bis.1, 25 ter, 25 quater, 25 quater.1, 25 quinquies, 25 sexies, 25 septies, 25 octies, 25 novies, 25 decies, 25 undecies, 25 duodecies del D.Lgs. 231/2001; nonché dagli artt. 3 e 10 della legge n. 146/2006; - il soggetto attivo del reato sia legato all ente da un rapporto organico e abbia agito nell interesse o a vantaggio dell ente medesimo; - non sussistano le condizioni esimenti di cui all art. 6 del D.lgs. n. 231/2001. Un simile ampliamento della responsabilità a carico degli Enti mira ad estendere la punizione degli illeciti penali individuati nel Decreto agli Enti che abbiano tratto vantaggio o nel cui interesse siano stati commessi i reati. La responsabilità prevista dal Decreto si configura anche in relazione a reati commessi all estero, purché per gli stessi non proceda lo Stato nel cui luogo è stato commesso il reato. 1.1 TIPOLOGIA DI REATI CONTEMPLATI I punti chiave del Decreto riguardano: a) Le persone coinvolte nella commissione del reato, che sono: - persone fisiche che rivestono posizioni c.d. apicali (rappresentanza, amministrazione o direzione dell Ente o di una sua unità organizzativa dotata di autonomia finanziaria e funzionale nonché da persone che ne esercitino, di fatto, la gestione ed il controllo); - persone fisiche sottoposte alla direzione o vigilanza da parte di uno dei soggetti sopraindicati. b) La tipologia di reati da cui può conseguire la responsabilità amministrativa per l Ente, i quali sono espressamente indicati nel D.lgs. 231/2001, nonché in altri provvedimenti ai quali il D.lgs. 231/2001 fa rinvio. 2

4 Questo l'insieme dei reati attualmente richiamati dal D.Lgs. 231/01, da cui consegue la responsabilità amministrativa dell Ente: - Indebita percezione di erogazioni, truffa in danno dello Stato o di un ente pubblico o per il conseguimento di erogazioni pubbliche e frode informatica in danno dello Stato o di un ente pubblico (Art. 24, D.lgs. n. 231/2001): i. Malversazione a danno dello Stato (art. 316-bis c.p.) ii. Indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato (art.316-ter c.p.) iii. Truffa in danno dello Stato o di altro ente pubblico o delle Comunità europee (art.640, comma 2, n.1, c.p.) iv. Truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche (art. 640-bis c.p.) v. Frode informatica in danno dello Stato o di altro ente pubblico (art. 640-ter c.p.) - Delitti informatici e trattamento illecito di dati (Art. 24-bis, D.lgs. n. 231/2001) [articolo aggiunto dalla L. n. 48/2008; modificato dal D.Lgs. n. 7 e 8/2016]: i. Falsità in un documento informatico pubblico o avente efficacia probatoria (art. 491-bis c.p.) ii. Accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico (art. 615-ter c.p.) iii. Detenzione e diffusione abusiva di codici di accesso a sistemi informatici o telematici (art. 615-quater c.p.) iv. Diffusione di apparecchiature, dispositivi o programmi informatici diretti a danneggiare o interrompere un sistema informatico o telematico (art. 615-quinquies c.p.) v. Intercettazione, impedimento o interruzione illecita di comunicazioni informatiche o telematiche (art quater c.p.) vi. Installazione di apparecchiature atte ad intercettare, impedire o interrompere comunicazioni informatiche o telematiche (art. 617-quinquies c.p.) vii. Danneggiamento di informazioni, dati e programmi informatici (art. 635-bis c.p.) viii. Danneggiamento di informazioni, dati e programmi informatici utilizzati dallo Stato o da altro ente pubblico o comunque di pubblica utilità (art. 635-ter c.p.) ix. Danneggiamento di sistemi informatici o telematici (art. 635-quater c.p.) x. Danneggiamento di sistemi informatici o telematici di pubblica utilità (art. 635-quinquies c.p.) xi. Frode informatica del certificatore di firma elettronica (art. 640-quinquies c.p.) - Delitti di criminalità organizzata (Art. 24-ter, D.Lgs. n. 231/2001) [articolo aggiunto dalla L. n. 94/2009 e modificato dalla L. 69/2015]: i. Associazione per delinquere (art. 416 c.p.p.) ii. Associazione di tipo mafioso (art. 416-bis c.p.) [articolo modificato dalla L. n. 69/2015] iii. Scambio elettorale politico-mafioso (art. 416-ter c.p.) iv. Sequestro di persona a scopo di estorsione (art. 630 c.p.) v. Associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope (art. 74 DPR 9 ottobre 1990, n. 309) vi. Tutti i delitti se commessi avvalendosi delle condizioni previste dall art. 416-bis c.p. per agevolare l attività delle associazioni previste dallo stesso articolo (L. 203/91) vii. Illegale fabbricazione, introduzione nello Stato, messa in vendita, cessione, detenzione e porto in luogo pubblico o aperto al pubblico di armi da guerra o tipo guerra o parti di esse, di esplosivi, di armi clandestine nonché di più armi comuni da sparo (art. 407, co. 2, lett. a), numero 5), c.p.p.) - Concussione, induzione indebita a dare o promettere altra utilità e corruzione (Art. 25, D.Lgs. n. 231/2001) [articolo modificato dalla L. n. 190/2012]: i. Concussione (art. 317 c.p.) [articolo modificato dalla L. n. 69/2015] ii. Corruzione per l esercizio della funzione (art. 318 c.p.) [articolo modificato dalla L. n. 190/2012 e L. n. 69/2015] iii. Corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio (art. 319 c.p.) [articolo modificato dalla L. n. 69/2015] iv. Circostanze aggravanti (art. 319-bis c.p.) v. Corruzione in atti giudiziari (art. 319-ter c.p.) [articolo modificato dalla L. n. 69/2015] 3

5 vi. Induzione indebita a dare o promettere utilità (art. 319-quater) [articolo aggiunto dalla L. n. 190/2012 e modificato dalla L. n. 69/2015] vii. Corruzione di persona incaricata di un pubblico servizio (art. 320 c.p.) viii. Pene per il corruttore (art. 321 c.p.) ix. Istigazione alla corruzione (art. 322 c.p.) x. Peculato, concussione, induzione indebita dare o promettere utilità, corruzione e istigazione alla corruzione di membri degli organi delle Comunità europee e di funzionari delle Comunità europee e di Stati esteri (art. 322 bis c.p.) [articolo modificato dalla L. n. 190/2012] - Falsità in monete, in carte di pubblico credito, in valori di bollo e in strumenti o segni di riconoscimento (Art. 25-bis, D.Lgs. n. 231/2001) [articolo aggiunto dal D.L. n. 350/2001, convertito con modificazioni dalla L. n. 409/2001; modificato dalla L. n. 99/2009]: i. Falsificazione di monete, spendita e introduzione nello Stato, previo concerto, di monete falsificate (art. 453 c.p.) ii. Alterazione di monete (art. 454 c.p.) iii. Spendita e introduzione nello Stato, senza concerto, di monete falsificate (art. 455 c.p.) iv. Spendita di monete falsificate ricevute in buona fede (art. 457 c.p.) v. Falsificazione di valori di bollo, introduzione nello Stato, acquisto, detenzione o messa in circolazione di valori di bollo falsificati (art. 459 c.p.) vi. Contraffazione di carta filigranata in uso per la fabbricazione di carte di pubblico credito o di valori di bollo (art. 460 c.p.) vii. Fabbricazione o detenzione di filigrane o di strumenti destinati alla falsificazione di monete, di valori di bollo o di carta filigranata (art. 461 c.p.) viii. Uso di valori di bollo contraffatti o alterati (art. 464 c.p.) ix. Contraffazione, alterazione o uso di marchi o segni distintivi ovvero di brevetti, modelli e disegni (art. 473 c.p.) x. Introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi (art. 474 c.p.) - Delitti contro l industria e il commercio (Art. 25-bis.1, D.Lgs. n. 231/2001) [articolo aggiunto dalla L. n. 99/2009]: i. Turbata libertà dell industria o del commercio (art. 513 c.p.) ii. Illecita concorrenza con minaccia o violenza (art. 513-bis c.p.) iii. Frodi contro le industrie nazionali (art. 514) iv. Frode nell esercizio del commercio (art. 515 c.p.) v. Vendita di sostanze alimentari non genuine come genuine (art. 516 c.p.) vi. Vendita di prodotti industriali con segni mendaci (art. 517 c.p.) vii. Fabbricazione e commercio di beni realizzati usurpando titoli di proprietà industriale (art. 517-ter c.p.) viii. Contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine dei prodotti agroalimentari (art quater c.p.) - Reati societari Art. 25-ter, D.Lgs. n. 231/2001) [articolo aggiunto dal D.Lgs. n. 61/2002, modificato dalla L. n. 190/2012 e dalla L. 69/2015]: i. False comunicazioni sociali (art c.c.) [articolo modificato dalla L. n. 69/2015] ii. Fatti di lieve entità (art bis c.c.) iii. False comunicazioni sociali delle società quotate (art. 2622) [articolo modificato dalla L n. 69/2015] iv. Impedito controllo (art. 2625, comma 2, c.c.) v. Indebita restituzione di conferimenti (art c.c.) vi. Illegale ripartizione degli utili e delle riserve (art c.c.) vii. Illecite operazioni sulle azioni o quote sociali o della società controllante (art c.c.) viii. Operazioni in pregiudizio dei creditori (art c.c.) ix. Omessa comunicazione del conflitto d interessi (art bis c.c.) [aggiunto dalla legge n. 262/2005] x. Formazione fittizia del capitale (art c.c.) 4

