SIMONE Gruppo Editoriale Simone
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- Severino Mari
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1 La trama dell Iliade Libro I È il decimo anno della guerra di Troia. I Greci si riuniscono perché sono afflitti da una grave peste e l indovino Calcante rivela che il flagello è stato mandato da Apollo per punire la superbia di Agamennone, capo dell esercito greco, che ha maltrattato il suo sacerdote Crise e non gli ha restituito la figlia Criseide, da lui tenuta come schiava. Agamennone si convince a cedere la preda, ma pretende la schiava di Achille, Briseide; ciò suscita l ira del più valoroso dei guerrieri greci e il suo ritiro dalla guerra. La dea Teti, madre di Achille, chiede a Zeus di punire l esercito acheo, per far risaltare il valore del figlio. Libro II Zeus manda un sogno ingannevole ad Agamennone, che gli consiglia di riunire subito il Consiglio degli Anziani e di riprendere al più presto la guerra. Agamennone passa in rassegna l esercito e vengono presentati gli eroi greci, ciascuno dei quali ha condotto a Troia un certo numero di navi. Libro III Gli eserciti si affrontano; il troiano Paride e il greco Menelao, fratello di Agamennone, si scontrano in duello, ma Paride viene salvato da Afrodite e ritorna a casa, dove subisce il rimprovero di sua moglie Elena. Libro IV Atena accende la battaglia e Agamennone sprona i suoi a combattere. Libro V Eroiche imprese dell eroe greco Diomede. Libro VI L indovino Eleno consiglia a Ettore, il più forte degli eroi troiani, di recarsi da sua madre, la regina Ecuba, e di dirle di mettere al riparo le donne. Ettore segue il consiglio e poi va alle porte Scee, dove avviene il colloquio con la moglie Andromaca. Libro VII Solenne duello tra Ettore e il greco Aiace, suscitato da Apollo e Atena. Libro VIII Infuria la battaglia e l esercito acheo viene messo in difficoltà dai Troiani. Scende la notte e la battaglia s interrompe. Libro IX Il saggio Nèstore consiglia ad Agamennone di placare l ira di Achille e di ottenerne il ritorno in battaglia. Agamennone manda allora un ambasceria presso Achille, promettendogli ricchi doni e la restituzione di Briseide. Ma Achille rifiuta l offerta. Libro X Diomede e Odisseo si avventurano nella notte presso il campo troiano e uccidono la spia di Ettore, Dolone. Libro XI Agamennone compie grandi imprese in battaglia, ma viene ferito da Còone e deve ritirarsi. Anche Diomede e Odisseo vengono feriti, insieme ad altri fortissimi eroi greci, e lo stesso Aiace è in pericolo. Libro XII La battaglia si sposta verso il muro difensivo del campo acheo, Ettore incalza furioso i nemici e sfonda le porte. 29
2 Libro XIII La battaglia si sposta presso le navi greche, che Ettore intende bruciare. Libro XIV Era trama un inganno contro Zeus, per distrarlo dalla guerra e favorire i Greci. Convince il marito con le armi della seduzione fino a che Zeus non si addormenta. Poseidone ne approfitta per danneggiare i Troiani ed Ettore viene ferito. Libro XV Zeus si sveglia, si adira e ordina a Poseidone di ritirarsi dalla battaglia. Ettore ritorna presso le navi con i suoi. Libro XVI Patroclo mostra ad Achille i danni che derivano dalla sua assenza: l esercito greco è in grave pericolo, gli eroi più forti si sono ritirati per le ferite subite. Allora veste le armi dell amico e si lancia contro i Troiani, ma viene ucciso. Libro XVII Rissa tra Greci e Troiani intorno al corpo di Patroclo. Libro XVIII Achille si dispera per la morte di Patroclo e parla con la madre Teti, che gli promette che andrà da Efesto per chiedergli di fabbricare nuove armi. La