I.T.I.S. Q. SELLA BIELLA - Corso di Meccanica Industriale. Tornio. Tornio. A cura del Prof. Antonio Gareri 1

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1 Tornio Tornio A cura del Prof. Antonio Gareri 1

2 Tornio Basamento E costituito da una struttura portante in ghisa fusa. Le guide sono ampie e sono indurite mediante tempra superficiale. Tornio Gruppo testa motrice fissa A cura del Prof. Antonio Gareri 2

3 Tornio Gruppo carrello Carro (o slitta) longitudinale Carrello (o slitta) trasversale Carrellino superiore Torretta portautensili Gruppo barre Vite madre Barra scanalata Barra rotazione mandrino Tornio Gruppo carrelli A cura del Prof. Antonio Gareri 3

4 Tornio Testa mobile (controtesta/ Toppo mobile) Attrezzature A cura del Prof. Antonio Gareri 4

5 Attrezzature Mandrino autocentrante Attrezzature attrezzature per il montaggio del pezzo A cura del Prof. Antonio Gareri 5

6 Attrezzature Lunetta Attrezzature Brida menabrida A cura del Prof. Antonio Gareri 6

7 Scheda di vendita Scheda di vendita A cura del Prof. Antonio Gareri 7

8 Scheda di vendita Tornitura A cura del Prof. Antonio Gareri 8

9 Tornitura Obiettivo: Ottenere solidi di rivoluzione Il pezzo possiede il moto di taglio L utensile possiede il moto di appostamento e di avanzamento Tornitura Tornitura cilindrica esterna A cura del Prof. Antonio Gareri 9

10 Tornitura Sfacciatura/Intestatura Tornitura Tornitura cilindrica esterna - spallamenti A cura del Prof. Antonio Gareri 10

11 Tornitura Tornitura cilindrica interna - spallamenti Tornitura Troncatura A cura del Prof. Antonio Gareri 11

12 Tornitura Tornitura conica Grandi angoli piccola lunghezza con /2 >= 10 In questo caso la conicità si esegue ruotando la torretta utensile L avanzamento sarà manuale tg 2 D d 2l Tornitura Tornitura conica Grandi lunghezze e piccoli angoli con /2 <= 10 In questo caso la conicità si esegue spostando la contropunta L avanzamento sarà automatico L D d s * l 2 A cura del Prof. Antonio Gareri 12

13 Tornitura Filettatura esterna interna Lavorazione con avanzamento uguale al passo per mezzo della madre-vite Profondità di passata complessiva calcolata come indicato si otterrà con singole passate non superiori 5 7 decimi di [mm] P pc 1.3* p Parametri di taglio A cura del Prof. Antonio Gareri 13

14 Parametri di taglio Numero di giri n 1000* Vt * D Dove: Vt è la velocità di taglio, grandezza generalmente fornita da apposite tabelle ed espressa in m / min D è il diametro da tornire espresso in mm Parametri i taglio Mappa concettuale potenza di lavoro Vt D n * * 1000 Ft Fsu * q q p* a Nt Vt * Ft [ Kw] Fsu Rm* K A cura del Prof. Antonio Gareri 14

15 Parametri di taglio Potenza di lavoro Nt Vt * Ft [ Kw] La potenza è uguale alla velocità di taglio per la forza Di taglio, diviso sessantamila espressa Chilo watt Parametri di taglio Velocità di taglio Vt D n * * 1000 Si esprime in [m/min] e si trasformano i secondi in minuti (moltiplicando x 60) ed i millimetri in metri (dividendo x 1000) A cura del Prof. Antonio Gareri 15

16 Parametri di taglio Forza di taglio Ft Fsu * q Espressa in [N] è data dalla forza strappamento Unitaria [N/mm2] per la sezione del truciolo [mm2] Parametri di taglio Forza di strappamento unitario Fsu Rm* K Espressa in [N/mm2] è data dal carico di rottura a Trazione [N/mm2] per il coefficiente di strappamento A cura del Prof. Antonio Gareri 16

