PARCO NAZIONALE CINQUE TERRE. Piano di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi Periodo 2008-2012



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PARCO NAZIONALE CINQUE TERRE Piano di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi Periodo 2008-2012 Riomaggiore, Aprile 2008 1

Premessa 1. GENERALITA 1.1 - Il quadro normativo, a cura della Dott.ssa Silvia Olivari Coordinatore territoriale del C.F.S. per l Ambiente 1.2 - La metodologia e il contesto 2. PREVISIONE 2.1 - Descrizione del Territorio, a cura della Dott.ssa Sabrina Rolla, Coordinatore Parco nazionale Cinque Terre 2.1.1 Le attività svolte presso il LabTAP, nell ambito degli studi propedeutici al Piano del Parco delle Cinque terre a cura di Lab TAP 2.1.2 Le indagini floristiche a cura della Prof.ssa Simonetta Peccenini 2.1.3 Ulteriori approfondimenti previsti e in fase di attuazione 2.2 - Indagini statistiche relative agli incendi boschivi (periodo 1987-2001 e 2002-2007) 2.3 - La zonizzazione attuale 2.4 - Descrizione degli interventi già realizzati 2.5 - La zonizzazione degli obiettivi 2.5.1 - Le indicazione del Piano Regionale 2.5.2 - Gli Obiettivi specifici del Parco 3. PREVENZIONE 3.1 - La Zonizzazione degli interventi 3.1.1 - Previsione del pericolo d incendi a) Elaborazione statistica dei dati sugli incendi avvenuti nella Riviera Spezzina a cura di SPIRL, Regione Liguria. 3.1.2 - Recupero fasce terrazzate 3.1.3 - Interventi selvicolturali 3.1.4 - Viabilità e monorotaie 3.1.5 - Punti d acqua 3.1.6 - Piazzole elicotteri 3.1.7 - Formazione 3.1.8 - Informazione per i residenti ed i turisti 4. LOTTA ATTIVA 4.1 - Struttura organizzativa del C.F.S. nel territorio del Parco Nazionale, a cura della Dott.ssa Silvia Olivari Coordinatore territoriale del C.F.S. per l Ambiente 4.2 - Struttura organizzativa dei Volontari A.I.B., a cura della Dott.ssa Silvia Olivari Coordinatore territoriale del C.F.S. per l Ambiente 4.3 - Coordinamento operativo. 4.4 - Sorveglianza 4.5 - Avvistamento 4.6 - Allarme 5. PARTI SPECIALI DEL PIANO 5.1 - Indicatori fisici e finanziari per il monitoraggio interno 5.2 - Bibliografia essenziale 6. ALLEGATI 6.1 - Statistica descrittiva: a) 1987-2001 b) 2002-2007 6.2 - Cartografia del Piano del Parco 6.3 Cartografia aree percorse dal fuoco su supporto cd. 2

PREMESSA La stesura del Piano di Previsione, Prevenzione e Lotta attiva contro gli incendi boschivi 2008-12, di seguito denominato Piano Incendi, costituisce un aggiornamento della precedente stesura a valere sul periodo 2001-2006, approvata dal Consiglio Direttivo del Parco con Deliberazione N. 25 del 29 marzo 2006. La redazione del Piano Incendi da un punto di vista temporale, é successivo alla stesura del Piano di Gestione del parco Nazionale Cinque Terre, in seguito indicato come Piano del Parco, pertanto ha il vantaggio di recepire i contenuti degli studi ambientali e socioeconomici, nonché di integrare le indicazioni programmatiche al fine di attuare una pianificazione applicata specifica per la lotta contro gli incendi boschivi. In particolare il Piano del Parco ha fornito sia le informazioni propedeutiche in termini di analisi ambientali e socio-economiche, sia le indicazioni relative alla pianificazione e alle opportunità di sviluppo ecocompatibile del territorio. Un altro fondamentale documento di confronto è rappresentato dal Piano Regionale di Previsione, Prevenzione e Lotta attiva agli incendi boschivi, in seguito indicato come Piano Regionale Incendi 2002-07, che ha fornito indicazioni importanti sia a scala regionale, sia a scala comunale, nonché in riferimento al Parco Nazionale delle Cinque Terre nello specifico. Alla strutturazione del Piano Incendi sono state inoltre assai utili le indicazioni fornite dalle linee guida redatte dal Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, che hanno fornito lo schema su cui basare le fasi di ricerca e di pianificazione sia degli obiettivi, che degli interventi. Fondamentale è stata anche la collaborazione del Coordinamento Territoriale per l Ambiente del C.F.S., che ha fornito i dati relativi agli incendi boschivi, ai punti d acqua, alla viabilità, nonché al contesto normativo. Il Coordinamento Territoriale per l Ambiente del C.F.S., ha inoltre fornito indicazioni in merito agli interventi necessari in relazione alla prevenzione, alla lotta attiva e all estinzione. 3

Importante è stata anche la collaborazione delle squadre di volontari A.I.B., che operano nei comuni delle Cinque Terre, che si sono resi disponibili ad incontri e sopralluoghi finalizzati ad individuare gli interventi necessari ad una corretta pianificazione della prevenzione e della lotta attiva. Avendo preso in considerazione nell analisi dei dati statistici, 1987 2001, anche la la fascia territoriale contigua, perimetrata al di là dei confini del Parco Nazionale, sono state attivate importanti collaborazioni anche con il Comando Provinciale del Corpo Forestale dello Stato della Spezia. Fondamentale è stata la collaborazione e l assistenza tecnica fornita dal Lab Tap, Dipartimento DIPARC, Facoltà di Architettura dell Università di Genova diretto dalla Prof.ssa Mariolina Besio, che ha curato la redazione del Piano del parco, e che assieme ai suoi collaboratori si è resa disponibile a fornire indicazioni in merito agli studi propedeutici al Piano, nonché alla restituzione cartografica dei dati e delle indicazioni del Piano Incendi. Relativamente agli aspetti floristici invece fondamentale è stata la collaborazione della Professoressa Simonetta Peccenini, del Dipartimento DIPTERIS, Istituto di Botanica dell Università di Genova, che assieme ai suoi collaboratori ha fornito indicazioni sulle indagini svolte fino ad ora e sui relativi approfondimenti necessari. Si sono inoltre analizzati i precedenti piani di prevenzione incendi realizzati dalla Provincia di La Spezia, che hanno fornito importanti indicazioni in merito al grado di rischio delle diverse zone, alla viabilità forestale ed escursionistica, agli interventi necessari. Fondamentale è stata inoltre la collaborazione con la Regione Liguria, che attraverso il personale competente impegnato nella redazione del Piano Regionale Incendi ha fornito i dati relativi al contesto territoriale e pianificatorio all interno del quale inserire il Piano Incendi del Parco Nazionale Cinque Terre. In particolare si 4

