Rivisitare l antropologia di Lonergan Roma, novembre Conferenza Internazionale

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1 Rivisitare l antropologia di Lonergan Roma, novembre Conferenza Internazionale P. GHERRI - Workshop, 28 novembre 2013 (15,30-17,00): Teologia e Diritto canonico nel pensiero di Ladislas Örsy: un applicazione del pensiero di B. Lonergan 1 Il problema del Diritto canonico, e più ancora della Canonistica, negli anni Settanta del XX secolo fu prima di tutto un problema interpretativo, non tuttavia delle Norme ma della giuridicità ecclesiale come tale che chiedeva di essere compresa in modo nuovo rispetto alla dottrina canonistica post-codiciale. L. Orsy (confratello di B. Lonergan e suo collega di docenza in Gregoriana durante il Concilio) lo comprese molto bene e fece tesoro dell opera di Lonergan, nata per l ambito teologico, per proporre una nuova comprensione del giuridico ecclesiale alla luce di una prospettiva che, anziché fondativa (secondo l indirizzo assunto a Monaco di Baviera), doveva essere ben più efficacemente epistemologica. Dopo pochi anni dalla pubblicazione di Method in Theology, L. Örsy lo adottò e propose come chiave di lettura di un nuovo approccio al Diritto canonico. Che B. Lonergan non si sia occupato di Diritto canonico è un fatto noto, questo però non toglie l importanza del suo pensiero per il Diritto canonico, sia in quanto Diritto, sia per il suo studio. La cosa fu ben compresa dal confratello gesuita d origini ungheresi (ma trasferitosi negli USA oltre 40 anni fa, attualmente residente a Washington presso la Georgetown University) Ladislas Örsy che fu collega di Lonergan in Gregoriana all inizio degli anni Sessanta per quanto non nella Facoltà di Teologia e che ebbe con lui strette relazioni scientifiche tanto da poter poi affermate di aver appreso il metodo durante il periodo in cui entrambi erano professori presso la Gregoriana 2. Di fatto la pubblicazione di Method in Theology nel 1972 offrì ad Örsy la possibilità di mettere meglio a fuoco molte idee che già caratterizzavano il suo pensiero canonistico e lo avevano portato a gravitare nell area dottrinale che faceva capo alla Sezione di Diritto canonico della Rivista Concilium. Fu così che già nel 1979 egli pubblicò su di una Rivista canonistica canadese un interessante saggio intitolato: Lonergan s Cognitional Theory and Foundational Issues in Canon Law. Method, Philosophy and Law, Theology and Canon Law 3. Saggio al quale non fece seguito praticamente nessuna attenzione da parte del mondo canonistico del tempo ed 1 Il presente intervento trae la maggior parte dei propri contenuti dalla recente pubblicazione: A. PONZONE, L approccio epistemologico alla Teologia del Diritto canonico nel pensiero di T. Jiménez Urresti e L. Örsy, coll. Corona lateranensis, Città del Vaticano, 2012; tesi dottorale in Diritto canonico da me diretta. 2 Cfr. ÖRSY L., Receiving the Council, Collegeville, 2009, pp. IX-X. 3 L. ÖRSY, Lonergan s Cognitional Theory and Foundational Issues in Canon Law: Method, Philosophy and Law, Theology and Canon Law, in Studia canonica, XIII (1979), pp /5 (