17 Parametri di taglio Sezione del truciolo q p * a Espressa in [mm2] si ottiene moltiplicando la profondità di passata [mm] per l avanzamento [mm] Parametri di taglio profondità di passata p D 2 d la profondità di passata (p), rappresenta lo spessore di truciolo che si asporta nella direzione perpendicolare alla superficie lavorata A cura del Prof. Antonio Gareri 17

18 Parametri di taglio Profondità di passata e avanzamento Parametri di taglio Nota conclusiva Nd Nt Dove: Nd M * M = potenza della macchina (di targa del motore) Nt = potenza di lavoro Nd = potenza disponibile = rendimento del sistema = 0.7 A cura del Prof. Antonio Gareri 18

19 Tempo di lavorazione Tempo di lavorazione Generalmente si calcola Dove: T = Tempo [min] T L E a* n L = lunghezza da tornire [mm] xc Exc = Extra corsa generalmente 2 [mm] a = Avanzamento [mm] N = numero di giri [giri] [min] A cura del Prof. Antonio Gareri 19

20 Tempo di lavorazione Velocità di avanzamento V a a * n la velocità di avanzamento ( V a ) espressa in mm/giro, la velocità con la quale l utensile avanza ed à data dall avanzamento per il numero di giri Tempo di lavorazione La velocità di avanzamento espressa in mm/giro corrisponde allo spostamento longitudinale o trasversale dell utensile ad ogni giro del pezzo A cura del Prof. Antonio Gareri 20

21 Tempo di lavorazione Fanno eccezione a quanto detto Il foro a centrare, per il quale si adotta un tempo standard di 0.50 min L esecuzione di smussi, per i quali si adotta un tempo standard di 0.25 min Foglio di lavorazione A cura del Prof. Antonio Gareri 21

22 Foglio di lavorazione Disegno con quote in scala Definizione parametri macchina/materiali Tabella utensili Tabella velocità avanzamenti Elenco delle operazioni/riepilogo calcoli Ciclo di lavorazione Foglio di lavorazione Disegno con quote in scala A cura del Prof. Antonio Gareri 22

23 Foglio di lavorazione Definizione parametri macchina/materiale Foglio di lavorazione Tabella utensili A cura del Prof. Antonio Gareri 23

24 Foglio di lavorazione Tabella velocità/avanzamenti/n giri Foglio di lavorazione Tabella velocità/avanzamenti Esempio X= 12 velocità comprese tra n(min) = 60 e n(max) = 1480 giri/min Tabella avanzamenti Esempio X= 10 avanzamenti compresi tra a(nim)= 0.05 e a(max)= 0.60 mm/giro Calcolo per definire gli elementi della progressione valido sia per le velocità che per gli avanzamenti x 1 max min n n * n n * A cura del Prof. Antonio Gareri 24

25 Foglio di lavorazione Scheda 1 Foglio di lavorazione Riepilogo elenco operazioni A cura del Prof. Antonio Gareri 25

26 Foglio di lavorazione Ciclo di lavoro Foglio di lavorazione completo A cura del Prof. Antonio Gareri 26

27 Legge 626/94 Legge 626/94 - Principi ispiratori Diffondere l atteggiamento mentale per cui le attività di sicurezza sul lavoro siano integrate con quelle produttive. Che ogni soggetto coinvolto, quale che sia il suo livello, sia tenuto a svolgere i compiti di sicurezza sul lavoro nel settore di sua competenza. Nelle valutazioni del personale, i requisiti in materia di sicurezza sul lavoro intervengano allo stesso titolo di quelli specifici del settore. A cura del Prof. Antonio Gareri 27