dea si reca alla fucina del dio del fuoco e questi forgia una splendida armatura; si distingue in particolare lo scudo illustrato con scene di vita quotidiana. Libro XIX Teti consegna le armi ad Achille, il quale si reca da Agamennone e gli annuncia che ritornerà a combattere. Agamennone gli dà i doni promessi, tra i quali la bella Briseide. Achille si prepara alla battaglia, ma il suo cavallo Xanto gli predice che morirà in guerra. Libro XX Gli dèi intervengono sul campo; alcuni sostengono i Troiani, altri i Greci. Libro XXI Achille uccide un gran numero di avversari presso lo Xanto, ma il fiume, indignato per la strage di Troiani, inonda la pianura uccidendo un gran numero di Greci. Interviene allora il dio Efesto, che scatena un gran fuoco grazie al quale si prosciuga l alluvione. Libro XXII Ettore rimane fuori le mura di Troia e aspetta Achille per il duello. Fugge appena lo vede, ma poi Apollo lo convince ad affrontare il nemico e inizia lo scontro. Achille uccide Ettore e la notizia giunge presto alle orecchie di Priamo, Ecuba e Andromaca. Libro XXIII Achille prepara la sepoltura di Patroclo. Si svolgono gare sportive in onore del morto. Libro XXIV Priamo si reca nella tenda di Achille e riscatta il corpo di Ettore. 30
3 Iliade Il proemio, la peste, l ira di Achille Il proemio che apre l Iliade occupa i primi sette versi. Esso svolge una funzione importante, quella di introdurre il lettore (che anticamente era un ascoltatore) nelle vicende che occupano il I libro e di annunciare l argomento dell opera. Il proemio contiene l «invocazione» alla musa, ovvero alla dea della poesia epica, alla quale il poeta si rivolge direttamente tramite il complemento di vocazione o dea: a lei chiede di cantare l ira d Achille, che è il contenuto dell Iliade. In realtà il poeta sta cercando un ispirazione divina, che è necessaria per affrontare la stesura di un poema così lungo e impegnativo: sarà la dea stessa a recitare per lui i versi, come si capisce dall imperativo Canta, che apre il primo verso. In questa maniera Omero intende conferire dignità e solennità alla sua opera. All invocazione segue l «esposizione» della materia, ovvero del contenuto del poema: si tratta dell ira d Achille, che provoca molti problemi e gravi dolori ai Greci impegnati nell assedio di Troia; la causa è una lite avvenuta tra Achille e Agamennone, il capo dell esercito greco. Ma perché questa lite? La colpa è in realtà di Apollo, offeso per l ingiuria arrecata dai Greci al suo sacerdote Crise, che chiede il riscatto della propria figlia, Criseide, rapita da Agamennone. Dal momento che a Crise è stato opposto uno sdegnoso rifiuto, il dio punisce i Greci infestando il loro accampamento con la piaga della peste, che miete vittime tra uomini e animali. Genere Opera Anno Difficoltà Poesia epica Iliade VIII sec. a.c. [I, vv. 1-52] Canta, o dea 1, l ira d Achille Pelide 2, rovinosa, che infiniti dolori inflisse agli Achei 3, gettò in preda all Ade 4 molte vite gagliarde d eroi 5, ne fece il bottino dei cani, 5 di tutti gli uccelli 6 consiglio di Zeus si compiva 7 - da quando prima si divisero contendendo 8 l Atride signore d eroi 9 e Achille glorioso. 1. Canta, o dea: il poema inizia con l invocazione alla dea, cioè alla musa della poesia epica. Le muse, nate da Zeus e Mnemòsine, erano nove fanciulle, divinità protettrici delle belle arti, che accompagnavano in corteo Apollo, dio della poesia. Nota come il poeta chieda alla musa di cantare l ira di Achille, come se fosse la dea stessa a dettare i versi nel suo animo e lui si limitasse a trascriverli. Ma tutto è frutto di un invenzione letteraria, che serve a conferire maggiore impegno e valore all opera. 