evidenzia la collaborazione del CAAR, Centro di Agro-meteorologia Applicata Regionale, che ha fornito indicazioni e assistenza tecnica in merito alla strutturazione del sistema di rilevamento dei dati meteo e al Servizio di previsione del pericolo Incendi (SPIRL). Inoltre nella fase di concertazione del Piano sono state interpellate la Comunità Montana di appartenenza Riviera Spezzina e quella confinante Media-bassa Val di Vara in quanto enti designati dalla Regione all individuazione degli interventi specifici in materia di prevenzione incendi. Fondamentale risulta inoltre la sinergia con quanto previsto dal Programma Forestale Regionale (PFR) 2007-2011, previsto dalla legge regionale n. 4 del 22 gennaio 1999, Norme in materia di foreste e di assetto idrogeologico. Il PFR si pone come obiettivo quello di tracciare precise linee di pianificazione, che effettivamente rispondano alla realtà socioeconomica e territoriale e alla necessità di valorizzare le risorse boschive regionali, dando un nuovo slancio al settore forestale e all intera filiera bosco-legno-energia. I boschi liguri, seppure con qualche rimarchevole eccezione, raccolgono l'eredità di troppi decenni di abbandono, per cui - in molti casi - da «risorsa» sono diventati una «criticità» territoriale. Il Programma Forestale si pone come una sorta di testo unico, un riferimento il più possibile ampio ed esauriente su tutto quanto, a livello conoscitivo, normativo e pianificatorio, ruota intorno alla tematica del bosco in Liguria. Per questo contiene sia capitoli descrittivi sia gli obiettivi generali a medio-lungo termine per la collocazione nel tempo e nello spazio di tutte le azioni necessarie alla conservazione e la gestione sostenibile del patrimonio forestale inteso come una parte fondamentale del territorio. Gli interventi previsti risultano inoltre sinergici rispetto a quanto indicato dai due strumenti urbanistici regionale PTR e provinciale PTP. 5

In conclusione si ritiene pertanto di aver operato in modo tale, da consentire la migliore integrazione possibile con gli strumenti di pianificazione e di programmazione incidenti sul territorio del Parco Nazionale Cinque Terre. 6

CAPITOLO 1 - GENERALITÀ 1.1 Il quadro normativo di riferimento a cura della Dott.ssa Silvia Olivari, Coordinatore Territoriale del C.F.S. per l Ambiente. Il quadro normativo di riferimento è costituito dai seguenti provvedimenti a carattere nazionale e regionale. a) L. 21 novembre 2000 n 353 "Legge quadro in materia di incendi boschivi" L art. 8 comma 2 della legge n 353/2000 prevede che, per i parchi nazionali, sia predisposto un apposito piano dal Ministro dell Ambiente, d intesa con le Regioni interessate, su proposta dell Ente Parco, sentito il Corpo Forestale dello Stato. Il Ministero dell Ambiente ha emanato a proposito lo schema di piano per la programmazione delle attività di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi nelle aree naturali protette statali. Il piano costituisce una apposita sezione del Piano Regionale di cui all art. 3 comma 1 della n 353/2000. Le attività di previsione e di prevenzione sono attuate dall Ente Parco Nazionale delle Cinque Terre con sede in Riomaggiore. In attuazione dell art. 3 della L. 353/2000 sono state emanate, con Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della Protezione Civile - pubblicato sulla G.U. n 48 del 26/02/2002, le linee guida per la redazione del piano regionale per la programmazione delle attività di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi, predisposto e approvato con delibera della Giunta Regionale della Liguria n 1402 del 22/11/02. b) L. 06 dicembre 1991 n 394 Legge quadro sulle Aree Protette. L art. 11 co. 3 lett. g) vieta in particolare nei parchi l uso di fuochi all aperto; l art. 11 co. 4 stabilisce che il regolamento del parco possa derogare ai divieti di cui al comma 3. Il Regolamento per le sanzioni amministrative del Parco Nazionale approvato dal Consiglio direttivo in data 29/10/2001 sanziona la violazione all art. 11 comma 3 lettera g L. 394/91 relativa all uso di fuochi all aperto non autorizzati dal Parco ed in contrasto con le normative vigenti. 7

L Ente Parco Nazionale delle Cinque Terre ha approvato il Piano del Parco, previsto all art. 12 della Legge, adottato dalla Regione Liguria con delibera della Giunta Regionale n 488 del 24/05/2002. Il piano del Parco Nazionale delle Cinque Terre contiene riferimenti specifici agli incendi boschivi al Titolo Primo - Norme generali - Capo II art. 12 e al Titolo Secondo - Disciplina delle emergenze, delle fasce di protezione, delle zone di piano e delle infrastrutture - Capo II art. 19. c) Legge Regionale 28 gennaio 1997 n 6 "Organizzazione della struttura operativa di intervento per la prevenzione e la lotta agli incendi boschivi". Prevede l organizzazione delle squadre di volontariato, distinte in Unità di Intervento Comunali, Unità di Intervento Intercomunali (Comunità Montane) e Associazioni di Volontariato iscritte nell Albo Regionale previsto dalla Legge Regionale 28 maggio 1992 n 15. Agli artt. 3, 4, 5 conferma l affidamento al Corpo Forestale dello Stato del servizio regionale di prevenzione e lotta agli incendi boschivi e fino ad eventuale differente norma regionale, il Centro Operativo Regionale di cui all art. 4 della Legge coincide con la Sala Operativa Unificata Permanente (SOUP) di cui all art. 7 della Legge n 353/2000 ed il Coordinatore Regionale del C.F.S. è responsabile della SOUP stessa. Fino all entrata in vigore di una nuova norma regionale che sostituisca la L. R. n 6/1997 restano in vigore tutte le disposizioni di cui alla legge medesima, ad eccezione di quelle in palese contrasto con la Legge n 353/2000. d) Legge Regionale 22 gennaio 1999 n 4 Norme in materia di foreste e di assetto idrogeologioco. Il Titolo IV della L.R. 4/1999 prevede la Difesa del patrimonio silvopastorale dagli incendi, al Capo I Prevenzione e lotta contro gli incendi boschivi, mentre Disposizioni particolari sono contenute nel Capo II; tra queste sono previste la dichiarazione dello stato di grave pericolosità (art. 42), l uso del fuoco nel bosco (art. 43), ulteriori cautele per la prevenzione degli incendi boschivi (art. 45), vincoli nelle zone boscate e nei pascoli distrutti o danneggiati dal fuoco (art. 46). L art. 56 inoltre, norma l impiego del Corpo Forestale dello Stato sulla base della convenzione sottoscritta dal Presidente della Giunta Regionale e dal Ministro 8