6 xi. Indebita ripartizione dei beni sociali da parte dei liquidatori (art c.c.) xii. Corruzione tra privati (art c.c.) [aggiunto dalla legge n. 190/2012] xiii. Istigazione alla corruzione tra privati (art bis c.c.) [articolo aggiunto dal D.Lgs. n. 38/2017] xiv. Illecita influenza sull assemblea (art c.c.) xv. Aggiotaggio (art c.c.) xvi. Ostacolo all esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza (art. 2638, comma 1 e 2, c.c.) - Reati con finalità di terrorismo o di eversione dell ordine democratico previsti dal codice penale e dalle leggi speciali (Art. 25-quater, D.Lgs. n. 231/2001) [articolo aggiunto dalla L. n. 7/2003]: i. Associazioni sovversive (art. 270 c.p.) ii. Associazioni con finalità di terrorismo anche internazionale o di eversione dell ordine democratico (art. 270 bis c.p.) iii. Assistenza agli associati (art. 270 ter c.p.) iv. Arruolamento con finalità di terrorismo anche internazionale (art. 270 quater c.p.) v. Addestramento ad attività con finalità di terrorismo anche internazionale (art. 270 quinquies c.p.) vi. Finanziamento di condotte con finalità di terrorismo (L. n. 153/2016, art. 270 quinquies.1 c.p.) vii. Sottrazione di beni o denaro sottoposti a sequestro (art. 270 quinquies.2 c.p.) viii. Condotte con finalità di terrorismo (art. 270 sexies c.p.) ix. Attentato per finalità terroristiche o di eversione (art. 280 c.p.) x. Atto di terrorismo con ordigni micidiali o esplosivi (art. 280 bis c.p.) xi. Atti di terrorismo nucleare (art. 280 ter c.p.) xii. Sequestro di persona a scopo di terrorismo o di eversione (art. 289 bis c.p.) xiii. Istigazione a commettere alcuno dei delitti preveduti dai Capi primo e secondo (art. 302 c.p.) xiv. Cospirazione politica mediante accordo (art. 304 c.p.) xv. Cospirazione politica mediante associazione (art. 305 c.p.) xvi. Banda armata: formazione e partecipazione (art. 306 c.p.) xvii. Assistenza ai partecipi di cospirazione o di banda armata (art. 307 c.p.) xviii. Impossessamento, dirottamento e distruzione di un aereo (L. n. 342/1976, art. 1) xix. Danneggiamento delle installazioni a terra (L. n. 342/1976, art. 2) xx. Sanzioni (L. n. 422/1989, art. 3) xxi. Pentimento operoso (D.Lgs. n. 625/1979, art. 5) xxii. Convenzione di New York del 9 dicembre 1999 (art. 2) - Pratiche di mutilazione degli organi genitali femminili (art. 583-bis) - Delitti contro la personalità individuale (Art. 25-quinquies, D.Lgs. n. 231/2001) [articolo aggiunto dalla L. n. 228/2003]: i. Riduzione o mantenimento in schiavitù o in servitù (art. 600 c.p.) ii. Prostituzione minorile (art. 600-bis c.p.) iii. Pornografia minorile (art. 600-ter c.p.) iv. Detenzione di materiale pornografico (art. 600-quater) v. Pornografia virtuale (art. 600-quater.1 c.p.) [aggiunto dall art. 10, L. 6 febbraio 2006 n. 38] vi. Iniziative turistiche volte allo sfruttamento della prostituzione minorile (art. 600-quinquies c.p.) vii. Tratta di persone (art. 601 c.p.) viii. Acquisto e alienazione di schiavi (art. 602 c.p.) ix. Intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro (art. 603-bis c.p.) x. Adescamento di minorenni (art. 609-undecies) - Reati di abuso di mercato (Art. 25-sexies, D.Lgs. n. 231/2001) [articolo aggiunto dalla L. n. 62/2005]: i. Abuso di informazioni privilegiate (art. 184 D. Lgs. n. 58/1998) ii. Manipolazione del mercato (art. 185 D. Lgs. n. 58/1998) 5

7 - Reati di omicidio colposo e lesioni colpose gravi o gravissime, commessi con violazione delle norme antinfortunistiche e sulla tutela dell igiene e della salute sul lavoro (Art. 25-septies, D.Lgs. n. 231/2001) [articolo aggiunto dalla L. n. 123/2007]: i. Omicidio colposo (art. 589 c.p.) ii. Lesioni personali colpose (art. 590 c.p.) - Ricettazione, riciclaggio e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, nonchè autoriciclaggio (Art. 25- octies, D.Lgs. n. 231/2001) [articolo aggiunto dal D. Lgs. n. 231/2007; modificato dalla L. n. 186/2014]: i. Ricettazione (art. 648 c.p.) ii. Riciclaggio (art. 648-bis c.p.) iii. Impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita (art. 648-ter c.p.) iv. Autoriciclaggio (art. 648-ter.1 c.p.) - Delitti in materia di violazione del diritto d autore (Art. 25-novies, D.Lgs. n. 231/2001) [articolo aggiunto dalla L. n. 99/2009]: i. Messa a disposizione del pubblico, in un sistema di reti telematiche, mediante connessioni di qualsiasi genere, di un opera dell ingegno protetta, o di parte di essa (art. 171, legge n.633/1941 comma 1 lett. a) bis) ii. Reati di cui al punto precedente commessi su opere altrui non destinate alla pubblicazione qualora ne risulti offeso l onore o la reputazione (art. 171, legge n.633/1941 comma 3) iii. Abusiva duplicazione, per trarne profitto, di programmi per elaboratore; importazione, distribuzione, vendita o detenzione a scopo commerciale o imprenditoriale o concessione in locazione di programmi contenuti in supporti non contrassegnati dalla SIAE; predisposizione di mezzi per rimuovere o eludere i dispositivi di protezione di programmi per elaboratori (art. 171-bis legge n.633/1941 comma 1) iv. Riproduzione, trasferimento su altro supporto, distribuzione, comunicazione, presentazione o dimostrazione in pubblico, del contenuto di una banca dati; estrazione o reimpiego della banca dati; distribuzione, vendita o concessione in locazione di banche di dati (art. 171-bis legge n.633/1941 comma 2) v. Abusiva duplicazione, riproduzione, trasmissione o diffusione in pubblico con qualsiasi procedimento, in tutto o in parte, di opere dell ingegno destinate al circuito televisivo, cinematografico, della vendita o del noleggio di dischi, nastri o supporti analoghi o ogni altro supporto contenente fonogrammi o videogrammi di opere musicali, cinematografiche o audiovisive assimilate o sequenze di immagini in movimento; opere letterarie, drammatiche, scientifiche o didattiche, musicali o drammatico musicali, multimediali, anche se inserite in opere collettive o composite o banche dati; riproduzione, duplicazione, trasmissione o diffusione abusiva, vendita o commercio, cessione a qualsiasi titolo o importazione abusiva di oltre cinquanta copie o esemplari di opere tutelate dal diritto d autore e da diritti connessi; immissione in un sistema di reti telematiche, mediante connessioni di qualsiasi genere, di un opera dell ingegno protetta dal diritto d autore, o parte di essa (art. 171-ter legge n.633/1941) vi. Mancata comunicazione alla SIAE dei dati di identificazione dei supporti non soggetti al contrassegno o falsa dichiarazione (art. 171-septies legge n.633/1941) vii. Fraudolenta produzione, vendita, importazione, promozione, installazione, modifica, utilizzo per uso pubblico e privato di apparati o parti di apparati atti alla decodificazione di trasmissioni audiovisive ad accesso condizionato effettuate via etere, via satellite, via cavo, in forma sia analogica sia digitale (art octies legge n.633/1941). - Induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci all autorità giudiziaria (Art. 25-decies, D.Lgs. n. 231/2001) [articolo aggiunto dalla L. n. 116/2009]: i. Induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci all autorità giudiziaria (art bis c.p.). 6

8 - Reati ambientali (Art. 25-undecies, D.Lgs. n. 231/2001) [articolo aggiunto dal D.Lgs. n. 121/2011, modificato dalla L. n. 68/2015]: i. Inquinamento ambientale (art. 452-bis c.p.) ii. Disastro ambientale (art. 452-quater c.p.) iii. Delitti colposi contro l ambiente (art. 452-quinquies c.p.) iv. Traffico e abbandono di materiale ad alta radioattività (art. 452-sexies c.p.) v. Circostanze aggravanti (art. 452-octies c.p.) vi. Uccisione, distruzione, cattura, prelievo, detenzione di esemplari di specie animali o vegetali selvatiche protette (art. 727-bis c.p.) vii. Distruzione o deterioramento di habitat all interno di un sito protetto (art. 733-bis c.p.) viii. Importazione, esportazione, detenzione, utilizzo per scopo di lucro, acquisto, vendita, esposizione o detenzione per la vendita o per fini commerciali di specie protette (L. n.150/1992, art. 1, art. 2, art. 3-bis e art. 6) ix. Scarichi di acque reflue industriali contenenti sostanze pericolose; scarichi sul suolo, nel sottosuolo e nelle acque sotterranee; scarico nelle acque del mare da parte di navi od aeromobili (D. Lgs n.152/2006, art. 137) x. Attività di gestione di rifiuti non autorizzata (D. Lgs n.152/2006, art. 256) xi. Inquinamento del suolo, del sottosuolo, delle acque superficiali o delle acque sotterranee (D. Lgs n. 152/2006, art. 257) xii. Traffico illecito di rifiuti (D. Lgs n.152/2006, art. 259) xiii. Violazione degli obblighi di comunicazione, di tenuta dei registri obbligatori e dei formulari (D. Lgs n.152/2006, art. 258) xiv. Attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti (D. Lgs n.152/2006, art. 260) xv. False indicazioni sulla natura, sulla composizione e sulle caratteristiche chimico-fisiche dei rifiuti nella predisposizione di un certificato di analisi di rifiuti; inserimento nel SISTRI di un certificato di analisi dei rifiuti falso; omissione o fraudolenta alterazione della copia cartacea della scheda SISTRI - area movimentazione nel trasporto di rifiuti (D. Lgs n.152/2006, art. 260-bis) xvi. Sanzioni (D.Lgs. n. 152/2006, art. 279) xvii. Inquinamento doloso provocato da navi (D. Lgs. n.202/2007, art. 8) xviii. Inquinamento colposo provocato da navi (D. Lgs. n.202/2007, art. 9) xix. Cessazione e riduzione dell impiego delle sostanze lesive (L. n. 549/1993 art. 3) - Impiego di cittadini di paesi terzi il cui soggiorno è irregolare (Art. 25-duodecies, D.Lgs. n. 231/2001) [articolo aggiunto dal D.Lgs. n. 109/2012]: i. Impiego di cittadini di paesi terzi il cui soggiorno è irregolare (art. 22, comma 12 bis, D.Lgs. n. 286/1998) - Responsabilità degli enti per gli illeciti amministrativi dipendenti da reato (Art. 12, L. n. 9/2013): i. Adulterazione e contraffazione di sostanze alimentari (art. 440 c.p.) ii. Commercio di sostanze alimentari contraffatte o adulterate (art. 442 c.p.) iii. Commercio di sostanze alimentari nocive (art. 444 c.p.) iv. Contraffazione, alterazione o uso di segni distintivi di opere dell ingegno o di prodotti industriali (art. 473 c.p.) v. Introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi (art. 474 c.p.) vi. Frode nell esercizio del commercio (art. 515 c.p.) vii. Vendita di sostanze alimentari non genuine come genuine (art. 516 c.p.) viii. Vendita di prodotti industriali con segni mendaci (art. 517 c.p.) ix. Contraffazione di indicazioni geografiche denominazioni di origine dei prodotti agroalimentari (art quater c.p.) - Reati transnazionali (L. n. 146/2006) [Costituiscono presupposto per la responsabilità amministrativa degli enti i seguenti reati se commessi in modalità transnazionale]: 7

9 i. Disposizioni contro le immigrazioni clandestine (art. 12, commi 3, 3-bis, 3-ter e 5, del testo unico di cui al D. Lgs. 25 luglio 1998, n. 286) ii. Associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope (art. 74 del testo unico di cui al D.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309) iii. Associazione per delinquere finalizzata al contrabbando di tabacchi lavorati esteri (art. 291-quater del testo unico di cui al D.P.R. 23 gennaio 1973, n. 43) iv. Induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci all autorità giudiziaria (art bis c.p.) v. Favoreggiamento personale (art. 378 c.p.) vi. Associazione per delinquere (art. 416 c.p.) vii. Associazione di tipo mafioso (art. 416-bis c.p.) 1.2 SANZIONI APPLICABILI Le sanzioni amministrative per gli illeciti amministrativi dipendenti da reato sono: a) sanzioni pecuniarie; b) sanzioni interdittive; c) confisca di beni; d) pubblicazione della sentenza. Per l illecito amministrativo da reato si applica sempre la sanzione pecuniaria. Il giudice determina la sanzione pecuniaria tenendo conto della gravità del fatto, del grado di responsabilità dell Ente, nonché dell attività svolta da questo per eliminare o attenuare le conseguenze del fatto o per prevenire la commissione di ulteriori illeciti. La sanzione pecuniaria è ridotta nel caso: a) l autore del reato abbia commesso il fatto nel prevalente interesse proprio o di terzi e l Ente non ne abbia ricavato vantaggio o ne abbia ricavato vantaggio minimo; b) l Ente abbia adottato e reso operativo un modello organizzativo idoneo a prevenire reati della specie di quello verificatosi. Le sanzioni interdittive si applicano quando ricorre almeno una delle seguenti condizioni: - l Ente ha tratto dal reato un profitto di rilevante entità e la commissione del reato è stata determinata o agevolata da gravi carenze organizzative; - in caso di reiterazione degli illeciti. In particolare le principali sanzioni interdittive, peraltro applicabili ai soli reati di cui agli articoli 24, 25, 25-bis e 25-quater del Decreto, concernono: a) il divieto di contrattare con la pubblica amministrazione; b) il divieto di pubblicizzare beni o servizi; c) la sospensione o revoca delle autorizzazioni, licenze o concessioni funzionali alla commissione dell illecito; d) l esclusione da agevolazioni, finanziamenti, contributi e sussidi, nonché la revoca di quelli eventualmente già concessi; 8