28 Legge 626/94 Il rischio La legge 626/94 introduce quindi il concetto di rischio. Considerandolo funzione della sua gravità e della sua frequenza. R G * f Impone quindi, al datore di lavoro, l obbligo di redigere il DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO Legge 626/94 Che cos è il rischio IL RISCHIO NON VA CONFUSO CON IL PERICOLO PERICOLO: proprietà o qualità intrinseca di una attrezzatura, un metodo di lavoro, che POTENZIALMENTE può causare danno. RISCHIO: probabilità che si determinino IN REALTA' le condizioni di pericolo, provocando un danno di una certa entità. ESEMPIO: Un coltello da cucina determina un pericolo (di taglio); il possibile danno è di tipo grave; se però tale coltello non è accessibile, il rischio è nullo, perché non è probabile che si determinino le condizioni di pericolo; se tale coltello è usato da una mamma prudente, il rischio è lieve; se è invece usato da un bambino di tre anni e capriccioso il rischio è gravissimo. A cura del Prof. Antonio Gareri 28

29 Legge 626/94 Categorie di rischio La normativa prevede quattro categorie di rischio Categoria Rischio Ambientale Specifico Macchine Specifico Attività Ignoto Intervento Prevenzione Dispositivo Protezione Generale Dispositivo Protezione Individuale Esperto esterno Per ogni categoria di rischio il valore residuo deve tendere a zero Legge 626/94 Il lavoratore Persona che presta il proprio lavoro alle dipendenze di un Datore di Lavoro, inclusi gli addetti ai servizi domestici e familiari, e i soggetti a rapporto di lavoro subordinato anche di tipo speciale. Sono equiparati i soci Lavoratori di cooperative o di società anche di fatto e gli utenti dei servizi di orientamento o di formazione scolastica, universitaria e professionale avviati presso Datori di Lavoro per agevolare o per perfezionare le loro scelte professionali. Sono altresì equiparati gli allievi degli istituti di istruzione secondaria e universitari e i partecipanti a corsi di formazione professionale nei quali si faccia uso dei laboratori, macchine, apparecchi e attrezzature di lavoro in genere, agenti chimici, fisici e biologici. (D.L.gs 626, Art. 2, Comma 1, Lettera A) A cura del Prof. Antonio Gareri 29

30 Legge 626/94 OBBLIGHI DEI LAVORATORI (Art. 5) Ciascun lavoratore deve prendersi cura della propria sicurezza e della propria salute e di quella delle altre persone presenti sul luogo di lavoro su cui possono ricadere gli effetti delle sue azioni o omissioni, conformemente alla sua formazione, alle istruzioni e ai mezzi forniti dal datore di lavoro. In particolare i lavoratori: Devono osservare le disposizioni e le istruzioni impartite dal datore di lavoro, dai dirigenti e dai preposti, ai fini della protezione collettiva e individuale; utilizzando correttamente i macchinari, le apparecchiature, gli utensili, le sostanze e i preparati pericolosi, i mezzi di trasporto e le altre attrezzature di lavoro, nonché i dispositivi di sicurezza; utilizzando in modo appropriato i dispositivi di protezione messi a loro disposizione. A cura del Prof. Antonio Gareri 30

31 In particolare i lavoratori: segnalano immediatamente al datore di lavoro, al dirigente o al preposto le deficienze dei mezzi e dispositivi, nonché le altre eventuali condizioni di pericolo di cui vengono a conoscenza, adoperandosi direttamente, in caso di urgenza, nell ambito delle loro competenze e possibilità, per eliminare o ridurre tali deficienze o pericoli, dandone notizia al rappresentante dei lavoratori per la sicurezza; non rimuovano o modificano senza autorizzazione i dispositivi di sicurezza o di segnalazione o di controllo; In particolare i lavoratori: non compiono di propria iniziativa operazioni o manovre che non sono di loro competenza o che possono compromettere la sicurezza propria o di altri lavoratori; si sottopongono ai controlli sanitari previsti nei loro confronti; contribuiscono, insieme al datore di lavoro, ai dirigenti e ai preposti, all adempimento di tutti gli obblighi imposti dall autorità competente o comunque necessari per tutelare la sicurezza e la salute dei lavoratori durante il lavoro. A cura del Prof. Antonio Gareri 31

32 Legge 626/94 Esempio dispositivo di protezione generale Legge 626/94 Esempio dispositivo di protezione individuale D.P.I. A cura del Prof. Antonio Gareri 32