dell Agricoltura e delle Foreste, in esecuzione della deliberazione della Giunta Regionale della Liguria n 5866 in data 20 ottobre 1983, attualmente sostituita dalla convenzione fra la regione Liguria ed il Corpo Forestale dello Stato firmata il 28/02/2008 dal Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali On. Paolo di Castro e l Assessore Regionale Giancarlo Cassini in esecuzione delle deliberazione della Giunta Regionale n 161 del 22/02/2008. e) Piano Regionale di Previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi (approvato con delibera della Giunta regionale n 1402 del 22-11- 2002). Oltre a trattare le disposizioni a carattere generale, riserva una sezione Aree Protette, dove è trattata la pianificazione di settore per i parchi naturali dello Stato. 1.2 La metodologia operativa e il contesto La zonizzazione del Parco è volta alla tutela della biodiversità, e in particolare al mantenimento dell equilibrio tra le due principali tipologie di zone, quelle terrazzate con vocazione agricola e selvicolturale, e quelle naturali, caratterizzate da importanti pregi naturalistici ed ambientali. Date le limitate dimensioni dell area e la sua fama internazionale, numerosi sono gli studi naturalistici svolti da studiosi provenienti da tutto il mondo, pertanto elevato risulta il grado di conoscenza dell eterogeneità spaziale in termini attuali, mentre per quanto si riferisce ai termini potenziali, importanti indicazioni sono fornite dalla zonizzazione del Piano del Parco che prende spunto dai sopraccitati studi inserendoli in un contesto dinamico di evoluzione degli ambienti naturali e del paesaggio antropizzato. A tale riguardo va precisato che il Parco in collaborazione con l Università di Genova sta realizzando una banca dati relativa ai lavori scientifici che hanno interessato il territorio sottoposto a tutela. Tale archivio potrà consentire una visione complessiva e interdisciplinare delle attività di ricerca che a livello internazionale hanno interessato il Parco anche prima della sua istituzione. Per quanto si riferisce agli studi naturalistici e alle indagini socioeconomiche, relative alle caratteristiche del territorio si rimanda all analisi fondativa del Piano del Parco 9

attualmente in fase di pubblicazione. La struttura e la metodologie connessa a tali studi viene di seguito sintetizzata da coloro che ne hanno curato l attuazione, ovvero i responsabili del Lab TAP, Facoltà di Architettura, Università di Genova. Approccio interdisciplinare ed integrato Per la stesura del Piano incendi si è proceduto con un approccio interdisciplinare grazie alla collaborazione del Coordinamento Territoriale per l Ambiente del C.F.S. e del gruppo di lavoro dedicato alla realizzazione del Piano del Parco, che riunisce esperti universitari e liberi professionisti delle diverse discipline ambientali e paesaggistiche, nonché grazie all apporto scientifico e applicato messo a disposizione dai soggetti precedentemente citati in Premessa. Importante è stata anche la connotazione applicata che ha caratterizzato la stesura del piano con l apporto e il confronto con gli operatori e i tecnici, che direttamente o indirettamente intervengono nella prevenzione e lotta attiva agli incendi boschivi, quali i Volontari A.I.B., il Corpo Forestale dello Stato, i sindaci, i tecnici del Parco. Tra questi ultimi un particolare ringraziamento và alla Dott.ssa Sabrina Rolla, che oltre a partecipare con un suo contributo al Piano incendi, ha fornito preziose informazioni in merito al contesto territoriale e socioeconomico locale. Il coordinamento del gruppo di lavoro interdisciplinare e la stesura del Piano incendi sono state quindi affidate alle Dott.sse Annalisa Cevasco e Angela Rollando, Dottori di ricerca in geografia applicata, in qualità di esperte di pianificazione territoriale ed ambientale. Estensione del Piano all area contigua Al fine di non limitare lo studio degli incendi al limite amministrativo del Parco Nazionale, nell analisi dei dati statistici 1987-2001, si è presa in considerazione una fascia territoriale contigua, con una perimetrazione volta a tenere conto della continuità morfologica e vegetazionale del territorio, sito lungo il confine amministrativo del Parco Nazionale. Tale fascia ha interessato i territori comunali di Levanto, Pignone, Beverino e Riccò del Golfo, La Spezia e Portovenere. In Particolare si è preso in considerazione il versante settentrionale del promontorio del 10

Mesco fino all altezza dell abitato di Legnaro, e la fascia di versante compresa tra il Poggio di S. Antonio e il M. Marveia da un lato, e il limite amministrativo del Parco Nazionale dall altro. Inoltre si e considerata la fascia contigua che partendo da M. Pinasco, nel comune di Pignone, interessa la parte sommitale della valle dell Ora, il M. Cravadora, la parte alta della valle del Pizzetto nel Comune di Beverino, il M. Baudara, la valle di Casella, il M. Granarolo, il versante sudoccidentale del M. due Fratelli, la zona di Carpena nel Comune di Riccò del Golfo, il M. Parodi, la zona di Ponticelli, il versante nordorientale della Punta di Codeglia, fino alle cave di Castellana nel Comune di La Spezia, e la zona del Monte Castellana nel Comune di Portovenere. Si è cercato di attribuire al piano un carattere omeostatico, ovvero di prevedere interventi tra loro indipendenti in modo da renderli efficaci comunque anche in caso di imprevisti. L elasticità del Piano in base ad eventi ed imprevisti è resa possibile anche grazie alla previsione degli aggiornamenti annuali e periodici di seguito specificati. Aggiornamento del Piano e degli obiettivi Analogamente a quanto previsto dal Piano Regionale Incendi, si prevede di attuare sia degli aggiornamenti annuali sia degli aggiornamenti periodici. In particolare l aggiornamento annuale del Piano Incendi si riferisce a: l immissione dei nuovi dati statistici relativi agli incendi boschivi sia in termini numerici, che cartografici; il recepimento di modifiche normative, programmatorie e pianificatorie a livello Regionale e Nazionale; redazione del programma annuale degli interventi; il monitoraggio degli interventi di recupero selvicolturale e la realizzazione di piani di assestamento forestale; il monitoraggio della rete stradale e dei punti di approvvigionamento idrico il monitoraggio delle risorse umane operative; le esigenze connesse a eventi non previsti; 11