10 e) l interdizione dall esercizio delle attività. Nei confronti dell'ente è sempre disposta, con la sentenza di condanna, la confisca del prezzo o del profitto del reato, salvo che per la parte che può essere restituita al danneggiato. Sono fatti salvi i diritti acquisiti dai terzi in buona fede. La pubblicazione della sentenza di condanna può essere disposta quando nei confronti dell Ente viene applicata una sanzione interdittiva. 1.3 AZIONI DA PARTE DELL ENTE CHE IL DECRETO CONSIDERA ESIMENTI DALLA RESPONSABILITÀ AMMINISTRATIVA L articolo 6 del Decreto prevede una forma specifica di esimente dalla responsabilità amministrativa qualora il reato sia stato commesso dalle persone che rivestono posizioni c.d. apicali (rappresentanza, amministrazione o direzione dell Ente o di una sua unità organizzativa dotata di autonomia finanziaria e funzionale nonché da persone che ne esercitino, di fatto, la gestione ed il controllo) e l Ente provi che: a) l organo dirigente ha adottato ed efficacemente attuato, prima della commissione del fatto illecito, un modello di Organizzazione e Gestione (di seguito modello ) idoneo a prevenire la realizzazione degli illeciti penali considerati; b) ha affidato, ad un organo interno, il cosiddetto Organismo di Vigilanza, dotato di autonomi poteri di iniziativa e di controllo, il compito di vigilare sul funzionamento e sull efficace osservanza del modello in questione, nonché di curarne l aggiornamento; c) le persone hanno commesso il reato eludendo fraudolentemente il modello di Organizzazione e Gestione; d) non vi è stato omesso o insufficiente controllo da parte dell Organismo di Vigilanza. Il Decreto prevede inoltre che il modello di Organizzazione e Gestione debba rispondere alle seguenti esigenze: a) individuare i rischi aziendali, ovvero le attività nel cui ambito possono essere commessi i reati; b) escludere che un qualunque soggetto operante all interno dell Ente possa giustificare la propria condotta adducendo l ignoranza delle discipline aziendali e di evitare che, nella normalità dei casi, il reato possa essere causato dall errore dovuto anche a negligenza o imperizia nella valutazione delle direttive aziendali; c) introdurre un sistema disciplinare idoneo a sanzionare il mancato rispetto delle misure indicate nel modello; d) individuare modalità di gestione delle risorse finanziarie idonee a impedire la commissione di tali reati; e) prevedere un sistema di controlli preventivi tali da non poter essere aggirati se non intenzionalmente; f) prevedere obblighi di informazione nei confronti dell Organismo di Vigilanza deputato a controllare sul funzionamento e l osservanza del modello. In concreto gli Enti per poter essere esonerati dalla responsabilità penale devono: a) dotarsi di un Codice Etico che statuisca principi di comportamento in relazione alle fattispecie di reato; b) definire una struttura organizzativa, in grado di garantire una chiara ed organica attribuzione dei compiti, di attuare una segregazione delle funzioni e di ispirare e controllare la correttezza dei comportamenti; 9

11 c) formalizzare procedure aziendali manuali ed informatiche al fine di regolamentare lo svolgimento delle attività. Una particolare efficacia preventiva riveste lo strumento di controllo rappresentato dalla segregazione dei compiti tra coloro che svolgono fasi cruciali di un processo a rischio; d) assegnare poteri autorizzativi e di firma in coerenza con le responsabilità organizzative e gestionali definite; e) comunicare al personale in modo capillare, efficace, chiaro e dettagliato il Codice Etico, le procedure aziendali, il sistema sanzionatorio, i poteri autorizzativi e di firma, e tutti gli altri strumenti atti ad impedire la commissione di atti illeciti; f) prevedere un adeguato sistema sanzionatorio; g) costituire un Organismo di Vigilanza: i. caratterizzato da una sostanziale autonomia e indipendenza; ii. iii. iv. i cui componenti abbiano la necessaria professionalità per poter svolgere l attività richiesta; che valuti l adeguatezza del modello, vigili sul suo funzionamento e curi il suo aggiornamento; che operi con continuità di azione, in stretta connessione e avvalendosi delle funzioni aziendali. È infine previsto che, negli Enti di piccole dimensioni, il compito di vigilanza possa essere svolto direttamente dall organo dirigente. 2. MODELLO DI ORGANIZZAZIONE E GESTIONE L Ente, al fine di assicurare condizioni di correttezza e trasparenza nella conduzione degli affari e delle attività aziendali, ha ritenuto necessario adottare un modello di Organizzazione e Gestione in linea con le prescrizioni del Decreto. L Ente ritiene che l adozione di tale modello costituisca, al di là delle prescrizioni di legge, un valido strumento di sensibilizzazione e informazione di tutti i dipendenti e di tutti gli altri soggetti interessati (fornitori, consulenti, partner, ecc.). Tutto ciò affinché i suddetti soggetti seguano, nell espletamento delle proprie attività, comportamenti corretti e trasparenti in linea con i valori etico-sociali cui si ispira l Ente nel perseguimento del proprio oggetto sociale, e tali comunque da prevenire il rischio di commissione dei reati contemplati dal Decreto. L Ente ha predisposto il modello sulla base di quanto previsto dal Decreto e dalle Linee Guida formulate da Confindustria in data 7 marzo 2002 (aggiornate da ultimo in data 31 marzo 2008) e integrate in data 3 ottobre 2002 con Appendice integrativa alle Linee Guida per la costruzione dei Modelli di organizzazione, gestione e controllo ex D.lgs. n. 231/2001 con riferimento ai reati introdotti dal D.lgs. n. 61/2002. In merito alle linee guida delle associazioni di categoria, il D.M. 26 giugno 2003 n. 201 ("Regolamento recante disposizioni regolamentari relative al procedimento di accertamento dell'illecito amministrativo delle persone giuridiche, degli Enti e delle associazioni anche prive di personalità giuridica") ribadisce che le associazioni rappresentative degli enti comunicano al Ministero della Giustizia i codici di comportamento contenenti indicazioni specifiche e concrete di settore per l'adozione e per l'attuazione dei Modelli di organizzazione e di gestione previsti e prevede espressamente che, decorsi trenta giorni dalla data di ricevimento da parte del Ministero della Giustizia del codice di comportamento senza che siano state formulate osservazioni, il codice di comportamento acquista efficacia. In attuazione di quanto previsto dal Decreto, l Ente ha costituito il proprio Organismo di Vigilanza con il compito di vigilare sul funzionamento, sull efficacia e sull osservanza del modello stesso. 10

12 2.1 ARTICOLAZIONE DEL MODELLO Il modello di Organizzazione e Gestione predisposto dall Ente si fonda su: a) predisposizione di un Codice Etico, che fissa le linee di comportamento generali; b) definizione di una struttura organizzativa, che miri a garantire una chiara ed organica attribuzione dei compiti (prevedendo per quanto possibile una chiara segregazione delle funzioni o in alternativa, controlli compensativi) e a controllare la correttezza dei comportamenti; c) individuazione e documentazione dei potenziali rischi, e adozione di strumenti per mitigarli (risk management); d) utilizzo di procedure aziendali formalizzate, tese a disciplinare le modalità operative per assumere ed attuare decisioni nei settori sensibili ; e) articolazione di un sistema delle deleghe e dei poteri aziendali, coerente con le responsabilità assegnate e che assicuri una chiara e trasparente rappresentazione del processo aziendale di formazione e di attuazione delle decisioni; f) attuazione di un piano di formazione del personale, in particolare del personale dirigente e dei quadri che operano in aree sensibili, e di informazione di tutti gli altri soggetti interessati (fornitori, consulenti, agenti, partner, ecc.); g) applicazione di sanzioni disciplinari in caso di comportamenti che violino le regole di condotta stabilite dall Ente; h) attribuzione ad un Organismo di Vigilanza di specifici compiti di vigilanza sull efficacia e sul corretto funzionamento del modello, sulla coerenza dello stesso con gli obiettivi e sul suo aggiornamento periodico. 2.2 FINALITÀ DEL MODELLO Le finalità del modello sono pertanto quelle di: a) prevenire e ragionevolmente limitare, nell ambito dei reati previsti ex D.Lgs. 231/01, i rischi connessi all attività aziendale mirando ad eliminare la possibilità che si dia luogo ad eventuali condotte illegali; b) determinare, in tutti coloro che operano in nome e per conto dell Ente, nelle aree di attività a rischio, la consapevolezza di poter incorrere, nel caso di violazioni alle disposizioni previste dal D.lgs. 231/01 e riportate nel modello, in un reato passibile di sanzioni penali e amministrative non solo nei loro confronti, ma anche nei confronti dell Ente; c) ribadire che l Ente non tollera comportamenti illeciti, di ogni tipo e indipendentemente da qualsiasi finalità, in quanto gli stessi, oltre a trasgredire le leggi vigenti, sono comunque contrari ai principi etico-sociali cui l Ente intende attenersi. 2.3 REGOLE PER L APPROVAZIONE DEL MODELLO E SUOI AGGIORNAMENTI La documentazione relativa al Modello di Organizzazione e Gestione ex D.lgs. 231/01 si compone delle seguenti parti: - Parte Generale ; - Parte speciale A - Codice Etico 11

13 - Parte speciale B - Struttura Organizzativa e Sistema delle Deleghe e dei Poteri - Parte speciale C - Sistema Sanzionatorio - Parte speciale D- Reati contro la Pubblica Amministrazione - Parte speciale E - Reati societari - Parte speciale F - Reati informatici - Parte speciale G Reati in tema di salute e di sicurezza sul lavoro - Parte speciale H Reati in materia di diritto d autore - Parte speciale I Reati in materia di ricettazione, riciclaggio, impiego di denaro, beni o altre utilità di provenienza illecita e autoriciclaggio - Parte speciale J Delitti di criminalità organizzata e terrorismo - Parte speciale K Reati ambientali - Parte speciale L Abuso di informazioni privilegiate e manipolazione del mercato - Parte speciale M Reati di falso nummario - Parte speciale N Reati contro la personalità individuale e impiego di personale irregolare - Parte speciale O - Regolamento dell Organismo di Vigilanza Poiché il modello, in conformità all articolo 6, comma 1, lettera a), deve essere un atto di emanazione dell organo dirigente, dovrà essere approvato dal Consiglio di Amministrazione. Spetterà all Organismo di Vigilanza il compito di vigilare sul funzionamento e l'osservanza del modello e di curarne l aggiornamento al fine di adeguarlo ai mutamenti intervenuti. A tal proposito si precisa che nel caso in cui dovessero rendersi necessarie per sopravvenute esigenze aziendali ovvero per adeguamenti normativi modifiche ed integrazioni che abbiano carattere sostanziale, tali modifiche dovranno essere rimesse all approvazione del Consiglio di Amministrazione. Laddove le modifiche riguardino aspetti che abbiano carattere formale (es. modifiche intervenute nella struttura organizzativa che si traducono nella necessità di aggiornare la Parte speciale B del modello) tali modifiche dovranno essere sottoposte all approvazione del Consiglio di Amministrazione. 3. ORGANISMO DI VIGILANZA In ottemperanza a quanto previsto all art. 6, lettera b, del Decreto, che prevede che il compito di vigilare sul funzionamento e l osservanza del Modello e di curarne il relativo aggiornamento, sia affidato ad un organismo, dotato di autonomi poteri di iniziativa e controllo, denominato Organismo di Vigilanza, l Ente ha provveduto all identificazione e nomina di tale Organismo. Per dettagli si rimanda alla Parte speciale O: Regolamento dell Organismo di Vigilanza. 12