33 Infortunistica Infortunistica (colori) COLORE FORMA SIGNIFICATO Rosso Divieto- Arresto - Antincendio Giallo Attenzione Pericolo Azzurro Prescrizione Informazione Verde Sicurezza Pronto soccorso A cura del Prof. Antonio Gareri 33

34 Infortunistica (colori) BOMBOLE BIANCO NERO GRIGIO ARANCIO BIANCO MAGENTA NERO aria Gas GPL acetilene ossigeno etilene Azoto Infortunistica (colori) TUBAZIONI AZZURRO GRIGIO GIALLO VERDE MAGENTA NERO MARRONE aria vapore combustibile acqua acido benzina olio A cura del Prof. Antonio Gareri 34

35 Infortunistica (segnali) TIPO SIMBOLO FORME SIGNIFICATO ED ESEMPIO Avvertimento Forma triangolare o rettangolare Simbolo nero su sfondo giallo Segnale di pericolo Es. materiale infiammabile Divieto Forma tonda Simbolo nero cerchiato e barrato trasversalmente in rosso Vieta un azione pericolosa Es. divieto di passaggio Prescrizione Forma tonda o rettangolare Simbolo bianco su sfondo azzurro Obbligo ad usare mezzi di protezione Es. Occhiali, Casco Salvataggio informazioni Forma quadrata o rettangolare Simbolo bianco su sfondo verde o blu Indicazione di servizio Es. pronto soccorso, estintori, scale di sicurezza Segnai di pericolo Strisce inclinate gialle e nere Segnale di pericolo costante Es. Soglie, sporgenze Segnali complementari Forma quadrata o rettangolare Scritte in nero su sfondo bianco Informazioni aggiuntive Infortunistica (officina) A cura del Prof. Antonio Gareri 35

36 Infortunistica (officina) Infortunistica (officina) A cura del Prof. Antonio Gareri 36

37 Infortunistica (officina) Infortunistica (informatica) Articolo 50 del DLgl 626/94 Lavoratori addetti alle macchine con video terminale ai computer ecc. Articolo 51 Fornisce la definizione di video terminale Considera un addetto colui che usa tale attrezzatura per più di quattro ore consecutive Prevede un riposo di 15 min. dopo 120 min. di applicazione continuativa Prevede visita oculistica biennale, obbligatoria. A cura del Prof. Antonio Gareri 37

38 La Relazione Tecnica Il testo Informativo Di particolare importanza nell ambito del lavoro,nel quale, spesso, è necessario fornire ad altri informazioni, notizie, dati, comunicandoli e spiegandolo in forma chiara e concisa. Es. curriculum e la relazione. A cura del Prof. Antonio Gareri 38

39 Il testo informativo- interpretativo A differenza dei primi, sono forniti di elementi aggiuntivi, che esprimono valutazioni di carattere personale Es. recensioni e schede di commento Caratteristica Comune Il linguaggio utilizzato per esporre i contenuti che deve informare e spiegare, in forma concisa, chiara ed essenziale a più persone i risultati di un lavoro, di una ricerca, di un sopralluogo e altro ancora, consentendo a chi legge di avere, in tempi brevi, le conoscenze sufficienti per potersi fare un idea precisa dell argomento trattato. A cura del Prof. Antonio Gareri 39

40 Pianificare una relazione Prima Individuare con precisione: Lo scopo; I destinatari; Il registro linguistico adatto allo scopo; Raccogliere i dati e il materiale; Selezionarli; A cura del Prof. Antonio Gareri 40