Relativamente agli aggiornamenti periodici, da attuarsi ogni 5 anni, si prevede una revisione degli obiettivi mediante sia azioni mirate di concertazione basate sull incrocio degli approcci bottom-up e top-down, sia una valutazione del livello di attuazione mediante l uso degli indicatori di cui al paragrafo 5.1. L analisi critica degli obiettivi previsti e del loro grado di realizzazione sarà una tappa fondamentale verso un miglioramento dello strumento di pianificazione. Inoltre sarà possibile una rilettura degli interventi previsti alla luce delle nuove tecnologie e delle tecniche di ingegneria naturalistica, che via via si renderanno disponibili per la lotta attiva e la prevenzione agli incendi. Integrazione tra la prevenzione e l estinzione L estinzione viene considerata la modalità estrema di intervento, da attuarsi nel caso in cui la prevenzione non risulti sufficiente. Si sono previste azioni di informazione e di sensibilizzazione della popolazione locale e dei turisti e si ritiene di poterle attuare in modo efficace grazie alla rete di informazione turistica e alle attività di animazione rivolte ai residenti, che il Parco ha attuato a partire dalla sua costituzione. Oltre alle azioni svolte dal Coordinamento Territoriale per l Ambiente del C.F.S. e dai volontari, si prevede di sostenere e intensificare la partecipazione dei residenti, ed in particolare di coloro che vivono in edifici isolati o nei piccoli borghi di mezza costa, dove maggiore è il pericolo di diffusione degli incendi. Fondamentale risulta inoltre il coinvolgimento dei conduttori e dei proprietari di fondi agricoli che se adeguatamente formati ed informati possono collaborare attivamente nella prevenzione, limitando al massimo l uso del fuoco nelle tecniche di conduzione dei fondi. Infatti molti degli incendi colposi, che hanno interessato il territorio del Parco Nazionale hanno avuto origine da fuochi agricoli realizzati per bruciare sterpaglie o residui della potatura. Inoltre sono previste azioni di educazione rivolte alle scuole presenti all interno del Parco Nazionale. Tali incontri con i bambini e i ragazzi della scuola elementare e media saranno inseriti all interno di iniziative di educazione ambientale in modo da 12

rendere evidente i danni arrecati dagli incendi all interno degli ecosistemi del Parco e del paesaggio in generale. Data la limitata superficie territoriale del Parco Nazionale e l elevato valore ambientale e paesaggistico del territorio stesso si è ritenuto di attribuire all intera area protetta la massima priorità d intervento, fatte salve situazioni di particolare pericolo per l incolumità delle persone nelle quali si prevede una priorità assoluta di intervento. Per quanto si riferisce alle valutazioni sul valore ambientale, sociale e produttivo del territorio, si rimanda alle indicazioni fornite dalla zonizzazione del Piano del Parco e dai relativi studi propedeutici. Verifica della pianificazione l fine di valutare l efficacia e l efficienza del piano è previsto un sistema di monitoraggio interno in relazione agli indicatori fisici di seguito evidenziati. In particolare tale verifica sarà attuata, mettendo in relazione gli obiettivi con i risultati perseguiti, al fine di verificare sia in termini temporali, che fisici l attuazione del piano e le eventuali esigenze di riprogrammazione. Tali indicazioni saranno quindi valutare e prese in considerazione negli aggiornamenti annuali e triennali del piano. Adeguamento alle nuove tecnologie e conoscenze in materia di protezione Il Piano prevede un sistema di aggiornamento al fine di essere sempre più incisivo ed efficace. Tale aggiornamento potrà avvenire mediante scambi di conoscenze tra le diverse realtà dei parchi, nonché grazie alle indicazioni fornite dal Ministero dell Ambiente, dalla comunità scientifica, nonché dalla rete nazionale ed internazionale dei Parchi Naturali. Indicazioni sulle modalità di ripristino delle zone percorse dal fuoco Grazie al lavoro svolto dal Corpo Forestale dello Stato, dalla Regione Liguria, mediante il centro cartografico regionale SITAR, che ha riportato su supporto GIS le superfici percorse dagli incendi negli ultimi 5 anni è stato possibile individuare tali 13

aree all interno dell area Parco e prevedere interventi di recupero, rivolto in particolare a quei siti dove sono presenti masse legnose parzialmente bruciate, che da un lato impediscono la ripresa della vegetazione e dall altro rappresentano un elevato grado di pericolo per l innesco di ulteriori incendi. Su tali basi cartografiche si potranno evidenziare le diverse tipologie di recupero, anche in base alle indicazioni fornite dalla normativa forestale. In particolare saranno previsti diversi gradi di recupero in base alla localizzazione e alla vocazione territoriale delle superfici interessate dagli incendi. La prevenzione sarà pertanto attuata con metodi a basso impatto ambientale tenendo conto delle indicazioni del Piano di gestione del Parco, e puntando il più possibile sul recupero colturale delle fasce agricole, che rappresentano, se coltivate, una naturale barriera alla propagazione del fuoco. Diversa è la situazione nelle aree boscate e a macchia mediterranea ricadenti nelle zone A/B1 e A/B2 del promontorio del Mesco. Il promontorio del Mesco è infatti esposto ad alto rischio di incendio, aggravato dall altissima infiammabilità della pineta morente in quanto infestata da Matsucoccus feytaudi Ducasse. La potenzialità di innesco è elevatissima e il fenomeno difficilmente estinguibile. Se un incendio boschivo interessasse il Promontorio del Mesco potrebbe rapidamente raggiungere la fascia periurbana di Monterosso e di Levanto, danneggiare beni e infrastrutture, nonché provocare la perdita di vite umane, considerati l affollamento dei sentieri e la frequentazione agricola e turistica di tutto il comprensorio. Anche nella zona sovrastante Monesteroli e Punta Persico, per l elevato valore ambientale, non si ritiene di intervenire con la realizzazione di viali tagliafuoco, ma bensì con interventi di miglioramento della copertura vegetale con piani d assestamento e una manutenzione periodica dell attuale rete viaria escursionistica e forestale in modo da favorire le azioni di controllo e nell eventualità estrema di estinzione. 14