14 4. CODICE ETICO Il Codice Etico è il documento elaborato ed adottato in via autonoma dall Ente per comunicare a tutti i soggetti cointeressati i principi di deontologia aziendale, gli impegni e le responsabilità etiche nella conduzione degli affari e delle attività aziendali cui l Ente intende uniformarsi. Se ne pretende il rispetto da parte di tutti coloro che operano nell Ente e che con essa intrattengono relazioni contrattuali. Il Codice Etico dell Ente, che costituisce parte integrante e sostanziale del Modello di Organizzazione e Gestione, è riportato nella Parte speciale A: Codice Etico. 5. STRUTTURA ORGANIZZATIVA La Struttura Organizzativa dell Ente, che costituisce parte integrante e sostanziale del Modello di Organizzazione e Gestione dell Ente, è riportata nella Parte speciale B: Struttura Organizzativa e rappresenta la mappa delle aree dell Ente e delle relative funzioni che sono attribuite ad ogni area, con l indicazione nominativa dei responsabili di funzione di ogni settore. 6. PROCEDURE AZIENDALI L Ente si è dotato di una struttura di procedure formalizzate, a disciplina delle principali attività, a disposizione di tutti i dipendenti sulla rete aziendale. Per ogni procedura è stata chiaramente identificata la funzione responsabile sia della sua redazione che delle eventuali revisioni. È stato inoltre disciplinato l iter autorizzativo cui le stesse procedure devono essere sottoposte prima di essere divulgate. Tale iter autorizzativo si sostanzia come di seguito definito: - i singoli responsabili di funzione hanno il compito, per le attività di competenza, e sulla base delle conoscenze maturate sugli argomenti da trattare, di redigere le procedure aziendali; - la bozza della procedura deve poi essere visionata dall Organismo di Vigilanza affinché ne possa valutare la coerenza con quanto disciplinato dal modello di Organizzazione e gestione; - la stessa deve infine essere approvata ufficialmente dal CdA. 7. SISTEMA DELLE DELEGHE E DEI POTERI Il Sistema delle Deleghe e dei Poteri dell Ente, che costituisce parte integrante e sostanziale del Modello di Organizzazione e Gestione dell Ente, è riportato nella Parte speciale B: Struttura Organizzativa e Sistema delle Deleghe e dei Poteri. Il principio cui l Ente ispira la propria struttura organizzativa e la propria attività è quello in base al quale solo i soggetti muniti di specifici e formali poteri possono assumere, in suo nome e per suo conto, obbligazioni verso terzi. A tutti i poteri - attribuiti mediante delega di poteri - corrispondono esattamente mansioni e responsabilità come riportate nell organigramma dell Ente. 13

15 8. FORMAZIONE E INFORMATIVA Ai fini dell attuazione del modello, l Ente organizzerà la formazione del personale in stretta cooperazione con l Organismo di Vigilanza. La formazione sarà effettuata secondo le modalità che seguono. 8.1 PERSONALE CON POTERI DI RAPPRESENTANZA La formazione del personale fornito di poteri di rappresentanza dell Ente deve avvenire sulla base di corsi di formazione e aggiornamento e, per i neo assunti, anche di un informativa contenuta nella lettera di assunzione o al contratto di collaborazione. Ai fini di una adeguata attività di formazione, i responsabili di funzione in stretta cooperazione con l Organismo di Vigilanza, provvederanno ove necessario, a curare la diffusione del modello. Ai componenti degli organi aziendali sarà resa disponibile una copia in formato elettronico della versione integrale del documento illustrativo del Modello. 8.2 ALTRO PERSONALE La formazione della restante tipologia di personale dovrà avvenire sulla base di una nota informativa interna, che, per i neo assunti, verrà allegata alla lettera di assunzione o al contratto di collaborazione. Ai fini di una adeguata attività di formazione, la Direzione in stretta cooperazione con l Organismo di Vigilanza, provvederà a curare la diffusione del modello. Ai dipendenti verrà garantita la possibilità di accedere e consultare il presente documento sull intranet aziendale. 8.3 INFORMATIVA A COLLABORATORI ESTERNI E FORNITORI Tutti i soggetti esterni all Ente dovranno essere opportunamente informati in merito all adozione da parte dell Ente stesso di un modello di organizzazione e gestione includente un Codice Etico. A tal fine l Ente comunicherà a tutti i fornitori l esistenza di un indirizzo internet ( nel quale è possibile visionare un estratto del modello ed il Codice Etico. Verrà inoltre, chiesto loro il formale impegno al rispetto delle disposizioni contenute nei suddetti documenti. Saranno incluse clausole risolutive espresse nei contratti di collaborazione che facciano esplicito riferimento al rispetto delle disposizioni del Modello e del Codice Etico. La Parte Generale del Modello sarà resa disponibile su rete internet. 9. SISTEMA SANZIONATORIO La predisposizione di un efficace sistema sanzionatorio per la violazione delle prescrizioni contenute nel modello, è condizione essenziale per garantire l effettività del modello stesso. Al riguardo, infatti, l articolo 6, comma 2, lettera e) del Decreto prevede che i modelli di organizzazione e gestione devono introdurre un sistema disciplinare idoneo a sanzionare il mancato rispetto delle misure indicate nel modello. 14

16 L applicazione delle sanzioni disciplinari determinate ai sensi del Decreto prescinde dall esito di eventuali procedimenti penali, in quanto le regole imposte dal modello sono assunte dall Ente in piena autonomia, indipendentemente dalla tipologia di illecito che le violazioni del modello stesso possano determinare. In particolare, l Ente si avvale di un sistema sanzionatorio che: a) è diversamente strutturato a seconda dei soggetti destinatari; b) individua esattamente le sanzioni disciplinari da adottarsi nei confronti dei soggetti destinatari per il caso, da parte di questi ultimi, di violazioni, infrazioni, elusioni, imperfette o parziali applicazioni delle prescrizioni contenute nel modello, il tutto nel rispetto delle relative disposizioni dei CCNL e delle prescrizioni legislative applicabili; c) prevede una apposita procedura di irrogazione delle suddette sanzioni, individuando il soggetto preposto alla loro irrogazione e in generale a vigilare sulla osservanza, applicazione ed aggiornamento del Sistema Sanzionatorio; d) introduce idonee modalità di pubblicazione e diffusione. L Ente ha redatto ed applicato il Sistema Sanzionatorio conformemente ai principi di cui sopra, il quale forma parte integrante e sostanziale del modello come Parte Speciale C. 10. REATI NEI RAPPORTI CON LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE Una descrizione particolareggiata delle attività di analisi svolte dell Ente in merito a quanto disciplinato dagli artt. 24 e 25 del D.lgs. 231/01 (reati vs. la PA) è riportata nella Parte Speciale D: Reati contro la Pubblica Amministrazione. 11. REATI SOCIETARI Una descrizione particolareggiata delle attività di analisi svolte dall Ente in merito a quanto disciplinato dall articolo 25- ter del D.lgs. 231/01 è riportata nella Parte Speciale E: Reati Societari. 12. REATI INFORMATICI Una descrizione particolareggiata delle attività di analisi svolte dall Ente in merito a quanto disciplinato dagli articoli artt. 24 e 24-bis, del D.lgs. 231/01 è riportata nella Parte Speciale F: Reati Informatici. 13. REATI IN TEMA DI SALUTE E DI SICUREZZA SUL LAVORO Una descrizione particolareggiata delle attività di analisi svolte dall Ente in merito a quanto disciplinato dall art.25- septies del D.lgs. 231/01, è riportata nella Parte Speciale G: Reati in tema di salute e di sicurezza sul lavoro. 14. REATI IN MATERIA DI VIOLAZIONE DEL DIRITTO D AUTORE Una descrizione particolareggiata delle attività di analisi svolte dall Ente in merito a quanto disciplinato dall art.25- novies del D.lgs. 231/01, è riportata nella Parte Speciale H: Reati in materia di violazione del diritto d autore. 15

17 15. REATI IN MATERIA DI RICETTAZIONE, RICICLAGGIO, IMPIEGO DI DENARO, BENI O ALTRE UTILITÀ DI PROVENIENZA ILLECITA E AUTORICICLAGGIO Una descrizione particolareggiata delle attività di analisi svolte dall Ente in merito a quanto disciplinato dall art.25-octies del D.lgs. 231/01, è riportata nella Parte Speciale I: Reati in materia di ricettazione, riciclaggio, impiego di denaro, beni o altre utilità di provenienza illecita e autoriciclaggio 16. DELITTI DI CRIMINALITÀ ORGANIZZATA E TERRORISMO Una descrizione particolareggiata delle attività di analisi svolte dall Ente in merito a quanto disciplinato dagli art. 24-ter e 25-quater del D.lgs. 231/01, è riportata nella Parte Speciale J: Delitti di criminalità organizzata e terrorismo. 17. REATI AMBIENTALI Una descrizione particolareggiata delle attività di analisi svolte dall Ente in merito a quanto disciplinato dall art.25- undecies del D.lgs. 231/01, è riportata nella Parte Speciale K: Reati ambientali. 18. ABUSO DI INFORMAZIONI PRIVILEGIATE E MANIPOLAZIONE DEL MERCATO Una descrizione particolareggiata delle attività di analisi svolte dall Ente in merito a quanto disciplinato dall art.25-sexies del D.lgs. 231/01, è riportata nella Parte Speciale L: Abuso di informazioni privilegiate e manipolazione del mercato. 19. REATI DI FALSO NUMMARIO Una descrizione particolareggiata delle attività di analisi svolte dall Ente in merito a quanto disciplinato dall art.25-bis del D.lgs. 231/01, è riportata nella Parte Speciale M: Reati di falso nummario. 20. REATI CONTRO LA PERSONALITÀ INDIVIDUALE E IMPIEGO DI PERSONALE IRREGOLARE Una descrizione particolareggiata delle attività di analisi svolte dall Ente in merito a quanto disciplinato dagli artt. 25- quater, 25-quinquies e 25-duodecies del D.lgs. 231/01, è riportata nella Parte Speciale N: Reati contro la personalità individuale e impiego di personale irregolare. 21. ADEMPIMENTI IN TEMA DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE E TRASPARENZA In ottemperanza a quanto previsto dalla normativa vigente, con particolare riguardo alla determinazione ANAC n. 8 dell 11 novembre 2017, l EPPI ha esteso l ambito di applicazione del proprio Modello 231 non solo ai reati contro la Pubblica Amministrazione previsti dal D.lgs. 231/01 ma anche a tutti quelli considerati nella Legge 190/2012, ricomprendendo tutti i Reati compresi nel Libro II/Titolo II/Capo I del C.P. dal lato attivo e passivo, anche in relazione al tipo di attività svolto dall Ente, al fine di: - ridurre le opportunità che si manifestino casi di corruzione; - aumentare la capacità di scoprire casi di corruzione; - creare un contesto sfavorevole alla corruzione. Sono stati inoltre previsti specifici protocolli in tema di Trasparenza, in ottemperanza alla normativa vigente. In particolare, l EPPI si impegna a rafforzare lo strumento della Trasparenza quale misura fondamentale per la prevenzione della corruzione in conformità a quanto previsto dalla normativa vigente al riguardo, in particolare tenuto conto del fatto che l Ente svolge attività di pubblico interesse regolate dal diritto nazionale e dell Unione Europea. 16