2. Achille Pelide: l eroe greco è definito Pelìde poiché è figlio di Pelèo, re di Ftìa, città della regione greca della Tessaglia. Achille aveva invece come madre Teti, che era una nereide (figlia di Nerèo), ovvero una divinità minore del mare. Pelide vale come epiteto (in questo caso si tratta di un patronimico), aggettivo ricorrente che accompagna il nome di un eroe, di un dio, una città ecc. 3. che agli Achei: che provocò innumerevoli dispiaceri agli Achei. Achei è il nome con cui, nell intera Iliade, vengono definiti i Greci. In realtà gli Achei corrispondono ai Micenei, abitanti dell Ellade prima dell invasione dei Dori. 4. gettò in preda all Ade: Ade è il dio signore dell Oltretomba, il Regno dei morti, ma indica anche l Oltretomba stesso. Tutta l espressione può rendersi dunque così: mandò nel Regno dei morti. 5. molte vite gagliarde d eroi: molti eroi coraggiosi, intrepidi. 6. ne fece gli uccelli: una volta morti, gli eroi sono ridotti a semplici cadaveri, di cui si ciberanno cani e uccelli, diventando un triste bottino per gli animali. 7. consiglio di Zeus si compiva: in questo modo si realizzavano le intenzioni di Zeus; il sommo padre degli dèi assicura che si compia sempre la volontà del Fato, cioè del Destino che governa tutte le cose e stabilisce la sorte degli uomini, e al quale anche gli dèi devono sottostare. 8. da quando contendendo: dal momento in cui per la prima volta si opposero in una disputa. 9. l Atride signore d eroi: Agamennone, re di Argo. Figlio di Atreo (e perciò accompagnato dall epiteto Atrìde) e fratello di Menelao, al quale è stata rapita la moglie Elena. Agamennone guida la spedizione achea a Troia ed è dunque il capo supremo dell esercito. Più importante di tutti gli altri eroi greci, per il suo ruolo di comandante militare, è colui che ha l ultima parola nelle assemblee e può imporre le sue decisioni nelle situazioni difficili. Ma vedremo anche che Agamennone è un re superbo e arrogante, e che approfitta della sua posizione di capo per commettere soprusi e ingiustizie. 31
4 Ma chi fra gli dèi li fece lottare in contesa? Il figlio di Zeus e Latona 10 ; egli, irato col re 11, 10 mala peste 12 fe nascer nel campo, la gente moriva, perché Crise 13 l Atride trattò malamente, il sacerdote; costui venne alle navi rapide degli Achei per liberare la figlia, con riscatto infinito, avendo tra mano le bende d Apollo che lungi saetta 14, 15 intorno allo scettro d oro, e pregava tutti gli Achei ma sopra tutto i due Atridi, ordinatori d eserciti 15 : «Atridi, e voi tutti, Achei schinieri robusti 16, a voi diano 17 gli dèi, che hanno le case d Olimpo, d abbattere la città di Priamo 18, di ben tornare in patria; 20 e voi liberate la mia creatura, accettate il riscatto, venerando il figlio di Zeus, Apollo che lungi saetta». Allora gli altri Achei tutti acclamarono, fosse onorato quel sacerdote, accolto quel ricco riscatto 19. Ma non piaceva in cuore al figlio d Atreo, Agamennone, 25 e lo cacciò malamente, aggiunse comando brutale: «Mai te colga 20, vecchio, presso le navi concave, non adesso a indugiare 21, non in futuro a tornare, che non dovesse servirti più nulla lo scettro, la benda del dio! Io non la libererò: prima la coglierà vecchiaia 30 nella mia casa, in Argo, lontano dalla patria, mentre va e viene al telaio e accorre al mio letto. Ma vattene, non m irritare, perché sano e salvo tu parta». Disse così, tremò il vecchio, obbedì al comando, e si avviò in silenzio lungo la riva del mare urlante 22 ; 35 ma poi, venuto in disparte, molto il vegliardo 23 pregò il sire Apollo, che partorì Latona bella chioma 24 : «Ascoltami, Arco d argento 25, che Crisa proteggi, 10. Il figlio di Zeus e Latona: Apollo, nato da uno dei tanti amori furtivi di Zeus. Il re degli dèi, già sposato con Era, si unì con Leto (Latona) ed ebbe da lei due figli, Apollo e Artemide. Apollo, splendido dio della musica e della poesia, protettore dei pastori e degli armenti, era vendicativo: scorticò vivo il pastore Marsia solo perché aveva osato sfidarlo in una gara col flauto. 