Gli interventi di recupero delle fasce agricole vengono invece localizzati principalmente nella fascia altitudinale media, ovvero quella compresa tra la fascia più sommitale del Parco, caratterizzate da boschi misti, un tempo cedui coltivati e castagneti da frutto, e la fascia bassa dove rientrano i principali nuclei abitati, le falesie e le fasce agricole maggiormente soggette a fenomeni di degrado e di dissesto idrogeologico. CAPITOLO 2 - PREVISIONE 2.1 - Descrizione del territorio, a cura della Dott.ssa Sabrina Rolla, Coordinatore Parco nazionale Cinque Terre Et haec quinque loca vocantur quinque Terre ut scilicet privilegio et beneficio vini hanc dignitatem denominatione adepta sint inter ceteras terras orientalis ripariae ( E questi cinque luoghi si chiamano le Cinque Terre poiché certamente hanno ottenuto tale dignità di nome tra le altre terre della Riviera di Levante grazie all eccellenza del loro vino.. ) Jacopo Bracelli nella Descriptio orae ligusticae del 1448 designa per la prima volte le Cinque Terre con questo nome. Con Cinque Terre si identificano oggi i cinque paesini affacciati sul mare denominati Riomaggiore, Manarola, Corniglia, Vernazza e Monterosso al Mare, borghi che vengono definiti terre come si usava nel Medioevo, periodo al quale, diminuite le incursioni dei Saraceni, si possono far risalire gli insediamenti stabili di popolazioni provenienti, si pensa, dall entroterra. Sorgono per un tratto di costa lungo circa quindici chilometri, trovandosi quasi ad uguale distanza l uno dall altro, affacciati sul mare, quasi aggrappati alla roccia, annidati dentro strette e ripide valli. La morfologia del territorio presenta un allineamento di alte colline vicinissime alla costa con altezze variabili tra i quattrocento e gli ottocento metri. La quota più alta è data dal Monte Malpertuso, sopra Vernazza con 815 metri sul livello del mare, l altezza in se non è rilevante, ma occorre rapportarla alla vicinanza al mare, per comprendere la verticalità di questo territorio. 15

L attività antropica ha determinato la profonda modifica di questo territorio, contribuendo a creare un paesaggio unico al Mondo. Nel corso di circa mille anni di storia, con il lavoro continuo ed assiduo di tutta la popolazione, si è sostituito il manto boschivo originario che copriva i fianchi scoscesi dei monti con la coltivazione della vite, ed, in parte, dell olivo, in terrazzamenti, attraverso la frantumazione della roccia e la realizzazione di muri a secco si è ottenuto un nuovo paesaggio, completamente diverso rispetto all ambiente naturale originario, probabilmente costituito da macchia mediterranea. I muri a secco sono costituiti da massi di arenaria sapientemente sovrapposti e saturati di pietrisco e terra, senza l uso di malte cementizie. La buona qualità della pietra e soprattutto la sapiente arte della messa in opera dei sassi sono la garanzia di una più elevata resistenza ai crolli. Fra le terrazze sono state costruite, in pietra, lunghe e ripide scalinate, scale ricavate a sbalzo sui muri stessi e canaletti di scorrimento e contenimento delle acque ai lati delle mulattiere. Il termine mulattiere non deve qui fuorviare, infatti, queste stradine erano percorse unicamente da contadini scalzi, anche per i muli questi percorsi avrebbero rappresentato un limite. Volendo fare alcuni calcoli, per meglio rappresentare questa realtà, basta accennare che qui si trovano, in media, quattromiladuecento metri cubi di muri a secco per ettaro; stimando la superficie terrazzata in circa duemila ettari, si avrebbe un volume complessivo di materiale lapideo nei muri di ottomilioniquattrocentomila metri cubi. Se la sezione trasversale di un muro medio può essere stimata in 1,25 metri quadrati, un ettaro presenterebbe una media pari a tremilatrecentosessanta metri lineari ed in tutto il comprensorio la stima complessiva sarebbe di seimilionisettecentoventinovemila metri lineari di muretti a secco, ovvero 6.729 km. Un opera grandiosa, paragonabile alla Grande Muraglia Cinese o alle Piramidi dell Antico Egitto, ancora più apprezzabile, poiché eseguita di libera iniziativa da più generazioni, tramandata unicamente con l esempio. Nelle Cinque Terre per secoli si è prodotto, oltre che del pregiato vino, anche e soprattutto la stabilità idrogeologica. Il mantenimento del territorio e la difesa della 16

sua tipicità sono affidati alle precise e puntuali operazioni di manutenzione legate alla coltivazione. Fortunatamente l orografia, l isolamento secolare e successivamente la volontà delle popolazioni e delle amministrazioni, hanno salvaguardato il sito da fenomeni di espansione edilizia accentuata e dalla realizzazione di impianti di carattere industriale. I paesi hanno così mantenuto la caratteristica originaria di un secolo fa; le sostanziali differenze visive rispetto al passato sono rappresentate dalle facciate delle abitazioni, oggi intonacate nei tipici colori liguri. Anche la viabilità interna ai centri storici risulta profondamente modificata dall avvenuta copertura dei torrenti sulle sponde dei quali sorgono le abitazioni; nei tempi passati, come risulta dalle vecchie fotografie, ed ancor meglio dagli scorci dei pochi pittori che si erano avventurati in questi luoghi, solo caratteristici ponticelli in pietra consentivano il passaggio da una sponda all altra dei torrenti che dividevano la fila di case. Ogni borgo è ricco di peculiarità e di testimonianze storiche nel contesto di una omogeneità territoriale fondata sulla sistemazione terrazzata dei pendii. Il collegamento ferroviario avvenuto nella seconda metà dell 800 segnò la fine dell isolamento. Durante i lavori di costruzione della ferrovia, per esigenze logistiche ad essi connesse ( la necessità di poter disporre di un punto, lontano dai centri abitati, dove ricoverare gli esplosivi usati per costruire le gallerie) fu realizzato il tratto di sentiero tra Manarola e Riomaggiore poi denominato Via dell Amore e successivamente per lo sviluppo complessivo da Monterosso a Riomaggiore, sentiero Azzurro. Per l arrivo della strada carrabile occorre invece attendere gli anni 60, periodo che ha coinciso con un drastico aumento dei fenomeni di abbandono delle coltivazioni. L abbandono delle fasce terrazzate conduce a preoccupanti fenomeni di dissesto idrogeologico che, oramai, riguardano interi versanti; questi episodi negli ultimi anni risultavano in forte crescita ed andavano a minare la sicurezza dei centri abitati circondati dalle terrazze. Il Parco Nazionale delle Cinque Terre, sancito dal decreto del Presidente della Repubblica del 6 ottobre 1999 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 295 del 17