18 Il CdA dell EPPI, con delibera 358/2016, ha nominato: - il Responsabile della Prevenzione della Corruzione (RPC), - il Responsabile della Trasparenza (RTR). Il D.lgs. 97/2016 ha unificato le due figure in un unico ruolo: Responsabile della prevenzione della corruzione e trasparenza (RPCT). 17

ALLEGATO 2 REATI PREVISTI DAL DECRETO

ALLEGATO 2 REATI PREVISTI DAL DECRETO ALLEGATO 2 REATI PREVISTI DAL DECRETO 1 ALLEGATO 2 REATI PREVISTI DAL DECRETO Alla data di approvazione del presente Modello, i reati presupposto sono quelli di seguito elencati: Inosservanza delle sanzioni

Dettagli

Decreto Legislativo n. 231/2001 CATALOGO REATI PRESUPPOSTO

Decreto Legislativo n. 231/2001 CATALOGO REATI PRESUPPOSTO Decreto Legislativo n. 231/2001 CATALOGO REATI PRESUPPOSTO Art. 24 Indebita percezione di erogazioni, truffa in danno dello Stato o di un ente pubblico o per il conseguimento di erogazioni pubbliche e

Dettagli

MODELLO DI GESTIONE DEL SISTEMA DEI RISCHI AZIENDALI.

MODELLO DI GESTIONE DEL SISTEMA DEI RISCHI AZIENDALI. MODELLO DI GESTIONE DEL SISTEMA DEI RISCHI AZIENDALI. ALLEGATO A CATALOGO REATI AGGIORNATO AL 30 SETTEMBRE 2009-86 - Catalogo reati al 30 settembre 2010 moficativa Rapporti con la Pubblica Amministrazi

Dettagli

MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO

MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO Data: 26/03/2015 Pag. 1 di 9 MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO Le fattispecie di reato rilevanti ai sensi del D. Lgs. 231/01 s.m.i. Data: 26/03/2015 Pag. 2 di 9 Rev Data Descrizione delle

Dettagli

Allegato A - Parte Generale Catalogo dei Reati ai sensi del D.Lgs. 231/2001

Allegato A - Parte Generale Catalogo dei Reati ai sensi del D.Lgs. 231/2001 Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo ex D.Lgs. 231/2001 Allegato A - Parte Generale Catalogo dei Reati ai sensi del D.Lgs. 231/2001 Aggiornato alla data del 27 luglio 2016 (ultimo provvedimento

Dettagli

MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO (ai sensi del D.Lgs. n. 231/2001) Elenco dei reati previsti nel D.Lgs. n. 231/2001

MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO (ai sensi del D.Lgs. n. 231/2001) Elenco dei reati previsti nel D.Lgs. n. 231/2001 MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO (ai sensi del D.Lgs. n. 231/2001) Elenco dei reati previsti nel D.Lgs. n. 231/2001 Reati contro la Pubblica Amministrazione (artt. 24 e 25) Malversazione

Dettagli

DEMO PROCEDURE WINPLE 231 MODELLO 231 PARTE SPECIALE INDICE DETTAGLIATO. Procedure 231 Modello 231 Parte speciale Indice dettagliato degli argomenti

DEMO PROCEDURE WINPLE 231 MODELLO 231 PARTE SPECIALE INDICE DETTAGLIATO. Procedure 231 Modello 231 Parte speciale Indice dettagliato degli argomenti 231 Modello 231 Parte speciale Indice dettagliato degli argomenti 1 Articolazione dei poteri e sistema delle deleghe 1.1 Principi ispiratori del sistema di articolazione dei poteri delle deleghe 1.2 Il

Dettagli

ALLEGATO 3. ORIENTALGIOCHI S.r.l.

ALLEGATO 3. ORIENTALGIOCHI S.r.l. ALLEGATO 3 ORIENTALGIOCHI S.r.l. MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO ai sensi del D.Lgs. 231/2001 Elenco dei reati ex D.Lgs. 231/01 Reati di cui agli artt. 24, 24-bis, 25, 25-bis, 25-ter, 25-

Dettagli

ALLEGATO 1. Art. 316Ter c.p. Indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato

ALLEGATO 1. Art. 316Ter c.p. Indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato ALLEGATO 1 ELENCO REATI D.LGS. 231/01 1. Delitti nei rapporti con la Pubblica Amministrazione Art. 24 - Indebita percezione di erogazioni, truffa in danno dello Stato o di un ente pubblico o per il conseguimento

Dettagli

ALLEGATO A ELENCO REATI D.LGS. 231/2001 (Aggiornato al 15 giugno 2015)

ALLEGATO A ELENCO REATI D.LGS. 231/2001 (Aggiornato al 15 giugno 2015) Pag. 1 di 5 Qui di seguito, l'elenco dei reati considerati dagli articoli del d.lgs. 231/2001 da cui può discendere la responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni

Dettagli

1. GENESI, EVOLUZIONE E PROSPETTIVE FUTURE DEL D.LGS. 231/ FATTISPECIE DI REATO INDIVIDUATE NEL D.LGS. 231/2001

1. GENESI, EVOLUZIONE E PROSPETTIVE FUTURE DEL D.LGS. 231/ FATTISPECIE DI REATO INDIVIDUATE NEL D.LGS. 231/2001 1. GENESI, EVOLUZIONE E PROSPETTIVE FUTURE DEL D.LGS. 231/2001 1.1 Il Decreto Legislativo 8 giugno 2001, n. 231... 15 1.2. I reati... 15 1.3 Evoluzione normativa... 16 2. FATTISPECIE DI REATO INDIVIDUATE

Dettagli

GLI ALTRI REATI PRESUPPOSTO PREVISTI DAL D.LGS. 231/01

GLI ALTRI REATI PRESUPPOSTO PREVISTI DAL D.LGS. 231/01 Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Data: 02/02/2017 Parte Speciale 12 GLI ALTRI REATI PRESUPPOSTO PREVISTI DAL D.LGS. 231/01 STORICO DELLE MODIFICHE Rev. Natura della modifica 0 Prima stesura

Dettagli

ELENCO REATI PRESUPPOSTO RILEVANTI AI SENSI DEL D.LGS. 231/01

ELENCO REATI PRESUPPOSTO RILEVANTI AI SENSI DEL D.LGS. 231/01 Rev. N 0 Data: 26.01.2016 Allegato 6 ELENCO REATI PRESUPPOSTO RILEVANTI AI SENSI DEL D.LGS. 231/01 Aggiornato a Dicembre 2015 STORICO DELLE MODIFICHE Rev. Natura della modifica 0 Prima stesura APPROVAZIONE

Dettagli

Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo D. Lgs. 231/2001

Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo D. Lgs. 231/2001 Pagina 1 di 6 Al Modello di Organizzazione e Gestione qui approvato sono allegati i documenti che seguono: REATI ED ILLECITI (Generale)* Il D.Lgs 231/2001, recante la disciplina in tema di responsabilità

Dettagli

GLI ALTRI REATI PRESUPPOSTO PREVISTI DAL D.LGS. 231/01

GLI ALTRI REATI PRESUPPOSTO PREVISTI DAL D.LGS. 231/01 Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo Data: 26.01.2016 Parte Speciale 12 GLI ALTRI REATI PRESUPPOSTO PREVISTI DAL D.LGS. 231/01 STORICO DELLE MODIFICHE Natura della modifica Prima stesura APPROVAZIONE

Dettagli

ELENCO DEI REATI PREVISTI NEL D.Lgs. 231/01

ELENCO DEI REATI PREVISTI NEL D.Lgs. 231/01 ELENCO DEI REATI PREVISTI NEL D.Lgs. 231/01 Reati contro la Pubblica Amministrazione (art. 24 e 25): Indebita percezione di contributi, finanziamenti o altre erogazioni da parte dello Stato o di altro

Dettagli

Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo D. Lgs. 231/2001

Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo D. Lgs. 231/2001 Pagina 1 di 9 Tipologie di reato rilevanti ai sensi del D.Lgs. 8 giugno 2001, n. 231 (Reati Presupposto) REATI ED ILLECITI (Elenco Generale)* I REATI COMMESSI NEI RAPPORTI CON LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Dettagli

Elenco delle leggi e dei relativi reati applicabili al Sistema 231

Elenco delle leggi e dei relativi reati applicabili al Sistema 231 M-PE01-03 Elenco delle leggi e dei relativi reati applicabili al Sistema 231 Reati commessi nei rapporti con la Pubblica Amministrazione (art. 24, D.Lgs. 231/01) Malversazione a danno dello Stato o di

Dettagli

Malversazione a danno dello Stato 316-ter c.p. Indebita percezione di erogazione a danno dello Stato 640 c.p. Truffa 640-bis c.p.

Malversazione a danno dello Stato 316-ter c.p. Indebita percezione di erogazione a danno dello Stato 640 c.p. Truffa 640-bis c.p. Allegato 1 al Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo (rif. Punto 2 - Introduzione) - Aggiornamento maggio 2010 Normativa di D.Lgs 231/01 24 REATI COMMESSI NEI RAPPORTI CON LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Dettagli

NEDGIA S.P.A. ai sensi dell art. 6, 3 comma, del Decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231

NEDGIA S.P.A. ai sensi dell art. 6, 3 comma, del Decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231 Nedgia S.p.A. Cap. Soc. Euro 33.073.130,00 i.v. C.F. / P.I. e Iscr. Registro delle Imprese di Bari 00798680724 R.E.A. di Bari n. 168319 Società con Socio unico Soggetta a direzione e coordinamento della

Dettagli

Modello di organizzazione e di gestione ex Decreto Legislativo 8 giugno 2001 n. 231

Modello di organizzazione e di gestione ex Decreto Legislativo 8 giugno 2001 n. 231 Modello di organizzazione e di gestione ex Decreto Legislativo 8 giugno 2001 n. 231 - ALLEGATI A e B - (Fattispecie dei reati e Articoli del Codice Penale richiamati dall art 4 del D.Lgs. 231/2001) DOCUMENTO

Dettagli

PARTE GENERALE ELENCO REATI CHE DETERMINANO LA RESPONSABILITA DELLE SOCIETA AI SENSI DEL D.LGS. 231/2001

PARTE GENERALE ELENCO REATI CHE DETERMINANO LA RESPONSABILITA DELLE SOCIETA AI SENSI DEL D.LGS. 231/2001 PARTE GENERALE ELENCO REATI CHE DETERMINANO LA RESPONSABILITA DELLE SOCIETA AI SENSI DEL D.LGS. 231/2001 AGGIORNAMENTO: 27/03/2013 Reati commessi nei rapporti con la Pubblica Amministrazione Indebita percezione,