11. col re: con Agamennone. 12. mala peste: una peste nefasta, rovinosa. 13. Crise: era un sacerdote di Apollo. Sua figlia Criseide era stata rapita dagli Achei e assegnata ad Agamennone. Questi la teneva con sé come schiava, ma anche come amante, nonostante fosse già sposato con Clitemnestra. 14. le bende d Apollo che lungi saetta: le bende sacre erano usate dai sacerdoti nei sacrifici e per questo erano considerate un simbolo religioso che tutti dovevano rispettare. Apollo era un ottimo cacciatore e non si separava mai dal suo arco: per questo è accompagnato dall epiteto che lungi saetta, che vuol dire «che scaglia lontano le sue frecce». Nota che in questo caso l epiteto non è rappresentato da un semplice aggettivo, ma da una breve locuzione, la proposizione relativa che lungi saetta. 15. i due Atridi, ordinatori d eserciti: Agamennone e Menelao, che stanno a capo dell esercito (ma in realtà è solo Agamennone a guidare gli Achei; Menelao si conquista un posto di rispetto perché è suo fratello, e anche perché è a lui che è stata rapita la sposa, avvenimento che ha scatenato la guerra). 16. Achei schinieri robusti: Achei dotati di resistenti schinieri. Gli schinieri sono le parti dell armatura che proteggono la parte anteriore delle gambe. Schinieri robusti vale come epiteto, stavolta rappresentato da un nome e un aggettivo. 17. diano: concedano. 18. la città di Priamo: è Troia, di cui il vecchio Priamo è re. 19. Allora riscatto: allora tutti gli altri Achei approvarono a gran voce che venissero accontentate le richieste di Crise e che si accettasse la ricca offerta che aveva portato come ricompensa. 20. Mai te colga: che io non ti veda mai. Agamennone respinge il sacerdote in malo modo, con parole offensive e minacciose; lo ammonisce a tenersi lontano da lui e a non ripetere nemmeno in futuro una simile richiesta. 21. indugiare: rimanere. 22. mare urlante: il mare è definito urlante per via delle onde che provocano un caratteristico rumore: se il mare è in tempesta, sembra di sentire forti grida. 23. vegliardo: vecchio. 24. Latona bella chioma: l epiteto riferito a Latona è bella chioma, ovvero «dai bei capelli». 25. Arco d argento: epiteto che sta al posto di «Apollo». 32
5 e Cilla divina, e regni sovrano su Tènedo 26, Sminteo 27, se mai qualche volta un tempio gradito t ho eretto, 40 e se mai t ho bruciato cosce pingui 28 di tori o capre, compimi questo voto: paghino i Danai le lacrime mie coi tuoi dardi 29». Disse così pregando: e Febo 30 Apollo l udì, e scese giù dalle cime dell Olimpo, irato in cuore, 45 l arco avendo a spalla, e la faretra chiusa sopra e sotto: le frecce sonavano sulle spalle dell irato al suo muoversi; egli scendeva come la notte. Si postò dunque lontano dalle navi, lanciò una freccia, e fu pauroso il ronzìo dell arco d argento. 50 I muli colpiva in principio e i cani veloci, ma poi mirando sugli uomini la freccia acuta lanciava; e di continuo le pire dei morti ardevano, fitte. [Trad. di R. Calzecchi Onesti] 26. che Crisa Tènedo: Crise ricorda alcune località particolarmente legate ad Apollo, lì venerato come dio protettore: Crisa è la città sacerdotale, Cilla è un altra città vicina a Troia e Tènedo è l isola posta di fronte a Troia, dove si nasconderanno i Greci dopo aver costruito il cavallo di legno. 