RISCHIO STRESS LAVORO CORRELATO E NORMATIVA DI RIFERIMENTO
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1 Dott. Giuseppe Sergi Dipartimento di Sanità Pubblica Azienda USL Piacenza PIACENZA,10/06/2011 RISCHIO STRESS LAVORO CORRELATO E NORMATIVA DI RIFERIMENTO
2 Definizione Stress significa letteralmente: sforzo, spinta, tensione, peso, fatica Termine impiegato originariamente in ingegneria per indicare la tensione o lo sforzo a cui è sottoposto un materiale rigido in condizioni di sollecitazione
3 Definizione Fu usato nel 1936 dal fisiologo ungherese H. Selye, quando osservò la reazione organica presentata da alcuni animali in seguito alla somministrazione di alcune sostanze che provocavano una sindrome caratterizzata da ipertrofia corticosurrenale, atrofia del timo e delle ghiandole linfatiche, ulcere gastriche, e in molti casi la morte dell animale
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7 La prima fase o reazione di allarme È sostenuta dalle attivazioni neurovegetative di tipo adrenergico La secrezione di catecolamine (adrenalina e noradrenalina) permette una rapida reazione del sistema nervoso autonomo, innescando una serie di cambiamenti fisiologici che hanno come scopo l autoconservazione La conduzione nervosa, facilitata da queste due catecolamine, rende più rapida la risposta dell organismo
8 La seconda fase o di resistenza L iperproduzione di cortisolo continua, mentre l organismo è impegnato nel fronteggiare lo stressor (avvenimento o agente nocivo in grado di indurre stress) In questa fase si assiste ad un progressivo adattamento dell organismo ed un altrettanto progressivo recupero dell omeostasi
9 La terza fase o di esaurimento Subentra quando l esposizione all agente stressante si protrae in modo eccessivo L organismo in questo caso non è più in grado di mantenere l adattamento attraverso lo stato di resistenza e la corteccia surrenale entra in uno stato di esaurimento funzionale I cambiamenti psicofisici che si producono nell organismo durante questa fase danno origine a modificazioni patologiche difficilmente reversibili
10 Il concetto di stressor L innesco della reazione di stress avviene in seguito all esposizione a stimoli che possono rivestire il significato di agenti stressanti. Tale proprietà viene, tuttavia data, nella maggior parte dei casi, dal significato che lo stimolo assume per l individuo.
11 Il concetto di stressor Il tipo di risposta sembra, quindi, influenzato da almeno due ordini di fattori che sono: L entità oggettiva dello stimolo Il significato che lo stimolo ha per il singolo soggetto
12 La sindrome generale di adattamento Il principale meccanismo adattativo che l organismo pone in atto nella risposta allo stress è rappresentato dall attivazione dell asse ipotalamo-ipofisi-surrene, con secrezione di ACTH e conseguente stimolazione della corteccia L asse neuroendocrino surrenalico gioca un ruolo centrale nella complessa integrazione della risposta dell organismo agli stress, sia fisici che psicobiologici, attraverso il controllo del metabolismo intermedio, della funzionalità del sistema cardiovascolare e della pressione arteriosa, della regolazione di altri assi neuroendocrini, dell interferenza sul SNC
13 Risposta fisiologica allo stress L ipotalamo, un insieme di nuclei situati nella zona interna del cervello, controlla: umore, libido, sete, appetito, sonno, temperatura corporea e pressione arteriosa Sotto lo stimolo di perturbazioni esterne il nostro organismo innesca una serie di reazioni di difesa: l ipotalamo libera il CRH (corticotropin releasing hormone) e le endorfine Il CRH ordina all ipofisi di secernere ACTH che, a sua volta, stimola la secrezione del cortisolo da parte delle ghiandole surrenali Il cortisolo esplica una potente azione antinfiammatoria e antidolorifica, stimola la gluconeogenesi, cioè la sintesi di nuovo glucosio, e la deposizione dei trigliceridi nel tessuto adiposo
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16 Analisi dei comportamenti operativi e della performance Scelte procedurali Omissioni (volute e non) Errori Incidenti/infortuni Tests di performance
17 Conseguenze sul benessere sociale Qualità della relazione coniugale Qualità della cura dei figli Qualità delle amicizie Qualità delle relazioni amicali Coinvolgimento nella comunità
18 Conseguenze a medio e lungo termine Patologie gastrointestinali Patologie cardiovascolari Patologie cutanee Disfunzioni metaboliche Disfunzioni ormonali Patologie immunitarie Patologie neoplastiche Disturbi emozionali (depressione, ansia) Sindromi ossessive e fobiche Disturbi del sonno Burnout (esaurimento, demotivazione)
19 Conseguenze a medio e lungo termine La sindrome del Burnout si caratterizza per essere composta da tre dimensioni (Maslach e Leiter, 2000) : deterioramento dell'impegno nei confronti del lavoro, deterioramento delle emozioni originariamente associate al lavoro e problema di adattamento tra persona ed il lavoro, a causa delle eccessive richieste di quest'ultimo. Si manifesta con sentimenti di inutilità, di inadeguatezza, di insoddisfazione, uniti alla percezione di essere sfruttato, oberato di lavoro e poco apprezzato; il soggetto spesso tende a mettere in atto comportamenti di fuga dall'ambiente lavorativo, ed eventualmente atteggiamenti aggressivi verso gli altri o verso se stesso. Compaiono facile affaticabilità, depressione del tono dell umore, ridotta resistenza alle frustrazioni, abuso di farmaci.