Dettagli

Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo D. Lgs. 231/2001

Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo D. Lgs. 231/2001 Pagina 1 di 10 Al Modello di Organizzazione e Gestione qui approvato sono allegati i documenti che seguono: REATI ED ILLECITI (Generale)* Il D.Lgs 231/2001, recante la disciplina in tema di responsabilità

Dettagli

La legge : Dlgs 231/01. Ing P. Aterno

La legge : Dlgs 231/01. Ing P. Aterno La legge : Dlgs 231/01 Ing P. Aterno Dlgs 231/01 Le sanzioni previste dal Decreto a carico degli enti consistono in: - sanzioni interdittive (interdizione dall esercizio dell attività, sospensione o revoca

Dettagli

Allegato A al Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo (rif. Punto 2 - Introduzione) - Revisione anno 2016

Allegato A al Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo (rif. Punto 2 - Introduzione) - Revisione anno 2016 Allegato A al Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo (rif. Punto 2 - Introduzione) - Revisione anno 2016 Normativa di D.Lgs 231/01 24 REATI COMMESSI NEI RAPPORTI CON LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Dettagli

Modello di organizzazione e di gestione ex Decreto Legislativo 8 giugno 2001 n. 231

Modello di organizzazione e di gestione ex Decreto Legislativo 8 giugno 2001 n. 231 Modello di organizzazione e di gestione ex Decreto Legislativo 8 giugno 2001 n. 231 - ALLEGATI A e B (Fattispecie dei reati e Articoli del Codice Penale richiamati dall art. 4 del D.Lgs. 231/2001) DOCUMENTO

Dettagli

MODELLO ORGANIZZATIVO

MODELLO ORGANIZZATIVO MODELLO ORGANIZZATIVO Ex. Art. 6 del D.Lgs. 231/2001 Parte Speciale A Elenco dei reati presupposto Revisione 0 Approvata dal Consiglio Direttivo con delibera del 24 Settembre 2015 La presente parte speciale

Dettagli

Responsabilità amministrativa dell Ente Decreto Legislativo 231/2001

Responsabilità amministrativa dell Ente Decreto Legislativo 231/2001 Responsabilità amministrativa dell Ente Decreto Legislativo 231/2001 Contenuti legislativi Modello di organizzazione, gestione e controllo Organismo di Vigilanza Connessioni con il Testo Unico Sicurezza

Dettagli

E X P O T R A I N I N G

E X P O T R A I N I N G Mappatura dei reati nella formazione finanziata E X P O T R A I N I N G 2 0 1 2 Fiera Milano, 26 Ottobre 2012 Sommario Quadro normativo di riferimento Reati previsti dal decreto Modelli organizzativi Il

Dettagli

MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO

MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO ai sensi del Decreto Legislativo 8 giugno 2001, n. 231 Approvato con delibera del CDA di Quadrifoglio in data 21 maggio 2009. La Parte speciale del MOG con

Dettagli

CSP Innovazione nelle ICT Modello di organizzazione, gestione e controllo ex D.Lgs 8 giugno 2001 n. 231 ALLEGATO 1

CSP Innovazione nelle ICT Modello di organizzazione, gestione e controllo ex D.Lgs 8 giugno 2001 n. 231 ALLEGATO 1 Reati attualmente ricompresi nell ambito di applicazione del D. Lgs. 231/2001 come integrati alla luce delle modifiche e delle integrazioni apportate dalla Legge 190/2012 Disposizioni per la prevenzione

Dettagli

Responsabilità derivante dal D.Lgs 231/2001

Responsabilità derivante dal D.Lgs 231/2001 Responsabilità derivante dal D.Lgs 231/2001 Avv.Graziana Iannoni - Studio Legale Iannoni Decreto Legislativo 8 Giugno 2001, n. 231 Disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche,

Dettagli

FIERA DIGITALE SRL FIERA DIGITALE SRL MODELLO DI ORGANIZZAZIONE GESTIONE E CONTROLLO. ai sensi del Decreto Legislativo 8 giugno 2001, n.

FIERA DIGITALE SRL FIERA DIGITALE SRL MODELLO DI ORGANIZZAZIONE GESTIONE E CONTROLLO. ai sensi del Decreto Legislativo 8 giugno 2001, n. FIERA DIGITALE SRL MODELLO DI ORGANIZZAZIONE GESTIONE E CONTROLLO ai sensi del Decreto Legislativo 8 giugno 2001, n. 231 PARTE SPECIALE PARTE SPECIALE 1 INDICE INDICE... 2 PREMESSA... ERRORE. IL INTRODUZIONE

Dettagli

D. Lgs. 8 Giugno 2001 n. 231 La responsabilità amministrativa degli enti

D. Lgs. 8 Giugno 2001 n. 231 La responsabilità amministrativa degli enti D. Lgs. 8 Giugno 2001 n. 231 La responsabilità amministrativa degli enti OGGETTO - Il decreto legislativo disciplina la responsabilità degli enti per gli illeciti amministrativi dipendenti da reato. Illecito

Dettagli

Elementi fondamentali del Decreto Legislativo n. 231/2001

Elementi fondamentali del Decreto Legislativo n. 231/2001 pag1/5 Aggiornato al 07-10-2013 Elementi fondamentali del Decreto Legislativo n. 231/2001 1 La responsabilità amministrativa Il Decreto ha introdotto per la prima volta nel nostro ordinamento una responsabilità

Dettagli

Il decreto legislativo 231 del 2001

Il decreto legislativo 231 del 2001 Il decreto legislativo 231 del 2001 1 Indice Introduzione Profili giuridici Qualche accenno al metodo Conclusioni 3 Introduzione eventi modificativi Introduzione INTRODUZIONE 3 Introduzione 6 7 8 9 10

Dettagli

Il regime di responsabilità amministrativa previsto a carico delle persone giuridiche, società ed associazioni

Il regime di responsabilità amministrativa previsto a carico delle persone giuridiche, società ed associazioni Parte Generale Emak S.p.A. Parte Generale Il regime di responsabilità amministrativa previsto a carico delle persone giuridiche, società ed associazioni 1.1 Il Decreto Legislativo n. 231/2001 In data 8

Dettagli

ALLEGATO 1 ELENCO REATI PRESUPPOSTO

ALLEGATO 1 ELENCO REATI PRESUPPOSTO ALLEGATO 1 ELENCO REATI PRESUPPOSTO Premessa Il presente elenco dei reati include l elenco di tutti i reati presupposto definiti dal D. L.vo 231 dell 8 giugno 2001, recante la Disciplina della responsabilità

Dettagli

SCAT PUNTI VENDITA SPA

SCAT PUNTI VENDITA SPA SCAT PUNTI VENDITA SPA Sede legale in Reggio Emilia Via Sevardi 17 MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO AI SENSI DEL D.LGS. 231/2001 SULLA RESPONSABILITÀ AMMINISTRATIVA DELLE IMPRESE ALLEGATO

Dettagli

Modello organizzativo 231 OTIS Servizi S.r.l. OTIS SERVIZI Srl. Sede Legale in Cassina de Pecchi (MI) Via Roma n. 108

Modello organizzativo 231 OTIS Servizi S.r.l. OTIS SERVIZI Srl. Sede Legale in Cassina de Pecchi (MI) Via Roma n. 108 OTIS SERVIZI Srl Sede Legale in Cassina de Pecchi (MI) Via Roma n. 108 MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO ai sensi del Decreto Legislativo 8 giugno 2001, n. 231 sulla Responsabilità Amministrativa

Dettagli

PROFILI GENERALI DEL D. LGS. 231/2001

PROFILI GENERALI DEL D. LGS. 231/2001 IL GOVERNO DELL IMPRESA TRA DECISIONI E CONTROLLI SALONE DELLA FONDAZIONE NAZIONALE DEI COMMERCIALISTI - - - - I MODELLI DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO E LA RESPONSABILITÀ AMMINISTRATIVA DEGLI

Dettagli

CIOCCA S.r.l. Sede Legale in Torino Via Masaccio 26 ALLEGATO 1 ELENCO DEI REATI PRESUPPOSTO

CIOCCA S.r.l. Sede Legale in Torino Via Masaccio 26 ALLEGATO 1 ELENCO DEI REATI PRESUPPOSTO CIOCCA S.r.l. Sede Legale in Torino Via Masaccio 26 ALLEGATO 1 ELENCO DEI REATI PRESUPPOSTO MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO ai sensi del Decreto Legislativo 8 giugno 2001, n. 231 sulla

Dettagli

ASCSP Azienda Speciale Consortile Servizi alla Persona

ASCSP Azienda Speciale Consortile Servizi alla Persona ASCSP Azienda Speciale Consortile Servizi alla Persona Modello di organizzazione, gestione e controllo ex D.lgs. 231/01 ver 2.0 del 16 Dicembre 2013 aggiornato ai reati introdotti a Settembre 2013 Sommario

Dettagli

Fiorenzuola Patrimonio S.r.l. Fiorenzuola Sport S.r.l.

Fiorenzuola Patrimonio S.r.l. Fiorenzuola Sport S.r.l. Pag. 1/22 Fiorenzuola Patrimonio S.r.l. Fiorenzuola Sport S.r.l. Largo Gabrielli, 2 29017 Fiorenzuola d Arda Telefono: 0523.1900030 fax: 0523.1900031 Email: amministrazione@fiorenzuolapatrimonio.it PEC:

Dettagli

CEAM Srl. Sede Legale in Calderara di Reno (BO) Via Pradazzo n. 4/2 MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO

CEAM Srl. Sede Legale in Calderara di Reno (BO) Via Pradazzo n. 4/2 MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO CEAM Srl Sede Legale in Calderara di Reno (BO) Via Pradazzo n. 4/2 MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO ai sensi del Decreto Legislativo 8 giugno 2001, n. 231 sulla Responsabilità Amministrativa

Dettagli

Riepilogo Sintetico 0

Riepilogo Sintetico 0 Riepilogo Sintetico 0 Premessa Il presente documento ha lo scopo di fornire informazioni ai «business partners» della Società in merito ai principi generali del D.Lgs.231/01, al comportamento da adottarsi

Dettagli

La responsabilità penale/amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni

La responsabilità penale/amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni La responsabilità penale/amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni 20145 Milano Via Mascheroni, 31 00195 Roma Via Giuseppe Avezzana, 6 25121 Brescia Piazza Vittoria, 7

Dettagli

ALLEGATO 1 ELENCO REATI PRESUPPOSTO

ALLEGATO 1 ELENCO REATI PRESUPPOSTO ALLEGATO 1 ELENCO REATI PRESUPPOSTO Premessa Il presente elenco dei reati include l elenco di tutti i reati presupposto definiti dal Dlgs 231 dell 8 giugno 2001, recante la Disciplina della responsabilità

Dettagli

Modello organizzativo 231 OTIS Servizi S.r.l. OTIS SERVIZI Srl. Sede Legale in Cassina de Pecchi (MI) Via Roma n. 108

Modello organizzativo 231 OTIS Servizi S.r.l. OTIS SERVIZI Srl. Sede Legale in Cassina de Pecchi (MI) Via Roma n. 108 OTIS SERVIZI Srl Sede Legale in Cassina de Pecchi (MI) Via Roma n. 108 ALLEGATO 1 ELENCO REATI PRESUPPOSTO MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO ai sensi del Decreto Legislativo 8 giugno 2001,

Dettagli

CATALOGO DEI REATI PRESUPPOSTO AI SENSI DEL D.LGS. 231/2001

CATALOGO DEI REATI PRESUPPOSTO AI SENSI DEL D.LGS. 231/2001 Allegato CATALOGO DEI REATI PRESUPPOSTO AI SENSI DEL D.LGS. 231/2001 Il presente documento si occupa dell aggiornamento del Catalogo dei Reati Presupposto, fondamento del Codice Etico e del Modello Organizzativo.