27. Sminteo: l epiteto, ancora riferito ad Apollo, significa forse «di Sminte», altra città del territorio di Troia; ma, secondo altri, esso allude ai topi dei campi, essendo il culto di Apollo connesso con la vita pastorale e con la vegetazione (G. L. Messina). 28. pingui: carnose. 29. dardi: lance. Apollo ascolterà la preghiera di Crise e userà i suoi dardi per diffondere la peste tra gli Achei. 30. Febo: altro nome di Apollo. GUIDA ALLA LETTURA Il contenuto di questi versi, che aprono il I libro dell Iliade, può essere sintetizzato in sette sequenze: la prima (vv. 1-7) è rappresentata dal proemio, che contiene l invocazione alla musa e l esposizione della materia del poema, che sarà l ira di Achille; la seconda (vv. 8-12) espone la causa che ha provocato l ira dell eroe: si tratta dell offesa che Agammennone ha recato al sacerdote Crise, ragion per cui Apollo ha scatenato la peste; la terza (vv ) racconta come Crise si recò in mezzo al campo acheo e parlò ai guerrieri, offrendo un riscatto per la liberazione della figlia; nella quarta (vv ) tutti gli Achei propongono di accettare la richiesta, ma non Agamennone, come si vede nella quinta sequenza (vv ), nella quale tratta brutalmente Crise rivolgendogli aspre parole; nella sesta (vv ) Crise si allontana dal campo, impaurito dalle minacce ricevute, e poi prega Apollo affinché punisca i Greci per il loro comportamento; l ultima sequenza (vv ) ci mostra Apollo che, avendo ascoltato le parole del sacerdote, viene a seminare il contagio della peste presso gli Achei. Il poema si apre con un quadro desolante, quello della peste che imperversa nel campo greco, uccidendo molti eroi e facendone un misero pasto degli uccelli e dei cani. Si capisce che i Greci, venuti in Asia per conquistare Troia e riportare a casa Elena, sono in grave difficoltà e che questa difficoltà è dovuta a una lite avvenuta tra due insigni guerrieri. Davanti a questi primi versi si può rimanere sbalorditi, non si capisce come mai il sentimento di un solo uomo possa causare tanti incredibili danni a tutto l esercito e come possa costituire l argomento di un grande poema. Ma quell uomo non è un uomo qualunque, è Achille, l eroe per eccellenza, il più forte tra i paladini che i Greci potessero schierare. Achille è figlio di una dea, dunque è dotato di qualità eccezionali, ed è praticamente invincibile; può morire solo se viene colpito al tallone (ma la sua morte non è raccontata nell Iliade). Inoltre è stabilito dal destino ma questo i Greci ancora non lo sanno che senza di lui l esercito guidato da Agamennone non potrà mai espugnare Troia. Il figlio di Atreo si mostra subito come un condottiero arrogante: egli potrebbe placare il flagello che si è abbattuto sui compagni con un semplice gesto, accettare l offerta in danaro di Crise e restituirgli la figlia. Nulla impedisce di accettare l offerta, visto che riscattare una preda in questo modo rientra nel codice di comportamento dei Micenei, e dunque Agamennone manterrebbe intatto l onore. Invece rifiuta, dissociandosi dalla volontà di tutti gli altri membri dell assemblea. Non si lascia convincere dal consiglio dei compagni e fa prevalere il suo capriccio: lo può fare, perché è il capo, ma farebbe meglio a rispettare la saggia decisione della mag- 33