2 oggi ancora del tutto ignorato 4, tranne qualche riferimento dell attuale Cardinale ungherese(!) Peter Erdö che lo cita nel suo testo sulla Teologia del Diritto canonico del Cuore e motore del pensiero di Örsy è la concretezza ed operatività del Diritto, anche canonico: il suo esserci per far agire. Una prospettiva assolutamente pratica, ben integrata nel modo di pensare tipico del common Law, e ben cosciente che la Chiesa del Vaticano II non è né quella di Graziano, né quella del Concilio di Trento, confluite nel Codice di Diritto canonico del 1917, alla cui revisione si stava freneticamente lavorando proprio in quegli anni Settanta. Proprio la complessità della revisione del CIC fornì ad Örsy l occasione per porre in risalto come in tale attività ecclesiale non fosse in gioco tanto il Diritto della Chiesa ma, molto di più, il modo di pensare e creare il Diritto nella Chiesa. Di qui l importanza di un approccio fortemente metodologico [a] al Diritto canonico, [b] alla sua nascita ed [c] alla sua applicazione. Un approccio fortemente metodologico proprio come quello proposto da Lonergan per la Teologia: un approccio, però, che passa immediatamente dal metodo al fondamento, poiché nessuna pratica è mai autonoma da qualche specifica teoria. Ed i corollari valgono almeno quanto il teorema da cui derivano In questa prospettiva: se come afferma Lonergan «la Teologia opera la mediazione fra una matrice culturale e il significato e il compito della religione in quella matrice» 6, questo è anche quello che è accaduto e a maggior ragione per il Diritto canonico: esso media fra la cultura e la religione. Certamente è quello che ha fatto il Diritto canonico classico nel Medioevo. Finché era prevalente un unica cultura giuridica (quella romanistica), i canonisti discutevano sulla natura degli Istituti, ora però davanti alla complessità del vivere giuridico che investe la stessa Chiesa (e su cui è necessario accordarsi per formulare il nuovo Codice di Diritto canonico) occorre assumere nuove consapevolezze ed operare nuove scelte. Senza negare la Canonistica classica, ma neppure ipostatizzandola come unica possibilità per il vivere ecclesiale. Si tratta, in fondo, dello stesso atteggiamento di Lonergan verso la Teologia classica troppo radicalmente dipendente da un unica cultura che, poiché unica era divenuta anche universale e perenne e, pertanto, normativa. La concezione espressamente operativa della giuridicità che caratterizza il pensiero di L. Örsy lo porta a cercare l origine delle Norme giuridiche non a livello teoretico ma pratico, chiedendosi come nascano di fatto le Norme che finiscono per essere fissate in una Legge. Il processo è quello conoscitivo lonerganiano: [1] osservazione di un problema comportamentale/operativo all interno della Comunità cristiana, [2] sua comprensione ed ipotesi di soluzione operativa (come operativo è sempre il problema rilevante per il Diritto), 4 La ricerca su Google offre solo 17 risultati per la stringa: Lonergan s Cognitional Theory and Foundational Issues in Canon Law (in data ) 5 P. ERDÖ, Teologia del Diritto canonico. Un approccio storico-istituzionale, Torino, 1996; oggi: Le sacré dans la logique interne d'un système juridique, Paris, B.J.F. LONERGAN, Method in Theology, London, 1972, XI (tr. it.: Il metodo in Teologia, Brescia, 1975). 2/5 (

3 [3] cui segue il giudizio di corretta corrispondenza tra problema e sua soluzione. [4] Trattandosi, però, di agire responsabile che coinvolge anche valori e non solo comportamenti, occorre decidere sul rapporto tra soluzioni pratiche possibili e valori da realizzare. Örsy però, da buon Gesuita, non si accontenta della sola conoscenza e segue Lonergan al livello più profondo costituito dalla coscienza; ciò gli permette di fondare un acquisizione irrinunciabile per la visione personalista dell agire cristiano (in realtà non immediatamente visibile per il solo teologo): l unificazione della coscienza e dell intenzionalità personali connesse all agire. Il Diritto canonico, di fatto, si occupa [a] d intenzionalità, [b] di conoscenza e [c] decisione; quello fissato dal Gasparri lo fa secondo le assunzioni di uno specifico sistema metafisico che, una volta canonizzato, viene poi applicato ai problemi pratici connessi all intendere ed agire. Le assunzioni metafisiche sottostanti il Codice di Diritto canonico del 1917 sono quelle della Filosofia scolastica: l uomo è un animale razionale composto di materia e spirito, cioè corpo ed anima. L anima opera attraverso le sue facoltà, che sono l intelletto e la volontà. Esse sono distinte, ma non separate: è la teoria delle facoltà che disegna una netta distinzione tra intelletto e volontà, perché essa è necessaria per la Filosofia scolastica. Essa però nasce dal principio che la verità è distinta dal bene: l oggetto proprio dell intelletto è la verità, quello della volontà è il bene. Siccome gli atti sono specificati dai loro oggetti, gli atti dell intelletto sono distinti dagli atti della volontà. Ne risulta una minima interazione fra intelletto e volontà. In tal modo, una persona può volere qualcosa, prenderla, essere responsabile di tutte le conseguenze, senza avere una buona conoscenza dell oggetto del suo desiderio. Questa teoria filosofica ha un impatto fortissimo prima di tutto sul Diritto matrimoniale canonico e sulla Giurisprudenza che ne consegue. Ci si chiede pertanto se sia necessario per il Diritto canonico utilizzare la dottrina metafisica delle facoltà distinte ogni volta che deve giudicare problemi di conoscenza e di responsabilità o se può occuparsi di questi problemi sulla base dell analisi intenzionale. Se la teoria di Lonergan è corretta, non è necessario ricorrere alla teoria delle facoltà distinte; è sufficiente accertarsi al meglio di quale fosse l intenzione della persona. Quando una persona si assume una responsabilità morale, lo fa attraverso un processo continuo, non tramite atti spezzati: si tratta di un unità dinamica che è dominata da un unica intenzione sostenuta lungo tutto il processo. La responsabilità per la decisione deve essere in proporzione al giudizio di valore che l ha preceduta. Conoscenza e coscienza, però, non solo quelle individuali ma anche quelle collettive della Comunità cristiana come tale. Il Diritto, d altra parte, è attività collettiva non individuale. Per il Diritto canonico, diventa così determinante anche ciò che la Comunità cristiana conosce di sé e del proprio agire (Ecclesiologia e Sacramenti, prima di tutto), oltre a ciò di cui è consapevole e verso cui tende nella propria vita ed attività. 3/5 (