Dettagli

CIOCCA S.r.l. Sede Legale in Torino Strada Pianezza 289 ALLEGATO 1 ELENCO DEI REATI PRESUPPOSTO

CIOCCA S.r.l. Sede Legale in Torino Strada Pianezza 289 ALLEGATO 1 ELENCO DEI REATI PRESUPPOSTO CIOCCA S.r.l. Sede Legale in Torino Strada Pianezza 289 ALLEGATO 1 ELENCO DEI REATI PRESUPPOSTO MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO ai sensi del Decreto Legislativo 8 giugno 2001, n. 231 sulla

Dettagli

CIOCCA S.r.l. Sede Legale in Torino Strada Pianezza 289 ALLEGATO 1 ELENCO DEI REATI PRESUPPOSTO

CIOCCA S.r.l. Sede Legale in Torino Strada Pianezza 289 ALLEGATO 1 ELENCO DEI REATI PRESUPPOSTO CIOCCA S.r.l. Sede Legale in Torino Strada Pianezza 289 ALLEGATO 1 ELENCO DEI REATI PRESUPPOSTO MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO ai sensi del Decreto Legislativo 8 giugno 2001, n. 231 sulla

Dettagli

CEAM Srl. Sede Legale in Calderara di Reno (BO) Via Pradazzo 4/2 ALLEGATO 1 ELENCO REATI PRESUPPOSTO MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO

CEAM Srl. Sede Legale in Calderara di Reno (BO) Via Pradazzo 4/2 ALLEGATO 1 ELENCO REATI PRESUPPOSTO MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO CEAM Srl Sede Legale in Calderara di Reno (BO) Via Pradazzo 4/2 ALLEGATO 1 ELENCO REATI PRESUPPOSTO MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO ai sensi del Decreto Legislativo 8 giugno 2001, n. 231

Dettagli

Corporate Governance e Responsabilità

Corporate Governance e Responsabilità UNIVERSITA DEGLI STUDI DI PAVIA FACOLTA DI ECONOMIA CORSO DI LAUREA BIENNALE PERCORSO AMMINISTRAZIONE E CONTROLLO CORSO CORPORATE GOVERNANCE E CONTROLLO INTERNO Corporate Governance e Responsabilità Decreto

Dettagli

MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO E COMPLIANCE PROGRAM ANTI-CORRUZIONE DI ITALTEL

MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO E COMPLIANCE PROGRAM ANTI-CORRUZIONE DI ITALTEL MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO E COMPLIANCE PROGRAM ANTI-CORRUZIONE DI ITALTEL RIASSUNTO INDICE 1. LA RESPONSABILITA AMMINISTRATIVA DELLE SOCIETA IN ITALIA... 3 2. MODELLO 231 DI ITALTEL...

Dettagli

TREVI - S.p.A. Sede in Cesena (FC) Via Dismano n Capitale Sociale Euro int. vers.

TREVI - S.p.A. Sede in Cesena (FC) Via Dismano n Capitale Sociale Euro int. vers. TREVI - S.p.A. Sede in Cesena (FC) Via Dismano n. 5819 Capitale Sociale Euro 32.300.000 int. vers. Iscritta al Registro delle Imprese C.C.I.A.A. Forlì - Cesena n. 00002890408 R.E.A. n. 151.636 C.C.I.A.A.

Dettagli

ALLEGATO - MAPPATURA DEI RISCHI. Funzioni Aziendali. Amministratore. Addetta amm. Tecnico. Operai

ALLEGATO - MAPPATURA DEI RISCHI. Funzioni Aziendali. Amministratore. Addetta amm. Tecnico. Operai Amministratore Addetta amm. Tecnico Operai ALLEGATO - MAPPATURA DEI RISCHI Area di rischio Attività sensibile Cod Descrizione reato Funzioni Aziendali Frequenza di accadimento dell'evento Impatto Valutazione

Dettagli

HydroGEA S.p.A. Piazzetta del Portello nr Pordenone APPENDICE 1: ELENCO DEI REATI PRESUPPOSTO. ai sensi del D.lgs. 231/01

HydroGEA S.p.A. Piazzetta del Portello nr Pordenone APPENDICE 1: ELENCO DEI REATI PRESUPPOSTO. ai sensi del D.lgs. 231/01 HydroGEA S.p.A. Piazzetta del Portello nr.5 33170 Pordenone APPENDICE 1: ELENCO DEI REATI PRESUPPOSTO ai sensi del D.lgs. 231/01 Versione 1.0 del 31 dicembre 2015 Pag. 2 di 13 INDICE 1 Indebita percezione

Dettagli

Il ruolo dell Infermiere di Emergenza Territoriale All interno del sistema 118 Ravenna

Il ruolo dell Infermiere di Emergenza Territoriale All interno del sistema 118 Ravenna Il ruolo dell Infermiere di Emergenza Territoriale All interno del sistema 118 Ravenna AFD Giorgio Randi 118 Romagna Soccorso Inf. Roberto D angelo 118 Romagna Soccorso Da dove siamo partt Modello Scoop

Dettagli

MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO EX D.LGS. N. 231/2001

MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO EX D.LGS. N. 231/2001 TREVI - FINANZIARIA INDUSTRIALE S.P.A. Sede in Cesena (FC) Via Larga n. 201 Capitale Sociale Euro 35.097.150,00 (int. vers.) Iscritta al Registro delle Imprese C.C.I.A.A. Forlì - Cesena n. 01547370401

Dettagli

Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo e Compliance Program Riassunto

Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo e Compliance Program Riassunto Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo e Compliance Program Riassunto Autore: Compliance Office Italtel S.p.A. Indice 1 La responsabilità amministrativa delle societa in italia... 3 2 Il modello

Dettagli

Quando si applica la responsabilità da reato alle aziende?

Quando si applica la responsabilità da reato alle aziende? Quando si applica la responsabilità da reato alle aziende? Perché sia riscontrabile la responsabilità da reato dell azienda devono realizzarsi tre condizioni. Ecco quali Per capire quali sono i presupposti

Dettagli

ELENCO DEI REATI PREVISTI DAL D.LGS. 231/2001 E SS.MM.II.

ELENCO DEI REATI PREVISTI DAL D.LGS. 231/2001 E SS.MM.II. ELENCO DEI REATI PREVISTI DAL D.LGS. 231/2001 E SS.MM.II. Reati commessi nei rapporti con la Pubblica Amministrazione (art. 24, D.Lgs. 231/ 01) Malversazione a danno dello Stato o di altro ente pubblico

Dettagli

Reati rilevanti per Azienda Trasporti Funicolari Malcesine Monte Baldo

Reati rilevanti per Azienda Trasporti Funicolari Malcesine Monte Baldo Reati rilevanti per Azienda Trasporti Funicolari Malcesine Monte Baldo Attraverso un attenta analisi di tutte le attività aziendali, dei processi di formazione delle decisioni, nonché del sistema di controllo

Dettagli

C.so Garibaldi, n Roma (RM) Tel Fax ai sensi del D.Lgs. n. 231 del 8 Giugno 2001

C.so Garibaldi, n Roma (RM) Tel Fax ai sensi del D.Lgs. n. 231 del 8 Giugno 2001 MODULO / TABELLA ANALISI DEI RISCHI PER ARTICOLO 231 MOD AR Organizzazione AZIENDA s.p.a. C.so Garibaldi, n. 56-00195 Roma (RM) Tel. 0612345678 - Fax. 0612345678 Web : www.nomeazienda.it E-Mail : info@nomeazienda.it,

Dettagli

D.Lgs. 231/2001 La responsabilità amministrativa delle persone giuridiche

D.Lgs. 231/2001 La responsabilità amministrativa delle persone giuridiche D.Lgs. 231/2001 La responsabilità amministrativa delle persone giuridiche 1 D.Lgs. 231/2001 Il D.Lgs. 231/2001 introduce per la prima volta nel nostro ordinamento la nozione di responsabilità amministrativa

Dettagli

L infermiere di ELISOCCORSO in Valle d Aosta. un progetto sperimentale di autonomia infermieristica che parte nell estate del 2013

L infermiere di ELISOCCORSO in Valle d Aosta. un progetto sperimentale di autonomia infermieristica che parte nell estate del 2013 L infermiere di ELISOCCORSO in Valle d Aosta un progetto sperimentale di autonomia infermieristica che parte nell estate del 2013 . PILOTA. SPECIALISTA. 2 T.E. (Guide Alpine). INFERMIERE Sierra Alfa 2

Dettagli

Il Modello Organizzativo 231 Johnson&Johnson Medical Spa

Il Modello Organizzativo 231 Johnson&Johnson Medical Spa Il Modello Organizzativo 231 Johnson&Johnson Medical Spa Sintesi Oltre un secolo di innovazioni nel settore sanitario 1 Premessa Il presente documento ha lo scopo di fornire informazioni ai «business partners»

Dettagli

ECODOM ESTRATTO DEL MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO AI SENSI DEL DECRETO LEGISLATIVO 231 / 2001

ECODOM ESTRATTO DEL MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO AI SENSI DEL DECRETO LEGISLATIVO 231 / 2001 ECODOM ESTRATTO DEL MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO AI SENSI DEL DECRETO LEGISLATIVO 231 / 2001 FEBBRAIO 2016 PREMESSA Il presente Estratto ha lo scopo di informare tutti i soggetti terzi

Dettagli

D.lgs. 231/2001 CONVEGNO. 24 marzo Oggetto La responsabilità degli enti per gli illeciti amministrativi dipendenti da reato

D.lgs. 231/2001 CONVEGNO. 24 marzo Oggetto La responsabilità degli enti per gli illeciti amministrativi dipendenti da reato 24 marzo 2011 Sheraton Padova Hotel & Conference Center Oggetto La responsabilità degli enti per gli illeciti amministrativi dipendenti da reato Soggetti destinatari 1 2 n slide: 2 Soggetti e sanzioni

Dettagli

Responsabilità amministrativa enti/1

Responsabilità amministrativa enti/1 Responsabilità amministrativa enti/1 Legge n. 123/2007, art. 9 (introduce l art. 25 septies al D.Lgs 8 giugno 2001, n. 231) Delitti di cui agli articoli 589 - omicidio colposo - e 590, terzo comma, del

Dettagli

Mappatura dei rischi di reato ex D. Lgs 231/01

Mappatura dei rischi di reato ex D. Lgs 231/01 Mappatura dei rischi di reato ex D. Lgs 231/01 Rev. 16/07/13 Tipologia di reato POTENZIALE REATO O ILLECITO RISCHI POTENZIALI IN RELAZIONE AGLI AMBITI DI ATTIVITA' EVENTUALI NOTE ESPLICATIVE AREA DI IMPATTO

Dettagli

ALLEGATO 1 ELENCO REATI PRESUPPOSTO

ALLEGATO 1 ELENCO REATI PRESUPPOSTO Idrotermica Coop Soc. Coop. V. B. Vanzetti,1 47122 Forlì VS. FT. NR. 15002714 DEL 31.08.15; NR. 15002242 DEL 30.06.15; NR. 15002667 DEL 31.07.2015 ALLEGATO 1 ELENCO REATI PRESUPPOSTO MODELLO DI ORGANIZZAZIONE,