6 gioranza. Le conseguenze della sua scelta saranno funeste per i Greci. Inoltre Agamennone mostra ben poco timore nei confronti degli dèi, dal momento che non solo non prende in considerazione il fatto che Crise è un sacerdote di Apollo, e come tale meriterebbe assoluto rispetto, ma gli rivolge anche insolenti minacce, azione che poteva evitare perché non necessaria: un rifiuto può risultare incisivo anche se viene fatto nel rispetto della persona cui ci si rivolge e non ha bisogno di essere seguito dalle minacce. Per giunta quelle di Agamennone suonano ancora più ingiuriose, perché l eroe chiama in causa lo scettro e le bende del dio, i simboli religiosi che Crise portava con sé in quanto sacerdote, e quindi chiama in causa anche Apollo. Ma quando si offendono gli dèi le conseguenze sono tremende e questo gli Achei lo dovevano sapere bene, essendo la religione uno dei cardini della loro società. Gli dèi greci erano per lo più assai vendicativi: lo dimostrano vari miti antichi come quello di Leto, perseguitata da Era per la sua tresca segreta con Zeus, o quello di Tiresia, accecato da Atena solo perché era stata vista da lui mentre faceva il bagno. Artemide e Apollo erano poi particolarmente crudeli: sterminarono insieme i sette figli e le sette figlie di Niobe perché questa donna si era vantata di essere più feconda di Leto, la loro madre, che aveva solo due figli; Artemide fece sbranare Atteone dai suoi cani, perché lui l aveva vista mentre si bagnava in una fonte; Apollo fece scorticare vivo Marsia, che l aveva sfidato a una gara di musica. Apollo non si smentisce e anche stavolta agisce assai duramente: ascoltando le preghiere del suo sacerdote, abbandona le vette innevate dell Olimpo e viene sulla terra, armato di frecce tremende, che diffondono la peste, seminando la morte tra i Greci. Da questo episodio comprendiamo che nel mondo di Omero gli dèi partecipano pienamente alle vicende che accadono sulla terra; la loro è una presenza concreta, che si manifesta attraverso interventi decisivi per la sorte degli uomini. Gli dèi sono sicuramente molto venerati, ma anche molto temuti. Ricordiamo che Agamennone già una volta aveva dovuto provare questo sentimento di sottomissione agli dèi, allorché, prima di salpare per Troia, dovette sacrificare all altare, davanti a tutti i Greci, la figlia Ifigenia: Artemide era offesa con l eroe, che aveva ucciso una cerva a lei sacra. I personaggi in questo caso Crise e Agamennone si esprimono attraverso il discorso diretto, assai frequente nella poesia di Omero. Il discorso diretto contribuisce ad accrescere la drammaticità delle vicende. Le sequenze terza, quinta e sesta presentano un carattere misto, dialogico-narrativo, le altre sono sequenze prevalentemente narrative. L unica descrizione di rilievo si trova nella settima sequenza, dove ci viene presentata la splendida immagine del dio Apollo, armato di frecce e faretra. LAVORARE SUL TESTO Comprensione e analisi 1. Fai la parafrasi di tutti i versi, riscrivendoli parola per parola senza cambiare la sintassi, ma ricostruendo, dove necessario, la successione logica della frase (soggetto-verbo-complemento oggetto-altri complementi) e sostituendo le parole poetiche con parole di uso comune, a te più familiari. 2. Che rapporto c è tra tempo della narrazione e tempo della vicenda? 3. Come vengono presentati i personaggi (caratterizzazione diretta o indiretta; sono introdotti direttamente dall autore o da altri personaggi)? 4. Qual è il punto di vista del narratore? Che tipo di narratore è Omero? Competenza lessicale Rintraccia tutti gli epiteti presenti nel testo e spiegane il significato. Competenza digitale Approfondisci il mito di Zeus e Leto (o Latona), aiutandoti con Internet, quindi tracciane una breve storia. 34
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