20 NORMATIVA
21 Art.28 comma 1 DLgs 81/08 La valutazione di cui all articolo 17, comma 1, lettera a), anche nella scelta delle attrezzature di lavoro e delle sostanze o dei preparati chimici impiegati, nonché nella sistemazione dei luoghi di lavoro, deve riguardare tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori, ivi compresi quelli riguardanti gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari, tra cui anche quelli collegati allo stress lavorocorrelato, secondo i contenuti dell accordo europeo dell 8 ottobre 2004 e quelli riguardanti
22 Art.28 comma 1 bis DLgs 81/08 La valutazione dello stress lavoro-correlato di cui al comma 1 è effettuata nel rispetto delle indicazioni elaborate dalla Commissione consultiva permanente per la salute e sicurezza sul lavoro di cui all articolo 6, comma 8, lettera m-quater), e il relativo obbligo decorre dalla elaborazione delle predette indicazioni e comunque, anche in difetto di tale elaborazione, a fare data dal 1 agosto 2010 (slittato al 31/12/2010).
23 INDICAZIONI DELLA COMMISSIONE CONSULTIVA Quadro normativo di riferimento, finalità e struttura del documento Definizioni e indicazioni generali Metodologia Disposizioni transitorie e finali
24 Quadro normativo di riferimento, finalità e struttura del documento Sulla base dell art.28 comma 1-bis, la Commissione consultiva permanente ha elaborato un percorso metodologico, redatto secondo i criteri di semplicità, brevità e comprensibilità, che rappresenta il livello minimo di attuazione dell obbligo di valutazione del rischio da stress lavoro-correlato per tutti i datori di lavoro pubblici e privati, licenziato nella propria riunione del 17 novembre 2010.
25 Definizioni e indicazioni generali Lo stress lavoro-correlato è quello causato da vari fattori propri del contesto e del contenuto del lavoro. La valutazione del rischio stress lavorocorrelato è parte integrante della valutazione dei rischi. Percorso logico e metodologico inteso a permettere una corretta identificazione dei fattori di rischio da stress lavoro-correlato. La valutazione, con riferimento a tutti i lavoratori, compresi dirigenti e preposti, deve prendere in esame non singoli ma gruppi omogenei di lavoratori esposti a rischio dello stesso tipo
26 Metodologia La valutazione si articola in due fasi: una necessaria (valutazione preliminare); l altra eventuale, da attivare nel caso in cui la valutazione preliminare riveli elementi di rischio da stress lavoro correlato e le misure di correzione adottate a seguito della stessa, dal datore di lavoro, si rivelino inefficaci.
27 Metodologia (valutazione preliminare) La fase preliminare consiste nella rilevazione di indicatori oggettivi e verificabili, ove possibile numericamente apprezzabili, appartenenti quanto meno a tre distinte famiglie: Eventi sentinella Fattori di contenuto del lavoro Fattori di contesto del lavoro
28 Eventi sentinella indici infortunistici; assenze per malattia; turnover; procedimenti e sanzioni; segnalazioni del medico competente; specifiche e frequenti lamentale formalizzate da parte dei lavoratori. I predetti eventi sono da valutarsi anche sulla base di parametri omogenei individuati internamente alla azienda (es. andamento nel tempo degli indici infortunistici rilevati in azienda).