17.12.1999, viene istituito per il rilevante valore paesaggistico, agricolo e storico culturale dell area e persegue, oltre alle finalità tipiche di un area protetta anche l applicazione di metodi di gestione e di restauro ambientale idonei a realizzare una integrazione tra uomo e ambiente naturale anche mediante la salvaguardia dei valori antropologici, archeologici, storici ed architettonici e delle attività agro silvo pastorali ed artigianali tradizionali nonché la conservazione, il restauro e la valorizzazione del paesaggio storico agrario delle Cinque Terre. Le finalità sono proprie di un territorio fragile e fortemente antropizzato che vede nella presenza attiva dell uomo l unica possibilità di conservazione per questo lembo di Liguria. Negli anni antecedenti l istituzione del Parco Nazionale delle Cinque Terre, in parallelo all aumento dei flussi turistici sul territorio anche grazie alla risonanza conseguente al riconoscimento dell Unesco e del World Monument Fund, il progressivo affermarsi di una sproporzione fra disponibilità ed esigenze di servizi, oltre a creare enormi difficoltà alle amministrazioni locali, evidenziava il rischio di una imminente alterazione dei delicati equilibri territoriali. In questo periodo, seppur breve, il Parco Nazionale delle Cinque Terre, con il supporto determinante da parte del Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, ha reso possibile importanti interventi di recupero e, cosa determinante, ha contribuito ad un inversione di tendenza per l occupazione giovanile, ora si possono trovare qui possibilità di sviluppo che prima erano negate e che hanno condotto negli anni ad un invecchiamento e ad una drastica diminuzione della popolazione. Il Parco Nazionale delle Cinque Terre, attraverso progetti mirati, quali il Marchio di qualità ambientale, si è dotato di strumenti in grado di rappresentare elemento di garanzia per prodotti e servizi, sul fondamentale presupposto che un Parco Nazionale può essere elemento di traino unicamente per un turismo di qualità, in grado di soddisfare le richieste di un mercato sempre più esigente allentando nel contempo la morsa sul territorio del cosiddetto turismo mordi e fuggi. 18

Il recupero di tutto il territorio terrazzato rappresenta forse un traguardo troppo ambizioso ma, la realizzazione di presidi, almeno in prossimità dei centri abitati, per alcune zone è già una realtà. Tutti i progetti connessi al recupero del territorio quali la realizzazione di un laboratorio per la trasformazione delle erbe in essenze o la lavorazione di prodotti agricoli quali basilico, rucola o ancora frutti quali limoni o capperi porteranno, attraverso la copertura di una consistente domanda di questi prodotti da parte del mercato ad un rientro economico, reso ancora più importante dalla filosofia che conduce il tutto alla salvaguardia di un territorio dichiarato Patrimonio dell Umanità. 2.1.1 - Le attività svolte dal labtap, nell ambito degli studi propedeutici al Piano del parco Nazionale Cinque Terre Il "Laboratorio per la rappresentazione ed il progetto di territorio, ambiente, paesaggio" (labtap), opera all interno del Dipartimento Facoltà di Architettura, Università degli Studi di Genova. Sono in corso diverse ricerche, sia di base, a carattere teorico e metodologico, che applicate, il cui responsabile scientifico è la professoressa Mariolina Besio. Il Parco delle Cinque Terre è atipico rispetto agli altri parchi nazionali perché l ambiente naturale è stato profondamente modificato dall azione dell uomo e perché i valori ecologici dell ambiente, riferiti ai suoli, alle acque ed alla vegetazione, sono stati profondamente influenzati da fattori umani. Gli assetti naturali dei suoli e del drenaggio sono stati trasformati dal sistema dei terrazzamenti che, nel periodo della sua massima estensione, si sviluppava per più di mille ettari, cioè, approssimativamente, per circa un terzo del territorio del parco. Nelle aree terrazzate la vegetazione spontanea è stata sostituita dalle colture agrarie: in percentuale maggiore dalla vite, in misura minore dall ulivo, in passato anche dalla coltura dei gelsi e poi da quella degli agrumi. Le trasformazioni sono avvenute con continuità durante tutti i secoli passati, seguendo ed assecondando le diverse necessità economiche che sopravvenivano all interno della comunità. All equilibrio degli ecosistemi della natura è stato sostituito 19

un nuovo equilibrio, più complesso, e quindi più delicato, degli ecosistemi in cui la natura interagisce con gli artefatti realizzati dall uomo. Tuttavia, mentre il primo ha una sua stabilità indipendentemente dalla presenza dell uomo, il secondo, se questa viene meno, degenera fino al collasso. Oggi le necessità, che avevano condizionato le trasformazioni e la manutenzione degli ecosistemi terrazzati, non esistono più. Le economie locali, abbandonando l agricoltura non più remunerativa, hanno trovato altri sbocchi nel turismo o nei servizi. Si è in presenza di una tendenza generalizzata all abbandono delle pratiche agrarie. Con il venir meno della manutenzione del territorio, ad esse legata, si assiste al contrarsi degli ecosistemi agricoli e all involuzione della stabilità ecologica. Le regole che hanno governato i processi di antropizzazione del territorio sono disattese e le leggi della natura tendono a riprendere il loro corso eliminando artefatti, terrazzamenti e colture agrarie. Tenendo conto delle peculiarità del parco, si è ritenuto opportuno costruire la conoscenza a partire dal sistema dei terrazzamenti, implementando ulteriori informazioni e sintesi, in funzione delle esigenze del piano. Tutto questo è stato possibile poiché le conoscenze ambientali e paesistiche, rilevate o riorganizzate, sono state implementate in un Geographical Information System (G.I.S). Utilizzando il G.I.S., le diverse conoscenze analitiche sono state portate a sintesi, attraverso opportuni modelli cognitivi. Nella costruzione del GIS, si è partiti dal livello più semplice della base di dati, passando per le basi di informazione fino ad arrivare al livello più complesso delle basi di conoscenza. I fenomeni territoriali, ambientali e paesistici sono stati interpretati alla luce dei paradigmi teorici che considerano l ambiente come sistema complesso e l ecosistema dell insediamento umano come sistema vivente che ha un ulteriore livello di complessità, rispetto all ambiente. L attività del labtap si è sviluppata secondo due fasi: A Predisposizione di un sistema GIS di supporto alle decisioni per la pianificazione. 20