41 Durante Preparare una scaletta in modo tale da predisporre in sequenza e in forma sintetica le idee, pianificando la stesura del testo in tre blocchi: Una introduzione, che contiene le motivazioni, le ipotesi da verificare e lo scopo con cui è stato realizzato il lavoro; Una parte centrale, che descrive le varie fasi di realizzazione del lavoro, con una indicazione delle fonti, dei luoghi, delle metodologie e delle strumentazioni utilizzate, dei tempi occorsi, delle condizioni in cui le varie fasi del lavoro si sono svolte, delle ipotesi verificate, di tutto quanto si ritiene utile che il lettore debba sapere per avere la possibilità di valutare la correttezza dei contenuti della relazione; Una parte conclusiva, che ha il compito di sintetizzare ulteriormente l argomento della relazione con l indicazione dei risultati conseguiti, degli obiettivi raggiunti e degli eventuali problemi rimasti aperti; Scrivere rispettando i punti della scaletta, nell ordine e prestando attenzione al registro da utilizzare, in considerazione del destinatario e dell argomento trattato; Organizzare graficamente il testo; Dopo Rileggere e revisionare il testo verificando che sia coerente, ordinato e sintatticamente corretto. A cura del Prof. Antonio Gareri 41

42 Fresatrice Fresatrici - Classificazione Possono essere di tre tipi: Orizzontale Verticale Universale A cura del Prof. Antonio Gareri 42

43 Fresatrici - Descrizione Utensili e loro lavorazioni A cura del Prof. Antonio Gareri 43

44 Utensili e loro lavorazioni Diversamente a quanto accade nelle lavorazioni con il tornio, nella fresatura. Il principio della lavorazione vuole che: L utensile possiede il moto di lavoro Il pezzo possiede i moti di appostamento e di avanzamento Utensili e loro lavorazioni La lavorazione può avvenire nei seguenti due modi: A cura del Prof. Antonio Gareri 44

45 Utensili e loro lavorazioni Attrezzature A cura del Prof. Antonio Gareri 45

46 Attrezzature Porta utensili Attrezzature - Divisore Apparecchio divisore Che consente di fare: Divisione diretta Divisione indiretta Divisione differenziale A cura del Prof. Antonio Gareri 46

47 Attrezzature - Divisore 1- Divisione diretta, con rapporto di trasmissione 1 40 rapporto di trasmissione Attrezzature - Divisore 2 Divisione indiretta, con l ausilio del disco forato e dell alidata 40* x n f Dove: x = è un indice dei giri che della manovella f = è il numero di fori del disco n = è il numero di divisioni da realizzare A cura del Prof. Antonio Gareri 47

48 Attrezzature Divisore 2 Divisione indiretta. Esempi n=12 f=24 40* f 40*24 x n 12 x : f 3giri 8 fori 4*10*24 4*3 10* Fresatura Ruote dentate a denti diritti A cura del Prof. Antonio Gareri 48

49 Fresatura Ruote dentate a denti diritti Le ruote dentate sono caratterizzare da m = modulo z = numero di denti p = *m = passo Cp = p*z = dp* = Circonf. primitiva dp = (p*z)/ = m*z diametro primitivo de = dp+2m = diametro esterno di = diametro interno s = spessore del dente Fresatura Ruote dentate a denti diritti Rapporto di trasmissione Dove: n * 2 n = velocità angolare ruota conduttrice = velocità angolare ruta condotta 2 n1 n 2 A cura del Prof. Antonio Gareri 49

50 Fresatura Ruote dentate a denti diritti Analogamente, sapendo che: V 1 V2 1 * r1 2 * r2 r Dove: 1 d d 2 1 V *r V1 = velocità tangenziale ruota conduttrice V2 = velocità angolare ruota condotta r 2 1 r2 r 2 1 Fresatura Ruote dentate a denti diritti Sapendo quindi che per quanto concerne le ruote dentate dp m* z r r 2 1 d d 2 1 dp dp Ed essendo, negli accoppiamenti con ruote dentate il modulo sempre uguale 2 1 m2 * z 2 m * z 1 1 z z 2 1 A cura del Prof. Antonio Gareri 50

51 Parametri di taglio Velocità di avanzamento e di taglio Materiale lavorato Avanzamento per lama mm/giro Velocità di taglio m/min Profondita di passata mm sgrossatura finitura Alluminio Bronzo/ottone Ghisa Acciaio R 900 N/mm Acciaio R 900 N/mm A cura del Prof. Antonio Gareri 51

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