4 - La comunità. Prima di ogni Legge, esiste un gruppo di persone intelligenti e libere che hanno formato un unità organica basata su idee e progetti comuni. - I giudizi critici. Se la comunità vuole vivere, preservare e sviluppare la sua unità di mente e cuore, i membri devono seguire alcune norme comuni d azione: essi hanno bisogno di leggi. Abbiamo già visto che sono necessari tre giudizi: il giudizio di fatto su un bisogno comune esistente, un giudizio di valore sul bene comune da ottenere e il giudizio di fatto sulla capacità della comunità di impegnarsi in questo processo. - L autorità. Il compito di fare questi giudizi spetta a qualcuno che è nella posizione giusta per conoscere i fatti riguardo le forze e le debolezze della comunità e che è investito del potere di dare direzioni alla comunità. Ovviamente con autorità indichiamo realtà diverse, come singole persone, gruppi di persone o anche tutta la comunità stessa. - La notizia pubblica. Dopo che la Legge è formulata, essa deve essere portata alla conoscenza dei soggetti. Questo atto è chiamato promulgazione. - L accettazione. Una norma di azione che non entra mai in atto sembra essere una contraddizione. Una Legge che rimanesse soltanto scritta sulla carta, ma che non influenzasse la vita della comunità darebbe al termine Legge un significato davvero povero, svuotato. Le persone intelligenti e libere possono ricevere la Legge solo se la capiscono e se decidono volontariamente di accettarla. Per capire la Legge, le persone devono trovare il significato, il valore che è all interno della Legge. - L interpretazione. Trovare il significato della Legge non è sempre semplice; per questo è necessario il lavoro dell interpretazione. Nascono così i commentari. Siccome gli interpreti devono trovare il significato della Legge, più la distanza fra il legislatore e quest ultimi è grande, più difficile è il compito dell interpretazione. Questo, però muta completamente il concetto ormai standardizzato di Legge attribuendo alla Comunità un ruolo assolutamente fondamentale e non lasciandola in totale appannaggio della sola Autorità che la promulga. La differenza fondamentale con la definizione di S. Tommaso sta nel fatto che essa è nata nella teoria e non dall analisi dell intenzionalità cosciente. La definizione di S. Tommaso nasce dalla teoria: egli ha una visione della comunità come un unità strutturata. Invece: è la comunità che si prende cura di se stessa. L inevitabile ricaduta epistemologica dell applicazione della Teoria cognitiva e metodologica di Lonergan anche al Diritto canonico induce conseguenze importanti anche sul rapporto tra Diritto canonico e Teologia ed in particolare sulla Teologia del Diritto canonico che alla fine degli anni Settanta stava ormai imponendosi alla Canonistica a partire dall attività della c.d. Scuola di Monaco (K. Mörsdorf e discepoli). 4/5 (

5 La posizione di Örsy è chiara e netta: «l espressione Teologia del Diritto canonico non ha senso» 7. Se ci si vuole approcciare a questo studio, per prima cosa bisogna capire che si tratta di due mondi di significati: Teologia e Diritto canonico. Quindi è semplice capire che fare Teologia del Diritto canonico è determinare, descrivere e spiegare le relazioni fra il mondo della Teologia e il mondo del Diritto canonico. I due mondi sono in una relazione vicina l uno con l altro, infatti, in molti casi, essi si sovrappongono e si sostengono a vicenda. Il mondo della Teologia consiste di quei misteri che vediamo nella luce debole che la fede ci dà e la cui esistenza noi proclamiamo nella forma della dottrina cristiana; in tal modo creiamo un mondo di intuizioni testate criticamente attorno ad essi. Questa è la Teologia: fides quærens intellectum. Il mondo del Diritto canonico è diverso. Consiste in un sistema di norme d azione per il bene del buon ordine nella comunità: fides quærens actionem 8. Le norme, in loro stesse, sarebbero spoglie come scheletri; la Scienza canonica mette la carne in esse. Quando si analizzando i due mondi, della Teologia e del Diritto canonico, tutte le considerazioni sulla loro relazione si muovono ad un livello generico: Teologia E Diritto canonico. Solo quando viene compresa questa relazione, sarà necessario volgersi verso i problemi particolari. Molte istituzioni della Chiesa appartengono al dominio dei misteri, ma sono circondate da strutture giuridiche, come ad esempio il Battesimo. Così come molte istituzioni della Chiesa hanno le radici nel mistero, ma, per il bene del buon ordine nella comunità, sono regolate da norme giuridiche. Ne segue che ogni testo che tratta delle fondazioni teologiche del Diritto canonico dovrebbe avere due parti: [a] la prima riguardo le fondazioni della Legge nella Chiesa; [b] la seconda i misteri singoli e il Diritto che dà la struttura a ciascuno di questi. 7 L. ÖRSY, Lonergan s Cognitional, Cfr. L. ÖRSY, Moral Theology and Canon Law, in The Furrow, XVI (1965), /5 (

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