B Sviluppo del GIS per la gestione degli interventi finalizzati al raggiungimento degli obiettivi del Piano. La prima fase si è conclusa con l adozione del Piano del Parco, la seconda è attualmente in fase di sviluppo. A - PREDISPOSIZIONE DI UN SISTEMA GIS DI SUPPORTO ALLE DECISIONI PER LA PIANIFICAZIONE. a) - Le basi di dati e la cartografia tematica La base di dati è stata ricavata implementando con diverse metodologie, dati provenienti da diverse fonti: 1.1 - Tematismi direttamente estratti dalla Carta Tecnica Regionale: È stata utilizzata, in base alla stipula della Convenzione Liguria in rete, la base cartografica realizzata dal S.I.T.A.R. della Regione Liguria e disponibile in formato vettoriale. - Carta del sistema oroidrografico - Carta dell uso del suolo - Carta della viabilità e dei collegamenti 1.2 - Carte derivate: a) Da interpretazioni semantiche: - Carta della vegetazione naturale - Carta delle colture agrarie - Carta dell accessibilità interpoderale b) Da elaborazione con l ausilio di opportuni softwares (MTA, MGE Intergraph): - Modello tridimensionale del rilievo - Carta dell altimetria - Carta dell acclività - Carta dell esposizione dei versanti 21

1.3 - Carte digitalizzate presso labtap da base cartacea, derivanti da un rilievo di campagna (Studio De Franchi): - Carta geolitologica - Carta del terrazzamento - Carta dello stato di dissesto del terrazzamento - Carta dell uso del terrazzamento L impegno maggiore, il rilievo dettagliato dell estensione dei terrazzamenti, del loro stato di conservazione e del loro utilizzo, è stato possibile grazie al finanziamento dell American Express all osservatorio del World Monuments Fund, un programma del World Monument Watch. 1.4 - Carta digitalizzata presso labtap da base cartacea (analisi morfologiche, Arch. Virgilio) - Carta delle morfologie insediative 1.5 - Carte digitalizzate presso labtap da base cartacea esistente in letteratura: - Carta dell uso del suolo (redatto da M. Mariotti 1990) - Carta escursionistica (Studio Cartografico Italiano Genova) - Carta delle emergenze storiche, architettoniche ed ambientali. b ) Le basi di informazione, di sintesi e di valutazione 1 Carta dei sistemi ambientali Per sistema ambientale si intende un insieme di fenomeni fisici che intrecciano tra loro una struttura di relazioni ricorrenti e caratterizzanti un determinato ambito geografico. Nel territorio delle Cinque Terre sono stati individuati differenti sistemi ambientali, che, nel loro insieme, rappresentano la struttura costitutiva dello scenario strategico: in ciascuno di essi cambiano gli elementi dominanti e la struttura delle relazioni ricorrenti che li connettono in modo da caratterizzare in maniera specifica diversi ambiti geografici. 22

A ciascun sistema ambientale lo scenario strategico associa l idea di una possibile e desiderabile evoluzione futura, coerente agli equilibri degli ecosistemi che ne fanno parte ed agli obiettivi del Piano. 2 Carta degli ecosistemi rurali Gli ecosistemi rurali sono definiti come porzioni di territorio nelle quali le relazioni tra i fattori naturali ed i fattori antropici, realizzati per consentire la pratiche agrarie, hanno carattere di organicità. Gli ecosistemi rurali così individuati costituiscono il quadro di riferimento per la progettazione e la gestione dei programmi di riqualificazione paesistico ambientale e di sviluppo sostenibile. c) - le zone di piano Il piano del parco delle Cinque Terre è, allo stesso tempo, piano di conservazione e piano di gestione e funziona a diversi livelli. Al primo livello, il piano delle strategie fissa gli obiettivi, le priorità delle azioni, i soggetti privilegiati ad agire per la conservazione e la modalità degli interventi. In un certo qual modo rappresenta uno scenario auspicabile per un futuro desiderabile. Al secondo livello, il piano delle salvaguardie, corrisponde al piano della conservazione, identifica valori e significati, rischi e pericoli, delimita differenti sistemi ambientali e, per ciascuno di essi, identifica le politiche più adatte alla conservazione, mettendole in atto attraverso il controllo degli usi dei suoli. Al terzo livello, il piano della gestione e della progettualità individua differenti ecosistemi, per i quali sono previsti progetti di intervento che dovranno essere tramite specifici programmi di riqualificazione paesistico-ambientale e di sviluppo sostenibile secondo gli orientamenti strategici definiti al primo livello La base conoscitiva per la definizione delle zone di Piano è stata la Carta dei Sistemi Ambientali. In base alle dinamiche in atto nei diversi sistemi sono state prodotte carte di maggior dettaglio utilizzate nei primi due livelli dei tre cui opera il Piano. 23

In base all individuazione degli ecosistemi rurali sono stati definiti gli indirizzi per i programmi di riqualificazione paesistico ambientale e di sviluppo sostenibile che caratterizzano il terzo livello di operatività del Piano. Sono state quindi prodotte le seguenti carte: - Carta dell azzonamento sintetico (livello delle strategie) - Carta delle zone di piano (livello delle salvaguardie) - Carta degli ecosistemi rurali (livello delle progettualità) L utilizzo di un G.I.S., a supporto alla pianificazione ed alla gestione del territorio, ha permesso di introdurre nel piano del parco il meccanismo procedurale che consente l evoluzione della sua struttura. La sequenza delle scelte progettuali, guidate dal piano delle strategie, ha determinato anche l ordine e la struttura dei dati implementati. I dati sui terrazzamenti sono il nucleo originale e primitivo attorno al quale è stato sviluppato il data base del sistema G.I.S. L individuazione e la delimitazione delle entità paesistico-ambientali di riferimento per le scelte del Piano, hanno richiesto elaborazioni di sintesi tra i dati implementati nella base di dati. Il G.I.S. ha consentito la gestione delle conoscenze geografiche complesse per strutturare la forma del piano secondo principi ecosistemici. Implementando nel G.I.S non solo basi di dati, ma anche basi di informazione e basi di conoscenza, è stato possibile rendere manifeste le relazioni complesse tra molteplici fenomeni ed individuare i campi territoriali in cui le relazioni sono operanti, delimitando e circoscrivendo, in base alle relazioni attive, i sistemi e gli ecosistemi ambientali. 24