29 Fattori di contenuto del lavoro ambiente di lavoro e attrezzature; carichi e ritmi di lavoro; orario di lavoro e turni; corrispondenza tra le competenze dei lavoratori e i requisiti professionali richiesti.
30 Fattori di contesto del lavoro ruolo nell ambito dell organizzazione, autonomia decisionale e controllo; conflitti interpersonali al lavoro; evoluzione e sviluppo di carriera; comunicazione (es. incertezza in ordine alle prestazioni richieste).
31 Metodologia (valutazione preliminare) In questa prima fase possono essere utilizzate liste di controllo applicabili anche dai soggetti aziendali della prevenzione che consentano una valutazione oggettiva, complessiva e, quando possibile, parametrica dei fattori dei punti che precedono. In relazione alla valutazione dei fattori di contesto e di contenuto di cui sopra (punti 2 e 3 dell elenco) occorre sentire i lavoratori e/o i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (RLS/RLST). Nelle aziende di maggiori dimensioni è possibile sentire un campione rappresentativo di lavoratori. La scelta delle modalità tramite cui sentire i lavoratori è rimessa al datore di lavoro anche in relazione alla metodologia di valutazione adottata.
32 Indicazioni Commissione consultiva per la valutazione dello stress lavoro-correlato Ministero del Lavoro e delle politiche sociali 18 novembre 2010 Dalla FASE PRELIMINARE NON emergono elementi di rischio PIANO di MONITORAGGIO Dalla FASE PRELIMINARE EMERGONO elementi di rischio Il rischio RIMANE ALTO PIANIFICAZIONE interventi correttivi ADOZIONE REVISIONE della VDR VALUTAZIONE APPROFONDITA
33 Metodologia (valutazione approfondita)
34 DISPOSIZIONI TRANSITORIE E FINALI La data del 31 dicembre 2010, di decorrenza dell obbligo previsto dall articolo 28, comma 1-bis, del D.Lgs n. 81/2008, debba essere intesa come data di avvio delle attività di valutazione. La programmazione temporale delle suddette attività di valutazione e l indicazione del termine finale di espletamento delle stesse devono essere riportate nel documento di valutazione dei rischi. Gli organi di vigilanza, ai fini dell adozione dei provvedimenti di propria competenza, terranno conto della decorrenza e della programmazione temporale di cui al precedente periodo. Si evidenzia, inoltre, che i datori di lavoro che, alla data della pubblicazione delle indicazioni metodologiche, abbiano già effettuato la valutazione del rischio da stress lavorocorrelato coerentemente ai contenuti dell accordo europeo dell 8 ottobre 2004, come recepito dall accordo interconfederale del 9 giugno 2008, non debbano ripetere l indagine ma siano unicamente tenuti all aggiornamento della medesima nelle ipotesi previste dall art. 29, comma 3, del D.Lgs n. 81/2008.
35 Indicazioni Commissione consultiva per la valutazione dello stress lavoro-correlato Ministero del Lavoro e delle politiche sociali 18 novembre dicembre 2010 Il DVR deve riportare data di avvio delle attività di valutazione La programmazione temporale delle attività di valutazione Il termine finale previsto per l espletamento delle stesse
36 DVR al 31/12/2010 DVR al 31/12/2010 Percorso logico e Metodologia applicata per la valutazione del rischio stress lavoro correlato (indicazioni Commissione consultiva permanente; Coordinamento tecnico delle Regioni; Regione Toscana; ex ISPESL; ecc.) Individuazione delle figure coinvolte per il rilevamento della fase preliminare od oggettiva (DL; RSPP, ASPP, MC, Resp. Personale, Resp. Produzione, Preposto, RLS, Coordinatore, lavoratori, ecc.) Individuazione dei gruppi omogenei (mansione, partizione organizzativa, turni, ecc.)
37 DVR al 31/12/2010 Tempi di realizzo della fase preliminare Pianificazione e realizzazione delle misure di prevenzione Rivalutazione della fase preliminare
38 DVR al 31/12/2010 Tempi di realizzo della VALUTAZIONE APPROFONDITA Pianificazione e realizzazione delle misure di prevenzione Rivalutazione della fase preliminare Monitoraggio periodico
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40 GRAZIE PER L ATTENZIONE!
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