Dettagli

distruzione di un habitat all interno di un sito protetto o comunque suo deterioramento con compromissione dello stato di conservazione

distruzione di un habitat all interno di un sito protetto o comunque suo deterioramento con compromissione dello stato di conservazione I reati ambientali presupposto ex art. 25-undecies del d.lgs. 231/2001 Articoli TUTELA DELLE SPECIE ANIMALI E VEGETALI SELVATICHE PROTETTE art. 727-bis c.p. TUTELA DELL HABITAT art. 733-bis c.p. ACQUA

Dettagli

DEL MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO

DEL MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO ECODOM ESTRATTO DEL MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO AI SENSI DEL DECRETO LEGISLATIVO 231 / 2001 OTTOBRE 2013 PREMESSA Il presente Estratto ha lo scopo di informare tutti i soggetti terzi

Dettagli

Capitolo I DELITTI CONTRO LO STATO E ALTRE FIGURE DELITTUOSE DI CARATTERE POLITICO

Capitolo I DELITTI CONTRO LO STATO E ALTRE FIGURE DELITTUOSE DI CARATTERE POLITICO INDICE pag. Prefazione........................................ XI Capitolo I DELITTI CONTRO LO STATO E ALTRE FIGURE DELITTUOSE DI CARATTERE POLITICO 1. Introduzione................................... 1

Dettagli

Approccio al paziente traumatizzato nel Pronto Soccorso dell A.O.U. Careggi di Firenze. Tiziana Benedetti 1

Approccio al paziente traumatizzato nel Pronto Soccorso dell A.O.U. Careggi di Firenze. Tiziana Benedetti 1 Approccio al paziente traumatizzato nel Pronto Soccorso dell A.O.U. Careggi di Firenze 1 Organizzazione del Sistema Sanitario Toscano 2 La nostra Azienda in numeri Dati 2014: 5444 personale dipendente

Dettagli

Elenco dei reati presupposto di cui al D.LGS. n. 231/2001

Elenco dei reati presupposto di cui al D.LGS. n. 231/2001 Elenco dei reati presupposto di cui al D.LGS. n. 231/2001 Allegato 1 Di seguito si fornisce una indicazione delle categorie di reati (cosiddetti reati presupposto ) la cui commissione determina la responsabilità

Dettagli

CORSO DI CORPORATE GOVERNANCE A.A

CORSO DI CORPORATE GOVERNANCE A.A CORSO DI CORPORATE GOVERNANCE A.A.2012-2013 D.Lgs. 231 / 2001 La responsabilità degli enti per gli illeciti amministrativi dipendenti da reato Prof. Alberto Nobolo 1 FINALITA DEL D.LGS.231/2011 PREVENZIONE.

Dettagli

Dott. Roberto Grisenti

Dott. Roberto Grisenti Dott. Roberto Grisenti Dr. Grisenti Prof. Golzio Dott. Guariniello Sicurezza e 231 Applicazione concreta L economia della Prevenzione dei rischi SHIELD Analisi di sentenze Domande e risposte 2 Dott. Roberto

Dettagli

ELISOCCORSO: INSERIMENTO ADDESTRAMENTO OPERATIVITA DOTAZIONE INDENNITA

ELISOCCORSO: INSERIMENTO ADDESTRAMENTO OPERATIVITA DOTAZIONE INDENNITA Inf. Coord. Fabio Arrighini Soccorso Extraospedaliero AAT Brescia ELISOCCORSO: INSERIMENTO ADDESTRAMENTO OPERATIVITA DOTAZIONE INDENNITA flotta AREU Brescia Bergamo Como Milano Sondrio personale 125 sanitari

Dettagli

REATI PRESUPPOSTO D.LGS. N. 231/2001

REATI PRESUPPOSTO D.LGS. N. 231/2001 REATI PRESUPPOSTO D.LGS. N. 231/2001 Aggiornato a Giugno 2015 ART. 24. Reati commessi nei rapporti con la Pubblica Amministrazione: 1. Malversazione a danno dello Stato o di altro ente pubblico (art. 316-bis

Dettagli

Modello di organizzazione, gestione e controllo Parte speciale

Modello di organizzazione, gestione e controllo Parte speciale Modello di organizzazione, gestione e controllo Parte speciale Delineazione delle attività preventive con riferimento ai reati - presupposto previsti applicabili dalla parte generale del Modello Approvazione

Dettagli

Fiorenzuola Patrimonio S.r.l.

Fiorenzuola Patrimonio S.r.l. Pag. 1/14 Fiorenzuola Patrimonio S.r.l. Largo Gabrielli, 2 29017 Fiorenzuola d Arda Telefono: 0523.1900030 fax: 0523.1900031 Email: amministrazione@fiorenzuolapatrimonio.it PEC: sergas@pec.fiorenzuolapatrimonio.it

Dettagli

PRINCIPI DI COMPORTAMENTO

PRINCIPI DI COMPORTAMENTO MODELLO ORGANIZZATIVO KME EX D.LGS. N. 231 / 2001 PRINCIPI DI COMPORTAMENTO Le aziende facenti parte del Gruppo KME attuano pratiche commerciali corrette e trasparenti e promuovono una cultura aziendale

Dettagli

MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO EX D.LGS. 231/01 1 ALITALIA CITYLINER S.P.A. ALLEGATO 1 ELENCO REATI

MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO EX D.LGS. 231/01 1 ALITALIA CITYLINER S.P.A. ALLEGATO 1 ELENCO REATI MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO EX D.LGS. 231/01 1 ALITALIA CITYLINER S.P.A. ALLEGATO 1 ELENCO REATI 1 Adottato con determinazione dell Amministratore Unico del 30 maggio 2016 INDICE I

Dettagli

Numero Unico per le Emergenze NUE112. Marioluca Bariona. IES 2015 VERONA INFERMIERE in EMERGENZA e SOCCORSO

Numero Unico per le Emergenze NUE112. Marioluca Bariona. IES 2015 VERONA INFERMIERE in EMERGENZA e SOCCORSO Numero Unico per le Emergenze NUE112 Marioluca Bariona 112 in UE: schema temporale Perché un numero unico? Negli ultimi 12 mesi il 36% dei cittadini europei è stato in almeno un paese UE diverso dal proprio

Dettagli

Elenco reati Allegato Modello di Organizzazione Gestione e Controllo ai sensi del Decreto Legislativo 8 giugno 2001, N Betontir S.p.A.

Elenco reati Allegato Modello di Organizzazione Gestione e Controllo ai sensi del Decreto Legislativo 8 giugno 2001, N Betontir S.p.A. Elenco reati Allegato Modello di Organizzazione Gestione e Controllo ai sensi del Decreto Legislativo 8 giugno 2001, N. 231 Betontir S.p.A. 1 Si riporta di seguito si riporta una breve descrizione delle

Dettagli

Regione Lombardia: L infermiere in emergenza

Regione Lombardia: L infermiere in emergenza Regione Lombardia: L infermiere in emergenza OBIETTIVO: Descrizione del percorso formativo dell infermiere che svolge il soccorso extra- ospedaliero in Lombardia Presentazione degli algoritmi clinico assistenziali

Dettagli

Si elencano di seguito i reati attualmente ricompresi nell ambito di applicazione del D.Lgs. 231/2001:

Si elencano di seguito i reati attualmente ricompresi nell ambito di applicazione del D.Lgs. 231/2001: MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO AI SENSI DEL D.LGS. 231/2001 ADECCO ITALIA S.P.A. - ELENCO DEI REATI 231 - Si elencano di seguito i reati attualmente ricompresi nell ambito di applicazione

Dettagli

RISK ASSESSMENT E FLUSSI INFORMATIVI

RISK ASSESSMENT E FLUSSI INFORMATIVI RISK ASSESSMENT E FLUSSI INFORMATIVI PROF. GIUSEPPE D ONZA Direttore del Master Auditing e Controllo Interno Università di Pisa Le caratteristiche del modello L art. 6 del Decreto prevede che i modelli

Dettagli

Decreto Legislativo 231/01

Decreto Legislativo 231/01 Decreto Legislativo 231/01 Presentazione della normativa 231/01: modello di organizzazione, gestione e controllo delle attività per la prevenzione di comportamenti illeciti o contrari alle previsioni del

Dettagli

Parte Generale. Codice documento: MOG PG

Parte Generale. Codice documento: MOG PG Parte Generale Codice documento: MOG 231 - PG REV. BREVE DESCRIZIONE E COMMENTO DATA 0 EMISSIONE 30.07.2012 1 2 3 4 5 Tutti i cambiamenti sono sottoposti all approvazione del Consiglio di Amministrazione

Dettagli

Allegato A Appendice normativa

Allegato A Appendice normativa Allegato A Appendice normativa 1. Principali disposizione del D.Lgs. 231/2001 Articolo 4 - Reati commessi all estero 1. Nei casi e alle condizioni previsti dagli articoli 7, 8, 9 e 10 del codice penale,

Dettagli

Il D.Lgs Modelli di organizzazione STOP ALLE SANZIONI PER LE IMPRESE

Il D.Lgs Modelli di organizzazione STOP ALLE SANZIONI PER LE IMPRESE Il D.Lgs. 231 - Modelli di organizzazione STOP ALLE SANZIONI PER LE IMPRESE Il D.Lgs. 231 ha introdotto la c.d. responsabilità amministrativa delle Società, ma di fatto siamo di fronte a una vera e propria

Dettagli

ALLEGATO 1 DESCRIZIONE DEL QUADRO NORMATIVO

ALLEGATO 1 DESCRIZIONE DEL QUADRO NORMATIVO ALLEGATO 1 DESCRIZIONE DEL QUADRO NORMATIVO DESCRIZIONE DEL QUADRO NORMATIVO 1.1 INTRODUZIONE Il Decreto Legislativo 8 giugno 2001, n. 231 e s.m.i. (il Decreto) ha introdotto nel nostro ordinamento la

Dettagli

La SICUREZZA in elisoccorso

La SICUREZZA in elisoccorso La SICUREZZA in elisoccorso HEMS-SAR Pegaso 10 HEMS HEMS Requisit concorso interno HEMS-SAR ARES 118 Esent da limitazioni, anche parziali, o da prescrizioni alle mansioni Titoli riferit a corsi emergenza

Dettagli

i reati in materia di violazione del diritto d autore

i reati in materia di violazione del diritto d autore i reati in materia di violazione del diritto d autore intro Con la Legge 23 Luglio 2009, n. 99 il Legislatore ha provveduto ad estendere ulteriormente il catalogo dei reati presupposto della responsabilità

Dettagli

CONSORZIO DI VALORIZZAZIONE CULTURALE LA VENARIA REALE. MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO ai sensi del d.lgs. 231/01 PARTE GENERALE

CONSORZIO DI VALORIZZAZIONE CULTURALE LA VENARIA REALE. MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO ai sensi del d.lgs. 231/01 PARTE GENERALE CONSORZIO DI VALORIZZAZIONE CULTURALE LA VENARIA REALE MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO ai sensi del d.lgs. 231/01 PARTE GENERALE ALLEGATO Documento di sintesi dei principi normativi IL

Dettagli

INDICE SOMMARIO RASSEGNA PENALE

INDICE SOMMARIO RASSEGNA PENALE Presentazione... Collaboratori... VII IX RASSEGNA PENALE Art. 1 Reati e pene: disposizione espressa di legge... 3 Art. 2 Successione di leggi penali... 11 Art. 5 Ignoranza della legge penale... 24 Art.

Dettagli