B - SVILUPPO DEL GIS PER LA GESTIONE DEGLI INTERVENTI FINALIZZATI AL RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI DEL PIANO. Presso il LabTAP, sono state completate o sono in fase di sviluppo ulteriori basi di dati che integrano e completano, attingendo a fonti letterarie e ricognizioni di campagna, gli studi già realizzati ed implementati nel G.I.S. Fra questi è opportuno ricordarne alcuni: a) Carta dei sentieri CAI Attualmente è in fase di vettorializzazione la rete dei sentieri CAI presenti nell area Parco nell ambito di un progetto per la fruizione del sito che mette a sistema i valori territoriali dell area con le strutture per la fruizione turistica, basato sul software Geomedia. b) Carta dei paesaggi vegetali E stata realizzata la carta dei paesaggi vegetali del territorio compreso nel Parco Nazionale delle Cinque Terre, a partire dalle conoscenze acquisite nel corso dei vari studi effettuati negli ultimi anni. In particolare si è fatto riferimento a: - Carta della Vegetazione (Mariotti, 1990), - Carta dell Uso del Suolo (Regione Liguria, 2000), - Carta dei popolamenti forestali della Regione Liguria - Carta Forestale (Regione Liguria, 2001); - Studi propedeutici alla realizzazione del Piano del Parco (Roberto De Franchi, 2000) Valutando omogeneità e disomogeneità delle categorie già esistenti e delle differenti metodologie di rilievo, lavoro in parte già svolto durante l elaborazione del Piano del Parco, si è giunti ad una sintesi che tiene conto non solo dello stato di fatto di quello che è l uso del suolo, ma anche delle dinamiche evolutive in atto, così da creare una chiave interpretativa durevole. Uno dei problemi principali infatti, nella predisposizione di una carta di questo tipo, è l individuazione di aree nelle quali coesistono aspetti vegetazionali diversi: piccoli appezzamenti di seminativo sfumano in situazioni di parziale abbandono; 25

pochi filari di vite, non più coltivati, ma con terrazzamenti ancora riconoscibili, si confondono con zone a macchia prevalente (rovo, arbusti, ecc.). Questo fenomeno è principalmente attribuibile alla particolare suddivisione fondiaria dei terrazzi che ha consentito una evoluzione diversificata nel processo di abbandono e del degrado conseguente come già evidenziato dagli studi relativi al Piano del Parco. Per il confronto le verifiche sono state svolte utilizzando anche rilievi aerofotogrammetrici. Confrontando tra loro le varie carte, si è deciso di utilizzare come riferimento la carta forestale della Regione Liguria, modificandone alcune perimetrazioni e procedendo all individuazione di nuove categorie, soprattutto per quello che riguarda le aree agricole, mentre quelle relative alla copertura boschiva sono state semplificate e aggregate perché troppo di dettaglio per il tipo di carta cui si vuole arrivare. Per l individuazione delle aree agricole un importante fonte di informazioni di dettaglio è stato il rilievo fatto da Roberto De Franchi negli studi propedeutici alla realizzazione del Piano del Parco. Viene qui riportata la nuova classificazione prevista per la carta dell uso del suolo: SISTEMA NATURALE a) Formazioni costiere e rupestri: costa rocciosa priva di vegetazione spiagge sabbiose e ciottolose ambienti rupestri con vegetazione di gariga b) Copertura erbacea ed arbustiva: gariga dei substrati ofiolitici macchia mediterranea c) Formazioni arboree: boschi con prevalenza di conifere marittime e collinari boschi con prevalenza di leccio boschi con prevalenza di castagno 26

boschi misti SISTEMA DI TRANSIZIONE d) Aree di transizione: aree agricole non più in coltivazione con copertura erbaceo arbustiva aree prative SISTEMA AGRARIO e) Aree agricole: oliveti vigneti aree agricole miste f) Aree insediate A completamento della carta dei paesaggi vegetali è stata elaborata anche un analisi sintetica delle sezioni storiche ricavate dalla cartografa IGM (Stati Sardi 1816, Stati Sardi, 1889, carta topografica d Italia, Serie 25 V F.95, 1938) d) Database Catastale E in fase di completamento il database relativo alla struttura catastale delle proprietà comprese all interno dei limiti amministrativi del Parco Nazionale delle Cinque Terre. La realizzazione di questo database ha permesso di semplificare le procedure di gestione del patrimonio edilizio rurale e del patrimonio terrazzato. Il database catastale viene incrementato sulla base dei campi delle schede opportunamente predisposte, che sono compilate a cura dei professionisti incaricati della redazione delle pratiche edilizie, che vengono presentate agli uffici tecnici del Parco. Ad ogni particella catastale possono essere collegati tutti i dati relativi alla proprietà facilitandone pertanto la gestione ordinaria di diverse pratiche (concessioni edilizie, gestione asservimenti, gestioni reti tecnologiche, coltivazioni in atto, ecc). 27

Inoltre tutte le informazioni potranno essere relazionate con altre basi di dati presenti all interno del GIS. Estremamente importante, per esempio, è la possibilità di sovrapposizione con l azzonamento del Piano, in modo da avere una disponibilità di informazioni veloce e dettagliata inerente la normativa da applicare alle singole particelle catastali, contribuendo così all attuazione del Piano del Parco. Il catastale digitalizzato, per tutta l estensione del Parco, utilizza come supporto una base raster. L utilizzo di un preciso software (Geomedia Intergraph) consente di inserire i dati nel database contemporaneamente al processo di vettorializzazione. 2.1.2 Le indagini floristiche, a cura della Prof.ssa Simonetta Peccenini, Istituto di Botanica, DIPTERIS, Università di Genova. L attività svolta Nel 2001 il Parco ha incaricato il dott. Dente di effettuare un censimento della flora del parco stesso secondo il metodo della cartografia floristica. La ricerca è stata effettuata fra aprile e dicembre 2001. Il territorio preso in esame comprende tutto il Parco e porzioni limitrofe ai confini dello stesso. La definizione di tale territorio si è ottenuta attraverso l applicazione di una reticolatura, corrispondente in parte a quella della C.T.R. 1:250000, che comprendesse tutta la superficie del Parco, ottenendo quindi una griglia a cui fare riferimento per inserire i dati raccolti; in questa maniera anche alcune porzioni di territorio, non incluse nel Parco, sono state oggetto di studio. Tale scelta si è resa necessaria per avere una maggiore corrispondenza cartografica del territorio studiato. I riquadri, appartenenti al predetto reticolo, sono stati numerati progressivamente da Ovest ad Est e da Nord a Sud; il numero dei riquadri è 70, ma solo 67 di questi sono stati oggetto di censimento floristico, poiché i restanti 3 (il 62, il 39 ed il 33 ) non erano accessibili per problemi geomorfologici. Tutti gli altri invece sono stati percorsi attraverso la fitta maglia di sentieri e strade che si snodano attraverso il Parco e che vengono indicate nel lavoro secondo la 28